#candidarsi
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primepaginequotidiani · 6 months ago
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PRIMA PAGINA Corriere Umbria di Oggi domenica, 28 luglio 2024
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falcemartello · 7 months ago
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Pare che la moglie di obama voglia candidarsi.
Vedremo se ha le palle come sembra.
Dalle foto, dico.
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vintagebiker43 · 25 days ago
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Marjorie Taylor Greene ha dato la colpa ai "confini aperti" per l'attacco terroristico di New Orleans cercando di spacciare l'autore come "immigrato".
L'attentatore è un cittadino americano nato in Texas che ha servito nell'esercito USA.
Se non sapete chi è la Taylor Greene :
È nota per avere dato credito alla teoria del complotto QAnon, già circolante in ambienti alt-right, da lei sostenuta attraverso un video su Facebook. Sui social network si è distinta come una delle più accese sostenitrici di Donald Trump. Prima di candidarsi al Congresso, ha sostenuto le richieste di giustiziare importanti politici del Partito Democratico, tra cui Hillary Clinton e Barack Obama.
In qualità di parlamentare del Congresso, ha equiparato il Partito Democratico ai nazisti e ha paragonato le misure di sicurezza del COVID-19 alla persecuzione degli ebrei durante l'Olocausto, un paragone di cui in seguito si è scusata.
Durante l'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Greene ha promosso la propaganda russa e ha elogiato Vladimir Putin.
Pochi giorni dopo l'insediamento di Joe Biden, ha presentato contro di lui richieste di impeachment per presunto abuso di potere. Greene si identifica come una nazionalista cristiana.
(in pratica una Meloni più convinta)
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blogitalianissimo · 8 months ago
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"L'Italia è il paese che amo"
(Scusa non mi viene in mente niente di meglio)
Ma siamo letteralmente ostaggio del suo fantasma in pratica?
Andrà a sussurare nella notte a S4lvin1 e vanrutto?
Assolutamente sì, questo è un paese di nostalgici, non solo dei f4scisti ma anche di Berlusconi, infatti mi chiedo come mai i figli non abbiano approfittato della scia del padre per candidarsi, ngl per me un PIERSILVIO riuscirebbe a mettere in difficoltà persino la M3loni che ora come ora mi sembra invincibile
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abr · 6 months ago
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Siiii, é più avanti, esattamente come era la povera Billary Clinton nel 2016 fino all'ultimissimo giorno. Se le montano tra di loro.
Si capisce che per loro c'era un unico problema: il vecchio defi (troppo fuori di testa per candidarsi ma ok per continuare a fare il Presidente?!), il resto dell'esperienza Dems. al governo è ottimo e abbondante, unmatched in recent history. Perdenti.
Avanti così o republicones sempre più staccati dalla realtà.
(ma poi perché mai lo faranno 'sti giornalai der Tufello? Per influenzar la lobby dei molisani nel mondo ? Mah ... )
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forzadiavoloale · 5 months ago
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qua per dire la mia sul caso dell'amante di sangiuliano per dire che secondo me la boccia è una spia di luca, mandata per sedurlo, raccogliere preve incriminanti contro di lui e poi sputtanarlo in modo che non possa candidarsi in campania
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anitalianfrie · 9 months ago
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Sulla politica degli italiani in motogp, se interessa ancora, se no ignora Vale ha sempre detto che segue per capire cosa succede ma non ha quasi mai votato ma le vibes del fandom è che pende un po' verso sinistra, per dirti il PD gli ha chiesto di candidarsi con loro se fosse che so simpatizzante con la meloni quelli del PD avrebbero evitato di chiedere, sui ragazzi dell'accademy non ho idea ma immagino vale abbia detto di tenere un low profile come lui quindi non lo sapremo mai
Wait wait wait il PD gli ha chiesto cosa???? Nuova lore che droppa qui
Comunque si è ragionevole che tengano il profilo basso sulle questioni politiche, anzi mi sorprenderei del contrario tbh.
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crossroad1960 · 1 year ago
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Salvini È l’incoerenza personificata🤡
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susieporta · 3 months ago
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"Questa mattina mi sono svegliata e come prima cosa ho aperto l’app della banca per controllare che fosse arrivato un bonifico che sto aspettando. Era troppo presto, se anche arrivasse oggi, alle cinque e mezza non l’avrei trovato. Infatti non c’era. Ho pensato a come è cambiato il mio rapporto con il denaro. A come è cominciato, nella famiglia in cui sono cresciuta: come una ferita. E non sapendo cosa fare per prendermene cura, per moltissimo tempo ho pensato che i soldi non contassero poi un granché per me, e ho agito di conseguenza. È un riassunto molto stringato di quel che è stato ma, scrivendo il saggio che ho appena pubblicato, ho scoperto che molte donne in Italia hanno avuto o hanno tuttora un rapporto con il denaro non molto diverso da quello che ho avuto io. Chi insegna alle donne a gestire i soldi? Nel libro ho messo molte interviste, pezzi della mia storia, dati italiani e non solo: chi insegna alle donne che il lavoro di cura ha un valore e non è vero che siamo nate per farlo e, quindi, che in famiglia è naturale che tocchi a noi? Nel libro, c’è una domanda chiave che ho fatto a tutte le donne che ho incontrato, e anche a me stessa: cosa dice di te il tuo conto corrente? E provando a rispondere a quella domanda, le donne mi hanno raccontato delle loro relazioni con madri, nonne, figlie, datori di lavoro. Mi hanno raccontato di aborti, separazioni, adozioni, rimpianti. Di amori violenti. Di cosa parliamo, allora, quando parliamo di soldi? Di persona, a loro io non ho raccontato quasi nulla di me, ma nel libro ho scritto di quando, da bambina e da adolescente, ho assistito più volte a litigi dei miei genitori in cui mio padre rinfacciava a mia madre di averle comperato ‘anche le mutande ’da quando stavano insieme. Ho visto mio padre negare a mia madre il permesso di lavorare, in particolare quando avrebbe potuto candidarsi a un posto di maestra d’asilo. A quel tempo, avevo già sedici anni e non vedevo l’ora di andarmene da lì e di essere indipendente. Chi insegna alle donne che i soldi sono importanti?"
Il #Risveglio speciale di Natascha Lusenti oggi ospite a #Radio2SocialClub dalle 10.30 su #RaiRadio2 e sul canale tv 202
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anonpeggioredelmondo · 1 year ago
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Buongiorno anonpeggioredelmondo
Per il nostro punto vendita AUTOGRILL SEBINO sull' autostrada A4 Milano - Brescia a Erbusco (BS), cerchiamo un BARISTA/ADDETTO/ADDETTA ALLA RISTORAZIONE.
Se interessato/a le chiedo di candidarsi all'offerta che trova in allegato poiché altrimenti non visualizzeremo la sua mail e il suo numero di telefono.
Grazie
Giuro, è il testo di una mail che ho ricevuto davvero. A parte la cosa del nome, ovviamente.
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kiki-de-la-petite-flaque · 8 months ago
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Ricordatemi come vi pare. Non ho mai pensato di mostrarmi diversa da come sono per compiacere qualcuno. Anche a quelli che mi odiano credo di essere stata utile, per autodefinirsi. Me ne andrò piena di ricordi. Mi ritengo molto fortunata. Ho incontrato un sacco di persone meravigliose. Non è vero che il mondo è brutto; dipende da quale mondo ti fai. Quando avevo vent’anni ci chiedevamo se saremmo morti democristiani. Non importa se non avrò più molto tempo: l’importante per me ora è non morire fascista».
Queste le parole nell’ultima intervista di Michela Murgia.
Definire Michela Murgia non è semplice: da scrittrice a presentatrice, da speaker radiofonica ad attrice. In ogni ruolo in cui si applica riesce sempre a contraddistinguersi con la sua grande passione e forza che porta in ogni sua opera.
Michela Murgia nasce a Cabras, in Sardegna, il 3 giugno 1972 e la sua terra natia sarà sempre fonte di orgoglio e di costante presenza in tutte le sue opere, da quelle letterarie a quelle per il teatro. Prima di diventare scrittrice ha sperimentato una grande quantità di altre professioni e in questi lavori ha potuto conoscere persone e storie sempre diverse che sono state fonte di ispirazione per le sue narrazioni. Ed è proprio durante una di queste esperienze lavorative che avvia la sua carriera da scrittrice: stava infatti lavorando in un call center quando si rende conto che deve far sapere a tutti le condizioni e la realtà quotidiana che vivono gli operatori telefonici. Decide quindi di aprire un blog dove descrive e racconta tutto questo, dagli articoli di quel blog nascerà il suo primo libro Il mondo deve sapere, che verrà pubblicato nel 2006. Il libro diventerà un vero cult e un regista come Paolo Virzì lo prenderà come modello e ispirazione per produrre la sceneggiatura del proprio film Tutta la vita davanti.
Il primo romanzo che decreterà il successo di Michela Murgia è l’Accabadora che uscirà nel 2009 per Einaudi. Un libro molto forte che narra la storia di una professione antica, quella di colei che aiuta le anime ad andare nell’Aldilà. Si tratta di un romanzo ambientato in Sardegna e che riceverà molti premi, tra i quali il Premio Campiello nel 2010.
Il suo forte legame con la Sardegna è sancito anche dalla fondazione con altre persone della rete di librai, bibliotecari e associazioni culturali del territorio sardo dal nome Lìberos, con i quali mirano a sostenere le realtà legate al mondo della cultura e della lettura in Sardegna.
Negli anni Michela Murgia collabora con molte riviste e testate giornalistiche, con le quali porta avanti una lotta contro il maschilismo per ristabilire il valore della donna.
Lo fa anche attraverso un importante podcast ideato e condotto con Chiara Tagliaferri dal titolo Morgana.
Il successo del podcast è così forte che verranno realizzate varie stagioni e soprattutto dal podcast nasceranno ben due volumi in cui sono raccolte le storie delle donne che vengono raccontate: Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (2019) e Morgana. L'uomo ricco sono io (2021).
Tra le sue celebri storie troviamo anche un volume illustrato: Noi siamo tempesta (2019), che nello stesso anno vince il premio Morante e la menzione speciale della giuria del premio Andersen.
Non si tiene fuori dalla politica, infatti, oltre a candidarsi in Sardegna esordisce con un pamphlet politico dal titolo Istruzioni per diventare fascisti, che ebbe un grande riscontro di pubblico al punto da essere tradotto in cinque lingue.
Dopo alcune esperienze come drammaturga teatrale, con discreto successo, dal 2018 è lei stessa a calcare le assi del palcoscenico portando a teatro sia Istruzioni per diventare fascisti sia Dove sono le donne, un monologo sulla parità di genere molto apprezzato.
Su questo tema nel 2021 esce il saggio Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, dove indaga alcune delle espressioni maschiliste utilizzate nei confronti delle donne.
L’autrice si spegne a Roma il 10 agosto 2023.
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personal-reporter · 8 months ago
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Elezioni Europee 2024
Le elezioni dei 76 membri del Parlamento europeo, o eurodeputati,  per l’Italia si svolgeranno sabato 8 e domenica 9 giugno, mentre si voterà il 7 e l’8 giugno per gli italiani all’Estero. Il diritto di voto potrà essere esercitato dai cittadini con almeno 18 anni di età, mentre per candidarsi l’età minima è di 25 anni. Continue reading Elezioni Europee 2024
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falcemartello · 1 year ago
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Pare che la moglie di obama voglia candidarsi. Vedremo se ha le palle come sembra. Dalle foto, dico.
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fatalquiete · 2 years ago
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Leggo, non senza un certo stupore, che i fan si organizzano e scendono in piazza affinché i Ferragnez non si separino mentre nessuno muove un dito per i politici che fanno leggi che aumentano ogni disparità socio-economica. A questo punto non resta altro ai Ferragnez che creare un partito e candidarsi a regina e re d'Italia. Visto l’astensionismo avrebbero serie possibilità di vittoria. Per quello che riguarda gli ideali politici quelli non sono pervenuti da diversi decenni
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pettirosso1959 · 2 years ago
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Utilissimo ricordare cosa e come avvennero i fatti, pare che con questa polemica di oggi (Alfonso Bonafede-Nino Di Matteo), si ricalchi esattamente quello che successe tanti anni fa:
Oggi non è la ricorrenza della Strage di Capaci. Ma quello che successe il 19 gennaio di trent’anni fa fu una delle tappe che portarono all’isolamento di Giovanni Falcone. Uno dei tanti atti di ostilità e di gelosia che annunciarono pubblicamente la sua condanna a morte, raramente ricordati durante le commemorazioni e per questo necessari da ricordare.
Il Maxiprocesso era finito: la sentenza del 16 dicembre 1987 condannava la mafia per la prima volta nella storia d’Italia. Giovanni aveva vinto, ma era diventato “il morto che cammina”.
Come raccontato da Giovanni Brusca, l’uomo che avrebbe premuto il pulsante che fece detonare l’esplosivo allo svincolo per Capaci, Ignazio Salvo, un altro mafioso, gli disse che c’erano amici più in alto che avrebbero pensato a delegittimare Falcone, a cercare di ostacolarne la carriera. Che forse non ci sarebbe stato bisogno di ucciderlo.
Ad attaccare Falcone ci aveva già pensato Sciascia sul Corriere della Sera, in prima pagina, il 10 gennaio 1987, nel mezzo del Maxiprocesso, scatenando contro i giudici del Pool la celeberrima polemica dei “professionisti dell’antimafia”.
Antonino Caponnetto, allora anziano capo dell’Ufficio Istruzione di Palermo e guida del Pool, conclusosi il Maxiprocesso decise di tornare a Firenze, avendo ricevuto rassicurazioni sul fatto che il suo erede naturale, Giovanni Falcone, avrebbe meritatamente preso il suo posto.
Ma le promesse non vennero mantenute, e le parole di Ignazio Salvo si rivelarono come una profezia: Falcone non avrebbe ottenuto quel posto. Partito Caponnetto si aprì il concorso per l’Ufficio Istruzione e a un uomo anziano con diverse e più grandi ambizioni venne chiesto di candidarsi per quel posto destinato a Falcone.
Antonino Meli non era un corrotto. Aveva però tutti i requisiti per essere il candidato ideale per soffiare il posto a Falcone: vent’anni di anzianità in più, ma sopratutto non capiva niente di mafia. Il tradizionale criterio dell’anzianità di servizio fu anteposto a quello del merito. Palermo in quegli anni aveva il più alto tasso di omicidi tra le città delle democrazie occidentali: nessuna ragione dunque per non applicare inflessibilmente quei tradizionali criteri di selezione basati sull’età.
Il 19 gennaio 1988 il CSM votò: 10 voti a favore di Giovanni Falcone, 14 a favore di Antonino Meli. Vanno ricordati tutti, uno a uno.
A favore di Meli votarono Agnoli, Borrè, Buonajuto, Cariti di Persia, Geraci, Lapenta, Letizia, Maddalena, Marconi, Morozzo della Rocca, Paciotti, Suraci, e Tatozzi.
A favore di Falcone Abbate, Brutti, Calogero, Caselli, Contri, D’Ambrosio, Gomez d’Ayala, Racheli, Smuraglia, Ziccone.
Astenuti: Lombardi, Mirabelli, Papa, Pennacchini, Sgroi.
Come disse in seguito Borsellino, “il CSM mi fece un bel regalo di compleanno…“. Pochi mesi dopo, il Pool antimafia cessò di esistere.
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klimt7 · 2 years ago
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LA RAGAZZA DI TEHERAN
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Come è cambiata in questi 70 anni la condizione della donna in Iran?
Negli anni ’50, le donne iraniane erano libere di vestirsi come volevano, l’hijab era assolutamente facoltativo [...]
Potevano ottenere un’istruzione e frequentare l’università. Qualche anno dopo hanno acquisito il diritto di voto e di candidarsi al parlamento, hanno ottenuto il diritto di chiedere il divorzio e di ottenere la custodia dei figli, e l’età minima per il matrimonio è stata aumentata da 13 a 18 anni. Ci sono stati alti e bassi, ma prima del 1979 ventidue donne sedevano in parlamento (circa l’8% del totale; in Italia nel 1968 la percentuale delle donne deputate era del 3%, ndr).
Tutto è stato progressivamente spazzato via dopo la rivoluzione, quando la Repubblica islamica si è impadronita del Paese.
Da quel momento tutte le ragazze di età superiore ai 9 anni erano tenute per legge a coprirsi i capelli e il corpo in pubblico. È stata creata la cosiddetta Polizia Morale per reprimere le donne, controllarle e spesso arrestarle.
Il diritto di una donna di chiedere il divorzio liberamente è stato revocato. Devono indossare il velo, non possono andare in bicicletta, non possono cantare in pubblico, non possono ballare, non possono entrare liberamente in uno stadio, non possono amministrare possedimenti, non possono lasciare il Paese a meno che non lo decida un uomo della famiglia o il marito. E mille altri ‘non possono’.
L’età del matrimonio per le ragazze è stata inizialmente abbassata addirittura a 9 anni, e solo nel 2002 il parlamento l’ha innalzata a 13. 
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Negli ultimi cento giorni il regime iraniano ha ucciso oltre 500 manifestanti, imprigionato quasi 19mila persone e minacciato di giustiziarne altre centinaia. Amnesty International e Humans Right Watch denunciano violenze e stupri sistematici sulle ragazze che sono state arrestate in questi mesi. Eppure le ragazze iraniane continuano a lottare.
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Qualche settimana fa le studentesse universitarie si sono tolte l’hijab obbligatorio e hanno cantato a squarciagola: ‘Sono una donna libera’. Sono profondamente ammirata e commossa dalla loro lotta e dalla loro audacia. Penso che la loro determinazione e resistenza mostri quanto sono esauste di essere controllate da uomini al governo che si nascondono dietro la religione per esercitare una feroce repressione, e persino abusare dei corpi delle donne. Le ragazze in Iran ne hanno abbastanza. Basta essere controllate. Basta essere represse. Basta essere prigioniere per ciò che indossano, ciò che dicono e per chi amano. Basta con l’oppressione cieca di un gruppo di vecchi terrorizzati dalla loro vivacità, dai loro talenti, dalle loro abilità, dai loro sogni. Meritano di poterli realizzare quei sogni, e se non altro di vivere la loro vita.
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Mai come ora la resistenza contro il regime in Iran è stata così giovane e internazionale. La generazione Z guida le proteste, e anche per questo il governo cerca di bloccare internet e i social media in ogni modo. Un altro elemento del suo romanzo è il potere di formazione, di consapevolezza, e anche di rivoluzione dei libri. Del resto il motore delle rivendicazioni di questi mesi sono appunto gli studenti…
“L’Iran ha una lunga e ricca storia letteraria. Poeti come Omar Khayaam, Rumi, Saadi e Hafez sono stati venerati per secoli. Ancora oggi molti iraniani conoscono a memoria i loro versi. La nostra è una cultura che riconosce il potere delle parole e ha sempre adorato i suoi scrittori. L’istruzione è un valore nella cultura iraniana e persino adesso, sotto la Repubblica islamica, pur con le enormi difficoltà, un vasto numero di studenti universitari sono donne. L’ondata di proteste nella storia dell’Iran negli ultimi decenni è sempre iniziata nelle università. Ma ciò che è interessante questa volta è che anche gli studenti delle scuole superiori e persino delle scuole medie sono scesi in piazza per protestare”.
[...]
“Non dimenticate le ragazze iraniane.
Non distogliete lo sguardo. Gridano per le strade da generazioni e adesso è ora che il mondo le ascolti. Lo meritano: il loro coraggio è immenso. Meritano la loro libertà. Sono una narratrice e conosco il potere universale della parola. Con il mio romanzo ho voluto mostrare ai lettori le gioie, le pene, gli amori, i sogni e le paure di due ragazzi, e in fondo di tutte le donne e di tutti i ragazzi di Teheran. Se le nostre speranze alla fine sono le stesse, per una generazione o per un’altra, in una parte del pianeta o nell’altra, è perché le nostre anime sono una cosa sola”.
[...]
E poi tutti possiamo leggere.
La letteratura ha un potere. La letteratura ci unisce. Nutre la sete che tutti abbiamo dentro.
Una sete di libertà necessaria come l’aria, come l’amore, come la speranza. Per quanto il governo li abbia terribilmente traditi, i desideri di quelle ragazze e di quei ragazzi non possono essere repressi.
Come molti iraniani della diaspora, io sono piena di speranza e di dolore di fronte alle donne e agli uomini che scendono in piazza. Sono anche consapevole del trauma che tanti di noi portano dentro. Il trauma di sapere che la propria patria porta in sé tanta bellezza e allo stesso tempo tanta tragedia. Ma quel trauma non può fermare la speranza.
I personaggi del mio romanzo si rendono conto che nonostante tutte le perdite che hanno subito nella loro vita, l’amore che nutrono l’uno per l’altro, è più forte.
E questa è la veritá. L’amore è più forte: resiste, sopravvive a tutto.
Io in fondo ho voluto scrivere proprio questo: un inno alla caparbia forza dell’amore”.
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