#agnes mia löfven
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☆ — ♯ 𝐇𝐄𝐀𝐃𝐂𝐀𝐍𝐎𝐍 ☆ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ ☆ ❝ ♘ — un ricordo di un fratello o una sorella. ❞ ❪ ❄️ ❫
𝕾ilenzio aleggiava in quella stanza che aveva sempre considerato il suo regno quando non era altro che un'adolescente. Si sentiva potente all'interno di quelle quattro mura, pochissime persone avevano il permesso di entrarci, e ogni volta che la governante di casa metteva piede al suo interno per riordinarla, la giovane svedese era sempre in all’erta. Osservava i suoi movimenti come se dovesse scoprire i suoi nascondigli, da quelli più semplici come quelli ove nascondeva i top troppo succinti per uscire, a quelli più importanti come il luogo nascosto sotto il ripiano di una libreria dove teneva il suo diario segreto, o anche solo la sua riserva personale di erba. Era certa che se mai lo avessero scoperto i suoi genitori, sarebbe finita in qualche collegio svizzero al riparo da occhi indiscreti. Quante volte poi aveva cercato di cancellare l'odore di fumo aprendo la finestra o spruzzando il suo profumo preferito qui e là, e quante erano state le risate con Hanna, la stessa giovane che entrava baldanzosa nella sua stanza ogni volta che ne sentiva la necessità. Esattamente come in quel momento, quando si buttò sul suo letto a pancia in giù e cominciò a farsi le treccine ai capelli. Ogni volta che Agnes la vedeva arrivare, sapeva in cuor suo che non avrebbe mai potuto dirle di no, qualunque fosse la sua richiesta. « Promettimi che non litigheremo mai per un ragazzo. E' così stupido farlo... Noi siamo più importanti. » « Certo! Te lo prometto Hanna. Ma perché hai deciso di dirmelo proprio adesso? Che è successo? » « Hai presente Josefin? La mia compagna di classe, seguite pianoforte insieme credo... Ha litigato con la sua migliore amica Marlene, perché ad entrambe piace lo stesso ragazzo. Lui ci ha giocato e ha invitato a uscire entrambe, prima una e poi l'altra... E adesso la loro amicizia è andata al diavolo. Promettimi che non accadrà anche a noi. » « Che cosa stupida... Non accadrà. E poi a noi non piacciono gli stessi ragazzi. » « Questo è vero... » Sospirò la bionda mentre prendeva posto accanto alla ragazza che era cresciuta assieme a lei. Avevano affrontato ogni tipo di ostacolo, avevano perfino litigato per poi ritornare ad essere inseparabili, ma mai una volta Agnes sentì di dirle ciò che le passava realmente per la testa. Non aveva mai rivelato le proprie emozioni, ciò che provava lo teneva sempre stretto a sé come se qualcuno potesse deriderla per la sua sensibilità, ed ogni volta, immancabilmente chi non la conosceva, giudicava la svedese come una persona fredda, perfino algida. « Sai anche perché non accadrà? Perché tu sei la sorella che non ho mai avuto. Non esiste altra persona al di fuori di te che mi conosca quanto mi conosci tu, che mi apprezza e che sappia tutto di me... I ragazzi vanno e vengono, ma prometto che quando ci sarà qualcuno di davvero importante te ne parlerò e nessuno potrà mai intromettersi. Sei mia sorella, Hanna... Ora e per sempre. »
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☆ — ♯ 𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘𝐋𝐈𝐍𝐄 ☆ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ ☆ h. 11.59, ㅤnovember 30th, 2021 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
𝖁oci lontane sembravano fare da contorno alla mente della svedese che, seduta nel proprio ufficio, osservava con uno sconforto sempre più crescente la pagina bianca del suo programma di scrittura. Le parole sembravano essere finite, volatilizzate in una dimensione totalmente sconosciuta alla donna e per quanto si impegnasse la sua vocazione sembrava essere svanita. Che non avesse più nulla da dire? Che non avesse più quella dote di esporre i suoi pensieri attraverso la sua passione? Eppure esse erano lì, sulla punta della lingua, sulla punta dei suoi polpastrelli incapaci di prendere forma, incapaci di diventare qualcosa di bello e da apprezzare. Socchiuse gli occhi, la donna, presa dal continuo pensiero che avrebbe dovuto fare di più, impegnarsi con maggior costanza, eppure ogni singolo sforzo perché era vano? Non aveva mai preso in considerazione il giudizio degli altri, e dunque perché ora era diventato così importante? Come avrebbe reagito il suo capo nel vederla ancora una volta scuotere il capo senza dargli ciò che richiedeva? Cominciava una frase e subito dopo la cancellava. Ricominciava da capo e al termine del verso, selezionava ogni parola per cancellarla ancora una volta. Che fine avrebbe fatto senza i suoi scritti? Aveva cominciato a leggere di più, come se non leggesse già abbastanza, libri su libri, dai grandi classici a quelli contemporanei, perfino i romanzi più quotati erano diventati interessanti mentre cercava l'ispirazione che appariva perduta. Cosa avrebbe dovuto fare ancora? Parole sussurrate erano quelle che sentiva ogni volta che si fermava a guardare fuori dalla grande vetrata della redazione di uno dei più grandi giornali al mondo. Le sentiva mentre accarezzavano lentamente la sua anima, con quegli occhi cerulei che potevano incendiarsi da un momento all'altro. Inspirò sonoramente mentre picchiettava il dito medio contro il vetro della propria scrivania. Assaporava ogni parola, la faceva sua, mentre la speranza sembrava essere l'unica cosa a cui si sarebbe potuta aggrappare.
❛❛ 𝘏𝘰 𝘢𝘣𝘣𝘢𝘴𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘧𝘪𝘥𝘶𝘤𝘪𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘮𝘣𝘪, 𝘈𝘨𝘯𝘦𝘴. ❜❜
Un debole sorriso accarezzò le labbra della giovane, mentre lentamente fece sua la consapevolezza che farsi aiutare non fosse affatto una debolezza. Aveva sempre creduto che farcela con le proprie forze avrebbe dimostrato il coraggio che possedeva sotto quelle vesti angeliche, ma forse non era mai stato questo il punto. Coraggio era anche ammettere di non essere soli.
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☆ — ♯ 𝐑𝐎𝐋𝐄 ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ + ʟᴜᴄᴀs h. 21.14, ㅤmarch 08th, 2020 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
Era uscita prima dal lavoro perché ormai la sua mente stava viaggiando a livelli decisamente più rapidi di quanto non potesse fare in ufficio. Amava le sfide, amava il fatto che Lucas le desse così tanta corda, ma era anche obiettiva nel dire che avrebbe vinto lei quella dannata sfida che aveva lei stessa lanciato. Aveva impiegato almeno un’ora per compiere un bagno caldo che le sciogliesse i muscoli, aveva indossato null’altro che un completino verde acido, e lasciato i capelli sciolti sulle spalle. Se doveva giocare e vincere avrebbe sfruttato ogni singola arma a sua disposizione, e avrebbe vinto. Sentì il campanello suonare, gli diede il tempo di salire e solo quando aprì la porta, portò una mano allo stipite della porta atteggiarsi a femme fatale. Non era mai stata una gattina, avrebbe ruggito, e avrebbe fatto si certo ruggire anche l’amico, ne era cera.
« Non stare sulla porta, puoi accomodarti, sai? Sei ancora in tempo a darmi la vittoria a tavolino. »
Lucas Delos
Il risvolto che aveva preso una semplice chiacchierata aveva intrappolato Lucas nelle spire di una sfida senza uscita e che non avrebbe ammesso nessun pareggio. Ci sarebbe stato un vincitore assoluto ed uno sconfitto senza gloria; lui non voleva rientrare certamente nell'ultima categoria. Perciò, prima di dirigersi da lei come d'accordo, dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo, convincendosi che sarebbe stato facile non cedere per il solo fatto di non sentirsi dire "te l'avevo detto". Una frase mortale per tutti gli orgogliosi del mondo, Lucas non faceva attenzione. Lasciò, dunque, la libreria Strand dopo la presentazione di una giovane autrice emergente e affidò ad Isabelle il compito di riportare indietro il materiale così da svincolarsi prima da qualsiasi obbligo. No, Agnes non era ancora un'ossessione per lui, ma forse l'idea di quella sfida lo aveva stuzzicato - e accompagnato durante il giorno - più del dovuto. Certamente non le avrebbe dato la soddisfazione di dirglielo così apertamente. Lasciò l'auto non molto distante dall'ingresso e salì al suo piano, non sapendo cosa aspettarsi. Non la conosceva da quel punto di vista ma, non appena aprì la porta, comprese quanto fosse realmente competitiva.
«So che ti piacerebbe, ma non succederà mai. Bel completo.»
La squadrò dall'alto in basso, sorpassandola per entrare in casa e togliersi il cappotto, mettendosi a suo agio.
Agnes Mia R. Löfven
Con un movimento sinuosa, buttò in fuori il fianco, passò una mano tra i capelli appena umidi dopo aver fatto una doccia, prima di essere letteralmente snobbata dall'amico che la supera come se nulla fosse. Il suo pensiero era quello di andare a picchiettargli la spalla e chiedergli se non avesse gli occhi, ma non si sarebbe abbassata a tanto. Assolutamente no. Mostrò un debole sorriso prima di chiudere la porta di casa e seguirlo così verso la sala. Aveva preparato una ciotola di popcorn per la loro serata film, Netflix era pronto a partire, ma vi era un terzo elemento affinché la loro serata fosse realmente perfetta, e che portasse ad un unico vincitore, ovvero lei.
« Popcorn, netflix tutto è pronto, ma ricordo che avevamo deciso anche di fare un buon bagno caldo, no? Ricordo bene o dovevamo recuperare le stesse sensazioni del weekend? »
Ammiccò la svedese prima di superarlo e posizionarsi davanti a lui ma mostrandogli comunque le spalle. Avrebbe giocato sporco, senza esclusioni di colpi, e avrebbe sfoggiato le migliori tecniche di seduzione per farlo capitolare. Era sicura di sé, era sicura del suo lato femminile nonostante il più delle volte fosse una donna con gli attributi, ma sapeva anche come gestire un uomo.
« Immagino non ti dispiaccia slacciarmi il reggiseno, no? In fondo mi hai anche visto nuda, e niente figuracce. »
Lucas Delos
Anche se non la stava guardando in viso, Lucas aveva percepito la stizza nello sguardo dell'amica. Doveva darle atto di aver aperto la serata con una bella mossa, mettendo sul tavolo da gioco i pezzi da novanta fin da subito. Non le piaceva perdere tempo e, purtroppo per lui, quel genere di impazienza di eccellere — misto alla sfrenata ambizione — erano elementi che eccitavano mentalmente il greco. Appese il cappotto all'ingresso e avanzò verso la sala dove tutto era già pronto, fatta eccezione per l'elemento portante della serata. Un'arma a doppio taglio.
«Ricordi perfettamente. Hai già scelto il film?»
Domandò come se nulla fosse, come se lei non gli stesse sbattendo in faccia le sue notevoli grazie. Da uomo, ovviamente, apprezzò la visuale, pur senza perdere di vista la sfida portante. Era deciso a non dargliela vinta... Sul come, però, aveva ancora delle silenziose riserve.
«Assolutamente. Anzi, pensavo mi avresti aspettato direttamente a mollo. Magari lasciando la porta di ingresso socchiusa.»
Parlando le si era avvicinato alla schiena, abbastanza da farle percepire il proprio calore, ma non troppo da toccarla con il suo corpo. Fu solo la mano a muoversi, percorrendo con le nocche la spina dorsale dalla base fino al gancio del reggiseno. Una lenta carezza che si sciolse nello scatto del gancio quando venne liberato dalle dita maschili.
«Devo anche togliertelo io?»
Le sussurrò contro l'orecchio, lasciando trasparire un sorriso tra le sue stesse parole.
Agnes Mia R. Löfven
Sapeva come giocare, sapeva anche come riuscire a far capitolare un uomo, ma non era questo il punto. Il punto era il fatto che quella nata come sfida poteva seriamente ritorcersi contro l'uno o l'altra, e su questo Lucas aveva ragione. Girò quel tanto il capo da poggiare così il mento sulla spalla destra mentre osservava la sua figura avvicinarsi. Conosceva perfettamente il suo profumo, avevano dormito insieme un'infinità di volte, era s'erano perfino visti nudi, ma non era questo il punto, era il fatto che ora tutto era basato su una sfida. Sapeva che non sarebbe cambiato alcunché tra loro, ma il solo gusto di sapere che era brava in quello che faceva, e per la posta in palio, valeva la pena fare qualsiasi cosa. Rabbrividì nel sentire le sue nocche lungo la schiena, si ritrovò così ad ammiccare umettando le labbra prima di sorridere maliziosamente.
« Non mi piace lasciare le cose a metà. »
Replicò lasciando cadere le spalline dello stesso ma tenendo le braccia sul seno. Non aveva chissà quali curve floride Agnes, il mondo della moda imponeva dei canoni ben precisi, ma sapeva essere eccitante, questo sì. Apparentemente nuda, con un solo perizoma che divideva le sue natiche manco fossero state disegnate da un artista, Agnes s'allontana di un passo questa volta.
« Sarei stata scontata... Stai pensando ancora in ottica soap opera, mio caro. E ricordo bene, o dovevamo fare tutte e tre le cose assieme, mh? »
Gli strizzò l'occhiolino ma fu solamente quando si chinò in avanti con il busto che mise in fuori il sedere, come in un film decisamente porno, alla ricerca del telecomando immerso chissà dove tra i cuscini. Sapeva che avrebbe suscitato in lui determinate sensazioni, l'avrebbe pregata, e lei desiderava solamente vederlo cedere.
Lucas Delos
Non c'era alcun imbarazzo nel suo modo di approcciarsi a lei, dettaglio che scongiurò un eventuale cambiamento nel rapporto che tanto gli piaceva. Nessuno sapeva di quanto fosse intenso, naturale, spontaneo, vero. Nessuno, vedendolo dall'esterno, avrebbe mai potuto immaginare che quel rapporto fosse così ben radicato in loro, in entrambi sì. E Lucas poteva dirlo con assoluta certezza, aveva un sesto senso in quelle cose e raramente sbagliava. Aveva percepito fin da subito il suo affetto ed una parte di lui era consapevole del fatto che niente avrebbe scalfito quel bene che si regalavano l'un l'altra.
«Preferisci che pensi in ottica film porno, Miss Non Mi Piace Lasciare Le Cose A Metà?»
La canzonò, seguendola con lo sguardo per non perdersi neanche un movimento, nonostante lei continuasse a giocare sporco. Tremendamente.
«Comunque sì, ricordi bene e se non ricordo male la vasca è di là.»
Indicò un punto oltre il corridoio, laddove sapeva trovarsi il bagno con tutto l'occorrente del caso. Eppure lo sguardo rimase sul suo sedere in bella vista, tanto che dovette ignorare il prurito che gli stuzzicò i palmi quando immaginò lo schiocco di uno schiaffo ben piazzato lì.
«Vuoi una mano a portare tutto in bagno, mh?»
Agnes Mia R. Löfven
Sentiva lo sguardo su di sé, sulle natiche messe bene in mostra con l'intento di suscitare una reazione e nel frattempo nel godersi quell'aria che, in qualche modo, era diventata comunque un po' più lussuriosa. Il corpo della bionda era quello di una dea, una venere cesellata da lunghe ore ad allenarsi, misto anche ad un DNA decisamente benevolo nei di lei confronti. Cercava il telecomando, poggiava un ginocchio sul sedile del divano prima di voltarsi appena e ridacchiare.
« Non eri tu quello che oggi diceva, penso in ottica film porno? »
Domandò quasi retoricamente prima di trovare finalmente l'oggetto della sua ricerca. Lentamente s'alzò in piedi, lo osservò distrattamente prima di avvicinarsi e sfiorare da spalla a spalla il suo petto con la punta dell'indice destro. Giocare era il suo forte, sapeva che la vittoria era lì vicina e non si sarebbe data per vinta. Lo superò poi per avviarsi verso la porta del bagno. Aveva preparato ogni cosa, dagli asciugamani piegati sul seggiolino in fondo alla vasca, ai sali che aveva versato all'interno della vasca affinché si creasse quella schiuma così invitante. Si fermò tuttavia all'ingresso del bagno e lasciò scivolare il perizoma lungo i suoi fianchi. Si chinò appena prima di farlo cadere ai suoi piedi. Si voltò appena e non riuscì a non dare una rapida occhiata alla reazione che sperava di vedere.
« Non vorrai mica fare il bagno vestito, no? Sei ancora in tempo per tirarti indietro, non ci sarebbe nulla di male. »
Lucas Delos
«Certo, tu ti lamentavi delle soap opera. »
Alzò gli occhi al cielo nel rimarcare quel gioco che era diventato anche il loro stesso discorso. Benché nell'aria sfrigolasse una certa elettricità, Lucas cercò di mantenersi concentrato per non cedere facilmente alle sue avances e trovò il pensiero giusto da seguire: la desiderava realmente o anche quella voglia era frutto della sfida? Una nuova terra da conquistare e sulla quale piazzare una bandiera di passaggio? No, lui non era così, non era quel tipo di persona. Soprattutto non lo era quando realmente teneva a qualcuno come nel caso di Agnes. Miracolosamente, quel pensiero mise a tacere per un po' la voglia fisica, giusto il tempo di vederla avanzare verso il bagno e spogliarsi del tutto. Il corpo di Agnes rasentava la perfezione ma questo il greco lo sapeva già.
«Non intendo farlo, è inutile provare a distogliermi dallo scopo della serata. Non mi hai detto che film hai scelto. »
Mentre parlava si tolse le scarpe e poi fece lo stesso con il maglione, avanzando verso di lei spogliandosi di un capo alla volta. Lasciò una scia di lana e jeans sul pavimento, mostrando il corpo scultoreo degno di una statua scolpita dal genio di un artista. Si fermò esattamente davanti a lei e, fissando lo sguardo nel suo, si chinò appena per togliersi i boxer, mostrandosi nuovamente nudo ai suoi occhi.
«Dicevamo?»
Agnes Mia R. Löfven
Ridacchiò la bionda che ora aspettava con una certa trepidazione la mossa successiva dell'amico. Stavano entrambi correndo sul filo del rasoio, per un fortuito momento di razionalità, Agnes si chiese che quella manfrina non fosse solamente il suo bisogno di essere soddisfatto. Aveva provato attrazione per Lucas quando s'erano conosciuti, indubbiamente era un bellissimo ragazzo, e la sua bellezza era innegabile, ma ciò che s'era sviluppato successivamente, valeva molto di più. Osservò cadere i vestiti uno ad uno, prima di osservare il corpo nudo dell'amico posizionarsi davanti a lei. Si mordicchiò il labbro, osservandolo negli occhi, non sarebbe stata la prima a distogliere lo sguardo da quegli occhi ma in piedi l'uno di fronte all'altra, potevano apparire perfino buffi ad occhio sconosciuto.
« E lo scopo della serata quale sarebbe, mh? Mi sembra di sentire qualcosa... E non ti preoccupare del film, è molto più interessante ciò che sto avvertendo adesso. »
Lucas Delos
«E cosa stai avvertendo adesso.»
Flettendosi in avanti con il busto, allungò entrambe le braccia verso lo stupite della porta, appoggiando le mani ai lati del suo viso. Quella mossa gli costò qualche centimetro della distanza di sicurezza guadagnata tra i loro corpi, ma se doveva gioca, lo avrebbe fatto sporco anche lui. Lo avrebbe fatto respirandole addosso, facendole percepire il modo in cui la sua presenza sapeva riempire la stanza quando egli ne prendeva possesso; lo avrebbe fatto spingendole dentro lo sguardo, aprendosi un varco nelle iridi chiare che lo fissavano con un misto di curiosità e divertimento. Era certo che lei avesse pensato a quel gioco per tutto il giorno, esattamente come aveva fatto anche lui, ma era davvero quella la strada verso l'ossessione o l'avevano imboccata già da un po'? Dormendo insieme, mangiando insieme, facendo il bagno insieme, respirando la stessa aria in quel maledetto esiguo spazio vitale che la mossa di Lucas aveva lasciato tra i loro corpi. Una parola, un ansimo, un singulto, un nome. Gli sarebbe bastato un cenno per annullarla e spazzare via ogni dubbio. Che fosse solo una voglia passeggera o un'ancora già ormeggiata nelle profondità del loro rapporto.
Agnes Mia R. Löfven
Il sorriso malizio che aleggiava sulle labbra carnose della svedese era impossibile da nascondere. Erano l’uno di fronte all’altra, non più che a pochi centimetri, e si sentì in qualche modo galvanizzata da quella presenza. L’ossigeno sembrava venire meno, costringendola perfino a schiudere le labbra per inalare una boccata che ora sembrava vitale.
« Dimmelo tu che cosa sento. »
Non lo avrebbe mai ammesso, ma si costrinse a stringere appena le cosce per una fitta che si manifestò nel basso ventre. Avrebbe giocato, avrebbe vinto, ma per un momento sentiva che avrebbero vinto entrambi, o perso, dipendeva dal punto di vista. Umettò le labbra con fare sinuoso, i palmi delle mani divennero improvvisamente sudati, con bruciore per il bisogno di toccarlo ma rimase ferma, ad osservare le pagliuzze dorate che ora intravedeva in quegli occhi così espressivi.
« Posso anche non guardare in basso, ma so che cosa sento. »
Lucas Delos
L'aria era diventata ancora più tesa che in precedenza, complice la vicinanza dei corpi che emanavano un calore cocente già senza sfiorarsi. Era palese la reciproca voglia di appartenersi che spingeva le membra ad andarsi incontro, nonostante l'orgoglio delle menti ponesse una distanza solo effimera, facilmente arginabile. Erano preda di reazioni minime, ma che ad un occhio esperto non sarebbero sfuggite. Infatti, Lucas notò il modo in cui lei strinse le cosce ed un ghigno piegò le belle labbra del greco prima che riprendesse la parola.
«Potresti avere tutto ciò che senti e che desideri se solo non fossi così testarda.»
Sussurrò contro le sue labbra, soffiando le parole che cadenzò con un tono caldo e basso di voce, come se volesse che ogni nota della sua voce le vibrasse dentro al pari di un guizzo di lingua durante un bacio caldo e passionale. Staccando una mano dallo stipite, poi, Lucas mise in atto una svolta. Non gli era passata inosservata la reazione del corpo femminile quando le aveva sganciato il reggiseno, per cui usò le dita per delineare la sottile curva della spalla, scivolando lungo il braccio che non terminò, poiché le lunghe falangi maschili passarono a sfiorare il fianco e poi il basso ventre. Lì le dita scesero in basso dandole l'illusione che avrebbero terminato la loro corsa tra le cosce, ma fermandosi appena sopra il monte di Venere.
«Quindi, se dovessi scendere più giù, non troverei la reazione che mi aspetto?»
Chiese, chinando il capo di lato, un sorriso mellifluo ad adornare il volto. Di quel passo il film avrebbe atteso parecchio.
Agnes Mia R. Löfven
Poteva diventare l’aria ancor più pesante? Sentiva l’aria perfino friggere tra loro, diventare incandescente mentre la distanza era diventata quasi irrisoria. Qualunque occhio sconosciuto che avesse visto la scena, avrebbe riso di loro e avrebbe urlato loro di smetterla di giocare e cedere, ma la sfida che avevano posto in essere aveva in palio un premio troppo succulento per poter perdere. Nessuno dei due avrebbe voluto fare il primo passo, nessuno dei due avrebbe distolto lo sguardo da quello dell’altro ma le sensazioni stavano diventano sempre più intense. Almeno per Agnes. Inspirò appena, godendo di quella aria rarefatta che ora era pregna di lussuria e bramosia.
« Credo che si possa dire la stessa cosa di te, no? Tanto testardo da ammettere che avevo ragione. »
Commentò con un sussurro a fior di labbra. Era roco, impregnato di una passione latente che vibrava tra loro. Sentiva il corpo estremamente esposto, la carezza la stava incendiando e non ci voleva una scienza per vedere che i capezzoli della donna divennero improvvisamente turgidi. Si costrinse a rimanere ferma, a lasciare che l’unico movimento fosse quello della lingua sulle labbra prima di avvertire quella carezza. Scivolò la di lui mano fino fermandosi sul punto di non ritorno. Spregiudicata come se fosse cosa da nulla, ammiccò con un angolo delle labbra che si alzò. Sapeva che cosa avrebbe trovato, l’eccitazione liquida che imperlava le pieghe della sua intimità, il bisogno di qualcosa di più di una carezza eppure l’avrebbe lasciata lì. Potevano giocare finché avrebbero avuto fiato in corpo, ma sapeva che se avesse proseguito quel tracciato, lui avrebbe trovato qualcosa di decisamente bagnato, come lei avrebbe trovato qualcosa di estremamente duro.
« Siamo alla resa dei conti, io ho già vinto. Ma la stessa cosa potresti averla tu, se non fossi così testardo. »
Lucas Delos
«Ragione su cosa? Credi davvero che basti così poco a renderti la mia ossessione?»
Rise debolmente, sprezzante, sulle sue labbra. Una vibrazione che partì dal profondo della gola per tuonare tra loro, in quello striminzito spazio vitale che rischiava di diventare soffocante se non l'avesse baciata lì, subito, senza darsi la possibilità di fuggire il prima possibile da quella situazione. Eppure, Lucas non voleva fuggire, non lo aveva mai fatto davanti ad una sfida che valesse la pena d'essere affrontata di petto, indipendentemente dalla posta in palio. Non era quella che gli importava, quanto più i motivi di fondo che animavano le loro menti, eccitandole, al sol pensiero di potersi possedere - o non di farlo affatto. Perché si sa: il sesso è complicato anche quando non lo fai.
«Ti illudi di aver vinto, ma non hai ancora ottenuto niente, Agnes. Potrei prenderti qui, contro questo stipite, e comunque non avresti niente.»
Il sussurro si avvicinò ancora alle labbra umide della donna, lo sguardo aveva perso ogni sfumatura di divertimento, divenendo cupo e serio come forse lei non lo aveva mai visto. D'altro canto, la mano rese la sua presenza più incisiva sul corpo femminile e, senza chiederle il permesso, le dita le allargarono le cosce per prendere posto contro la sua intimità. Lì trovò ad attenderlo l'eccitazione liquida tra le pieghe contro cui premette le falangi, usando la mano libera per spingerle il fianco contro la porta, mentre le dita dell'altra viaggiarono tra gli umori caldi, con il pollice - invece - saldamente premuto contro il clitoride.
«E' questo che vuoi?»
Agnes Mia R. Löfven
Sprezzante fu la reazione di Lucas, il quale rise per le parole della svedese. Era davvero lontana dalla vittoria? Era lontana dal fatto divenisse una sua ossessione? Probabilmente sì, eppure l'aria circostanza era carica di un erotismo che mai prima d'ora aveva avuto modo di provare. Sentiva le membra pensati, la pelle talmente tesa che sarebbe potuta andare a fuoco, per non parlare del fatto che era ancora in attesa della sua mossa successiva. Non aveva bisogno di altro se non di guardare quegli occhi che esprimevano ciò che le parole rendeva superfluo. Il sesso era sesso, era lei in primis ad affermarlo, e lasciarsi guidare da un istinto così tanto primordiale non era nemmeno così grave a suo avviso. Eppure, nonostante tutte le complicazioni che chiunque avrebbe potuto vedere, Agnes vedeva solamente un qualcosa in più per arricchire quel rapporto che era e rimaneva uno dei più importanti, se non il più importante, della sua vita. Ridacchiò la giovane, un leggero sbuffo che scemò nel momento in cui le di lui dita presero possesso di un territorio totalmente inesplorato. Umide erano le sue carni, fradice per un desiderio nemmeno ancora toccato, e una passione che poteva prendere vita come dissolversi in nulla. Eppure le terminazioni nervose erano tutte scoperte, dal suo bottoncino premuto dal di lui pollice alle due dita che ora la facevano sentire più piena.
« Questo è niente? Vedo quanto ti stai trattenendo... I tuoi occhi parlano per te, mostrano il desiderio, la bramosia, e non è solamente il bisogno di un momento. »
Mormorò con un soffio di voce, la donna, eppure ogni traccia di divertimento scivolò via lasciando il posto a qualcosa di più intenso. L'espressione divertita venne meno quando le falangi andarono a colpire le pieghe umide della sua intimità, manifestazione che quel gioco si stava ritorcendo contro l'una e contro l'altro. S'adagiò così contro la porta con la schiena, avvertendo il contrasto del freddo del legno che si contrapponeva al fuoco che ardeva dentro di lei, ed incapace di non reagire, portò una mano alla spalla del greco affondando le dita nella carne soda. Davvero era solamente la pienezza di due dita a farle tremare appena le gambe? Ma in cuor suo sapeva la risposta. Un lieve ansimo fu ciò che fuoriuscì dalle labbra carnose, quasi gonfie per il continuo torturarle, ma gli occhi erano ancora lì, ancorati a qualcosa che non aveva mai provato. Inspirò più a fondo prima di fare lei la sua mossa. Divaricò appena le cosce, cercando quell'equilibrio che le permettesse di non accartocciarsi su se stessa, come se si stesse offrendo a fare un lauto banchetto, ma fu la mano con cui non si reggeva ad afferrare il suo membro con i polpastrelli dell'indice e del pollice. Ne accarezzò la consistenza, un velluto marmoreo che rivelava ciò che lei desiderava. Godette così di quel contatto proibito, mentre la frenesia era pronta a prendere il sopravvento, desiderando di poter scendere, di poter abbassare il prepuzio per poter mostrare il glande liscio, semplicemente perfetto.
« Io voglio tutto... Se mi prendessi proprio qui, contro questa porta, io 𝒔𝒐 che questo non sarebbe minimamente 𝒂𝒃𝒃𝒂𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂, non sarebbe abbastanza da poter soddisfare quella fame che so provi, perché forse è la stessa che ho provato io. »
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☆ — ♯ 𝐌𝐎𝐌𝐄𝐍𝐓 ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ + ʜᴇʀ ᴍᴏᴛʜᴇʀ h. 23.09, ㅤoctober 20th, 2021 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫ ᴍᴜᴍ « Hai preso tutto? Dimentichi sempre qualcosa quando fai le valigie. » ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ « Non sono smemorata... O forse sì, ma questa volta credo di aver esagerato. Ho portato la qualunque, sono sempre così indecisa, anche se rimarremo solamente quattro giorni. » ᴍᴜᴍ « E' sempre troppo poco. Sicuri di non voler rimanere qualche altro giorno? » ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ « No mamma, già il fatto che sono riuscita a convincere Lucas a venire è un grande passo. » ᴍᴜᴍ « Oh andiamo, io e tuo padre non siamo poi così male. Certo tuo padre a volte fa battute a cui ride solamente lui, ma prometto che ci daremo un contegno. E' anche la prima persona che porti a casa dopo... Dopo tanto tempo. » ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ « Lo so, ma voglio davvero che lo conosciate, e credo che ora sia arrivato il momento. » ᴍᴜᴍ « Dunque è una cosa seria, eh? » ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ « Sì. » ᴍᴜᴍ « Sei innamorata... » ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ « Sì... Mamma per favore, fai mille raccomandazioni a papà. Non voglio che se ne esca come il gangster che diventa super protettivo con la sua unica figlia. Lucas è già abbastanza teso di suo, e non voglio dargli ulteriori motivi. » ᴍᴜᴍ « E va bene... Ma dalle foto deve essere davvero un bel ragazzo! » ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ « MAMMA! » ᴍᴜᴍ « Oh andiamo, anche io ho gli occhi. Ma prometto che farò la brava, e cucinerò qualcosa di buono. » ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ « Ecco... Ci vediamo domani! L'aereo dovrebbe atterrare in mattinata, ti voglio bene. »
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☆ · ғᴀᴄᴇʙᴏᴏᴋ ⋰ 📷 ☆ ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
“ This is my favorite time of day... 💞 ”
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☆ — ♯ 𝐄𝐗𝐓𝐑𝐀𝐂𝐓 ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ + ʟᴜᴄᴀs h. 21.38, ㅤmarch 08th, 2021 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫ 𝑳𝑼𝑪𝑨𝑺 ⌵ « Ti illudi di aver vinto, ma non hai ancora ottenuto niente, Agnes. Potrei prenderti qui, contro questo stipite, e comunque non avresti niente. »
Il sussurro si avvicinò ancora alle labbra umide della donna, lo sguardo aveva perso ogni sfumatura di divertimento, divenendo cupo e serio come forse lei non lo aveva mai visto. D'altro canto, la mano rese la sua presenza più incisiva sul corpo femminile e, senza chiederle il permesso, le dita le allargarono le cosce per prendere posto contro la sua intimità. Lì trovò ad attenderlo l'eccitazione liquida tra le pieghe contro cui premette le falangi, usando la mano libera per spingerle il fianco contro la porta, mentre le dita dell'altra viaggiarono tra gli umori caldi, con il pollice — invece — saldamente premuto contro il clitoride.
« E' questo che vuoi? »
𝘼𝙂𝙉𝙀𝙎 ⌵ Sprezzante fu la reazione di Lucas, il quale rise per le parole della svedese. Era davvero lontana dalla vittoria? Era lontana dal fatto divenisse una sua ossessione? Probabilmente sì, eppure l'aria circostante era carica di un erotismo che mai prima d'ora aveva avuto modo di provare. Sentiva le membra pesanti, la pelle talmente tesa che sarebbe potuta andare a fuoco, per non parlare del fatto che era ancora in attesa della sua mossa successiva. Non aveva bisogno di altro se non di guardare quegli occhi che esprimevano ciò che le parole rendevano superfluo. Il sesso era sesso, era lei in primis ad affermarlo, e lasciarsi guidare da un istinto così tanto primordiale non era nemmeno così grave a suo avviso. Eppure, nonostante tutte le complicazioni che chiunque avrebbe potuto vedere, Agnes vedeva solamente un qualcosa in più per arricchire quel rapporto che era e rimaneva uno dei più importanti, se non il più importante, della sua vita. Ridacchiò la giovane, un leggero sbuffo che scemò nel momento in cui le di lui dita presero possesso di un territorio totalmente inesplorato. Umide erano le sue carni, fradice per un desiderio nemmeno ancora toccato, e una passione che poteva prendere vita come dissolversi in nulla. Eppure le terminazioni nervose erano tutte scoperte, dal suo bottoncino premuto dal di lui pollice alle due dita che ora la facevano sentire più piena.
« Questo è niente? Vedo quanto ti stai trattenendo... I tuoi occhi parlano per te, mostrano il desiderio, la bramosia, e non è solamente il bisogno di un momento. »
Mormorò con un soffio di voce, la donna, eppure ogni traccia di divertimento scivolò via lasciando il posto a qualcosa di più intenso. L'espressione divertita venne meno quando le falangi andarono a colpire le pieghe umide della sua intimità, manifestazione che quel gioco si stava ritorcendo contro l'una e contro l'altro. S'adagiò così contro la porta con la schiena, avvertendo il contrasto del freddo del legno che si contrapponeva al fuoco che ardeva dentro di lei, ed incapace di non reagire, portò una mano alla spalla del greco affondando le dita nella carne soda. Davvero era solamente la pienezza di due dita a farle tremare appena le gambe? Ma in cuor suo sapeva la risposta. Un lieve ansimo fu ciò che fuoriuscì dalle labbra carnose, quasi gonfie per il continuo torturarle, ma gli occhi erano ancora lì, ancorati a qualcosa che non aveva mai provato. Inspirò più a fondo prima di fare lei la sua mossa. Divaricò appena le cosce, cercando quell'equilibrio che le permettesse di non accartocciarsi su se stessa, come se si stesse offrendo a fare un lauto banchetto, ma fu la mano con cui non si reggeva ad afferrare il suo membro con i polpastrelli dell'indice e del pollice. Ne accarezzò la consistenza, un velluto marmoreo che rivelava ciò che lei desiderava. Godette così di quel contatto proibito, mentre la frenesia era pronta a prendere il sopravvento, desiderando di poter scendere, di poter abbassare il prepuzio per poter mostrare il glande liscio, semplicemente perfetto.
« Io voglio tutto... Se mi prendessi proprio qui, contro questa porta, io 𝒔𝒐 che questo non sarebbe minimamente 𝒂𝒃𝒃𝒂𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂, non sarebbe abbastanza da poter soddisfare quella fame che so provi, perché forse è la stessa che ho provato io. »
𝑳𝑼𝑪𝑨𝑺 ⌵ "Non è solamente il bisogno di un momento." Quelle parole colpirono una verità che Lucas conosceva nel profondo, ma che non era emersa ancora a livello di coscienza. Questo perché la mente si rifiutava di processare il mix di emozioni letali che stavano sconvolgendo l'uomo. Non gli capitava niente del genere da diversi anni, probabilmente da quando... non ci volle pensare. Non poteva essere possibile. La stretta allo stomaco non poté mentire sull'adrenalina che scorreva a litri nelle sue vene. Aveva voglia di lei, di oltrepassare quella linea ormai sfocata che demarcava il rapporto che era stato fino ad allora e quello che sarebbe potuto essere. Solo sesso. Il pensiero sibilava nelle orecchie di Lucas, accompagnandosi al fischio che sentì, lontano, nell'istante in cui le dita femminili raggiunsero l'erezione, dandogli un momentaneo sollievo che si tramutò in dolore. Vicina, sì, ma non abbastanza da essere essa stessa piacere fisico per il greco. Schiuse le labbra e mandò un sospiro incontro al suo ansimo, mentre le dita si facevano più sfacciate e, scivolando alle porte dell'orifizio vaginale, lo varcavano con due sole falangi. Un assaggio molto lontano dalla pienezza che avrebbe potuto raggiungere con lui dentro, a sovrastarla guidato da un istinto quasi animalesco. E lei lo aveva capito. Agnes aveva sempre capito Lucas al volo, con uno sguardo e, a volte, nemmeno quello serviva alla donna per capire cosa andasse e cosa no. Era destabilizzante per chi, come Lucas, faticava a reggersi in piedi nella dura lotta alla vita. Destabilizzante ma bellissimo. Sapeva di vita. Di nuovo.
« Che hai provato tu? »
Chiese con un filo di voce mentre affondava le dita nella carne bagnata, scoprendo per la prima volta la profondità del suo corpo. Il respiro spezzato e l'orgoglio ormai svogliatamente abbracciato all'ostinazione.
𝘼𝙂𝙉𝙀𝙎 ⌵ Strinse con maggior vigore la spalla su cui reggeva, come se il pavimento potesse mancarle sotto i piedi da un momento all'altro, eppure non era il bisogno che andasse più veloce, più lento, o in modo diverso, assolutamente no. Era semplicemente perfetto. Ma era quello il punto, era quello il fulcro di quella sfida che ormai avevano portato allo stremo. Soddisfare un prurito non era altro che una cosa effimera, inutile quasi, e Agnes lo sapeva. Sapeva quanto il bisogno potesse divenire insostenibile, quanto potesse essere un fardello che non sfociava più nel piacere bensì nel dolore, ma quel connubio di emozioni che stavano serpeggiando tra loro era unico. Gemette nel sentir affondare le di lui dita dentro di sé, un movimento a cui rispose con un movimento della propria mano prima di rispondere osservandolo negli occhi. Non avrebbe risposto distogliendo lo sguardo, avrebbe mostrato la sua forza nell'essere ancorata a lui, nell'essere ciò di cui avevano entrambi bisogno.
« Una fame che non puoi spiegare a parole. E' bisogno, è desiderio... E' sete che non può essere soddisfatta con un solo sorso. »
Replicò cercando di essere razionale, ma di razionale in quel momento non vi era nulla. Un ansito si tramutò in un breve gridolino quando il greco assaporò quelle carni infuocate. Il respiro divenne più rapido, ma era negli occhi che loro parlavano.
« E' ossessione perché, per quanto tu possa negare, ci hai pensato. E non a livello fisico, il sesso... tutte le donne del mondo te lo possono dare, è il livello mentale che ha bisogno di essere alimentato. Ti guardo negli occhi, vedo il timore che si fonde con il desiderio, la paura che si fonde con la carnalità, eppure tutto questo è un freno. Non deve esserlo, questa è ossessione. Non ho bisogno delle tue dita dentro di me per eccitarmi... Non hai avuto bisogno di toccarmi per farlo, come io non ho avuto bisogno di farlo. E' solamente un di più di cui bisogna solamente godere... »
𝑳𝑼𝑪𝑨𝑺 ⌵ La voce di Agnes si fuse con quel gridolino che andò a colpire Lucas proprio nel basso ventre, nel pieno di quel fuoco ardente che sentiva spandersi da lì a tutto il corpo. Un incendio puro che non provava da tantissimo tempo, benché di sesso ne avesse fatto e avesse assaporato le gioie del desiderio carnale più di una volta da quando sua moglie era morta. Ma il rapporto che aveva con la donna davanti a lui era molto diverso da quello intrecciato con le altre di passaggio. Agnes non era di passaggio, non sarebbe stata la meteora di una notte, il corpo che lo avrebbe soddisfatto e nel quale svuotarsi. Agnes era un di più il cui solo pensiero aveva destabilizzato Lucas. Era vero, ci aveva pensato, ma gli capitava spesso di pensare a lei anche prima di quella sfida. L'aveva pensata durante il book tour a Los Angeles ed era la prima a cui raccontava le eventuali novità della sua vita. Prima che ogni cosa degenerasse, Agnes era già dentro di lui, tra le pieghe dei pensieri felici. Aveva ragione: chiunque gli avrebbe potuto donare del sesso, persino una perfetta sconosciuta, ma nessuna sarebbe stato in grado di smuoverlo fino al punto da fargli desiderare di giocare fino allo stremo delle forze.
« Non ho avuto bisogno di toccarti per eccitarti, è vero, me ne sono accorto anche io. Dunque mi chiedo se non sia un'ossessione che viaggi di pari passo in entrambi. Vuoi di più anche tu, Agnes, e non ho bisogno di muoverti le dita dentro per sentirlo. »
Era un desiderio che avvertiva a pelle, lo aveva fatto da quando lei gli aveva aperto la porta. Resistere sarebbe stata la vera ossessione. Ostinarsi nell'orgoglio di non cedere sarebbe stato un errore. Così, sempre con le falangi in una lenta danza dentro di lei, Lucas ruppe ogni indugio e sfondò il muro che teneva distanti i loro visi, chinandosi quel tanto da permettere alle labbra di trovarsi, senza fretta, poiché voleva assaporare ogni istante di quel primo bacio nonostante la frenesia gli scuotesse i muscoli ad ogni gesto.
𝘼𝙂𝙉𝙀𝙎 ⌵ Credeva ciecamente nelle parole che aveva affermato poco prima, il bisogno di dare voce a quell’ossessione era troppo da riuscire a gestire e che senso avrebbe avuto resistergli? Cercò una boccata di ossigeno quando la distanza venne meno, ma era la di lui risposta a provocarle un fremito. Aveva fatto sesso Agnes, aveva avuto uomini con cui era aveva trascorso la notte in cerca di quel brivido che ormai andava ricercando in tutta la sua vita, ma non era nulla paragonato a ciò che stava sentendo in quel preciso istante. Desiderava un tocco, bramava un una carezza che forse era più profonda di quel momento. L’aveva sognato? Sì. Aveva pensato a lui in altre situazioni? Ancora sì. Eppure quando la veglia aveva preso il sopravvento a seguito di quel sogno, ella aveva manifestato il suo desiderio scendendo lei stessa nella sua intimità per trovare un ristoro che diversamente avrebbe potuto farla impazzire. E ora era davanti a lei.
« Voglio tutto... Dunque, che cosa vuoi fare? »
Chiese come se in quel quesito ci fosse tutto il loro legame, pronto ad essere stravolto ma al contempo essere migliore. Era il suo migliore amico, cercava lui quando desiderava dargli una buona notizia, cercava lui quando aveva bisogno di conforto, e ora cercava lui per dare pace a quel bisogno carnale. Soffiò appena, un gemito silenzioso quando lentamente la distanza venne annientata, quando le loro labbra si sfiorarono senza toccarsi, quando i loro respiri si fusero. Lentamente mosse la mano sul suo glande, continuò quella tortura ma solo in quel momento si concesse do avvinghiarsi a lui alzando una coscia e cingere cosi la sua vita.
« Prendi me, prendi tutto Lucas... Non si tratta più di avere paura. »
𝑳𝑼𝑪𝑨𝑺 ⌵ « Voglio darti 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐. »
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☆ · ɪɴsᴛᴀɢʀᴀᴍ ⋰ 📷 ☆ ↻ @ʀᴇʙᴇʟϙᴜᴇᴇɴ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
“ Taco friday... 😋 E farsi imboccare ha sicuramente il suo perché... 😏 ”
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☆ · ғᴀᴄᴇʙᴏᴏᴋ ⋰ 📷 ☆ ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
“ That good light... ☀️ ”
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☆ · ɪɴsᴛᴀɢʀᴀᴍ ⋰ 📷 ☆ ↻ @ʀᴇʙᴇʟϙᴜᴇᴇɴ 📍 ᴘᴀʀɪs﹐ ғʀᴀɴᴄᴇ. ❪ ❄️ ❫
“ Paris! 🌟 ”
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☆ — ♯ 𝐂𝐀𝐍𝐃𝐈𝐃 ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
Agnes Mia R. Löfven arriving at the Annual amfAR Gala Benefit For AIDS Research in New York, on February 5th, 2020.
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☆ — ♯ 𝐂𝐀𝐍𝐃𝐈𝐃 ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
Agnes Mia R. Löfven Out and About in SoHo, New York, on January 27th, 2020.
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☆ · ғᴀᴄᴇʙᴏᴏᴋ ⋰ 📷 ☆ ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
“ Almost New Years... ✨✨✨ ”
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☆ · ғᴀᴄᴇʙᴏᴏᴋ ⋰ 📷 ☆ ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
“ This outfit needed it’s own post... 🤍🌹🎄 ”
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☆ · ғᴀᴄᴇʙᴏᴏᴋ ⋰ 📷 ☆ ↻ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
“ Blue saturday... 💙 ”
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☆ — ♯ 𝐂𝐔𝐑𝐑𝐄𝐍𝐓 𝐌𝐎𝐎𝐃 ☆ ᴀɢɴᴇs ᴍɪᴀ ʀ. ʟᴏ̈ғᴠᴇɴ ☆ 📍 ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ. ❪ ❄️ ❫
❛❛ Il riso è un cibo bellissimo. E’ bello quando cresce, file precise di gambi verde brillante che si stagliano verso il sole estivo; è bello quando viene raccolto, covoni dorati in autunno, impilati in risaie simili a patchwork; è bello quando, trebbiato, si riversa nei silos come un mare di piccole perle; è bello quando è cucinato da una mano esperta, bianco splendente e dolcemente fragrante. ❜❜
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