#bezzecca
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花粉症の炎症には高品質のオリーブオイルを。
3月のメールマガジンより

また今年も辛い花粉症が 大量飛散していて毎日辛い日々を送られているかと思います。毎年この時期には お知らせしておりますが 花粉症の炎症(ヒスタミン)を軽減させるには 高品質のオリーブオイルを 大匙スプーン1杯飲んで見て下さい。
私も酷い花粉症患者ですが 朝 昼 晩 大匙一杯のオリーブオイルを飲むとかなり症状が軽減されます。もう長年お伝えしてきていますが 高品質のオリーブオイルには 抗炎症作用があるのです。勿論全員の方に効果があると���言えませんが 昔沢山外回りをして辛そうな営業マンの方達 飲んで貰って効果がある方が多かったのです。
火を通さず そのまま生で 当社のオリーブオイルを 飲んで見て下さい。効果がなくても 健康的にはオリーブオイルは そのまま摂取すると コレステロール値を下げる働きもあるので 健康に良いのです。どうしても加熱してしまうと成分が壊れて酸化が進むのです。
良質のエキストラバージンオリーブオイルは 抗炎症作用と 抗酸化作用があります。
是非薬の前に一度試してみてはいかがでしょうか?
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Si conclude oggi il Villaggio di Natale del Gigante
Si conclude oggi il Villaggio di Natale del Gigante
Si concluderà oggi la prima positiva esperienza con il Villaggio di Natale del Gigante, il Mercatino delle cose belle e buone della Valle di Ledro che dal 26 dicembre ha animato il centro di Bezzecca con 25 realtà (tra stand e negozi) capaci di proporre prodotti di gastronomia e artigianato esclusivamente locali, sempre con orario di apertura 16.00-20.00.
Il programma del Villaggio di Natale del…
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LECCO: NUOVA VIABILITA' VIA ASPROMONTE E VIA BEZZECCA
LECCO: NUOVA VIABILITA’ VIA ASPROMONTE E VIA BEZZECCA
In vista delle modifiche viabilistiche che interesseranno nei prossimi mesi il ponte Azzone Visconti, al fine di ridurre il traffico sulla direttrice di scorrimento di via Leonardo da Vinci – viale Costituzione e di migliorare la viabilità di collegamento tra i ponti Kennedy e Visconti come previsto dal Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), nelle vie Aspromonte e Bezzecca sono in corso di…
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La stazione di ricarica per veicoli elettrici Neogy da 17 kW presso la Cassa Rurale di Ledro TN: ci sono un paio di ristoranti in zona,ed a 20 minuti a piedi si arriva al Lago di Ledro https://www.forumelettrico.it/forum/colonnina-neogy-17-kw-bezzecca-ledro-tn-viale-chiassi-17-t18603.html #Trento #Ledro
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キナリノモール連載コンテンツでご覧いただけます
フードオーケストラさんがご紹介くださいました

貴重な再入荷!店主が熱望したパスタの話 ―フードオーケストラ 大植亜希子さん | キナリノ
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🏰 Forte Ampola, collocato nell'omonima valle, insieme alle fortificazioni della Valle del Chiese, è un esempio di come le fortificazioni militari austriache ebbero un ruolo molto importante nella Terza guerra d'indipendenza. . 💥 Garibaldi e suoi uomini, dopo una perlustrazione della zona il 15 luglio, il 17 iniziarono l'assedio del forte. I bombardamenti causano la distruzione del tetto del forte, ma un colpo di un obice austriaco provoca la morte di un ufficiale e il ferimento di altri 16 soldati. . 🏳️ Il pomeriggio stesso gli austriaci alzano bandiera bianca, chiedendo la resa con l'onore delle armi, tuttavia Garibaldi rifiuta i termini proposti. Il pomeriggio seguente, gli austriaci presentano la stessa richiesta che ottiene l'ennesimo rifiuto da parte del generale. Il pomeriggio del 19, il comandante del forte, il tenente von Crua, alza bandiera bianca e si consegna ai garibaldini. . ⚔️ L'assedio costò agli austriaci un morto, 25 feriti e 178 prigionieri. Agli italiani 2 morti e 31 feriti. Forte Ampola verrà successivamente raso al suolo per ordine di Garibaldi. Nonostante la perdita del forte, gli austriaci, durante l'assedio, ebbero la possibilità di riorganizzarsi in vista della battaglia di Bezzecca. . 👉In vista di una uscita alla scoperta di queste fortificazioni, seguiteci per ulteriori approfondimenti! . 💻Www.acrimperi.it #acrimperi #kkarmee #austrianarmy #uniform #rievocazione #livinghistory #history #historicalclothing #costumehistory #costume #historical #lovehistory #forteampola (presso Associazione Cultura e Rievocazione Imperi) https://www.instagram.com/p/CCxjLh7iA6D/?igshid=11znoybkyf3e
#acrimperi#kkarmee#austrianarmy#uniform#rievocazione#livinghistory#history#historicalclothing#costumehistory#costume#historical#lovehistory#forteampola
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Day 57 | 11:43 am | 🌤 9º | Balcony of the room B108, IED Bezzecca Campus, via Bezzecca, Porta Vittoria, Milan
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Sanremo (IM): Via Bezzecca https://ift.tt/2K5dbzW
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Francesco Hayez - Milano - Brera - Verdi - 1841
Ecco la cronologia dei fatti che, soprattutto in Francia e in Italia, hanno condotto dalla Rivoluzione francese alla Prima guerra mondiale.
1774: Luigi XVI re di Francia; 1786: insolvenza delle casse statali in Francia; 1789: convocazione degli Stati Generali e presa della Bastiglia; 1791: la famiglia reale arrestata a Varennes; 1792: proclamazione della Repubblica; 1793: Luigi XVI ghigliottinato. Terrore. Decapitazione di Maria Antonietta; 1794: Robespierre ghigliottinato.
1796 - 1797: Prima campagna d’Italia sotto la guida di Napoleone (Lodi, Arcole, Rivoli e Trattato di Campoformio con la conquista del Piemonte e della Lombardia); 1799: Napoleone Primo Console; 1800: Seconda campagna d’Italia (Marengo, Trattato di Luneville con la conferma dei territori italiani); 1804: Napoleone imperatore; 1805: Battaglie di Ulm, Trafalgar, Austerlitz e Trattato di Pressburg con la conquista del Veneto; 1806: Battaglie di Jena e Auerstadt con la presa di Berlino e della Prussia; 1806: Battaglie di Eylau, Heilsberg, Friedland e Trattato di Tilsit fra Napoleone e Alessandro I; 1809: Vittoria di La Coruna e ristabilimento dell’ordine in Spagna; 1809: Wagram e pace di Schonbrunn con pesanti concessioni austriache; 1812: Campagna di Russia (Smolensk, Borodino e ritirata dopo la conquista di Mosca); 1813: Battaglie di Lutzen, Bautzen, Dresda e sconfitta di Lipsia; 1814: esilio dell’Elba; 1815: sconfitta di Waterloo; 1820: arresto di Silvio Pellico a Milano; 1821: morte di Napoleone in esilio a Sant’Elena. Moto carbonaro a Torino di Santorre di Santarosa.
1825: a Roma condanna a morte di Angelo Targhini e Leonida Montanari;
1831: a Modena moto di Ciro Menotti, Giuseppe Mazzini a Marsiglia fonda la Giovine Italia;
1832: pubblicata a Torino l'autobiografia di Silvio Pellico, Le mie prigioni; 1846: elezione di papa Pio IX; 1848: Cinque giornate di Milano. Vittorie di Pastrengo e Goito, sconfitte a Custoza e Novara di Carlo Alberto contro Radetsky (Prima Guerra d'Indipendenza): abdicazione del re e salita al trono di Vittorio Emanuele II in Piemonte e di Francesco Giuseppe in Austria; 1849: Repubblica Romana e Repubblica di San Marco. Ascesa in Francia di Napoleone III; 1852: Cavour Primo Ministro in Piemonte
1856: guerra di Crimea
1858 accordi di Plombières fra Cavour e Napoleone III; 1859 attentato di Felice Orsini contro Napoleone III. Seconda guerra d'indipendenza (Battaglie di Montebello, Palestro, Magenta, Solferino e San Martino) e pace di Villafranca. Dimissioni di Cavour, Lamarmora Primo Ministro. 1860 Cavour ritorna al potere. Spedizione “dei Mille”; 1861 Vittorio Emanuele II re d'Italia. Morte di Cavour. Ricasoli Primo Ministro
1862 Rattazzi Primo Ministro. Incidente dell’Aspromonte. Farini Primo Ministro
1863 - 1864 Marco Minghetti Primo Ministro. Questione Romana
1866 Guerra franco-prussiana fra Napoleone III e Bismark. Terza guerra d'indipendenza (Garibaldi vince a Bezzecca, sconfitte di Custoza e Lissa. Annessione del Veneto
1869 - 1873 Giovanni Lanza con Quintino Sella ministro delle Finanze riducono le spese militari e completano la conquista di Roma nel 1870
1877 Morte di Vittorio Emanuele II. Umberto I re
1876-1887 governi della Sinistra storica (Depretis);
1887 - 1893 Governo Crispi. Triplice Alleanza. Sconfitta di Dogali, conquista di Asmara e dell’Eritrea; 1892-1893 Governo Giolitti. Scandalo della Banca Romana
1893 - 1896 Francesco Crispi fallisce l’avventura coloniale con le sconfitte di Ambra Alagi e Adua 1900 Antonio Di Rudinì Primo Ministro. Bava Beccaris cannoneggia i rivoltosi a Milano. Umberto I assassinato a Monza. Vittorio Emanuele III re 1903 - 1914 Governi Giolitti. Terremoto di Messina. Conquista della Libia 1914-1917 Il liberale Giolitti soccombe all’avvento dei partiti di massa. Governo Salandra. Settimana rossa. Attentato di Sarajevo. Prima guerra mondiale. Paolo Boselli Primo Ministro 1917-1919 Ministero Vittorio Emanuele Orlando e Sidney Sonnino Ministro degli Esteri negoziano malamente a Parigi ottenenendo Trieste, Trento, l’Alto Adige, ma non Fiume 1919-1920 Ministero Francesco Saverio Nitti. Ascesa dei partiti di massa, popolari e socialisti 1920-1921 Giovanni Giolitti non riesce a coinvolgere i socialisti di Turati e deve fronteggiare l’avventura di Fiume di Gabriele D’Annunzio. Ivanoe Bonomi non ferma lo squadrismo fascista 1922 Governo Facta. Marcia su Roma. Mussolini al governo.
1943 - 1944 Graziano Badoglio Primo Ministro. Umberto II re.
1944 - 1945 Ivanoe Bonomi
1945 Ferruccio Parri
1945 - 1953 Alcide De Gasperi
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20 giugno 1866, inizia la terza guerra di indipendenza italiana
20 giugno 1866, inizia la terza guerra di indipendenza italiana
Il 20 giugno 1866 iniziava la Tera Guerra di Indipendenza italiana, anche se l’inizio delle ostilità era stato fissato per il 23 successivo. Lo scoppio delle ostilità faceva seguito all’alleanza italo-prussiana del precedente 8 aprile ed ebbe origine dalla necessità di Italia e Prussia di eliminare l’influenza dell’Austria sulle rispettive nazioni.
Il Regno d’Italia durante la breve guerra verrà…
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#Alfonso La Marmora#Battaglia di Bezzecca#Battaglia di Custoza#Battaglia di Lissa#Giuseppe Garibaldi#Terza Guerra di indipendenza
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Bezzecca ; Don’t Go
@avereforza
With each passing day, each battle lost, Roderich became increasingly aware of his fate. It seemed only recently had he been at the height of his power, back in good shape after the fall of the French, Empire attached to his name once again.
But the Austrian Empire was weakening.
Perhaps he’d known it from the start. He didn’t have the military prowess that Prussia possessed, or overseas colonies like Britain. And when Prussia had declared war on him once again, after having lost before in the past, Roderich was determined to emerge victorious. But it was becoming more and more painfully clear that he was going to lose. At this point, only a month into their war, he’d practically already lost. He was fighting a war on two fronts with no allies at his side, just an ache in his chest and a looming sense of betrayal. For not only was he at war with Prussia, but he was at war with Italy as well.
Feliciano had certainly expressed his discontent in the past, quite recently, but Roderich, even then, was terrified. Terrified that he’d lose yet another person he cared about. So he clung, he fought back, he refused to give up his Italian territory, and he’d kept Feliciano near his side for fear of him leaving. Later he’d look back at his paranoia and feel deep regret, for all he’d done was push his ward further and further from him.
They were bound to meet on the battlefield at some point. After a decisive lost against Prussia in Königgrätz, Roderich had retreated with his troops into Northern Italy, taking the city of Bezzecca. Of course, this was met with opposition. Italian troops were attempting to take back the city, and from where Roderich stood, away from the fighting, he could sense it.
Feliciano was here. And it was only a matter of time before they met face to face.
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IED Istituto Europeo del Design: open day e borse di studio 2018
Milano, Roma, Torino, Venezia, Firenze, Cagliari e Como: sono le città italiane in cui si trovano le sedi Ied Istituto Europeo di Design che, sabato 17 marzo, apriranno le porte agli studenti curiosi di conoscere i percorsi creativi della scuola, declinati in corsi triennali, master, corsi di specializzazione e formazione avanzata nelle aree Design, Moda, Arti Visive e Comunicazione.
Durante la giornata sono previsti momenti di informazione e orientamento, occasioni di confronto con i coordinatori, i docenti, gli studenti IED in corso ma anche gli alumni, oggi professionisti di livello che hanno studiato qui. Proprio dal 17 marzo, poi, sarà anche aperto il bando per concorrere a una delle 105 borse di studio a copertura del 100% e del 50% sulla retta di frequenza dei corsi Triennali e Professional Training Program.
“Lo scorso anno in occasione delle giornate di Open Day – dichiara Fabrizia Capriati, Responsabile Comunicazione IED Italia – l’Istituto Europeo di Design, attivo ormai da più di 50 anni, ha riunito in tutte le sedi Italia più di 5.000 creativi fra studenti delle scuole superiori, designer, talenti emergenti e giovani, curiosi di conoscere il mondo della formazione nei settori della creatività.
Ecco indirizzo di tutte le sedi e nel link il programma dell’open day:
IED MILANO – Via A. Sciesa, 4 e via Bezzecca, 5 – dalle 10.30 alle 16.00 IED ROMA – Via Alcamo, 11 – dalle 9.30 alle 16.30 IED TORINO – Via San Quintino, 39 – dalle 14.00 alle 18.00 IED VENEZIA – Palazzo Franchetti, Campo S. Stefano, S. Marco, 2842 – dalle 10.30 alle 19.00 IED FIRENZE – Via Bufalini 6/r – dalle 10.00 alle 17.00 IED CAGLIARI – Villa Satta – Viale Trento, 39 – dalle 10.00 alle 13.30 IED COMO – Accademia Aldo Galli – Via Petrarca, 9 – dalle 10.00 alle 20.00
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Il week end del 5 e del 6 ottobre sta arrivando e porterà con sé l’evento dell’anno per la Città di Desenzano del Garda: le Frecce Tricolori voleranno sui cieli della Capitale del Garda catalizzando l’attenzione e la curiosità di migliaia di persone. L’orgoglio di poter ospitare, per la prima volta a Desenzano, una manifestazione di tale portata deve tuttavia fare i conti con la giusta attenzione che bisogna porre nell’organizzazione della stessa. Per questo, il sindaco Guido Malinverno e il comandante della Polizia Locale Carlalberto Presicci, hanno emesso una serie di provvedimenti ed ordinanze volti al controllo, alla sicurezza e alla tutela di cittadini residenti e turisti.
SCUOLE.
La prima ordinanza sindacale da sottolineare è quella riguardante gli istituti scolastici nella giornata delle prove di “Ali su Desenzano”, ovvero sabato 5 ottobre: ebbene in questa data è stata disposta la chiusura di tutte le scuole presenti sul territorio desenzanese per evitare sovrapposizioni di orari che andrebbero a congestionare il traffico cittadino, data la potenziale affluenza di veicoli che giungeranno per assistere all’Air Show.
COMMERCIANTI AMBULANTI.
In questo caso il provvedimento comprende tutta la durata della manifestazione, 5 e 6 ottobre, e riguarda la categoria dei commercianti ambulanti. Sarà infatti vietato l’esercizio del commercio su area pubblica, svolto in qualsiasi forma, su tutto il territorio di Desenzano del Garda comprese banchine e piazzuole. Questo significa che il mercato settimanale di Rivoltella, che tradizionalmente si svolge di domenica, il mercato dell’Antiquariato in Piazza Malvezzi e il mercatino dell’Artigianato in via Roma saranno cancellati per l’occasione.
CONTENITORI DI BEVANDE.
Per motivi di sicurezza e di ordine pubblico non sarà permesso, nelle due giornate di svolgimento dell’evento dalle ore 7:00 alle ore 13:00, detenere bevande all’interno di contenitori di vetro o all’interno di lattine e, a maggior ragione, non sarà possibile somministrare bevande in bicchieri di vetro.
L’unica deroga è prevista per gli esercenti presenti nella zona dove vige il divieto, ovvero quella fascia da cui gli avventori potranno vedere l’esibizione delle Frecce. Ma anche in questo caso, i gestori dei locali, avranno obbligo di recupero del vetro in maniera costante e in tempi più rapidi possibili.
ACCESSI A LAGO.
Saranno due gli accorgimenti in merito all’accessibilità di alcune aree: la prima riguarda la delimitazione della zona a lago compresa tra il parcheggio Maratona e l’area verde in località Madonna della Villa; questo tratto sarà suddiviso in settori ad accesso controllato, contingentato e a numero chiuso. La seconda area interessata è quella della diga foranea: qui, sarà vietato lo stazionamento al pubblico e sarà consentito il solo transito ai possessori o utilizzatori delle imbarcazioni ormeggiate. Anche sul ponte Feltrinelli sarà rigorosamente vietato lo stazionamento.
Gli uffici comunali, ad ogni modo, si occuperanno di effettuare costanti controlli e di apporre l’opportuna segnaletica nelle zone interessate.
VIABILITA’.
E’ il punto più complicato per ovvie questioni di presenza in sovrannumero i veicoli che giungeranno sul territorio comunale nei giorni di sabato 5 e domenica 6 ottobre. Il Comandante della Polizia Locale Carlalberto Presicci ha pertanto ordinato la modifica della viabilità secondo questi criteri.
SABATO 5 DALLE ORE 9:00 SINO A FINE ESIGENZE (ORE 15:00 PRESUMIBILMENTE).
Chiusura progressiva al traffico di via Valtenesi dal confine con il Comune di Lonato, di via del Vo’, del Lungolago Cesare Battisti, di viale Gramsci e del tratto di viale Marconi dalla rotatoria con viale Andreis. Circolazione interdetta anche per i tratti che da via Bezzecca, via Residenze, via Zadei, via Giotto, viale Michelangelo, via Foscolo, via Giovanni XXIII e fino alla via dei Colli Storici, portano al centro di Desenzano.
Viale Andreis, dal confine con Comune di Lonato e fino alla rotatoria con viale Marconi, potrà essere percorsa soltanto in direzione dell’ospedale e solo dai veicoli diretti al nosocomio.
Viale Agello, per chi proviene da Sirmione, sarà chiusa all’altezza della rotatoria di via dei Colli Storici.
DOMENICA 6 DALLE ORE 7:00 SINO A FINE ESIGENZE (ORE 16:00 PRESUMIBILMENTE).
Confermate tutte le chiusure delle vie di sabato; sarà sempre possibile uscire dall’area interdetta alla circolazione secondo le indicazioni che saranno fornite dagli addetti ai lavori.
Le deroghe per l’accesso all’area interdetta sono le seguenti: residenti, taxi, mezzi espressamente autorizzati, veicoli a disposizione delle persone disabili per raggiungere l’Istituto dei Rogazionisti, veicoli in servizio NCC con prenotazione al seguito.
Inoltre i clienti di hotel/alberghi/CAV muniti di prenotazione potranno accedere entro le ore 9:00 e dopo le ore 13:00.
PIANO DI SICUREZZA.
Il piano di sicurezza e viabilità straordinaria è stato illustrato alle categorie professionali e alla cittadinanza nel corso dell’incontro avvenuto ieri, mercoledì 24 settembre, in sala Pelèr. Inutile dire che il piano ha incontrato la piena approvazione della Prefettura e delle Forze dell’Ordine convocate per l’esame e il via libera definitivo.
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Frecce Tricolori: tutte le informazioni e le ordinanze in vista del 5 e 6 ottobre Il week end del 5 e del 6 ottobre sta arrivando e porterà con sé l’evento dell’anno per la Città di Desenzano del Garda: le Frecce Tricolori voleranno sui cieli della Capitale del Garda catalizzando l’attenzione e la curiosità di migliaia di persone.
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GROTTAMMARE – Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo organizza la prima edizione di Percorsi di Gusto, l’evento che sabato 11 e domenica 12 maggio coinvolgerà 12 locali del centro cittadino di Grottammare in 3 diversi percorsi enogastronomici.
Sabato a cena e domenica a pranzo, utilizzando gli appositi ticket, si potranno scegliere 3 percorsi e assaggiare, con 4 diverse tappe, le specialità proposte dai locali aderenti: del percorso Pesce (costo 25 euro) fanno parte il Cin Cin Bar, il Bistrot Kursaal, i Bagni Maria Fiori 43, la gelateria Camelli, il percorso Carne (costo 20 euro) coinvolge invece il Pineta Caffè, il pub Dillà, la pizzeria Concetti, la gelateria Gelatissima e il percorso Vegetariano (costo 18 euro) sarà proposto dall’Osteria Infinito, la pizzeria Big, La Bottega Bio Mirtillo Viola, la gelateria La Meraviglia.
Percorsi di Gusto vuole mettere in rete il lavoro e l’identità dei diversi locali che hanno aderito all’iniziativa, dando la possibilità ai clienti di poter sperimentare, in un’unica occasione, la proposta alimentare di diverse realtà culinarie del territorio. L’obiettivo è quello poi di replicare questo evento anche in altri comuni del territorio, diventando così nel tempo un format identitario, di rilievo commerciale e turistico.
“Quando le realtà commerciali si uniscono anche soltanto per una manifestazione, – hanno dichiarato l’Assessore Lorenzo Rossi e Samuela Castelletti, Consigliera delegata alle Attività Produttive del Comune di Grottammare – è sempre un successo, e il plauso va alla Confartigianato che ha saputo coinvolgere tante energie diverse. È un progetto in sintonia con quanto da anni l’amministrazione comunale persegue, ovvero la collaborazione degli operatori, anziché la loro competizione, come beneficio per tutti.”
I ticket possono essere acquistati direttamente in Piazza Fazzini sabato 11 dalle 18 alle 21.30 e domenica 12 dalle 11.30 alle 14.30 oppure in prevendita tutti i giorni dalle 8:30 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 (escluso il sabato e la domenica) presso l’ufficio di Confartigianato sede di San Benedetto del Tronto, Via Bezzecca 30. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a vistare la pagina facebook “PercorsidiGustoMarche” oppure chiamare il numero 340.3396929.
Questi i menù:
PERCORSO CARNE
Pineta Caffè Grottammare
Affettato misti dei monti Sibillini
Calice di vino oppure prosecco
Dillà
Ravioli di carne con pancetta, zucchine e pomodorini sfumati con birra belga Ciney
Birra piccola oppure calice di vino
Pizzeria Concetti
2 spedini di pollo
2 olive ascolane
Trancetto di pollo arrosto
2 minipizze
Bicchiere di vino o Crodino
Gelatissimagrottammare
Cono Piccolo alla frutta o Black Hawaii (carbon black coconut water)
PERCORSO PESCE
Cin Cin Bar
Ostriche, cannelli e fasolari crudi
Passerina spumantizzata Santori
Bistrot Kursaal
Spaghetto Baldoni alle vongole e zenzero
Calice di vino fermo o brut
Bagni Maria Fiori
Frittura mista di paranza
Calice di vino
Camelli Gelateria
Sorbetto al limone o frozen yogurt con fragole di Ripatransone e menta iceberg di Grottammare
PERCORSO VEGETARIANO
Osteria Infinito
Insalata DI Riso con verdure bio a km 0
Calice di bianco
Pizzeria big
2 tranci di pizza vegetariana
bibita 0.33
Mirtillo bottega bio
Frittatina al vapore con piselli freschi e insalata di spinaci crudi in agrodolce
Bicchiere di vino azienda Agricola San Filippo Offida
Gelateria La Meraviglia
Cono piccolo come vuoi tu…
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2024年初搾りオリーブオイルはいかがでしょうか?
例年より少し辛口でしょうか?

オリーブオイルが辛いというのは 恐らく舌の上でではなくて 喉にピリピリする辛さではないでしょうか? これはポリフェノールの刺激による物ではないでしょうか? 上質なオリーブオイルは 抗炎症作用があり 喉などに炎症がある場合には 人によって咳き込む位辛さを感じる方もいらっしゃれば 何も感じないお客様もいます。
今年は花粉症も早くスタートするようなので 花粉症の炎症 ヒスタミンの分泌を抑える働きとしてオリーブオイルを大匙で飲んでみては如何でしょうか?
無濾過とは オリーブの細かい実が残っていますので 少しだけ辛みと香りが強いと思います。濾過タイプは 全てをフィルターを通してしまうので クリアーでマイルドな味わいとなりますよ。お皿にだした だけでは 無濾過と濾過は判別がつきませんが 瓶を光に翳して頂きますと 無濾過は瓶の底に沈殿物があります。でも濾過タイプは 何もありませんよ。
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Giuseppe Mazzini e i Mazziniani salentini
G. Toma, O Roma o morte
di Maurizio Nocera
Perché ricordare oggi Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872), a 146 anni dalla morte? Semplicemente, almeno questo vale per me, perché sembra che in questo nostro Paese di gambe all’aria e di false notizie propalate a piene mani da ogni parte, ci si sia dimenticati della storia e delle buone maniere anche nelle minime faccende quotidiane. E allora, e questo vale sempre in primo luogo per me, ricordare Mazzini significa ricordare un esempio di buona patria, di buona politica repubblicana, di democrazia concreta, ed anche, perché no?, di buona letteratura, se pensiamo che, sin da giovinetto, egli amò la musica (suonava la chitarra) e lesse Goethe, Alfieri, Leopardi, Foscolo, Shakespeare, Manzoni, altri ancora.
Oggi i suoi scritti hanno ancora un loro valore politico-letterario. Li cito a partire dal primo, che fu Dell’amor patrio di Dante (1926). Mazzini fu giornalista, e il suo primo impiego in quanto tale fu presso «l’Indicatore Genovese» (Genova, 1827-1828, chiuso dalla censura), sul quale, ancora giovanissimo, iniziò a pubblicare recensioni di libri patriottici, fino, successivamente, da uomo maturo, ad arrivare alla fondazione e direzione di importanti periodici come «l’Apostolato Popolare», «Il Nuovo Conciliatore», «L’Educatore», «Le Proscrit. Juornal de la République Universelle», «Il tribuno», «Pensiero e azione», «Roma del popolo». Scrisse importanti opere come Atto di fratellanza della Giovane Europa (1834), Scritti politici inediti (Lugano 1844), Del dovere d’agire (1855); Ai giovani d’Italia (1859); e l’importanti libro Dei doveri dell’uomo. Fede ed avvenire (Lugano, 1860), non a torto ritenuto il primo manifesto di libertà e democrazia dei popoli della nuova epoca, nel quale inserì un appello Agli operai italiani:
«A voi, figli e figlie del popolo, io dedico questo libretto nel quale ho accennato i principii in nome e per virtù dei quali voi compirete, volendo, la vostra missione in Italia: missione di progresso repubblicano per tutti e d’emancipazione per voi. Quei che per favore speciale di circostanze o d’ingegno, possono più facilmente addentrarsi nell’intelletto di quei principii, li spieghino, li commentino agli altri, coll’amore, col quale io pensava, scrivendo, a voi, ai vostri dolori, alle vostre vergini aspirazioni alla nuova vita che – superata l’ingiusta ineguaglianza funesta alle facoltà vostre – infonderete nella Patria Italiana […] Le divisioni naturali, le innate spontanee tendenze dei popoli, si sostituiranno alle divisioni arbitrarie sancite dai tristi governi. La Carta d’Europa sarà rifatta. La Patria del Popolo sorgerà, definita dal voto dei liberi, sulle rovine della Patria dei re, delle caste privilegiate. Tra quelle patrie sarà armonia, affratellamento. E allora, il lavoro dell’Umanità verso il miglioramento comune, verso la scoperta e l’applicazione della propria legge di vita, ripartito a seconda delle capacità locali e associato, potrà compiersi per via di sviluppo progressivo, pacifico: allora, ciascuno di voi, forte degli affetti e dei mezzi di molti milioni d’uomini parlanti la stessa lingua, dotati di tendenze uniformi, educati dalla stessa tradizione storica, potrà sperare di giovare coll’opera propria a tutta quanta l’Umanità» […] La Patria è una, indivisibile. Come i membri d’una famiglia non hanno gioia della mensa comune se un d’essi è lontano, rapito all’affetto fraterno, così voi non abbiate gioia e riposo finché una frazione del territorio sul quale si parla la vostra lingua è divelta dalla nazione» (vd. G. Mazzini, I doveri dell’uomo, Sansoni – La Meridiana, Firenze, 1943, pp. 5, 57 e 61).
Va subito detto che se non ci fosse stato Giuseppe Mazzini, e con lui Giuseppe Garibaldi, Liborio Romano e, per alcuni eventi specifici, Cavour (che non amò mai il patriota, anzi fece di tutto per incarcerarlo e persino farlo condannare a morte), mai si sarebbe raggiunta l’Unità d’Italia; unità che significò in primo luogo liberare l’Italia dalla presenza sul suo suolo degli eserciti di altre potenze europee. Per questo suo alto obiettivo politico (Unità nazionale retta da una Repubblica con un governo centrale) fondò e diresse movimenti politici e diversi periodici.
Si pensi alla “Giovine Italia” (1831), alla “Associazione Nazionale Italiana” (1848) e al “Comitato Nazionale Italiano” (1850) e, nello spirito di un sincero internazionalismo patriottico, si spinse a fondare la “Giovine Germania” (1834) e la “Giovine Polonia” (1835) per l’unificazione nazionale di quei paesi, ai quali si deve aggiungere la fondazione della “Giovine Europa” (1866) per l’unificazione dello stesso vecchio continente attraverso un Fronte unito che chiamò “Alleanza Repubblicana Universale”, da cui nacque il “Comitato Centrale Democratico Europeo” (1850). Uno dei capolavori politici di Mazzini, purtroppo sconfitto poi dalla reazione più nera, fu la Repubblica Romana (1849), che diresse per alcuni mesi assieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini (il cosiddetto triumvirato), al quale un contributo notevole apportò Carlo Pisacane.
Inutile aggiungere che per la sua passione politica e per l’Unità d’Italia soffrì il carcere, le percosse, l’esilio (per lunghi anni a Londra) e più volte la condanna a morte in contumacia.
Il 3 giugno 1888, sul periodico dell’Associazione Democratica Elettorale di Gallipoli – lo «Spartaco» – Victor Hugo, autore francese a noi molto noto, scrisse:
«Pour Mazzini il y a la libertè. Pour Garibaldi il y a la patrie. Pour nous il y a l’Italie».
Nel Salento come pure nella nostra Gallipoli operarono i mazziniani repubblicani, a cominciare da Epaminonda Valentino, (Napoli 1811 – Lecce 1849), fondatore della “Giovine Italia” nell’allora Regno di Napoli e il primo introduttore nella stessa Gallipoli e a Lecce. Epaminonda aveva sposato Rosa de Pace, sorella di Antonietta, il cui solo nome per noi gallipolini è una bandiera. Epaminonda, nel maggio 1848, partecipò ai moti insurrezionali di Napoli e di Lecce, aderì al Circolo patriottico di Terra d’Otranto (fondato il 29 giugno 1848). In seguito alla sua partecipazione ai moti insurrezionali, venne arrestato a Lecce il 30 ottobre 1848, assieme a Sigismondo Castromediano (Cavallino), i fratelli Stampacchia (Lecce), Gaetano Brunetti (Lecce), più altri. Epaminonda fu condannato a morte ma, prima ancora dell’esecuzione, morì nel penitenziario di Lecce nel 1849 tra le braccia del Castromediano. Dell’atroce modo in cui egli mori, lo storico Pier Fausto Palumbo ha scritto: «Fin dal 29 settembre (1848) una prima vittima fu fatta: nelle braccia del Bortone e del Castromediano era spirato, in carcere [si tratta del carcere dell’Udienza o carcere centrale di Lecce], a soli trentotto anni, Epaminonda Valentino, gallipolino d’elezione per le nozze con Rosa de Pace, fondatore in provincia della “Giovine Italia”» (vd. P. F. Palumbo, Terra d’Otranto nel Risorgimento, in «Studi Salentini», X, dicembre 1960, p. 165).
Anche Sigismondo Castromediano, che lottò esemplarmente contro il Borbone, nelle sue Memorie scrive una chiara pagina patriottica su questo straordinario napoletano rivoluzionario repubblicano mazziniano, salentino e gallipolino d’elezione:
«Epaminonda lasciava la giovane moglie, Rosa de Pace, e due figlioletti ancora piccini, che amava sino alla follia, e con essi Antonietta sua cognata […] La nuova dolorosa giunse a quelle donne in Gallipoli per via di nostre lettere, e a conforto di loro sventura e a venerata memoria dell’estinto loro inviammo un’iscrizione lapidaria…» (vd. Aspetti e figure del Salento nelle parti inedite delle “Memorie” di Sigismondo Castromediano, a cura di Aldo Vallone, in «Studi Salentini», III-IV, giugno-dicembre 1957, p. 174).
Accanto a Epaminonda c’è da annoverare anche suo figlio Francesco Valentino (Gallipoli, 1835 – Pieve di Ledro, 1866), nipote di Antonietta de Pace. Morì da patriota nelle battaglie risorgimentali, convinto repubblicano, prendendo parte nelle associazioni democratiche e nel giornalismo rivoluzionario di Marsiglia e di Genova. Nel 1866 indossò la camicia rossa garibaldina morendo a Pieve di Ledro, nei pressi di Bezzecca (Trento) nella battaglia contro l’impero austro-ungarico in quella campagna militare che Garibaldi intraprese per la liberazione di Trento e Venezia. Del figlio Francesco, nel commentare la battaglia di Bezecca (24 giugno 1866) riporto quanto scrisse il corrispondente di guerra Augusto Vecchi:
«Il povero Valentino è morto, colpito al petto, gridando “Viva l’Italia”».
E come non ricordare ora Antonietta de Pace (Gallipoli, 2 febbraio 1818 – Capodimonte, 4 aprile 1893), cognata di Epaminonda e zia di Francesco, patriota e rivoluzionaria gallipolina, repubblicana mazziniana fin dalla prima ora, alla cui opera la città di Lecce ha intitolato una via e un istituto scolastico di secondo grado. Dopo la morte del cognato e del nipote, la responsabilità dell’attività cospiratrice nel Salento ricadde proprio su di lei. Così la ricorda Pier Fausto Palumbo:
«Animatori della vasta cospirazione mazziniana, e segretari del Comitato centrale di Napoli, i due salentini Fanelli e Mignogna. Collaboratrice instancabile e preziosa, Antonietta de Pace: ad essa facevano capo i Comitati di Lecce, di Brindisi, di Ostuni, di Taranto; e fu essa, con la madre dei Poerio, la moglie del Settembrini, la figlia di Luigi Leanza, poi moglie di Camillo Monaco, a intrattenere gli ancor più rischiosi rapporti coi galeotti politici di Procida, Santo Stefano, Ventotene, Montesarchio e Montefusco. Le corrispondenze segrete tra Santo Stefano e Napoli passavano per Ventotene, i cui reclusi erano giunti a dare tale fastidio al governo che, per liberarsene, preferì disfarsi dei meno pericolosi (…) La guerra di Crimea, riaccendendo le speranze, si fece leva sui militari, con una società mazziniana tutta particolare per loro. Anche di questa, animatori furono il Mignogna e la de Pace, che vennero arrestati: l’uno si ebbe cinquanta legnate e l’eroica donna fu per quarantasei volte inquisita. Al processo che ne seguì, il Mignogna s’ebbe condanna all’esilio, la de Pace fu assolta [dopo aver scontato 18 mesi di carcere preventivo]» (vd. P. F. Palumbo, Terra d’Otranto nel Risorgimento, in «Studi Salentini», X, dicembre 1960, p. 167).
È nota la vicenda che vuole la de Pace entrare in Napoli liberata al fianco di Giuseppe Garibaldi. Era il 6 settembre 1860 e da lì, da quella città del Sud, l’Italia iniziava la sua nuova era di paese unito. Oronzo Colangeli, che fu preside per molti anni dell’Istituto Professionale Femminile “Antonietta de Pace” di Lecce, presso il quale anche chi qui scrive ha insegnato per diversi anni, così ricorda la Gallipolina: «Mazziniana convinta e repubblicana, non si scostò mai dalla sua linea ideale pur adattandosi, per un consapevole senso di civile partecipazione al momento storico che attraversava l’Italia […] Con una fede pari a quella degli apostoli del nostro Risorgimento non ebbe incertezze neppure nei momenti più difficili ed oscuri della reazione. Perseguita dalla polizia e dai tribunali borbonici non vacillò, trovando in se stessa le risorse morali per resistere agli inquisitori e risorgere in adamantina coscienza di riaffermata libertà. Esempio purissimo delle migliori tradizioni delle donne italiche che, in tempi dolorosi e di triste servaggio, seppero credere nel radioso avvenire della Patria» (vd. O. Colangeli, in Antonietta de Pace, Patriota Gallipolina, Istituto Professionale Femminile di Stato – Lecce, Editrice Salentina, Galatina 1967, pp. 73-74).
E ancora, come non ricordare Bonaventura Mazzarella (Gallipoli 8 febbraio 1818 – Genova 6 marzo 1882), avvocato e magistrato gallipolino ancor prima dei moti risorgimentali del 1848, repubblicano mazziniano sin dalla prima ora. A Lecce fondò il primo nucleo del Partito d’azione d’ispirazione mazziniana con la costituzione dei primi Comitati collegati ai Circoli. Nel maggio 1848, sempre a Lecce città, uno di questi Comitati prese il nome di Circolo Patriottico Provinciale di Terra d’Otranto, che vide al suo interno il fior fiore della migliore gioventù, fra cui Giuseppe Libertini, Sigismondo Castromediano, Annibale D’Ambrosio, Oronzio De Donno, Alessandro Pino, Nicola Schiavoni, Cesare Braico, Emanuele Barba, altri ancora. Mazzarella fu eletto presidente del Circolo dedicandosi all’organizzazione della Deputazione Provinciale, dalla quale sarebbe nata, dopo l’Unità d’Italia, quella struttura amministrativa che noi oggi conosciamo col nome di Provincia. Il 30 aprile 1849, Bonaventura Mazzarella fu l’unico salentino, assieme ad altri trenta emigrati repubblicani, ad combattere sotto le mura di Roma nella difesa della Repubblica. In tutta la sua vita fu sempre coerente rimanendo repubblicano mazziniano. Passò il resto della sua vita a Genova, dopo essere stato deputato per alcune legislature e, per decenni, consigliere comunale di quella città.
A Gallipoli, tra i repubblicani mazziniani, ci fu anche Eugenio Rossi (Gallipoli 1831-1909), il quale partecipò a tutte le iniziative politiche e militari contro il Borbone e per l’unità nazionale, ad iniziare dal maggio del 1848. Dopo l’Unità d’Italia si arruolò, per mezzo del “Comitato per Roma e Venezia”, presieduto da Emanuele Barba, alla campagna garibaldina di Aspromonte nel 1862, partecipando a tutte le altre campagne che Garibaldi fece fino a Bezzecca. Ritornato in Gallipoli divenne uno dei più ferventi promotori di lotte sociali a favore del popolo, divenendo più volte consigliere comunale ed assessore della città. Fu il fondatore e primo presidente della sezione del Partito socialista di Gallipoli a iniziare dal 1892. Fondò, assieme ad altri suoi compagni, lo «Spartaco», organo dell’Associazione Democratica Elettorale di Gallipoli e circondario e, più tardi, nel 1900, fondò pure, divenendone direttore, «Il Dovere», organo dell’Unione Dei Partiti Popolari di Gallipoli, espressione delle masse popolari. La sua opera, sociale e politica, è oggi rintracciabile nelle centinaia di lettere, articoli, saggi sul socialismo ecc. che egli ci ha lasciato sullo «Spartaco», su «Il Dovere», e su altri giornali ed opuscoli.
Inoltre va annoverato il nome di Giuseppe Libertini (Lecce 1823-1874), repubblicano mazziniano della prima ora il quale, dopo la morte di Epaminonda Valentino assunse la direzione della “Giovine Italia” salentina. I leccesi gli hanno intitolato una bella piazza e un bel bronzo. Fu avvocato e amico personale di Giuseppe Mazzini, col quale stette per lungo tempo a Londra. Partecipò ai moti insurrezionali del 1848, fondò il Circolo Patriottico di Terra d’Otranto e combatté sulle barricate di Monte Calvario a Napoli il 5 maggio 1848. Fu membro del governo provvisorio garibaldino (settembre 1860) e deputato del Regno d’Italia. Mazzini lo mise alla guida del Partito d’Azione, col compito di far insorgere le province allo sbarco di Garibaldi sul continente, perché
«uomo di pronti ed arditi disegni, che seppe far miracoli, tanto da superare di gran lunga la nostra aspettazione», (vd. P. F. Palumbo, Terra d’Otranto nel Risorgimento, in «Studi Salentini», X, dicembre 1960, p. 171).
Del Libertini, un inedito ricordo lo scrive anche Francesco Stampacchia nel 1860:
«Giuseppe Libertini, pur esso salentino e propriamente leccese, figura di primo piano nel Risorgimento nazionale, intimo di Giuseppe Mazzini e con lui operante, già recluso a Ventotene, membro del Comitato Europeo con Kossut ed Herzen, aveva organizzato la insurrezione di Potenza, di Ariano e delle Calabrie, e si trovava in Napoli membro del Governo Provvisorio costituitosi al partire di Francesco II e scioltosi quando fu proclamata la dittatura di Garibaldi. Egli era allora accanto all’eroe, da cui era stato chiamato, e con lui fra gli applausi percorreva le vie della Capitale» (vd. F. Stampacchia, Lecce e Terra d’Otranto un secolo fa, in «Studi Salentini», X, dicembre 1960, p. 308).
Accanto a questi eroi unitari del Risorgimento salentino, non vanno dimenticati Vito Mario Stampacchia senior (Lequile 1788 – Lecce 1875), patriota leccese giacobino, che partecipò ai moti insurrezionali del 1820 e anni successivi; Gioacchino Stampacchia (Lequile 1818 – S. M. Capua Vetere 1904), che fu patriota mazziniano e aderì alla “Giovine Italia”; Salvatore Stampacchia (Lecce 1812-1885), fratello di Gioacchino e figlio di Vito Mario senior, anch’egli patriota risorgimentale. E ancora Gaetano Brunetti (Lecce 1829-1900), avvocato, repubblicano mazziniano della prima ora, che partecipò a tutto il risorgimento italiano.
Accanto a tutti costoro non vanno dimenticati altri personaggi come: Cesare Braico, di Brindisi, garibaldino fra i Mille, il quale combatté nel 1848 sulle barricate a Santa Brigida a Napoli. Successivamente prese parte alla difesa della Repubblica Romana. Per la sua partecipazione ai moti rivoluzionari fu condannato a 25 anni di galera. Soffrì il carcere duro borbonico assieme a Sigismondo Castromediano e a Luigi Settembrini. Dopo 11 anni di carcere fu esiliato dall’Italia. Riparò a Londra dove per bocca dell’altro suo compagno Giuseppe Fanelli ricevette il saluto di Giuseppe Mazzini. Appunto Giuseppe Fanelli, di Martina Franca, anch’egli garibaldino fra i Mille, che partì da Quarto per la Sicilia (famoso il coraggio dimostrato durante la battaglia di Calatafimi), e repubblicano mazziniano della prima ora, difensore della Repubblica Romana del 1849, dove combatté sotto il comando politico di Giuseppe Mazzini. Fu anch’egli uno dei responsabili della “Giovine Italia” in Terra d’Otranto. C’è ancora Vincenzo Carbonelli, di Taranto, anch’egli garibaldino fra i Mille, repubblicano mazziniano della prima ora, partecipò il 15 maggio 1848 ai moti insurrezionali di Napoli, anch’egli difensore della Repubblica Romana e propagatore degli ideali mazziniani in Terra d’Otranto. E infine va ricordato anche il leggendario Nicola Mignogna, di Taranto, garibaldino fra i Mille che, il 5 maggio 1860 fu, assieme a Crispi, Rosolino Pilo e La Massa, tra gli organizzatori della spedizione da Quarto alla volta della Sicilia. Repubblicano mazziniano della prima ora, nel 1836 si era affiliato alla “Giovine Italia” diffondendone gli ideali nelle provincie napoletane. Nel 1848 combatté a Monte Calvario a Napoli, successivamente prese parte alla difesa della Repubblica Romana. Venne processato assieme ad Antonietta de Pace. Lavorò spesso a fianco di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. Fino alla fine dei suoi giorni rimase un convinto repubblicano. (Per tutti cfr. Aa. Vv. Lecce e Garibaldi, Capone editore, 1983).
Fin qui i garibaldini, i mazziniani e gli altri patrioti unitari salentini, i cui nomi andrebbero scritti nel Grande Libro della Storia nazionale d’Italia. E tuttavia la storia, che noi sappiamo essere maestra di vita e regolatrice di ogni cosa, non lascia mai nulla di scoperto sulle sue indistinguibili pagine sulle quali è narrata l’evoluzione degli eventi. Tant’è che nel 1945-46, quando i costituenti del secondo dopoguerra si riunirono per gettare le basi di quella che sarebbe divenuta la Carta fondamentale della nuova Italia antinazifascista, la Costituzione, (la forma statuale fu quella repubblicana, scelta dal popolo italiano con il referendum del 2 giugno 1946), non dimenticarono l’insegnamento di Giuseppe Mazzini e dei suoi compagni. Così, nell’impeto gioioso di un’indimenticabile giornata per gli italiani, e nel calore sostenuto dal forte vento della libertà e della democrazia riconquistata, nacque la nostra Costituzione Repubblicana, promulgata il 1° gennaio 1948.
Ecco perché, oggi, in un’Italia continuamente gabbata da ignoranti di Stato, non è sbagliato ritornare a leggere i testi di Giuseppe Mazzini, affinché si riscoprano i valori e le idealità d’un tempo per ritrovare anche il senso e il significato profondo di una vita degna di essere vissuta alla ricerca di un mondo ideale concreto, mondo che fece degna di essere vissuta la vita dei grandi iniziati di tutti i tempi: Socrate, Pitagora, Budda, Confucio, Gesù Cristo, Maometto, Giordano Bruno, Ernesto “Che” Guevara. Forse, ma questo è difficile accertarlo in un momento storico come quello che stiamo vivendo, fra questi grandi della storia dell’umanità, un suo posto l’ha anche Giuseppe Mazzini, indiscutibilmente l’apostolo più significativo del repubblicanesimo moderno.
A Lecce, su una fiancata dell’ex Convitto Palmieri, insiste una bella immagine di Giuseppe Mazzini, sotto la quale, Giovanni Bovio, altro personaggio assai noto ai gallipolini, ha scritto: «Giuseppe Mazzini// pari ai fondatori di civiltà// Maestro».
Pubblicato su Anxa
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