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PRIMA PAGINA Corriere Umbria di Oggi domenica, 28 luglio 2024
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Pare che la moglie di obama voglia candidarsi.
Vedremo se ha le palle come sembra.
Dalle foto, dico.
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"L'Italia è il paese che amo"
(Scusa non mi viene in mente niente di meglio)
Ma siamo letteralmente ostaggio del suo fantasma in pratica?
Andrà a sussurare nella notte a S4lvin1 e vanrutto?
Assolutamente sì, questo è un paese di nostalgici, non solo dei f4scisti ma anche di Berlusconi, infatti mi chiedo come mai i figli non abbiano approfittato della scia del padre per candidarsi, ngl per me un PIERSILVIO riuscirebbe a mettere in difficoltà persino la M3loni che ora come ora mi sembra invincibile
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Siiii, é più avanti, esattamente come era la povera Billary Clinton nel 2016 fino all'ultimissimo giorno. Se le montano tra di loro.
Si capisce che per loro c'era un unico problema: il vecchio defi (troppo fuori di testa per candidarsi ma ok per continuare a fare il Presidente?!), il resto dell'esperienza Dems. al governo è ottimo e abbondante, unmatched in recent history. Perdenti.
Avanti così o republicones sempre più staccati dalla realtà.
(ma poi perché mai lo faranno 'sti giornalai der Tufello? Per influenzar la lobby dei molisani nel mondo ? Mah ... )
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qua per dire la mia sul caso dell'amante di sangiuliano per dire che secondo me la boccia è una spia di luca, mandata per sedurlo, raccogliere preve incriminanti contro di lui e poi sputtanarlo in modo che non possa candidarsi in campania
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Sulla politica degli italiani in motogp, se interessa ancora, se no ignora Vale ha sempre detto che segue per capire cosa succede ma non ha quasi mai votato ma le vibes del fandom è che pende un po' verso sinistra, per dirti il PD gli ha chiesto di candidarsi con loro se fosse che so simpatizzante con la meloni quelli del PD avrebbero evitato di chiedere, sui ragazzi dell'accademy non ho idea ma immagino vale abbia detto di tenere un low profile come lui quindi non lo sapremo mai
Wait wait wait il PD gli ha chiesto cosa???? Nuova lore che droppa qui
Comunque si è ragionevole che tengano il profilo basso sulle questioni politiche, anzi mi sorprenderei del contrario tbh.
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"Questa mattina mi sono svegliata e come prima cosa ho aperto l’app della banca per controllare che fosse arrivato un bonifico che sto aspettando. Era troppo presto, se anche arrivasse oggi, alle cinque e mezza non l’avrei trovato. Infatti non c’era. Ho pensato a come è cambiato il mio rapporto con il denaro. A come è cominciato, nella famiglia in cui sono cresciuta: come una ferita. E non sapendo cosa fare per prendermene cura, per moltissimo tempo ho pensato che i soldi non contassero poi un granché per me, e ho agito di conseguenza. È un riassunto molto stringato di quel che è stato ma, scrivendo il saggio che ho appena pubblicato, ho scoperto che molte donne in Italia hanno avuto o hanno tuttora un rapporto con il denaro non molto diverso da quello che ho avuto io. Chi insegna alle donne a gestire i soldi? Nel libro ho messo molte interviste, pezzi della mia storia, dati italiani e non solo: chi insegna alle donne che il lavoro di cura ha un valore e non è vero che siamo nate per farlo e, quindi, che in famiglia è naturale che tocchi a noi? Nel libro, c’è una domanda chiave che ho fatto a tutte le donne che ho incontrato, e anche a me stessa: cosa dice di te il tuo conto corrente? E provando a rispondere a quella domanda, le donne mi hanno raccontato delle loro relazioni con madri, nonne, figlie, datori di lavoro. Mi hanno raccontato di aborti, separazioni, adozioni, rimpianti. Di amori violenti. Di cosa parliamo, allora, quando parliamo di soldi? Di persona, a loro io non ho raccontato quasi nulla di me, ma nel libro ho scritto di quando, da bambina e da adolescente, ho assistito più volte a litigi dei miei genitori in cui mio padre rinfacciava a mia madre di averle comperato ‘anche le mutande ’da quando stavano insieme. Ho visto mio padre negare a mia madre il permesso di lavorare, in particolare quando avrebbe potuto candidarsi a un posto di maestra d’asilo. A quel tempo, avevo già sedici anni e non vedevo l’ora di andarmene da lì e di essere indipendente. Chi insegna alle donne che i soldi sono importanti?"
Il #Risveglio speciale di Natascha Lusenti oggi ospite a #Radio2SocialClub dalle 10.30 su #RaiRadio2 e sul canale tv 202
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Buongiorno anonpeggioredelmondo
Per il nostro punto vendita AUTOGRILL SEBINO sull' autostrada A4 Milano - Brescia a Erbusco (BS), cerchiamo un BARISTA/ADDETTO/ADDETTA ALLA RISTORAZIONE.
Se interessato/a le chiedo di candidarsi all'offerta che trova in allegato poiché altrimenti non visualizzeremo la sua mail e il suo numero di telefono.
Grazie
Giuro, è il testo di una mail che ho ricevuto davvero. A parte la cosa del nome, ovviamente.
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Ricordatemi come vi pare. Non ho mai pensato di mostrarmi diversa da come sono per compiacere qualcuno. Anche a quelli che mi odiano credo di essere stata utile, per autodefinirsi. Me ne andrò piena di ricordi. Mi ritengo molto fortunata. Ho incontrato un sacco di persone meravigliose. Non è vero che il mondo è brutto; dipende da quale mondo ti fai. Quando avevo vent’anni ci chiedevamo se saremmo morti democristiani. Non importa se non avrò più molto tempo: l’importante per me ora è non morire fascista».
Queste le parole nell’ultima intervista di Michela Murgia.
Definire Michela Murgia non è semplice: da scrittrice a presentatrice, da speaker radiofonica ad attrice. In ogni ruolo in cui si applica riesce sempre a contraddistinguersi con la sua grande passione e forza che porta in ogni sua opera.
Michela Murgia nasce a Cabras, in Sardegna, il 3 giugno 1972 e la sua terra natia sarà sempre fonte di orgoglio e di costante presenza in tutte le sue opere, da quelle letterarie a quelle per il teatro. Prima di diventare scrittrice ha sperimentato una grande quantità di altre professioni e in questi lavori ha potuto conoscere persone e storie sempre diverse che sono state fonte di ispirazione per le sue narrazioni. Ed è proprio durante una di queste esperienze lavorative che avvia la sua carriera da scrittrice: stava infatti lavorando in un call center quando si rende conto che deve far sapere a tutti le condizioni e la realtà quotidiana che vivono gli operatori telefonici. Decide quindi di aprire un blog dove descrive e racconta tutto questo, dagli articoli di quel blog nascerà il suo primo libro Il mondo deve sapere, che verrà pubblicato nel 2006. Il libro diventerà un vero cult e un regista come Paolo Virzì lo prenderà come modello e ispirazione per produrre la sceneggiatura del proprio film Tutta la vita davanti.
Il primo romanzo che decreterà il successo di Michela Murgia è l’Accabadora che uscirà nel 2009 per Einaudi. Un libro molto forte che narra la storia di una professione antica, quella di colei che aiuta le anime ad andare nell’Aldilà. Si tratta di un romanzo ambientato in Sardegna e che riceverà molti premi, tra i quali il Premio Campiello nel 2010.
Il suo forte legame con la Sardegna è sancito anche dalla fondazione con altre persone della rete di librai, bibliotecari e associazioni culturali del territorio sardo dal nome Lìberos, con i quali mirano a sostenere le realtà legate al mondo della cultura e della lettura in Sardegna.
Negli anni Michela Murgia collabora con molte riviste e testate giornalistiche, con le quali porta avanti una lotta contro il maschilismo per ristabilire il valore della donna.
Lo fa anche attraverso un importante podcast ideato e condotto con Chiara Tagliaferri dal titolo Morgana.
Il successo del podcast è così forte che verranno realizzate varie stagioni e soprattutto dal podcast nasceranno ben due volumi in cui sono raccolte le storie delle donne che vengono raccontate: Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (2019) e Morgana. L'uomo ricco sono io (2021).
Tra le sue celebri storie troviamo anche un volume illustrato: Noi siamo tempesta (2019), che nello stesso anno vince il premio Morante e la menzione speciale della giuria del premio Andersen.
Non si tiene fuori dalla politica, infatti, oltre a candidarsi in Sardegna esordisce con un pamphlet politico dal titolo Istruzioni per diventare fascisti, che ebbe un grande riscontro di pubblico al punto da essere tradotto in cinque lingue.
Dopo alcune esperienze come drammaturga teatrale, con discreto successo, dal 2018 è lei stessa a calcare le assi del palcoscenico portando a teatro sia Istruzioni per diventare fascisti sia Dove sono le donne, un monologo sulla parità di genere molto apprezzato.
Su questo tema nel 2021 esce il saggio Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, dove indaga alcune delle espressioni maschiliste utilizzate nei confronti delle donne.
L’autrice si spegne a Roma il 10 agosto 2023.
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Elezioni Europee 2024
Le elezioni dei 76 membri del Parlamento europeo, o eurodeputati, per l’Italia si svolgeranno sabato 8 e domenica 9 giugno, mentre si voterà il 7 e l’8 giugno per gli italiani all’Estero. Il diritto di voto potrà essere esercitato dai cittadini con almeno 18 anni di età, mentre per candidarsi l’età minima è di 25 anni. Continue reading Elezioni Europee 2024
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“ «L’identità bianca,» afferma il pastore battista Eugene F. Rivers, «spacca gli Usa in due e potrebbe generare una guerra civile nel Paese.» Poi aggiunge: «L’ideologia demoniaca della supremazia bianca è il principio dominante che governa la cultura americana». E invita i bianchi a «scegliere tra il loro Dio e la loro bianchezza». «Noi abbiamo speso tre secoli per sviluppare questa ideologia che è ora profondamente radicata nella psicologia culturale della nazione e della Chiesa. Solo una conversione radicale della fede biblica può liberarci da questo spirito demoniaco che ci lega e ci impedisce di vivere come ragionevoli esseri umani.» E scavando più in profondità, pone un pesante interrogativo: «L’orgoglio della supremazia bianca è un’ideologia e un concetto identitario che è essenzialmente contro Dio: è ateo e demoniaco. La grande sfida che ci sta davanti ora è questa: essere bianchi o essere Chiesa». Tutto questo è diventato chiaro il 6 gennaio 2021 quando una folla di bianchi, su spinta dell’ex presidente degli Usa, Donald Trump, ha invaso il Campidoglio, proprio mentre i membri del Senato e della Camera dovevano proclamare l’elezione di Joe Biden. È stato un vero e proprio golpe che ha lasciato tutti sbalorditi. In quella folla c’era l’intera galassia della supremazia bianca. Spiccava su tutti O’ Shaman (lo sciamano) di QAnon, i complottisti per i quali esiste un potere occulto, colluso con una rete di pedofili ed esponenti di spicco dei democratici, in particolare Hillary Clinton e Barack Obama. C’erano i Proud Boys (chiamati “i Patrioti” da Trump), un gruppo violento di suprematisti bianchi di stampo neofascista. I Proud Boys, fondati nel 2017 dal commentatore radiofonico Gavin McInnes per difendere i valori occidentali, non accettano donne nelle loro file e sono convinti che il Covid-19 sia solo una scusa per vietare le armi e rinchiuderli in casa. E poi ci sono i Boogaloo, armati fino ai denti, con pantaloni militari. Erano apparsi la prima volta in pubblico durante il lockdown dell’aprile 2020. Presenti anche gli Oath Keepers (Fedeli al giuramento) fondati da Stewart Rhodes, accusato oggi di “cospirazione sediziosa”. L’altro gruppo importante dell’ultra destra presente era Alt-right (destra alternativa), costituito da gruppi non omogenei e non organizzati. Hanno un manifesto con tre punti chiari. Primo, gli uomini sono sotto attacco: no al femminismo. Secondo, il linguaggio è sotto attacco perché viene loro proibito il linguaggio razzista e sessista. Terzo, la razza bianca è sotto attacco: le ondate migratorie minacciano la purezza della razza bianca. Partendo dal presupposto che le razze esistono dal punto di vista biologico, Alt-right ha trovato in Donald Trump, con la sua politica antimigratoria e razzista, il candidato perfetto per la presidenza degli Stati Uniti d’America.
È incredibile come quella folla sia riuscita a sfondare e a occupare il Campidoglio nonostante le imponenti misure di sicurezza. Oggi grazie all’indagine della Camera dei deputati sappiamo che l’assalto al Congresso non era una semplice manifestazione pro-Trump, ma il frutto di una pianificazione iniziata mesi prima da un gruppo di avvocati del tycoon, tra i quali Rudy Giuliani e il suo capo di gabinetto Mark Meadows, oltre a numerosi deputati repubblicani. La mente del piano sembra essere stato il noto Stephen Bannon, che aveva lanciato l’idea del 6 gennaio. Secondo il Select Committee della Camera, «Bannon aveva sollecitato Trump a fare pressione sul vicepresidente Mike Pence per aiutare a rovesciare i risultati delle elezioni del 2020 rifiutando di approvare i voti elettorali di alcuni Stati». Si trattava di un vero e proprio golpe. Purtroppo non ci libereremo facilmente dal trumpismo e dai suoi sostenitori, i suprematisti bianchi. Trump ha ancora una forte presa sui repubblicani e potrebbe candidarsi nel 2024. Nel febbraio 2021 si è riunita a Orlando la Conferenza per l’azione politica dei conservatori, dove il 95 per cento dei repubblicani presenti ha detto di voler continuare le politiche delll’amministrazione Trump e difendere la “supremazia bianca”. Trump sta già scaldando i motori per diventare di nuovo presidente degli Usa nel 2024. “
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
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Pare che la moglie di obama voglia candidarsi. Vedremo se ha le palle come sembra. Dalle foto, dico.
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Leggo, non senza un certo stupore, che i fan si organizzano e scendono in piazza affinché i Ferragnez non si separino mentre nessuno muove un dito per i politici che fanno leggi che aumentano ogni disparità socio-economica. A questo punto non resta altro ai Ferragnez che creare un partito e candidarsi a regina e re d'Italia. Visto l’astensionismo avrebbero serie possibilità di vittoria. Per quello che riguarda gli ideali politici quelli non sono pervenuti da diversi decenni
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(...) Elly Schlein assomma un mix di pregiudizi: è giovane (...), è ztl (...), è donna ma lesbica, è un po’ Greta Thunberg, è un po’ sardina, non è bella (altrimenti sarebbe accusata di propendere per la destra), è internazionale, svizzera di nascita, famiglia statunitense di origine ebraica aschenazita, bolognese d’adozione, non ha una storia comunista alle spalle. Un fenotipo perfetto, new left.
Stefano Bonaccini incarna una maschera politica ben nota al Partito, la sinistra emiliana, la sinistra che amministra, il Compagno Peppone 4.0; il baffone staliniano si fa barba, il piglio da coop è ingentilito dalla goccia dei rayban, citazione rivisitata degli anni settanta.
Gianni Cuperlo risponde meglio al fenotipo dell’ultima sinistra postoperaia, postproletaria, postcomunista, neoborghese, benestante, salottiera, dams, snob, minoritaria. La quarta candidata, Paola De Micheli, ha tutta l’aria di restare la quarta, in ordine di preferenze, e di interpretare quel ruolo, anche se è stata la prima a candidarsi.
Più che leader sono “generi”. Il genere fondato sul territorio, il gender che rappresenta le nuove soggettività, e via dicendo.(...) Sforzandosi di superare l’impressionismo superficiale, il nodo vero in cui è stritolata la sinistra è triplo: non ha un leader riconosciuto, che emerge sugli altri; non ha una linea politica e sociale; non ha un’anima politica e un’identità sociale, che non sia antiqualcosa. (...) da troppi anni, almeno dall’antiberlusconismo in poi, vive solo del fiele verso il Nemico da battere. (...) la sinistra dem si è fatta radical, liberal, seguace bigotta del politically correct, neoborghese, impopolare. E sempre presuntuosa.
Marcello Veneziani su La Verità – 13 gennaio 2023
via https://www.marcelloveneziani.com/articoli/lite-tra-cadaveri-nellobitorio-del-pd/
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Utilissimo ricordare cosa e come avvennero i fatti, pare che con questa polemica di oggi (Alfonso Bonafede-Nino Di Matteo), si ricalchi esattamente quello che successe tanti anni fa:
Oggi non è la ricorrenza della Strage di Capaci. Ma quello che successe il 19 gennaio di trent’anni fa fu una delle tappe che portarono all’isolamento di Giovanni Falcone. Uno dei tanti atti di ostilità e di gelosia che annunciarono pubblicamente la sua condanna a morte, raramente ricordati durante le commemorazioni e per questo necessari da ricordare.
Il Maxiprocesso era finito: la sentenza del 16 dicembre 1987 condannava la mafia per la prima volta nella storia d’Italia. Giovanni aveva vinto, ma era diventato “il morto che cammina”.
Come raccontato da Giovanni Brusca, l’uomo che avrebbe premuto il pulsante che fece detonare l’esplosivo allo svincolo per Capaci, Ignazio Salvo, un altro mafioso, gli disse che c’erano amici più in alto che avrebbero pensato a delegittimare Falcone, a cercare di ostacolarne la carriera. Che forse non ci sarebbe stato bisogno di ucciderlo.
Ad attaccare Falcone ci aveva già pensato Sciascia sul Corriere della Sera, in prima pagina, il 10 gennaio 1987, nel mezzo del Maxiprocesso, scatenando contro i giudici del Pool la celeberrima polemica dei “professionisti dell’antimafia”.
Antonino Caponnetto, allora anziano capo dell’Ufficio Istruzione di Palermo e guida del Pool, conclusosi il Maxiprocesso decise di tornare a Firenze, avendo ricevuto rassicurazioni sul fatto che il suo erede naturale, Giovanni Falcone, avrebbe meritatamente preso il suo posto.
Ma le promesse non vennero mantenute, e le parole di Ignazio Salvo si rivelarono come una profezia: Falcone non avrebbe ottenuto quel posto. Partito Caponnetto si aprì il concorso per l’Ufficio Istruzione e a un uomo anziano con diverse e più grandi ambizioni venne chiesto di candidarsi per quel posto destinato a Falcone.
Antonino Meli non era un corrotto. Aveva però tutti i requisiti per essere il candidato ideale per soffiare il posto a Falcone: vent’anni di anzianità in più, ma sopratutto non capiva niente di mafia. Il tradizionale criterio dell’anzianità di servizio fu anteposto a quello del merito. Palermo in quegli anni aveva il più alto tasso di omicidi tra le città delle democrazie occidentali: nessuna ragione dunque per non applicare inflessibilmente quei tradizionali criteri di selezione basati sull’età.
Il 19 gennaio 1988 il CSM votò: 10 voti a favore di Giovanni Falcone, 14 a favore di Antonino Meli. Vanno ricordati tutti, uno a uno.
A favore di Meli votarono Agnoli, Borrè, Buonajuto, Cariti di Persia, Geraci, Lapenta, Letizia, Maddalena, Marconi, Morozzo della Rocca, Paciotti, Suraci, e Tatozzi.
A favore di Falcone Abbate, Brutti, Calogero, Caselli, Contri, D’Ambrosio, Gomez d’Ayala, Racheli, Smuraglia, Ziccone.
Astenuti: Lombardi, Mirabelli, Papa, Pennacchini, Sgroi.
Come disse in seguito Borsellino, “il CSM mi fece un bel regalo di compleanno…“. Pochi mesi dopo, il Pool antimafia cessò di esistere.
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