#basilica neptuni
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The carvings pertain to the Basilica Neptuni, hence the dolphins; it should be the so called "Porticus Argonautarum" ^^
Si tratta della parte retrostante il Pantheon e, per essere più precisi, via della Palombella, che correndo proprio alle spalle del tempio di Minerva congiunge Santa Maria Sopra Minerva allo splendido scorcio della facciata di Sant'Eustachio.
La Basilica Neptuni fu eretta da Marco Vipsanio Agrippa per celebrare le vittorie navali proprie e di Augusto. Addossato alla parte retrostante del Pantheon, probabilmente ne era separato da un portico, detto degli Argonauti, dotato di colonne corinzie con decorazioni a tema marino e abbellito da pitture murarie. Il porticato degli Argonauti proseguiva poi lungo il lato che oggi corre tra il lato del Pantheon e la piazza sopra Minerva, costituendo il perimetro della cosiddetta Saepta Iulia, ampia piazza porticata ad uso elettorale che occupava la zona su cui oggi insistono Santa Maria Sopra Minerva e gli edifici attigui. Basilica era un termine che indicava normalmente strutture ad uso civile, ma è ipotizzabile che, lungo il Portico degli Argonauti, si dovesse trovare anche un'ara (altare) a Nettuno. Circa l'aspetto della basilica (che fu rimaneggiata, come il Pantheon, da Adriano, per cui ci giungono documenti e resti di quest'ultimo assetto più tardo), Wikipedia ci viene in aiuto: "La pianta, attestata da disegni di Andrea Palladio e confermata dagli scavi archeologici, era rettangolare, con due nicchie rettangolari praticate nei lati corti e due profonde absidi semicircolari sui lati lunghi, intervallate da nicchie semicircolari più piccole. La copertura era composta da tre volte a crociera, sostenute da quattro colonne corinzie per lato, che avevano un fregio decorato con motivi marini". Una dettagliata analisi dell'edificio si trova sul sito Romano Impero.
Avventurosa la vicenda di queste meravigliose rovine: dopo la distruzione causata dall'incendio neroniano e le ricostruzioni di Tito ed Adriano, la struttura finì con il crollare per incuria sotto il papato di Niccolò V (Papa Parentucelli, in carica dal 1397 al 1455). Nonostante Niccolò fosse forse il primo papa cui si adatti la definizione di "umanista" (assunse come notaio Lorenzo Valla, l'autore dell'erudito falso noto come Donazione di Costantino) tuttavia anche lui, come i suoi predecessori, si limitò a saccheggiare i materiali di spoglio. Non trovo molto sui secoli che corrono tra il papato niccoliano e il 1715, data in cui si menziona il "forno della Palombella": forse è quello che Roma Sparita indica come costruito un secolo dopo, addossato al fianco del Pantheon, licenza alla famiglia Cuccumos, sulla quale ecco il link a questa appassionante ricerca della studiosa Irene di Paola.
Sappiamo poi (ci aiuta info.roma) che, nel 1843 - ma chissà da quanto tempo questa pratica era in uso - un tale Antonio Vischetti aveva occupato le arcate della Basilica utilizzandole come stalle per le sue vacche. Del resto, parlando di piazza del Biscione abbiamo già visto che le "grotte" e i ruderi ancora utilizzabili venivano adibiti a botteghe o reimpiegati nelle fondamenta di nuovi edifici. Di questi esempi Roma è assolutamente satura, e sono del resto la ragione del suo fascino, la prova della sua capacità di reimpastarsi in eterno con farine vecchie e nuove.
Relief carving with aggressive dolphins (well, they have teeth.)
Exterior of the Pantheon, Rome.
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Da via dei Prefetti a via dei Redentoristi, 2 febbraio 2025.
Mascherone a via dei Prefetti
Basilica di Nettuno, via della Palombella
Particolari della parete degli Argonauti - Basilica di Nettuno
Sommità della Chiesa di sant'Eustachio
Leone decorativo sotto le finestre del palazzo Lante in via di Monterone
via dei Redentoristi, targa e gargoyle.
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