#anche perché online per ora c’è solo in copertina rigida
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mi rendo conto or ora che la mia combo faccia che non sa cosa siano le e-mail + occhiaie + maglione bianco + cappotto blu mi rende una ottima cosplayer spontanea di tutti i personaggi di the terror e posso dire che sarà un po’ il freddo sarà un po’ il mood ma l’umore ultimamente si aggira a quello della crew verso l’episodio boh, facciamo 7 per essere ottimisti
#no allora sono nel tunnel della nautical fiction pesissimo perché voglio sempre leggere questo maledetto wager#ma non posso perché non c’è nelle librerie e non voglio comprarlo online#anche perché online per ora c’è solo in copertina rigida#figurati se spendo millemila soldi per la versione digitale#al che penso che lo acquisterò negli usa#anche per fare la bohémien che non ha solo pensato al turismo ma si è messa a fare la local in libreria#AL PUNTO CHE questa attesa questo sfrigolare di sinapsi mi hanno portata alla ricerca e al riciclo di tutta la fiction nautica in mio#possesso e oltre. quindi unico panorama culturale di riferimento per ora: questo
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Leggere
Grazie mille @atarassie per avermi invitata a partecipare!
1.Come scegli i libri da leggere? Ti fai influenzare dalle recensioni? Mi faccio influenzare molto dalle recensioni, più che tutto guardo quelle per scegliere che cosa leggere. Oppure vado in libreria e ci sto per ore, facendomi influenzare molto dal titolo, anche la copertina gioca un ruolo importante, perché se una casa editrice ha creduto così tanto in un libro da farci anche una copertina bellissima, voglio dargli una chance. Molti dei miei libri preferiti mi sono stati consigliati e prestati.
2. Dove compri i libri? In libreria o online? Un tempo compravo circa cinque libri per volta online, ma adesso vado in libreria per non spendere troppo e prendere massimo due libri alla volta, portandomi con me una somma di denaro limitata..
3. Aspetti di finire la lettura di un libro per acquistarne un altro o ne hai di scorta? Ne ho sempre qualcuno di scorta, ora come ora ne ho tantissimi, perché uscendo mi faccio sempre tentare da “dare un'occhiata in libreria”.
4. Di solito quando leggi? Leggo nei tempi morti al lavoro, nei tempi morti a scuola, e quando sono a casa mi piace leggere in giardino la mattina.
5. Ti fai influenzare dal numero di pagine quando compri un libro? In realtà no, il numero di pagine non mi spaventa, meglio se un libro che mi piace sia lungo!
6. Genere preferito? Adoro i thriller-horror, i gialli, i romanzi storici, i saggi psicologici e mi perdo molto spesso nel reparto arte, meglio de arte contemporanea o moderna.
7. Hai un autore preferito? Leggo più in base alla trama piuttosto che in base all'autore, però sono molto fissata con Stephen King.
8. Quando è iniziata la tua passione per la lettura? È iniziata quando andavo alle elementari e mia mamma mi portò in libreria a scegliere il mio primo libro, scelsi “Milla e Sugar”. Da quel giorno non mi sono più fermata!
9. Presti i libri? Sì certo! Basta che mi tornino indietro!
10. Riesci a leggere un libro alla volta o riesci a leggere più libri contemporaneamente? Di solito ad un romanzo affianco un saggio psicologico o un libro d'arte.
11. I tuoi amici/familiari leggono? Non penso di aver mai visto mio padre leggere un libro, mia mamma ci prova, ma ci vede pochissimo e lavora fino a tardi, dopo un paio di pagine si addormenta. Non
12. Quanto ci metti mediamente a leggere un libro? Dipende dagli impegni e dalla voglia.
13. Quando vedi una persona che legge, ad esempio sui mezzi pubblici, ti metti immediatamente a sbirciare il titolo del suo libro? Lo faccio sempre!
14. Se tutti i libri del mondo dovessero essere distrutti e potessi salvarne soltanto uno, quale sarebbe? Non riesco a trovare una risposta intelligente a questa domanda.
15. Perché ti piace leggere? Leggo per evadere dalla realtà, per provare delle sensazioni, e talvolta per ammazzare il tempo.
16. Leggi i libri in prestito (da amici o dalla biblioteca) oppure leggi solo libri tuoi? Sia miei che prestati, in biblioteca non ci vado praticamente mai.
17. Qual è il libro che non sei mai riuscito a finire? Un saggio sugli individui introversi che conto di terminare il più presto possibile ma che per gli impegni ho abbandonato. Il libro in questione è “Quiet” di Susan Cain.
18. Hai mai comprato un libro solo perché ti piaceva la copertina? E cosa ti attrae della copertina di un libro? Sì è successo e il libro mi ha presa molto! Adoro le copertine fatte da un illustratore, oppure essenziali. Prendo quasi solo libri con la copertina non rigida perchè li trovo molto più belli.
19. C’è una casa editrice che ami particolarmente? Sono legata alla Feltrinelli perché da bambina ho letto una serie di libri appartenenti a quella casa. Anche se non ricordo di preciso i titoli. Ora sto più in fissa con la Mondadori.
20. Porti i libri dappertutto (ad esempio in spiaggia o sui mezzi pubblici) o li tieni chiusi in casa? Ne ho uno sempre con me.
21. Qual è il libro che ti hanno regalato che hai gradito maggiormente? Mi sono stati regalati molti libri d'arte, quello che apprezzo di più è “Collectors 1”.
22. Come scegli un libro da regalare? In base al gusto personale della persona se la conosco bene, sennò punto sui grandi classici.
23. La tua libreria è ordinata secondo un criterio? No, la mia stanza è piccola, non possedendo una libreria i miei libri sono sparsi a caso sulle mensole o nei cassetti della scrivania.
24. Quando leggi un libro che ha delle note le leggi o le salti? Di solito le leggo tutte.
25. Leggi eventuali introduzioni, prefazioni e postfazioni dei libro o le salti? Leggo anche quelle.
Vi invito a rispondere! Anche se non so se siate lettori o meno.
@insettino
@wafertubo
@laccapercapelli
@sonounagiraffina
@abbraccichesalvano
@38h
Anche se non vi ho citati e vi piace, sentitevi liberi di rispondere anche voi!
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Chapter 41 - Coffee Pet Restaurant
Ginevra
E' seduta al bancone, indossa un vestito stile anni 70, con gonna corta a trapezio. Lo sfondo dell'abito è bianco, ma le classiche stampe geometriche di quegli anni, in vari colori, lasciano poco spazio allo sfondo. Le calze che indossa sono leggere, tanto che le gambe sembrano nude. Ai piedi anfibi allacciati fino in cima. I capelli sono raccolti dietro la nuca e trattenuti con una matita. Indossa gli occhiali da vista ed è chinata quasi a sfiorare con il naso un libro che sembra essere piuttosto antico, scorre lentamente le dita sulla cucitura interna della copertina, e sta osservando proprio quel punto. Gli occhiali nascondo in parte gli occhi gonfi per la pessima nottata che nemmeno le ore passate in più a dormire sembrano aver alleviato. L'agente è come sempre nei pressi dell'ingresso che guarda verso l'esterno, mentre Cleo, il gatto, dorme su uno degli scaffali più alti. Ha lavorato tutto il giorno, diversi clienti sono entrati, certo non una gran folla, ma insomma, qualcuno...
Malcolm
E’ tornato proprio ora dalla sede dell’FBI, dall’ufficio che gli è stato gentilmente concesso in virtù della sua collaborazione con il Bureau. E’ stato accompagnato ovviamente da un agente che lo ha scortato fino all’ingresso dove l’altro sorveglia. Entrando individua Ginevra al bancone, si sofferma su di lei con lo sguardo, quasi furtivo nella sua impostata timidezza: la figura del giornalista è sempre immancabilmente austera e rigida, elegante nel suo completo scuro, con una delle tante camicie bianche e la cravatta rosso cupo. Ha con sé la borsa da lavoro che porta appesa su una spalla. «Buonasera agente» saluta con una cortesia formale ed algida che tuttavia esprime il rispetto e la gratitudine per il lavoro svolto dal poveretto. Lo sguardo cade di lato, nell’angolo in cui è morto Phil e il ricordo violento lo induce a piantarsi lì come una statua, del tutto assorto ma con gli occhi un poco sbarrati e la faccia più cupa e contrita. Stringe le labbra e deglutisce, stringendo lentamente ma ripetutamente le mani a pugno, con forza.
Ginevra
Non alza lo sguardo quando sente la porta aprirsi, è assorta in quello che sta facendo, ma quando sente la voce di Malcolm alza lo sguardo, senza sollevarsi dal libro. Resta qualche istante ad osservare il giornalista, lo scruta effettivamente perché si è fermato a guardare proprio quel punto. Nulla di strano a lei capita diverse volte al giorno, ma... abbandona lì il libro e si alza. Uscita dal bancone si avvia verso Malcolm, senza alcuna fretta, e solo quando è a metà strada «Signor Barnes...» non è un tono di saluto, lo chiama come se dovesse dirgli qualcosa. Rivolge all'agente un cenno della mano a indicare che va tutto bene, per quanto ormai... si sarà abituato alle stranezze che avvengono in quel luogo? mah... Comunque non si avvicina troppo a Malcolm e resta a qualche passo di distanza, attende che sia lui a muoversi e, ovviamente, lei evita accuratamente di mettersi a guardare da quella parte, dove Phil è morto, e guarda il giornalista.
Michael
Lasciata l'audi non troppo distante, avanza lungo il coffee pet restaurant, tristemente salito agli onori della cronaca per quanto successo durante l'inaugurazione. Incredibilmente, il motivo per cui si sta dirigendo proprio lì non è strettamente collegato a quanto accaduto, anche se l'ha sicuramente influenzato. Stretto nella giacca chiusa da due bottoni sull'addome, avanza con la solita aria sicura e sorridente, sino a fermarsi davanti alla soglia, lasciarsi identificare dall'agente di sorveglianza del Bureau e proseguire all'interno, varcando la soglia. Si guarda intorno, come a cercare qualcuno prima ancora che qualcosa, immancabilmente lancia un'occhiata al bancone, annunciandosi con una schiarita di voce...
Malcolm
Osserva quel punto con tutto il disagio che ne può conseguire e quel senso di irrealtà dell’ambiente circostante quando perde di importanza a favore di un ricordo troppo vivido. Sussulta leggermente quando viene richiamato da Ginevra verso cui si volta quasi di scatto, per un momento con uno sguardo perso che subito dopo ritrova il consueto distacco: «Miss Durand, buonasera» la saluta con riguardo e cortesia, facendole un cenno del capo che può voler dire tutto o essere solo d’accompagnamento al saluto. Riprende subito a camminare così da allontanarsi dall’ingresso verso il bancone, cerca di affiancare Ginevra e di invitarla a proseguire sfiorando leggermente la sua schiena con una mano, per un breve attimo. E’ comprensibile che voglia tenere un contegno differente e sicuro davanti agli estranei. Sente aprirsi la porta e si volta istintivamente, intravedendo e riconoscendo subito Michael: «Direttore» lo apostrofa con una vaga sorpresa nel trovarlo lì. Sarà una visita di cortesia? Rivolge anche a Ginevra uno sguardo interrogativo per capire se lei ne sa qualcosa. Non è che gli dia fastidio, solo che non se lo aspettava. «Lo lasci passare pure agente. Buonasera signor Wells.» lo saluta con la solita compassata gentilezza. Nel frattempo, cerca di poggiare la borsa da lavoro sul bancone, giusto per alleggerire il carico.
Ginevra
Quando Malcolm si volta di scatto lei sobbalza, insomma diciamo che c'è un'aria un po' tesa in generale e Ginevra con la pessima notte trascorsa, non è proprio al massimo dei riflessi e dell'elaborazione. Sorride a Barnes, spontaneamente quando la saluta e fa per muoversi a sua volta quando la porta si apre. Lo stesso sorriso spontaneo viene rivolto a Michael Ray «Ciao Direttore!» guarda poi Malcolm «io mica dico all'agente chi far entrare e chi no» perplessa, perché si sta domandando se sbaglia a non farlo, solo che... «mica conosco tutti quelli che entrano» e con la fronte ancora corrugata torna ad osservare Wells e si stringe nelle spalle.
Michael
Saluta entrambi dapprima con un cenno della mano destra, poi avvicinandosi «buonasera Barnes, mademoiselle Durand...» un sorriso verso di loro, prima di avanzare lentamente «non immaginavo che l'FBI avesse bisogno di arrotondare e fare da sicurezza privata... allora è vero che hanno tagliato i fondi...» commenta ironico come sempre, mentre si guarda intorno «vi porto notizie dal mondo esterno: è ancora in piedi, apocalisse nucleare rinviata a data da destinarsi...» come se lì dentro fossero in un altro mondo in cui le notizie non possono arrivare... «ah, per inciso, congratulazioni per l'apertura, Ginevra...»
Malcolm
Osserva Ginevra piegando il capo un po’ verso il basso, vista quella differenza di statura, lo sguardo è a sua votla perplesso dai ragionamenti a cui risponde: «Ma lui lo conosciamo…» fa notare l’ovvietà, indicando Michael con un gesto della mano. «E presumo non abbia intenzioni funeste» un borbottio dal tono indecifrabile che Ginevra potrà ovviamente sentire e forse anche Michael. Ascolta poi quella ventata fresca portata da Michael. Il giornalista non sorride, ma non è una novità né alcunché di personale, semplicemente si staglia lì accanto al bancone, inflessibile, e osserva il direttore. Precisiamo che anche il giornalista ha l’aria piuttosto stanca e sciupata, di chi non sta passando i suoi giorni migliori, ma quell’atteggiamento di austerità assoluta fa quasi dimenticare il tutto. «Per fortuna il giornale ha anche l’edizione online.» commenta, in uno strano mix di severità e vaghissima ironia o divertimento, riguardo all’avere notizie dal mondo esterno. E poi niente, resta lì a sentire cosa ci fa il direttore in libreria, visto che lui non sa niente di questa visita.
Ginevra
«Oh cavolo!» commenta sentendo dell'apocalisse nucleare, batte il pugno destro sul palmo sinistro «io avevo anche preso tutte le scorte!» e lo dice con il tono di chi potrebbe effettivamente averlo fatto... Intanto Cleo è saltata siù scaffale dopo scaffale e sta gironzolando attorno alle gambe di Micheal Ray che non conosce, e lei proprio il gatto va ad indicare a Well «Lei è Cleo» rialza lo sguardo su di lui «Grazie» gli sorride di nuovo «si è perso una bella festa» corruga la fronte e si schiarisce la voce «cioè...» cercando di mediare «almeno fino a un certo punto lo è stata» e annuisce «Vuole un caffè? Si accomodi...» gli indica i vari tavoli, il divano col tavolinetto davanti, insomma tutto l'ambiente, tranne la parte dove il povero Phil, che dio lo abbia in gloria, è passato a miglior vita. Si volta poi verso Malcolm e dischiude le labbra per dire qualcosa, una risposta sicuramente, ma resta in silenzio, ci sta pensando su e continua a farlo, distogliendo lo sguardo da lui.
Michael Ray
«giuro di essere qui in pace e disarmato...» sentenzia alle parole di Malcolm, non senza la consueta dose di ironia «una gran fortuna, vero? anche se dimezza i nostri profitti ma... è internet, bellezza...» fa spallucce, muovendo qualche passo verso Ginevra «oh, quelle conservale... non si sa mai, considerato chi siede al 1600 pennsylvania avenue» fa spallucce «lieto di conoscerla...» cercando di attirare il gatto per qualche carezza «oh bè, non lo metto in dubbio... purtroppo ero fuori città» confessa, prima di annuire un paio di volte «oh si, ci speravo in realtà, poi mi sono detto che, anche se lo sembra, questo non è un bar...» ridacchia «allora... qualcuno vuole davvero attentare alla vostra incolumità o l'FBI ha solo molto tempo da perdere?» domanda curioso
Malcolm
Annuisce soltanto alle prime parole seppure ironiche e a proposito di internet commenta: «Finché ci saranno i vecchi come me, avrete ancora abbastanza risorse.» un’affermazione leggera, giusto per amore di conversazione, per quanto Malcolm sia sempre tutto d’un pezzo e non sappia propriamente scherzare. Poi distoglie nervosamente lo sguardo verso uno degli scaffali della libreria, quando Ginevra fa i suoi commenti riguardo la festa di inaugurazione. Deglutisce e inizia a picchiettare le dita di una mano sulla gamba in modo lieve e ripetitivo, niente che si noti eccessivamente. Non risponde nulla ma insomma, c’è dentro con tutte le scarpe e la responsabilità di aver rovinato il primo giorno e forse anche il futuro di questa libreria la sente sulle sue vecchie spalle. Sta in silenzio, ascolta, osserva, lascia che Ginevra e Michael conversino amichevolmente. All’ultima domanda di Michael però lo fissa con uno sguardo cupo che non si capisce se manifesti severità o solo un turbamento per la questione in generale. Fatto sta che risponde in modo laconico, in un borbottio cupo e piuttosto a disagio: «E’ una misura cautelativa» prova a metterla così, nonostante due giorni dopo la tragedia abbia chiamato Michael stesso per dargli qualche delucidazione, perché è sempre e comunque il suo capo. Ma forse qualcosa è cambiato da quel giorno. «Se volete scusarmi, mi apparto qualche minuto per del lavoro che ho da finire.» aggiunge, riprendendo la sua borsa e dirigendosi verso uno dei tavoli.
Ginevra
Scuote il capo alle parole di Michael sulla casa bianca, mentre Cleo si prende le coccole, le prende da chiunque offendendo Ginevra in maniera indicibile, perché oh, da mangiare glielo dà lei, «tutto quel trambusto con Occupy Wall Street e l'un percento ha vinto su tutta la linea» borbotta sconsolata, poi sospira. Per quanto riguarda l'FBI lascia la risposta a Malcolm abbassando lo sguardo verso il pavimento e solo dopo poco indica Michael Ray rialzando lo sguardo su di lui «Ecco, internet!» si sposta poi per andare verso le caraffe con il caffè, ne prende una e prende anche tre tazze di forme e colori diverse, le tiene dai manici tutte con una mano «volevo comprare la pubblicità sul giornale» torna sui suoi passi e posa le tre tazze sul tavolinetto basso davanti il divano «insomma, non che la pubblicità manchi, ma non è proprio quella che ci si augura» mentre riempie le tre tazze con il caffé, non sembra aver notato che Malcolm si è allontanato o forse semplicemente non ci fa caso, come succede quando si condivide lo spazio con qualcuno.
Michael Ray
Ridacchia alle parole di Malcolm, annuendo quando prende congedo e si rivolge quindi a Ginevra «è il problema di quando le manifestazioni si allargano a macchia d'olio. Perdono identità, contenuti e... direzione... E quella rabbia è rimasta non incanalata...» fa spallucce «ad ogni modo...» la lascia proseguire, prima di annuire un paio di volte «uno spazio pubblicitario? bè, direi che è un'ottima idea...» le sorride, cercandone lo sguardo a lungo «bè, capisco cosa intendi... ma sai come si dice, l'importante è che se ne parli... per quanto terribile, questa storia darà notorietà alla tua bella libreria...» sorride «ad ogni modo, immagino tu voglia informazioni su prezzi e modalità?»
Malcolm
Il grigio giornalista si fa da parte, mettendosi a lavorare ad un tavolino col portatile acceso su cui si accinge a fare qualche ricerca, ed accanto la fidata moleskina dove appunterà qualcosa di tanto in tanto. Indossa anche gli occhiali che completano il tono vintage già proprio della figura di Malcolm. Quello che inizia a cercare su internet sono le scuole di tiro con l’arco tanto per cominciare in Louisiana: e lo sa che sta cercando un ago in un pagliaio, ma ci prova. Cerca notizie di campionati statali e di campioni promettenti tra i cinque e i dieci anni fa. Se legge qualche nome lo appunta e poi lo ricerca di nuovo su internet, per vederne la storia e sapere se chi cerca ancora in attività o se è sparito dalla circolazione.
Ginevra
Posa la caraffa sul tavolinetto e osserva Michael Ray, senza distogliere lo sguardo dal suo «o semplicemente, come sempre, siamo stati ingannati» alza appena le spalle, l'uso del plurale non casuale le viene spontaneo, indica il divano a Micheal «Oh si, beh... solo che ci vivo anche qui» indica il piano di sopra «e ho paura dei morti» rabbrividisce, ma poi sembra voler lasciar cadere l'argomento, perché davvero ne ha paura e gli indica il divano «dai siediti e spiegami tutto ...prezzi, modalità...» ripetendo le sue stesse parole «e soprattutto prendi il caffè» intanto solleva una delle tazze e rivolge un cenno al diretto a indicargli di attendere, si sposta verso il tavolo scelto da Malcolm per lasciare la tazza con il caffè, senza dire nulla e torna verso il divano
Michael Ray
«è la Democrazia... vince la maggioranza... e se la maggioranza delle persone crede che quel despota possa diventare il Presidente degli Stati Uniti d'America... bè, allora Idiocracy è sempre più vicina...» fa spallucce «i morti non fanno del male a nessuno, sai?» le assicura «sono i vivi che mi preoccupano principalmente...» mormora afferrando il suo caffè ed andando a sedersi al divano, piuttosto comodamente «dipende tutto per quanto vuoi che il banner sia in vista... inoltre è possibile anche pagare per avere qualche pagina pubblicitaria... e nei totem in giro per la città...» le dice osservandola negli occhi a lungo.
Ginevra
Raggiunto il divano prende la tazza e va a sedersi di fianco a Micheal. Solleva le gambe e posa il piedi, incrociati tra loro sul tavolinetto, facendo attenzione ad evitare la caraffa. Indica con un cenno del capo i proprio piedi «puoi metterti comodo, eh» lo dice un po' più a bassa voce, come se fosse un suggerimento che non vuole che si sappia che ha dato. Riflette poi su quanto le ha detto in merito alle possibilità pubblicitarie ed espira profondamente dalla bocca «Io avevo pensato a quello spazio in home page» beve un sorso di caffè «per il resto» piega appena le labbra «mh, forse meglio aspettare che questo casino finisca, anche perché...» sorride «mi lamento della poca clientela, ma sono sufficientemente stanca da non volerne di più» si stringe nella spalle «e per i morti... » corruga la fronte «forse» mormora appena, poi aggiunge «si, lo so che è stupido, ma è stupido anche avere paura degli insetti o di qualsiasi altra cosa» protesta come se lui avesse aggiunto qualcosa alla questione
Michael Ray
«sono comodo...» assicura, prendendo un sorso di caffè dopo averlo zuccherato «il banner in homepage... l'ultima volta che sono passato per l'ufficio marketing lo davano a trecento dollari la settimana... ma la prima settimana offro io...» le dice con un ampio sorrisino «fammi avere un'immagine da metterci e la metteremo...» assicura, osservandola negli occhi «gli insetti sono schifosi e possono anche portare malattie, temerli non è del tutto irrazionale... ma i morti...» fa spallucce «non crederai anche tu a tutte le fandonie vodoo?»
Malcolm
Quando Ginevra si avvicina per portargli il caffè, al quale lui non aveva neanche pensato perché preso da tutt’altre faccende al momento, alza lo sguardo su di lei e prende la tazza fra le mani. Annuisce come per ringraziarla ed esplicita il pensiero anche a parole, serie e pacate: «Grazie. Ne avrò bisogno.» uno sguardo più intenso e forse la prospettiva di una notte che sarà più lunga di quanto vorrebbe. Continua a svolgere la sua ricerca, digitando sul computer, scorrendo le pagine di club e tornei, di annali e di persone. Probabilmente ci ha già lavorato un po’ in precedenza ma senza grandi risultati: come abbiamo detto, sa bene che si tratta di cercare un ago in un pagliaio e Malcolm sta cercando di creare un metaforico magnete che lo possa aiutare nella ricerca. Talvolta aggrotta la fronte con aria concentrata, talvolta appunta velocemente sulla moleskina, talvolta si ferma solo a riflettere. Malcolm ha in mente qualche criterio di ricerca, in base ad un profilo puramente ipotetico ed intuitivo che ha fatto dell’arciere, e sulla base di questi criteri tenta di abbordare una nave impossibile.
Ginevra
Tiene i piedi sul tavolino, ma gira il busto per appoggiare la spalla allo schienale del divano e guardare Micheal Ray direttamente, lo osserva seria qualche istante, con la tazza trattenuta con entrambe le mani appena sotto il viso, sorride poi, improvvisamente, con la fossetta che fa la sua comparsa sulla guancia sinistra «come dirti di no?» annuisce appena «domani organizzo tutto» annuisce, a se stessa più che altro «grazie» aggiunge poi, con espressione di seria gratitudine «e...» lo indica con un gesto veloce della tazza «non è questione di voodoo, è solo che mi fanno impressione e se sono troppo vicino anche di più» corruga appena la fronte e sposta lo sguardo verso l'agente alla porta prima di tornare ad osservare Micheal Ray «Che ne pensi di tutta questa faccenda?» gli domanda infine a tono appena più basso, seria. Salta su quando sente suonare il telefono di Micheal Ray «Hey! Qui dentro è vietato Direttore! Anche per te» gli sorride e gli indica la porta «vai fuori a rispondere!» Lo osserva quindi andare verso la porta e toglie i piedi dal tavolo, si alza a sua volta e va verso il tavolo dove Malcolm sta lavorando, portandosi il caffè
Malcolm
Prosegue nel suo lavoro, anche se la stanchezza della giornata e della notte quasi del tutto insonne si fa sentire. Ha mal di testa e qualche volta toglie gli occhiali per strofinarsi leggermente gli occhi piuttosto stanchi, appesantiti anche dalle giornate al chiuso per uno che lavora quasi sempre all’aperto da bravo segugio di vecchia generazione. Stavolta la ricerca si sposta su un campo diverso: ricostruzioni storiche o raduni sul territorio nazionale, sempre tra cinque e dieci anni fa, che prevedano la presenza di persone armate di arco e frecce. E’ interessato a trovare il nome di qualche eventuale “arciere” partecipante, forse pure una figura di spicco nel contesto, mentre ricerca sorseggia il caffè caldo. Espira un po’ d’aria con un’espressione assorta e stanca, poi vede Ginevra avvicinarsi e la osserva con calma. «Va tutto bene col direttore?» domanda pacificamente, senza alcun sottinteso. Il tono serio, sempre piuttosto formale e distanziante, di chi lascia la sfera privata a momenti privati, senza per questo mancare di rispetto.
Ginevra
Quando lo raggiunge, passa alle sue spalle su cui passa la mano libera «Sei stanco» gli dice quasi in un mormorio e raggiunta una sedia si siede, con calma. Posa la tazza sul tavolo e annuisce alla sua domanda «si, tutto bene» poi spiega «telefonata importante» a giustificarne l'assenza. Resta con lo sguardo sul viso di Malcolm «ti ho disturbato la scorsa notte...» c'è una lieve inflessione di domanda e nell'abbassare lo sguardo, lo punta sulla tastiera del portatile «a cosa stai lavorando?»
Malcolm
Sente la mano di Ginevra sulle sue spalle e per un paio di istanti, pur senza voltarsi, sfiora la mano femminile con la sua. Entrambe, in movimento, producono una sfuggente carezza. «Meno di l..» lei? «te» si corregge, dovendo fare uno sforzo, non per Ginevra ma per andare contro la propria natura, intransigente sulle regole. Manda giù un buon sorso di caffè, annuendo senza dare grande importanza ai motivi che hanno portato fuori il direttore. «No. No, va bene» mormora, deglutendo nervoso e senza guardarla, a quella mezza domanda sull’averlo disturbato nel dormire insieme. Per Malcolm è terribilmente complicato condividere il letto e soprattutto l’intimità della vicinanza, con una persona diversa da sua moglie dopo 29 anni. Comprensibile. Meglio passare al lavoro, mentre Ginevra guarda la tastiera del portatile, l’uomo osserva lei: «Niente di che. Un po’ di idee stiracchiate sull’arciere. Ho altre idee più concrete ma dovrei essere libero di muovermi, quindi le tengo da parte per i federali.» riassunto concluso, piuttosto mogio. C’è ancora troppo disordine nelle sue idee e lui non ama il disordine. Ripensandoci infatti finisce per andare ad allineare in perfetto ordine la moleskina e la penna, rispetto al tavolo ed al portatile stesso.
Ginevra
Annuisce appena, non si sa bene a cosa, ma poi «Finisco un lavoro e poi vado a dormire» gli dice, come a rassicurarlo o a dare dei tempi a se stessa. Appoggia le mani sulla tazza «niente di più specifico?» da dirle... Ma alza poi le mani «anzi..» scuote il capo e si alza «non importa» non sembra offesa, sembra davvero voler sottrarsi alla domanda che lei stessa ha fatto «vado a finire il mio lavoro» fa per tornare verso il bancone, ma si ferma «non..» sembra incerta se proseguire «non fare tardi» sincera preoccupazione per la sua stanchezza, non certo una raccomandazione. Prosegue quindi verso il bancone e torna a sedersi al suo sgabello, torna a chinarsi su quel libro antico e ad analizzarne ogni millimetro...
Malcolm è salito poco dopo all’appartamento, aspettando la donna seduto al tavolo, mentre Ginevra si è trattenuta più a lungo del previsto per lavorare. Quando è salita anche lei ha trovato Malcolm addormentato chino sul tavolo, lo ha svegliato delicatamente e sono andati a letto entrambi. La mattina, come al solito, Malcolm si è svegliato verso tra le 4 e le 4:30 e ha preparato il caffé, fatto l'origami e ci ha scritto dentro questo: "Il morto che ha paura di vivere si alza di notte rassetta la terra cambia l'acqua ai fiori della tomba si siede a guardare le stelle da lontano. Sfugge le rassicuranti chiacchiere dei vissuti, ora come allora, estende l'anima stanca come un tempo i vestiti e a un tratto la terra gli si rivela piccola e minuziosa nelle solitarie incombenze di fiorire e tramontare. Chandra Livia Candiani"
Ginevra invece si è svegliata intorno alle 8:30 e pertanto avrà trovato il tulipano giornaliero sistemato con cura insieme agli altri.
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