#attenzione territorio
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pier-carlo-universe · 1 day ago
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Riccardo Molinari. Lega. Ricezione Rai a Casale Monferrato: la risposta all'Interrogazione Parlamentare
Iniziativa dell’On. Riccardo Molinari in seguito alle numerose segnalazioni
Iniziativa dell’On. Riccardo Molinari in seguito alle numerose segnalazioni In seguito alle numerose segnalazioni della cittadinanza rispetto a casi di difficoltà nella ricezione del segnale RAI a Casale Monferrato è stata depositata dall’On. Riccardo Molinari l’Interrogazione Parlamentare della quale è stata fornita risposta scritta ad opera del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Rif.…
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anchesetuttinoino · 7 months ago
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L'idea della democrazia targata DEM
Su Strisciarossa Nadia Urbinati scrive: «Infine, ma questo tema richiederebbe una riflessione a parte, i territori e gli amministratori hanno dimostrato di contare e di rendere il Pd concretamente presente e capace di buon governo. Un dato importante, tenendo anche conto di come era nata la candidatura Schlein alla guida del Pd, con una lacerazione tra dentro e fuori del partito, tra partito degli amministratori e della leader. La lacerazione è stata superata e ricomposta. Nel senso che gli amministratori hanno dimostrato di essere una componente aggregativa sul territorio che Schlein ha intelligentemente valorizzato e sostenuto. Dopo il voto europeo, al Pd resta l’arduo compito di preparare con sistematica ragionevolezza un’alleanza contro la destra, con l’obiettivo di raddrizzare la politica del paese, riportando lo stato di diritto e la democrazia al centro».
La Urbinati scrive cose ragionevoli sul rapporto tra riformisti e radicali nelle file del Pd che potrebbe ridare capacità di movimento alla sinistra. Poi però concentra la sua attenzione non sulla sfida tra proposte liberalconservatrici e socialiste-liberal, ma sulla “difesa della democrazia”, parola d’ordine che in questo trentennio ha sempre determinato una guida politica dall’alto dell’Italia, cioè a una diminuzione della democrazia.
* * *
Su Startmag, a proposito di un’intervista corrierista al cardinal Camillo Ruini, Francesco Damato scrive: «Invitato dall’intervistatore a dire se davvero nell’estate del 1994, come raccontato in un libro edito dallo stesso Corriere della Sera, Scalfaro lo avesse invitato a cena con il cardinale Angelo Sodano e monsignor Jean-Louis Tauran per chiedere loro di essere “aiutato a far cadere il governo Berlusconi” raccogliendone un “silenzio imbarazzato”, Ruini ha testualmente risposto: “Effettivamente andò così. La nostra decisione di opporci a quella che ci appariva come una manovra – al di là della buona fede di Scalfaro – fu unanime”».
Un Quirinale che trama con i vescovi per far cadere un governo scelto degli elettori, sarebbe questo l’esempio di quella “difesa della democrazia” che invoca la Urbinati?
Via tempi.it
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fashionbooksmilano · 11 days ago
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Temples
Giancarlo Pradelli
5 Continents, Milano 2021, 96 pagine, 42 illustrazioni in tricromia, 30x24cm, ISBN 979-12-5460-000-9
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Nell’isola chiamata dai Greci Ichnusa e assimilata a un piede umano, fra cardi selvatici, macchie di lentisco e di elicriso dall’intenso profumo, in paesaggi assolati e battuti dal vento, si trovano chiese, monasteri e pievi di antica costruzione, perlopiù cadute in disuso. Sono edifici battezzati con i nomi di santi, un tempo parte di un tessuto urbano oggi vuoto di uomini, accomunati dalla posizione solitaria che ne aumenta il fascino paesistico: veri e propri miracoli di pietra, di rara bellezza, simboli di una sacralità intrinseca del territorio. È in questa Sardegna poco nota, senza mare, che trova ispirazione Giancarlo Pradelli nel suo viaggio nell’entroterra. Il suo sguardo non si sofferma solo su edifici prestigiosi, frutto delle storiche infiltrazioni culturali nell’isola, ma predilige modeste costruzioni di stili diversi e rustiche chiese campestri, di matrice pastorale, realizzate da maestranze locali per resistere alla forza del vento e al clima mediterraneo. Spesso ridotti alla condizione di muri crollati per il potere corrosivo del tempo, questi relitti, ormai vago ricordo delle originarie architetture, hanno assunto una nuova forma, destinata inesorabilmente a ulteriori silenti mutazioni.
Giancarlo Pradelli, dopo alcuni anni dedicati all’insegnamento della fotografia si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha approfondito la tecnica del bianco e nero e del ritratto. Da tempo conduce ricerche sull’architettura e il paesaggio, con attenzione al connubio fra ruderi e natura. Per Five Continents Editions ha pubblicato Eolie (2005), Pierluigi Ghianda (2006), Home (2012). Sue immagini sono presenti in diverse collezioni pubbliche, fra cui: Galleria Civica di Modena, Centro Studio e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, Bibliothèque Nationale de France a Parigi.
31/12/24
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sisif-o · 2 months ago
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faccio questo post perché è da un anno a questa parte che noto che sta prendendo piede una fobia sociale, che riguarda il camminare da soli di notte
lavoro in emergenza, prendo chiamate da una regione intera, con anche qualche città abbastanza popolosa
so che la mia esperienza non fa statistica, ma lavoro da tre anni e ho risposto a circa 150mila chiamate, di ogni tipo, ad ogni ora del giorno e della notte, quindi ho un po' di informazioni dirette su quello che accade per strada, da cui ho dedotto quanto segue:
la violenza nelle strade è rara ed è legata ai furti e alle aggressioni fra uomini, per spaccio o futili motivi (risse, alcol, parcheggi, etc)
la violenza sulle donne, sempre nelle strade, è rara, lo stupro (per fortuna) ancora di più
il pericolo di aggressione o di violenza sessuale per le donne è nelle case, con i mariti/fidanzati o i famigliari, o alle feste, a causa di amici e conoscenti
discorso a parte, invece, per le molestie, che ho la sensazione che accadano, ma che non vengano "denunciate" (nel senso che chi subisce tali molestie non ci chiama per segnalarle), quindi non so effettivamente quanto siano più o meno frequenti
con questo non voglio dire che sia sicuro camminare di notte da soli, né che dobbiate farlo a cuor leggero
è giusto e sacrosanto che ci sia prevenzione e attenzione e che si chieda maggiore sicurezza
ma
la situazione è meno tragica rispetto a quello che appare leggendo i social o guardando i media
(p.s. questo discorso non si applica alle metropoli o città tanto tanto grandi, e soprattutto non si applica alla vostra regione, perché ogni territorio è diverso)
(p.s.s. mi rendo conto che la percezione del pericolo sia questione diversa al pericolo in sé, l'obiettivo di questo post non è minimizzare ciò che accade o che avvertiamo, ma provare a tranquillizare)
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tuttalamiavitarb · 2 months ago
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Marcare il territorio
Attitudine sociale umana.
Per marcare il territorio si intende quella attitudine nei contesti sociali , che hanno talune persone per attirare l attenzione, in maniera morbosa presso la propria persona, nel imporre agli altri vincoli di pochissimo conto, ma fastidiosi per gli altri,quasi a trarne lenimento per la propria pochezza.
In generale non si tratta di fare valere i propri legittimi bisogni in contesti che lo consentono, ma di assediare un contesto sociale definito, famiglia, lavoro, solido gruppo di amici, con continue puntualità,che nascondono continue richieste di attenzione presso la propria persona..
Quest' attitudine borderline rispetto alla patologia, in genere rappresenta la punta del iceberg, rispetto ad altre deviazioni pregresse che sono state tollerate anziché indagate.
Esempi pratici.
Per il contesto l orario ottimo per la cena sarebbero le 21:00, il marcatore cercherà di anticipare o posticipare l orario adducendo scuse labili.
Oppure, il contesto opta per una cena a base di pizza, il marcatore richiederà alimenti diversi, adducendo deboli giustificazioni, per aver soddisfatta la propria Richiesta.
solo per testare la fedeltà altrui o fare valere i rapporti di forza.
esempi: genitore- figlio, capo - sottoposto.
Variante proxy o per interposta persona:
Se Prendi il gelato , prendi anche il gusto crema, che a fabiolino piace molto?
Puoi evitare l aglio nel pesto che Marcolino , non lo digerisce?
Si può prendere la strada più lunga che quella breve fa venire il mal d auto a Claretta?.
Tale comportamento prende il nome dal abitudine dei canidi, di orinare in giro. Per avvertire della propria presenza.
Nel caso dei cani di piccola o minuscola taglia, questo atto comporta più fastidio agli altri che un effettiva utilità pratica
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valentina-lauricella · 4 months ago
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Questa è una chart di buoni propositi di inizio autunno trovata su Instagram. Una a caso. Io detesto le regole, amo la libertà e l'anarchia. Ma, ammettendo che io volessi diventare metodica, vediamo cosa dovrei fare:
elimina le app inutili: Instagram, ma poi come farei a seguire Chiara Ferragni? Facebook, ma poi come continuerei a far parte del Club Amici di Giacomo Leopardi?
Lascia andare le persone che ti drenano energie: sono sola, non ho nessuno da lasciare andare, ho solo mio padre e mio figlio, e il primo lo avrò ancora per poco. Dovrei lasciare andare il ricordo delle persone tossiche, ma non è in mio potere farlo. Inoltre, dimenticandole, incapperei in persone simili a loro che mi farebbero altrettanto male.
Svegliati prima: prima delle 6? Allenati: di primo mattino, pulisco il balcone, che è territorio dei piccioni.
Mangia per nutrirti e non per anestetizzare emozioni: non ho mai avuto disturbi alimentari; non vorrei farmeli venire adesso per un eccesso di attenzione.
Tieni un diario: celo, celo (ce l'ho)! È questo il mio diario, il mio Tumblr.
Ritagliati del tempo per rigenerarti: certamente, i miei hobby rigenerativi sono ascoltare musica, guardare video asmr e limarmi le unghia.
Questa è la tua unica vita: e menomale!
Diventa la persona che hai sempre desiderato essere: lasciamo perdere, mancano proprio le basi, come a un pesce che volesse volare o un uccello nuotare.
Questa volta cambierai davvero: tutti cambieremo, al dispogliarci del corpo.
Buon capodanno.
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pettirosso1959 · 5 months ago
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Will Happer, professore emerito di fisica presso l’Università di Princeton, ha dichiarato: “Le energie rinnovabili, come il solare e l’eolico, occupano molto spazio e di notte non funzionano affatto. Abbiamo bisogno di altre fonti che forniscano energia elettrica durante la notte. Non funzionano bene nemmeno nelle giornate nuvolose o in inverno, quando il sole è basso. Quindi, si tratta solo di segnalazione di virtù; non hanno alcun senso economico a meno che non siano massicciamente sovvenzionate dai governi statali e federali.”
Ma, oltre a questi problemi ben conosciuti ai più, andiamo a vedere cosa comportano in termini di inquinamento e deturpazione del territorio.
Infatti, molti non sanno che la costruzione di impianti per le energie rinnovabili comporta alcuni impatti ambientali. E allora ecco una panoramica dei principali:
1) Uso del suolo: La costruzione di impianti solari ed eolici richiede ampie superfici di terreno, che possono portare alla perdita di habitat naturali e alla frammentazione del territorio.
2) Consumo di risorse: La produzione di pannelli solari e turbine eoliche richiede l’estrazione e la lavorazione di materiali come il silicio, i metalli rari e l’acciaio, che possono avere impatti ambientali significativi.
3) Emissioni durante la produzione: Anche se le energie rinnovabili producono poche emissioni durante il loro funzionamento, la produzione e l’installazione delle tecnologie possono comportare emissioni di gas serra.
4) Impatto sulla fauna: Le turbine eoliche possono rappresentare una minaccia per gli uccelli e i pipistrelli, mentre la costruzione di impianti solari può disturbare gli habitat naturali.
5) Uso dell’acqua: Alcune tecnologie rinnovabili, come il solare termico e la geotermia, richiedono grandi quantità di acqua per il raffreddamento e il funzionamento.
Quindi, ok alle rinnovabili per avere alternative e minor dipendenza dai combustibili fossili, ma attenzione a darle per non inquinanti e rispettose della natura, potreste cadere nella trappola della propaganda del Green New Deal o di Net Zero.
Da Attività Solare - Solar Activity
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canesenzafissadimora · 8 months ago
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E ricordate anche quella parola poco usata che è ormai quasi sparita dall’uso, sia in pubblico che in privato: tenerezza. Non potrà farvi male. E quell’altra parola: anima – o chiamatela spirito, se preferite, se vi rende più facile rivendicare quel territorio. Non scordatevi neanche quella. Fate attenzione allo spirito delle vostre parole, delle vostre azioni. È una preparazione sufficiente. Non c’è bisogno di altre parole.
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susieporta · 2 months ago
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Alejandro Jodorowsky dice che un albero sano è quello che produce frutti dolci e nutrienti, anche se nel suo aspetto esterno è un albero "storto".
Invece un albero maestoso che produce frutti "tossici" è un albero malato...
Guarire significa non continuare a ripetere gli schemi comportamentali del nostro albero genealogico.
"La guarigione dell'albero consiste nel rimuovere la ripetizione, comprenderla o ripeterla in modo positivo"
Cos'è la famiglia?
La famiglia è la cosa permanente, c'era prima che arrivassimo, le apparteniamo finché vivremo e continuerà ad esistere dopo di noi. È una generazione di vivi, che cammina con almeno due generazioni di morti alle spalle fino al traguardo, dove tocca salire sulle spalle della prossima generazione di vivi.
Io sono la mia famiglia?
Ricordiamoci che dal punto di vista della metagenealogia ognuno di noi è abitato dalle tre generazioni che lo precedono, il che fa almeno 14 persone. Da questa prospettiva, consideriamo che i segreti custoditi in una generazione siano una sorgente insana di traumi e conflitti per coloro che ci arrivano dietro.
C'è un legame tra malattia e segreti di famiglia?
Il rapporto tra malattia e segreti di famiglia è abbastanza evidente nello studio degli alberi genealogici. La famiglia è come una pentola psicologica piena di segreti, tabù, silenzi, vergogna. Ci sono omicidi, follia, furti, infedeltà, prigione, incesto, abusi... Così, la malattia non è la soluzione del problema, ma un invito ad affrontare un conflitto familiare che è rimasto segreto. Come ha scritto Françoise Dolto: "Quello che è silenzioso nella prima generazione, la seconda lo porta nel corpo. ”
Quali cose, a livello psicogenealogico, stiamo caricando sul corpo?
Sul lato destro... c'è l'eredità paterna. Lato sinistro... eredità materna. Il ventre... la madre. Problemi alla schiena... carichi i genitori. Genitori divorziati o separati... punte dei piedi si staccano. Paura della sessualità... bacino spostato all'indietro. Non ti hanno amato... petto indurito e insensibile
Se non uso parole per esprimere il mio dolore, lo esprimerò con il mio corpo?
Anne Ancelin Schützenberger lo ha studiato a fondo: "I duelli non fatti, le lacrime non versate, i segreti di famiglia, le identità inconsce e lealtà familiari invisibili" camminano sui figli e sui discendenti. "Ciò che non si esprime con le parole si esprime con i dolori". O per incidenti, come nel caso di una biznipote che perde la verginità per caso a sette anni (giocando a salto con la pertica) e studiando il suo albero, scopre che la sua bisnonna è stata il frutto di uno stupro, concepito nello stesso giorno in cui è avvenuto l'episodio.
Come si possono osservare i segreti nell'albero genealogico?
Quando l'albero vuole svelarti un segreto, crea una struttura, qualcosa che si ripete, con questo vuole attirare la tua attenzione. Ad esempio una data che si ripete, uno stile di scelta della coppia, incidenti con ingredienti simili. Questi segreti sono custoditi per vergogna, pudore, per proteggere i bambini o autoproteggersi davanti alla società.
Dove sono questi segreti?
Ogni segreto che abbiamo è nello strato che gli spetta (i quattro ego):
Le mie idee folli segrete, possiamo identificarle al livello dei miei bisnonni
Le mie emozioni segrete, sono nei miei nonni
I miei segreti sessuali-creativi sono nei miei genitori
I miei segreti materiali di territorio sono nei miei fratelli
Quando il segreto è portato da un membro della famiglia, questo lo vive come un corpo estraneo e fastidioso, il suo corpo lo vive come un tumore o un bolo alimentare che deve uscire fuori. Non dobbiamo mai dire segreti ai bambini, è un abuso.
Sappiamo anche il potere della comunicazione non verbale, se qualcuno davanti a te tace un'informazione importante, prima o poi si rivela con qualche gesto inconscio. Freud diceva: "Colui le cui labbra tacciono, parla con la punta delle dita. Si tradisce da tutti i pori”.
Claudine Vegh diceva: "Vale più conoscere una verità, anche quando è difficile, vergognosa o tragica, che nasconderla, perché ciò che tace, è subordinato o indovinato dagli altri e questo segreto diventa un trauma più grave a lungo termine".
I segreti devono essere areati se sono del presente, nel modo più appropriato e nel momento più propizio, oppure guariti con la psicomagia se sono del passato. Uno strumento utile è disegnare l'albero guarito: si tratta di fare un'opera in cui rappresentiamo tutti i membri, con disegni o fotografie attaccate come collage. A ognuno daremo il suo scopo compiuto, tutto quello che diamo lo diamo a noi stessi, e lì appariranno tutti i segreti trasformati in benedizioni.
L'albero ha dei segreti, mentre può provare a svelarli. In ogni albero appare in un certo momento un eroe, colui che lo guarisce e si guarisce, colui che osa costruire l'albero genealogico. Non esistono alberi sani perché viviamo in una società malata.
"La guarigione dell'albero consiste nel rimuovere la ripetizione, comprenderla o ripeterla in modo positivo"
Alejandro Jodorowsky
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piusolbiate · 3 months ago
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FARE SQUADRA
Sono stati eletti nel Consiglio Direttivo Regionale di ANCI LOMBARDIA: Susy Pozzato e Andrea Di Salvo consiglieri comunali rispettivamente a Gorla Maggiore eCairate, mentre il Sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli è stato nominato Consigliere Nazionale di Anci Lombardia. A Presidente dell'associazione è stato eletto Mauro Guerra e nel suo discorso un breve ma sentito passaggio in ricordo del Sindaco di Castellanza Mirella Cerini.
Fabio Longhin (che rappresentava anche Solbiate Olona): "È stato per me un grande onore partecipare ANCI Lombardia. Un’esperienza ricca di confronti e scambi costruttivi con amministratori provenienti da tutto il territorio lombardo.
Questi laboratori sono un’opportunità preziosa per crescere insieme e condividere idee che possano migliorare le nostre comunità. Un ringraziamento speciale va a tutti voi, che mi avete permesso di essere in questo luogo e rappresentarvi con orgoglio.
Grazie per la vostra fiducia e il vostro continuo supporto!"
Susy Pozzato: "ANCI Lombardia rappresenta una realtà concreta, impegnata a portare avanti istanze fondamentali e a promuovere iniziative che coinvolgono tutti i territori, dal grande centro urbano al più piccolo paese per garantire e condividere opportunità e affrontare sfidead ogni Comune, contribuendo così a uno sviluppo sostenibile e inclusivo. La forza di ANCI risiede nella sua autonomia e nella capacità di rappresentare ogni amministratore, creando una vera “casa comune” per chi lavora per il bene delle comunità lombarde. Insieme, costruiremo un futuro migliore per tutti!"
Emanuele Antonelli:"Un onore essere chiamato a far parte un’Associazione che rappresenta i Comuni di fronte alle istituzioni e dimostra concreta e costante attenzione alle problematiche che quotidianamente emergono negli Enti, supportandoli con autorevolezza nel percorso di sviluppo e di crescita delle comunità locali. Un onore, ma anche una grande responsabilità: mi impegno a far crescere la “casa comune” di tutti gli Amministratori lombardi mettendo a disposizione l’ esperienza e le conoscenze acquisite in questi anni alla guida della sesta città della Lombardia, un ruolo che, come dico sempre, non mi fa dormire la notte, ma a cui mi dedico con tutto l’impegno possibile e con una passione per la polis, che, nonostante le difficoltà di ogni giorno, non si affievolisce. Un impegno che replicherò di certo anche in Anci, con spirito di servizio e con uno sguardo più ampio. E con un’attenzione particolare per il Comune di Busto Arsizio e tutti i Comuni della provincia di Varese, che cercherò di rappresentare al meglio"
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zero0virgola0 · 4 months ago
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Settembre, per sua stessa natura, incarna il mese in cui ogni progetto di procastinazione viene sottoposto a un rigoroso scrutinio. È il tempo della ripresa, in cui si rimettono in moto tutte le attività e, soprattutto, si concepiscono nuovi progetti, destinati tuttavia, nell'arco di pochi mesi, a subire ancora una volta la sorte inevitabile della suddetta procrastinazione.
Nel variegato universo dei social, questa prima settimana del nono mese è stata costellata da un fiume di meme che ironizzano sui buoni propositi, puntualmente traditi. Li ho trovati estremamente piacevoli, autoironici e assolutamente pertinenti. Tuttavia, e sottolineo con fermezza, nessuno, nessuno potrà mai eguagliare l’esempio supremo di procrastinazione rappresentato dai celebri cartelli stradali che adornano, da decenni ormai, le strade statali di montagna disseminate su tutto il territorio italico.
Durante una recente escursione estiva, prima ancora di giungere al punto di partenza, ci siamo sobbarcati una sequenza interminabile di tornanti, circondati da una selva di faggi. Tuttavia, la presenza imponente di questi alberi non era nulla in confronto alla proliferazione dei cartelli stradali recanti la scritta:
ATTENZIONE BUCHE PERICOLOSE
Quei cartelli, vecchi di almeno un decennio – posso affermarlo con certezza, poiché percorro quelle strade di tanto in tanto, d'estate – sono l'emblema dell'arte suprema della procastinazione. Ora, mi si spieghi come sia possibile superare, in questa nobile disciplina, il Governo Italiano.
Lo immagino, in una stanza ovattata, mentre si dibatte:
"Abbiamo un problema: la statale del comune di Asinello Superiore, in provincia di Feltrello, è disseminata di buche. Quest'estate la gente rischia la pelle!"
"Ehm, sì, ma non c' abbiamo il BAGGIET. Prima dobbiamo organizzare la Giornata per la Sicurezza Stradale visto che abbiamo già ingaggiato l’ingegner Furbacchioli per una masterclass intitolata 'Come gestire il desiderio di crivellare la tua assicurazione'".
"Bene, allora mettiamoci dei cartelli. Così, se qualcuno rovina gli ammortizzatori, almeno non potrà farci causa."
"Perfetto, deciso."
Prendete esempio dai migliori, prendete esempio dal Governo.
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abr · 1 year ago
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Buongiorno a tutti. Essendo sabato suppongo che i giornalisti investigativi della grande stampa italiana si riposino. Per quelli che volessero pianificare una piccola ricerca da svolgere a partire da lunedi', ecco un timido suggerimento. Gli studi sul #superbonus110 prodotti da, fra gli altri: - @nomismaustampa per @ancenazionale - @UniLUISS per il governo presieduto da @GiuseppeConteIT - @FonteCensis (vedasi https://censis.it/territorio-e-reti/ecobonus-e-superbonus-la-transizione-energetica-del-paese-1……) https://fondazionenazionalecommercialisti.it - La RGS per il @MEF_GOV erano SBAGLIATISSIMI (...). Ad oggi non sono stati resi pubblici: - i dati di partenza - i modelli economici adottati - le stime statistiche effettuate - i risultati di tali stime e simulazioni. Insomma, non sappiamo come fecero tutti questi economisti a compiere gravi errori, veramente madornali. Fu ignoranza? Il caso? Scarsa attenzione? Altro? Qualcuno potrebbe investigare? (...) Grazie per il supporto. Buon week end.
da https://twitter.com/micheleboldrin/status/1702903333491454250
Interesting. Anche in questo come il Covid, la Transizione Energetica, il Clima e praticamente ogni altra cazzata parasuicida, è un caso di CE LO DICE LA SCENZA. Altro che scelte compiute in autonomia da quattro politici semidefi.
E' la mistica di quelli che credono alle scorciatoe: alla politica dei "giusti & disinteressati" che risolvono problemi. E son convinti che basterebbe averci "quelli bravi" tipo Draghi (uno che guarda caso ha avvallato, tra le altre cazzate che ha detto e fatto, anche questi stimoli "scentifici" giusto un filino keynesiani).
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cutulisci · 8 months ago
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https://che-fare.com/almanacco/societa/leggere-il-calo-delle-nascite/
Quest’anno più del solito, il tradizionale comunicato dell’Istat sugli indicatori demografici ha generato un fervore di attenzione e di commenti. Nulla che non fosse già prevedibile – e ampiamente previsto – da chi è del mestiere, ma sono ormai diventati molto visibili gli sviluppi di quelle che erano tendenze di lungo corso, ben consolidate, principalmente sul crollo delle nascite.
Eppure, con 58 milioni e 990.000 persone residenti al 1° gennaio di quest’anno, la popolazione italiana – in riduzione costante dal 2014, quando aveva toccato il massimo di 60,3 milioni di persone residenti – sembrerebbe aver inaspettatamente arrestato il suo declino.
Ogni anno ci veniva annunciata la scomparsa, dal territorio italiano, di una popolazione equivalente a quella di una città medio-grande: nel 2023 la diminuzione si è limitata invece a 7.000 abitanti, un numero molto contenuto, e che potrebbe rassicurare chi teme il declino demografico.
Il bilancio fra nascite (379.000) e morti (661.000) continua a essere pesantemente negativo: meno 281.000 persone. Ma quello fra nuovi e nuove residenti arrivate dall’estero (+ 416.000, fra cui molte persone dall’Ucraina) e le cancellazioni anagrafiche di chi ha trasferito la residenza all’estero (- 142.000, soprattutto giovani donne e uomini italiani) è stato ampiamente positivo (+ 274.000), arrivando quasi a compensare la diminuzione avvenuta per fattori naturali.
Oltre che sul numero delle persone residenti, l’immigrazione ha esercitato un effetto positivo sulla struttura per età, portando a un complessivo ringiovanimento della popolazione: il guadagno in termini di bambini, bambine, persone giovani e adulte straniere fino a 44 anni è di oltre 277.000 unità.
Oggi, donne e uomini stranieri costituiscono il 9% della popolazione residente. Non si riflette mai abbastanza su quanto potrebbe essere utile, oltre che giusto, fare in modo che queste persone entrino a pieno titolo in una collettività di cui già fanno parte solo per lavorare.
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mezzopieno-news · 10 months ago
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FERRARA È LA CITTÀ PIÙ LIBERA DALLA PLASTICA IN ITALIA
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È Ferrara la città più libera dalle plastiche in Italia. Insieme a lei sono Termoli (Campobasso), Borgo Virgilio (Mantova), Legnago (Verona), Mogliano Veneto (Treviso), Tortora (Cosenza) e Bacoli (Napoli) ad avere dimostrato di poter invertire la diffusione dei polimeri sintetici responsabili di una delle forme più dannose di inquinamento al mondo.
Il primato è stato ufficializzato su una valutazione basata su 23 punti suddivisi in 5 aree principali: lotta contro gli abbandoni illeciti, sensibilizzazione del territorio, gestione dei rifiuti urbani, attività virtuose dell’ente e collaborazione con Plastic FreeOnlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica in Italia. Il premio Comune Plastic Free ha evidenziato una forte crescita (da 49 a 111) dei Comuni che nell’ultimo anno hanno conseguito risultati importanti nella lotta alla plastica.
Ferrara è il primo capoluogo di provincia d’Italia a conseguire il massimo punteggio “Al di là della soddisfazione di essere l’unica città capoluogo tra le sette premiate ad aver raggiunto il punteggio massimo, la nostra intenzione è ora mandare un messaggio ai più giovani: condividiamo la vostra attenzione verso l’ambiente e la natura e il nostro impegno ha l’obiettivo di consegnarvi una Ferrara sempre più pulita e sostenibile” ha dichiarato l’assessore comunale all’Ambiente Alessandro Balboni. Il protocollo d’intesa che il Comune ha realizzato ha come obiettivo di essere un vero e proprio patto per generare benefici per il territorio, snellire gli iter burocratici favorendo le attività di volontariato e avvicinando gli enti ai cittadini impegnati nella tutela ambientale.
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Fonte: PlasticFree; foto di Ввласенко CC BY-SA 3.0 DEED
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rideretremando · 2 years ago
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LA RIVOLUZIONE PASSIVA CHE CI HA RESI TUTTI BERLUSCONIANI
Domani, 12 giugno 2023
Il 26 gennaio 1994 Silvio Berlusconi annuncia al pubblico la decisione di “scendere in campo”. Pochi in Italia credono nel suo destino politico, molti sono certi che si tratti di un fuoco fatuo. In un paese nato e cresciuto con partiti strutturati, sembra inconcepibile che un avventuriero, che ha messo in piedi un partito come fosse una catena di distribuzione alimentare, possa avere una qualche speranza di arrivare a palazzo Chigi. E si sbagliano.
Un errore che rivela quanto poca attenzione venisse prestata allora al peso del pubblico generalista da parte di chi si occupava di politica.
L’inventore della “tivù spazzatura”, com’era detta senza tanti giri di parole la televisione commerciale, aveva già fatto breccia nella mentalità degli italiani e delle italiane quando lui scese in campo. Proprio come la “Milano da bere”, che era già emblema di una società libera da “lacci e lacciuoli”, spregiudicata ed edonistica.
Homo novus in politica, Berlusconi non era un self-made man come recitavano i depliant di Forza Italia che trovavamo nelle buche delle lettere. Era parte dell’establishment della Prima repubblica, non solo perché amico personale di Bettino Craxi. Aveva ricevuto tanti favori dai politici prima che il pool di Mani Pulite guidato da Antonio di Pietro li atterrasse.
Nel 1984 la Corte costituzionale si era pronunciata per l’incostituzionalità di quello che passò alla storia come “decreto Berlusconi” che permetteva alle emittenti locali di trasmettere su tutto il territorio nazionale. Nel 1990, la legge che porta il nome del socialista Oscar Mammì codificò e regolò nel nome del nobile principio del “pluralismo” quello che era a tutti gli effetti un duopolio.
Quattro anni dopo, il Partito socialista avrebbe chiuso i battenti insieme agli alleati del “pentapartito” guidato dalla Democrazia cristiana di Arnaldo Forlnai.
La prateria d’opinione lasciata libera dai partiti era enorme e già usa al potere televisivo, quello che Giovanni Sartori avrebbe poi battezzato videocrazia. La scesa in campo del tycoon milanese era tutto fuorché un fulmine a ciel sereno e sarebbe stata tutto fuorché un fuoco fatuo.
Ciononostante, il 28 marzo 1994, giorno della vittoria elettorale di Forza Italia, rappresenta uno spartiacque. Una di quelle date che segnano, si potrebbe dire con le parole di Montesquieu, «un impercettibile passaggio da una costituzione a un’altra» pur senza alcun cambio di costituzione, perché ha effetti profondi nella vita di una società, mettendo in moto aspirazioni e timori, lotte tra «chi difende la costituzione che declina e chi porta avanti quella che sta prevalendo».
E in quelle lotte, che mai si sono spente, si formarono un nuovo linguaggio politico e nuovi leader, e vennero sconquassate generazioni e culture politiche. Berlusconi fu il Perón italiano.
Conquistò l’opinione pubblica mettendo la famiglia sul palco, la sua vita privata (costruita per la vendita del prodotto elettorale) nei depliant. Creando le condizioni per una permanente attenzione scadalistica da parte dei media che anni dopo l’avrebbe travolto. Coniando slogan tanto dirompenti quanto all’apparenza avulsi dalla realtà.
Berlusconi entrò in politica con parole di fuoco contro la partitocrazia, alla quale egli doveva molto; e contro il comunismo, che era già tramontato prima ancora della Bolognina.
Ma quegli slogan non erano avulsi dalla realtà, se si considera che Berlusconi era esterno alla classe politica (e poteva quindi tuonare contro la partitocrazia) e che l’idea di una democrazia sociale e di una responsabilità dell’economia verso il bene pubblico era ancora parte della cultura politica diffusa, che egli da liberista qual era identificava col “comunismo”. Nel linguaggio gramsciano quella di Berlusconi fu una rivoluzione passiva.
Gli slogan di Forza Italia aggredivano quella che era una mentalità resiliente. Canovacci di una politica modellata sul Colosseo, che da allora le televisioni misero in scena ogni sera: un politica del “contro” che, scrisse Alessandro Pizzorno, aveva dismesso il giudizio politico per quello estetico, morale e sentimentale, imponendo fatalmente di stare “con” o “contro”, senza mai ragionare sulle questioni sostanziali e sulle vie migliori per attuarle o respingerle. La politica della ragione pubblica era finita.
E per questo, Berlusconi determinò non solo l’identità politica sua ma anche quella dei suoi avversari, costringendoli a imitarlo per combatterlo. Perfezionò una diade identitaria di successo, usata dalla Lega di Umberto Bossi contro i meridionali e poi da Matteo Salvini contro i migranti, fino alla presidenza del Consiglio di Giorgia Meloni. “Noi” contro “loro”, dove i “loro” di Berlusconi erano i giudici, le istituzioni e chi non stava dalla sua parte, quella della libertà contro lo statalismo.
Quello schema retorico populista non sarebbe più scomparso. Avrebbe allevato generazioni di leader di partito di lotta e di governo, a destra e a sinistra. Ha visto giusto Giuliano Ferrara che nel suo Il Royal Baby. Matteo Renzi e l’Italia che vorrà, scriveva che il «teatrino della Leopolda è l’equivalente digitale del cielo azzurro di Forza Italia». Stesso stile stessa politica stesso progetto.
Ferrara scriveva nel 2015, vent’anni dopo la svolta populista dell’allora capo di Fininvest. Il cui impatto restò persistente nonostante le parentesi dei governi tecnici che, da allora e a intervalli regolari, hanno messo in stand by il populismo consentendogli di rigenerarsi invece di indebolirlo.
Il 1994 fu difficile da digerire, soprattutto per quella generazione che, emersa dall’Italia fascista, pensava alla politica come a una sfera autonoma dai poteri tradizionalmente intolleranti dei limiti dello stato: quello religioso e quello economico.
La commistione tra gli affari di Berlusconi e i governi di Berlusconi non placarono mai le critiche, né del resto fu mai risolta, e preoccupò i due maggiori pensatori politici viventi, Norberto Bobbio e Giovanni Sartori. I quali faticarono a collocare Berlusconi nelle classiche categorie della politica.
Era un cesarista? Un despota? Un sultano? Un patrimonialista? O tutte queste cose insieme, indicative di una leadership che usciva dall’alveo dei partiti e di un uso del potere che mal tollerava limitazioni istituzionali, appellandosi direttamente alla “sovranità degli elettori”. Ai quali Berlusconi si rivolgeva dalle sue tivù e da quelle di stato, siglando con il pubblico contratti e accordi.
Nel 1994, Bobbio diede alle stampe l’Elogio della mitezza dove consegnava un’immagine di sé che è diventata iconica: l’intellettuale democratico è “uomo di dubbio e di dialogo”, un “mediatore” in consapevole ambivalenza tra il realista e l’idealista.
La mitezza, una qualità impolitica, era possibile solo se i diritti di libertà erano saldi. E così, Bobbio avrebbe speso gli ultimi dieci anni della sua vita (morì nel 2004) a lottare contro Berlusconi, proprio nel nome di quella mitezza che non aveva agio di godere perché avvertiva che l’Italia democratica era a rischio. Bobbio chiamò Forza Italia un “partito fantasma”, un “partito che non c’è” che violava la regola della trasparenza e della pubblicità: «Come vi si accede? Quali gli obblighi dell’iscritto?».
Giudicò i club di Forza Italia «comitati elettorali, cioè partiti alla vecchia maniera», e si chiedeva: «Ma composti da chi? Diretti da chi? Finanziati da chi? Una democrazia che si regge su una rete di gruppi semi-clandestini è davvero un’invenzione senza precedenti. Bella forza, Italia».
Gli faceva eco Sartori, meno militante ma non meno castigatore di Berlusconi. Sulle orme di Max Weber rispolverava la categoria del sultanato, una forma di dispotismo (e Contro i nuovi dispotismi era il titolo di una collezione di saggi bobbiani uscita nel 2004). Dispotismo e sultanato stavano a indicare l’anomalia della democrazia italiana, che sembrava non avere nei fatti un governo della legge. Il tempo avrebbe mostrato che non si trattava di una anomalia solo nostra.
anti-berlusconismo si consolidò in coincidenza con la proposta berlusconiana di riforma costituzionale. L’appello che lanciò Bobbio con Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso e Paolo Sylos Labini a votare contro la Casa delle libertà «per salvare lo stato di diritto», segnò una stagione politica nella quale la Costituzione divenne oggetto del contendere tra schieramenti politici, e che avrebbe segnato i successivi due decenni, con altri progetti di riforma, ultimo quello targato Renzi-Boschi. Da un berlusconismo a un altro, si potrebbe dire senza timore di essere faziosi.
Poiché, come nel caso di Perón, con Berlusconi venne inaugurata una nuova forma di politica. Berlusconismo è oggi una categoria politica e una ideologia, un modo di fare politica e di gestire l’immagine del leader politico. Designa anche una concezione del ruolo dello stato e delle istituzioni come meno distanti, nell’illusione che ciò convenga a tutti. Una specie di trickled-down della politica, con una vicinanza tra società e stato ottenuta direttamente dal leader.
Quando venne eletto Donald Trump, nel 2016, commentatori e giornalisti americani non ebbero difficoltà a incasellarlo come un esempio di berlusconismo, il patrimonialismo nell’età del capitalismo finanziario.
Nadia Urbinati (troppo buona)
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italiavivadelchierese · 1 year ago
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La sceneggiata del pronto soccorso di Carmagnola evidenzia il caos in cui è sprofondato il Servizio Sanitario Piemontese, vediamo perché.
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Il 25 agosto abbiamo appreso dalla stampa locale e regionale che l’Asl To 5 ha deciso di chiudere definitivamente il pronto soccorso del San Lorenzo di Carmagnola negli orari notturni.
Il 26 agosto, sempre dalla stampa locale e regionale, apprendiamo invece che Il Pronto soccorso di Carmagnola non chiuderà di notte. È stato il presidente Alberto Cirio in persona a bloccare il provvedimento annunciato sfiduciando, di fatto, il direttore generale della ASL TO5.
Questi eventi inducono forti preoccupazioni nei cittadini sulla tenuta del Sistema Sanitario Piemontese, sia dal punto di vista economico, sia della capacità di gestione del sistema.
Prima di esprimere qualunque giudizio, noi di Italia Viva siamo abituati ad analizzare gli avvenimenti con la giusta attenzione e competenza. Nel caso specifico, sappiamo bene che, in un sistema sanitario regionale “normale”, il direttore generale di una ASL non prende un’iniziativa di così grave impatto e non l’annuncia alla stampa, se non è stata preventivamente concordata con i vertici regionali: la direzione regionale sanità e l’assessorato stesso. Ora noi non sappiamo come siano andate realmente le cose, ma delle due l’una:
o il direttore generale della ASL ha fatto di testa sua, senza concordare il provvedimento con la Regione;
o il presidente Cirio ha finto di non essere stato coinvolto nella decisione e neppure informato, e ha dichiarato ai giornali di essere intervenuto per evitare il disastro che il direttore generale della ASL (insediato dal Presidente stesso) stava compiendo.
Nel primo caso ci aspettiamo una rapida rimozione del direttore generale della ASL TO5, perché verrebbe meno la fiducia da parte del Presidente.
Nel secondo caso stiamo semplicemente assistendo a una sceneggiata, degna di ben altri contesti.
In entrambi i casi siamo di fronte ad un’ulteriore dimostrazione della precarietà del sistema sanitario piemontese. Di fronte a una situazione così grave, in grado di comprometterne la sostenibilità, l’attuale maggioranza ricorre a provvedimenti tampone (immediatamente smentiti dal Presidente) che non sarebbero minimamente in grado di affrontare un’emergenza sanitaria in Piemonte, ormai conclamata.
Questo improvviso cambio di rotta evidenzia il caos in cui è sprofondato il Servizio Sanitario Piemontese.
Quel che sarebbe necessario fare è un nuovo piano sanitario regionale (l’ultimo risale ormai al 2012, ed è scaduto nel 2015) che indichi quali devono essere gli obiettivi prioritari del sistema e le azioni e le risorse necessarie per conseguirli.
Con questa giunta il nostro Piemonte pare avviato verso un nuovo commissariamento del servizio sanitario regionale, con tutto quel che ne consegue in termini di ulteriori tagli alle prestazioni. I cittadini piemontesi sono ormai distanti dagli standard di servizio normalmente assicurati nelle altre regioni del Centro-Nord Italia.
Nel 2023 abbiamo evidenziato a più riprese i mali della Sanità Piemontese e le soluzioni possibili. Nelle prossime settimane noi di Italia Viva riprenderemo le nostre attività di settore e gli incontri sul tema con i cittadini. Non mancheremo di comunicare, le prossime iniziative di divulgazione e di confronto.
28 agosto 2023
Comitato di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese.
Italia Viva Tavolo tematico Salute e Territorio Provincia Torino
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