#chiesa casamari
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Federico II di Svevia, in un bassorilievo dei capitelli nel chiostro dell'Abbazia Cistercense di Casamari, seguito dai volti del giurista e gran consigliere Pier delle Vigne, e dal suo collaboratore in loco, l'abate Giraldo di Casamari.
Sculture di ambito cistercense, prima metà del XIII secolo, corrispondenti alle cospicue donazioni al monastero da parte del casato normanno-svevo.
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Casamari, grande esperienza di chiesa sinodale, domenica 13 ottobre
Chi entrava nel pomeriggio a Casamari assisteva ad uno spettacolo insolito: le volte della millenaria basilica abaziale risuonavano delle voci di tante persone, che però non cantavano come i monaci, non pregavano o stavano in silenzio nei banchi, ma discutevano, si ascoltavano fra di loro, anche senza conoscersi, esprimevano il loro pensiero, avanzavano richieste e proposte, a volte anche con…
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I LUOGHI DELL'ANIMA
Una cascata fuori dalla porta di casa?
Sì! Se la cascata si trova in un piccolo borgo della Ciociaria, per l'esattezza in provincia di Frosinone e per la precisione a Isola del Liri.
Ma vediamo alcune note tratte dal sito
Isola del Liri (anche nota come Lisëra in dialetto) è un comune italiano che appartiene alla provincia di Frosinone e conta circa 11.800 abitanti distribuiti all'interno di una superficie di 16,01 chilometri quadrati. Il centro cittadino sorge proprio all'interno di una piccola isola formata dal fiume Liri, in un tratto in cui si biforca in due bracci all'altezza dal Castello Bomcompagni - Viscogliosi, formando due salti di nome Cascata grande e Cascata del Valcatoio: entrambe sono alte circa 27 metri, ma il salto della seconda non è perfettamente verticale, visto che segue un piano inclinato con una pendenza del 17%. Dal punto di vista climatico Isola del Liri presenta temperature tendenzialmente calde e non difformi a quelle del resto della sua zona di appartenenza, con precipitazioni concentrate soprattutto durante la stagione invernale: il mese più freddo dell'anno è gennaio, durante il quale si registra una media di 5.5 °C, mentre il più caldo è luglio, durante il quale si registra una media di 22.5 °C. La storia di Isola del Liri è, come è facile intuire, strettamente legata a quella della vicinissima Roma e, volendo stringere il tiro, innanzitutto a quella dei due municipi romani vicini di Arpinum
e Sora, che un tempo si spartivano il suo territorio comunale. Non a caso per anni la località è stata nota anche come "Isola di Sora" (o "Isola presso Sora") ed avrebbe ottenuto il suo toponimo attuale soltanto nel 1869. Con la caduta dell'Impero la città cadde prima sotto il dominio bizantino, quindi sotto quello longobardo, per poi venire nuovamente accorpata alla contea di Sora nel Principato di Capua. Gli anni del cosiddetto Ancien Régime sono anni di grande sviluppo per Isola del Liri, che deve molto all'opera della famiglia Boncompagni e a quella dei nobili del Ducato di Sora. Proprio in questi anni il comune sarebbe poi stato teatro di un noto eccidio compiuto dall'esercito rivoluzionario nella Chiesa di San Lorenzo Martire nel maggio del 1799.
Il successivo XIX secolo è quello dello sviluppo industriale e della nascita di diversi cantieri nella vicina Valle del Liri, con particolare predilezione per la fabbricazione e la lavorazione della carta e non a caso nel Novecento il centro era uno dei pochi della zona a disporre di energia elettrica. Uno sviluppo che, come è facile intuire, sarebbe stato bruscamente fermato dalla Prima guerra mondiale, ma che poi invece avrebbe attraversato la seconda senza particolari intoppi nonostante alcuni drammatici bombardamenti da parte degli alleati. La stabilità economica di Isola del Liri ha attraversato gli anni del boom e ancora oggi rende la località un caso più unico che raro di cittadina della provincia di Frosinone con un elevato tasso di benessere, un sistema locale organizzato ed un'istruzione media particolarmente significativa. Non a caso dunque, nonostante le sue piccole dimensioni, ha dato i natali a diverse personalità arrivate ad eccellere nel proprio campo di competenza: dall'astronomo Federico Zuccari a Giustiniano Nicolucci, fondatore dell'antropologia italiana; dalla poetessa Gianna Sarra al regista Daniele Costantini,
passando per Bruno Magliocchetti, politico locale, ex sindaco e senatore della Repubblica. Isola del Liri dista circa 23 chilometri dal suo capoluogo di provincia Frosinone, a cui è collegata principalmente dalla Strada Regionale SR214 Maria e Isola Casamari; un'altra importante arteria locale è la Strada Statale 82 della Valle del Liri, che da Sora sale attraversando tutta la valle ed arrivando fino ad Avezzano in Abruzzo. Detto ciò Isola del Liri è servita a livello ferroviario dalla stazione Avezzano - Roccasecca,
mentre per prendere un volo è necessario muoversi fino all’aeroporto di Ciampino o all’aeroporto di Fiumicino: il primo dista circa 100 chilometri dal centro abitato, il secondo circa 130.
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Custodi di arte e fede: Abbazia di Piona
Ai piedi dei monti Legnone e Legnoncino, sulla punta del promontorio di Olgiasca, sull'alto lago di Como, si trova il monastero benedettino di Piona. Una fonte attesta che nel VII secolo d.C. in quel territorio esisteva una comunità monastica, probabilmente di impostazione eremitica, infatti nel chiostro si conserva il Cippo di Agrippino, che prende il nome dal vescovo di Como che nel 617 fece erigere un oratorio consacrato a santa Giustina martire. Verso la fine dell'XI secolo l'abbazia di Piona venne inserita nel movimento della riforma cluniacense che prevedeva il trasferimento dei monaci dalla casa madre di Cluny alle abbazie in crisi. Dal XII secolo è pervenuta una documentazione che dimostra la vitalità dell'abbazia di Piona, ma nel corso del XIV secolo ci fu una lenta decadenza dovuta al ridotto numero di monaci. Nel 1798, per ordine del Direttorio della Repubblica Cisalpina, tutti i beni dell'abbazia furono incamerati dal dipartimento dell'Adda e messi all'asta e nel 1879 iniziò il restauro della chiesa con aiuti governativi e sovvenzioni del comune e della provincia di Como. L’imprenditore Pietro Rocca nel 1935 acquistò l’edificio, ma poco tempo dopo suo fratello Cesare si recò in Etiopia per la costruzione di un tratto di strada e fu ucciso insieme alla moglie in un attentato. Per onorare la memoria dei loro cari, Pietro e la madre Annetta Pogliani decisero di affidare il monastero alla Congregazione dei Cistercensi di Casamari. Nel 1938, un gruppo di monaci provenienti da Casamari riaprì le porte di Piona permettendo ancora oggi di visitarla. La chiesa appare un po’ arretrata rispetto al lato occidentale del monastero cui si appoggia, mentre sulla facciata si apre la porta bronzea dello scultore Giuseppe Abram e una monofora, mentre una serie di arcatelle segue gli spioventi del tetto e prosegue lungo le pareti laterali, la cui superficie è scandita da monofore e sottili lesene. A destra dell'abside si nota il campanile quadrangolare del XVII secolo e sui lati si susseguono con ritmo ascensionale e alterno oculi e feritoie fino alla cella campanaria decorate da quattro fornici a tutto sesto. Il suggestivo chiostro, realizzato intorno al 1242, in uno stile di passaggio tra il romanico e il gotico, è il punto di riferimento del complesso monastico. La struttura quadrangolare del chiostro evoca il numero quattro, come i quattro elementi dell'universo, i quattro punti cardinali, il disprezzo di se, il disprezzo del mondo, l'amore del prossimo l'amore di Dio. Al centro del chiostro la fonte e l'albero simboleggiano la fonte delle delizie e l'albero della vita del paradiso terrestre.. Di incredibile bellezza sono i capitelli decorati con motivi vegetali e figurati oltre agli affreschi Calendario con Santi degli inizi dek XIII secolo e Miracolo di San Benedetto della fine del XII secolo. La sala capitolare, sul lato orientale del chiostro, prende il nome dall’antica funzione di luogo di lettura del Capitolo della Regola e del Capitolo delle colpe in cui i monaci si accusavano delle colpe commesse e chiedevano perdono ai fratelli. Gli stalli e le spalliere in legno della scuola veneziana del secolo XVIII provengono dalla sagrestia di San Zeno a Verona, con colonne tortili e lesene sormontate da capitelli compositi, oltre che sa pannelli intarsiati. Particolare attenzione merita il pannello raffigurante il sole che irradia luce sulla terra e i due con la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Read the full article
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Un monastero è un insieme di luoghi, ciascuno con la propria funzione, ciascuno con il proprio fascino. Anche se il chiostro, il refettorio o la sala capitolare hanno una funzione importantissima e qualificante nello spazio monastico, la chiesa è il luogo centrale nella vita della comunità. Le complesse vicende che hanno accompagnato i monasteri nel corso dei secoli hanno portato però a una tale serie di modifiche, contaminazioni, ricostruzioni, per cui non è infrequente trovare una chiesa che abbia uno stile diverso da quello di un chiostro, o viceversa. Quello delle architetture monastiche è un argomento complesso e affascinante che mi intriga da anni e che spero di portare a termine al più presto con un racconto ampio ed esaustivo. In questo blog però, come sempre, devo essere sintetico e forzatamente superficiale. Spero comunque di poter mettere al più preso a disposizione di chi sia interessato strumenti di approfondimento sui singoli temi sviluppati in queste pagine. Ma torno ora al tema lanciato nel post odierno: quali sono le 1o più belle chiese monastiche in Italia? La domanda esige una doppia risposta: se considerare tutte le chiese monastiche, anche quelle delle abbazie che non sono più tali (Pomposa, Nonantola, Sant’Apollinare..) oppure limitarsi a quelle ancora in uso dai monaci. La mia scelta come sempre è a favore della continuità della vita religiosa e quindi scelgo le mie preferite solo all’interno delle abbazie dove ancora ci sono monaci che vi pregano quotidianamente. Sono consapevole che molte chiese bellissime, nate come abbaziali, sono escluse da questa selezione ma questo è il mio criterio coerente, perché questo non è un sito di arte ma di esperienze religiose. Anche rimanendo in questo ambito le e scelte sono ovviamente personali e cercano di non focalizzarsi solo sulle chiese medievali, quelle più vicine all’immaginario del visitatore di abbazie. Devo anche chiarire che per chiese monastiche intendo solo quelle abitate oggi da comunità degli ordini benedettino e cistercense. Le altre (francescani, domenicani, etc.) sono chiese conventuali e richiedono una trattazione a parte. Ecco dunque le mie scelte che cercano di abbracciare stili diversi e modi di espressione diversa.
Chiesa abbaziale del Sacro Eremo di Subiaco, Lazio. Trovandoci qui alle origini del movimento benedettino, potremmo essere “storicamente” emozionati soltanto per esserci, ma ancor più lo diveniamo ogni volta che scendiamo nel cuore della grotta che ospitò san Benedetto, tra affreschi, candele e silenzi, scale, chiese inferiori e chiese superiori. Non è certo un modello canonico di chiesa abbaziale, perché si sviluppa su più livelli ed è in gran parte scavata nella roccia ma è certamente uno spazio unico e affascinante. Mistica.
Chiese abbaziali di san Pietro, Assisi e Perugia Unisco in un’unica segnalazione due chiese con la medesima intitolazione, ubicate in città vicine, appartenenti alla medesima congregazione (Cassinese/Sublacense), abitate da piccole comunità monastiche ma entrambe di grande fascino. Quella di Assisi è un modello perfetto di semplicità romanica, nitida e silenziosa, appartata nel cuore di una città che vive e pulsa per le memorie francescane. La seconda invece, quella perugina, pur avendo dovuto cedere gli adiacenti spazi monastici ad attività laiche, è invece il suo diretto opposto: pareti ricoperte di tele, un bel soffitto ligneo, e un’esuberante decorazione tardo cinquecentesca che ha rivestito le originali forme della chiesa romanica. Sobrietà o decoro? Ho scelto questa coppia di chiese per proporre una riflessione su quale sia, per ciascuno di noi, il modo più diretto per entrare in contatto con la spiritualità. Alternative.
Chiesa abbaziale di san Pietro di Sorres, Borutta, Sardegna. Poco conosciuta, anche perché si trova in un piccolo paese della Sardegna centrale, la chiesa abbaziale di san Pietro di Sorres è un luogo emozionante, un edificio che risale ai secoli XI-XII, nato come cattedrale della scomparsa diocesi di Sorres. Si tratta di una delle più belle chiese in stile romanico – pisano in Italia. La decorazione a fasce nere e bianche, tipica di questo stile, e la pietra nera basaltica usata per la volta creano un effetto di grande suggestione. Per me visitarla è stato un momento di grande emozione. Ombrosa.
Chiesa abbaziale di Casamari, provincia di Frosinone, Lazio. Se, come sostengono molti, lo stile gotico cistercense è l’esaltazione dello spazio sacro per la sua sintesi di elevazione, purezza delle forme, presenza della luce, la chiesa dell’abbazia di Casamari, il principale centro di spiritualità cistercense in Italia, ne è il perfetto simbolo. In questa mirabile chiesa gotica è racchiuso il mistero dello spazio pensato per lodare Dio attraverso una semplice e modulare scansione di spazi che porta direttamente verso l’alto, senza distrazioni. Ascendente.
Chiesa abbaziale di Chiaravalle, MIlano. Il concetto di elevazione spaziale proprio di tutte le chiese cistercensi vale naturalmente anche per le numerose “Chiaravalle” che si trovano in Italia e a cui ho dedicato un post in passato (link). Quella di Milano però, oltre ad essere un angolo di serenità ai margini della metropoli, tra svincoli, autostrade, linee ferroviarie, abbina alla purezza strutturale tipicamente cistercense alcuni interventi di decorazione, teoricamente “eretici” perché i monaci di san Bernardo erano ostili al decoro degli spazi, ma che, essendo perfettamente inseriti nella scansione degli spazi, non recano alcun disturbo. Complessa.
Chiesa abbaziale di san Miniato al Monte, Firenze Esiste però anche un modo meno severo e oscuro di celebrare Dio nella quotidianità monastica. L’esempio che ho scelto per questa spiritualità luminosa non poteva che trovarsi a Firenze, per la precisione “sopra” Firenze, in una posizione panoramica che rende la sua visita doppiamente emozionante. All’interno della chiesa di san Miniato ci sono opere d’arte di grande valore che la rendono una meta interessante anche per coloro che non hanno aspirazioni mistiche. Preziosa.
Chiesa abbaziale di san Giovanni Evangelista, Parma Spostandoci ancora più avanti nell’osservazione di un tipo di chiesa dove la forma si confronta con l’immagine, ecco un altro esempio notevole di fusione tra arte e spazio di meditazione. Siamo nel centro di Parma, quindi parliamo di un’abbazia urbana, cosa non molto frequente in Italia e nel mondo. Qui la decorazione pittorica, opera dei grandi maestri del Cinquecento parmense, Parmigianino e Correggio, porta l’occhio a distrarsi e a vagare sugli spazi, reali e prospettici suggeriti dagli affreschi. È lecito considerare questa fuga dello sguardo come una vera meditazione? Aerea.
Chiesa abbaziale di Monteoliveto Maggiore, Siena Dichiaro la mia parzialità: non ci può essere una scelta applicata all’arte monastica italiana in cui non rientri l’abbazia di Monteoliveto Maggiore, per me “il” luogo che ogni appassionato di monachesimo dovrebbe visitare. La chiesa di Monteoliveto Maggiore non è di per se stessa un ambiente particolarmente coinvolgente (nulla di paragonabile al suo meraviglioso chiostro). Blandamente rinascimentale, ha però il suo punto di forza nel coro ligneo intarsiato, uno dei più belli al mondo. Però ci si sta volentieri aspettando che i bianchi monaci si siedano negli splendidi stalli e inizino a cantare… Serena.
Chiesa abbaziale di Montecassino, Lazio Questa inclusione farà sicuramente storcere il naso a molti puristi, perché la chiesa dell’abbazia da cui il movimento benedettino ebbe origine, non solo non è più quella originaria, avendo subito numerosi rifacimenti nel corso dei secoli, ma è stata completamente ricostruita dopo il bombardamento alleato del 1944 che la rase al suolo. La ricostruzione ci ha restituito la chiesa così com’era al momento del bombardamento: ovvero barocca. In Italia le chiese monastiche barocche sono molto rare, a differenza di quanto avviene nei paesi alpini dove sono invece la regola. Inoltre il barocco non viene facilmente assimilato alla vita monastica… Troppo ricco? Troppo sfarzoso? Troppo gesuitico? Amo le esuberanti chiese monastiche bavaresi ed austriache per cui non mi sento di condividere questo pregiudizio ma posso anche comprendere chi invece dal troppo decoro si sente disturbato. Voglio però segnalare, proprio in questa chiesa, una vera chicca artistica quasi sconosciuta: il ciclo di affreschi realizzati nella Cripta (dove si trova il corpo di san Benedetto) nei primi anni del Novecento dai monaci pittori dell’abbazia tedesca di Beuron, di cui sono un vero ammiratore, e a cui ho dedicato un post (link). Emblematica.
Chiese monastiche in Italia: una top ten/Monastic churches in Italy: the top ten. Un monastero è un insieme di luoghi, ciascuno con la propria funzione, ciascuno con il proprio fascino.
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Casamari, la chiesa in sinodo, assemblea interdiocesana, domenica 13 ottobre
Saranno oltre 400 persone, suddivise in 20 gruppi all’interno della basilica abaziale di Casamari che torna così alla sua funzione originaria: chiesa infatti viene dal termine greco ecclesìa che vuol dire assemblea. E’ la terza giornata dei lavori dell’assemblea interdiocesana, indetta dal vescovo Spreafico che ha unito le due diocesi di Frosinone Veroli Ferentino e di Anagni Alatri. La prima…
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Parola di Dio, alfabeto di speranza, la diocesi di Frosinone in assemblea a Casamari
Due giorni di riflessioni, di incontro e di dibattito, 30 piccoli gruppi come quelli del sinodo per consentire a tutti di parlare, la Chiesa di Frosinone si ritrova a Casamari per scrivere l’alfabeto di speranza che la Parola di Dio offre a tutti gli uomini di buona volontà. Si inizia sabato 7 ottobre, alle 16, con la preghiera e l’intervento del vescovo mons. Sptreafico, poi i gruppi, domenica…
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A Casamari per costruire una chiesa vicina alla gente, assemblea diocesana sabato 17 e domenica 18
A Casamari per costruire una chiesa vicina alla gente, assemblea diocesana sabato 17 e domenica 18
Si ritroveranno per discutere, proporre, criticare, confrontarsi, preti, laici, suore, tutti coloro che vorranno dare un contributo per costruire una chiesa più vicina alla gente ma sempre fedele testimone del vangelo in un mondo che richiede sempre più fede per avere speranza in un futuro migliore. E’ l’obiettivo dell’Assemblea Diocesana che inizierà sabato 17 settembre alle ore 16 nell’abazia…
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Casamari, XXIX Conferto di fine anno, Haydn con il Coro Josquin Des Pres e l'Orchestra Francesco Alviti, lunedì 30 dicembre, ore 18,30
Casamari, XXIX Conferto di fine anno, Haydn con il Coro Josquin Des Pres e l'Orchestra Francesco Alviti, lunedì 30 dicembre, ore 18,30
Sarà la musica di Franz Joseph Haydn con l’Harmonie Messe ad aprire il XXIX Concerto di Fine Anno nella Chiesa Abaziale di Casamari, lunedì 30 dicembre 2019, alle ore 18,30, affidata alle voci di Vittoria D’Annibale, soprano, Fabiola Mastrogiacomo, mezzosoprano, Enrico Talocco, tenore ed Alessandro Della Morte, basso, con il coro Concentus Musicus Fabraternus Josquin Des Pres, affiancato dal Cor…
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Il creato, armonia di differenze, Casamari 21 e 22 settembre, assemblea diocesana
Il creato, armonia di differenze, Casamari 21 e 22 settembre, assemblea diocesana
L’annuale Assemblea Diocesana si svolgerà a pochi giorni dalla XIV Giornata nazionale per la Custodia del creato “Coltivare la biodiversità” e dal Sinodo sull’Amazzonia “Nuovi Cammini per la Chiesa e per una Ecologia Integrale”, sarà quindi un’occasione di approfondimento e confronto per promuovere la riflessione e la presa di coscienza su temi quali l’inquinamento, lo sfruttamento delle…
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Virgo Fidelis, il coro Josquin Des Pres a Casamari per i Carabinieri Sara il coro Josaquin Des Pres, Concentus Musicus Fabraternus, diretto da Mauro Gizzi, a cantare nella solenne celebrazione per la Festa della Virgo Fidelis, martedì 21 novembre 2017, nella chiesa abaziale di Casamari
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Casamari, tanti giovani all’Assemblea diocesana Sono stati una versa sorpeasa: tanti giovani pronti a discutere sulla chiesa, sull'essere cristiani, su come confrontarsi con il mondo. L'assemblea diocesana è stata aperta da una prolusione del vescovo mons. Spreafico e terminerà domenica pomeriggio sempre a Casamari
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