#bollettino soccorritori
Explore tagged Tumblr posts
Text
Sul Gran Sasso ore d’angoscia per Luca e Cristian, gli alpinisti dispersi
RIMINI – Sorridono con i caschetti in testa e con alle spalle una montagna innevata: la fotografia che Luca usa come suo ‘profilo’ social è quella che lo immortala insieme al suo amico Cristian, dopo aver raggiunto una delle tante cime conquistate insieme
Agenzia Dire: https://www.dire.it/23-12-2024/1111084-sul-gran-sasso-angoscia-per-luca-perazzini-e-cristian-gualdi-gli-alpinisti-dispersi/amp RIMINI – Sorridono con i caschetti in testa e con alle spalle una montagna innevata: la fotografia che Luca usa come suo ‘profilo’ social è quella che lo immortala insieme al suo amico Cristian, dopo aver raggiunto una delle tante cime conquistate insieme,…
#Alessandria today#alpinismo estremo#alpinisti dispersi#Alta quota#assideramento#avverse condizioni#bollettino soccorritori#comunità in ansia#condizioni proibitive#Corno Grande#Cristian Gualdi#elicotteri bloccati#emergenza meteo#emergenza montagna#Escursionismo#escursionisti romagnoli#freddo estremo#funivia Gran Sasso#Google News#Gran sasso#Guardia di Finanza#italianewsmedia.com#Luca Perazzini#meteo avverso#nevicata Gran Sasso#Pier Carlo Lava#psicologi per famiglie#ricerca dispersi#ricerche interrotte#Santarcangelo di Romagna
0 notes
Video
I dispersi nel Natisone, la ricostruzione (e gli errori): il divieto di balneazione, la ragazza che non sapeva nuotare, l'allerta e il video girato dal ponte Non sapeva nuotare. Una delle ragazze travolte dal fiume Natisone non aveva le conoscenze adatte per guadare il corso d'acqua in piena. «È questo quanto ci risulta», rivela il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, al Quotidiano Nazionale. La tragedia, forse, si sarebbe potuta evitare. Alcuni errori sarebbero stati fatali. Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar: chi sono i giovani travolti dal fiume Natisone. «Una passeggiata dopo l'esame» Il divieto di balneazione e l'allerta Una prima imprudenza riguarda il divieto assoluto di balneazione. Nella zona in cui i tre ragazzi sono stati travolti dalle acque in piena c'è pericolo di annegamento. I cartelli sono affissi in tutta l'area. I rischi principali sono legati proprio a piene improvvise del fiume. Non solo. Appena dopo il ponte Romano il corso d'acqua attraversa delle forre (sostanzialmente dei canyon) molto insidiose in cui la velocità della corrente si impenna improvvisamente. L'allerta meteo La seconda disattenzione riguarda l'allerta meteo. Il giorno in cui i tre giovani sono stata travolti dal fiume c'era un bollettino delle protezione civile che avvisava di possibili allagamenti e disagi in tutto il Friuli Venezia Giulia (soprattutto a Lignano, ma anche in tutto il Nordest). Chi ha girato il video I tre sono avvistati da un passante che ha lanciato l'allarme. Numerose altre persone si sono fermate sul ponte e hanno assistito impotenti alla drammatica scena in cui i tre, vinti dalla corrente, si lasciano andare nel tentativo di agganciare la fune protesa dai vigili del fuoco (ma mancano la presa). C'è chi si è scagliato contro l'autore del filmato (poi diventato in breve tempo virale). Ma nessuno sarebbe potuto intervenire senza rischiare la vita. Scarsa conoscenza del fiume? L'altro aspetto controverso è la mancata preparazione dei giovani. «I ragazzi sono entrati in "spiaggia" senza acqua e con il sole - scrive su Facebook il sindaco di Premariacco -. Da lì a pochi minuti sono rimasti sorpresi e accerchiati dalle acque, se conoscevano il fiume e il posto sarebbero scappati. Purtroppo, non sapendo, hanno perso l'attimo alcuni secondi e l'acqua ha preso velocità tale da non permettere di poter trovare il contatto né ai 2 volontari scesi a dare una mano né a Cristian (che si è tuffato e subito tornato indietro dalle ragazze) né al pompiere che nell'ultimo tentativo disperato si è tuffato in direzione dei ragazzi». «Sembra di poter concludere che avevano una scarsa conoscenza del fiume - dice il sindaco di Premariacco al QN -. Le piene del Natisone si ripetono 5 volte all’anno. Logico che quando piove al nord l’invaso si riempie in un attimo. Per 360 giorni nel fiume si fa balneazione, io stesso abito qua. Il problema è che quei ragazzi non sapevano nulla di questo». «Non sapeva nuotare» L'errore più grande sarebbe quello di avventurarsi per una gita nel fiume senza saper nuotare. Cosa è successo da quando i ragazzi arrivano fino al momento in cui intervengono i soccorsi? "L’acqua è alta meno di un metro, sui 50 centimetri - dice il sindaco -. Ma la corrente è fortissima. Il ragazzo avrebbe provato ad attraversarla, ma poi torna indietro e desiste, il vortice è troppo violento. Così decidono di aspettare i soccorsi. Una delle ragazze a quanto risulta non sapeva nuotare. Sono a 10 metri da riva. Si trovano di fatto su un isolotto, perché ora il fiume scorre anche a destra rispetto alla lingua di terra. Si abbracciano, tentano di resistere alla corrente”. I soccorsi "disperati" Quando arrivano i soccorritori si prova a recuperare i tre con le corde. "Lo fanno per tre volte - prosegue il sindaco -. Ma non solo. Un vigile del fuoco si butta, in un tentativo disperato di salvataggio. Rischia la vita, lo recuperano a stento. La furia della corrente non permette altri interventi, nemmeno con la barca. Chi era sul ponte ha capito che non c’era più nulla da fare”.
0 notes
Text
Venezia, il presidente Luca Zaia esprime il suo apprezzamento per l'opera di Soccorso alpino che ha salvato la vita a 5 turisti sulle Alpi bellunesi
Venezia, il presidente Luca Zaia esprime il suo apprezzamento per l'opera di Soccorso alpino che ha salvato la vita a 5 turisti sulle Alpi bellunesi. "Grazie all'intervento del personale del Soccorso Alpino e dell'Elisoccorso dell'Ulss Dolomitica, cinque turisti sono usciti indenni dalla valanga che si è verificata oggi nella zona del lago di Misurina e uno, ferito, ha avuto subito le cure necessarie raggiungendo rapidamente l'ospedale di Belluno. Non si puo' non esprimere gratitudine a tutti i soccorritori che quotidianamente, rischiando in prima persona, sono pronti a intervenire per rendere più sicure le nostre montagne". Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, assicura il suo apprezzamento per l'opera di Soccorso Alpino e Suem 118 che ieri sono riusciti a intervenire con efficacia dopo lo smottamento a Forcella della Neve sulle Alpi bellunesi. Il bollettino della neve, emesso Domenica dall'Arpav, prevedeva, per tutta la giornata di ieri, un pericolo valanghe ancora "forte" sulle Dolomiti e "marcato" sulle Prealpi. Ciò significa che sono possibili ancora valanghe spontanee di neve bagnata e umida di fondo, anche molto grandi, lungo tutti i pendii ripidi in tutte le esposizioni. Le valanghe provocate potranno subire facili inneschi anche con debole sovraccarico in quota. "In questa coda di stagione invernale sulle nostre montagne – conclude il Governatore – è bene essere responsabilmente informati sul meteo e sulla situazione nei luoghi che si frequentano. Soprattutto, in questi giorni, non è mai fuori luogo l'invito alla prudenza, all'accortezza e a rispettare quelle che sono le regole fondamentali, di buon senso prima di tutto, per la sicurezza di tutti: degli sportivi, delle altre persone e dei soccorritori, chiamati rimediare alla spregiudicatezza o l'impreparazione altrui nei pericoli".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Il bollettino spietato del Cremlino dopo la strage del condominio a Dnipro: «Attacco ha raggiunto i suoi obiettivi» – Il video
Il bollettino spietato del Cremlino dopo la strage del condominio a Dnipro: «Attacco ha raggiunto i suoi obiettivi» – Il video
Mosca parla di infrastruttura militare, ma a perdere la vita sono stati almeno 21 civili. I soccorritori sono però riusciti a salvare una 23enne dalle macerie Fonte video: Agenzia Vista «Tutte le strutture designate sono state colpite. Lo scopo dell’attacco è stato raggiunto». È questo il gelido commento del ministero della difesa russo sull’attacco di ieri alla città di Dnipro. A essere…
View On WordPress
0 notes
Photo
A largo di Lampedusa è stata una strage di donne di ENZO BOLDI Già i numeri che circolavano questa mattina non lasciavano alcuna speranza. Poi, poco prima della 14, il bollettino del naufragio a sei miglia dalle coste di Lampedusa ha aggiunto dolore a quelle cifre, sempre più alte. Fino a questo momento sono stati recuperati 13 corpi senza vita, annegati in mare nelle ultime ore. Si tratta di 13 donne che stavano per raggiungere il punto più basso dell’Italia dopo una difficoltosa traversata del Mediterraneo, con le onde alte provocate dal maltempo. Donne e mamme. Su quell’imbarcazione che si è ribaltata per via della violenza delle onde, viaggiavano circa 50 persone. Tutte alla ricerca di una vita migliore in Europa, dopo esser fuggiti da guerre e carestie di cui ogni giorno leggiamo (seppur troppo poco) sui giornali o vediamo in televisione. Tredici donne morte, una in coma e ricoverata presso l’Ospedale di Lampedusa. E i numeri da brivido non si esauriscono. Perché se la conta dei superstiti ha toccato quota 22, quella dei dispersi si riduce sempre di più, ma non in positivo. All’appello, infatti, mancano almeno 15 persone tra cui anche una giovane mamma che viaggiava con il proprio bimba di otto mesi. Di loro, da questa notte, non si ha traccia e i soccorritori che stanno tentando e sperando di tenere vive le speranze, sanno già che il Mediterraneo potrebbe aver inghiottito tutti. Gli otto bambini dispersi E tra chi ancora non si trova ci sono anche otto bambini che, insieme agli altri, si trovavano a bordo della piccola imbarcazione che si è rovesciata a largo di Lampedusa. A sei miglia dalla meta per cercare una vita migliore. Una fortuna che in pochi dei protagonisti di questo maledetto (ma necessario) viaggio potranno avere.
18 notes
·
View notes
Text
Val d’Aosta, valanga sul Monte Bianco: morti due sciatori
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/val-daosta-valanga-sul-monte-bianco-morti-due-sciatori/
Val d’Aosta, valanga sul Monte Bianco: morti due sciatori
Val d’Aosta, valanga sul Monte Bianco: morti due sciatori
E’ di due sciatori deceduti il bilancio della valanga caduta oggi sul Monte Bianco, sotto Punta Helbronner, stazione d’arrivo della funivia Skyway di Courmayeur, a circa tremila metri di quota. I loro corpi sono stati estratti dalla neve dai soccorritori arrivati pochi minuti dopo il distacco. Le salme saranno portate all’obitorio di Courmayeur per le operazioni di riconoscimento. Secondo quanto si è appreso dal soccorso alpino valdostano che sta terminando le verifiche non sarebbero coinvolte altre persone.
Da Punta Helbronner partono alcuni degli itinerari fuori pista più appetiti dagli appassionati di freeride (discesa libera). Sul posto sono intervenuti i tecnici del Soccorso Alpino Valdostano via terra e, con due elicotteri, unità cinofile e i finanzieri del Sagf di Entreves. Le salme saranno portate all’obitorio di Courmayeur per le operazioni di riconoscimento.
Il pericolo, secondo il bollettino valanghe dell’Arpa, stamattina era “marcato”. Il distacco è avvenuto 500 metri sotto la stazione di arrivo della funivia Skyway del Monte Bianco, a Punta Helbronner, tra il colle del Gigante e il canale Tassotti. L’allerta è stata data da uno sciatore che ha assistito all’incidente. Qualche minuto dopo la prima slavina ne è caduta una seconda che non ha travolto nessuno.
“Stiamo seguendo la vicenda, siamo stati informati che ci sono due persone coinvolte ma non sappiamo altro – spiega il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi – Fatta salva la zona della valanga, la giornata prosegue normale sul territorio. Gli impianti sono aperti e dal punto di vista dell’innevamento è tra i migliori inizi di stagione degli ultimi anni”.
Nei giorni scorsi era stato comunicata la chiusura della passerella e della lunga scala in ferro che da Punta Helbronner porta al ghiacciaio del Toula: la struttura non era più sicura per la discesa degli sciatori verso la neve.
E’ di due sciatori deceduti il bilancio della valanga caduta oggi sul Monte Bianco, sotto Punta Helbronner, stazione d’arrivo della funivia Skyway di Courmayeur, a circa tremila metri di quota. I loro corpi sono stati estratti dalla neve dai soccorritori arrivati pochi minuti dopo il dis…
Rosa Marchetti
0 notes
Text
Inferno Salaria, esplode un distributore: due morti e 17 feriti, tre in codice rosso
(di Emanuela Ricci) Ieri una giornata di festa con la celebrazione della Santa Patrona dei Vigili del Fuoco, Santa Barbara ed oggi un tragico evento ha scosso l’intero Corpo. Nel tardo pomeriggio in prossimità Borgo Quinzio, in provincia di Rieti un distributore al Km 29 della Salaria ha preso fuoco in seguito all’esplosione di un’autocisterna di Gpl. E’ andato in fumo tutto quello che era intorno. Il bilancio è da bollettino di guerra: due morti, tra cui un vigile del fuoco, Stefano Colasanti di anni 52 e 17 feriti, tre dei quali molto gravi. Tra le vittime, oltre al vigile del fuoco, anche un uomo che al momento dell’esplosione dell’autocisterna di Gpl si trovava nei pressi del distributore. Subito dopo il boato sono intervenuti sul posto altri Vigili del Fuoco, alcuni dei quali durante le operazioni di spegnimento, sono rimasti feriti. L’esplosione sarebbe stata causata dall’autocisterna durante le operazioni di scarico di Gpl nel distributore di carburanti. A quanto si è appreso il vigile del fuoco Stefano Colasanti era lì per caso, stava attraversando la Salaria quando resosi conto della gravità della situazione non avrebbe esitato ad intervenire per mettere in sicurezza l’intera area.
Purtroppo la situazione di per sé molto rischiosa ha avuto l’epilogo peggiore. Sono in corso le indagini ed i rilievi dei vigili del fuoco e dell’autorità giudiziaria prontamente intervenuta. L’Italia piange le vittime e si stringe attorno ai loro famigliari. Dimostrazioni di particolare affetto e solidarietà si registrano su tutti i social indirizzate ai vigili del fuoco e al loro ennesimo eroe Stefano Colasanti. Le reazioni “Appresa la triste notizia del decesso del Vigile del Fuoco Stefano Colasanti, esprimo sentimenti di cordoglio al Capo del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e per il suo tramite alla famiglia, di cui fa parte, peraltro, il fratello Claudio appartenente alla Polizia di Stato, per la prematura scomparsa del proprio congiunto. La mia vicinanza va altresì alla famiglia della seconda vittima ed auguro una pronta guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti nel tragico evento” Queste le parole espresse dal Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli. “Si è trasformata in una bomba”: lo ha detto ad Askanews il questore di Rieti, Antonio Mannoni, “è stato un inferno, ma i soccorsi sono stati immediati”. “Ho appena sentito il capo dei vigili del fuoco Bruno Frattasi che mi ha aggiornato sull’incidente nel reatino. In questo momento il mio pensiero va alle famiglie delle vittime e ai feriti, ai quali auguro un pronto recupero ”, ha scritto su Twitter il premier, Giuseppe Conte. “Un pensiero commosso alle famiglie che stanno soffrendo e un grazie, per l`ennesima volta, agli eroici soccorritori. Da ministro faccio e farò di tutto per tutelare le donne e gli uomini che lavorano per la sicurezza degli Italiani, migliorando le condizioni lavorative e aumentando il personale”. Lo dice il ministro dell`Interno Matteo Salvini. “Voglio esprimere il mio personale cordoglio e quello di tutta l`Amministrazione regionale per le vittime della tragedia avvenuta questo pomeriggio sulla Via Salaria. Seguiamo con grande apprensione l`evolversi della situazione e siamo costantemente in contatto con le autorità e con i soccorritori che sono intervenuti immediatamente sul posto e che voglio ringraziare per il loro grande coraggio. La mia vicinanza alle persone coinvolte nell`incidente e alle famiglie delle vittime”. Lo scrive in una nota il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Read the full article
0 notes
Text
Genova, soccorsi sotto il ponte: le barelle con i feriti sui binari
Genova, soccorsi sotto il ponte: le barelle con i feriti sui binari
Le immagini del soccorso dei feriti sotto il ponte Morandi a Genova
Le auto schiacciate dalla massa di macerie. La pioggia che cade copiosa sui soccorritori accorsi sul posto. Il ponte sopra le teste che, spezzato, minaccia chi si sta prodigando per evitare che il bollettino di una immane tragedia si trasformi in una catastrofe. A Genova è crollato il ponte Morandiche sovrasta la…
View On WordPress
0 notes
Text
Video Incredibile, Messico, 150 morti e 4 milioni al buio
Messico, 150 morti e 4 milioni al buio
Sono 150 le vittime del terremoto che ha colpito ieri il Messico, il bilancio è purtroppo provvisorio, 4 milioni, invece, le persone rimaste al buio. Poco dopo le ore 13.00 di ieri, gli edifici si sgretolavano mentre la gente terrorizzata correva per strada. Solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32° anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato 10000 vittime. L'epicentro è stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Città del Messico, dove almeno 55 persone sono morte. Nella capitale, dove sono crollati una quarantina di edifici comprese due scuole, le vittime sono almeno 49, secondo l'ultimo bollettino del capo della protezione civile, Luis Felipe Puente. Tra le vittime, almeno 21 bimbi della scuola elementare Rebsamen, a Città del Messico, ed una maestra. Nello stato di Puebla, sempre secondo Puente, sono stati registrati 32 morti, nello stato di Messico 10 e nello stato di Guerrero 3. Soccorritori e volontari stanno lavorando senza sosta per estrarre le vittime dalle macerie. "E' emergenza nazionale", ha dichiarato il presidente Enrique Pena Nieto, attivando anche i militari per i soccorsi. Tutte le scuole sono state chiuse a Città del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L'aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, è stato riaperto solo in serata e sembra non vi siano stati registrati danni. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. "Dio benedica la gente di Città del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi", ha twittato ieri il presidente Donald Trump mentre l'ex presidente Barack Obama, sempre con un cinguettio, ha offerto le sue condoglianze inviando "un forte abbraccio a tutti. Messaggi di solidarietà sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dal venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell'Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa. Il terremoto sembra che abbia provocato anche un'eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, provocando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. E' il vulcano più attivo del Messico. L'ultima eruzione era stata registrata lo scorso luglio di quest'anno. Click to Post
0 notes
Text
Messico, 150 morti e 4 milioni al buio
Messico, 150 morti e 4 milioni al buio
Sono 150 le vittime del terremoto che ha colpito ieri il Messico, il bilancio è purtroppo provvisorio, 4 milioni, invece, le persone rimaste al buio. Poco dopo le ore 13.00 di ieri, gli edifici si sgretolavano mentre la gente terrorizzata correva per strada. Solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32° anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato 10000 vittime. L'epicentro è stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Città del Messico, dove almeno 55 persone sono morte. Nella capitale, dove sono crollati una quarantina di edifici comprese due scuole, le vittime sono almeno 49, secondo l'ultimo bollettino del capo della protezione civile, Luis Felipe Puente. Tra le vittime, almeno 21 bimbi della scuola elementare Rebsamen, a Città del Messico, ed una maestra. Nello stato di Puebla, sempre secondo Puente, sono stati registrati 32 morti, nello stato di Messico 10 e nello stato di Guerrero 3. Soccorritori e volontari stanno lavorando senza sosta per estrarre le vittime dalle macerie. "E' emergenza nazionale", ha dichiarato il presidente Enrique Pena Nieto, attivando anche i militari per i soccorsi. Tutte le scuole sono state chiuse a Città del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L'aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, è stato riaperto solo in serata e sembra non vi siano stati registrati danni. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. "Dio benedica la gente di Città del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi", ha twittato ieri il presidente Donald Trump mentre l'ex presidente Barack Obama, sempre con un cinguettio, ha offerto le sue condoglianze inviando "un forte abbraccio a tutti. Messaggi di solidarietà sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dal venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell'Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa. Il terremoto sembra che abbia provocato anche un'eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, provocando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. E' il vulcano più attivo del Messico. L'ultima eruzione era stata registrata lo scorso luglio di quest'anno. Click to Post
0 notes
Text
Messico, 150 morti e 4 milioni al buio
Messico, 150 morti e 4 milioni al buio
Sono 150 le vittime del terremoto che ha colpito ieri il Messico, il bilancio è purtroppo provvisorio, 4 milioni, invece, le persone rimaste al buio. Poco dopo le ore 13.00 di ieri, gli edifici si sgretolavano mentre la gente terrorizzata correva per strada. Solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32° anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato 10000 vittime. L'epicentro è stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Città del Messico, dove almeno 55 persone sono morte. Nella capitale, dove sono crollati una quarantina di edifici comprese due scuole, le vittime sono almeno 49, secondo l'ultimo bollettino del capo della protezione civile, Luis Felipe Puente. Tra le vittime, almeno 21 bimbi della scuola elementare Rebsamen, a Città del Messico, ed una maestra. Nello stato di Puebla, sempre secondo Puente, sono stati registrati 32 morti, nello stato di Messico 10 e nello stato di Guerrero 3. Soccorritori e volontari stanno lavorando senza sosta per estrarre le vittime dalle macerie. "E' emergenza nazionale", ha dichiarato il presidente Enrique Pena Nieto, attivando anche i militari per i soccorsi. Tutte le scuole sono state chiuse a Città del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L'aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, è stato riaperto solo in serata e sembra non vi siano stati registrati danni. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. "Dio benedica la gente di Città del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi", ha twittato ieri il presidente Donald Trump mentre l'ex presidente Barack Obama, sempre con un cinguettio, ha offerto le sue condoglianze inviando "un forte abbraccio a tutti. Messaggi di solidarietà sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dal venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell'Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa. Il terremoto sembra che abbia provocato anche un'eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, provocando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. E' il vulcano più attivo del Messico. L'ultima eruzione era stata registrata lo scorso luglio di quest'anno. Click to Post
0 notes