#che tribolo!
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La Stanza Segreta e quella misteriosa scritta
Nella cosiddetta Stanza Segreta, al di sotto della Sagrestia Nuova, non ci sono solo disegni miei e altri minori attribuiti al Tribolo ma anche scritte e numeri. Lo sapevate? Sedetevi comodi che vi racconto anche questa particolarità per filo e per segno. Come vi ho detto già in altre occasioni, la Stanza Segreta è un ambiente lungo 10, 5 metri per 2,65 metri di larghezza mentre la volta a…
#antonietta bandelloni#art#arte#artinfluencer#bellezza#capolavoro#drawing#english#Firenze#inartwetrust#love#masterpiece#Michelangelo Buonarroti#rinascimento#scultura#Stanza Segreta#storytelling
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Bologna, Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno a cura di Lorenzo Balbi con l'assistenza curatoriale di Giulia Pezzoli
Bologna, Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno A cura di Lorenzo Balbi con l'assistenza curatoriale di Giulia Pezzoli Il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna inaugura la programmazione espositiva della Project Room per l'anno 2024 con la mostra Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno, a cura di Lorenzo Balbi, visibile dal 26 gennaio al 26 maggio 2024. L'inaugurazione si svolge oggi giovedì 25 gennaio alle h 18.00 nell'ambito di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera. L'esposizione propone un dialogo inedito tra Properzia de' Rossi (Bologna, 1490 circa – 1530), considerata la prima donna scultrice nella storia dell'arte nonché unica donna ad avere una biografia all'interno delle Vite di Giorgio Vasari, e Lynda Benglis (Lake Charles, Louisiana, 1941), considerata una delle più importanti e irriverenti scultrici viventi. Appartenenti a epoche e culture lontane tra loro, le due artiste, entrambe virtuose del medium scultoreo, sono accomunate dall'ambizione di affermare la propria individualità creativa in contesti ostili o difficilmente accessibili alle donne. Properzia de' Rossi sfida i limiti dell'epoca in cui vive attraverso la sua stessa presenza di artista in un contesto prettamente maschile, quello del prestigioso cantiere bolognese di San Petronio, in cui lavorano, impegnati nelle sculture in marmo dei portali della facciata, celebri artisti quali Niccolò Tribolo, Alfonso Lombardi, Girolamo da Treviso e Amico Aspertini. Secondo Vasari, de' Rossi sostiene l'immane sforzo fisico della tecnica scultorea animata dal desiderio di fama e dalla volontà di estirpare all'universo maschile il "vanto della superiorità", seppur "per mezzo del marito" avrebbe chiesto ai "fabbricieri della basilica" una parte di quel lavoro. Il Vasari, inoltre, sottolinea il manifestarsi dell'indole irriverente della donna nella formella marmorea da lei realizzata, raffigurante l'episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre: l'opera, che racconta un amore adulterino, sarebbe, secondo il critico d'arte, manifesto dell'"ardentissima passione" che la scultrice nutre nei confronti del suo amante e che sfoga nell'arte. Nell'ottica di Vasari, dunque, l'attività artistica di Properzia de' Rossi è ridimensionata dall'intervento di due uomini: il marito, come intercessore per l'ottenimento del suo lavoro, e l'amante, come fonte d'ispirazione per la sua arte. Come Properzia de' Rossi, Lynda Benglis, a cinque secoli di distanza dall'artista bolognese, opera fin dai suoi esordi una rivoluzione sfidando i limiti sociali e, di pari passo, quelli della materia attraverso il suo gesto artistico. Americana di origini greche, Benglis inizia la sua carriera negli anni Sessanta opponendosi con opere estrose e colorate alla geometria e al dogmatismo del movimento artistico del Minimalismo, i cui maggiori suoi rappresentanti, come Donald Judd e Robert Morris, sono di sesso maschile. Dai versamenti di lattice pigmentato, dal quale prendono vita dipinti aderenti al pavimento, ai materiali sperimentali scelti, che mutano la loro natura nel tempo, tutto concorre ad alimentare il gesto con il quale Benglis plasma opere in fieri che sfidano l'immutevolezza e la staticità tipiche dei manufatti artistici scultorei. Anche nel caso delle opere esposte al MAMbo, le brillanti sfumature cromatiche non seguono la traiettoria canonica dell'utilizzo del marmo bianco nell'arte contemporanea - come, ad esempio, nel caso di Sol LeWitt - ampliando così le possibilità di espressione della tecnica che si traducono in un patrimonio visivo ricco e profondo. La sua sperimentazione con il colore nel contesto della scultura in marmo si sposa alla volontà di preservare elementi storici, basti pensare all'influenza dell'arte greca e del Barocco, con l'obiettivo di scardinare i confini temporali dell'arte. Le opere di Benglis conservano una traccia antropomorfa, catturata attraverso un preciso gesto e momento definito dall'artista "the frozen gesture", e producono una nuova chiave interpretativa rivoluzionaria dell'arte scultorea mettendo in scena un fitto dialogo tra passato e presente. Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno presenta dalla produzione artistica dell'artista bolognese lo stemma nobiliare della famiglia Grassi con aquila bicipite, in filigrana d'argento con noccioli di frutta intagliati, proveniente dal Museo Civico Medievale di Bologna e appositamente restaurato per questa occasione espositiva, e una riproduzione in 3D della formella in marmo, prodotta anch'essa per la mostra, rappresentante l'episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre, realizzata per il portale della Basilica di San Petronio e conservata all'interno del suo Museo diocesano. Quest'ultima è un duplicato di fedele accuratezza, estremamente utile in caso di perdita dell'opera originale, che rende fruibile presso il MAMbo una scultura impossibile da spostare dalla sua collocazione originale. La suddetta riproduzione in 3D rappresenta un'azione concreta di valorizzazione del patrimonio culturale affidato alla tecnologia digitale, impiegata perlopiù nella conservazione e nel restauro dei beni artistici. Sia lo stemma nobiliare della famiglia Grassi che la formella in marmo realizzata per la Basilica di San Petronio sono descritte e attribuite da Vasari a Properzia de' Rossi nelle Vite, primo testo critico di storia dell'arte a sua volta presente in mostra attraverso le due preziose edizioni del 1568 conservate presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna. Dalla produzione artistica di Lynda Benglis, l'esposizione presenta sette sculture in marmo, realizzate dal 2015 al 2021, provenienti da Thomas Brambilla Gallery di Bergamo e da collezioni private ubicate nell'area metropolitana di Bologna. Queste ultime, oltre a valorizzare il territorio emiliano, rappresentano per il pubblico un'imperdibile occasione di fruizione. La mostra Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno, nata dalla collaborazione tra Settore Musei Civici Bologna, Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna e Arcidiocesi di Bologna, rappresenta un esempio virtuoso di strategia culturale che mira a creare progetti condivisi per creare nuove e affascinanti narrazioni diacroniche sulla storia culturale della città. L'esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale in edizione bilingue italiano / inglese, con testi di Lorenzo Balbi, Vera Fortunati, Irene Graziani, David J. Getsy ed Eloisa Morra. In appendice sono inoltre presenti contributi tematici di Elisa Rebellato sull'edizione delle Vite di Vasari in mostra, Matteo Fabbri sulla riproduzione 3D del bassorilievo Giuseppe e la moglie di Putifarre di Properzia de' Rossi e Simone di Virgilio sul restauro dello stemma gentilizio della famiglia Grassi di Properzia de' Rossi. Completano il volume le vedute di allestimento della mostra e ulteriori immagini a corredo dei testi. Si ringraziano per i generosi prestiti la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna, il Museo Civico Medievale di Bologna, Thomas Brambilla Gallery di Bergamo, Collezione SOF:ART, Collezione privata Stefano Angelini, unitamente ai prestatori che hanno preferito rimanere anonimi. Un particolare ringraziamento al Museo della Basilica di San Petronio di Bologna. SCHEDA TECNICA Mostra - Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno A cura di - Lorenzo Balbi Promossa da - Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna Sede - MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna - Via Don Minzoni 14 | Bologna Periodo di apertura - 26 gennaio – 26 maggio 2024 Inaugurazione - Giovedì 25 gennaio 2024 h 18.00 Orari di apertura - Martedì e mercoledì h 14.00 -19.00 - Giovedì h 14.00 – 20.00 - Venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 19.00 - Chiuso lunedì non festivi Orari di apertura straordinari in occasione di ART CITY Bologna 2024 - Giovedì 1 febbraio h 10.00 – 20.00 - Venerdì 2 febbraio h 10.00 – 20.00 - Sabato 3 febbraio h 10.00 – 23.00 - Domenica 4 febbraio h 10.00 – 20.00 Ingresso - Intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura e nei giorni di ART CITY Bologna 2024 (1 – 4 febbraio) Informazioni - MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna - Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna - Tel. +39 051 6496611 - link - [email protected] - Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna - Instagram: @mambobologna - X: @MAMboBologna - YouTube: MAMbo channel Settore Musei Civici Bologna - Facebook: Musei Civici Bologna - Instagram: @bolognamusei - X: @bolognamusei... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Indovinello per elettricisti
Trova il filo che non è stato attaccato al suo posto.
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"Da che il tribolo era finito e la vita s'era mondata della sua scorza di preoccupazioni, il poromo si concedeva il lusso di sognare e di fare progetti. Non gli importava che il tempo, rimasto per realizzarli, fosse poco. Anzi, era proprio questa consapevolezza ad accrescerne l'urgenza e il bisogno. Non avendo mai avuto modo di pensare a se stesso,la vecchiaia ora gli pareva un territorio sgombro, dove volteggiare in levità."
Il catino di zinco, Margaret Mazzantini
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Sogno un amore grande,
Non sentirmi più sola,
E brillo
E brucio,
Tribolo.
Non ci sono stelle questa notte ma, oltre le nubi, chiedo: portami via con te, ti prego.
Vedi: vorrei che mi proteggessi, che mi nascondessi. E io, sai, ti amerei oltre ogni immaginabile misura.
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E niente, la tesi su Canale Mussolini va avanti. E sto faticando. È un libro uscito otto (OTTO) anni fa. Ha vinto pure il premio Strega. Eppure non è citato in nessun testo accademico scientifico. Due libri di Pennacchi sono a malapena citati dalla critica contemporanea: Mammut (1994, che poi è l'esordio ed è stato riscritto troppe volte prima della pubblicazione) quando si parla di lavoro, e Il fasciocomunista quando si parla di '68 e anni di piombo. Niente di più, solo qualche accenno in nota al titolo dell'opera. Su Canale Mussolini al massimo trovi delle recensioni, positive da parte dei lettori, negative da parte della critica allineata a sinistra. All'interno di CM c'ho trovato una incongruenza filologica d'autore. Roba che la trovi pure negli autografi di Boccaccio. Ora, non mi metto a fare il fan e ad affermare che sia il miglior testo che si possa trovare che descriva al meglio quegli anni (anche Point Lenana di Wu Ming è un bel libro, e descrive più in particolare tutto il colonialismo italiano e le porcate che abbiamo fatto in Africa), ma come cazzo si fa a non avere una, e dico una, citazione di questo libro in nessun testo scientifico? UNA, almeno UNA. Niente. Non trovo niente, sembra che sia un libretto da nulla, eppure ha il contenuto del classico con la struttura narrativa sperimentale del postmoderno. Ma che stiamo scherzando? E mi metti La vita in tempo di pace di Pecoraro tra i canoni dei libri degli anni 201x? E mi citi Moccia e Fabio Volo? Ma dai. Non ci sto, per questo tribolo e ci faccio una tesi. Per questo ci faccio uno studio di critica letteraria pesantissimo. Per dimostrare che questo è il libro centrale di questi anni. Altro che Michele Serra.
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Hoka nr. 2112
C’è stato un momento in cui pensavo di amarti.
Poi c’è stato un momento in cui pensavo di non amarti.
Poi c’è stato un altro momento in cui pensavo di amarti di nuovo.
Poi un altro momento in cui non ti amavo più.
Adesso per esempio ti amo di nuovo.
Però, siccome non è che posso vivere con sto tribolo, ieri ho preso una decisione. Mi sono chiuso nella mia stanza, ho preso due stuzzicadenti, uno l’ho spezzato in due, poi mi sono seduto sul letto, ho cercato di riflettere, di stare concentrato, ho messo gli stuzzicadenti in una mano, ho scrollato, ho scrollato ancora, ho rivisto tutta la mia vita in un secondo, ho scrollato ancora la mano, ho chiuso gli occhi e con un gesto deciso mi sono piantato gli stuzzicadenti sui coglioni.
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Fa 'il palo' mentre i complici rubano: arrestato
Fa 'il palo' mentre i complici rubano: arrestato
Firenze, 14 febbraio 2017 – Faceva ‘da palo’ a due complici che stavano mettendo a segno un furto in appartamento in via Tribolo, nella zona dell’Isolotto. Per questo motivo un uomo di 30 anni, albanese, è stato arrestato ieri pomeriggio dalla polizia. La refurtiva, argenteria per alcune miglia di euro, è stata lasciata sul posto dai due malviventi, fuggiti a piedi all’arrivo degli agenti.
La…
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L'Estasi nella Sagrestia Nuova che rischia di trasformare in pietra il visitatore
Era il 1545 quando il Tribolo iniziò a sovrintendere ai lavori della Sagrestia Nuova e per i viaggiatori e gli artisti fu molto più semplice aver accesso a quel luogo ricco di miei capolavori. Io oramai ero a Roma da undici anni non sarei più tornato a Firenze se non da morto. La Sagrestia Nuova divenne tappa ambita per tutti coloro che arrivavano in Italia per conoscere e studiare l’arte…
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#antonietta bandelloin#artblogger#arte#artinfluencer#bellezza#capolavoro#english#florence#life#Michelangelo Buonarroti#rinascimento#Sagrestia nuova#scultura
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Sono iniziate lo scorso weekend le visite ed i percorsi narrativi a questi splendidi luoghi : Giardino della Villa medicea di Castello, Giardino della Villa medicea di Petraia, Giardino e Villa medicea di Cerreto Guidi.
Ad ingresso gratuito e solo su prenotazione le visite e i percorsi narrativi “I giardini della bizzarria” sono realizzati con il sostegno di Unicoop Firenze e in collaborazione con Stazione Utopia.
Questa prima iniziativa anticipa la più ampia e regolare riapertura che sarà realizzata a partire dal mese di luglio.
I giardini medicei rappresentano un vero e proprio microcosmo attorno a cui ruotava la vita di corte. In questi luoghi i Medici prima, i Lorena e i Savoia poi si dedicarono alle proprie passioni: l’arte e il mecenatismo, la vita nella natura e la caccia, la convivialità e le arti decorative, ma non solo. I giardini furono anche luoghi di sperimentazioni botaniche, alcune delle quali tuttora conservate nel Giardino della Villa di Castello, come la celebre bizzarria, una varietà di agrume che risale al XVII secolo, incrocio tra arancio amaro, limone e cedro.
Le prenotazioni sono attive con link eventbrite sul sito della Direzione regionale musei della Toscana http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it e di Stazione Utopia www.stazioneutopia.com/giardinidellabizzarria
comunicato stampa delle due visite che già fatte:
Giardino della Villa medicea di Petraia
Via della Petraia 40, Firenze
La visita si sviluppa esclusivamente all’interno del giardino rinascimentale della villa medicea di Petraia.
Andiamo alla scoperta dell’evoluzione storica del giardino, a partire dal progetto mediceo voluto da Ferdinando I de’ Medici fino alle trasformazioni sabaude. Ammiriamo insieme i giardini dei semplici, dove venivano coltivate le piante officinali, le coltivazioni di piante nane, gli agrumi e le infinite varietà naturali che offre il giardino.
Diventato re d’Italia, nel 1861, Vittorio Emanuele II acquisì Villa La Petraia, che modificò parzialmente trasformando una parte del giardino in una specie di spazio ornitologico abbellito da un delizioso Belvedere.
La visita fa conoscere, attraverso racconti, curiosità e testimonianze pittoriche, il giardino ottocentesco con la possibilità unica di accedere al Belvedere, di solito chiuso al pubblico.
Giardino della Villa medicea di Castello
Via di Castello 44, Località Castello, Firenze.
La visita mette in risalto l’evoluzione storica del giardino mediceo, a partire dal progetto cinquecentesco del Tribolo fino alle trasformazioni lorenesi e sabaude. Ammiriamo le fontane e le statue rinascimentali per comprendere il complesso programma simbolico voluto da Cosimo I. Osserviamo da vicino l’ampia varietà di agrumi, piante rare e cipressi secolari ancora conservate integralmente. Infine entriamo nell’emblematica Grotta degli Animali, da poco aperta al pubblico dopo un accurato restauro.
Sintesi perfetta di arte e tecnologia, tra i primi esempi storici di grotta artificiale, la“Grotta degli animali” o del Diluvio costituisce una delle testimonianze artistiche principali del Giardino della Villa di Castello.
Voluta da Cosimo I de’ Medici per il divertimento della corte, progettata dall’architetto e scultore Niccolò Pericoli detto il Tribolo, insieme ad altri artisti che vi hanno lavorato nel corso della prima e della seconda metà del Cinquecento, ha nel corso dei secoli alimentato l’immaginario di artisti, viaggiatori e letterati a partire da Giorgio Vasari che ha preso parte alla sua realizzazione.
La visita guidata intende ripercorrere la storia di questo teatro delle acque per rivelarne i suoi segreti e raccontare il suo ruolo all’interno del Giardino della Villa di Castello.
Le visite a I giardini della bizzarria sono dal 12 Giugno al 5 luglio 2020
Tutte le informazioni e prenotazioni sono attive con link eventbrite sul sito della Direzione regionale musei della Toscana http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it e di Stazione Utopia www.stazioneutopia.com/giardinidellabizzarria
Andrea Paoletti © 2020
I GIARDINI DELLA BIZZARRIA Sono iniziate lo scorso weekend le visite ed i percorsi narrativi a questi splendidi luoghi : Giardino della Villa medicea di Castello, Giardino della Villa medicea di Petraia, Giardino e Villa medicea di Cerreto Guidi.
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EROFERTIL – PRODOTTO NATURALE BASATO SU INGREDIENTI CHE SI TROVANO IN NATURA. LA FORMULA COMPRENDE: TRIBOLO, TURNERA APHRODISIACA, MACA, RODIOLA ROSEA, SEMI DI GUARANÀ. EROFERTIL DONA FORZA ALL'EREZIONE, STABILIZZA GLI ORMONI, ELIMINA LE INFIAMMAZIONI CAUSATE DA METALLI IN ECCESSO. IL PREPARATO VIENE RAPIDAMENTE A CONTATTO CON LA CIRCOLAZIONE SANGUIGNA E INIZIA AD AVER EFFETTO IN 30 MINUTI.
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Il tribolo, noto a tutti, la maca e il guaranà! Ogni porzione contiene i più potenti componenti naturali per la salute sessuale maschile, che nel preparato Erofertil agiscono in maniera sinergica rinforzandosi l'un l'altro, il che omporta non solo un'erezione possente, ma una potente salute generale.
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Il tribolo, noto a tutti, la maca e il guaranà! Ogni porzione contiene i più potenti componenti naturali per la salute sessuale maschile, che nel preparato Erofertil agiscono in maniera sinergica rinforzandosi l'un l'altro, il che omporta non solo un'erezione possente, ma una potente salute generale.
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Da che il tribolo era finito e la vita s'era mondata della sua scorza di preoccupazioni, il poromo si concedeva il lusso di sognare e di fare progetti. Non gli importava che il tempo, rimasto per realizzarli, fosse poco. Anzi, era proprio questa consapevolezza ad accrescerne l'urgenza e il bisogno. Non avendo mai avuto modo di pensare a se stesso,la vecchiaia ora gli pareva un territorio sgombro, dove volteggiare in levità.
Il catino di zinco, Margaret Mazzantini
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Il tribolo, noto a tutti, la maca e il guaranà! Ogni porzione contiene i più potenti componenti naturali per la salute sessuale maschile, che nel preparato Erofertil agiscono in maniera sinergica rinforzandosi l'un l'altro, il che omporta non solo un'erezione possente, ma una potente salute generale.
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Il marmo è il trait-d’union tra la Versilia e l’arte: il pregiato marmo bianco statuario, che caratterizza le spigolose Alpi Apuane, che da sempre, attira gli artisti in questi luoghi. Scultori illustri hanno trovato ispirazione da questa pietra: Michelangelo Buonarroti, Giambologna, il Tribolo, Vincenzo Danti, L'Ammannati e il Vasari visitarono a lungo questi luoghi. Tutt’oggi vi sono artisti provenienti da ogni parte de mondo: Henry Moore, Damien Hirst, Fernando Botero, Pietro Cascella, Kan Yasuda, Ivan Thimer, Igor Mitoraj Robert Indiana e molti altri. Come si rapporta Pietrasanta al mercato dell’arte? È chiaro che a Pietrasanta il rapporto con le arti ha radici storiche e profonde, ma il sorgere delle gallerie d’arte è un fenomeno molto recente. Le prime nacquero agli inizi degli anni Novanta. Questo è servito a far cambiare anche l’aspetto della città: Piazza Duomo, quella che adesso è la piazza principale e il punto focale delle attività artistiche e culturali, era un parcheggio, i negozi e le gallerie hanno preso il posto di vecchie botteghe di artigiani. Non fu facile trasformare la città, anche perché gli anni Novanta non erano certo facili, e il mercato dell’arte era tutt’altro che propositivo, soprattutto perché tutto proseguiva a rilento e le incertezze erano davvero tante. Con l’arrivo del nuovo millennio ci fu un vero e proprio boom, moltissime gallerie decisero di aprire proprio in questa piccola città, l’intero centro cittadino è stato modificato sia dal punto di vista urbano che da quello culturale. L’industria del marmo, la tradizione della scultura funeraria, la presenza di atelier di marmo, fonderie di bronzo e altri studi, produzione che fa immediatamente pensare a uno stretto legame fra le gallerie e questo tipo di imprese. La logica vorrebbe che le gallerie d’arte siano nate per colmare il vuoto tra la produzione artistica locale e il mercato, sarebbero, quindi, potute essere il naturale tramite con il cliente. Inizialmente, con ogni probabilità, le gallerie potrebbero aver avuto un approccio sbagliato con la realtà locale, poiché non sono state in grado di adattarsi al contesto locale. Infatti queste Gallerie provenivano da altre realtà: Firenze, Milano, ecc., per loro questa è divenuta una seconda sede, e sinceramente, non credo siano state in grado di comprende quale fosse stata la reale l’esigenza di questo luogo dalle caratteristiche uniche. Mi sono chiesta cos’abbia spinto queste persone ad aprire una galleria, sarei potuta arrivare a una risposta plausibile. Cosa rende Pietrasanta così speciale? Chi ha contribuito a valorizzare questa città, riuscendo a far evolvere il mercato e di conseguenza le gallerie d’arte?
http://vecchiatoart.blogspot.com/2018/07/pietrasanta-by-chiara-martine-menchetti.html
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