#barchette
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Parlami delle tue mani
che hanno sempre accarezzato
lacrime e sorrisi.
Parlami del tuo cuore
e dei suoi battiti.
Portami agli anni che corrono
per strade senza curve.
Parlami di ciò che vuoi
lasciami vedere negli occhi
un lago pieno di barchette.
Raccontami di quando
tornando dalla fontana
il secchio pieno di vita
ride.
Federico Tavan
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Esiste un punto d'approdo, anche per quelle piccole barchette solitarie in balia delle onde, destinate a perdersi nella tempesta.
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Paola, ovvero: burning from the inside
Siamo stati a Paola, oltre la cordigliera, chi è di queste parti lo sa: una volta scavalcata la catena che si affaccia sul Tirreno il tasso di umidità nell'aria raddoppia all'istante e in un lampo i pochi umori vitali rimasti nell'organismo sublimano senza darti il tempo di capire cosa succede. A un certo punto mi fa: "Sei tutto rosso in faccia", sì, 'cause I'm burning from the inside: una nebbiolina scura mi velava la vista, le parole mi uscivano disarticolate (per me un fe treddo, grazie, e paghetti al fomodoro), nuotavo nei miei stessi vestiti che si erano fatti liquidi e galleggianti come barchette sopra un felo di vudore (scusate ma non mi sono ancora ripreso del tutto), e nel frattempo il cervello illuminato dagli ultimi bagliori di coscienza mi ripeteva come un mantra: come fanno a vivere tutto il giorno a Paola, a Falerna, e a Scalea, senza schiattare di insufficienza cardiaca?
Oltre alle meditazioni cardiologiche da segnalare: il mare che all'improvviso si spalanca fra due catene interrotte di monti al passo della Crocetta, e il paesino di San Fili che si stagliava abbarbicato su una cresta montuosa in mezzo alla foresta nera.
E ora, qualcosa di completamente diverso: un po' di darkwave per raffreddare un po' l'ambiente.
Bauhaus, Burning from the Inside, 15 Luglio 1983
youtube
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L’amore interrotto si fa indietro come il mare, lasciando nuda la sabbia e le conchiglie al sole, e l’orecchino che mia madre perdette tanto tempo fa brilla laggiù, oltre gli scogli. Le alghe dimenticano la danza della corrente e qualche pesce sconta la sua distrazione.
L’amore zittito lascia nuda la sabbia, ma è ciò che accade dopo a rivelare a pieno il suo fenomeno. Spesso è una lenta desertificazione, che fa le crepe piene di sale, e l���odore di spiaggia abbandonata; e il sole brucia, ma non riscalda. Spesso, ed è normale, irreversibile.
Altre volte, però, è un’onda che si carica, piano piano. Si ritira prima come un velo, diventa un mantello; prende il respiro, gonfia i polmoni all’abisso e solleva navi da carico come balocchi, sommergendo isolette e piccoli fari, mentre ancora i bambini giocano a riva. Poi, all’improvviso, come un muro che sembra fermo e invece corre, si fa strada all’orizzonte, anzi lo copre. Da lontano i pochi bagnanti abituati a guardare lontano, fuori da sé, restano immobili, come di fronte a qualcosa che non siamo venuti al mondo per contenere, che ci lascia a occhi sgranati, bocca aperta e ginocchia paralizzate. Gli altri se ne accorgeranno presto, ma sarà tardi.
L’amore arrestato, a volte, sembra andare e invece torna, e si abbatte a tradimento - è la natura, eccezionale! - in un silenzio di luce, in mezzo alle palme, tra le barchette ormeggiate, quando tutto sembrava placato, nella vacanza del cuore. Chi si salva, non si sa.
#ninoelesirene#pensieri#frasi#persone#riflessioni#sentimenti#letteraturabreve#emozioni#amore#aforismi#amore interrotto
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A Tuppica c'è il lago più piccolo del mondo. È un'attrazione turistica molto conosciuta, anche se per evidenti ragioni è un po' complicato sistemare tante persone attorno a un luogo così minuto, però ci sono persone che compiono viaggi anche molto lunghi per poterlo visitare ed assistere alla regata di barchette di carta che vi si svolge una volta all'anno. Nei periodi asciutti ha rischiato più volte di scomparire, non fosse stato per i cittadini che, nottetempo, con il favore delle tenebre, vi versavano qualche bicchiere di acqua, ma il pericolo più grosso è stato quando nel '12 un acquazzone particolarmente intenso ha fatto temere che potesse perdere il primato a vantaggio del laghetto del Pareico. Gli abitanti del paese vicino, Pontecchio, avevano provato una volta a scalzarlo dal primo posto costruendone uno più piccolo, ma a metà dei lavori finirono i fondi, per cui non se ne fece nulla; da allora il nostro laghetto gode indisturbato della notorietà che la sua particolare condizione gli elargisce.
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Vorrei latte e cereali, più precisamente barchette e choco krave
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Friburgo in Brisgovia: la base del nostro giro nella regione della Foresta nera, una città universitaria bellissima e a misura d'uomo, piena di piste ciclabili e in cui si riesce ad andare ovunque a piedi. I canaletti con le loro mini barchette e i bimbi che corrono hanno vinto il cuore di Valentino.
#explorefreiburg#solopostibrutti#germany#Friburgo#FriburgoinBrisgovia#Freiburg#Freiburgimbreisgau#visitfreiburg#BadenWürttemberg#schwarzwald
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Sai che non dovresti essere qua, vero? Probabilmente sei solo un’emanazione del mio pensiero, ma puoi restare, se vuoi, non importa. Si dice che il mare restituisce, prima o poi, quello che prende. Per questo ho fatto quelle barche di carta: ci ho scritto i miei sogni. Ho cercato di fare del mio meglio: ho usato la mia migliore calligrafia, un inchiostro indelebile, un colore brillante. Il foglio l’ho scelto di grammatura pesante, evitando la carta riciclata, poco adatta alle illusioni. Ci ho fatto dei segni leggeri con la matita dove dovevo piegarlo perché non si stropicciasse troppo e ho atteso una giornata di sole con un grecale che li portasse al largo. Adesso sono quei puntini laggiù, li vedi, sul filo dell’orizzonte? Tra poco non saranno più visibili. Si, ne ho fatte molte, perché ho tanti sogni, alcuni inconfessabili. Ma il mare è grande e può contenere quelli di tutti. C’è solo un problema: non so quanto ci potrebbe mettere, il mare, a restituirmeli quei sogni. Giorni? Mesi, anni o una vita intera? Chissà! Forse è necessario che le barchette scendano sul fondo dove il dio Nettuno li legge e li esaudisce, oppure è necessario attendere che la carta si sfaldi. Di sicuro c’è che devo dimenticarli per un po’ e non contarci troppo, altrimenti non si avvereranno, generando delusioni e sconforto o peggio, si trasformeranno in arroganze che mal si addicano a chi sogna. Camminando a ritroso (non bisogna mai voltar loro le spalle) mi allontano. Con la tua mano sulla spalla.
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Lista mini spesa sopravvivenza : barchette coco pops, shampoo secco, crema solare spray
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«Parlami delle tue mani
che hanno sempre accarezzato
lacrime e sorrisi.
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Parlami del tuo cuore
e dei suoi battiti.
Portami agli anni che corrono
per strade senza curve.
Parlami di ciò che vuoi
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lasciami vedere negli occhi
un lago pieno di barchette.
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Raccontami di quando
tornando dalla fontana
il secchio pieno di vita
ride»
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(Federico Tavan, Piccolo canto)
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Buongiorno le barchette coco pops sono la vita
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"L'amore ha una voce"
Viaggio con la mia mente come un fiume
dentro il mare, pensieri che fluiscono in me facendomi muovere le mani tanto da scrivere parole che disegnano il tuo corpo come l'ho visto e sognato tante volte.
Io e te siamo come fragili barchette di carta che ondeggiano e rischiano di affondare ad ogni minima avversità, ma se si ama è un rischio da vivere a costo di annegare dentro noi stessi.
La mia mente percorre il tuo corpo tanto da sentire la morbidezza del seno
e l'umido calore del tuo essere donna,
ma nemmeno le frasi più forti e impegnative per il mio cuore riusciranno mai a descrivere quello che provo guardandoti, l'amore ha una voce che può essere scritta solamente da un poeta, mentre io sono solamente un uomo innamorato...di te.
Giorgio Chinelli
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Vedo, a me intorno,
Barchette di stelle e l'ultima Luna;
Così nell cielo, diventato notturna laguna,
A respirare ritorno.
• Venetianeli
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Guarda "CLAUDIO BAGLIONI - UOMINI PERSI" su YouTube.
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Anche chi dorme in un angolo pulcioso
Coperto dai giornali, le mani a cuscino
Ha avuto un letto bianco da scalare e un filo
Di luce accesa dalla stanza accanto
Due piedi svelti e ballerini a dare calci al mare
Nell'ultima estate da bambino
Piccole giostre con tanta luce e poca gente
E un giro soltanto
Anche questi altri strangolati da cravatte
Che dentro la ventiquattrore portano la guerra
Sono tornati con la cartella in braccio al vento
Che spazza via le foglie del primo giorno di scuola
Raggi di sole che allungavano i colori
Sugli ultimi giochi, tra i montarozzi di terra
E al davanzale di una casa senza balconi
Due dita a pistola
Anche quei pazzi che hanno sparato alle persone
Bucandole come biglietti da annullare
Hanno pensato che i morti li coprissero
Perché non prendessero freddo e il sonno fosse lieve
Hanno guardato l'areoplano e poi l'imboccano
E son rimasti così senza inghiottire né sputare
Su una stradina e quattro case in una palla di vetro
Che a girarla viene giù la neve
Anche questi cristi
Caduti giù senza nome e senza croci
Son stati marinai dietro gli occhiali storti e tristi
Sulle barchette coi gusci delle noci
E dove sono i giorni di domani
Le caramelle ciucciate nelle mani
Di tutti gli uomini persi dal mondo
Di tutti i cuori dispersi nel mondo
Quelli che comprano la vita degli altri
Vendendogli bustine e la peggiore delle vite
Hanno scambiato figurine e segreti
Con uno più grande, ma prima doveva giurare
Teste crollate nel sedile di dietro
Sulle vie lunghe e clacsonanti del ritorno dalle gite
Un po' di febbre nei capelli ed una maglia
Che non vuole passare
E i disperati che seminano bombe tra poveri corpi
Come fossero vuoti a perdere, come se fossero pupazzi
Seduti sui calcagni han rovesciato sassi
E un mondo di formiche che scappava
Le voci aspre delle madri che li chiamavano
Sotto un quadrato di stelle dentro i cortili dei palazzi
E la famiglia a comprare il cappotto nuovo
E tutti intorno a dire come gli stava
Anche questi occhi
Fame di nascere per morir di fame
Si son passati un dito di saliva sui ginocchi
E tutti dietro a un pallone in uno sciame
Leggeri come stracci e dove fanno a botte
Dov'è un papà che caccia via la notte
Di tutti gli uomini persi dal mondo
Di tutti i cuori dispersi nel mondo...
Di tutti gli uomini persi dal mondo
Di tutti i cuori dispersi nel mondo.
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Leggo gli usati perché le pagine molto sfogliate e unte dalle dita pesano di più negli occhi, perché ogni copia di libro può appartenere a molte vite e i libri dovrebbero stare incustoditi nei posti pubblici e spostarsi insieme a i passanti che se li portano dietro per un poco e dovrebbero morire come loro, consumati dai malanni, infetti, affogati giù da un ponte insieme a i suicidi, ficcati in una stufa d'inverno, strappati dai bambini per farne barchette, insomma ovunque dovrebbero morire tranne che di noia e di proprietà privata, condannati a vita in uno scaffale.
Erri De Luca
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