#analisi canzoni
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Questa parte di Sciarponi ma in realtà è a proposito del mio ex che mi lasciava periodicamente, senza lasciarmi mai veramente e che domenica mi ha finalmente fatto sta grazie
#pippo sowlo#il profeta che sei. Le sue canzoni sono da analizzare e riferire alla propria vita tipo analisi del corano
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L’hai sentita questa 🎼🎧?
L’hai sentita questa 🎼🎧?
Ciao a tutti oggi voglio parlarvi di una canzone e del suo annesso video che mi ha molto colpito e che si sposa bene con i temi sociali di cui parliamo. La canzone in questione è Anti-hero di Taylor Swift vi lascio qui sotto il link YouTube: https://youtu.be/b1kbLwvqugk Analizziamo il testo: I have this thing where I get older but just never wiserMidnights become my afternoonsWhen my…
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#analisi canzone anti hero#anti hero#dca#female singer#glam#gossip#narcisismo#significato delle canzoni#Taylor SWIFT#testo e traduzione anti hero#video ufficiale
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Storia Di Musica #321 - Okkervil River, The Stage Names, 2007
Fino a 15 giorni fa non conoscevo questo gruppo, e la sua storia variegata e spassosa. Non conoscevo ovviamente nemmeno il loro modo di fare musica, che mi ha colpito davvero tanto. Will Sheff, voce e chitarra, Zach Thomas al basso e al mandolino e Seth Warren alla batteria sono tre amici sin dal tempo del liceo, e vivono nel New Hampshire. Si trasferiscono dopo il college ad Austin, in Texas, e mettono su una band: prendono nome dal titolo di un racconto di Tat'jana Nikitična Tolstaja (che discende da un ramo minore dei Tolstoj), contenuto nella raccolta Sotto Il Portico Dorato, che si intitola Sul Fiume Okkervil, che è un breve fiume che passa per San Pietroburgo: Okkervil River. Siamo a fine anni '90 del '900 e i nostri registrarono un album autoprodotto composto da sette canzoni intitolato Stars Too Small To Use. Iniziano a fare concerti, la band si allarga (Jonathan Meiburg alla fisarmonica e poi all'organo). Nel 2002 la famosa etichetta indipendente Jagjaguwar li mette sotto contratto: Seth Warren abbandona per seguire la carriera accademica a Berkely e viene sostituito da Mark Pedini alla batteria. Nello stesso anno pubblicano il loro primo LP, Don't Fall In Love With Everyone You See. Un anno dopo si spostano a San Francisco, Warren ritorna in gruppo, e pubblicano Down The River Of Golden Dreams. La band ha continui cambi di formazione, ma raggiunge una certa forma quando Travis Nelsen sostituisce Pedini alla batteria e si aggiunge un altro chitarrista, Howard Draper. Con questa formazione, nel 2005, pubblicano il loro lavoro più riuscito, che li fa conoscere in maniera decisiva anche oltre la scena indipendente: Black Sheep Boy è osannato dalla critica e vende benissimo per un disco indipendente, tanto che la band lo pubblica nel 2006 anche in Europa e ne fa uscire un mini EP in accompagnato, Black Sheep Boy Appendix. Zach Thomas esce dal gruppo e viene sostituito da Pat Pestorius. Il suono è un folk rock ricco, delicato, gioioso ma sono le idee dei testi di Sheff che stupiscono, in una sorta di costruzione di musica cabaret dove il racconto, a volte stucchevole, di ciò che succede intorno a lui è il fulcro della musica degli Okkervil River. E prova maestra è il disco di oggi, uscito nell'Agosto del 2007 e quasi da subito un classico della musica indipendente.
The Stages Names è, come suggerisce il titolo, una riflessione ironica e senza peli sulla lingua sull'essere un'artista e sulle storie che l'esserlo nasconde. Our Life Is Not A Movie Or Maybe prende in giro il già allora evidente e potente ingigantimento di qualsiasi cosa succeda nella vita di chiunque, o per meglio dire, la voglia di rendere le cose della vita molto più drammatiche o epiche di quello che sono (It's just a life story, so there's no climax\No more new territory, so pull away the IMAX). Unless It's Kicks è una analisi sul rapporto artista fan, A Hand To Take Hold Of The Scene è la prima genialata, infatti è una canzone che racconta della trama di due programmi TV, Cold Case (famoso anche in italiana, sulla squadra dell'FBI chiamata a risolvere i casi irrisolti di anni precedenti) e Breaking Bonaduce (una sorta di documentario su Danny Bonaduce, famoso attore bambino degli anni'70, che raccontava dei suoi problemi familiari da adulto) in cui furono usate canzoni della band (in Cold Case Black Sheep Boy). Savannah Smiles è la storia di Shannon Wilsey, famosa pornostar americana, che prese il suo nome d'arte da un film, Savannah Smiles del 1982: la sua è una storia tragica, poichè dopo un incidente stradale dove rimase sfregiata, decise di suicidarsi per non essere vista "brutta". Plus Ones è un piccolo capolavoro: l'espressione indica nelle liste dei concerti le aggiunte che gli ospiti dei backstage hanno per le entrate, ed è un testo quasi non sense che aggiunge uno o più unità a famosi titoli di canzoni: ? and the Mysterian che scrissero 96 Tears diventano 97, le 50 Ways To Leave Your Lover di Paul Simon diventano 51 e così via, citando anche i The Byrds di Eight Miles High, i R.E.M. di 7 Chinese Bros., David Bowie in TVC15 ed altri. You Can't Hold The Hand Of A Rock And Roll Man cita nel titolo un testo di una canzone di Joni Mitchell, Blonde In The Bleachers, e cita nel testo un quadro di Marchel Duchamp, La Sposa Messa A Nudo Dai Suoi Scapoli, Anche. John Allyn Smith Sails è dedicata alla vita e al suicidio del poeta confessionale John Berryman (originariamente John Allyn Smith). La canzone si conclude rielaborando la tradizionale canzone popolare Sloop John B (resa famosa dai Beach Boys), paragonando la morte a un viaggio di ritorno a casa. Non posso non citare anche Title Track (che cita Hollywood Babylonia di Kenneth Anger) e la toccante A Girl In Port, canzoni misteriosa e dolente. Le canzoni hanno una gioiosa musicalità e il disco va persino in classifica su Billboard. Will Sheff si mostra un cantautore davvero poliedrico e la band gira a mille, usando spesso solo strumenti acustici (tranne in Title Track e poche altre occasioni). Un piccolo gioiello scoperto in questo mese di Aprile, che con la seconda copertina capite benissimo a cosa è dedicato (almeno spero....)
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Carico le foto su vinted, sistemo il cv per partecipare a dei concorsi in uni, dipingo cose che madre mi porta (tipo damigiane vuote), faccio letture di tarocchi online, mi tengo impegnato insomma. Trasversalmente catalogo le mie relazioni sentimentali con frasi di canzoni.
"con me non devi essere niente" (Piromani - Le luci della centrale elettrica) - Primo amore, prime toccate, primi casini.
"dopo un'attenta analisi confronti e riflessioni, ho capito che io, no, non ho capito niente di te" (Mi vida - linea 77) - Mai capito nulla di quella persona, solo sofferenza.
"mi sono innamorato di te perché il mio pisello non aveva niente da fare ma adesso smetto" (Sono troppo stitico - Caparezza) - Durata poco, sono scappato come al codardo.
"verrà la morte e avrà i tuoi occhi" (poesia di Pavese) - Ci credevo molto, poi qualcosa si è rotto quando lei non credeva in me.
"quando a casa tornerai, vienimi a trovar, io ti posso offrire il pane" (La canzone del pane - I Camillas) - Quanto amore, inversamente proporzionale alla voglia di stare insieme.
"tu hai l'anima che, io vorrei avere" (En e Xanax - Samuele Bersani) - Poi ho capito che quello che nascondeva era più tremendo di quello che avevo dentro io.
"Tu fumavi ed ostentavi una malinconia che male si intonava coi tuoi leggings fluorescenti" (Hipsteria - I cani) - Qualche schiaffio in faccia per farmi capire chi avevo di fronte mi ci voleva.
"Vorrei stare sempre così, avere cose pratiche in testa" (FBYC - I cani) - In questo caso non c'ha capito nulla lei di me.
"Do not spray into eyes, i have sprayed you into my eyes" (Taro - Alt J) - i sentimenti sono belli, le relazioni sono brutte.
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Toss a coin to your Witcher, oh valley of planty. Difatti, fai un salto nell'universo epico di "Toss a Coin to Your Witcher" con la nostra esclusiva analisi e descrizione. Questa canzone, ispirata dalla serie Netflix "The Witcher", incanta con la sua melodia avvincente e le liriche coinvolgenti. Esplora il significato delle parole e la magia dietro ogni nota, scoprendo come questa canzone abbia catturato l'immaginario di fan in tutto il mondo. La nostra disamina dettagliata svela la profondità emozionale di "Toss a Coin to Your Witcher", rivelando la sua influenza sulla colonna sonora della serie e oltre. Unisciti a noi in questo viaggio attraverso la musicalità e l'emozione di una delle canzoni più iconiche degli ultimi tempi. Toss a coin to your Witcher e immergiti nella magia di questa traccia che ha conquistato il cuore di migliaia di appassionati di musica e fantasy.
Inoltre, scopri la magia e l'epicità di "Toss a Coin to Your Witcher" con la nostra esclusiva analisi e descrizione. Questo brano avvincente, ispirato alla celebre serie "The Witcher", cattura l'essenza dell'avventura e del destino. Approfondisci il significato delle liriche e immergiti nei suoni avvolgenti che hanno reso questa canzone un'icona. La nostra disamina dettagliata ti guiderà attraverso ogni nota, svelando la forza narrativa e emotiva di "Toss a Coin to Your Witcher". Unisciti a noi in questo viaggio musicale, dove la magia si fonde con la melodia, regalandoti un'esperienza unica. Per esplorare a fondo l'universo sonoro di "Toss a Coin to Your Witcher", affidati alla nostra guida esperta e scopri il motivo per cui questa canzone ha conquistato i cuori di fan in tutto il mondo.
Ascolta l'incantevole melodia di "Toss a Coin to Your Witcher" con la nostra analisi esclusiva. Questo brano avvincente, ispirato alla famosa serie "The Witcher", cattura l'essenza epica del mondo fantasy. Attraverso la nostra disamina dettagliata, ti immergerai nelle emozioni intrise di avventura e mistero di questa canzone iconica. Scopri la magia delle parole e delle note che compongono "Toss a Coin to Your Witcher", trasportandoti nei meandri di questo viaggio musicale coinvolgente. Unisciti a noi per svelare i segreti dietro questa traccia indimenticabile e scopri come il suo richiamo melodico continua a risuonare nell'immaginario collettivo. Toss a coin to your Twitcher e esplora con noi il fascino senza tempo di questa canzone, un viaggio musicale che cattura l'anima di The Witcher.
#toss a coin to your witcher#toss a coin#the witcher#the Witcher song#music#musician#metal music#my music#new music#music video#musica#vocalist#cover song#song lyrics#singer#song
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"Songs of a Lost World" è un album profondamente malinconico che evoca intense emozioni, portando l'ascoltatore a riflettere sulla desolazione e sul dolore. La band, dopo un lungo silenzio di sedici anni dall'uscita di "4:13 Dream", torna con nuove canzoni che si immergono nel tema della bellezza, dando voce a sentimenti universali come la perdita del tempo, il rimpianto e l'amore. I Cure riescono a esplorare la solitudine con maestria, guidando l'uditorio in un viaggio attraverso la fragilità umana e la ricerca del significato nella vita e nella morte. Le otto tracce dell'album si presentano come un distillato di emozioni, prive di compromessi e lontane dalle logiche commerciali. Ogni canzone rappresenta un frammento della condizione umana, rivelando verità amare che richiamano la nostra essenza. L'album si distingue per la sua intensità emotiva, recuperando quella tensione che ha reso celebri i Cure sin dai tempi di "Disintegration". In “Alone”, Smith riflette sulla solitudine e l’incertezza, perfettamente rappresentativa dello spirito dell’intero album. "And Nothing Is Forever" affronta la paura della mortalità, mentre "A Fragile Thing" parla delle scelte difficili e dei loro inevitabili rimpianti. La traccia "Warsong" offre una critica alle guerre moderne, evocando un ciclo senza fine di conflitti umani. "Drone:Nodrone" affronta la frustrazione di vivere in un mondo invaso dalla tecnologia, seguita da "I Can Never Say Goodbye", un tributo alla perdita del fratello di Smith, carico di dolorosa nostalgia. “All I Ever Am” esplora il rapporto tra identità e memoria, riflettendo sulle molte versioni di se stessi che coesistono nel tempo. Infine, "Endsong" chiude l'album con l’insopprimibile consapevolezza dei cambiamenti inevitabili, sia nel mondo che nell'individuo stesso. In un'epoca caratterizzata da una ricerca superficiale della felicità, "Songs of a Lost World" si erge come un’opera rara, un inno alla malinconia e alla fragilità umana, rendendoci consapevoli della nostra essenza. L’album ha ricevuto voti elevati da diverse riviste musicali, sottolineando il suo impatto emotivo e la sua bellezza intrinseca.
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Musica: da Geolier a De André, la classifica delle canzoni dialettali su YouTube
In un mondo sempre più globalizzato, la musica rappresenta un potente strumento per preservare e celebrare le identità culturali locali. I dialetti, in particolare, assumono un ruolo fondamentale in questo contesto, diventando un ponte tra passato e presente e un modo per esprimere la propria individualità. Preply, piattaforma di corsi di lingua online, ha condotto un’interessante analisi sulle…
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Ancona, Giornata della Memoria, VII edizione
Ancona, Giornata della Memoria, VII edizione Il 25 gennaio la Cerimonia delle Pietre di inciampo, con la partecipazione delle scuole. Verranno ricordati i cittadini Clara Sereni, Bruno Cagli, Alvaro Pietrucci e Lamberto Morbidelli. Il 27 gennaio alla Mole "La Banalità del Male", Spettacolo filosofico musicale di Popsophia. Quattro nuove pietre d'inciampo saranno sistemate in città in occasione della settima edizione della Giornata della Memoria. Le pietre si aggiungono alle 23 già collocate di fronte alle ultime abitazioni di cittadini anconetani deportati e uccisi nei Lager nazisti o deceduti durante la prigionia. La cerimonia, alla quale parteciperanno anche vari istituti scolastici, si terrà giovedì 25 gennaio a partire dalle 9 del mattino prima in via Volturno 31, di fronte all'abitazione di Bruno Cagli, e poi si muoverà verso gli altri tre siti individuati. In via Volturno sarà presente anche il Sindaco, Daniele Silvetti. La posa delle pietre, che che rientra nell'ambito del calendario di iniziative della Giornata della memoria, è stata promossa grazie al coordinamento del Comune di Ancona da Anpi Ancona, Anmig Marche, Comunità ebraica di Ancona e dall'Istituto storia Marche, che ha seguito il coordinamento con la Fondazione tedesca guidata da Gunther Demnig (l'artista che ha inventato il progetto "Pietre d'inciampo" ormai diffuso in tutta Europa). Ad essa hanno dato supporto istituzioni, associazioni e organizzazioni del territorio, studiosi anconetani e gli Istituti scolastici che interverranno, ossia ISTVAS, Liceo Artistico Mannucci e Liceo Rinaldini. Voce narrante della giornata sarà quella di Attilio Bevilacqua, lo storico anconetano che ha seguito la ricerca dedicate alle quattro persone che saranno ricordate, assassinate in quanto ebree (Clara Sereno e Bruno Cagli), antifasciste (Alvaro Pietrucci) e IMI, ossia Internati militari italiani in Germania (Lamberto Morbidelli). Sulla base delle ricerche effettuate le ultime abitazioni anconetane dei deportati furono le seguenti: Bruno Cagli in via Indipendenza 31, oggi via Volturno 31; Clara Sereno in corso Vittorio Emanuele 42, oggi corso Garibaldi 44; Alvaro Pietrucci, in corso Carlo Alberto 68 e Lamberto Morbidelli, in via Osteria Nuova, oggi via Esino 90. Si intitola La Banalità del Male ed è il nuovo spettacolo filosofico musicale realizzato da Popsophia in occasione della Giornata della Memoria e in programma il 27 gennaio alle ore 21,15 alla Mole di Ancona. Ricordare la Shoah attraverso il racconto che di essa è stato fatto dal cinema, dal film hollywoodiano più celebre Schindler's List di Steven Spielberg alla controstoria di Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino, passando per il successo internazionale de La vita è bella di Roberto Benigni. E dall'altro lato la filosofia che si è interrogata su quella "banalità del Male" che ha segnato il Novecento secondo la definizione di Hannah Arendt: Popsophia si misura con una nuova sfida, al di là della commemorazione per capire, con le lenti della filosofia, come il male assoluto dell'Olocausto è stato ed è raccontato della cultura visuale e dall'immaginario collettivo. È possibile ricordare ciò che non può e non deve essere dimenticato, senza cadere in rappresentazioni rassicuranti o banalizzanti? Un viaggio che scende negli abissi dell'animo umano, tra memoria e oblio con le canzoni che hanno segnato il nostro immaginario sull'olocausto e che saranno realizzate dalla band Factory: dal canto ebraico Gam Gam fino all'inconfondibile tema per violino e piano del film Schindler's List o a canzoni "manifesto" come "Dio è morto". Ad accompagnare Lucrezia Ercoli in questa narrazione intensa e complessa Andrea Minuz, docente di Storia del cinema e Teoria e analisi della sceneggiatura all'Università La Sapienza di Roma e autore di saggi e libri dedicati a Shoah e cinema tra cui "La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico". L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. La prenotazione verrà aperta sul sito tramite Eventbrite mercoledì 24 gennaio alle ore 10).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Siccome in quattro anni nessuno mi ha mai fai matto domande su Tumblr ho deciso che Me le faccio da solo tiè ahaha! allora vediamo:
Bevi Alcool? Fumi?
Non Bevo, Mai Fumato
Hai Amici?
Emmm a parte qualche conoscente online non ho amici da anni
Perché Posti tutti questi Gattini?
beeh ero partito come tutti con le Tipe nude che mostrano i culi ma poi mi è venuto un grande bisogno di tenerezza
Hai Sogni?
Mi Piacerebbe fare qualcosa di creativo, tipo lo Scrittore o il Regista ma sono negato (ergo il titolo del blog "non sono capace")
Cosa Pensi dei tatuaggi?
Mi fanno Schifo Sorry
Ti Piace Lo Sport?
Mi Annoia e i Tifosi sono brutta gente
Che Hobby hai?
Guardo e mi interesso di Film, serie, Manga, Anime e videogiochi, e tipo sto ore a sentire recensioni e analisi in inglese
Musica o Cantante Preferito?
Non ne ho uno particolare, sento a ripetizione le singole canzoni che mi colpiscono
Sei Depresso?
Sono depresso fin da quando andavo alle medie, non ho mai avuto la forza e il coraggio di andare da uno psicologo e risolvere i tanti problemi che ho in testa
Sei Timido?
Ho una forte Ansia sociale che ho provo a contenere ogni volta che esco di casa, mi vergogno del mio aspetto, dei capelli spettinati, faccio fatica a guardare negli occhi la gente e ho sempre paura di apparire goffo e ridicolo
Cosa Pensi Dell Amore?
Che è un Bell Sogno da condividere e un Incubo se non è condiviso
Politica?
Non voto, sono disilluso e li vedo come dei pagliacci che giocano un ruolo parlando male dell avversario, di base Sono contro le Ideologie
Religione?
Piu che una bandiera dovrebbe essere una cosa intima e personale ma odio quelle religioni fondamentaliste di certi paesi
Piatto preferito?
Amo le cose molto semplici tipo pane, olio e pomodori, o pasta al sugo con un po' di formaggio sopra
Cosa Pensi della Gelosia?
Ho capito a mie spese che Fare i Gelosi non serve a nulla anzi è controproducente, L'amore dovrebbe essere un'unione di due libertà
E Del Tradimento?
il tradimento fa male al nostro Ego vanitoso ed è complicato dal fatto che spesso è nascosto con gravi bugie che feriscono molto ma di base va accettato perchè è una delle inevitabili parti finali dell amore.
Miglior Metodo per dimagrire?
Meno carboidrati e mangia piu grassi insaturi, è assurdo ma Funziona credimi sisi
Cosa Piu Folle che hai Fatto?
Sono andato fino in Normandia per una ragazza conosciuta online senza averla vista in foto, sono state piu di 10 ore di treno all andata e al ritorno e ci penso sempre
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Romanzo digitale di Antonio Pascotto è un diario perfetto in cui è ben facile distinguere il mondo in cui il passato lascia spazio al presente e poi alle gemme del futuro. Un racconto che comincia con la disperazione del periodo pandemia che ha visto il mondo in ginocchio, fino alla transizione precisa fra il mondo di prima e il mondo di adesso. I momenti già passati si mescolano insieme a quelli dell’imminente futuro. Qui il racconto del protagonista, Giancarlo, che parte dal 2020 e che finisce nel 2033. Le riflessioni dell’autore accompagnano il lettore/lettrice dall’inizio alla fine, presentandogli/presentandole un mondo in cui il filo conduttore è il tempo. Ad avvicendarsi saranno quindi la paura e la voglia di cambiamenti, che, fondendosi insieme, regalano al lettore/lettrice un testo dove le macchine creano, parlano, scrivono persino poesie. L’elemento principale del testo di Pascotto è “tempo”. Lo stesso che divide il mondo del passato da quello in cui adesso viviamo. Il tempo che presenta il mondo futuro, fatto di migliorie e di macchine che si guidano da sole. Fino a raggiungere il concetto di tempo, riconoscendone una veste funerea, dove è ben facile capire che ne resta davvero poco prima della catastrofe imminente che, se non si correrà ai ripari, investirà il mondo umano. Pascotto regala una visione “ambientalista”; esorta infatti i suoi lettori/lettrici ad aver cura del proprio mondo. Di qui arriva l’attento racconto di “The Line”, la città verde che si trova in Arabia Saudita, in cui non esistono emissioni inquinanti e dove la vita si svolge secondo un giusto ritmo di rispetto per l’ambiente. La visione dell’autore è a metà fra la nostalgia del passato - dove a farla da padrone erano giochi come quello dell’oca, un due tre stella, nascondino - e un mondo dove indossando un visore è possibile incontrarsi con i propri amici in rete seduti sulle pendici dell’Everest. La nostalgia del passato si evince nella parte “al miele” del romanzo, dove per l’appunto l’autore si lascia andare al sentimentalismo, scrivendo una lettera, con un carattere a mano libera degno di una nota d’altri tempi. Esso menziona Olivetti, Olympia, Royal, umanizzando in un certo senso macchine il cui obiettivo era quello di facilitare il lavoro umano. Di grande impatto è la riflessione su Chat GPT. L’intelligenza artificiale raccontata in Romanzo digitale è una fra quelle che scrive poesie, canzoni, compone opere. Un modus operandi, quindi, che, in un certo qual modo, sembra sostituire del tutto la mano dell’uomo. La titubanza e la paura umana si evince riga dopo riga, in un discorso che mette al centro l’uomo e i suoi bisogni. Da qui una domanda sorge spontanea: le macchine sostituiranno realmente l’uomo? Una serie di risposte corre ai ripari, in un testo che tiene conto del passato del presente e del futuro. Il testo di Pascotto, inoltre, cuce un’attenta analisi sul periodo della pandemia, che, in un certo senso, sembra aver accelerato la modernità tanto auspicata dall’uomo. Sono molte le argomentazioni connesse al covid 19: l’inizio della pandemia, l’esplosione dei casi, le restrizioni e perfino i risvolti fortemente negativi sulla mente umana, come la depressione, gli aumenti dei casi suicidari, e lo smarrimento. Di grande emozione sono i cosiddetti “simboli” del periodo covid. Pascotto,nella sua brillante esposizione, fa appunto riferimento al Papa fermo da solo in piazza San Pietro in una giornata piovosa (il 27 marzo 2020), ricca di silenzio. E ancora all’infermiera di Cremona che crolla dopo un lunghissimo turno di lavoro al fianco dei suoi ammalati, e per finire l’accecante immagine della coltre di bare a Bergamo. Un testo quello di Pascotto, che, con arguzia e capacità, ripercorre un periodo lunghissimo che parte dalle lettere scritte a mano, fino all’intelligenza artificiale in grado di rispondere a quesiti, dubbi e di creare nuovi soggetti. È un viaggio che parte dal 2020 e che, attraverso il suo protagonista arriva fino al 2033, dove la longevità umana sembra toccare punti mai visti prima.
Un libro curioso, in grado di compiere attente riflessioni sul mondo dei prossimi dieci anni. Un testo che parla a voce alta della tecnologia, del tempo, della ricchezza che abbiano dinanzi e dei limiti che porteranno l’uomo, se non cambia rotta, a vivere tempi difficili. Romanzo digitale di Antonio Pascotto, pubblicato da Jolly Roger edizioni - genere: narrativa/fantascienza; pp. 316 - è disponibile in libreria e online da settembre 2023. http://antoniopascotto.it/ https://www.facebook.com/antonio.pascotto
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Ninaif - “Sabato (per ricominciare)”
Il nuovo singolo dell’eclettica cantautrice sugli stores digitali e nelle radio
“Sabato (per ricominciare)” è il nuovo singolo di Ninaif, poliedrica cantautrice reduce dal successo del singolo “Non lo so” in cui ha collezionato plausi da pubblico e critica. Il brano è sui principali stores digitali e da venerdì 11 agosto sulle radio italiane in promozione nazionale. Ballad pop con venature soul che, con romantica eleganza, donano al brano una malinconia toccante vestita da semplice e profonda allegria che risplende in speranza.
“Un’allegra malinconia... Si può dire? Sì, se si può provare si può dire. Ed è esattamente ciò che ho provato nel raccontare Sabato (per ricominciare), brano in cui cerco di esprimere il desiderio di restare in disparte mentre tutto fuori si muove, un po' come si muove la voce sulle sonorità di questo singolo, sonorità che non tradiscono il soul, ma che invece lo arricchiscono con dettagli che riportano al pop ed al reggae. Il sabato sera è sempre stato sinonimo di festa, di compagnia, la pizza con gli amici e quant’altro. Ma in questo sabato sale la voglia di chiudersi nei propri pensieri e lasciare fuori il caos, la confusione, le maschere e le convenzioni. Resto a farmi compagnia, a guardarmi dentro e ad affrontare tutte quelle piccole cose che quotidianamente osservo distrattamente, ma che ho voglia di sentire più forte! E allora prendiamocelo quel sabato sera per fare festa con noi stessi, per ascoltare i nostri pensieri, i nostri ricordi, le nostre allegrie ed anche le nostre malinconie. Anche se fanno male, per affrontarle. E poi... per ricominciare!” Ninaif
Storia dell’artista
Ninaif, all’anagrafe Veronica Marchese, è una cantautrice emergente indipendente che trova nella musica la vera libertà di espressione dell’anima, viaggiando creativamente fra l’essere donna ed allo stesso tempo bambina ed accettando e promuovendo l’imperfezione come simbolo dell’unicità dell’essere umano. Nasce a Lecce, passa la sua infanzia a Torino e all’età di 10 anni si trasferisce a Civitavecchia con la famiglia. Tutto per lei comincia fingendo di fare concerti nella camera da letto dei suoi genitori quando è ancora una bimba, usando l’appendiabiti come asta del microfono. Inizialmente il suo percorso artistico si muove fra danza, teatro, musical e canto, nelle scene civitavecchiesi ed in quelle romane nei teatri, nei centri sociali e nei locali, vivendo l’arte a contatto diretto con il pubblico, spostandosi poi da scenari come le strade di Venezia a quelli di teatri di piccole realtà italiane. Ma la musica è sempre stata il suo chiodo fisso.
Con quest’ultima entra in contatto concretamente appena uscita dal liceo iniziando a prendere, nel momento in cui ha la possibilità di pagarsele, le sue prime lezioni di canto. Da lì riesce ad esibirsi interpretando per diversi anni canzoni della scena musicale italiana, e non, in diverse manifestazioni artistiche locali. Dopo qualche anno, entra in analisi e capisce che il canale migliore per raccontarsi agli altri, per condividere, per esprimere le proprie emozioni e le proprie opinioni, per esorcizzare il peso del passato, del presente e del futuro è proprio la musica. Inizialmente ci si immerge con un po’ di paura, paura di mettersi a nudo e di far sapere agli altri che anche lei ha una “voce”. Poi però diventa una vera e propria esigenza e quella paura la prende per mano. Oggi sono molto amiche. La sua scrittura prende forma durante l’adolescenza, ma inizia a credere veramente in quello che scrive all’interno di un progetto con una band, durato dal 2019 al 2022, con cui vince la produzione del singolo da lei scritto “Il sapore del male”, pezzo che arriva alle finali del “Sanremo Rock”.
Dopo questa esperienza, sapendo di aver dato tutto ciò che poteva dare, arriva l’emancipazione, il bisogno di crescere artisticamente, di esprimersi liberamente, di riconoscere ed affermare quell’identità ormai chiara in lei. Così intraprende il viaggio da solista, esordendo con il brano “Non lo so”, con cui accede alle finali nazionali del “Sanremo Rock & Trend”, arrivando ad esibirsi nuovamente sul palco dell’Ariston (ma questa volta da sola), ed in seguito pubblicando il brano “Sabato (per ricominciare)”, entrambi sotto la produzione artistica di Paolo De Stefani. I singoli vedono al loro interno la partecipazione di Massimiliano Rosati alle chitarre, Filippo Cornaglia alla batteria ed alle percussioni, Vittorio Longobardi al basso e Paolo De Stefani alle tastiere. Questo nuovo progetto prevede, inoltre, il supporto delle fotografie di Enrica D’Amore, fotografa autrice delle copertine dei singoli, con cui continua a collaborare. Attualmente sta lavorando alla produzione di nuovi singoli, sempre affiancata dalla ricerca del suono della produzione artistica di Paolo De Stefani e ad altri progetti che saranno presto noti.
Instagram: https://www.instagram.com/_ninaif/?igshid=YmMyMTA2M2Y%3D
Spotify:https://open.spotify.com/album/7h2Z3n8JWLlkzZtqQ8XkxU?si=aAlJ1dOYQV2qdo6aUNYjTQ
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IMO: underground, una dichiarazione d'amore
Dopo tanti articoli di analisi e di ‘critica’ verso il nostro variegato e amato mondo, arriva una spontanea quanto doverosa dichiarazione d’amore. Questa nasce, come sempre, da pensieri e considerazioni. La prima è definire cosa è per me l’underground. Ho detto che salverà la musica, che è un mondo, un universo infinito e in continua espansione. Condivido la sua definizione accademica. Resta, tuttavia, una domanda: che cos’è davvero? Cioè, nel profondo, cosa penso sia? Per me è vita. O, quantomeno, una metafora della stessa. È la dimostrazione vera che oltre il quotidiano c’è molto di più. La prova provata di come l’uomo non possa vivere di banalità o di ciò che la società pretende.
È il luogo dell’anima dove tutto è possibile. Dove incontri persone che, al di là della differenza dei gusti, la vedono nello stesso modo. Ovviamente non si parla di pensiero unico. Tutt’altro. Stiamo parlando di medesima visione della vita. Uno sguardo che va oltre. Oltre tutti. Che attraversa momenti difficili, difficoltà di ogni tipo, giorni neri, periodi duri. Tutto rimane fuori dalla porta d’ingresso. Della sala prove, della camera dove ascoltiamo musica, dello studiolo, dell’angolo appositamente ritagliato. È come se ci fosse una barriera, un filtro.
Un Gandalf che impone il mitico ‘tu non puoi passare’ a tutte le brutture della giornata. Quel centimetro quadrato di cui parla Moore in V per Vendetta. Uno spazio all’apparenza minuscolo ma che nasconde dentro sé un mondo infinito. Quel luogo dove non ci sono o, non ci dovrebbero essere, giudizi, prese di posizione preconcette. Dove tutti siamo uguali, nessuno è migliore di un altro. Il posto in cui tutti hanno qualcosa da dire e moltissimi sono interessati ad ascoltare. Un’alba dai mille colori che sono le canzoni, i pensieri, le voci del popolo underground. Espressioni di ciò che scorre e avviene dentro, nel profondo.
Underground è ricerca. Ricerca di risposte. Fame di domande. Scoprire nuovi artisti non è un semplice ascoltare, leggere, osservare. È vedere i propri sentimenti più nascosti, le proprie paure, debolezze, timori, trasformati in musica, testi, libri, poesie, quadri, fotografie. È passeggiare tra i vicoli di una città sconosciuta sentendosi stranamente a casa. Percepire una canzone venire da un vicolo, soffermarsi per goderne la melodia o il ritmo serrato. Passare oltre cantandone uno stralcio, una frase, un ritornello.
Sentire che quelle note ci si sono attaccate addosso perché facevano già parte di noi. Underground è quel luogo dove non conta dimostrare. Secondario è il mezzo. Quello che fa la differenza è il risultato. È quel posto in cui con una supercar o un trabiccolo a tre ruote in ogni caso si arriva a destinazione. E a nessuno importa, o, almeno, dovrebbe importare, con quale mezzo sono arrivato. Underground è la metafora della vita stessa.
Così come non mi arrendo per scrivere la mia musica, farla conoscere, allo stesso modo non mi posso arrendere alle difficoltà del quotidiano. Un po’ una regola di Nereo Rossi applicata alla musica e alle arti. Come nei panni di artista, così nella vita. Quindi se sono una persona arrendevole nel vissuto di tutti i giorni, lo sarò anche nei panni di musicista. O magari no. Magari i miei compagni di band mi daranno la spinta necessaria per superare tutto. Sia dentro sia fuori il mio centimetro quadrato. Questo perché l’underground non è un mondo nel mondo. Fa parte del medesimo universo. La differenza è data dalle priorità. Nell’underground conta più l’uomo. O dovrebbe. Fuori, altre cose.
Trovare il giusto equilibrio tra le parti è forse il compito più difficile. Evitare di vivere di sogni come bypassare l’aridità quotidiana. E non esistono formule universali per farlo. Ognuno deve trovare la propria. In teoria vita quotidiana e underground non si dovrebbero escludere a vicenda. Non sono olio e acqua. Sono acqua e zucchero. Uno dei due, ognuno decide quale, dà sapore all’altro. Dipende da noi cosa è l’acqua e cose è zucchero. Underground è dove ognuno può entrare spoglio di orpelli e suppellettili se non il proprio pensiero, il proprio sentire, la propria sensibilità.
Soprattutto senza questa non si riuscirà ad apprezzarne la bellezza, le potenzialità. Viene da sé che non è un mondo incontaminato. In ogni caso è popolato da uomini con limiti, brutture, meschinità. Ma forse fanno meno male. O magari, da innamorato di questo mondo, i difetti sono marginali. Non ne pregiudicano il fascino complessivo. Ma non siamo adolescenti. Non abbiamo le farfalle nello stomaco. Siamo adulti. Consapevoli. Siamo nella fase, per dirla come Alberoni, in cui l’innamoramento diventa amore. Come in tutti i rapporti, si deve trovare il modo per tenere accesa la fiamma, al di là di tutto e tutti.
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19/5 THE DARK SIDE OF THE MOON 50 al Teatro Nazionale - Milano
THE DARK SIDE OF THE MOON 50. Il capolavoro dei Pink Floyd live nel 50° anniversario con Pietro Bombardelli (voce) / Antoni Mariano e Fabio Malavolta (chitarre) / Simone Mauro Ghilardi (tastiere) / Matteo Rampoldi (batteria) Michele Bressan (basso) / Filippo Cadringher (sax) / Sara Cosco, Lorenza Guatteri, Lara Mandelli (cori) e con Matteo Pisu nel ruolo del 'lunatico'
regia Marco Rampoldi. La produzione RaRa in collaborazione con Nidodiragno/CMC.
Per festeggiare il mezzo secolo di vita di The dark side of the Moon, il disco che ha consacrato i Pink Floyd come una delle band più importanti del pianeta, un gruppo di giovani musicisti ripropone il capolavoro, con assoluto rispetto, senza cadere nella logica della tribute band.
Gli arrangiamenti partono da un'attenta analisi di tutte le esecuzioni che i Floyd hanno dato dei pezzi nel corso degli anni, per giungere a una riproposizione critica che punta a esaltare al meglio le caratteristiche e la modernità di ogni brano. Un raffinato uso di proiezioni, in un gioco grafico evocativo e con l'utilizzo di filmati originali, include la traduzione, in italiano, dei testi delle canzoni.
L'elemento caratterizzante del lavoro è la presenza di un attore che, muovendosi fra la platea e il palcoscenico, interpreta le parole dei personaggi intervistati dalla band (in particolare i tecnici) sui temi dell'album, venendo così a incarnare la figura del 'lunatico' - sintesi contemporanea del 'coro' classico, emblema delle alienazioni della vita moderna su cui il disco è incentrato.
The dark side of the Moon 50 non è un semplice concerto, ma uno spettacolo teatrale e musicale completo, che può permettere a chi non conosce questo capolavoro di scoprirne la grandezza e a chi lo ha amato, fin dalla sua pubblicazione, di apprezzare nuovi risvolti, attraverso l'organicità della creazione narrativa dello show.
A concludere la serata, la band ripropone una selezione di alcune altre irrinunciabili pietre miliari della carriera dei Pink Floyd. Il 1973 è uno degli anni più importanti di tutta la storia del rock. I Beatles hanno chiuso da tre anni il loro percorso, ma si stanno già affermando i nuovi protagonisti della scena musicale: esce il primo album di Bruce Springsteen, David Bowie pubblica Aladdin Sane, The Who Quadrophenia, i Genesis Selling England by the Pound…
Soprattutto, il primo marzo in America e il 23 in Europa, i Pink Floyd pubblicanoThe dark side of the Moon.
Le musiche sono di una bellezza folgorante: semplici, ma raffinatissime. I brani entrano, immediatamente, nella storia del rock. I testi, scritti per la prima volta dal solo Roger Waters, ruotano su un unico tema centrale: le alienazioni che l'uomo moderno si trova a subire e come, queste, lo possano far sprofondare nella follia, spingerlo verso il 'lato oscuro della luna'.
Il disco ha un successo inaudito: rimane per 14 anni nella top 200 di Billboard, divenendo il terzo album più venduto della storia. Ancora oggi risulta uno dei vinili più venduti ogni settimana.
IG @darkside50th
raraproduzione.it
nidodiragno.it
MARCO RAMPOLDI (regia)
Formatosi con Dario Fo, Giorgio Strehler e Luca Ronconi, da oltre trent'anni alterna I'attività di prosa (presso i più prestigiosi teatri milanesi: Piccolo Teatro, Franco Parenti, Manzoni) al Iavoro con alcuni fra i comici più interessanti dell'area milanese (Teresa Mannino, Max Pisu, Leonardo Manera, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio ecc.). In ambito musicale ha collaborato, in vari contesti, con Antonella Ruggiero, Giovanni Nuti, Checco Zalone, i Luf, Quartetto Borciani, Archimia, Phil Mer, Cesare Picco e molti altri.
Biglietti:
Poltronissima Vip 34 euro
Poltrona 30 euro Galleria 24 euro Per informazioni, contattare le due linee dedicate: INFOLINE 020064081 - Tasto 1 per Teatro Nazionale SMS o WhatsApp 344.1996621
TEATRO NAZIONALE
Via Giordano Rota, 1 - Milano
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L’inchiesta di “Fuori dal coro” su Fedez.
Si dice che quando una persona indichi la luna nella massa, l’intelligente guardi verso gli astri, e lo stolto guardi il dito, magari accusandolo di star disturbando la quiete pubblica.
In qualche articolo precedente scrivevo che quando si va a Sanremo si deve essere pronti a scontrarsi con le più feroci e spesso surreali critiche, che non toccano quasi mai temi realmente seri, ma si riducono a sollevare polemiche pretestuose e da indegni indignati. Non è qualcosa che riguarda certo l’ultimo Sanremo: la musica lì è solo un contorno (ahimè, a prescindere dalla bellezza o dalla qualità delle canzoni). Un programma simil-talent meta-musicale, in cui, per dirla con Big Fish, “la musica ha meno importanza del vestito di Valeria Marini”. Fish può parlare con cognizione di causa essendo stato a Sanremo più volte, di cui la prima finanche la volta più eclatante.
Cambiano i presentatori, i vertici Rai, passano gli anni, e cambiano i vestiti; non è più Raffaella Carrà, ma Amadeus, non è più il 2001, ma il 2023, e a far discutere è il vestito della Chiara Ferragni, che prende quasi il posto della musica e di qualsiasi di battito serio e studiato sui brani in gara. Gli artisti col dito indicano la loro musica, e la stampa si lascia trasportare su commenti e critiche insensate.
Ma facciamo un passo avanti e ammettiamo anche che tutto ciò che si vede a Sanremo sia di altissimo livello, e si chiede scusa a partire da ora a tutti quei grandi nomi che han reso Sanremo Sanremo, dai cantanti, ai presentatori, ai direttori artistici, e chi lavora dietro le quinte. Ammettiamo anche che, tanto per fare un esempio, Chiara Ferragni abbia fatto un grandissimo monologo di grande impatto sociale, o che le canzoni siano tutte dei grandissimi classici e che, ipoteticamente, non ci sarebbe assolutamente nulla di cui lamentarsi dell’astronave Ariston. Tutto ciò che ne deriverebbe sarebbero solo considerazioni e analisi di determinati testi, di determinate canzoni, senza dunque scivolare nella solita cieca (e sorda) critica. Anche perché, cosa si vuole criticare a qualcosa di perfetto?
Tuttavia, Sanremo è uno status symbol in Italia, ed è una delle più grandi vetrine che permette alla musica nostrana di arrivare all’estero, e genera un audience stratosferico, bel al di là delle cinque sere del festival: specie di questi tempi si commentano gli ipotetici (ripeto: gli *ipotetici!*) Partecipanti dai quattro ai sei mesi prima della kermesse, poi ci si scaglia contro questo o quel cantante per i testi pregressi, o per le sue idee socio-politiche, e poi gli scandali delle esibizioni e dei testi, e ancora per le settimane e i mesi successivi per tutti i soliti magna-magna del caso che zompano fuori. Della musica, quindi, rimane poco e nulla: qualche nota, qualche rima, forse qualche messaggio profondo, e poi più niente.
Adesso immaginate di essere degli “artisti moderni”, e la vostra comunicazione si basa sull’uso massiccio dei social media, e dunque, volutamente, si cerca quantomeno di diventare virali, in un mondo in cui sono diventati virali anche i video delle morti di George Floyd e di Mango, o di Matteo Salvini che, improvvisandosi uomo ragno di quartiere appena uscito dalla sagra della salsiccia, bussa random. Immaginatevi di voler anche diventare virali a tutti i costi. Quale migliore occasione di Sanremo e sfruttarla come vetrina? A questo punto, le strade sono due: o fai come Blanco e spacchi tutto (quasi letteralmente parlando), peraltro rompendo una scenografia fatta coi fiori nella città dei fiori (un genio!), o fai come Rosa Chemical e Fedez, che si limonano in eurovisione, facendo leva su quella grande fetta di popolazione altamente bigotta.
Si intenda, nulla di rivoluzionario: il classico, il solito gesto sanremese smuovi-acque in grado di far parlare di sé anche se contenutisticamente parlando incredibilmente povero.
Morale della favola: il Codacons ti vede e, come spesso accade, si attacca alla fuffa, e presenta un esposto per venirti contro, qualunque cosa tu abbia detto o fatto, spesso senza criterio alcuno.
Si diceva della luna e del dito. Fedez quest’anno si è preso il palco e la scena sanremese forse anche più della moglie, forse anche più delle canzoni presentate sul palco dell’Ariston. Si è parlato spessissimo di lui, nonostante fosse stato invitato solo come ospite della crociera (oltre che come ospite degli Articolo 31 per il loro medley), dove ha presentato un freestyle prodotto da Salmo in cui si è tolto tanti sassolini dalla scarpa. E tra le cose che han suscitato più clamore ci sono state le sue parole sul vice-ministro Galeazzo Bignami, attaccato con coraggio, presentato con una foto in cui era vestito da nazista ad una festa di Carnevale. La foto è stata poi strappata a fine esibizione dallo stesso Fedez, che, stando a quanto dichiarato, non ha comunicato il contenuto del testo ad alcun organizzatore del festival.
Neanche il tempo di smarcarsi da tutto ciò, che a raffica arrivano prima il grido di “Giorgia legalizzala!” Urlato con J-Ax dal palco mentre cantavano sulle note di Maria Maria, e subito dopo il limone con Rosa Chemical.
Tutto questo ha contribuito ad alimentare certamente e non placare tutte le voci su di lui, e lo ha portato sulla bocca di tutti (su quella di Rosa Chemical sicuro) con tanta furbizia e scaltrezza.
Ovviamente non sono rimasti in silenzio neanche tutti quei giornali politicamente schierati. Lo dicevamo prima: dinanzi a Sanremo è impossibile restare indifferenti. E allora veniamo alle ultime. Facciamo finta di essere, e non un nome a caso, Mario Giordano, personaggio simbolo del decadimento del giornalismo italiano, da anni prezzolato di Silvio Berlusconi e di conseguenza delle destre attualmente al governo. Giordano che si ritrova dinanzi uno dei personaggi più esposti degli ultimi anni (Fedez) in uno dei contesti più seguiti di sempre (Sanremo) che offre molteplici spunti di riflessione di cui dibattere, al di là del livello delle esibizioni, di cui non proferisco parola.
Si potrebbe parlare del viceministro Bignami, e del preoccupante ritorno delle squadriglie fasciste (vedi i fatti di Firenze, avesse un esponente del governo preso anche solo per sbaglio una netta posizione di condanna nei confronti di quel vile, meschino e preoccupante gesto); si potrebbe avviare un dibattito serio (come se ci fosse posto per la serietà nel programma di Mario Giordano) sulla legalizzazione della cannabis, peraltro invocata dagli Articolo 31 e Fedez sul palco dell’Ariston, tema liquidato da Fratelli D’Italia col solito commento italiota che vuole la cannabis al pari di cocaina ed eroina, ovvero “non legalizzeremo mai le droghe”. Si potevano sollevare tantissime tematiche, ma a quanto pare, a Fuori dal coro si preferisce parlare della presunta omosessualità di Federico.
Eppure, il servizio non è andato in onda. Ma come mai? Andiamo per gradi.
Fedez sono giorni, praticamente da subito dopo Sanremo, che non posta alcunché sui propri social, né compare nei post della moglie, scatenando un circolo di commenti che vanno dall’incazzato (ora contro Fedez per il basio con Rosa Chemical, ora contro Chiara Ferragni per la sua pesantezza) al divertito (“stiamo per chiamare Chi l’ha visto?”). Il suo silenzio è stato interrotto solo da qualche storia, la più rumorosa delle quali è arrivata in un pomeriggio. Telefono alla mano e schermo dinanzi, il rapper riprende quella che pare essere un’intervista in cui si ritrova a rispondere della sua omosessualità: “non sono gay, ma se lo fossi non avrei alcun problema a dirlo”. E parte poi un monologo in cui attacca ferocemente il programma di Giordano, definendolo un programma di disinformazione. Tematica, quella del giornalismo, che Fedez ha sempre trattato in musica, nelle interviste e sui social, dimostrando di avere a cuore la causa del giornalismo. Ed è sempre su Instagram story che affida altre domande e altre considerazioni: perché parlare dell’omosessualità di Fedez anziché affrontare tutte le altre, tipo la presenza di Bignami all’interno dell’attuale governo, nonostante quell’ignobile fotografia? Forse perché Giordano non può fare bastian contrario? Per finire, Fedez, ironicamente, chiede ai giornalisti di Fuori dal coro di condurre un’altra inchiesta: “sapere se Mario Giordano ha ancora i testicoli attaccati allo scroto”. Apriti cielo.
Non è la prima volta che Giordano si ritrova a essere vittima di scherno da parte di qualcuno di importante: già un po’ di tempo fa, Lilli Gruber, rivendicando la sua distanza professionale dal burattino di Rete 4, cosa peraltro sacrosanta e ragionevole, si ritrovò a imitare la sua voce, difetto fisico di cui spesso si parla sui social. Ma ora che a farlo è Fedez, personaggio sicuramente più controverso e più potente mediaticamente parlando, le critiche sono state accesissime, il più delle quali vertevano a mettere in mostra la contraddittorietà di Fedez, “accesso paladino delle libertà e dei diritti che si diverte a perculare una persona per un suo difetto fisico”, effettivamente unico punto criticabile delle sue storie di quel pomeriggio. Buttati al cesso gli altri due minuti in cui espone il suo (condivisibilissimo) punto di vista sul giornalismo italiano, sciacallo e frivolo, che concentra le proprie energie per portare avanti “inchieste” su argomenti inutili (vedi omosessualità presunta di Fedez).
Tanto che Fedez lo chiede: “vi ha dato fastidio che ho mostrato i vostri amici fascistelli?”. Ma ormai la frittata era fatta.
Le critiche non si sono certo arrestate. Sui profili social di Fuori dal coro subito dopo è comparso un post: “tranquillo Fedez, non parleremo di te, ma di argomenti più importanti”. E non mancano certo anche i commenti gaudenti dei boomer che seguono Rete 4, che fanno a gara a destra e a manca ad additare Fedez di ogni male del mondo.
“Curnuto e mazziato”, si direbbe a Napoli. “Oltre al danno la beffa”. Il tutto, per aver leggermente esagerato con le parole. Tu ti baci scherzosamente con un uomo, tuo amico ancora prima che collega, ti contattano per condurre “un’inchiesta del cazzo” e ti dicono anche che ti sei inventato tutto. Meraviglioso.
E non è servito neanche postare una storia in cui, forte e chiaro, è udibile la voce della giornalista che dice che le domande andranno in onda a Fuori dal coro. Delle due l’una: o a Fuori dal coro piace fare scherzetti per farsi pubblicità (peraltro servendosi di una persona visibilmente scossa e sotto pressione), o han fatto una inversione a “u” dopo essersi resi conto di aver fatto una “figura di merda” (si ringrazia Fede per questa citazione che resterà negli annali). O, ancora, la giornalista (sarà davvero una giornalista?) Si è servita del nome del programma in maniera impropria.
E se il livello artistico-culturale, come dicono in molti, è ai minimi storici, anche nel mondo giornalistico non si scherza mica. Quello di Fedez è l’esempio più plastico, se si considera il periodo storico che si sta vivendo, con un serio e preoccupante allarme di una terza guerra mondiale peraltro nel cuore del vecchio continente. E se proprio si fosse voluto così ardentemente voluto parlare di Fedez, si sarebbero potute affrontare centinaia di altre questioni diverse che ha sollevato, anche dal palco dell’Ariston recentemente.
Per citare ancora una volta l’intro di questo articolo, potremmo dire che: quando un Fedez mira col dito le (“vere”) questioni del paese, i giornalisti italiani si scandalizzano per un bacio e gli danno anche del fr0c10. Del resto, per citare
Alfonso Signorini
, oggi a fare i giornalisti ci pensano anche i giornalai. E verrebbe da dire persino “solo quelli”.
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Il primato del ritmo nella pratica della musica popolare
Quando si impara un nuovo pezzo di musica, quando dovrebbe un lavoro di musicista su come ottenere giusto ritmo e la sensazione del pezzo?
Ho creduto a lungo che deve essere la prima cosa da ottenere di destra e c'è poco note punto di gioco a tutti a meno che non si trovano nel ritmo desiderato e si sentono. Tempo, però, è tutto un altro soggetto - c'è molto da dire per la precisione e anche suonare canzoni in marcatamente differenti ritmi di internalizzare il pezzo migliore. Il tempismo è il fondamento della musicalità: “Quando una nota viene colpito al momento sbagliato, è la nota sbagliata”. Ottenere condizioni nel giusto ritmo al più presto possibile è il motivo per cui ho sempre cercato il sostegno ritmico strutturato e stimolante. Questo in ultima analisi, portare a “Tracce rhythm song “. Uno dei termini più ripetuti e di musicisti è che “la pratica rende perfetti”. Ho sentito questo alterato a, “ la pratica rende permanente ”. cioè se si ripetere una cosa più e più quindi noi non interiorizzare e si trasforma in un impianto che abbiamo “senza coscientemente pensarci”. Questo è il motivo per cui possiamo fare movimenti coordinati complessi senza pensiero molto cosciente come guidare automobili e anche utilizzando un coltello e forchetta. Se non hai mai fatto queste cose nella tua vita prima di poter essere molto impegnativo per la prima volta , ma una volta eseguito uno al giorno non ha nemmeno li riconosce come una sfida più. È come se una parte completamente diversa della vostra mente è assegnato al compito. Quindi, ciò che è importante è che siamomolto selettiva con questa tecnica la ripetizione e assicurarsi che gli effetti non funzionano contro di noi perché , se ciò che stiamo praticando non è vantaggioso , allora si otterrà interiorizzato altrettanto facilmente .... Così, la pratica può rendere perfetto; Si farà finalmente rendere permanente, ma che la permanenza può sconfiggere voi così come l'aiuto voi. Un aspetto fondamentale della musica è ritmo e dei tempi - è ciò che può fare musica viva, ed è ciò che può uccidere pure. E 'essenziale che noi sviluppiamo buon ritmo e tempismo. Se non si è ancora sviluppato il senso di quel impulso regolare che è presente nella maggior parte della musica moderna - pop, folk, country, jazz - giocare insieme a qualcosa con un impulso è un grande vantaggio perché ovunque il polso manca sarà chiaramente mostrato e si regola automaticamente per seguire il polso e mantenere la tempistica. Grande: Questa è una vera e propria vittoria. La mia raccomandazione è quella di essere molto selettivi circa l'uso di metronomi e click-tracce:
Abuso di Metronomi e fare clic su piste considerati nocivi
Sempre con un clic del metronomo quando si pratica e anche quando si gioca insieme in un gruppo sarà probabilmente lavorare contro sviluppare il proprio interazione umana sul polso e mettere in discussione le sfumature ritmiche che finiscono per essere stato picchiato dal esigente, oh-così-regolare , 'click'. Inoltre, il conteggio quando si inceppano con altri sarà un problema: il conteggio degli impulsi entro il contatore, come 1-e-un, 2-e-un, è un aiuto assolutamente prezioso per imparare un nuovo, forse ritmicamente sfidando melodia: ho sentito dire che se non è possibilefanno parte una melodia o un'idea ritmica fuori, non so davvero che: E 'bello contare esso fuori per accertare sappiamo veramente, ma una volta che avete interiorizzato quella melodia, è il momento di smettere di contare e sentire il ritmo e di comunicare con gli altri si stanno giocando con senza bloccarli fuori contando nella tua testa. La cosa meravigliosa di riproduzione di musica popolare insieme è l'interazione umana che si perde su se si comunica con un clic del metronomo al posto degli altri esseri umani si sta giocando con, o contare fuori ogni bar nella tua testa invece di ascoltare l'altro musicisti. Io non sono l'unico che vede in questo modo: ho sentito il musicista britannico Jamie Cullum dire che evita l'uso di tracce click nella sala prove e la registrazione perché toglie il flusso umano e il flusso della musica quando sono usati .
Come praticare e marmellata?
Fase uno - dagli inizi di Private Practice:
Se si sta imparando una nuova, forse difficile, melodia per la prima volta, in uno studio privato, poi certo, contano il metro e utilizzare un metronomo / click-track selettivamente e con giudizio per controllare la vostra sincronizzazione, ma, non appena si 'Ho confermato ce l'hai, smette di usare il metronomo oppure fare clic su pista appena possibile e non utilizzare di nuovo per quel pezzo di musica, perché ciò che è stato una volta che aiutare a stare meglio ritmicamente sarà ora di limitare e tenere indietro.
Terza fase - Jamming o per suonare con altri musicisti:
Verremo a mettere in scena due più tardi! Quando inceppamenti o per suonare, non contano nella tua testa. Ormai dovreste aver interiorizzato la canzone di uno studio privato ed essere pronti a comunicare con gli altri e il conteggio si toglie l'ascolto. “Lasciate che il Melody dalla vostra guida”. Se avete la melodia nella vostra mente durante l'esecuzione e l'improvvisazione che vi aiuterà a mantenere posto senza bisogno di contare. Inoltre, dove c'è una pausa nella melodia integrare la melodia con il proprio per aiutare con questo. Ad esempio, se la melodia ha due bar resto poi riempire quel riposo con il proprio 'riempire melodia' sosterrà con la melodia per mantenere il posto in sintonia. Mantenere la melodia nella tua testa sarà la meno distrazione mentre si ascolta gli altri giocatori a meno che il senso del ritmo e dei tempi è così buono e si è così stretto con gli altri membri della band che non ti servono anche questo.
Seconda fase - Praticare da soli o magari con gli altri:
Cosa fare quando si sta giocando la melodia sopra regolarmente per interiorizzare che prima di giocare con gli altri, o anche se non si arriva a giocare con gli altri? In primo luogo, sarebbe bene per ottenere un senso della forma della musica, e anche, (ii) sarebbe bene per la pratica, e giocare, nello stile ritmico del pezzo. Penso che un optimum ideale, e non realistico, sarebbe quella di avere una vera band umana di musicisti esperti che conoscono il pezzo ben pronto nel vostro studio pratica per suonare insieme a. Hanno anche bisogno di ospitarvi interrompendo e riavviando al tuo comando. Questo concetto è stato affrontato al meglio da musicisti professionisti tracce backing forniti da fornitori come 'Aebersold'. Essi sono una grande opzione, ma non sempre una pratica. Se avete acquistato uno di questi, e comprende il tuo brano, in tempo chiave e lo stile e simili potrai giocare con la tua band, poi, grande, COMPRENDONO suonando ad esso come parte di questa pratica. Può essere davvero piacevole e permette di praticare l'improvvisazione con i controlli uditivi in armonia e forma che non avrebbe altrimenti. Cioè se si improvvisano sulla forma e rilasciare un bar o si dimentica di un cambio di accordo si dovrebbe sentire che e in grado di correggerlo. Un altro grande opzione è quella di suonare insieme ad artisti binari della melodia. Diciamo che state imparando Autumn Leaves e si dispone di registrazioni di esso da vari artisti nella vostra collezione di dischi, poi giocare quelle registrazioni e suonare insieme, 'accompagnamento' con accordi di una linea di base. Si interagisce con i migliori musicisti che sono senza dubbio giocare bene il pezzo - niente che interiorizzare ci saranno senza vita e dannosa come un clic del metronomo. Credo che in questo momento, quando si sta giocando e internalizzare una melodia, è importante praticarlo nel maggior numero di 'formati pratica' possibile - quelli precedentemente citati e anche, giocando solo la melodia di per sé, e poi la melodia e la linea di base, poi giocare la linea di base e cantare la melodia, poi giocare le corde e cantare la melodia, poi giocare gli accordi e giocare la melodia insieme. Non si ottiene l'idea? Il più varietà di modi che senti ed eseguire la melodia meglio la vostra conoscenza fonetica dei diventa. Quindi, per quanto riguarda il ritmo e la tempistica quando si sta facendo questo? Credo che la soluzione migliore è quella di avere una traccia in riproduzione ritmica supporto che non ha la linea di base o di accordi, ma è importante praticarlo nel maggior numero di 'formati pratica' possibile - quelli precedentemente menzionati e anche, gioca da solo la melodia di per sé, e poi la melodia e la linea di base, poi giocare la linea di base e cantare la melodia, poi giocare gli accordi e cantare la melodia, poi giocare le corde e suonare la melodia insieme. Non si ottiene l'idea? Il più varietà di modi che senti ed eseguire la melodia meglio la vostra conoscenza fonetica dei diventa. Quindi, per quanto riguarda il ritmo e la tempistica quando si sta facendo questo? Credo che la soluzione migliore è quella di avere una traccia in riproduzione ritmica supporto che non ha la linea di base o di accordi, ma è importante praticarlo nel maggior numero di 'formati pratica' possibile - quelli precedentemente menzionati e anche, gioca da solo la melodia di per sé, e poi la melodia e la linea di base, poi giocare la linea di base e cantare la melodia, poi giocare gli accordi e cantare la melodia, poi giocare le corde e suonare la melodia insieme. Non si ottiene l'idea? Il più varietà di modi che senti ed eseguire la melodia meglio la vostra conoscenza fonetica dei diventa. Quindi, per quanto riguarda il ritmo e la tempistica quando si sta facendo questo? Credo che la soluzione migliore è quella di avere una traccia in riproduzione ritmica supporto che non ha la linea di base o di accordi, ma Non si ottiene l'idea? Il più varietà di modi che senti ed eseguire la melodia meglio la vostra conoscenza fonetica dei diventa. Quindi, per quanto riguarda il ritmo e la tempistica quando si sta facendo questo? Credo che la soluzione migliore è quella di avere una traccia in riproduzione ritmica supporto che non ha la linea di base o di accordi, ma Non si ottiene l'idea? Il più varietà di modi che senti ed eseguire la melodia meglio la vostra conoscenza fonetica dei diventa. Quindi, per quanto riguarda il ritmo e la tempistica quando si sta facendo questo? Credo che la soluzione migliore è quella di avere una traccia in riproduzione ritmica supporto che non ha la linea di base o di accordi, maRappresenteranno la forma del pezzo, Dove le sezioni di inizio e fine, dove si verificano variazioni di energia come le prestazioni si sposta da 'A' sezioni alle sezioni 'B' (o ponte) e ai cori centrali, che sono generalmente collocati per improvvisazioni e anche quando frasi di quattro battute ecc Se questo ritorno rhymic è anche realistica e umana piuttosto che metronomica nella sua consegna ed è in stile ritmico potrai giocare il pezzo non solo si ha una grande fondazione per imparare il pezzo, ma anche uno estremamente piacevole pure. In sostanza, è lo stesso argomento che è andato per suonare insieme a cliccare tracce: Una traccia di click può esporre molti difetti si possono avere con il metro e il posizionamento degli accordi, la vostra linea di base o la melodia, ma sarà anche possibile installare un fonoassorbente dell'altro aspetti ritmici che dovrebbe accadere. Io suggerisco di non utilizza mai una traccia di click in questa fase; piuttosto utilizzare una base musicale con un vero senso del ritmo dal audio di batteristi reali suonare la batteria reali nello stile potrai giocare e alla forma della canzone che stai imparando. Penso che questa sia una buona idea, anche se si esegue in un ensemble di batterista-less. Si può sempre inoltre praticare il pezzo senza eseguire per garantire la si può mantenere di un proprio senso del ritmo e dei tempi senza la base musicale, ma è bene per ottenere un inizio di grande drumming prima. Così, come ottenere grande suono basi umani nella forma musicale della tua canzone? Ora ci sono “ Si può sempre inoltre praticare il pezzo senza eseguire per garantire la si può mantenere di un proprio senso del ritmo e dei tempi senza la base musicale, ma è bene per ottenere un inizio di grande drumming prima. Così, come ottenere grande suono basi umani nella forma musicale della tua canzone? Ora ci sono “ Si può sempre inoltre praticare il pezzo senza eseguire per garantire la si può mantenere di un proprio senso del ritmo e dei tempi senza la base musicale, ma è bene per ottenere un inizio di grande drumming prima. Così, come ottenere grande suono basi umani nella forma musicale della tua canzone? Ora ci sono “Tracks rhythm song ”dal vivo Drumming fornendo esattamente quello ...
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Oggi parliamo delle principali canzoni più controverse negli album da solista di Harry: carolina e cherry. Se non ti interessa la lettura di questi testi in chiave no stunts, questo post non fa per te. Oppure sì, magari ti può aiutare a dare un nuovo punto di vista alle cose. Allora, cominciamo! NB: utilizzerò l’appellativo ‘good girl’ per fare riferimento alle droghe :)
Carolina, HS1, track n3
La prima cosa che colpisce in questa canzone è il titolo. Carolina è una parola che viene ripetuta una sola volta nel corso della canzone. È una cosa insolita, perché viene preferito un titolo più accattivante come per esempio parole di ritornello o di inizio strofa. Avrebbe avuto senso chiamare la canzone Good girl, per dire, ma con Harry succede anche in alcune altre occasioni: Kiwi, Cherry e From the dining table (dove il titolo non è proprio presente nella canzone), ever since new york e Carolina (dove viene ripetuto una sola volta). Questa potrebbe essere una scelta di Harry per nascondere dietro il titolo un significato che vada oltre il senso popolare o quello che viene comunemente accostato alla canzone.
She’s got a family in carolina
Nella canzone, Carolina è un dettaglio insignificante per il contesto. Per qualche ragione, sappiamo che la famiglia di lei vive in Carolina. mmh e quindi? Questo giustifica la scelta di questa parola come titolo? Perché allora l’ha chiamata così?
Sappiamo che la narrativa ufficiale è quella di una bravata con questa ragazza, Townes, che ha conosciuto e frequentato per una notte. Sappiamo anche che Carolina è stata l’ultima canzone scritta per HS1, a detta di Harry “mancava la canzone divertente per l’album” ed è infatti stata scritta “a night after we did something”, cioè dopo aver combinato qualcosa. Al solito di Harry, ci dice tutto e non ci dice niente. Vediamo di smantellare questa narrativa:
How would I tell her that she is all I think about? Well I think she just found out // I met her once and wrote a song about her, i hope she hears me now
Townes è un nome particolarissimo. È difficile da credere che in un contesto del genere (nottata con una popstar di una famosissima boyband), Townes non si accorgesse di essere la ragazza. Insomma, Harry avrebbe potuto cambiare nome, specialmente perché Harry ci confessa che Townes non sapesse della canzone. Anche questo difficile da credere: il re del consenso (stando alle ragazze del set di wms) scrive una canzone sul sesso, nei termini espliciti e dissoluti di carolina, senza che Townes lo sapesse e acconsentisse. In quei versi Harry ci fa intendere che effettivamente Townes potrà sapere di quanto a lui sia piaciuto, proprio attraverso la canzone.
Il testo originale della canzone nel libro di HS1. Harry scrive “TOWN” e la sottolinea 2 volte. Considerando che è stata una nottata che ti ha stravolto così tanto con una ragazza che ti ha ispirato tanto da scrivere una canzone che finirà nel tuo debut album… strano che sbagli il suo nome, no?
La storia del padre che ne parla al telegiornale… dio, cos’era? Cringe cringe cringe! E falso. Immaginate essere questo signore che scopre che sua figlia sia stata con un vip una sola notte, che si sia divertita e che lui lo abbia fatto sapere al mondo intero e va a parlarne al tg… meh, un po’ di cattivo gusto, non trovate?
Questo riferimento è molto poco casuale.
Better swim before you drown // you got to swim before you fly (interessante notare il nome dell’artista, Townes Van Zandt e soprattutto il significato della canzone)
Secondo alcune persone, Carolina aveva le potenzialità per emergere come uno dei singoli di HS1. È stata in parte promossa come tale fino a che non sono emerse alcune controversie, ovvero l’età di Townes e il significato dietro le righe della canzone. La narrativa ufficiale vuole che Townes e Harry si siano incontrati ai tempi in cui Harry preparava HS1, a 23 anni per lui, 20 per lei. Il fandom ha adottato questa ragazza (nella foto) come la Townes della canzone. È evidente che così non può essere: questa foto risale al 2014 e se così fosse Harry avrebbe 20 anni e lei 17, sarebbe quindi una minorenne. La ragazza è molto probabilmente una fan, non Townes. Se avete dubbi, quello è palesemente PHH (my love)!
Il titolo sembrerebbe piuttosto un omaggio a Cocaine Carolina di Johnny Cash. Oltre all’ovvio riferimento, anche il modo in cui è strutturata la canzone è simile. Nel corso della letteratura e della musica, le droghe sono state sempre personificate e trattate come ‘ragazze’.
L’unica altra canzone in cui Harry usa un nome femminile è Olivia. Nel testo, cogliamo che si tratta anche questa di una possibile personificazione. Alla domanda “who is Olivia?”, Harry risponde “is olivia even a person? Is Olivia an emotion? Is she a place? We don’t know”, volendo confondere ulteriormente le idee sul significato della canzone, che è invece un’esaltazione di un amore maturo ma al contempo giovanile. Il titolo gioca con le parole I love you e Olivia. Questo per me rafforza ancora di più l’idea che si tratti di tecniche narrative, scelte semantiche e figure retoriche come la personificazione e metafore per rendere un argomento ostico e ostile come quello del consumo di droghe, più accettabile per il pubblico e ovviamente utilizzare una storiella di gossip come questa allo chiaro scopo di promuovere la canzone e confermare ancora una volta l’immagine pubblica di don Giovanni che è sempre stata ricondotta a Harry.
Da dove nasce però il dubbio che si tratti di questo? Perché pensiamo che possa descrivere un episodio in cui Harry si interfaccia con questo tipo di sostanze? Attenzione alla scelta delle parole:
She’s got a book for every situation, gets into parties without invitations, how could you ever turn her down? There’s not drink that I think could sink her
In questi versi, pare evidente che non stia descrivendo una persona, non sicuramente una persona che conosce da così poco, anzi sembra sapere pure troppo di questa Good girl: si infiltra a ogni festino senza che nessuno la inviti, è instancabile, nemmeno l’alcol la ferma. Per capire quesa, ci vuole un po’ di conoscenza di farmacologia. Non preoccupatevi, ci sono qui io: l’alcol combinato a questa good girl ne prolunga gli effetti e li amplifica. Per questo nessun drink può fermarla, perché la nostra good girl addirittura diventa ancora più sfrenata.
she is such a good girl, she feels so good
In una parola: EW, Harry, EW. Harry scrive canzoni che parlano di sesso da anni, anche nella band abbiamo degli esempi. Pensiamo a Stockholm Syndrome, ma in generale le sue canzone ne fanno spesso riferimento. Solo che questi riferimenti sono poetici, spesso romantici. Anche Medicine, per dirne una, utilizza una metafora per raccontare quell’esperienza. Utilizzare questo tipo di espressioni in Riferimento a questo tipo di situazioni è per Harry cosa nuova. Questo mi fa sempre di più ricredere che stia, in verità, raccontando un altro tipo di esperienza.
Cherry, FL, track n5
Attenzione: questa interpretazione tratta temi delicati. Non ho mai visto in giro molte analisi di Cherry, so solo che si dice che sia la canzone più vulnerabile di fine line (whaaaat?? Falling esiste! She esiste! Lights up esiste!). Cherry è una canzone carina. Bel motivetto, rilassante. Siamo tutti d’accordo nel dire che la nota vocale alla fine la rovina. Notate qualcosa? È lo stesso modus operandi. In HS1, Harry usa il nome di Townes, in Fine Line usa la voce di Camille. Questa è stata un po’ la rovina di Fine line, perché è stato da subito etichettato come l’album della fine di una relazione quando presenta canzoni come Adore you, Canyon Moon e Sunflower vol6, che descrivono invece la forza di una relazione, non la sua fine. Ed è comunque molto limitante parlare di FL in questi termini, perché è molto di più: è un album di analisi di se stessi, accettazione, sperimentazione musicale e personale, tristezza, raggiungimento di alcune consapevolezze e conoscenza della propria identità, a volte anche di dispiacere, forse rimorsi. Io la fine di una relazione non ce la vedo (principalmente perché non c’è mai stata) e poi vi spiego perché.
Anche per Cherry, partiamo dal titolo. Harry è fossato con i frutti vero? Abbiamo Kiwi, watermelon, strawberries, berries… che notoriamente fanno parte di un linguaggio associato alla comunità LGBTQ (basti pensare alla parola fruity). Cos’altro è particolare in Cherry? Come già menzionato, la parola cherry non è presente nel testo. Alcune persone ipotizzavano potesse derivare dal francese ‘chery’, ma perché allora non ha scelto questo? Un titolo francese avrebbe avuto ancora più senso per via della nota vocale, in cui la voce parla in francese. Invece Harry sceglie ancora una volta un frutto e pure uno in particolare.
Il precedente ragazzo di Camille si chiamava Dylan, ed è purtroppo venuto a mancare all’età di 28 anni a causa di una grave leucemia. Era un modello e uno skater di professione. Camille frequenta ancora oggi i suoi amici perché si ritrovavano almeno una volta all’anno per celebrare in nome di Dylan (i just miss your accent and your friends, do you know I still talk to them) e ricorda Dylan con affetto, amore. Sappiamo che Dylan ha preso parte a una campagna di Supreme, chiamata proprio Cherry.
Dalla mia interpretazione, la canzone non parla di Camille ma è PER Camille. È come se Harry stesse dipingendo una conversazione. L’intera canzone sembra essere strutturata come un dialogo tra Camille e Dylan.
Qui ho sottolineato: le parti in giallo sono le cose che Dylan direbbe e quelle viola sono invece le risposte di Camille. Io la trovo una cosa molto dolce. Per rafforzare ancora di più questa mia convinzione, Harry mette la nota vocale alla fine in francese. È l’ultima risposta che Camille può dare, poi la canzone finisce perché finisce anche il dialogo tra loro due.
In questa chiave di lettura, Harry mi aiuta con due indizi:
Supreme è un brand di abbigliamenti. In questo caso la famosissima line “there’s a piece of you in how I dress” è da ricondurre proprio a questo.
Nell’intervista per Apple Music con Zach Lowe, Harry parla di Cherry dicendo che tratta di quel sentimento di impotenza che provi quando le cose non vanno come vuoi tu. Esattamente come quando devi affrontare una malattia che non sai se riuscirai a sconfiggere.
Per ultimo voglio specificare l’iconica stunt line: does he take you walking down his parents gallery? I genitori del nuovo ragazzo di Camille sono proprietari di una galleria d’arte o qualcosa del genere. È come se trasparisse anche in questo momento una nota di gelosia da parte di Dylan, perché lui non potrà più farlo.
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