#bagarella
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adrianomaini · 2 years ago
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Il 1979, l'anno che porterà la Sicilia a fermarsi dalla sua estenuante fuga dalla realtà
La mafia non ha mai risparmiato alcun individuo, si è formata e si è incuneata all’interno della Sicilia senza abbandonare nessuno, anzi, accogliendo come figli tutti i siciliani. L’omertà era il denominatore comune, il costume che i siciliani – quasi convintamente e fieramente – indossavano, abbandonando la ragione e rinchiudendola in un sonno profondo. La mente del siciliano era ipnotizzata,…
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bagnabraghe · 2 years ago
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Il 1979, l'anno che porterà la Sicilia a fermarsi dalla sua estenuante fuga dalla realtà
La mafia non ha mai risparmiato alcun individuo, si è formata e si è incuneata all’interno della Sicilia senza abbandonare nessuno, anzi, accogliendo come figli tutti i siciliani. L’omertà era il denominatore comune, il costume che i siciliani – quasi convintamente e fieramente – indossavano, abbandonando la ragione e rinchiudendola in un sonno profondo. La mente del siciliano era ipnotizzata,…
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lucyt-art · 4 months ago
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Akaashi Keiji for Bagarella, the 2nd winner of my twt GA/raffle
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cico-channel · 2 years ago
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TOTO' RIINA E L'AMORE INFINITO PER NINETTA BAGARELLA ( PARLA MUTOLO E D...
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unfilodaria · 2 years ago
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Letizia Battaglia
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Le foto di Letizia a Trani dal 31 Marzo al 31 Maggio 2023 a Palazzo delle Arti "Beltrani". Per informazioni: tel. 0883/500044
incarna in sè arte, impegno civile, partecipazione e passione. Trani la celebra ad un anno dalla sua scomparsa con una straordinaria mostra monografica che testimonia trent’anni di vita e società italiana.
“Letizia Battaglia. Testimonianza e narrazione”, fruibile dal 31 marzo al 31 maggio 2023 dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle 18.00, a Palazzo delle Arti Beltrani, è una carrellata di 30 scatti in bianco e nero che hanno segnato a fuoco la memoria visiva della storia del nostro Paese, passando dalla inconsapevole bellezza delle bambine dei quartieri poveri siciliani (uno su tutti ‘La bambina con il pallone del quartiere Cala di Palermo’) al volto di Pier Paolo Pasolini, ai morti per mano della mafia, tra cui Piersanti Mattarella, e poi, ancora, le processioni religiose, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino all’arresto del feroce boss Leoluca Bagarella.
Testimonianza vera, spesso crudele e cruenta, dell’appassionato impegno civile e politico di Letizia Battaglia che per trent’anni ha fotografato la sua terra, la Sicilia, con immagini che denunciano l’attività mafiosa nei coraggiosi reportage per il quotidiano «L’Ora» di Palermo, che l'ha eletta di fatto ad una delle prime fotoreporter italiane. La fama di Letizia Battaglia, nomen omen, è passata nel corso degli anni da una dimensione regionale a una nazionale e internazionale. Notorietà premiata, oltre che da numerosi riconoscimenti in tutto il mondo, anche dal New York Times che nel 2017 ha inserito la fotografa ottantaduenne tra le undici donne più influenti dell’anno, per l’impegno dimostrato come artista.
Il percorso espositivo tranese intende restituire l’intensità che caratterizza tutto il suo lavoro: dall’attività editoriale a quella teatrale e cinematografica, passando per l’affresco della Sicilia più povera e la denuncia dell’attività mafiosa, della miseria, del degrado ambientale, conseguenza della deriva morale e civile.
«Questa mostra, composta da immagini provenienti dall’Archivio Letizia Battaglia di Palermo e selezionate dai loro curatori Marta e Matteo Sollima, nipoti della fotografa, rappresenta un’occasione preziosa per conoscere l’artista Battaglia, divulgare la sua opera e celebrarla nel nostro territorio ad un anno dalla scomparsa – commenta Alessia Venditti, autrice con Andrea Laudisa dei testi che accompagnano l’esposizione. Battaglia è riconosciuta come una delle più grandi interpreti del Novecento e la fotografia, vocazione a tempo pieno, è stato lo strumento con cui ha rivelato la cruda realtà della mafia, del clientelismo e della povertà; celebri sono altresì i suoi ritratti, tra cui spicca la serie di fotografie scattate a Pasolini presso il Circolo Turati di Milano.
La mostra tranese e le foto per essa selezionate, che riguardano il periodo di produzione che va dal 1972 al 2003, hanno l’intento di svelare al pubblico il modo di intendere la fotografia di Letizia Battaglia come arma di ribellione e missione.
Il percorso espositivo è completato dalla proiezione del documentario di Francesco Raganato "Amore amaro” (2012), visibile durante la fruizione della mostra».
In occasione della preview della mostra per la stampa, con ingresso solo su invito, giovedì 30 marzo alle ore 18:30, Alessia Venditti presenterà l’opera della fotografa introducendo il progetto espositivo ideato con Marta e Matteo Sollima, curatori dell’archivio palermitano. Interverranno Niki Battaglia, direttore del Palazzo delle Arti Beltrani, e il sindaco della città di Trani, Amedeo Bottaro. 
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CACCIATORE DI MAFIOSI di Alfonso Sabella
Come si riesce a catturare un boss latitante? Come si organizza una caccia alla preda più difficile, l’uomo? Alfonso Sabella ha condotto in prima persona alcune delle indagini più importanti del pool antimafia palermitano, culminate nella cattura di boss come Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Pasquale Cuntrera. In questo libro racconta la sua verità quotidiana, fatta di trionfi ma anche di…
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missingdenisepipitone · 2 years ago
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TRATTO DAL QUOTIDIANO NAZIONALE 🔴 Non si muoveva foglia nel trapanese che lui non sapesse. "È il detentore di tutti i segreti del trapanese" (Procuratore Maurizio de Lucia) Giacomo Frazzitta l'avvocato della famiglia Maggio: "Sappiamo che non è stato lui a prendere Denise, ma sicuramente lui sa chi è stato e perché. Lo dica, come atto di estrema riparazione per quello che ha fatto al piccolo Di Matteo e di clemenza verso una mamma che soffre" #MissingDenise #DenisePipitone #matteomessinadenaro #chiedetealbossdovédenise #VeritáeGiustiziaPerDenise *** 🔴 I segreti che potrebbe svelare Dall’agenda rossa al giallo Pipitone Il custode della latitanza dei fratelli Graviani rivelò: il quaderno di Borsellino è nelle mani di Messina Denaro. Il boss avrebbe anche le carte del covo (perquisito tardi) di Riina. La madre di Denise: "Dica dov’è mia figlia" 18 gennaio 2023 di NINO FEMIANI Trattative Stato-mafia, agendina rossa, borghesia canaglia. L’arresto di Matteo Messina Denaro rispolvera il libro dei misteri "made in Sicily". ’U siccu’ era un grande investitore del denaro di Cosa Nostra, un moderno business man capace di trasformare il profitto sporco in attività pulite. L’Unità di informazione finanziaria, l’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia, ha puntato il dito sui settori più sensibili su cui i boss si sono fiondati. E Messina Denaro è stato un antesignano puntando prima sui settori ‘maturi’ – cemento, supermercati, intrattenimento, salute, scommesse – e poi su quelli nuovi – eolico e cantine di pregio. Per fare questo il boss latitante si è servito di un’area grigia di professionisti specializzati in "schemi operativi" per riciclare in paradisi fiscali e reimpiegare i miliardi dei traffici illeciti. È questo il primo dei segreti che il boss di Castelvetrano: una rete di colletti bianchi, motore dell’impero da 10 miliardi di Messina Denaro. Riusciranno gli inquirenti a scoprire e aprire quella cassaforte? Difficilmente potranno contare sulla collaborazione del padrino arrestato che, come dimostrano Riina, Graviano o Bagarella, non metterà in mutande i gregari della borghesia. CONTINUA ⤵️ (presso Mazara Del Vallo, Sicily) https://www.instagram.com/p/Cnj_b4csHHK/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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girlboccaccio · 2 years ago
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I’ve read this autobiography whose author was the responsable of imprisonment of people like Leoluca Bagarella and the the Brusca brothers in the 90s, it’s pretty cristalline in telling the wrongs and errors made in the first years in the hunting of MMD, in particular the lack of cooperation between Carabinieri and Polizia dello Stato that permitted MMD to escape various time. They had also made a fiction named Il Cacciatore, it’s actually pretty good and is disponible on Prime Video (with eng sub btw), very respectful about the real stories (in particular the one about Giuseppe di Matteo).
In any case if someone who has been the most wanted latitant for the last 30 years manages to organize a check-up in a private clinic without suspect anything, it means that has benefitted in the last decades of the fittiest and strongest international network unimaginable. Around november 2022 came out that he had a palace here in Venice like if it was the most normal thing.
not to be my pessimistic and suspicious self but matteo messina denaro was "on the run" for 30 years in the same place he's always stayed in. same island. hasn't moved. and he just hit up the clinic like "hey i'm coming in for a treatment". a mafia boss. most wanted criminal in the country (allegedly). was he ever really in hiding? has something changed behind the scenes which made it okay to arrest him now? sorry to see the worst in these things but like. why would i ever trust the italian state on this lmfao
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abr · 3 years ago
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Un altro mostro di cartapesta viene giù dalla diabolica Disneyland italiana: la trattativa fra Stato e mafia, uno dei mostri più laboriosi, complicati, fabbricato a tavolino, non c'è stata.Mai. Assolti tutti: da Marcello Dell'Utri - l'unico ad essere assolto «per non aver commesso il fatto» (tradotto: coinvolgerlo è stata pura invenzione, c'entrava ZERO, qualunque fossero i fatti di cui si discute, ndr) - che, nel fantastico e travagliato bestiario del travaglismo e dintorni, avrebbe dovuto fare da ponte per incastrare Berlusconi e la mafia e farlo apparire non una vittima di minacce e soprusi, ma un compare di Totò Riina. Tutto falso e anche fabbricato. Il povero generale Mario Mori (...) è stato assolto perché il fatto non costituisce reato (tradotto: ha parlato coi mafiosi ma facendo il suo mestiere, ndr). Fu lui ad arrestare il capo dei capi, Riina, che ha finito (...) i suoi giorni in galera. E lo stesso dicasi per gli altri ufficiali del Ros, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno. L'unico condannato resta, con lo sconto di un anno, il boss Leoluca Bagarella. (...) L'inchiesta aveva lo scopo di disonorare tutti i servitori dello Stato che hanno annichilito Cosa Nostra (...) facendone i loschi congiurati di un complotto: quello per intavolare illegalmente una «trattativa» col crimine organizzato, cedendo favori nella vita all'interno delle carceri in cambio della garanzia che Cosa Nostra avrebbe smesso con lo stragismo (...). Lo scopo finale della messinscena della mai avvenuta trattativa era chiarissimo: attaccare Dell'Utri perché siciliano e sodale di Berlusconi, per poter poi attaccare Berlusconi, facendone un complice persino nei due delitti più infami della storia del nostro Paese, quelli che spensero le vite di Falcone e Borsellino. Per raggiungere lo scopo di quella caccia alle streghe furono usati tutti gli strumenti delle guerre segrete.
Paolo Guzzanti la fa INGOIARE a quelli che le scorciatoie giustizialiste (c’è un apposito giornale sorto per sostenere la caccia alle streghe anti comuniste), via https://www.ilgiornale.it/news/cronache/i-giustizialisti-cartapesta-1977357.html
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corallorosso · 3 years ago
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"Più che deluso sono sconvolto da questa sentenza di cui assolutamente bisognerà leggere e capire le motivazioni. Se da un lato afferma che la trattativa c'è perché condanna Bagarella, Cinà e i mafiosi, dall'altra parte, invece, assolve lo Stato e i suoi rappresentanti. Più che un colpo di spugna è la degna conclusione della trattativa. Si rispettano i patti, tutto viene occultato ma questa e' anche la fine di tutto: non si può più sperare di avere giustizia in questo Paese. Mio fratello è morto per niente". Salvatore Borsellino, fratello di Paolo.
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3nding · 3 years ago
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spokenitalics · 3 years ago
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MA ELVIS ESPOSITO È LEOLUCA BAGARELLA
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cicuzzo66 · 3 years ago
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COSA NOSTRA FILM OMICIDIO MARIO FRANCESE UCCISO DA LEOLUCA BAGARELLA
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respektnloyalty9 · 4 years ago
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Michele Cavataio A.K.A Il Cobra - City of Palermo  (Mandamento Acquasanta) - Mafia Siciliana
Also known as Il cobra (The cobra) was an Italian mobster and powerful member of the Sicilian Mafia. He was the boss of the Acquasanta mandamento in Palermo and was a member of the first Sicilian Mafia Commission. Some sources spell his surname as Cavatajo.
Cavataio was one of the most feared mafioso gangsters of his time. His nickname The Cobra allegedly came from his favorite firearm, the Colt Cobra, a six-shot revolver.He was described as a cunning killer with a gorilla-like face.
Cavataio was seen as an exponent of a 'new' Mafia of Americanised gangsters that appeared in the mid 1950s. After World War II, he made his fortune selling petrol that was stolen from the Italian Navy. From the modest position of a taxi driver, he accumulated a considerable fortune in a few years, according to a report of the Parliamentary Antimafia Commission.The Acquasanta Mafia family controlled the docks of Palermo that were situated in their area. They acted as strike breakers against the dockworkers, and did not hesitate to shoot at the strikers if necessary.
ESPAÑOL
También conocido como Il cobra fue un poderoso miembro de la mafia siciliano. Era el jefe del mandamento de Acquasanta en Palermo y miembro de la primera Comisión. En algunas fuentes su apellido aparece escrito Cavataqo.
Cavataio fue uno de los mafiosos más temidos de su tiempo. Su apodo Il cobra supuestamente viene de su arma de fuego favorita, la Colt Cobra. Se le describe como un astuto asesino con rostro de gorila.
Cavataio y tres de sus hombres fueron asesinados el 10 de diciembre de 1969, en Viale Lazio – una calle moderna en la elegante y nueva área norte de Palermo – por un escuadrón que incluía a Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella (hermano mayor de Leoluca Bagarella, cuñado de Totò Riina), Emanuele D’Agostino de la familia mafiosa de Santa Maria di Gesù que dirigía Stefano Bontate, Gaetano Grado y Damiano Caruso un soldado de Giuseppe Di Cristina, el jefe de la mafia de Riesi. El ataque es conocido como la Matanza de Viale Lazio.
Los asesinos entraron en la oficina de la empresa de construcción de Girolamo Moncada, el constructor que con anterioridad había hecho negocios con Angelo La Barbera y ahora estaba con Cavataio. Cavataio fue capaz de disparar y matar a Calogero Bagarella y herir a Caruso antes de que Provenzano lo matase. Provenzano salvó la situación con su ametralladora Beretta Model 38/42 con lo que se ganó una reputación como eficaz asesino.
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cico-channel · 2 years ago
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COSA NOSTRA LEOLUCA BAGARELLA IN AULA SI ARRABBIA CON IL PUBBLICO MINISTERO
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lamilanomagazine · 3 years ago
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Palermo, mostra memoriale dei martiri della lotta alla mafia
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Palermo, mostra in memoria dei martiri della lotta alla mafia. Una foto del 1969, ritrae insieme Paolo Borsellino, allora giovane pretore di Monreale, e il colonnello Carlo Alberto dalla Chiesa, comandante della Legione carabinieri Sicilia: era una riunione fra magistrati e investigatori per discutere dell'ultima aggressione mafiosa, la strage di viale Lazio. In un'altra immagine, dalla Chiesa è accanto al capitano Giuseppe Russo, il comandante del nucleo Investigativo che nel 1974 scoprì il covo dove vivevano i giovani sposi Totò Riina e Ninetta Bagarella: una foto ritrae l'annuncio delle nozze scritto a mano. In un'altra immagine di quei giorni c'è il cognato del futuro capo dei capi, Leoluca Bagarella, in manette alla caserma Carini. Una mostra promossa dall'Arma dei Carabinieri e dalla Fondazione Falcone, con la Biblioteca centrale della Regione Siciliana e il Teatro Massimo, racconta la lotta alla mafia prima del maxiprocesso: le indagini fatte negli anni Settanta e all'inizio degli anni Ottanta, quando ancora non erano arrivate le rivelazioni del pentito Tommaso Buscetta, furono determinanti per il lavoro che poi svolse il pool antimafia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A rievocare quella stagione, un racconto del giornalista Salvo Palazzolo, che ha recuperato immagini, gran parte inedite, conservate nel Museo della memoria della Legione Carabinieri Sicilia e nell'archivio del giornale "L'Ora" di Palermo. Foto simbolo di questa narrazione, quella di Carlo Alberto dalla Chiesa sorridente che sta donando alcuni palloncini ai bambini per la festa della Befana del 1970. La mostra, curata da Alessandro De Lisi e realizzata dallo studio "Venti caratteruzzi", fa rivivere soprattutto le indagini dei Carabinieri uccisi a Palermo: il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, il colonnello Giuseppe Russo, il capitano Emanuele Basile, il capitano Mario D'Aleo e il maresciallo Vito Ievolella. Nel percorso di parole e immagini, che sarà visitabile anche sul sito dell'Arma dei Carabinieri, ci sono pure stralci dei rapporti giudiziari degli investigatori assassinati dalla mafia.... Read the full article
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