#chi voleva capire ormai ha capito e chi non vuole non capirà mai
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non sono l* stess* anon di prima ma mi piacerebbe condividere i miei 2 cents: come premessa sono una ragazza lesbica e sono stata una fan dei 1d come band e almeno inizialmente anche come solisti. Già nel 2019 ho iniziato a storcere il naso verso harry perché molte cose mi sapevano di falso, poi evito di commentare il covid merch e arriviamo a estate 2020 quando esce il video di ws. Non riuscii a guardarlo tutto, talmente mi sentivo a disagio per la feticizzazione e quando scrissi come mi fossi sentita ricevetti parecchi commenti offensivi, oltre ad alcuni di natura omofoba e altri ancora che accusavano ME di omofobia, tutti da parte di persone cisetero, e già lì pensai:"ma che cazzo?? voi non fate neanche parte della comunità lgbt e volete dire a me come mi devo sentire????" comunque, visto l'accaduto ho deciso di tenere per me i miei pensieri; questo fino al Coachella di pochi giorni fa, quando ho scritto un commento sotto un post e ho iniziato a ricevere commenti dalle sue fan, tutte cisetero per cui ovviamente della comunità lgbtq non gliene frega un cazzo. Da qui la mia conclusione: il suo fanbase sono quasi tutte ragazze/ine cisetero misogine e una minoranza di ragazzi gay misogini + le larries (misogin* al quadrato) , per cui non importa se è offensivo verso le donne, lo difendono, non importa se è offensivo verso la comunità lgbtq lo difendono, ma se vedono che invece il gp inizia a vederlo per quello che è esce la frase "le etichette sono inutili" e bla bla bla così da placare le acque e se anche non funzionasse a lungo termine, almeno fino al 2025 ci arrivano, poi con il suo giro di amici può anche mollare tutto, sarà un miliardario
hei ! mi fa sempre piacere sentire I 2 cents di tutti non ti preoccupare <33 anche se pultroppo in questo caso non sono cose che mi sorprendono o che mi giungono nuove :// ho ricevuto anche io la mia porzione di insulti ogni volta che ho provato a dire qualcosa fino al punto che sono stata definitivamente ostracizzata da quel lato del fandom, mi dispiace che sia accaduto anche a te e da persone che sono guidate dal semplice egoismo e stupidità :( pultroppo ho paura che la situazione sia solo in peggioramento perchè piu lui fa schifezze grandi (come quella canzone/video) piu cresce l' aggressività con cui lo difendono e con cui attaccano chi osa dire la sua ( non so forse sarà lo stesso meccanismo per cui gli animali che si sentono alle strette diventano più aggressivi? ) in ogni caso ormai penso sia inutile anche cercare di parlare con loro perchè non gliene frega se tu fai parte del gruppo che viene ferito/offeso da quello che fa, la loro priorità sarà sempre lui (e indirettamente e subconsciamente proteggere le loro stesse opinioni/storie che si sono raccontat* in tutti questi anni, perchè alla fine è per quello che sono tutt* cosi intens* e testard*, perchè stanno difendendo loro stess*) e alla fine si come hai detto te lui il culo parato lo avrà sempre, anche se dubito molto che ce ne libereremo cosi presto rip
#ask#anon#long post#come dice louis: it is what it is#chi voleva capire ormai ha capito e chi non vuole non capirà mai
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4.07.76 - Notte al Maze
Una veglia angustiata da un processo imminente, dai fantasmi risvegliati e non da ultimo dai fantasmi di lui che forse non avrebbe mai indovinato. Sì, siamo già a questo punto, brrr.
Credeva che scomodare il passato gli avrebbe reso la notte costellata di incubi. Le ha detto di sì per dormire insieme perché sapeva che trovarla accanto a sé, ogni volta che si sarebbe svegliato, gli avrebbe dato sicurezza. Non aveva ribattuto sulla proposta di andare nella Stanza e ricreare il dormitorio Grifondoro, aveva bisogno di dormire con lei, non importava dove. Si è addormentato stretto a lei, con lo scoppiettio del fuoco a coccolarli. Persino la pioggia ha confortato il suo sonno, in cui è scivolato lentamente perché aveva paura di risvegliarsi in un bagno di sudore, in preda agli incubi. Brutta bestia, il passato. Istintivamente, ma quasi senza volerlo, una mano si sposta sul lato accanto al suo. Ci mette un po` per capire che Ilary non è al suo posto, sdraiata.
«Nessun incubo mi ha svegliato» «Lo hanno fatto, in passato?» «A volte»
«Siccome a "io non ho mai" abbiamo appurato che sei un disastro... come te la cavi a verità o bevuta?» che tradotto significa "no, non riesco a dormire e non mi va di parlarne se non con un escamotage ridicolo come questo". «Mmm... mi pare fosse ieri la serata delle confidenze e verità» borbotta, grattugiandosi il mento un po` nervoso.
«Io non ho mai fatto incubi... Però a volte succede che alcune cose, brutti ricordi super invadenti» ptsd portaci via. «Tipo che non mi piacciono le porte che sbattono... in effetti le porte in generale... e le esplosioni, i coltelli e le persone che dicono che morirebbero senza di me»
«Che volevi dire quando hai detto che avresti voluto essere qualunque altro uomo?» ha detto che prima o poi lo avrebbe scoperto, no. Un sopracciglio a flettersi, cuorioso, forse certo che stavolta a lui toccherà bere.
«Che in quel momento volevo essere qualsiasi uomo tranne il secondo che veniva a letto con te»
Lo sguardo a riabbassarsi su di lui, sulla sua espressione addolcita che le fa sfarfallare le ciglia prima di lasciarsi tirare verso di lui, finendo ad accoccolarsi contro la sua spalla. «Non è più chiaro, lo sai vero?»
«La mia intenzione era la pura conoscenza di te. Non avevo secondi fini...» chiede impacciato. Non facciamolo andare avanti, si chiama sadismo.
«Oh... di già? E quando ha smesso di averceli, scusa?» la domanda è velata della semplice curiosità di chi apprende qualcosa che non avrebbe mai immaginato.
Mi sa che ti amo. Si rabbuia per un secondo, ne esce fuori un sospiro profondo, il petto agonizzante e il fiato che gli trema. Alza un momento gli occhi sulle dita intrecciate, le sente calde, umide, sente il sudore freddo arrivargli dalle viscere in subbuglio. Mi sa che ti amo. «Tempo fa» Quando ha capito che il bruco cominciava a piacergli. Mi sa che ti amo. Un morsetto timido andrebbe a posizionarsi al lato del mento, proseguendo all`angolo destro della bocca, più audace. Ed ora la guarda, perché non riesce a farne a meno. Mi sa che ti amo.
Le sue parole sembrano minare più di una certezza e il suo respiro freme troppo vicino alla propria bocca perché lei possa perderselo e quelle mani intrecciate troppo saldamente per non sentire l`improvviso calore che le impregna entrambe di sudore. E di riflesso si risvegliano terminazioni nervose che non ricordava di avere. Che...cosa sta succedendo?
Per una volta il cervello esulta. Il cuore annuisce soddisfatto, a braccia conserte, ammirando il capolavoro che per la prima volta è riuscito a creare. Senza influenze. Senza fantasmi. Senza scheletri. L`audacia dell`adolescente, il coraggio che lo ha fatto capitare tra quelle mura, si unirebbero infine in un unico bacio. Cercare la minima traccia di paura, di qualche spiffero proveniente dalla casa infestata. Lui secondi fini non ne ha, ma ci è dentro con tutto se stesso. L`adolescente.
«Mi succede una cosa strana con te, lo sai? La sensazione che tu sappia di cosa ho bisogno prima ancora che lo sappia io» Il sorriso, flebile, dolce, un po` impacciato; a guance rosse e laghetti di montagna più acquosi che mai. «Sei la prima cosa che mi fa paura da cui non voglio scappare» Lo guarda, sicura d`essersi spiegata a meraviglia. Magari sì, una volta tanto. Magari Harry non capirà, ma capirà benissimo. Solo questa volta.
Gli occhi fissi nel buio della casa infestata, uno sbalzo termico da far accapponare la pelle: gli spifferi ovunque, un freddo umido, lo avverte così vivido; e dietro di lui un tepore piacevole, gradevole, che ti fa venir voglia di camminare sull`erba a piedi scalzi. Avverte i passi dei piedini sulle assi di legno scricchiolanti. Forse riesce ad uscire con lui da quella casa. Attende con pazienza, è certo che ora metterà il primo piedino fuori dalla porta spalancata. Lo farai, non è così?
E involontariamente, quella stessa paura si fa d`improvviso strada attraverso di lui. Per la prima volta ha seriamente paura di perderla perché, come un adolescente e il suo primo amore, comprende a pieno che -crup!- si è innamorato sul serio.
Forse non riesce ancora a rendersi conto di stare sulla soglia di quella casa infestata. Ha la sensazione d`esserci ancora più dentro di quanto non voglia, e non perché ci sia affezionata, più perché nei suoi spifferi e angoli bui è comunque a casa. Si riesce a non fuggire dai luogni infestati per tanti motivi. Quelli che le fanno mettere un piedino sulle assi scricchiolanti del portico, sono mossi dal coraggio e dalla fiducia di trovare qualcosa di nuovo e migliore.
«Qual è il tuo quarto colore preferito?»
Con una mano ancora ficcata in tasca e l`altra protesa verso di lei, attende che quel coraggio la faccia slanciare verso l`esterno, verso di lui, e verso una nuova avventura. Protesa e paziente perché è stata proprio Ilary, forse senza saperlo e senza volerlo, a farlo uscire dalla sua casa infestata nella quale, sì, si sentiva al sicuro e le voleva bene, ma solo perché non aveva la minima idea di quanto fosse bello uscire fuori e trovare alternative per cui valesse la pena abbandonarla una volta per tutte.
«Il corallo»
Mentre lui attende paziente, le mani a posto, gli occhi fissi sulla statua che il mondo gli sta costruendo per santificare il suo nome e un autocontrollo che ormai lei non ha più dubbi nell`attribuirgli senza mezze misure. Harry Duffany è decisamente una persona con cui cadere in piedi, come i gatti, l`unica cosa che chiede in cambio è di non approfittarsi della placidità paziente che sa mostrare quando vuole e di non negargli le coccole quando decide di fare le fusa. Perché sarebbe come negargli la scelta molto ben precisa che ha fatto con molto buono sforzo e coraggio.
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Il confronto - Ep. 22
Le parole di Celia riecheggiavano ancora nelle sue orecchie quando Ethan arrivò nell’ufficio di Finley. Era molto presto e il fratello ancora non era arrivata. Il giovane guardava fuori dalla grande vetrata e tutto ciò che riusciva a pensare era quanto odiasse quella città, quanto volesse fuggire per sempre da lì. Era tutta la vita che si chiedeva cosa ci facesse lui lì, da quando i suoi genitori erano morti tutti lo avevano trattato come se il suo destino fosse ormai scritto, come se lui appartenesse a quella città, alla società di suo padre e così, oltre ad essere rimasto orfano, in un attimo vide il suo futuro venirgli strappato via da davanti agli occhi.
Ethan aveva lottato contro tutto ciò da che ne aveva memoria e mentre Finley pareva essersi ormai abituato a tutto ciò, a tal punto da farlo suo, lui era deciso a tenersene alla larga. Da quando aveva incontrato Celia la sua lotta pareva aver ritrovato un senso, adesso Ethan sapeva che il suo futuro gli apparteneva ancora ed era insieme a lei.
Adesso lì in quell’ufficio Ethan continuava a ripetersi che suo fratello non poteva averlo tradito, non poteva davvero aver orchestrato quel piano diabolico. Perchè mai avrebbe dovuto volerlo dividere dalla sua amata Celia? Tutte le sue domande vennero interrotte all’improvviso.
- Ethan! Che sorpresa!! Che ci fai qui? - esordì Finley - Non dirmi che sei di nuovo nei guai con Mr Hubbs. -
Ethan rimase a guardare la baia ancora per un istante prima di voltarsi. Era scuro in volto e Finley capì subito che doveva essere successo qualcosa di grave poichè non aveva mai visto suo fratello così.
- Dimmi la verità, non voglio cazzate e non cercare di prendermi in giro: è vero o no che tu e Miranda volete convincermi che sono il padre del bambino che aspetta? - chiese risoluto, non un saluto, non un sorriso. Finley ne fu sorpreso e socchiuse la bocca per un istante, solo un breve fugace istante, ma fu abbastanza per Ethan da capire che Celia aveva detto la verità. - E chi mai ti avrebbe detto una cosa del genere? - chiese in risposta Finley, il solito sorriso beffardo stampato in volto. - Ti ho detto che non voglio bugie, Finley! E’ vero oppure no? - insistette Ethan. - Che cosa vuoi sapere Ethan? - chiese a sua volta Finley arrivando subito al sodo. Apprezzava il fatto che il fratello avesse tirato fuori le palle, ma detestava il modo in cui si stava rivolgendo a lui.
- Che cosa voglio sapere Fin?? Voglio sapere perchè mai avresti appoggiato Miranda in un piano del genere, perchè vuoi dividermi da Celia, perchè tu, mio fratello, vuoi vedermi infelice! Ecco cosa voglio sapere! - disse Ethan irritato e deluso. - Ethan... non riesci proprio a capire vero? - Finley sospirò e scosse leggermente il capo. - Non voglio dividerti dalla tua amata Celia, voglio solo che tu capisca che il tempo dei giochi e dei sogni è finito. Sei un uomo Ethan e devi agire come tale! - disse l’uomo stanco, aveva cercato molte volte di farglielo capire, ma senza successo. - E questo che cosa vorrebbe dire?? - chiese arrabbiato Ethan. - Lo sai. - sbuffò Finley. - Devi smetterla di andartene in giro fingendo di essere qualcosa che non sei! Sei un Marlow! Sei nato in una famiglia ricca e benestante, sei l’erede di un impero e che tu lo voglia o no fai parte di tutto questo. - disse schietto l’uomo. - Credi davvero di potertene andare in giro per il mondo, fare foto e vivere di quello? Credi davvero di poter sopravvivere con pochi spiccioli e vivere di amore? - Finely era frustrato, aveva cercato in ogni modo di far aprire gli occhi al fratello, ma sempre senza successo. - La tua amata Celia è solo una ragazzina cresciuta sotto una campana di vetro, dalle tempo qualche mese, lascia che abbandoni il nido paterno e veda il mondo coi suoi occhi e a quel punto diventerà esattamente come tutte le altre, diventerà una puttanella come Miranda, forse anche peggio. -
A quelle parole Ethan sbottò.
- Come ti permetti di dire una cosa simile?? Tu nemmeno la conosci! Tu non sai nulla di lei, ne di me!! - urlò Ethan arrabbiato. - Credi che sia un bambino? Credi ancora che sia il tuo fratellino bisognoso di attenzioni? So benissimo che non sarà tutto rose e fiori, ma non mi importa, non mi spaventa il futuro perchè io, a differenza tua, non sarò da solo! - - Oh davvero? Credi che la tua Celia ti seguirà? Credi che suo padre le permetterà di seguirti in giro per il mondo a vivere come barboni e a elemosinare soldi in cambio di qualche fotografia?? Dannazione Ethan, non ti rendi conto di quanto sia assurdo tutto questo? Non ti rendi conto di quanto sia ridicolo?? - - Ridicolo eh... sei tu che hai pagato per i miei studi e ora sono ridicolo? Quanta poca stima di me hai, Finley? Per te sono solo un ragazzino viziato che non ha nessuna idea di come gira il mondo. Quando sei diventato così cinico? Da quanto i soldi e questo dannato ufficio sono diventate le uniche cose per cui vivere? - Ethan era stupito e al tempo stesso amareggiato, non aveva mai creduto che suo fratello potesse aver così poca stima di lui. Si sentiva preso in giro.
- Cinico? Io direi realista!! - puntualizzò Finley. - Credi che sia per i soldi? Davvero non ti è mai venuto in mente che questa è esattamente la vita che voglio? La vita per cui sono nato? E vale lo stesso per te! - - Per me?? E tu che ne sai? Io non voglio nulla di tutto questo, non l’ho mai voluto e tu mi tratti come se fosse una specie di capriccio, qualcosa su cui potrei cambiare idea in qualsiasi momento. - - Ethan tu cambierai idea! Quando la tua Celia capirà come gira davvero il mondo sarà lei a farti cambiare idea! - - Davvero? E’ così che la pensi? Allora perchè tu e Miranda volevate convincermi di essere il padre di un bambino non mio? - chiese ancora Ethan. - Davvero mi credi così stupido, così ingenuo? - il giovane era davvero ferito al solo pensiero. - Miranda è più adatta a te di Celia, quella è solo una ragazzina e credimi, presto o tardi, lei cambierà e si rivelerà per ciò che è davvero. Sposerà l’uomo che suo padre le dirà di sposare e tu resterai solo e deluso! - disse Finley. - Tu non vuoi che ti tratti da ingenuo o da bambino, ma è proprio così che ti stai comportando. -
- Miranda è più adatta a me?? Ma di che diavolo stai parlando? Tu sei come Mr Hubbs, non credi che sia abbastanza per Celia, o forse credi che lei non sia abbastanza per me, ma vi siete mai fermati a riflettere su cosa vogliamo noi? - chiese Ethan spiazzando leggermente Finley. - Parli di Celia come se la conoscessi, ma non è così! Lei è diversa! - - Diversa da cosa, da chi? Credi davvero che quella ragazzina sia tanto diversa da Miranda? Quando l’ho conosciuta io era esattamente una verginella timida e attaccata al paparino come la tua adorata Celia, e oggi sappiamo bene quanto sia cambiata. Tu credi di sapere le cose, ma non è così! - - E tu invece sì, Finley? - Ethan ne aveva abbastanza, non voleva saperne più nulla di tutta quella storia. - Io non mi perdo nei sogni Ethan, io vedo le cose come sono. Guardo ai fatti e i fatti mi dicono che all’inizio tutte sono immacolate come Celia e poi diventano come Miranda che cambia amante con la velocità con cui cambia paio di scarpe! Sei tu che non lo vuoi vedere. Quando hai conosciuto Miranda sembrava che avessi trovato la principessa delle favole e dopo poco, puff! Tutto finito. Poi è arrivata Celia e di nuovo hai iniziato a parlare di amore e cazzate simili. Onestamente quanto ti ci vorrà prima di cambiare idea anche su di lei? - chiese Finley al limite della sopportazione.
- Vaffanculo Finley! Io non cambierò idea su Celia! Miranda mi ha mentito, ha finto di essere chi non era e appena me ne sono accorto l’ho lasciata, ma Celia è tutta un’altra storia, io la amo e ho intenzione di sposarla e stare con lei. Non mi importa quando o come, ma questo è ciò che voglio davvero ed è ciò che vuole anche lei! - disse convinto Ethan e suo fratello capì ancora una volta quanto fosse determinato nel suo volere a tutti i costi la biondina. - Oh ti prego Ethan, svegliati! Suo padre non ti permetterà mai e poi di sposarla e di stare con lei! - - Suo padre non può obbligarla a fare nulla, tra poco sarà maggiorenne e visto che vuole stare con me, My Hubbs non potrà far nulla per dividerci. Non abbiamo bisogno dei suoi soldi, nè dei tuoi! - interruppe il fratello, cosa che irritò molto Finley. - Non interrompermi Ethan! Non avevo ancora finito di parlare con te! E comunque non si tratta di soldi. Quella tua bella ragazzina è nata nel lusso e nell’opulenza esattamente come te e, credimi, non vorrà mai vivere da povera stracciona. Le cose non funzioneranno, lei è esattamente come tutte le altre e finirà col lasciarti appena capirà la vita miserabile che dovrà condurre restando con te! - Finley era stanco di essere comprensivo, questa volta doveva essere certo che Ethan capisse come stavano davvero le cose. - Credi di sapere tutto, vero? Te lo ripeto, tu non la conosci e a quanto pare non conosci nemmeno me! Che tu o chiunque altro lo vogliate o no, noi resteremo insieme per sempre! - intimò Ethan. A quelle parole però finley scoppiò in una fragorosa risata. - Per sempre? - ripetè ridendo. - Ancora credi alle fiabe Ethan? Non esiste nessun per sempre, non esiste nessun “felici e contenti”. L’amore è una cosa che va’ e viene, un vezzo e nulla più. Ciò che conta, ciò che conta davvero è solo ciò che tu puoi o non puoi fare. E’ questo quello che conta di più, il potere! Il tuo potere di fare o non fare e prima lo capisci e impari a sfruttare il tuo potenziali e prima smetterai di comportarti come un bambino! - Finley aveva imparato quella lezione nel momento in cui i suoi genitori erano morti. Non c’era nessun”per sempre” e la felicità e l’amore erano solo lussi passeggeri, qualcosa che il denaro non poteva comprare. Finley Marlow aveva capito che prima o poi tutte le persone a cui si tiene di più se ne vanno, aveva imparato che al mondo si è soli e che la legge del più forte era l’unica cosa che garantiva la sopravvivenza. La sua prima ragazza diceva di amarlo, che sarebbe rimasta per sempre con lui e poi era fuggita col suo compagno di università, tempo dopo Finley venne a sapere che aveva lasciato anche lui per un altro uomo. Nulla nella sua vita aveva mai avuto la parvenza di un “per sempre”, nemmeno nel mondo degli affari.
Ethan guardò suo fratello, era deluso, ma soprattutto era addolorato per lui. Quando era successo? Quando suo fratello aveva perso in quel modo la speranza per il futuro? Ethan pensò di aver finalmente capito perchè Finley diceva quelle cose, ma sentiva che ormai non c’era più nulla che lui potesse fare. Finley aveva deciso come condurre la sua vita ed era certo fosse il modo migliore, così come lui era convinto che il modo migliore fosse quello di essere felice nonostante tutto, anche le condizioni peggiori.
- Mi dispiace per te fratello. - disse con aria greve. - Mi dispiace davvero tanto che tu viva così male la tua vita. Io amo Celia e so che voglio stare con lei, per sempre o per quel che sarà non importanza. Noi siamo felici e questo basta, il resto lo affronteremo insieme e non devo giustificarmi con te per questo o cercare di convincerti della veridicità delle sue intenzioni nei miei confronti. - era triste, ma non certo al pensiero del suo futuro con Celia, quanto più per suo fratello e per le scelte che aveva fatto. - Fa’ quello che vuoi, non importa, appena Celia sarà maggiorenne ce ne andremo e non sentirai più parlare di noi. Questa è la mia decisione, fattene una ragione! - detto questo Ethan si voltò e si diresse verso la porta. -
- Tu non puoi andartene così Ethan! Ti sto ancora parlando!! - protestò Finley. - Nonostante tu creda il contrario non sono più un bambino, tu non sei nostro padre e io non ho più nulla da dirti, e non voglio ascoltare altro da te. Sei stato già abbastanza chiaro! - rispose Ethan senza voltarsi. - Sei uno sciocco Ethan! Nulla dura per sempre! Ricordatelo! Nulla dura per sempre e presto o tardi tutte le persone che ami se ne andranno e ti lasceranno da solo! In quanto a me, non dispiacerti, io vivo come voglio e sono felice. Scopo con chi voglio, posso permettermi ciò che voglio e uso le persone prima che loro possano usare me. Non so come lo chiami tu, ma questa per me è la felicità! - ribadì ancora Finley, ma ormai il fratello stava già uscendo. Ethan si fermò sulla soglia dell’ufficio, guardò triste suo fratello maggiore e si limitò a dire: - Raccontati ciò che vuoi, io ho fatto la mia scelta come tu hai fatto la tua. Non abbiamo altro da dirci. Addio Finley! - e così dicendo, lasciò l’ufficio.
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