Tumgik
#alternativamente uguali
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Ho sognato l'esame di maturità
Ancora
Il tema
Nn riuscivo a scrivere, qualche riga e un imprevisto
Ho girato con quei fogli e la cartella che faceva da banchetto
Per le vie di una Città
Attraverso i cortili
Davanti ai bar
Per tornare in classe con qualche riga scritta su qualche foglio, e il suono della campanella.
È tardi e nn ho nemmeno iniziato a scrivere quello che volevo
C'eri anche tu zia, come allora.
Torna a trovarmi
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Souvenir dal mare
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Il mare, oltre ad asportare sedimenti, lascia sulle spiagge i suoi ricordi: vegetali, gusci calcarei di molluschi (conchiglie), i cosiddetti “ossi di seppia”, uova di razza o di squalo, persino animali morti (pesci o tartarughe), o tronchi d’albero.
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Qui vediamo degli esempi di cio` che l’alta marea puo` portare sulle coste Atlantiche, o di cio` che le onde possono lasciare sulle piu` ridimensionate spiagge Mediterranee.
La foto in alto, scattata in estate a Glystra, precisamente sul versante orientale dell’isola di Rodi, raffigura alghe brune strappate al fondo marino. Le alghe rappresentano i vegetali piu` primitivi, non hanno strutture definite, ma sono un unico corpo, che chiamiamo tallo, che si ramifica a formare quelli che possono sembrare rami e alla base hanno dei corpi adesivi che servono per attaccarsi al fondo marino. Queste alghe in particolare fanno parte delle Dyctiotales, e si puo` vedere chiaramente che le estremita` soprastanti di questi corpi si dividono in due per accrescere il tallo. Infatti le alghe si riproducono per divisione cellulare o tramite spore che compaiono sui talli nella bella stagione e somiglierebbero a frutti o semi se non sapessimo che sono di natura diversa.
Nella terza foto, scattata sull’oceano in estate vediamo il ricordo di un’alta marea notturna sulla costa atlantica vicino la citta` di Porto, in Portogallo. Sull’oceano, infatti, le maree che salgono due volte al giorno, possono ricoprire la spiaggia per diversi metri.
La seconda foto, scattata d’inverno, invece raffigura uno strato di quelli che sembrano fili d’erba, sulla spiaggia di Trianta, a Nord Ovest dell’isola di Rodi. 
L’isola di Rodi presenta la particolarita` di essere battuta dai venti di Nord ovest d’estate e dai venti di sud-est d’inverno, cosicche` i due versanti dell’isola sono battuti alternativamente dai venti e dalle onde. Nonostante questa alternanza, i venti non si placano mai del tutto, in particolare nel sud dell’isola e specialmente sul lato occidentale. Sul versante occidentale infatti, il mare asporta continuamente sedimenti, ma, come vediamo, lascia anche dei ricordi del suo passaggio.
I ricordi che vediamo nelle foto sono vegetali, ma non sono tutti uguali. Vi stupite?
Quelli che abbiamo chiamato fili d’erba non hanno a che vedere ne` con la prima foto ne` con la seconda. E quello che nella terza foto sembra il gambo di una pianta con foglie e radici in realta` e` un’alga e fa parte anch’essa delle alghe brune, in particolare delle Laminariae: e` piu` imparentata con le Dictyotales, di quanto non lo sia con le piante terrestri, anche se potrebbe somigliare al ramo di una palma o a un papiro.
Quest’alga puo` crescere anche di diversi metri e forma delle vere e proprie foreste sul fondo marino.
I “fili d’erba”, invece, sono delle piante a tutti gli effetti, ovvero corpi con strutture ben distinte, una radice, un fuscello, un seme e, in determinati periodi (che non dipendono dall’alternanza delle stagioni), anche un fiore. Fanno parte insomma delle Angiosperme, le piante a fiore, le piu` evolute del regno vegetale.  Si tratta dunque della Posidonia Oceanica, caratteristica del Mediterraneo, di fondali sabbiosi, che a 20-25 m di profondita`, in alcuni casi anche a profondita` minori, (fino a dove la luce solare e` abbastanza forte da alimentare la fotosintesi) forma quelli che potremmo definire i “prati del mare”.
E` un po’ come se le piante piu` evolute che avevano colonizzato la terra e che si erano rese indipendenti dall’ambiente marino, grazie proprio alla tecnica dei semi o dei fiori, a un certo punto abbiano sentito il bisogno di tornare sott’acqua.
Proprio come e` successo per i cetacei, mammiferi (gli animali considerati piu` in alto nella scala evolutiva) che hanno acquisito tecniche per sopravvivere in mare, imitando i pesci.
Fonti: slide professoressa biologia delle alghe Nadia Abdelahad
Foto di Il filo del cambio
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sportpeople · 6 years
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Il primo Dicembre 2018 si è giocato un Fiorentina-Juventus che non andrà agli annali per ciò che si è visto sul campo da gioco, specchio di una Serie A ormai ai limiti della sensatezza, ma per le polemiche e le mancate analisi che hanno (o non hanno) seguito la partita.
Vorrei cominciare parlando della coreografia della Fiesole, perché, per chi non lo sapesse, era la prima partita in casa della compagine viola dopo la sentenza del processo per Riccardo Magherini. Per quanto mi riguarda credo che a questo caso sia stata data troppa poca risonanza mediatica, per ciò che doveva essere.
Parlando con un uomo che ha vissuto la faccenda di Riccardo in prima persona, è venuta fuori una riflessione molto interessante su come ogni qualvolta c’è un morto per mano dello stato viene usato l’espediente della “droga” come scusante per le efferatezze avvenute sui corpi dei cittadini, e di riflesso sulle loro famiglie.
All’interno di un fatto di cronaca nera, se il defunto fa uso (o abuso) di sostanze stupefacenti, esso viene alternativamente inquadrato – dai media e dalla magistratura, come reietto della società o come vittima, a seconda se le istituzioni statali sono parte in causa o meno.
Basta pensare alla ragazza venuta a mancare a Roma recentemente confrontandola ai vari casi Cucchi/Aldrovrandi. È un modo di operare molto singolare e che non può che lasciare svuotati nell’animo ogni volta che il pensiero ci casca.
Questo “criterio” manca di una vera e propria analisi, sul fatto di come una persona che cade in vizi del genere sia un essere umano come noi, probabilmente con delle difficoltà maggiori all’interno della propria vita. Sinceramente reputo poco umano liquidare grossolanamente queste persone come mostri a tre teste o martiri della società in maniera arbitraria.
Così i carabinieri imputati per la morte di Riccardo “non avevano le competenze specifiche in materia” di arresto di persone che si trovavano nel suo stato, cioè “in delirio eccitatorio” per “intossicazione da cocaina”  (parte in corsivo ripresa dal Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/29/caso-magherini-cassazione-carabinieri-assolti-perche-non-potevano-prevedere-la-sua-morte/4801962/), prendendo in giro chiunque abbia visto le foto del corpo esanime.
Vorrei completare l’argomento con un pensiero, della stessa persona che mi ha offerto lo spunto precedente, il quale ha riassunto al meglio le mie sensazioni post processo: “Faccio fatica a focalizzare questo mondo e la mia nazione che inevitabilmente ti consegna all’antistato, ad una sfiducia cronica nelle istituzioni, e ti esaspera, uccide il domani e capisci che è proprio vero che al peggio non c’è mai fine. Mi sento colpevole di essere, di avere senso critico, di percepire gli uomini tutti uguali, e di odiare i privilegi di chi continua a mistificare i fatti per non apparire quello che è, un vigliacco criminale vestito da buono, grazie alla connivenza della togata gente.”
Dopo la partita, il tema che ha tenuto banco non è stato questo, ma le scritte inneggianti a Superga e alla morte di Scirea rinvenute fuori dal settore ospiti del Franchi. Ancora mi sono oscuri i motivi per i quali le cronache sportive non abbiano dato lo stesso risalto alla coreografia della Fiesole quanto a queste scritte. Probabilmente il giochino funziona che quando c’è da attribuire il ruolo di villain ai tifosi di stadio (indipendentemente dai colori) è facile e ammesso, mentre quando, in questa perversa industria del fango che è la nostra informazione, il ruolo del “cattivo” toccherebbe agli uomini in divisa o ad altre “categorie protette” non proprio.
Torniamo alle scritte. Nessuno vuole difendere messaggi del genere, sia ben chiaro, ma come sempre mi fa sorridere la non analisi che avviene ogni qualvolta che vengono smossi temi delicati come razzismo o persone defunte, e come il tutto venga lasciato solamente alla sensazione.
Intanto va sempre ricordato che nessun gruppo organizzato ha rivendicato la scritta, che quindi potrebbe essere stata fatta da singoli isolati. Inoltre, determinati tipi di slogan e striscioni hanno sempre fatto parte del mondo delle curve, e anzi, se proprio bisogna dirla tutta, il linguaggio e le parole usate negli anni ‘80 e ‘90 rispetto a questi temi era molto più crudo e brutale.
Per ciò che mi risulta, all’epoca, la gogna mediatica era sensibilmente minore rispetto a oggi e quando l’allenatore della Juventus parla di educazione, contestualmente a questi fatti, mi viene da pensare. Non credo che abbia torto, ma vorrei chiedere come mai a questi messaggi ci si fa caso solo in tempi recenti, nonostante siano frasi che si registrano da più di 30 anni.
Questa caccia alle streghe, questi appelli alla “galera”, mi fanno pensare a come una realtà, come quella delle tifoserie, sia stata trascurata per anni dal punto di vista sociale e di comprensione.
Di come ci si stupisce e indigna ogni qualvolta arrivino immagini d’odio, dopo anni che i tifosi sono stati trattati alla stregua di un animale incapace di comprendere e di volere.
Per intendersi, mi sembra la classica situazione della mamma che tralascia l’educazione del figlio, per poi stupirsi quando esso si comporta male, senza mai fare autocritica ma criticandolo esclusivamente come persona degenerata di per sé, senza avergli mai offerto un’alternativa reale alla sua condizione di aggressività.
Questa dinamica del tifoso brutto e cattivo francamente mi ha stufato, soprattutto perché mi sembra che non ci sia, da parte di chi proferisce queste illazioni, la voglia di correggere i comportamenti sbagliati, ma solo di dare in pasto il nemico di turno all’opinione mediatica.
La Juventus si è imposta 3 a 0 sulla Fiorentina nonostante l’impegno de giocatori viola. La partita ha sottolineato, qualora ce ne fosse bisogno, che il divario tecnico tra la Juventus e la maggior parte delle squadre di Serie A è netto e molto largo.
Testo di Diego Neri Foto di Sauro Subbiani
  Fiorentina-Juventus, Serie A: chi sono i buoni? Chi sono i cattivi? Il primo Dicembre 2018 si è giocato un Fiorentina-Juventus che non andrà agli annali per ciò che si è visto sul campo da gioco, specchio di una Serie A ormai ai limiti della sensatezza, ma per le polemiche e le mancate analisi che hanno (o non hanno) seguito la partita.
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virginiamurrayblog · 6 years
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C’era una volta la principessa
«Oggi il fantastico si popola di eroine forti, indipendenti»: la scrittrice di fantasy italiana più letta al mondo spiega perché le rivoluzioni iniziano sempre con un sogno. Per esempio, l’autoaffermazione delle donne.
  Ho passato buona parte della mia infanzia a sperare di essere da qualche altra parte. La mia famiglia era tutta campana, e io non sentivo alcun senso di appartenenza nei confronti di Roma, la mia città di cui neppure parlavo il dialetto. Non amavo il quartiere periferico in cui vivevo, e non mi sentivo a mio agio a scuola, dove nessuno sembrava assomigliarmi, tranne poche, fidatissime amiche. Le cose sono lentamente cambiate quando ho iniziato le superiori, e Roma pian piano mi ha fatta sua, ma, a conti fatti, ci ho messo trentacinque anni a trovare un posto che riuscissi davvero a chiamare casa, nel quale costruire la mia tana. È stato quando ho trovato questo angolo dei Castelli Romani, stretto tra il cono mozzo di Monte Cavo e i declivi dolci del Tuscolo, che d’improvviso ho capito che anch’io potevo appartenere a un luogo. La dialettica tra il bisogno di avere delle radici e quello di spostarsi in cerca di una vita migliore sembra qualcosa di molto contemporaneo. Mai come in questi tempi si fronteggiano da un lato quelli che sono per la chiusura e la strenua difesa di una non meglio specificata patria, la cui essenza è sempre più sfuggente, e coloro che invece si muovono, spinti da necessità irresistibili, in un mondo in cui, almeno dal punto di vista economico, i confini non hanno più alcuna ragione di essere. Ma, a ben guardare, la ricerca di un altrove è stata il segno sotto il quale si è svolta tutta la vicenda umana. Qualche tempo fa lessi un articolo in cui si spiegava una cosa sorprendente: il gene della pelle bianca, di cui tanto andiamo fieri, non è proprio dei Sapiens, ma con ogni probabilità proviene dall’uomo di Neanderthal. I primi Sapiens, comparsi in Africa circa 200.000 anni fa, avevano la pelle scura. Da qui, i nostri antenati iniziarono a colonizzare l’intero pianeta, arrivando fino in Europa, dove in parte soppiantarono e in parte si fusero coi Neanderthal. Dunque anche il colore della nostra pelle è il frutto di una storia di migrazioni. Da allora, il bisogno di muoversi, esplorare, andare altrove, non si è mai spento nell’uomo. Quasi ogni storia che ci raccontiamo è la storia di un viaggio: che sia interiore, alla ricerca di se stessi e di un senso, o di uno spostamento fisico, la dialettica di ogni racconto è quella di un passaggio da uno stato all’altro, da un luogo a un altro. E questo bisogno è così forte che, quando abbiamo finito di esplorare la nostra Terra, abbiamo deciso di volgere lo sguardo verso le stelle. Abbiamo raggiunto fisicamente la Luna, e poi, per mezzo di sonde e robot vari, buona parte dei corpi del Sistema Solare. Nel 2016 Stephen Hawking, Mark Zuckerberg e il miliardario russo Yuri Milner hanno presentato un progetto per spedire una serie di microsonde verso Alpha Centauri, la stella a noi più vicina, così distante che la luce che emette – e che, lo ricordiamo, viaggia a 300.000 km/s – impiega più di quattro anni a raggiungerci. Le sonde sarebbero spinte da vele che catturano il vento solare, e viaggerebbero a una velocità tale da coprire la distanza in venti anni. Ma qualcosa di noi ha già varcato i confini del Sistema Solare: è la sonda Voyager 1, lanciata nel 1977, e oggi distante dal Sole 19 ore luce. Non basta. L’altrove spesso non è solo un luogo fisico, ma uno spazio metafisico, vivo solo nelle nostre menti. Abbiamo immaginato il futuro, in centinaia di libri, film e telefilm di fantascienza. L’abbiamo alternativamente visto come un luogo in cui l’utopia di un’umanità in pace si è finalmente realizzata – basti pensare a “Star Trek” – o dove i nostri peggiori incubi sono diventati realtà – la Repubblica di Galaad di Atwood, per citarne solo una. E abbiamo reinventato anche il passato, nelle mille declinazioni fantastiche del Medioevo che hanno ospitato le gesta di innumerevoli eroi fantasy. Anche il presente ha sacche d’ombra, nelle quali è facilissimo inserire un altrove accessibile solo a chi ha certi poteri. Io stessa mi sono divertita spesso a popolare i luoghi che amo di labirinti segreti, rifugi di sette esoteriche antichissime, città perdute: un lago vulcanico può diventare ciò che resta di una città che si è staccata dalla terra e ha iniziato a vagare in cielo, i resti di un’antica villa romana la dimora perduta di una malvagia viverna. L’altrove è stato spesso anche un luogo prezioso per le donne – la “stanza tutta per sé”, soprattutto fisica, ma anche mentale di Virginia Woolf –, ove reinventarsi, trovare una propria libertà, e al tempo stesso affermarsi. Il fantastico, soprattutto in anni recenti – ma non mancano esempi anche nei decenni scorsi – si è popolato di eroine femminili forti e indipendenti, modelli diversi da quello imperante di madre o donna di malaffare, nelle cui trame a lungo siamo rimaste imprigionate. Per me, in quanto scrittrice di personaggi principalmente femminili, è stata soprattutto l’occasione per presentare un modello di femminilità diverso, più aderente agli esempi che ho avuto la fortuna di vedere intorno a me, e al tipo di donna che volevo essere. Da cosa deriva questa costante insoddisfazione che ci muove? Questo desiderio di andare oltre, al di là dei nostri limiti, dei luoghi in cui ci sentiamo sicuri, “là dove nessuno si è mai spinto prima”? C’è chi si muove sulla scorta di terribili necessità: sfuggire alla guerra, alla povertà, o soltanto sognare un futuro migliore, per sé e per i propri figli. Ma non è solo questo. È forse l’acuta percezione dei nostri limiti fisici, cui non corrispondono uguali limiti mentali. I nostri corpi sono vincolati qui, a questa Terra, splendida eppure troppo piccola per contenere tutti i nostri sogni, la nostra carne è limitata dalla morte: ma non così il nostro cervello, che immagina, progetta, e oltre questi confini si spinge di continuo. Sogniamo l’altrove perché è l’ultima fuga, quella dal tempo e dall’inevitabile concludersi della nostra vicenda terrena. Immaginiamo luoghi in cui la nostra sete d’infinito possa essere soddisfatta, ed è lì, nello spazio senza tempo e dimensione, che creiamo con le nostre menti, che infine siamo davvero liberi.
      Licia Troisi, Vogue Italia, settembre 2018, n.817, pag.518
*Licia Troisi, 37 anni, astrofisica, è l’autrice fantasy italiana più letta nel mondo. Romana, ha raggiunto il successo a soli 24 anni con il primo libro della saga del Mondo Emerso, nel 2004. Ha pubblicato poi, sempre con Mondadori, le serie La ragazza drago, I regni di Nashira, Pandora, e La Saga del Dominio, di cui il terzo e ultimo libro uscirà il prossimo autunno. È tradotta in diciotto paesi e ha venduto complessivamente tre milioni e mezzo di libri.
L'articolo C’era una volta la principessa sembra essere il primo su Vogue.it.
C’era una volta la principessa published first on https://wholesalescarvescity.tumblr.com/
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lavocedililiana · 7 years
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Parliamo di Modern con Alex
Cari lettori di queste pagine, vi vogliamo proporre tre interviste su tre formati all’infuori dello Standard chiedendo l’opinione delle persone che sono “rappresentative” di quel particolare formato all’interno della nostra comunità!!
Partiamo intervistando Alex con cui parleremo del mondo Modern!
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Partiamo subito con la prima domanda: l'unica vera alternativa allo Standard per il momento è il formato Modern, ci vuoi dire perché giocarlo?
Sicuramente il Modern ha diversi vantaggi rispetto allo Standard:
Per cominciare non è soggetto a rotazione, ciò significa che una volta costruito un mazzo, sarà possibile giocarlo per molti anni mantenendo anche un certo valore nel caso si decida di rivendere il mazzo.
Un' altra cosa importante da tener da conto è la quantità di eventi presenti sul territorio. Senza dubbio Modern è un formato molto giocato agli FNM e non è difficile trovare dei comodi tornei vicino a casa.
Inoltre, e questo è particolarmente vero in questo periodo, il formato si trova in piena salute con una vastissima scelta di mazzi e strategie competitive sia per divertirsi tra amici, che per giocare ai tornei più seri.
Una volta superato il primo impatto e recuperato le carte più comuni, nello specifico la manabase, diventa facile costruire più mazzi da giocare nelle occasioni più disparate.
Modern è perfetto per tutti quelli che vogliono sempre avere un mazzo valido da giocare senza preoccuparsi di dover spendere soldi ogni tre mesi per comprare carte appena uscite con l'ultimo set.
C'è una percezione che la Wizard voglia diminuire l'impegno sul fronte Modern diminuendo gli eventi competitivi ufficiali, da un lato, e preparando il terreno per lanciare il nuovo formato Frontier, dall'altro. Cosa ne pensi a riguardo?
Onestamente ero perplesso nell'apprendere la notizia della cancellazione dell'annuale ProTour Modern, ma tirando le somme mai cosa è stata più salutare per il formato.
Circa quindici anni fa, quando ho cominciato a giocare, internet non era così usufruibile come lo è oggi e non era così facile recuperare le liste più forti per imitarle.
Anche reperire le carte non era così facile e ricordo molto bene che non esistevano due mazzi uguali in tutta la provincia.
Il ProTour è l'evento per eccellenza: il culmine di Magic. E' dove i giocatori più bravi si sfidano con i mazzi perfezionati fino all'ultima carta di side.
Non è necessariamente l'unico torneo da cui prendere spunto quando cerchiamo un mazzo forte e competitivo da costruire, ma è sicuramente il primo che la stragrande maggioranza delle persone prende come esempio.
Al contrario di molti anni fa ora è semplicissimo cercare in rete gli otto mazzi più forti (la così detta TOP 8), sceglierne uno (tipicamente quello che ha vinto) ed ordinare le carte su internet. Quindi passano pochi giorni ed ecco che la maggioranza del meta (un buon 40% direi) è composto proprio da quei mazzi che si sono posizionati nella fatidica TOP 8.
Questa ovviamente è una cosa pessima, limitando di molto la varietà dei mazzi e portando alla stagnazione del formato ed al susseguente disinteresse delle persone.
Il Netdecking (l'atto di copiare mazzi da internet) rimane comunque la principale fonte di ispirazione per ogni giocatore amatoriale che non ha il tempo necessario per testare ogni singola carta, ma la mancanza del ProTour fa si che ogni persona abbia un ampia varietà di scelta tra i molteplici tornei (soprattutto gli SCG Americani) e non solo da quell' irraggiungibile TOP 8.
Per quanto riguarda il Frontier è semplicemente troppo presto.
Frontier ha già fallito ancora prima di cominciare e l'unico posto in cui è giocato e seguito è il Giappone, paese che ha una limitatissima tiratura di carte nella propria lingua e fatica molto ad importare ed esportare carte da altri continenti (Europa in primis).
Per far fronte al surplus di carte "morte" che sono troppo deboli per entrare in Modern/Legacy/Vintage/Commander e che sono ormai ruotate fuori dallo Standard è stato inventato questo formato che è utilissimo per la situazione in cui si trovano i giapponesi, ma come ho già detto è decisamente troppo presto per parlare di Frontier nel resto del mondo dato che la varietà dei mazzi è davvero scarsa. Ci vorranno ancora almeno due o tre anni prima di prenderlo in considerazione e mi sorprenderebbe molto una scelta da parte della Wizard di partire a breve con questo formato.
Anche nel caso che il Frontier diventi prima o poi realtà sicuramente non fermerà la gente dal giocare Modern, al contrario ci darà ancor più diversità e molti più tornei a cui partecipare!!
Modern will never die! Dici che il formato è in salute quindi approvi la banlist vigente?
Giocare Modern è divertente e molto vario, tanto mi basta.
Sicuramente potremmo discutere sul ban/unban di certe carte ma onestamente sono equilibri fragili e per il momento non toccherei nulla se fossi la Wizard.
Sempre rimanendo in tema di quanto hai scritto, anche nel modern c'è una barriera economica iniziale da superare, perché preferire questa all'obolo che lo standard esige ogni tre mesi?
Ho notato che un tipico giocatore di Standard spende di media 120/160€ ogni tre mesi (molti dei miei amici appassionati del formato si attestano su questa cifra).
Prima di tutto ci si compra un box (80€ circa di media) e si aprono le 36 buste sperando di trovarci un sacco di cose utili; alternativamente quei soldi possono essere spesi per comprare direttamente buona parte di un mazzo, ma la spesa è più o meno quella.
Passata la fase di scambio (o compravendita su internet) si tirano le somme e tipicamente ci si accorge che mancano almeno sei o sette carte mitiche che tutti vogliono e che possono venire a costare fino a 20€ l'una.
Questo per un giocatore medio che si presenta agli FNM il venerdì sera e non ha particolari pretese (PPTQ, RPTQ, GP etc).
Ora, escluso momenti passati e deliranti tipo quello di un anno fa, dove un mazzo Standard poteva venir a costare anche 500/700€ c'è da dire che con 150€ una persona può tranquillamente avere tra le mani un mazzo molto competitivo e capace di cavarsela anche ad altissimi livelli.
Bene o male ci si attesta su una cifra di 400/600€ all'anno il che è perfettamente ragionevole.. Il bello dello Standard è che questi soldi sono spalmati su un lunghissimo arco di tempo ed è praticamente il costo di un paio di caffè al giorno, ma è proprio questo il problema. Spendendo poco alla volta non ci si rende conto di quanto costi seguire questo formato e si finisce con lo spendere in un anno la stessa cifra che si avrebbe speso per un buon mazzo Modern.
Un' altra cosa importantissima da ricordare è che le carte giocabili nei formati Eternal tendono a mantenere il loro valore su un lungo periodo di tempo.
Tipicamente è facile recuperare un buon 80% del costo anche dopo 5/10 anni senza fare particolare fatica appoggiandosi ad appositi siti o gruppi Facebook.
Le carte standard sono semplicemente non giocabili una volta ruotate, salvo rare eccezioni e non mantengono nessun valore.
Sicuramente questo mio esempio non è applicabile a tutti; c'è chi si accontenta di giocare tra amici con mazzi dal costo estremamente contenuto e chi invece spende molto di più per poter sempre essere al meglio e partecipare agli eventi più importanti.
E ancora ci saranno molti ragazzi che, non lavorando, avranno il tempo di vendere carte in internet nel momento più conveniente e comprare al prezzo più basso riuscendo a giocare pagando un po' meno.
Il punto è che la maggioranza delle persone lavora e spesso passare tre ore davanti al computer per "guadagnare" dieci euro dalla tempestiva vendita di alcune carte prima che perdano il loro valore a causa della rotazione semplicemente non ha senso.
Meglio farsi un'ora di straordinario...
Ad una persona che si vuole avvicinare al formato Modern cosa gli consiglieresti?
E' importante capire che tipo di strategia è adatta ad ognuno di noi.
Sembra banale ma bisogna giocare in primis quello che ci diverte, anche perché sarà probabilmente quello con cui avremo i risultati migliori.
Control, prison, aggro, combo fino ai creaturoni grandi, grossi e cattivi in Modern c'è tutto, con almeno un mazzo per tipo capace di vincere tranquillamente un grosso torneo.
Scegliere il Deck che ci fa divertire è importantissimo, dopotutto sarà un mazzo che ci porteremo dietro per lungo, lungo tempo.
Ovviamente Modern non è una passeggiata e i mazzi costando diverse centinaia di euro, quindi è decisamente meglio provare il mazzo su internet dove si trovano molte piattaforme gratuite, oppure semplicemente facendosi delle proxy casalinghe con una stampante o anche a penna.
Provare il mazzo per un po' prima di decidere aiuta a non fare errori! C'è qualche errore da non fare?
Ho visto più di una persona abbandonare il formato a causa della scelta di partire con un mazzo "budget".
Non dico che non si possa giocare spendendo 100euro ma bisogna avere chiaro in testa che sarà difficile vincere dei tornei con un mazzo non affinato e perfezionato.
Io consiglio di sceglierne uno con comprovate capacità competitive e recuperare la stragrande maggioranza delle carte subito.
E' possibilissimo tralasciare qualche carta più costosa se le finanze non lo permettono al momento, ma è decisamente meglio spendere qualcosa in più ed avere un mazzo forte per la vita piuttosto che risparmiare e perdere di continuo.
Non parlo necessariamente di cifre enormi, la maggior parte dei mazzi si aggira sui 450euro e ce ne sono anche a meno capaci comunque di restare molto competitivi.
So che questo può sembrare scoraggiante, ma è molto più scoraggiante scontrarsi contro mazzi forti perdendo la maggioranza dei Match, credetemi.
L'altro giorno mi è stata posta una domanda, che in realtà ho sentito molte volte quindi la pongo anche a te: "mi sapresti consigliare un mazzo non troppo costoso Modern che sia anche competitivo?"
Come ho detto sopra è importantissimo divertirsi senza perdere il 90% delle partite che giochiamo quindi volere un mazzo competitivo è perfettamente naturale ed in linea con il gioco.
Dovremmo definire cosa si intende con "non troppo costoso" ma cercherò di dare delle linee guida.
Io considero mazzi non troppo costosi tutti queli che si aggirano tra i 300 e 450euro.
Ottimi esempi sono Dredge, Living End, Ad Nauseam, Merfolk, Storm e Burn. Tutti questi mazzi hanno prezzi ragionevoli e sono decisamente competitivi.
E' importante saper giocare sulla manabase, soprattutto sulle fetchlands. Mazzi come Dredge, Living End e Burn possono recuperare qualsiasi terra utilizzando Fetchland Rosse. Utilizzando quelle di Assalto/KoT al posto di quelle di Zendikar ove possibile si possono risparmiare molti soldi.
Anche la side non va comprata ad occhi chiusi, soprattutto se costosa; ragionate prima sul vostro meta locale e poi fate le vostre valutazioni.
Personalmente in questo momento credo che Burn sia in ottima posizione rispetto al meta suicida pieno di shockland (DeathShadow sopra a tutto), mentre combo soffre un po' di più visto l'elevatissima quantità di scarta carte che girano (Inquisition e Thoughsieze) giocate da Jund/Abzan e presenti ormai in molte side.
Dredge è un altro ottimo candidato insieme a burn visto che entrambi soffrono moltissimo combo che è però, come ho già detto, tenuto molto a freno in questo momento.
La verità è che sono tutti mazzi validissimi che possono competere contro ogni cosa si trovino davanti.
Giocate quello che vi piace e prendete spunto da MtgGoldfish, un validissimo sito dove scoprire quali sono i mazzi più giocati e competitivi del momento.
Grazie ad Alex per aver accettato di dirci la sua opinione sul Modern, alla prossima con Tiziano che  dirà la sua sul Commander!!
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Parliamo di Modern con Alex
Cari lettori di queste pagine, il titolare di questo blog vi vuole proporre tre interviste su tre formati all’infuori dello Standard chiedendo l’opinione a delle persone che sono “rappresentative” di quel particolare formato!!
Partiamo intervistando Alex con cui parleremo del mondo del Modern!
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Partiamo subito con la prima domanda: l'unica vera alternativa allo Standard per il momento è il formato Modern, ci vuoi dire perché giocarlo?
Sicuramente il Modern ha diversi vantaggi rispetto allo Standard:
Per cominciare non è soggetto a rotazione, ciò significa che una volta costruito un mazzo, sarà possibile giocarlo per molti anni mantenendo anche un certo valore nel caso si decida di rivendere il mazzo.
Un' altra cosa importante da tener da conto è la quantità di eventi presenti sul territorio. Senza dubbio Modern è un formato molto giocato agli FNM e non è difficile trovare dei comodi tornei vicino a casa.
Inoltre, e questo è particolarmente vero in questo periodo, il formato si trova in piena salute con una vastissima scelta di mazzi e strategie competitive sia per divertirsi tra amici, che per giocare ai tornei più seri.
Una volta superato il primo impatto e recuperato le carte più comuni, nello specifico la manabase, diventa facile costruire più mazzi da giocare nelle occasioni più disparate.
Modern è perfetto per tutti quelli che vogliono sempre avere un mazzo valido da giocare senza preoccuparsi di dover spendere soldi ogni tre mesi per comprare carte appena uscite con l'ultimo set.
C'è una percezione che la Wizard voglia diminuire l'impegno sul fronte Modern diminuendo gli eventi competitivi ufficiali, da un lato, e preparando il terreno per lanciare il nuovo formato Frontier, dall'altro. Cosa ne pensi a riguardo?
Onestamente ero perplesso nell'apprendere la notizia della cancellazione dell'annuale ProTour Modern, ma tirando le somme mai cosa è stata più salutare per il formato.
Circa quindici anni fa, quando ho cominciato a giocare, internet non era così usufruibile come lo è oggi e non era così facile recuperare le liste più forti per imitarle.
Anche reperire le carte non era così facile e ricordo molto bene che non esistevano due mazzi uguali in tutta la provincia.
Il ProTour è l'evento per eccellenza: il culmine di Magic. E' dove i giocatori più bravi si sfidano con i mazzi perfezionati fino all'ultima carta di side.
Non è necessariamente l'unico torneo da cui prendere spunto quando cerchiamo un mazzo forte e competitivo da costruire, ma è sicuramente il primo che la stragrande maggioranza delle persone prende come esempio.
Al contrario di molti anni fa ora è semplicissimo cercare in rete gli otto mazzi più forti (la così detta TOP 8), sceglierne uno (tipicamente quello che ha vinto) ed ordinare le carte su internet. Quindi passano pochi giorni ed ecco che la maggioranza del meta (un buon 40% direi) è composto proprio da quei mazzi che si sono posizionati nella fatidica TOP 8.
Questa ovviamente è una cosa pessima, limitando di molto la varietà dei mazzi e portando alla stagnazione del formato ed al susseguente disinteresse delle persone.
Il Netdecking (l'atto di copiare mazzi da internet) rimane comunque la principale fonte di ispirazione per ogni giocatore amatoriale che non ha il tempo necessario per testare ogni singola carta, ma la mancanza del ProTour fa si che ogni persona abbia un ampia varietà di scelta tra i molteplici tornei (soprattutto gli SCG Americani) e non solo da quell' irraggiungibile TOP 8.
Per quanto riguarda il Frontier è semplicemente troppo presto.
Frontier ha già fallito ancora prima di cominciare e l'unico posto in cui è giocato e seguito è il Giappone, paese che ha una limitatissima tiratura di carte nella propria lingua e fatica molto ad importare ed esportare carte da altri continenti (Europa in primis).
Per far fronte al surplus di carte "morte" che sono troppo deboli per entrare in Modern/Legacy/Vintage/Commander e che sono ormai ruotate fuori dallo Standard è stato inventato questo formato che è utilissimo per la situazione in cui si trovano i giapponesi, ma come ho già detto è decisamente troppo presto per parlare di Frontier nel resto del mondo dato che la varietà dei mazzi è davvero scarsa. Ci vorranno ancora almeno due o tre anni prima di prenderlo in considerazione e mi sorprenderebbe molto una scelta da parte della Wizard di partire a breve con questo formato.
Anche nel caso che il Frontier diventi prima o poi realtà sicuramente non fermerà la gente dal giocare Modern, al contrario ci darà ancor più diversità e molti più tornei a cui partecipare!!
Modern will never die! Dici che il formato è in salute quindi approvi la banlist vigente?
Giocare Modern è divertente e molto vario, tanto mi basta.
Sicuramente potremmo discutere sul ban/unban di certe carte ma onestamente sono equilibri fragili e per il momento non toccherei nulla se fossi la Wizard.
Sempre rimanendo in tema di quanto hai scritto, anche nel modern c'è una barriera economica iniziale da superare, perché preferire questa all'obolo che lo standard esige ogni tre mesi?
Ho notato che un tipico giocatore di Standard spende di media 120/160€ ogni tre mesi (molti dei miei amici appassionati del formato si attestano su questa cifra).
Prima di tutto ci si compra un box (80€ circa di media) e si aprono le 36 buste sperando di trovarci un sacco di cose utili; alternativamente quei soldi possono essere spesi per comprare direttamente buona parte di un mazzo, ma la spesa è più o meno quella.
Passata la fase di scambio (o compravendita su internet) si tirano le somme e tipicamente ci si accorge che mancano almeno sei o sette carte mitiche che tutti vogliono e che possono venire a costare fino a 20€ l'una.
Questo per un giocatore medio che si presenta agli FNM il venerdì sera e non ha particolari pretese (PPTQ, RPTQ, GP etc).
Ora, escluso momenti passati e deliranti tipo quello di un anno fa, dove un mazzo Standard poteva venir a costare anche 500/700€ c'è da dire che con 150€ una persona può tranquillamente avere tra le mani un mazzo molto competitivo e capace di cavarsela anche ad altissimi livelli.
Bene o male ci si attesta su una cifra di 400/600€ all'anno il che è perfettamente ragionevole.. Il bello dello Standard è che questi soldi sono spalmati su un lunghissimo arco di tempo ed è praticamente il costo di un paio di caffè al giorno, ma è proprio questo il problema. Spendendo poco alla volta non ci si rende conto di quanto costi seguire questo formato e si finisce con lo spendere in un anno la stessa cifra che si avrebbe speso per un buon mazzo Modern.
Un' altra cosa importantissima da ricordare è che le carte giocabili nei formati Eternal tendono a mantenere il loro valore su un lungo periodo di tempo.
Tipicamente è facile recuperare un buon 80% del costo anche dopo 5/10 anni senza fare particolare fatica appoggiandosi ad appositi siti o gruppi Facebook.
Le carte standard sono semplicemente non giocabili una volta ruotate, salvo rare eccezioni e non mantengono nessun valore.
Sicuramente questo mio esempio non è applicabile a tutti; c'è chi si accontenta di giocare tra amici con mazzi dal costo estremamente contenuto e chi invece spende molto di più per poter sempre essere al meglio e partecipare agli eventi più importanti.
E ancora ci saranno molti ragazzi che, non lavorando, avranno il tempo di vendere carte in internet nel momento più conveniente e comprare al prezzo più basso riuscendo a giocare pagando un po' meno.
Il punto è che la maggioranza delle persone lavora e spesso passare tre ore davanti al computer per "guadagnare" dieci euro dalla tempestiva vendita di alcune carte prima che perdano il loro valore a causa della rotazione semplicemente non ha senso.
Meglio farsi un'ora di straordinario...
Ad una persona che si vuole avvicinare al formato Modern cosa gli consiglieresti?
E' importante capire che tipo di strategia è adatta ad ognuno di noi.
Sembra banale ma bisogna giocare in primis quello che ci diverte, anche perché sarà probabilmente quello con cui avremo i risultati migliori.
Control, prison, aggro, combo fino ai creaturoni grandi, grossi e cattivi in Modern c'è tutto, con almeno un mazzo per tipo capace di vincere tranquillamente un grosso torneo.
Scegliere il Deck che ci fa divertire è importantissimo, dopotutto sarà un mazzo che ci porteremo dietro per lungo, lungo tempo.
Ovviamente Modern non è una passeggiata e i mazzi costando diverse centinaia di euro, quindi è decisamente meglio provare il mazzo su internet dove si trovano molte piattaforme gratuite, oppure semplicemente facendosi delle proxy casalinghe con una stampante o anche a penna.
Provare il mazzo per un po' prima di decidere aiuta a non fare errori! C'è qualche errore da non fare?
Ho visto più di una persona abbandonare il formato a causa della scelta di partire con un mazzo "budget".
Non dico che non si possa giocare spendendo 100euro ma bisogna avere chiaro in testa che sarà difficile vincere dei tornei con un mazzo non affinato e perfezionato.
Io consiglio di sceglierne uno con comprovate capacità competitive e recuperare la stragrande maggioranza delle carte subito.
E' possibilissimo tralasciare qualche carta più costosa se le finanze non lo permettono al momento, ma è decisamente meglio spendere qualcosa in più ed avere un mazzo forte per la vita piuttosto che risparmiare e perdere di continuo.
Non parlo necessariamente di cifre enormi, la maggior parte dei mazzi si aggira sui 450euro e ce ne sono anche a meno capaci comunque di restare molto competitivi.
So che questo può sembrare scoraggiante, ma è molto più scoraggiante scontrarsi contro mazzi forti perdendo la maggioranza dei Match, credetemi.
L'altro giorno mi è stata posta una domanda, che in realtà ho sentito molte volte quindi la pongo anche a te: "mi sapresti consigliare un mazzo non troppo costoso Modern che sia anche competitivo?"
Come ho detto sopra è importantissimo divertirsi senza perdere il 90% delle partite che giochiamo quindi volere un mazzo competitivo è perfettamente naturale ed in linea con il gioco.
Dovremmo definire cosa si intende con "non troppo costoso" ma cercherò di dare delle linee guida.
Io considero mazzi non troppo costosi tutti queli che si aggirano tra i 300 e 450euro.
Ottimi esempi sono Dredge, Living End, Ad Nauseam, Merfolk, Storm e Burn. Tutti questi mazzi hanno prezzi ragionevoli e sono decisamente competitivi.
E' importante saper giocare sulla manabase, soprattutto sulle fetchlands. Mazzi come Dredge, Living End e Burn possono recuperare qualsiasi terra utilizzando Fetchland Rosse. Utilizzando quelle di Assalto/KoT al posto di quelle di Zendikar ove possibile si possono risparmiare molti soldi.
Anche la side non va comprata ad occhi chiusi, soprattutto se costosa; ragionate prima sul vostro meta locale e poi fate le vostre valutazioni.
Personalmente in questo momento credo che Burn sia in ottima posizione rispetto al meta suicida pieno di shockland (DeathShadow sopra a tutto), mentre combo soffre un po' di più visto l'elevatissima quantità di scarta carte che girano (Inquisition e Thoughsieze) giocate da Jund/Abzan e presenti ormai in molte side.
Dredge è un altro ottimo candidato insieme a burn visto che entrambi soffrono moltissimo combo che è però, come ho già detto, tenuto molto a freno in questo momento.
La verità è che sono tutti mazzi validissimi che possono competere contro ogni cosa si trovino davanti.
Giocate quello che vi piace e prendete spunto da MtgGoldfish, un validissimo sito dove scoprire quali sono i mazzi più giocati e competitivi del momento.
Grazie ad Alex per aver accettato di dirci la sua opinione sul Modern, alla prossima con Tiziano che  dirà la sua sul Commander!!
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Franco Arminio
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Vladimir Majakovskij
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I desideri e l'inquietudine ti hanno fatta chi sei
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"Il carnato del cielo
sveglia oasi
al nomade d’amore"
Giueseppe Ungaretti
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“Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l’amore, per i sogni, per l’avventura di essere vivo.
Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.
Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio e il tuo; se puoi ballare pazzamente e lasciare l’estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.
Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.
Voglio sapere se sei capace di deludere un altro essere identico a te stesso, se puoi subire l’accusa di un tradimento e non tradire la tua anima.
Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia.
Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non é bella tutti i giorni.
Se sei capace di far sorgere la vita con la tua sola presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo e mio e continuare a gridare all’argento di luna piena: SÌ!
Non mi interessa dove abiti e quanti soldi hai, mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due, e fare quel che si deve fare per i bambini.
Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui, voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere.
Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l’ha fatto.
Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che hai…nei momenti vuoti.”
(Scritto da un’indiana della tribù degli Oriah-1890)
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“Troviamo sempre qualcosa, vero, Didi, per darci l’impressione di esistere?”
— Samuel Beckett, Aspettando Godot
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L'amore dato, l'aria respirata, i profumi, tutto ciò che non è tangibile, tutto ciò che nn si vede
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Nelly Sachs, serie bianca Enaudi
Io soltanto un filo d'erba
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E poi ci sono persone come medicine ,
come te,
che non arrivi mai ,
ma quando ci sei non manca nulla.
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