#ci sta ama va bene ti capiamo
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deathshallbenomore · 3 years ago
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la produzione prima di firmare il contratto con ospiti e co-conduttorə: guarda per noi puoi fare più o meno quello che vuoi. ti chiederemmo solo di trattare male amadeus e di umiliarlo con una certa frequenza, questa è proprio una sua richiesta ok?
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themetamorosnsquadtwins · 6 years ago
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Opinione sul Videoclip
Ciao sono Milena e vi sto per dare la mia non richiestissima opinione personale (rimarchiamolo, è una cosa mia e mia soltanto) su questo fantastico videoclip, talmente bello che mi ha fatto desiderare come non mai di possedere uno di quei cancella-memoria di men in black per poter così rimuovere dal mio cervello quelle immagini senza dover ricorrere alla lobotomia.
In sintesi: m’ha fatto schifo.
Ma dato che non sono una persona che ama dire “che schifo buh” e chiuderla lì, ora vi darò tutti i motivi per cui per me questo video può bellamente essere lanciato nel vuoto cosmico o messo a bruciare nelle fiamme dell’inferno.
Here we go.
Intanto, partiamo col dire che a me i videoclip di Ermal, salvo alcune eccezioni, non m’hanno mai fatto impazzire del tipo Wow kapolavoro subitoh globo d’oro ranadineville!!11!!1, ma lo ammetto: ho adorato quello di 9 Primavere. L’ho trovato talmente bello nella sua semplicità che mi son detta bene! stiamo facendo dei passi avanti! Ora sicuramente i videoclip andranno migliorando!
Sia mai che potessi aver ragione ‘na volta. 
Mannaggia al cazzo.
Ma andiamo con ordine: il video si apre su una tv posata sopra un baule di quelli tipo che vedi a giro per i concerti con dentro cose che valgono più dei reni di tutta la tua famiglia messi assieme, e mentre un Ermal su anonimissimo sfondo che sembra quello che usano i fotografi per farti quelle imbarazzatissime foto ricordo per la comunione da dare ai parenti inizia a cantare, una ripresa di 180 gradi ci mostra quella che dapprima sembra uno studio d’attesa di un qualche ufficio-che cazzo ci fa quella sedia nell’angolo con la pianta io boh- se non fosse che la porta sembra quella di un capannone, per poi rivelarci una casa con una discutibilissima carta da parati e qualche decoro a giro. Dagli scatolini intendiamo che probabilmente ci si sono appena trasferiti.
Che sembra pure carina, con quelle sculture inutili a giro e le mensole in ferro, molto milanese moderno imbruttito, ma subito capiamo che probabilmente per quelle decorazioni del cazzo e le piante alte quanto me hanno speso tutti i loro averi dato che se la dormono su un divano letto dal colore orrido, color cacchina di cane per intenderci. 
Ma passiamo oltre, magari il materasso ancora non l’hanno scartato.
Passiamo al fatto che quella cazzo di telecamera  non fa altro. che. ondeggiare. avanti. e. indietro. 
E io qua inizio già a pensare: ma chi l’ha diretto sto schifo? E’ una cosa fastidiosissima, fa venire il mal di mare! Ma come puoi pensare che sia una buona idea? Diciamolo chiaro e tondo: è una regia del cazzo. Ti fa venire voglia di lanciare fuori dalla finestra il pc, prima di sbrattare sulla tastiera magari. 
E a parte la regia... sto video è buio. Ma buio forte. C’è un passaggio dalla sera al giorno che è sentito pochissimo a livello di luci, tanto che i due scemi, in barba all’Enel, ancora stanno con le luci dietro accese. E grazie al cazzo, non vedrebbero nulla altrimenti, nonostante ci siano dei finestroni piuttosto grossi! Mi sa che gli toccherà vendersi per pagare le bollette questo mese. 
Ma la vera domanda poi è: dove cazzo sono imbucati questi? Perché quello non è un appartamento. Si vede una porta, sì, ma poi ci sono due specie di ingressi-quello principale che si vede di sfuggita e quello dove entrano i ladri-dello stile capannone e rega, non sto scherzando, ma sembra che abbiano riarredato uno scantinato o il garage di un qualche palazzone. Poco ci mancava che nell'angolo avessero la marionetta di Georgie con It. E poi che cazzo è quel bidone giallo, cosa mi dovrebbe significare? 
Ermal incrocia le braccia al petto, in un gesto di scazzo che è specchio del mio, e con la faccia di uno che avrebbe preferito essere davanti a un piatto di orecchiette che lì. 
Gente che si tira cuscini, J-Ax. Bellino lui.
E poi arrivano loro, i nostri amici ladri. 
Ora, soffermiamoci un secondo su questa cosa: l’ho capito anche io che la cosa è tutta una metafora e che il senso è che pure davanti alle difficoltà chi si ama lotta e non si arrende e fa di tutto per restare insieme. Grazie. E a parte che w la banalità, ma il problema di questa roba è la resa visiva che hanno voluto dargli.
Infatti, qui arriva il bello.
Intanto, questi fantomatici ladri sono tutti. In giacca. E cravatta. 
E’ una cosa esilarante da pensare perché io mi immagino questi uomini d’ufficio che si guardano e “Hey, Mario, che fai stasera?” “Non so, Paolo. Al solito, farò qualche dichiarazione dei redditi, forse controllo le bollette se proprio mi sento trasgressivo. Poi a letto” “Capisco... e tu, Marco?” “Lo stesso, Paolo, lo stesso”
E poi arrivò Gigi che “Ragazzi, ma se cambiassimo un po’ stasera?” “Tipo?” “Mah... che ne so... facciamo una rapina!”. IDEONA! Compriamo dei passamontagna e andiamoci vestiti ancora come degli impiegati sottopagati che però sono obbligati a stare in completo per non sembrare così poveri e maltrattati.
O questo, o i tipo del video hanno pestato i piedi a Wilson Fisk e alla mafia cinese. Il che sarebbe stato decisamente più divertente, ma immagino che Charlie Cox che menava col bastone dei ciechi costasse troppo.
Però oh, magari hanno davvero un passato nel mondo del crimine, forse pure con qualcuno di grosso, tipo che erano coinvolti con qualche organizzazione criminale internazionale. 
E urlerei anche “uscitemi i back story crime cazzo” così magari mi interesso al video, se non fosse che questa ipotesi viene immediatamente sventata dato che... il quoziente intellettivo dei ladri corrisponde a quello di Olaf che vuole farsi le vacanze ai tropici pure se fatto di neve.
Voglio un po’ dire, guardateli: sono in cinque! in cinque! Sono in netta superiorità numerica e non siamo dentro dragonball cazzo! Quelli sono dei poveracci disarmati, cosa vi ci vuole a metterli al tappeto? 
Invece no perché: quello con la spranga riesce a mancare il colpo in maniera clamorosa e viene atterrato da una computerata in testa che, onestamente, per darla abbastanza forte da atterrarlo così mi aspettavo pure che almeno la batteria del computer saltasse fuori, però vb. Uno prova ad afferrare la tipa che si dimena e sguscia come una saponetta, ma invece di tirarle qualcosa in testa rimane lì tipo SHI ABBRACCIAMOCI. Due rimangono a guardare. Ma il migliore è l’ultimo raga. L’ultimo che sta sulla porta a ondeggiare ballando la lambada per qualche secondo prima di intervenire, manco Rocky che si da la carica. Lo amo, è il mio preferito.
Nel frattempo, J-Ax si è cambiato: unica macchia di colore insieme al bidone giallo e alla carta da parati di mia zia matta in mezzo a tutto quel piattume.
Scene di combattimenti al semi rallenty, così brutte che quelle delle superchicche al confronto sono da Oscar. Il nostro Rocky viene abbattuto da una vasata e poi rivoltato tipo wrestler FATALITY e mentre un altro dei rapinatori viene neutralizzato dalla tipa in tuta, uno rimane in un angolo a saltellare manco stesse ballando la taranta.
E qui, c’è il tocco di classe. Il faretto. Il fottuto faretto PALESEMENTE DEL SET, ben esposto nell’inquadratura. E non per un millisecondo, no! Rimane lì, per diversi secondi. E oltre a dare fastidio visivamente, è proprio una cosa brutta da vedere perché dai, chiunque sa che devi nasconderle certe cose. Non si sono nemmeno dati la pena di provarci. 
Ma io che cazzo la voglio studiare a fare sceneggiatura e regia, se ci sono sti geni in giro. Boh. 
Altre scene ridicole, la tipa che si strappa i capelli quando i ladri rimangono la a ondeggiare tipo concerto di Jovanotti con gli accendini e invece di fare gioco di squadra li affrontano uno alla volta stile lega Pokemon. 
Sbucano vasi a cazzo che chissà da dove se li sono tirati fuori dato che il tavolino era andato in frantumi, mentre Ermal fa giorgiamaura con ancora i sogni da sognare.
Ritorna il nostro faretto e la tipa ha un momento di scazzo in cui cerca di allontanarsi non correndo, ma camminando come la pantera rosa. E non perché voglia, ma perché il rallenty è palesemente fatto mezzo a cazzo dagli attori. 
Sono a tanto così dal fare il meme di  topolino e infilarmi i pugni negli occhi per smettere di vedere questo scempio. Mi sembra di stare dentro al remake in live action di Dragon ball, uno di quelli brutti cinesi però, tipo supaidaman per intenderci. 
E dopo ben due minuti e mezzo di botte-chiamiamole botte, i power ranger, no anzi, le new mew se le davano di più. avete presente quel cartone dei Pokemon dove pikachu prende a schiaffi il suo clone? Ecco, quello era più violento di sta roba-ecco che ad uno dei ladri ritorna in vita un neurone ed estrae la pistola. 
Qui le bestemmie si sprecano. 
Ma porca miseria, siete in cinque, se siete armati CHE CAZZO VE LE SIETE DATE A MANI NUDE? Ma bastava entrare tirando fuori le pistole, no? Pistole contro “se vi muovete siete morti”, vedi che in tre secondi facevate tutto quello che dovevate! E invece no, stanno lì a fare i coglioni e a saltellare che non so, vi scappa la pipì per caso? 
Ridicoli cazzo, ridicoli!
Altro che Olaf, il quoziente intellettivo di sta gente è pari a quello di un’alga essiccata. Che magari va pure sul sushi, quindi è utile a qualcosa, al contrario loro.
Ma ecco che ritorna il grande protagonista di questo video, il deus ex machina di tutta la storia:  il vaso di fiori.
Che ovviamente bam, si infrange sulla capoccia del tipo e addio.
A proposito, bella la pubblicità occulta dei boxer della Guess.
Infine, i nostri eroi rimangono sul divano a coccolarsi, felici della loro pressoché inutile vittoria. 
Che poi. Oh brutti idioti. Avete cinque persone sul pavimento, ma non sono morti, sono palesemente solo svenuti! E allora scappate cazzo! Non è che non si riprenderanno mai più! Quantomeno portategli via le armi, neutralizzateli, fate qualcosa! No, gli abbraccini softini sniff sfniff pucci pucci.
Ma vaffanculo.
Io lo so che è un video che doveva essere breve, ma cazzo. C a z z o.
Che poi questo videoclip aveva lo stesso pathos di una tartarughina ribaltata sul guscio, con la differenza che quella poverina ti fa pena, mentre a questi li vorresti ammazzare tutti.
Persino le puntate di Tom e Jerry con l’altro gatto che doveva rubargli il posto a casa erano più sensate e emozionanti di sta cosa. Mi commuovevo di più, onestamente.
Se fosse entrato qualcuno e avesse iniziato a sparare a raffica, avrei applaudito al grido di LIBERACI DA QUESTO SCEMPIO CAZZO SI.
Empatia che mi provoca: 0. Emozioni che mi da: 0. Il senso banale e reso malissimo. La regia e la fotografia: 0. Recitazione: 0. Scene dei combattimenti: 0. Impegno di chi l’ha fatto: 0. La telecamera che ondeggia e il faretto non dico dove se li possono ficcare, ma potete benissimo intuirlo. 
Oltretutto, l’amore è uno sport violento, ma qui siamo ai livelli di violenza di Disney Channel e Cartoonito, ho visto scene più efferate in Spongebob.
Pure Ermal aveva lo scazzo.
Un no grande come un palazzo, ecco cos’è sto video per me.
Voto: 2/10, che gli do solo perché la canzone è bella e perché pure su quello sfondo di merda i faccini di Ermal e J-Ax erano carini.
Comunque, va fatto un applauso per lo sforzo: visto quanti vasi c’erano, deve essere stato difficile cagare fuori da ciascuno di essi. BRV.
E la chiudiamo qui, che sennò mi viene un embolo.
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moris-lonebiker-blog · 8 years ago
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La valle dei piccoli frutti
Dopo aver saltato 1 weekend dai Lagorai, per una bella traversata del Carega in compagnia di10 amici,
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io e Alberto fremiamo per andare a fare una nuova esplorazione, in questa catena montuosa a noi molto vicina. Come mi aveva già giustamente proposto Alberto, visto che li vogliamo esplorare tutti, proseguiamo l'esplorazione da dove l’abbiamo lasciato l'ultima volta. Ci mettiamo dunque all’opera, ognuno per conto suo, a tracciare dei giri, la mia proposta parte da minimo 3000 metri di dislivello, la mando ad Alberto, che mi risponde, “sei sempre il solito esagerato”, no no qui bisogna tagliare almeno un po', poi mi fa vedere la sua molto inferiore alla mia 2700 metri di D+ :-) . Decidiamo per la sua, primo perchè anch'io mi fido più di Lui che mi me stesso e poi perchè è l'altro versante rispetto alla ultima uscita, che ci permetterà di percorre tutta la "Valle dei piccoli Frutti", conosciuta come Valle dei Mocheni.
Definito il giro avverto della nostra scelta PierVI, che ovviamente viene con noi, visto che è libero da impegni e quando c'è explo in montagna accetta quasi tutto.
e arriva sabato
E giungiamo al Sabato, Pier mi passa a prendere, ci troviamo a Bassano con Alberto e via verso Levico Terme, da dove partiamo lambendo tutto il lungo lago via ciclabile
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per poi iniziare la ciclabile della Val dei Mocheni che segue tutto il percorso del Fersina, dove subito dobbiamo acquistare dei panini per poter terminare il nostro giro (visto che non sono presenti molti rifugi aperti). Ci fermiamo dunque in Località Canezza di Pergine dove con nostro estremo stupore vediamo delle indicazioni per il Museo del Paracarro, Alberto non sta più nella pelle dalla curiosità ed andiamo a vederlo. Brevemente si tratta di un parco, dove vengono raccolti i paracarri delle strade montane, con tanto di targhetta di spiegazione e associati a Ciclisti famosi.
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Proseguiamo il nostro percorso lungo questa bella ciclabile che ci porterà fino a Palù del Fersina, per il momento sempre con piccole pendenze. La Val dei Mocheni, in Italia, è famosa perchè, assieme alla parallela Val di Cembra, copre quasi l'intera produzione dei piccoli frutti italiani e noi, da buoni tester dobbiamo assaggiare
More 
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Ribes
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e dove anche i parchi giochi dei bimbi sono a tema
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ma dobbiamo andare, il giro è lungo, anche se staccarci da quelle more è stata dura. Alberto ci dice che, la decisione di fare tutta la valle via ciclabile, parzialmente asfaltata, è dovuta al fatto che, come dice sempre Lui, "..va su dolce" ..... si Alberto, dolce ma anche un po' salato, parafrasando una canzone :smile:
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una ciclabile con queste rampe finali non l'avevo ancora vista, ma come dice il sommo poeta "...non ti curar di loro ma guarda e passa"
A Palù del Fersina, paese dove si parla ancora l'antica lingua Mochena, termina la ciclabile e dopo un sali e scendi asfaltato imbocchiamo la sterrata che ci porterà al passo Palù, a quota 2070 quasi sempre in mezzo ad un bellissimo bosco 
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che ci lascia intravedere la valle appena fatta 
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Come abbiamo già potuto testare nelle uscite precedenti sui Lagorai, le sterrate e sentieri per quanto duri possano essere, si lasciano sempre pedalare a causa del particolare fondo di origine porfirica (in maggioranza), 
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fa eccezione la zona centrale dei Lagorai e Cima d'Asta (di origine granitica) Visto che ogni tanto una pausetta bisogna anche farla mi diletto nel Bikers Watching :-) e salgo su una torretta per alcune foto, dove possiamo anche ammirare questi bei monti scuri e verdeggianti
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Ma ormai siamo al passo Palù a quota 2070 e ci siamo arrivati sempre in sella (cosa non prevista fino a quella quota)
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veloce spallata fino al passo dei Garofani
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Qui pausa vestizione e Pier chiede ad Alberto la destinazione ..... dietro a quell'ultima cima con 2/3 risalite in mezzo :-)
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e poi finalmente la nostra prima discesa della giornata
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fino al caratteristico e bel rif. Sette Selle, dove ci prendiamo un'altra pausa dissetante, con crostatina fatta in casa di.... Mirtilli ovviamente :-) scendiamo ancora fino alle Miniere (aperte solo per i Turisti) di Grua va Hardömbl
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ma prima della risalita ci manca il test dei Lamponi
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promossi a pieni voti
La risalita sembra essere pedalata
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ma ben presto si trasforma in una lunga spallata/spinta fino al Lago di Erdemolo, posto molto affascinante e dove è presente l'omonimo rifugio, chiuso però da quasi 2 anni.
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Pausa panino ma alla fine ci vuole la frutta e visto che siamo nell'ambiente giusto, via alla raccolta dei Mirtilli
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breve strappetto e via giù per un altro bellissimo single track, mai particolarmente tecnico
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al termine di questo tratto, nella risalita successiva smarriamo il sentiero e per un breve tratto, risaliamo spallando in mezzo ai mughi e mirtilli fino a ritrovarlo.
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Siamo già a pomeriggio inoltrato e ci manca ancora un ultima risalita di circa 300 metri di D+ , a questo punto ad un bivio non bene segnato, ne su carta, ne su mappa nel GPS, prendiamo in salita su ghiaione porfirico fino ad una piccola forcelletta [​IMG]
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dove capiamo (altri 150 metri di D+ fatti ), che è comunque meglio ritornare verso i nostri passi o non arriveremo mai ad iniziare la vera discesa con la luce. Ultima spinta spallata lasciando spazio ai locals
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ed arriviamo finalmente al tanto inizio del Sentiero 1a GM proprio sotto a Forcella Fravort.
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Qui inizia il fantastico single trail (tutta sta fatica per fare questo bellissimo pezzo ma ne è valsa la pena). Il sole sta calando e bisogna sbrigarsi, dobbiamo scendere da qui fino a quota 450 (con breve strappetto per raggiungere un sentiero che scende dalla Panarotta). Non è certo per il sole che non faccio più foto, ma la bellezza di questo trail ci impone di percorrerlo con una buona velocità , tenendo sempre presente che comunque è esposto ...si ecco Lone tienilo a mente, visto che all'inizio, per distrazione, mi cappotto giù nei roccioni di porfido che mi fermano. Questo trail non scende molto e risaliamo velocemente alla Panarotta da dove parte un altro bellissimo sentiero, dentro il bosco verso Vetriolo Terme, qui gli alberi non sono vicinissimi e lasciano penetrare ancora qualche filo di luce. A vetriolo Terme, siamo ancora a quota 1500 decidiamo di provare ugualmente il sentiero che Albert pensava di fare fino giù a Levico, ma il bosco è molto fitto e veramente non si vede nulla. Per chi ama il flow su bosco con superficie di aghi di pino questo sentiero deve essere una libidine ma noi al primo incrocio con la sterrata dobbiamo abbandonarlo o rischiavamo di abbattere qualche albero senza fari :-) e molto saggiamente decidiamo di proseguire, a malincuore, su asfalto fino a Levico.
Raramente mi è capitato di fare una così stupenda giornata esplorativa, io e penso anche i miei 2 compagni d'uscita, ci siamo affaticati e divertiti moltissimo GRAZIE ALBERTO e PIER
ALBERTO per fortuna che ero io che esageravo con le tracce D+ fatti 3150 :smile: ma mi son tanto divertito
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sonocadutoinpiedi-blog · 8 years ago
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Ei Gio,
Ciao, come va? Io credo bene, mi sono ripresa in mano la mia vita, non del tutto, ci vuole tempo per queste cose, però sto cominciando a riprendermi quei piccoli pezzi che ti sei preso in quei mesi, sto tornando ad essere la versione peggiore di me stessa. Sono passati sei mesi, mesi nel quale ho pensato a tante cose, provato tanti sentimenti, riflettuto molto su noi due. Mi chiedo se tu ancora mi pensi, se anche tu hai riflettuto, se hai finalmente capito cosa hai perso. Non provo nostalgia, malinconia, tristezza, solo una gran rabbia. Vorrei tanto sapere se hai finalmente capito dove hai sbagliato, se sei cosciente di ciò che mi hai fatto, se hai capito che è colpa tua, se guardandoti allo specchio ti sia mai maledetto per ciò che hai fatto.
Parliamo di violenza sulle donne riferendoci ai femminicidi, alla violenza fisica, gli schiaffi, le botte, lo stalking, gli stupri. Non capiamo che la violenza sta nelle piccole cose, non lo capivo neanch’io fino a qualche mese fa. Non mi rendevo conto di come anche con una piccola parola si possa usare violenza, ignoravo il fatto che potesse essere così silenziosa. Dicono che ci sono dei segnali, mentono. Questo tipo di violenza è come quei gas inodore, quei veleni insapore, incolore, ti uccide lentamente senza che tu te ne accorga. La dottoressa che c’è in me ti diagnosticherebbe un complesso di inferiorità misto ad un disturbo narcisistico della personalità tipica dell’uomo insicuro e maschilista. La scienza mi ha aiutata a dare una definizione a ciò che è successo. Qualcuno direbbe che è un modo per smettere di avere paura, perché se chiamiamo per nome ciò che ci spaventa, spaventa un po’ di meno, e forse è per questo che ti ho trattato come una cavia, un paziente da analizzare, credevo che trovando una spiegazione logica e razionale sarebbe andata meglio e invece non provo nessun tipo di sollievo. Non mi fa star meglio, mi è passata la paura, la vergogna ma la rabbia non si è placata. è come un leone in gabbia e reclama il tuo sangue, vuole vederti bruciare, sputare sangue, mi graffia l’anima mentre reclama la tua testa. Il tempo della sofferenza e della vergogna è passato, la ragione ha prevalso suoi tuoi tentativi di farmi sentire piccola. Mi obbligavi in ginocchio ed insinuavi che non ero alla tua altezza. Mi hai convinta che non ero bella, non ero brava, non ero intelligente, non ero niente. Ti incazzavi in modo esagerato quando ti correggevo i congiuntivi, quando dimostravo di saperne più di te, quando qualcuno mi chiedeva cosa, una bella ragazza come me, ci trovasse in uno come te. Non urlavi, non sbattevi i pugni sul tavolo, me la facevi pagare umiliandomi, insultandomi di fronte i nostri amici, di fronte estranei, dandomi della stupida, della scrofa, in modo scherzoso, lo chiamavano “umorismo tagliente” io la chiamavo “violenza gratuita”. Non mi dicevi di non uscire coi miei amici, facevi di peggio, me li mettevi contro, subdolamente facevi in modo che litigassimo. Quando qualcuno ci provava con me non eri abbastanza uomo per affrontarlo e te la prendevi con me nonostante li respingessi, mi convincevi che era colpa mia perché li provocavo, mi vestivo come una poco di buono. Eri geloso del mio migliore amico perché a lui riservavo abbracci più profondi, perché ci capivamo senza parlarci, perché riusciva a farmi ridere ed asciugava lacrime che tu non eri nemmeno in grado di vedere. Eri infuriato con te stesso perché non sei mai stato all’altezza della  nostra relazione, non mi sei mai stato all’altezza di ciò che sono, lo sapevi e invece di migliorarti hai deciso di distruggere me. La chiamavano “incompatibilità di carattere” io la chiamavano “violenza”. Le giornate passate di fronte allo specchio per ciò che mi dicevi, tutto ciò che a cui ho rinunciato, le diete, le canne, gli amici. Pian piano ti sei portato via tutto, mi hai trasformata in un fantasma. Con quale coraggio lo chiamiamo amore? Io dico basta. Basta cambiare per degli idioti impotenti che soffrono di complessi di inferiorità per colpa di un rapporto sbagliato con la madre, basta crederci felici in relazioni che ci soffocano, in amori claustrofobici che non rispettano la nostra libertà. Non c’è niente di male ad avere amici maschi, a mettere la gonna ed essere più capaci, ambiziose, intelligenti. Smettiamola di farci dire che è colpa nostra, un uomo che ci incolpa, insulta, limita non ci rispetta e se non ci rispetta non ci ama. Non dobbiamo arrivare ai femminicidi per parlare di violenza, i commenti per strada, i “no” non rispettati, il fatto che il mio collega meno bravo prenda più di me, questo è maschilismo. Io ho detto basta. Ti ho detto basta. Mi sto riprendendo in mano la mia vita, mi sono rialzata più forte di prima, forse peggiore, forse più cattiva, più stronza ma più forte e reclamo il tuo sangue. Mi hai trattata come se fossi un gioco ma i giochi vanno giocati in due e, fidati, ti pentirai di aver cominciato questa partita quando comincerò a giocare.
Non vali niente. E non perché sei stato bocciato, perché sei povero, perché non hai la macchina o perché a letto duri meno delle sigarette girate con le cartine bianche, queste cose avevo imparato ad accettarle, amarle. Non vali niente per ciò che mi hai fatto. Bravo, nel tentativo di affermare la tua mascolinità hai perso il diritto di essere chiamato uomo.
Mia, per sempre, Marghe.
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