#amore psicopatico
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bellocarrello · 1 month ago
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Storie di Amore a Mezzanotte: Tra Ansia e Gioia Ettore pt1.
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Venerdì sera. Mi sto annoiando e la stanchezza sembra appiccicata addosso come un vecchio maglione. Ho promesso ad Angela che sarei andata al bar di periferia per festeggiare il compleanno di una sua amica, anche se a dire il vero mi sono praticamente auto-invitata. Dopo aver sonnecchiato sul divano, mi alzo con un'energia ritrovata, o almeno la convinzione che sia il caso di uscire. Non posso restare sempre confinata tra le mura di casa, a evitare il mondo.
Così, mi faccio una doccia, mi vesto e, quasi senza pensarci, decido di truccarmi. Sono mesi che non lo faccio, ma stasera voglio sentirmi diversa, più luminosa, persino attraente. Nonostante i chili di troppo che rendono complicata la relazione con il mio corpo, ho bisogno di sentirmi bene. A mezzanotte, finalmente pronta, cerco tra la biancheria il profumo che si addice di più al mio stato d’animo: Fuc**ng Fabulous di Tom Ford. Un po' di fragranza sul collo e sono fuori.
Dopo trenta minuti passati a girare per l’isolato, perdendomi grazie alle imprecise indicazioni di Angela, trovo il bar. È un locale vecchio stile, che sembra uscito dagli anni '80, con interni in legno e un'atmosfera quasi familiare. Mi ricorda il bar del mio paese in Italia, con quel vago sentore di tabacco che sapeva di nonno. Tra la folla, riesco a farmi largo, saluto Angela e porgo gli auguri alla festeggiata. Guido è lì, è una vita che non lo vedo, e tutti sembrano notare il mio trucco, facendo complimenti che non sentivo da tempo. Mi riscopro quasi a mio agio.
Dopo pochi minuti, però, mi ritrovo con un bicchiere di tè freddo in una mano e un microfono nell'altra. Karaoke. Non proprio il mio tipo di serata, e l'entusiasmo degli altri mi stanca rapidamente. Riesco a liberarmi, mi siedo in disparte e tiro fuori il telefono. Grazie allo schermo privacy che ho messo quest’estate, posso scorrere il sito di incontri senza preoccuparmi troppo. Niente. Nessun nuovo like. La frustrazione si mescola all’ansia, e quasi senza pensarci metto un like a un ragazzo di nome Ettore. Non è esattamente il mio tipo, ma mio padre mi ha sempre detto: “Prima di giudicare gli altri, guardati allo specchio.” Così ho abbassato un po’ l’asticella delle aspettative, almeno per quanto riguarda l’aspetto fisico. Però su una cosa non transigo: l’igiene. La mia biografia sull'app non lascia dubbi: "Se non ti lavi i denti, non mettere like."
Faccio appena in tempo a sorseggiare l’ultimo goccio del mio tè che Ettore ricambia il like e mi scrive. Riguardo velocemente il suo profilo: 33 anni, del segno del leone, ama la natura, vuole fare un viaggio a New York, cerca una relazione seria e vive vicino casa mia. Sono le una di notte.
Apro il messaggio: "Hey Gin!" Faccio una smorfia e rispondo: "Ciao Ettore, piacere, mi chiamo Ginevra." Ma guarda te, se uno che non conosco si permette già di accorciare il mio nome! Iniziamo a chattare, e scopro che anche lui è fuori a una serata.
La conversazione scorre leggera e frizzante, proprio come il tè che ho appena finito. C’è un’energia nuova nell’aria, qualcosa che mi scuote dalla noia. Mi dice che è in un bar con amici vicino al Moulin Rouge, praticamente a due passi dal mio appartamento. Un pensiero mi sfiora: "Peccato che sei a mezz'ora da casa tua." Lo scaccio via con una scrollata di testa. Ma che cosa stai pensando, Gin?! Non sei quel tipo di ragazza!
La chiacchierata continua, e dopo qualche battuta, Ettore mi lascia il suo numero e il contatto Instagram: "Qui non ricevo le notifiche, se vuoi scrivermi, ecco i miei contatti." Mi ritrovo a cercare il suo nickname su Instagram senza pensarci due volte. Non è da me dare il numero così in fretta a uno sconosciuto. E se fosse un pazzo psicopatico? Scorro i profili, ma trovo solo un uomo sui sessanta con un gatto – no, decisamente non è lui – e una coppia con due figli. Salvo il numero in rubrica come "Ettore H" (la H per il sito d’incontri, giusto per ricordarmi chi è).
Gli mando un messaggio su WhatsApp: "Eccomi qui." Scruto l'immagine del suo profilo e mi ripeto che non è esattamente il mio tipo. Sapevo già dal sito di incontri che è alto un metro e ottanta. Sempre dall'applicazione avevo avuto modo di sentire la sua voce: non proprio la più affascinante, di certo non da Luca Ward, per intenderci. La foto su WhatsApp mi conferma che porta occhiali tondi, un po' alla Harry Potter. Ha un naso delicato, ma con la punta piuttosto pronunciata. Le labbra sono sottili, ma l'arco di Cupido è ben definito. I capelli, neri e non troppo folti, resistono ancora.
Eppure, mentre risponde alle mie battute con una certa prontezza, sento un piccolo brivido di eccitazione. Dopo una ventina di minuti, mi dice che sta per andarsene; la sua serata è quasi finita. Io gli confesso che mi sto annoiando, ma non ho voglia di tornare a casa così presto dopo essermi fatta bella.
Appoggio il telefono e mi immergo in una conversazione con Angela e gli altri invitati. Poi, una notifica: Ettore. "Cosa proponi se non hai voglia di tornare a casa?"
Il mio stomaco si contrae per l'emozione e, senza pensarci, le dita digitano più veloci della ragione: "Hai voglia di prendere un cocktail?"
Sono le due di notte. Sono fuori dal bar che mi ha indicato mezz’ora fa, in attesa. Ma che mi sta succedendo? Ho lasciato i miei amici con la scusa di un’emicrania, tranne Angela, a cui ho detto la verità: "Non giudicarmi, vado a incontrare un ragazzo conosciuto venti minuti fa." La sua risposta? "Divertiti anche per me."
Mi guardo intorno, cercando Ettore, e mentre l'ansia mi stringe il petto, le solite domande iniziano a tormentarmi: "E se non gli piaci?" "E se ti vede da lontano e scappa?" "E se, trovandoti paffutella e ripugnante, finge di essere stanco e se ne va?"
"Scusa il ritardo," dice all'improvviso una voce. "Ho dovuto accompagnare un amico a casa per non insospettirlo."
I pensieri evaporano come gocce d’acqua al sole mentre mi saluta con i due baci di rito. "Piacere, Ettore!" sfoggia un sorriso brillante di denti perfettamente curati e si guarda intorno.
"Il bar ha appena chiuso," dico, e lui mi osserva con uno sguardo sorpreso. "A meno che non vogliamo fare i piatti, ci conviene cercarne un altro." aggiungo.
Sorridendo, si tocca l’angolo della bocca con un dito. "Seguimi," dice, la voce frizzante. Inizia una maratona di dieci minuti: lui, gambe lunghe e passo veloce; io, un metro e cinquantanove, che ansimo nel tentativo di stargli dietro.
Entriamo in un bar che sta per chiudere. Ettore scambia qualche parola con il barista e poi mi fa cenno di sedermi al bancone. È riuscito a convincerlo a servirci un ultimo drink. Lui ordina un gin tonic, io una ginger beer.
La conversazione fluisce da un argomento all'altro con naturalezza. Parliamo delle nostre vite: lui è CMO, Chief Marketing Officer, mentre io mi occupo della qualità del servizio clienti di una grande azienda. "Sai quando chiami un servizio clienti e ti avvisano che la chiamata potrebbe essere registrata per motivi di qualità? Ecco, io sono la persona che ascolta quella chiamata." Lui sorride, divertito dalla particolarità del mio lavoro, e fa qualche battuta. Ogni volta che rido, accade qualcosa: la prima volta posa le dita sulla mia gamba, osservando la mia reazione; vedendo che non oppongo resistenza, la seconda volta posa l'intera mano e mi accarezza delicatamente al ritmo delle mie risate. La terza volta sono io a toccare il suo braccio, quasi per consolarlo quando mi racconta di essersi fatto male giocando a calcio e di non poter fare sport per un mese.
Il contatto è ormai evidente. Lui mi sfiora e io non mi tiro indietro; io ricambio il gesto. La situazione è chiara: gli piaccio, e lui piace a me. Un altro brivido percorre il mio corpo, questa volta sento l'eccitazione farsi più intensa e precisa, giù, in basso ventre. Scuoto la testa per scacciare il pensiero, finisco la mia ginger beer con un gesto deciso, posando il bicchiere sul bancone mentre il liquido leggermente piccante mi scivola giù per la gola. Lui segue il mio esempio, vuota il suo gin. Ci scambiamo uno sguardo intenso, finché il barista, maledizione, ci interrompe per farci pagare. Il bar sta chiudendo.
Qui a Parigi, la galanteria non è quella che ci si aspetterebbe in Italia. Uomini che chiedono di dividere il conto non sono rari, e la mia amica Vittoria si è persino ritrovata a un appuntamento con uno che, dopo aver bevuto due birre, le ha detto: "Ah, non ho il portafogli, me lo sono dimenticato. Puoi pagare tu?" Spero davvero che lui non sia come quel tipo che ha incontrato Vittoria. Non ho nulla in contrario a pagare la mia parte, viva le pari opportunità! Anche se, lo ammetto, la galanteria italiana a volte mi manca. Apro la borsa, in cerca del mio portafogli, ma lui mi ferma. "Il drink lo offro io. Sei venuta fin qui, il minimo che posso fare è offrirti questa ginger beer." Forse ho omesso un piccolo dettaglio: il bar che ha scelto si trova proprio dietro casa sua. Sorrido, mordendomi leggermente il labbro inferiore, e lo ringrazio. Ci alziamo, salutiamo il barista e ci avviamo verso l’uscita.
Sono le tre.
"Fammi fare un giro del tuo quartiere!" esclamo con dolcezza ma anche con un tocco di audacia. Il suo modo di sfiorarmi, il gesto di offrirmi da bere, tutto mi ha fatto acquistare fiducia. I chili in più che a volte mi pesano, in quel momento non li sento affatto. Mi sento leggera, come una piuma.
Accetta la sfida con un sorriso: "Andiamo, seguimi". E così mi ritrovo a fare un giro in un quartiere che, pur essendo affascinante, ha ben poco da offrire a quest'ora della sera. Siamo dietro nientemeno che gli Champs-Élysées, ma le strade sono quasi deserte, e lui scherza sull'atmosfera spenta del luogo. Attorno a noi, i bidoni della plastica sono già stati sistemati fuori dai guardiani dei grandi palazzi francesi in attesa della raccolta, che avverrà a breve.
Fosse stato il mio quartiere, ci sarebbe stato molto di più da fare: le strade sarebbero piene di vita, i bar aperti, e persino i sexy shop non mancherebbero. Ma perché stai pensando ai sexy shop, Gin?! Scuoto la testa per scacciare quel pensiero. Dopo una decina di minuti di passeggiata, durante la quale mi accorgo che le mie gambe sono la metà delle sue, gli dico: "Se non rallenti, rischio di perdermi per strada." Lui sorride, si scusa, ammettendo di camminare troppo in fretta.
All’improvviso si ferma, ci troviamo davanti a un parco chiuso. Attraverso le grate cerca di mostrarmi la bellezza di questo piccolo angolo verde nel cuore della città. Mi avvolge in un abbraccio, e io non mi tiro indietro, anzi. Le sue mani calde incorniciano il mio viso, appoggiato sul suo petto. Ci guardiamo intensamente, senza distogliere lo sguardo. Il tempo sembra fermarsi, i nostri respiri si placano, e in quel momento esistiamo solo noi due, nel cuore di Parigi, come all'inizio di una romantica commedia americana. Non faccio in tempo a finire di formulare il pensiero "Ma cosa sto facendo?" che le sue labbra incontrano le mie in un bacio, dolce e timido.
Mi afferra delicatamente la nuca e mi avvicina a sé, io seguo i suoi movimenti, appoggio la mano sul suo petto e schiudo le labbra per accogliere la sua lingua. I baci casti sono belli, ma quelli intrisi di desiderio sono tutta un’altra storia. Ci stacchiamo per un attimo e poi riprendiamo a baciarci. Arriccio un po' il naso, rendendomi conto che, come molti francesi che ho conosciuto, non è esattamente un maestro del bacio passionale. Non riesce a usare la lingua con la stessa intensità con cui si fa l'amore. La sua bocca rimane leggermente aperta, cerco di guidarlo con la mia lingua, ma è inutile, non c’è risposta.
Nonostante tutto, la sua gentilezza, l'offerta di quella maledetta ginger beer e il suo apparire come un ragazzo d'oro mi hanno colpita.
Prima di lasciarmi coinvolgere del tutto da quella serata, c'è ancora un ultimo test da superare.
Lo guardo e lo abbraccio di nuovo, questa volta avvicinando il viso e appoggiandolo tra la sua clavicola e il collo. Il maglione grigio che indossa accarezza la mia guancia mentre chiudo gli occhi e inspiro profondamente per sentire il suo profumo e la sua pelle. È perfetto: un aroma di spezie orientali e cedro, pulito e avvolgente. Senza volerlo, un leggero sorriso mi affiora sulle labbra. Come dico sempre a Vittoria, l'odore è tutto! Se non ti piace l'odore di una persona, non ci può essere niente. E da quando le ho fatto notare quanto l'odore conti, ben oltre il profumo che scegli di indossare, ha cominciato a sposare la mia teoria.
Dopo qualche istante inebriante, in cui colgo tutte le note olfattive della sua pelle, mi raddrizzo e lo guardo negli occhi. Con il pollice mi accarezza dolcemente la guancia e mi sussurra all'orecchio: "Vuoi salire a casa mia?". Mentre mi fa questa proposta, comincio a lottare internamente tra l'eccitazione che riemerge, le farfalle nello stomaco e il desiderio di resistere a quella tentazione. Ma all'improvviso, una ragazza in strada inizia a piangere, interrompendo il flusso dei miei pensieri. Lo guardo incerta e cerco di attirare la sua attenzione verso di lei, il suo pianto disperato mi colpisce. "Sta piangendo," esclamo, indicando la ragazza in lontananza.
Lui prende la mia mano, intrecciando le dita alle mie, e io stringo la presa per non spezzare quel contatto. "Vuoi consolarla?" mi chiede con un tono a metà tra il giocoso e l'irritante. Perché scherza su di lei? Forse non gli importa davvero, ma quella risposta mi lascia un po' fredda. Avrei voluto davvero avvicinarmi alla ragazza e chiederle cosa le fosse successo, ma lui si insinua di nuovo nei miei pensieri, cingendomi la vita e sussurrandomi parole rassicuranti: "Vorrei portarti a casa, non mi sento a mio agio a baciarti in mezzo alla strada." Mi sembra dolce, e lui continua: "Prometto che non farò nulla che tu non voglia, possiamo anche solo parlare, mi è già successo." Una voce interiore mi mette in guardia, "Non fidarti."
Chiudo gli occhi per qualche secondo, poi li riapro, respirando profondamente. Lui interpreta il mio momento di esitazione e quel respiro come un segno di assenso. Senza perdere tempo, ancora stringendomi la mano, mi conduce lontano dalla ragazza sconsolata che continua a piangere, e in due minuti mi ritrovo dentro casa sua.
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bergamorisvegliata · 1 year ago
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IO SONO MOLTO DI PIU' DI QUELLO CHE MI ACCADE -di Leyla Tommasi-
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La risposta a tutte le sofferenze che ci capita di vivere va ricercata dentro di noi. Li' dentro troveremo tutte le risposte…. Tutto cio' che sono riuscita a " guarire" di me l' ho fatto grazie ad un immensa disciplina con me stessa.🙏💪 Con la ricerca e il coraggio di guardare il mio di buio, i miei abissi e i miei peccati. Quando riesci a vederli e ad ammetterli comincia la guarigione ❤️ Finche' mi credevo buona e la vittima dell'universo a cui succedeva ogni sorta di dolore ( soprattutto sentimentale) la mia vita e' stata un inferno…
Cosa sono i peccati? Sono gli obiettivi sbagliati, le paure e le credenze limitanti e le azioni dannose per me e per gli altri che scaturivano sempre e solo dalla mancanza di AMORE verso me stessa!
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Il problema e' anche credere di MERITARLA la felicita'…. Quando impariamo AD AMARCI impariamo ad amare anche gli altri davvero. E attireremo persone che ci ameranno come noi amiamo noi stessi.
Ma perche' una persona che ama con tutto il cuore si puo'innamorare di uno stronzo, di un aggressivo o di un violento come successe a me per anni e anni e anni?
La risposta l'ho trovata dentro di me ed e' stato riuscire a scoprire COME MAI entravo in " risonanza "con uno stronzo che mi avrebbe abbandonata dall'oggi al domani o con uno psicopatico o con un violento…. La mia anima aveva bisogno di fare quelle terribili esperienze perche' dovevo imparare delle lezioni. Io era quella che doveva guarire!
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Bisogna spostare la ricerca da fuori a dentro. Non parlo perche' ho letto decine di libri sull'argomento, sto parlando davvero della mia vita!
Il traguardo e' Amare senza attaccamento ed e' tuttaltro che facile ma proprio li' e' stato il grande insegnamento per me…
La Felicita' e' uno stato dell'essere che scaturisce da un' anima ancorata alla Fonte.🙏 Se ci stacchiamo dalla Fonte siamo in balia degli eventi e dei comportamenti delle persone. Se invece rimaniamo saldi e riusciamo a percepire l' Amore che sostiene l' esistenza stessa non esiste piu' dolore che ci possa abbattere.☀️🦋 Ci puo' piegare per un attimo ma non ci spezza!
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La mia vita e' stata un inferno fino al 2011 e dopo e' iniziato un processo di guarigione che oggi mi porta a dire che si, sono felice indipendentemente da quello che mi accade o mi fanno le altre persone. "Io sono molto di piu' di quello che mi accade"☀️ E non si finisce mai di imparare…. ❤️ Se anche tu vuoi guarire guarirai! Chiedi e ti sara' dato 🙏 Leyla Tommasi ©️
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atomheartmagazine · 2 years ago
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Berlino - Arriva lo spin off de La Casa Di Carta su Netflix
Berlino – La serie tv tratta da “La Casa Di Carta” sarà disponibile su Netflix da dicembre 2023 e vedrà come protagonista proprio Berlino, il fratello del Professore.
Cari fan de “La Casa Di Carta“, c’è una data che dovete iniziare a segnarvi per la messa online sulla piattaforma di Netflix dello spin off su Berlino. La serie, tratta dalla saga dei rapinatori più famosi della Spagna, arriverà sui nostri schermi a dicembre 2023 e avrà come protagonista proprio Pedro Alonso.
Indice
Berlino
Le Trama
Il Cast
Berlino
Berlino è senza alcun dubbio uno dei personaggi più amati dai fan de “La Casa Di Carta” e adesso avrà uno spin off tutto suo. La serie ha visto impegnati gli stessi sceneggiatori della saga principale.
“Era molto importante che la serie avesse una sua autonomia rispetto a La casa di carta. All’inizio di questo progetto avevamo una personalità importante che ci ha dato molto spazio nella scrittura. Berlino è romantico e crudele, generoso ma anche egoista, un personaggio che vive in un cortocircuito. Avevamo voglia di approfondire il lato più ludico e comico ma anche romantico di Berlino senza dimenticare quello psicopatico che ogni tanto emerge. La nuova serie è ambientata in un passato indefinito ed è un manuale di amore e rapine”.
Álex Pina
Le Trama
Berlino sarà ambientata a Parigi e il protagonista sarà impegnato in diverse rapine con la sua banda, cercando di far sparire la bellezza di 44 milioni di dollari in gioielli: “Solo due cose possono rallegrare una giornata cupa: la prima è l’amore, la seconda è rubare un mucchio di soldi“.
“Dopo la morte di Berlino non avrei mai immaginato di tornare e invece è stato possibile. Poi è arrivata questa nuova serie che è un vero regalo per un attore, Berlino è un parco tematico, mi ha dimostrato di saper sopravvivere al limbo, all’inferno, al lato oscuro e a quello luminoso – ha detto Pedro Alonso – Fin dal momento in cui è morto abbiamo parlato della possibilità di farlo tornare ma resuscitarlo per me sarebbe stato rompere un patto di fiducia con lo spettatore. Quando abbiamo optato per i flashback non ero sicuro che sarei stato capace di tenerlo in vita, oggi invece che lui sia morto mi piace perché mi permette di vederlo con una certa distanza”
Pedro Alonso
Il Cast
Un cast tutto nuovo, ma non è escluso che qualche personaggio già apprezzato e amato de “La Casa Di Carta” non faccia capolino in qualche episodio o scena di Berlino. Tra l’altro, gli autori, non hanno ancora voluto specificare se i membri della banda avranno nomi di città, come la serie madre ci ha ormai abituato. Sarebbe un po’ una “forzatura”, ma lo vedremo solo con il tempo.
Intanto, ecco il cast:
Begoña Vargas: Cameron
Tristán Ulloa: Damián
Michelle Jenner: Kayla
Julio Peña: Roy
Joel Sánchez: Bruce
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cancionesfedez · 2 years ago
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3 di notte
Tre di notte, sono solo al parco di Trenno Sono i sintomi che sto perdendo il senno La dignità, almeno quella la conservo Mentre il mondo va a puttane come gli uomini al governo Al semaforo lampeggia l'arancione Come i miei sbalzi d'umore Gioia e dolore a tempo alterno Se questo è il paradiso, portami all'inferno Ormai ho il cuore freddo, come questo inverno Eh sì, io sono uno come tanti E come tanti punto ad essere qualcuno Giusto per non essere uno di quei tanti Giusto per dire "Io non sono come gli altri" E nella vita due cose sono importanti Uno, i contanti Due, i contanti Con quelli trovi amore amici e tutti i contatti Io non lo trovo giusto, ma è la realtà dei fatti
Il mondo non mi appartiene Spezza quelle catene Il mondo non mi appartiene Ma almeno tu mi vuoi bene Il mondo non mi appartiene Spezza quelle catene C'è chi lo chiama processo di maturazione Ma è la speranza che dà spazio alla rassegnazione
Solo, sopra una panchina La notte scende ma la paranoia sale, è sistematico E per ogni macchina che passa tengo la voce più bassa per non sembrare psicopatico E la mia donna sa quanto sono problematico Ma questa notte sono solo Fumo dalla bocca, brina sulla giaccca Questa notte è fredda ma le mani tremano per rabbia Non esiste bene o male Il giusto e lo sbagliato, è diventato quello che conviene o non conviene fare Questa notte prende a male come sotto un box il cellulare In mezzo a questa merda c'è più di un uomo in mare Mi alzo, faccio una passeggiata Mentre penso a lei che mi perdona ogni singola stronzata Guardo quella strada, a tratti illuminata Ma ormai si è fatto tardi È ora di tornare a casa
Il mondo non mi appartiene Spezza quelle catene Il mondo non mi appartiene Ma almeno tu mi vuoi bene Il mondo non mi appartiene Spezza quelle catene C'è chi lo chiama processo di maturazione Ma è la speranza che dà spazio alla rassegnazione
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okkiverdi89 · 6 years ago
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Storia di un amore malato
I miei amici me lo dicevano da mesi:
“Lui non fa per te”
“Fai attenzione perché fa troppo il cretino con le altre”
“Lui non ti merita”
“Non ti dà le giuste attenzioni” ecc.ecc.
Potrei continuare all’infinito. Ma come tutte le persone del mondo (o quasi) finché non ci sbatto bene la testa, non do retta a nessuno se non alla mia testa e al mio troppo cuore (ahimè).
Lui non era niente di speciale, alla fine. Ma ai miei occhi era la cosa più preziosa, una delle cose più belle che mi fossero capitate negli ultimi anni. A distanza di mesi, ora so con certezza che sapeva “vendersi” bene. Che quello che vedevo di lui non era altro che ciò che lui voleva che io vedessi: la parte bella, fantastica, meravigliosa, ma artefatta di lui. In pratica mi sono invaghita di un lui che non è mai e poi mai esistito o almeno che è esistito per il tempo strettamente necessario a legarmi a lui. Nel momento in cui ha capito di avermi in pugno, ha cominciato ad approfittarsi della mia gentilezza, in pratica a sfruttarmi, a fare il galletto con le altre non solo dietro, ma anche davanti ai miei occhi. Ha cominciato a comportarsi come se non fossi la sua ragazza tanto che oggi mi chiedo se lui mi abbia mai considerato tale. Ufficialmente stavamo insieme, ma in pratica conducevamo vite completamente separate. Per farvi capire quanto fosse distruttivo tutto ciò, vi dico che nel giro di pochi mesi sono passata dal chiedermi che cosa stessi sbagliando con lui al chiedermi che cosa ci fosse di sbagliato in me, quando l’unica nota fuori posto della mia vita era ed è lui. Nel momento in cui rinsavivo da questa specie di incantesimo, pensavo di lasciarlo o almeno di ribellarmi e la maggior parte delle volte lo facevo, ma lui sapeva rigirare la questione e portarla sempre a suo favore. Ciò che mi legava a lui era il ricordo dei primi tempi e mi aggrappavo a quei pochi momenti felici insieme convincendomi che prima o poi io gli sarei bastata e avrebbe smesso di cercare altre attenzioni oltre alle mie. Ma non è stato così. Nel momento di mia più grande debolezza per i problemi di salute di una persona a me molto vicina, lui mi ha abbandonato così di punto in bianco. Ha cominciato a lamentarsi dei miei problemi dicendomi che lo appesantivano, ha cominciato ad ignorarmi, a preferire le uscite con gli amici, a darmi della “gelosa possessiva”, tutto questo perché mi ribellavo e rivendicavo il mio sacro diritto di essere trattata come merita di essere trattata una fidanzata o meglio una donna. Mi sono ribellata ed è per questo che lui si è fatto lasciare (e sì perché le palle di farlo lui proprio non le aveva, così dopo l’ennesima dimostrazione del suo menefreghismo, dopo tanto, ma tanto dolore, l’ho lasciato). Tutto ciò è accaduto nel corso di un anno. Ed è stato difficile, ancora oggi dopo tanto tempo lo è. Ma se ne parlo è perché io mi sono liberata di questo “peso” (perché sì, era solo un peso lungo il mio cammino di vita) presto, ma so che ci sono persone che sono dentro queste relazioni malate da anni e anni. Ciò che vi chiedo è di non rimanere intrappolate in una relazione che non vi rende felici solo per la paura di rimanere soli.
Non accontentatevi mai, vi prego.
È meglio vivere in solitudine che sfiorire giorno dopo giorno consumati da un non amore. Per quanto sia difficile soprattutto se manipolati, abbiate la forza di amarvi!
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contrastingsouls · 5 years ago
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Perché cazzo, perché. Solo io sono gelosa fracia delle ex fiamme di quello con cui mi ci sento? A voi dà fastidio che chi vi state scopando si è già scopato ragazze che tu conosci e vedi abitualmente? O sono solo io la psicopatica?
Aiuto.
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Estoy enferma por amor :o
No se si les ha pasado pero...
Siempre que me gusta alguien reacciono un poco distante con esa persona, me da miedo tratar de entablar una conversación y se vuelva incomoda, hasta aquí todo bien, el problema es cuando de alguna manera me rechaza, parece que me dice:
- !Ven tu también me encantas!!
Pero no es así, por algún extraño motivo me gusta aun mas, en vez de sentirme triste o decepcionada, me hierbe la sangre y enloquezco por algo que no es mio, me comienzo a obsecionar, huvieron algunas ocaciones en que llegue a seguir a la persona que me gustaba, y digo persona porque no importa el genero, saben soy bisexual jeje :), se que creerán q estoy mal de la cabeza y me dirán que enloquezi pero se que en algún momento ustedes tambien se han obsesionado con alguien, que lo han stalkeado y no han dejado de hacer historias en su cabeza con el o ella, que lo miran a distancia, pero no te preocupes el secreto es nuestro, si quieres compartir alguna experiencia similar, o solo desahogarte no olvides contactarme :) :v
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Se non sei psicopatica ami solo a metá 🔪❤🔪
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sonosoloungeco · 6 years ago
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Ormai quando conosco qualcuno la prima domanda che mi pongo è "quale problema psicologico avrà questo?".
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carapiccolanimue · 7 years ago
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Erano entrambi mentalmente instabili.
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anemonaee · 7 years ago
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“Mi piacciono le persone semplici”. No, davvero? Noi invece adoriamo gli psicopatici.
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marcosmartinezrp · 4 years ago
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*Marcos appena arrivato a New York dal tribunale viene giudicato di omicidio di primo grado per l'uccisione di Tamerlan al-Badri e il FBI gli sequestra carte d'identità,cellulare e le droghe che aveva essendo lui un mafioso.
Marcos viene condannato all'ergastolo e una volta portato in prigione di New York viene rasato alla barba e ai capelli, durante l'interogatorio ammette che è stato lui a mandare Ahmad al-Sufyan per mettere in trappola sua cugina Renè con la scusa della parola "Amore" e ammette anche di aver inviato Mustafa allo scopo di uccidere anche Trevis Leblond e Jonathan Duràn,i due uomini di fiducia di Renè, dice anche di non pentirsi di quello che ha fatto e ride come un psicopatico.
Marcos è ora in prigione e tutto quello che aveva detto viene pubblicato in tutta New York e mondo, si tratta di un criminale e mafioso internazionale messicano
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madiocane · 3 years ago
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quindi... pensi davvero che non sono io il paranoico, ma che c'è davvero qualcosa che non va quando cala il livello di attenzioni che avevo all'inizio? perché non so se sono pazzo io che magari voglio che mi scriva spesso, o se lei si è rotta e non me lo vuole dire con l'intenzione di manipolarmi, eventualmente farmi solo "amico" e usarmi come succhia-attenzioni... capisci? è solo che la sensazione è diversa, da quella iniziale... ora mi fa sentire solo, inutile, la sento ogni tanto ma trova l'occasione di sparire e se le chiedo una chiamata, dice sempre "vediamo in questi giorni", ho paura di essere io uno psicopatico voglioso di attenzioni costanti e quindi non so che fare, perché se spezzo il rapporto sono "psico" e forse proverò rimorsi, ma se lo tengo così (il rapporto) sento che diventerò un suo burattino e quindi qualsiasi scelta prendo, il mio cuore è nella merda.... non avrei mai voluto scriverle, mai mai mai, mi sento così idiota, così scemo
non permettere mai a nessuno di farti sentire così. una persona che ti ama e che vuole solo te non si comporta così e trova sempre del tempo per cercarti o chiamarti, senza se e senza ma. io ovviamente non voglio metterti strane idee in testa o condizionarti da ciò che dico, ma se tu senti questo malessere con lei le soluzioni sono: o parlarle o lasciarla andare. se tu le dai così tante attenzioni e lei non ricambia, meriti sicuramente una persona migliore che possa darti ciò che cerchi. una persona che ti fa sentire solo, vulnerabile e con dell’affetto non corrisposto, non è sicuramente amore. per quanto riguarda te, sei un ragazzo dolcissimo e che sa davvero amare qualcuno, sono più che certo che anche tu potrai essere felice un giorno
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okkiverdi89 · 6 years ago
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bella-ys-blog · 4 years ago
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3 TEST SOBRE RASGOS PSICOPATICOS
1. TEST DE HARE ONLINE:
2. TEST Syllabus horrorum© del Dr. Iñaki Piñuel:
Rodea el Número cada vez que una de estas afirmaciones se pueda aplicar a tu relación con tu ex psicópata.
1. No está a tu lado en los momentos difíciles personales, de crisis u otros, incluyendo cuando pueda estar enfadado.
2. No asume la más mínima responsabilidad respecto a la vida de pareja (gastos, limpieza, consumos, facturas).
3. Piensa que quien se preocupa por el otro es alguien débil, o dependiente, o blando o despreciable.
4. Simula y llora lágrimas de cocodrilo sin presentar emociones genuinas.
5. No se preocupa por cosas que te atañen, fechas de aniversarios, cumpleaños, etc.. no te obsequia o corresponde con reciprocidad a lo que tu haces por el/ella.
6. Te hace sentirte obligado a convertirte en un investigador privado debido a sus extraños e inquietantes comportamientos.
7. Te conduce a tener que investigarlo todo acerca de el/ella.
8. Desaparece, se marcha, se va, te evita, no quiere estar contigo con variadas formas y pretextos.
9. Tiene un historial de relaciones anteriores a las que ha dejado tiradas, abandonadas, destruidas o asoladas emocionalmente, de un modo repentino y cruel.
10. Nunca se siente culpable por nada, ni responsable por nadie.
11. Se alinea con otros en tu contra y te menosprecia o habla mal a tus espaldas.
12. Intenta envenenar a otras personas contra ti cuando eso le conviene.
13. Utiliza el sexo como herramienta de control en la relación.
14. Rompe continuamente sus promesas, pactos o acuerdos y no es fiable en la palabra dada ni en sus compromisos contigo.
15. No respeta tus espacios, tu intimidad, tus pertenencias personales.
16. Se agobia o molesta cuando le pides el menor favor.
17. Te aparta de su familia o simula que tan solo eres un amigo o conocido.
18. Tiene una pléyade de ex-parejas a los que se refiere como locos, pirados, narcisistas, psicópatas, borderlines, etc…
19. No cuenta nada de su pasado.
20. Corta la comunicación contigo durante horas sin dar explicaciones o razones para ello.
21. Te echa en cara o reprocha tu amor por el/ella.
22. Te engaña o traiciona recurrentemente sin hacerse ningún problema moral.
23. No parece tener amigos cercanos de los que pueda hablar.
24. Le gusta presumir de su capacidad de leer gestos, dominar la comunicación no verbal, la mirada, y de manipular a la gente gracias a todo ello.
25. Invade tus límites personales sin respetarlos a pesar de tus protestas.
26. Nunca está disponible o tiene tiempo para ti, tus cumpleaños, navidades o celebraciones importantes.
27. Tiene períodos de desaparición extraños de los que no da cuenta de nada y se enfada si le preguntas.
28. Tiende a crear el caos desde el momento que le aburre la rutina y la vida de todos los días.
29. Crea dolorosas situaciones de ansiedad recurrentemente.
30. Nunca te apoya en lo que haces, y parece menospreciar todos tus puntos de vista por sistema.
31. Te bombardea de amor al principio para pasar después a darte caña, menospreciarte, triangular con otros y traicionarte.
32. Tiene fascinación por el romanticismo, el fetichismo sexual, o la pornografía.
33. Nunca juega en equipo como compañero leal a tu lado y siempre tiene su agenda encubierta con fines egoístas e intereses particulares.
34. No valora ni ama la maravillosa persona que hay en ti.
35. Te envidia y por ello te desprecia, denigra y maltrata pues le recuerdas a la persona que nunca podrá ser.
36. Le molestan especialmente tus mejores cualidades morales que sabe nunca podrá alcanzar.
37. Vive parasitariamente de ti, aprovechándose de tu trabajo, tu esfuerzo, tu dinero, tu apoyo social o profesional. No solo no lo agradece sino que te desprecia por ello. Siente que todo eso se le debe porque si, y no siente ninguna gratitud o reconocimiento a lo que haces por el o ella.
Clave de corrección:
Entre 1 y 10: Intensidad moderada. Algunas secuelas psicológicas son esperables en forma de ansiedad, depresión y somatizaciones.
Entre 11 y 20: Intensidad severa. Probables daños postraumáticos a tratar mediante psicoterapia EMDR.
Entre 21 y 30: Intensidad muy severa. Muy probables daños postraumáticos severos a tratar en psicoterapia EMDR.
Más de 31: Caso muy grave de exposición a una relación hipertóxica. Altísima probabilidad de daños postraumáticos muy severos a tratar mediante psicoterapia EMDR.
©Dr Iñaki Piñuel-Amor Zero.
3. CUESTIONARIO DE ORIENTACION DE RASGOS PSICOPATICOS CON PSIQUIATRA:
https://www.marietan.com/material_psicopatia/cuestionario.htm
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