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Alessandro Ragazzo - Non saremo felici mai
Il singolo del cantautore di Marghera è una ballad introspettiva che anticipa suoni e atmosfere del nuovo disco previsto per questo autunno
«Prendendo ispirazione dalla scena finale di “Fight Club” questa canzone racconta di un personaggio in balia del mondo, dei rumori e della città, che trova pace e conforto nell’amore di un’altra anima, dimenticando che la realtà fuori sta andando in frantumi.» Alessandro Ragazzo
“Non saremo felici mai” è il nuovo singolo di Alessandro Ragazzo, una ballata malinconica dalle atmosfere retrò che, dopo la pubblicazione di “Piove” a dicembre 2023, aggiunge un nuovo tassello al percorso verso il suo primo album di inediti previsto per il prossimo autunno.
La progressione armonica e la scrittura del brano ricordano lo storico cantautorato italiano degli anni ‘60/’70, mentre il sound vintage è influenzato dalle sonorità di Andy Shauf e Beatles e dalla musica progressive, che danno al pezzo un’atmosfera cinematografica.
“Non saremo felici mai” è stata scritta da Alessandro Ragazzo in collaborazione con Danilo Abiti per la parte musicale. Chitarre, basso e voce sono di Alessandro Ragazzo, mentre la batteria è di Francesco Inverno. La produzione è di Matteo Buzzanca che ha suonato anche pianoforte e synth. Mix e master sono di Mattia Panzarini.
Alessandro Ragazzo è un cantautore, chitarrista e musicista. Nasce e cresce a Marghera, periferia di Venezia. Ha pubblicato 3 Ep in inglese, tra cui uno registrato ai Flux Studios di New York (US). Negli anni con le sue canzoni è riuscito a condividere il palco con artisti come Giorgio Poi, Galeffi, Generic Animal, Matt Elliott, Hugo Race, L.A. Salami, Ainè, Alberto Ferrari, La Municipal. Ha frequentato il biennio di Officina Pasolini a Roma avendo la possibilità di stare a contatto con grandi personalità del cantautorato italiano. Il 29 Maggio 2020 è uscito il suo primo Ep in italiano, intitolato “Ricordi?”, per Rokovoko Records. Il videoclip del singolo “Domani” è stato scelto tra i migliori 45 video usciti del 2020 dal MEI e ha vinto il concorso “Artefici del nostro tempo” indetto dalla Biennale di Venezia. A novembre 2023 collabora alla scrittura del testo della canzone “Fiore Bianco”, sigla della serie Rai “Per Elisa - Il Caso Claps”. Sta attualmente lavorando al suo nuovo e primo disco di inediti insieme al produttore e autore Matteo Buzzanca. Il primo singolo di questo nuovo progetto è “Piove” uscito il 15 dicembre 2023. Il 23 febbraio uscirà “Non saremo felici mai”.
Etichetta: Cramps Records
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Moda: Dalla Vintage Chic al Lusso, Esplorando l'Arte di Vestirsi"
Introduzione La moda è molto più di abiti e accessori; è un'espressione di sé, un mezzo per comunicare la nostra personalità e il nostro stile di vita. Nel mondo multiforme della moda, ci sono infinite strade da percorrere, dalle radici vintage ai brand di lusso scintillanti. In questo articolo, esploreremo l'ecosistema della moda, dall'essere alla moda all'arte di sfidare le regole.
La Vintage Ricerca della Bellezza Molti di noi sono affascinati dalla nostalgia e dalla bellezza intramontabile del passato. L'abbigliamento vintage offre l'opportunità di immergersi in epoche passate, di sperimentare lo stile di decenni passati. Dal glamour degli anni '50 alle vibrazioni boho degli anni '70, la moda vintage è un viaggio attraverso la storia, con capi che raccontano storie uniche.
L'acquisto da negozi dell'usato è diventato un'alternativa sostenibile e alla moda. Raccogliere abiti vintage è come cacciare tesori, e ogni pezzo ha una storia da raccontare. Dal raro abito da cocktail agli intramontabili jeans Levi's, la moda vintage ci connette al passato, rivisitandolo con un tocco moderno.
Il Fascino dei Brand di Lusso Dall'altra parte dello spettro della moda, ci sono i brand di lusso. Da Louis Vuitton a Gucci, possedere un pezzo di alta moda è un simbolo di prestigio. Questi brand incarnano l'arte e la maestria dell'abbigliamento, con tessuti pregiati, design unici e dettagli impeccabili.
I capi di lusso sono investimenti, passati di generazione in generazione. Posseggono un'eleganza senza tempo e una qualità che resiste al passare del tempo. Indossare un abito di un brand di lusso è un'esperienza altolocata che eleva la nostra autostima.
Dall'Accessorio all'Arte: Orologi, Cappelli e Scarpe La moda non si ferma agli abiti; gli accessori giocano un ruolo fondamentale nella creazione di uno stile unico. Gli orologi non sono solo strumenti per misurare il tempo ma anche dichiarazioni di stile. Un orologio elegante aggiunge un tocco di classe, mentre un orologio sportivo riflette un'energia dinamica.
I cappelli sono un modo per sperimentare e completare il proprio look. Dai cappelli a tesa larga degli anni '70 ai berretti alla moda degli anni 2000, un cappello può trasformare l'intero aspetto. Sono una forma di espressione personale.
Le scarpe, oltre a essere pratiche, sono una passione per molti. Dalle sneakers di lusso alle classiche scarpe da ginnastica, le opzioni sono infinite. Una coppia di scarpe ben scelta può definire lo stile e conferire un senso di sicurezza.
La Moda Come Espressione Personale Essere alla moda non è solo una questione di seguire i trend; è una dichiarazione di chi siamo. La moda ci fa sentire sicuri e riflette la nostra personalità. Seguire i trend può essere divertente, ma abbracciare uno stile unico e personale è ancora più gratificante.
Per alcuni, la moda è una tela vuota in cui possono esprimere liberamente la loro creatività. Colori audaci, abbinamenti sorprendenti e sperimentazione sono la loro firma. Questi individui celebrano la moda come forma d'arte, non come una regola da seguire.
Vetrine dei Negozi e la Magia del Design Le vetrine dei negozi rappresentano una forma d'arte e uno strumento essenziale nel mondo della moda. Questi spazi espositivi sono progettati con cura per catturare l'attenzione dei passanti e invitare gli acquirenti ad entrare nel negozio. Le vetrine sono molto più di semplici finestre; sono opere d'arte effimere che raccontano storie, creano atmosfere e riflettono l'immagine del marchio. La progettazione delle vetrine richiede una profonda comprensione delle tendenze di design e di stile, oltre a un tocco creativo per presentare i capi in modo irresistibile. Questi spazi hanno un impatto significativo sulle vendite e contribuiscono a plasmare la percezione della moda nel pubblico. Le vetrine dei negozi continuano ad esercitare una magia unica che influisce sulla nostra esperienza di shopping e sulla nostra comprensione della moda.
Prezzi Accessibili e Troppo Alti: Una Bilancia Sottile L'industria della moda affronta la sfida complessa di bilanciare prezzi accessibili e prestigio del marchio. L'accessibilità è fondamentale per includere un vasto pubblico e consentire a tutti di partecipare alle tendenze della moda. Dall'altra parte, i marchi di lusso preservano il loro prestigio attraverso prezzi elevati dando vita a un senso di esclusività.
La sfida sta nel trovare un equilibrio tra questi due estremi, soprattutto considerando i costi di produzione sostenibile e l'attenzione crescente alla responsabilità sociale e ambientale. Alcuni marchi esplorano soluzioni intermedie, mentre altri cercano modi innovativi per soddisfare le esigenze mutevoli dei consumatori moderni. In un'industria in continua evoluzione, la questione dei prezzi resta centrale nel definire il successo e la percezione della moda.
Conclusione La moda è una tela in continua evoluzione, su cui ognuno di noi dipinge la propria storia. Dal richiamo del passato con l'abbigliamento vintage alla sofisticazione dei brand di lusso, dai dettagli degli accessori all'arte personale dell'abbigliamento, la moda ci permette di esprimerci in modi unici. Sia che tu segua i trend o li ignori completamente, la moda è la tua tela, il tuo modo di dire al mondo chi sei. E ricorda, alla fine, la moda dovrebbe sempre farti sentire sicuro, bello e autentico.
Michele
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Gli anni giovani
Eccoci qui a presentare il mio secondo romanzo. Un romanzo, perché questa è la forma letteraria con cui ho scelto di esprimermi. Forse oggi appare antiquata, ma è ancora ciò che da lettrice vorrei trovare.
Il romanzo può partire da una qualsiasi delle nostre vite: nasce nella nostra quotidianità, cammina nelle nostre strade e abita nelle nostre stanze, eppure da un momento all’altro o anzi da una pagina all’altra ci può portare con un colpo d’ala in un’altra dimensione. Quella che da un po’ più di 200 anni chiamiamo “romanzesca” e che ancora è capace di farci immaginare vite più emozionanti delle nostre.
Gli anni giovani: perché questo titolo? Ci dice che questa storia si ambienta nella giovinezza di protagonisti, in quell’età in cui avvenimenti e sentimenti sono vissuti senza sfumature, con picchi estremi verso l’alto e precipizi profondi verso il basso. É l’età che poi li livella e ci rende quasi impossibile credere che anche noi, nella nostra più equilibrata età matura, abbiamo conosciuto quello stesso ottovolante emotivo.
Questa è la storia di Maurizio, Elisa e Nelson.
Sono qui per presentarvi i tre protagonisti nelle loro radici, guardando a cosa li ha portati nel punto in cui li incontriamo sulla carta.
Il primo che ci viene incontro è Maurizio. Lui l’ho pensato come uno degli alunni di mia madre: mia madre dai primissimi anni 70 insegnava in una scuola media fra Marconi e la Magliana e mi rendo conto che la Roma di quel periodo, ormai, va raccontata come in un romanzo storico. Non è che siano cambiati semplicemente i locali o le auto parcheggiate, ma proprio tutta l’umanità che ci passava.
Maurizio è quindi uno di quei ragazzini che arrivavano il prima media già con una o due bocciature alle spalle, perché era normale che succedesse allora, e che durante gli anni delle medie avrebbero imparato poco o nulla. Non per svogliatezza, o mancanza di intelligenza, ma perché la loro vita fuori di scuola era troppo predominante rispetto alle poche ore in classe. Erano ragazzini che arrivavano dai palazzoni intorno a via Pian due Torri della Magliana, già era tanto che avessero un genitore disponibile e non una qualche nonna, i professori si dicevano con normalità che la madre “riceveva in casa” o che loro stessi imboccavano la strada, e all’epoca non c’erano servizi sociali a seguire i casi difficili, pur ammettendo che oggi invece riescano a farlo. A volte venivano liberati da scuola, a sedici anni, nemmeno con un diploma ma con un generico attestato di assolvimento dell’obbligo scolastico che certificava il loro fallimento all’inserimento nella società.
Maurizio è un bravo ragazzo di periferia che non ha, semplicemente, esempi. Il disagio che prova lo spinge a cercare di fare qualcosa di meglio ma questa non è una storia di riscatto sociale: il meglio in certi casi è molto opinabile. Quel che gli accade è di andare come apprendista in un’autofficina e lì essere notato dal padrone che ne fa il suo braccio destro: quello che gli riscuote i crediti, che gli guarda le spalle, che esegue gli ordini.
Quest’uomo, Claudio Parenti, è il personaggio di un sottobosco romano che nella mia infanzia era molto florido e che è esistito parallelamente ai più celebri fatti della Banda della Magliana, senza mai intersecarne le strade.
Nel centro di Roma, fra Campo de’ Fiori e piazza Navona, nel 1970 non c’era questa bella movida di locali da aperitivo, boutique alternative di prezzo, enoteche di lusso e pizzerie da turisti ricchi. Era una zona di cravattari nascosti dentro piccoli negozi di elettrodomestici, negozi di mobili usati, di abiti usati: scordiamo il glamour che oggi li chiama vintage, era roba vecchia per gente che non poteva comprarsi un abito nuovo, perché in quegli anni il fast fashion era un concetto più lontano della Luna e anche la Standa o la Upim non erano abbordabili da tutti. Ecco, Claudio Parenti nasce come uno di quegli strozzini che hanno anche il banco a Porta Portese e ci riciclano piccola arte rubata, cocci trovati nei campi e candelabri rubati in qualche chiesa, e poi piano piano mettono su una piccola ditta, furgoncini, piccole costruzioni. Così dal buco oscuro di via dei Cappellari, dove si viveva al buio con i bacarozzi e i panni stesi che non si asciugano mai, passano al villone di Vitinia o Casalpalocco.
Alla sua ombra Maurizio conosce un benessere a cui non era destinato, vuole di più ma lo vuole nel modo gregario che è nella sua natura, senza uscire dall’ombra di Parenti: ecco la moto e il taglio di capelli da Bee Gees, ecco la bella casa in una zona lontana dalla Magliana, ecco che si innamora della ragazza che vive nell’appartamento accanto perché parla bene, studia, è gentile con lui.
Questa ragazza è Elisa, la nostra seconda protagonista. Ha 21 anni quando la conosciamo e lei stessa non sa con certezza né chi è né dove vuole andare: ma sa di non voler stare dove è, in una famiglia con cui ha enormi conflitti, e che la fretta di andarsene la potrebbe bruciare. Affina quindi una prudenza riflessiva che la porta a valutare le opzioni e a piegare a proprio favore l’innamoramento di Maurizio. Solo quando sarà fuori casa, quando si conquisterà la libertà, di Elisa scopriremo la ricchezza di carattere, la profondità di sentimento. Ho scelto di lasciarla emergere lentamente nella storia, Elisa la attraversa come un fiume che si ingrossa arricchendosi dei propri affluenti.
Ed è qui che arriva il terzo protagonista. Nelson è un brasiliano figlio della diaspora del 1968. Nel 1964/65 il Brasile abbiamo il primo colpo di stato del Sud America (Cile e Argentina verranno qualche anno dopo) che instaura una dittatura militare e negli anni successivi, per sottrarsi alla censura e alla prigione che colpiva il dissenso, molti giovani brasiliani lasciano il loro Paese; fra loro, ho immaginato, anche Nelson.
L’ho concepito con la fantasia come l’anima nera di Chico Buarque. Chico Buarque, per chi non lo sa, è uno dei maggiori cantautori, artisti, scrittori brasiliani, figlio di una famiglia dell’alta borghesia intellettuale: negli anni 60 era un giovane artista in crescita e nel 1968 decide di partire e venire a vivere a Roma per il malessere che gli suscita la dittatura.
Come lui, ho immaginato, parte anche Nelson: va a fare l’università in Inghilterra, sceglie di occuparsi di arte, e qui la sua strada si perderà.
Siamo negli anni 70, nei primi anni 70. In quegli anni è in atto un vero e proprio saccheggio ai danni dell’Italia che dà origine a un traffico di arte trafugata ed è a questi fatti che ho scelto di ispirarmi per le scelte che farà Nelson.
L’Italia viene scavata con la foga che avevano avuto i conquistadores nel demolire l’Impero Azteco, e questa spoliazione coinvolge personaggi a tutti i livelli: dai contadini che scavano alla ricerca di tombe da depredare fino ai massimi mercanti d’arte che rivenderanno ai maggiori musei le opere sottratte. Nelson si inserisce in questa catena, è un esperto d’arte senza scrupoli, giovane e animato dalla curiosità e dalla voglia di mettersi alla prova, è quello che accompagna negli scavi i tombaroli e poi sa arrivare alle case d’asta internazionali.
Attenzione perché, se Nelson è un personaggio di fantasia, queste sono vicende tutte assolutamente vere e accertate. Parliamo di un mondo diverso sotto mille aspetti dal nostro, dove nulla era tracciabile e tutto diventava possibile nelle enormi zone d’ombra che restavano. La storia del traffico d’arte è affascinante, da fuori, e così sembra essere anche l’uomo che se ne occupa, perché Nelson è un uomo che ha studiato, ha viaggiato, si è sporcato, e quando incontra Elisa, dopo quindici anni di tutto ciò, sta iniziando a pensare di voler cambiare vita. Non può vedersi in un’esistenza interamente di sotterfugi e in cui debba avere a che fare con personaggi spesso peggiori di lui. In Brasile la dittatura si sta chiudendo, si tengono le prime elezioni democratiche, così quando conosce questa ragazza che gli riporta alla memoria i suoi vent’anni, pensa che sia possibile capovolgere tutto, ricominciare.
È possibile farlo?
Questo è quello che racconterà il romanzo. Qui siamo solo raccolti a conoscere l’ambiente in cui Maurizio Elisa e Nelson si muovono: quella Roma di metà anni ’80 che era solo apparentemente benestante, adagiata sull’arroganza del potere politico e sui fiumi di denari che spostava.
I soldi giravano, sì, era facile farli comparire e scomparire, creare fortune di cui nessuno avrebbe chiesto conto.
Per Claudio Parenti mi sono ispirata profondamente a un personaggio realmente esistito, che si chiamava (si chiama) Giacomo Medici.
Lui era, all’inizio, un robivecchi col banco a Porta Portese, che si rese conto che gli stranieri che giravano per Roma erano disposti a pagare anche molto per qualche coccio: essendo intraprendente iniziò a organizzare gli scavi e finì ben presto a far sparire migliaia di opere d’arte di assoluta rilevanza mondiale, divenendo ricchissimo, rispettato e famoso. Perché questi personaggi non si sono mai incrociati con la malavita più celebre di Roma, quella della Magliana? Perché hanno scelto di non toccare la droga e il suo traffico, volando a un’altezza maggiore, e operando indisturbati per decenni. Giacomo Medici finisce per avere mezza Italia, da Roma in su, come suo feudo negli anni 80: l’altra metà, dal basso Lazio in giù, appartiene a Gianfranco Becchina, uomo di Messina Denaro, il latitante di mafia più ricercato per decenni.
In Italia il traffico d’arte è vietato ma non negli altri Paesi: ci sono musei con poca storia alle spalle che hanno ambizioni di crescita, uno fra tanti il Paul Getty, con un patrimonio mostruoso destinato al proprio accrescimento e nessuna remora a procacciarsi le opere. Si cercano opere greco-romane perché idealmente i musei americani vogliono riallacciarsi a quelle civiltà quindi sono l’Italia e la Grecia che subiranno i danni maggiori.
Migliaia di opere lasciano il Lazio, la Campania, la Puglia, spesso nascoste dentro cassette della frutta, su piccoli furgoncini (ecco perché le attività dei trafficanti di zona erano spesso variegate), affidate a una manovalanza di fiducia. Se ne vanno in Svizzera, nel Porto Franco di Ginevra, dove verranno immagazzinate senza pagare tasse e al riparo da ogni indagine in enormi laboratori che si occupano di catalogarle, restaurarle, dare loro una provenienza lecita e plausibile. Come avviene?
Bastava consegnare un’opera a un proprio prestanome, che la affidava in vendita a una casa d’aste dichiarando di esserne stato in possesso da generazioni, La casa d’aste la metteva in vendita e a questo punto il mercante d’arte come Medici, che ne era il vero proprietario, poteva acquistarla alla luce del sole e rivenderla a propria volta ai curatori dei musei. Ovviamente in questa catena tutti erano a conoscenza della parte sotterranea che veniva taciuta, e che a metà anni 90, quando si inizieranno a scoprire questi traffici, all’apice dello scandalo, porterà addirittura alla chiusura della sezione antichità di Christies, tremendamente coinvolta.
Ecco, questo è il palcoscenico su cui si muovono i miei personaggi nella prima metà del romanzo. E se alcuni dei personaggi con cui si relazionavano erano a volte dei rozzi scavatori, spesso altri interlocutori erano uomini colti e raffinati con le migliori conoscenze.
A Parigi operava dagli anni 50 Robert Heckt, un mercante americano di famiglia altoborghese e di immensa cultura, laureato in archeologia e in filologia classica: di quest’uomo abbiamo addirittura il memoriale, sequestrato in un’operazione di polizia a fine anni 90, dove racconta nei dettagli scambi, cifre, incontri. É’ l’uomo che nel 1973 rivende al Metropolitan il Cratere di Eufronio, rubato vicino Cerveteri, per 1 milione di dollari dell’epoca, e si fotografa con orgoglio davanti alla teca del museo alla sua presentazione insieme a Medici.
Fra Londra, la Grecia e Los Angeles operava invece Robin Symes, che fornirà a musei come il Getty e il Metropolitan opere di pregio assoluto, il cui recupero ai Paesi originari è costato tante energie fra investigatori, magistratura e diplomazia, per anni.
In questo mondo inizialmente anche Elisa si trova coinvolta. Poi ne uscirà, perché il mondo si evolve e i traffici della malavita anche, e sono gli anni in cui di lei conosceremo la sua profonda malinconia, che è quella che guida la visione stessa del romanzo.
Ogni romanzo deve avere la propria lingua, e anche se mi sono posta come narratore esterno, ho scelto di adottare il punto di vista sul mondo di Elisa. Il suo occhio è interessato e minuzioso nel guardare al mondo, coglie il dettaglio poetico in tutto ciò che la circonda, e la sua visione di Roma è una dichiarazione d’amore costante alla città. Allo stesso tempo, Roma proprio per la sua bellezza immensa si trasforma nella prigione dei protagonisti, incapaci di lasciarla. Se però è la sua visione a dare unità alla narrazione, ho cercato di costruire due voci a sé, quelle di Maurizio e di Nelson, che li lasciassero emergere come sono: la semplicità di Maurizio, poco capace di approfondimento ma sempre estremamente sincero nella sua relazione con l’amica, e la immensa capacità affabulatrice di Nelson, che copre ma non cancella le sue zone d’ombra, il suo non essere la persona che vorrebbe.
Ho scritto una storia d’amore, ed è stato scrivendone che mi sono resa conto della mia riflessione sull’amore di questi anni giovani. Ho compreso che danno possa essere incontrare un amore compiuto troppo presto nella vita; quello che ci forma sono proprio le cicatrici di quegli amori che viviamo e che ci deludono. Sono quelle cicatrici che negli anni ci insegnano la vera natura dell’amore e l’importanza di uno scambio alla pari: lo scambio che però non può esserci fra Elisa e Nelson quando si incontrano, perché la disparità di esperienze è troppo ampia.
So però che gli amori sono probabilmente tanti quante le persone che le vivono, per cui questa resterà solo una mia riflessione. Trovo sia saggio non avere mai certezze incrollabili.
Spero però che questa storia, nata da una Roma già lontana, sia per ogni lettore che ci si accosterà il colpo d’ala che porta fuori dalla quotidianità.
Fiammetta Chertizza
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Vicenza: 8° Concorso di eleganza, "C'era una volta. Auto e moda d'altri tempi".
Vicenza: 8° Concorso di eleganza, "C'era una volta. Auto e moda d'altri tempi". Ritorna con molte novità l’evento motoristico “C’era una volta auto e moda di altri tempi” dopo la sospensione degli ultimi tre anni per la pandemia. L'iniziativa, dedicata alle auto d’epoca di pregio che sfileranno lungo le vie cittadine e percorreranno i siti palladiani della provincia con a bordo modelle vestite con abiti del periodo storico delle vetture, è organizzata dall'associazione Astego motori d'epoca con il patrocinio del Comune di Vicenza. Per presentare l'evento c'erano oggi nel cortile dei Palazzo Trissino il sindaco Giacomo Possamai e gli organizzatori Leonardo e Valter Greggio di Astego motori d'epoca. Era presente anche Antonio Santagiuliana con la sua Lotus seven anni 70, accompagnato da una modella. Sabato 10 giugno alle 10.30 il ritrovo dei partecipanti è previsto in Esedra in viale Roma. Le auto proseguiranno poi verso Longare per la visita all'autosalone vintage Passione classica. Il tour proseguirà in direzione Noventa Vicentina per la visita all'auto/moto officina Ruote Celeri. Il rientro in piazza dei Signori delle 25 auto partecipanti al concorso è previsto per le 17 circa per dare inizio alla sfilata accompagnata dalle modelle con abiti di Nouvelle Atelier di Sandrigo. L'evento si concluderà alle 21 con le premiazioni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Abiti vintage
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Il tempo è bello, il sole splende, i fiori sono in fiore, e sei pronto a mettere le finestre e la manovella di brani a 11. E di essere la stagione della rinascita e rinnovamento, a volte avete bisogno di gettare nuova musica nella vostra libreria per mantenere le cose fresche. Questo non significa che devi cacciare le ultime uscite o Top 40 hits (infatti, il musicista, mi implora di non) – ma scavando in alcuni album che si potrebbe non avere familiarità con e dare loro un colpo è un ottimo modo per scuotere le cose e trovare una nuova stagione colonna sonora. Quindi sono venuta a voi con il mio (abbastanza parziale) elenco di cinque grandi record per la città di beardsman la pena di verificare e giocando forte in primavera playlist di quest'anno.
1. Great Western Valkyrie da Rival Sons
RivalSons.com
Il chitarrista Scott Holiday è noto per il suo crazy-cool manubrio baffi, il bassista Dave Beste è di solito sfoggia una barba, e il cantante Jay Buchanan ha preso a lasciare il suo uomo mane a crescere. È questa tempesta perfetta di peli sul viso il motivo dietro uno dei più kickass rock and roll nella memoria recente? Noi non lo esclude.
Il Long Beach, in California, il quartetto è stato record per gli ultimi sette anni, e a mio parere questo è il loro più forte ancora. Con evidenti radici nei classici del rock e del blues, e tirando ispirazione da atti come Led Zeppelin, Free, le Porte, e una sfilza di abiti da l'Età dell'Oro del rock and roll, Rival Sons sono pieno zeppo di riff pesanti, bellissima voce, e dritto in avanti del rock che sono garantiti per ottenere il vostro dito del piede toccando e la testa bobbing. Buchanan potenza voce e di Vacanza fuzz-inzuppato di lavoro di chitarra ricordano l'uno-due-punch di Connessione del cantante Paul Rodgers e il chitarrista Paul Kossoff nonché dei Led Zeppelin Robert Plant e Jimmy Page, leader di un gioco non si può smettere di ascoltare. Questi tizi assolutamente soffiano le porte fuori la maggior parte della corrente di rock band.
Personale Faves: “Electric Man”, “Segreto”, “Aprire gli Occhi”, “Dove sono Stato”
2. Continuano a Tornare da Marc BroussardMarcBroussard.com
Un tizio che ho ascoltato per oltre un decennio, Marc Broussard non può sbagliare nei miei occhi. Con una barba maestoso come vengono, e una roca e voce soul che promette di scaldare il centro come un bicchiere di whisky, il nativo della Louisiana è in continuo movimento senza sforzo tra soul, rock, blues, folk e musica, spesso di fonderle tutte insieme per creare quello che in molti hanno soprannominato – bayou anima. Continuano a Tornare è la sua incursione nel vintage '60 e' 70 in stile soul music, completare con un killer sezione di fiati e una fessurazione della sezione ritmica che si trova stretto in tasca. Ma per tutto il vasto e ampio modalità e strumentazione, Broussard non perde mai di vista ciò che viene in prima linea della sua musica, la sua stellare voce e songwriting.
Personale Faves: “Hard Knocks”, “Keep Coming Back”, “l'Uomo Per la Vita”, “il Potere Del Popolo”
3. White Lies for Dark Times " di Ben Harper and Relentless7
BenHarper.com
Ben Harper ha cambiato il suo stile personale quante volte ha cambiato musicisti in diverse band nel corso degli anni. Iniziando la sua carriera con una band di supporto chiamato “Innocente Criminali”, Harper ha rotto sulla scena musicale dei primi anni ' 90 con il suo disco di esordio di Benvenuto per il Mondo Crudele e da allora ha lavorato con una rotazione della lineup stellare di musicisti, ma nel 2009 è riemersa con la neonata Relentless7 e rilasciato – a mio parere – uno dei migliori album della sua discografia. I fan di lunga data di Harper sa che è un versatile e di talento, far scorrere il chitarrista con la passione per dilettarsi in vari stili, dal funk e blues al folk e alla musica acustica. White Lies for Dark Times vede Harper e la banda di alzare gli amplificatori e lasciate tutto appendere fuori per un record che è parti uguali ass-calci blues-rock (“Numero Senza Nome”, “Tenere Insieme (in Modo da poter Cadere a pezzi”) e cupo, lento-bruciatori (“La Parola Suicidio”, “Volare Una sola Volta”).
Personale Faves: “Numero Senza Nome”, “La Parola Suicidio”, “Shimmer and Shine”, “Tenere Insieme (in Modo da poter Cadere a pezzi)”
4. Maggiore/Minore di tre Volte
Thrice.net
Tre volte l'evoluzione e la crescita negli anni, potrebbe essere uno dei più sorprendenti e creativo impressionante, cose che non ho mai visto come un musicista. Per ascoltare in ordine cronologico dai loro primi album hardcore come L'Illusione della Sicurezza e Dell'Artista in Ambulanza per le loro opere successive, come L'Alchimia Indice e Mendicanti, è ascoltare una band letteralmente maturare, crescere, e migliorare continuamente e di produrre incredibilmente diversificata di lavoro davanti ai vostri occhi (o le orecchie). Non si può andare male con qualsiasi tre Volte il record, ma di Maggiore/Minore era la loro ultima release prima della loro pausa nel 2012 (che si è conclusa ufficialmente nel 2015, quando riemerse per alcuni spettacoli, e ora sono in procinto di rilasciare un nuovo record di quest'anno) ed era l'epitome di uscire con un botto. Cantante/chitarrista Dustin Kensrue è un colosso paroliere e cantautore con un potente set di tubi per l'avvio. La complessità della canzone accordi e ricco di sfumature strumentazione elevare Tre canzoni al di sopra di loro contemporanei, e Maggiori/Minori è un solido che offre dall'inizio alla fine.
Personale Faves: “Ventre Giallo”, “Calpestare l'Carta”, “Parole in Acqua”, “Antologia”
Bonus: Portare Il Fuoco da Dustin Kensrue
DustinKensrue.com
Sarei negligente se non ho detto tre Volte frontman Dustin Kensrue solo record. La prima volta fu nel 2006, si Prega di Venire a Casa ed è uno dei miei album preferiti di tutti i tempi – più acustica e folk-driven, è spogliato di offerta da parte di un ragazzo, di solito, cinghie muro di scuotere le note davanti a un pezzo di quattro hardcore rock. Il suo secondo sforzo di Portare Il Fuoco è interessante, che colpisce un buon equilibrio tra i suoni più pesanti di tre Volte e il più scarno il cantante/compositore di suoni, si Prega di Venire a Casa.
Personale Faves: “Back to Back”, “Corvi e corona”, “Forca”, “Death or Glory”
5. Fuoco e Acqua Gratis
FreeTheBand.co.regno unito
Essere un cantante, Paul Rodgers è uno dei miei eroi. Essendo un chitarrista, Paul Kossoff è uno dei miei idoli. Fortunato di me, erano nella stessa band. Uno dei la più grande del regno UNITO, le esportazioni, al momento, è esploso sulla scena nel 1970 con l'uscita del loro terzo disco in studio il Fuoco e l'Acqua, con i membri della band appena uscita dall'adolescenza, quando il singolo “All Right Now”, tiro su le classifiche internazionali. Il vero gioiello di questo record è il raw livello tecnico ed emotivo, cantare, giocare di Rodgers e Kossoff, rispettivamente. La sezione ritmica – composto di Simon Kirke, batteria e Andy Fraser bass – sono bloccati e imbottitura in fondo la musica, lasciando spazio per Rodgers’ soulful e muscoloso voce e Kossoff mostro di curve e vibrato per tagliare e trasportare le canzoni. Un record che ha influenzato artisti da Joe Bonamassa a Jason Isbell, Libero il Fuoco e l'Acqua è un classico album.
Personale Faves: “Fuoco e Acqua”, “Mr. Big”, “All Right Now”, “Carico Pesante”
Vuoi vedere più album raccomandazioni? Un album devo controllare per la prossima puntata? Fammi sapere su Twitter – @zachcaruso
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Parade with vintage 50s wedding dresses. Models: daughters and granddaughters Sfilata con gli abiti da sposa vintage anni 50-70 ❤️❤️🎉 Sfilata 2015 borgo medievale San Polo di Tarano Rieti. #ricordibellissimi #emozione #abitidasposa #anni50 #anni70 #anni50style #anni70style #spose #bisnonne #nonne #modelle #figliedellespose #nipotine # (presso San polo Tarano Rieti) https://www.instagram.com/p/CCnSPIUqxQb/?igshid=c6vv67xcrs08
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VICTORIA BECKHAM PRIMAVERA 2020 PRONTA ALL'USURA Vedi Pinterest @fashionguru327 ULTIMI SPETTACOLI * STAGIONE * DESIGNER PRIMAVERA PER L'USURA 2020 Victoria Beckham LONDRA, 15 SETTEMBRE 2019 di SARAH MOWER Parte 1 A pensarci bene, il panorama della moda è popolato da stiliste britanniche e imprenditrici di moda che si autoavviano, e Victoria Beckham si è laureata in quella sorellastra dispersa dieci anni fa. Buon anniversario, VB! Solo oggi la gente si è affrettata a fare il suo show nel mezzo di un circuito di Londra che comprendeva Simone Rocha, Margaret Howell, Emilia Wickstead e Phoebe English. Il loro comune denominatore? Essere certi e diretti, ognuno a modo suo. La via di Victoria Beckham? Avvolgendo le donne nell'empatia, ottenendo soluzioni easy-chic e l'affascinante campo di forza della sua autoironia. ❤ Per la primavera, le opzioni di Beckham sono state fondamentalmente ridotte alla sartoria ordinata con un leggero sapore anni '70 e abiti fluidi e senza vita in seta alla caviglia. "C'è molta attenzione sugli abiti", ha detto Beckham in anteprima nel suo quartier generale di West London. "Mi piacciono le balze che ballano mentre ti muovi. C'è molto volume. Gli schemi sono molto più complicati, ma si sentono molto leggeri e lusinghieri: in essi ti senti molto poco. " © 2020 Condé Nast. *Italian et Americaine Haute Couture et Coiffure is a GIANewYork / Global Influencer Agency New York affiliate. @fashionguru327 @ItalianetAmeri1 @t.o.mblack @GIANewYork @olney_fashions_ @Pinterestbusiness @globalinfluenceragency fashionguru327.com Pinterest.com vogue.com vogue.co.uk behance.net globalinfluenceragency.com #Italianetamericainehautecoutureetcoiffure #fashionguru327 #entrepreneur #linkedin #smallbusiness #contentmarketing #vogue #condénast #vintagephotography #tumblr #instagram #socialmediamarketing #blog #OlneyFashions #globalinfluenceragency #nostalgia #vintage #fashionphotography #Behancé #RalphLauren #blackweddingdress #RalphLaurenpurplelabel #davidtlale #loulousbar #victoriabeckham #capequarter #WillyChavarría #trending #TrendWatch #TOMblack https://www.instagram.com/fashionguru327/ (at Fish Hoek, Western Cape, South Africa) https://www.instagram.com/p/B78AEv4HgNC/?igshid=13mi674bjzyvp
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Top 10: Maglione natalizio [anno]
Il maglione natalizio sta tornando di gran moda; ma con una concezione totalmente diversa da quello degli anni 80. Oggi, il maglione natalizio è bello, ironico, non viene considerato pacchiano e viene indossato durante i giorni di natale, per andare ad una festa, in ufficio o semplicemente per stare in casa con la famiglia. Ironicamente vengono chiamati i brutti maglioni di Natale ma aggiungono unicità alla festa e la rendono divertente. Questi maglioni sono disponibili in una vasta gamma di taglie e colori come verde, bianco e rosso. Puoi indossare un maglione con immagini tradizionali come alberi di Natale, Babbo Natale o opzioni moderne come treni e gattini choo-choo. I brutti maglioni natalizi possono elevare l'umore festivo per i tuoi bambini. In realtà, questi maglioni non sono considerati strane creazioni realizzate dalle nonne, ma ora sono un meme culturale. Se non sei sicuro di quale maglione si adatta meglio alla tua personalità, dai un'occhiata alla nostra Top 10 qui sotto che ti aiuterà a mettere il maglione natalizio più appropriato a te. 1
Aibrou Vestito Maglia Natale Donna
Maglione di Natale con fiocchi di neve, maniche lunghe, girocollo, tessuto confortevole, , super carino, morbido, lusinghiero. 9.7 €28,99 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 2
NEWISTAR Simpatico maglione natalizio unisex
Simpatico maglione natalizio unisex 9.4 €28,99 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 3
Maglione Renna
Maglione natalizio da uomo 9 €20,99 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 4
ELSA & ANNA® maglione di Natale Unisex
Allegro maglione di natale. 8.9 €23,99 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 5
Mymixtrendz. Maglione natalizio con applicazioni
100% Acrylic 8.7 €26,99 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 6
iClosam Maglia da Donna Maglione Brutto Natale con Stampa a Maniche Lunghe Alce
Un maglione morbido e caldo 8.6 €27,86 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 7
Akalnny Maglioni Natalizi per tutta la Famiglia
Maglioni Natalizi per tutta la Famiglia 8.5 €28,99 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 8
Jiayiqi, maglione natalizio vintage, stile vintage anni ’70 unisex
Jiayiqi, maglione natalizio vintage, stile vintage anni '70 unisex 8.3 €24,99 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 9
Aibrou Maglione Natalizio Donna Lungo
Maglia natalizia 70% cotone e 30% acrilico, calda e comoda da indossare. 8 €28,75 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA 10
shineflow Maglione di Natale lungo con renne
Maglione di Natale lungo con renne 7.8 €28,99 Acquista prodotto RECENSIONE COMPLETA La storia del maglione natalizio I brutti natalizi fecero la loro comparsa negli anni '50 con la massiccia commercializzazione del Natale. Inizialmente erano conosciuti come "Jingle Bell Maglioni" e presentavano discrete decorazioni a tema natalizio. I maglioni natalizi inizialmente non sono stati pensati per essere ironici, erano in realtà piuttosto artistici e gioiosi. La tendenza ebbe una modesta presenza nei media fino agli anni '80, quando i maglioni natalizi divennero popolari grazie alla TV. Il personaggio che ha reso popolari maglioni strani con strani motivi era Cliff Huxtable di The Cosby Show. Così divenne consuetudine per i conduttori televisivi indossare questi strani maglioni, nelle loro trasmissioni, durante le festività natalizie. Negli anni 2000, a Vancouver, Chris Boyd e Jordan Birch hanno lanciato il primo Christmas Sweater Party. L'idea si diffuse presto in tutto il Canada e negli Stati Uniti, e più tardi in tutto il mondo. Le feste si trasformarono in eventi di massa, spesso a sostegno di cause di beneficenza. Nel primo decennio del XXI secolo, vari stilisti hanno presentato collezioni di maglioni natalizi ironici e "brutti". Ben presto, i negozi al dettaglio hanno ripreso il trend e oggi è possibile acquistarli ovunque. Internet ha contribuito a promuovere questa moda fino a quando non è diventata globale! Altre idee per un Natale perfettoTop 10: I migliori biglietti di buon nataleTop 10: Il miglior albero di natale modernoTop 10: Come vestirsi a Natale 2019Top 10: I migliori alberi di natale 2019Top 10: Le migliori cassette postali per la letterina a babbo nataleTop 10: I migliori addobbi di natale 2019 bianchi e rossiTop 10: I migliori calendari dell’avventoTop 10: I migliori regali di Natale per leiTop10: I migliori regali per lui di nataleTop 10: I migliori regali di natale, i giochi preferiti dai bambiniTop 10: I migliori accessori per la tavola di natale 2019Top 10: I migliori abiti e accessori donna per nataleTop 10: Le migliori idee regalo per bambine Speciale Natale giocattoli 2019Top 10: I migliori addobbi di natale per un albero raffinato ed eleganteTop 10: I migliori addobbi natalizi per l’albero stile tirolese GUARDA TUTTE LE NOSTRE TOP 10 Read the full article
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GIOVEDÌ 8 dal sapore retrò.....sfilata di alcune fra le PIU IMPORTANTI attività del territorio e la nostra SUPER SFILATA VINTAGE CON MUSICHE COREOGRAFIE ED I NOSTRI ABITI ANNI 60/70/80/90....energia e divertimento.....non sarà IL SOLITO EVENTO!!!! ...vi aspettiamo in piazza a VADA CON LE PIÙ BELLE AUTO D’EPOCA special thanks NINI FOOD🌹 (presso Vada (Li) Toscana) https://www.instagram.com/p/B05RCgYIush/?igshid=1u8j1vamrfxkm
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Edicola Elbana Show del 22 Luglio 2019
Il 24 luglio non prendete impegni perché Capoliveri si veste con gli abiti degli anni 70 .
Una bella festa vintage dove i nostri amici capoliveresi ripercorrono quelli che sono stati gli anni forse più belli in assoluto sia dal pinto di vista musicale che dal punto di vista estetica.
Gli anni 70 il cambiamento, le mode i cocktail, la musica le auto, le vespe e tutto quello che è stato anni 70 lo troveremo a Capoliveri il 24 luglio 2019.
Donne mi raccomando attenzione perché per essere veramente anni 70 la parte intima va lasciata allo stato brado.
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Abiti da sposa d'epoca & vintage ▪collezione▪Abito autentico anni 70 con pizzo smerlato e coroncina - tg. 40/42 Info: [email protected] Www.Kartika980.wordpress.com #lacameliacollezioni #lacameliavigevano #lacameliacollezionivigevano #igers #mood #outfit #wedding #bride #sposa #sposadelpassato #sposaanni70 #70style #70sfashion #70wedding #pizzo #perlasposa #collezione #hippie #bohostyle #bohochic #fashionbloggers #noleggio #kartika980 #alessandrarestelli #studio5bologna (presso La Camelia Collezioni) https://www.instagram.com/p/BxefAgRCScG/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=ayha8wunbuyy
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Vestiaire CollectiveXByronesque
In un mondo come quello della moda dove oggi la parola d’ordine è sostenibilità, acquistare capi vintage diventa l’unica possibile risposta eco-friendly ad un consumismo bulimico e ad un fast fashion che non smette di seguire e a volte di dettare sempre nuove tendenze.
Tutto inizia tantissimi anni fa, quando una diciasettette francese con la passione per il cinema d’autore arriva a New York e scova al mercato delle pulci uno splendido abito a fiori degli anni 70.
Lei è Marie Blanchet, oggi Head of Vintage di Vestiaire Collective.
“È stato il mio primo capo vintage e ogni tanto lo indosso ancora” dice Blanchet oggi dietro la sua scrivania nell’HQ di Vestiaire Collective nella prima periferia di Parigi con indosso una delle t-shirt di World of Vintage T-shirts, meta segreta di rockstar e cebes a Los Angeles, “Penso che la passione per la moda sia nata guardando i vecchi film di John Cassaventes, naturale dunque che fin da bambina ho avuto un debole per gli abiti di epoche passate”.
L’amore per il grande schermo e le sue protagoniste portano qualche anno dopo Marie, appena insediata come esperta di vintage da VC ad incontrare Chloè Sevigny, musa di un precedente progetto speciale per la e-boutique francese, e Gill Linton fondatrice di Byronesque.
“Diciamo che è stato amore a prima vista”, racconta Blanchet, “con Byronesque condividiamo la passione per la moda degli anni ’90 e per i designer di rottura come Helmut Lang, Martin Margiela e Rei Kawakubo, stilisti che hanno creato una moda autentica e alternativa, molto attuale ancora oggi”.
Byronesque infatti ha selezionato piu di 200 pezzi che saranno acquistabili dal 17 aprile su Vestiaire Collective. La selezione spazia da pezzi rarissimi del periodo punk, come un maglione indossato da Johnny Rotten e creato da una giovanissima Vivienne Westwood per Sex and Seditionaires, a pezzi iconici del minimalismo giapponese di Comme des Garçons e Yohji Yamamoto fino alla borsa punk chic di Gianni Versace e ai primi capi di Balenciaga firmati Ghesquière.
“Penso che il successo sempre più crescente di Vestiaire Collective sia dovuto alla necessità di liberarsi, di vendere alcuni capi per fare spazio negli armadi e acquistare qualcosa di unico e di raro”, dice Blanchet, “ I capi e gli accessori che andranno in vendita il 17 Aprile sono attualissimi anche oggi: le tabi o i boots a calza di Martin Margiela ad esempio”.
In effetti questi pezzi iconici che arrivano direttamente dagli archivi di Maison Margela, ci fanno pensare subito a quelli in spandex di un altro brand oggi super adorato dai Millennials. Ogni riferimento a Demna Gvasalia, Vetements e Balenciaga non è puramente casuale.
Ma non crediate che tutto ciò che è vecchio sia vintage. “La selezione da Vestiaire Collective è spietata” dice Blanchet. E se le chiedete cosa entrerà nella wish list del market place francese tra qualche stagione non ha dubbi: “Gli stivali di cristalli di Saint Laurent e le borse di Gucci ma solo quelle create durante la guccification” (per intenderci solo quelle con y finale)
Il messaggio insomma è chiaro: Acquistare meno e di migliore qualità. Opinione del resto condivisa anche da Vivienne Westwood prima e unica vera punk rimasta almeno nel mondo della moda (Rei se ci stai leggendo non te la prendere). E chissà se sarà proprio la Westwood in persona ad accaparrarsi uno di questi capi introvabili o un giovane talento creativo, che probabilmente lo reinterpreterà a modo proprio spacciandolo un giorno per farina del suo sacco quello che non lo è…Certo bisogna riconoscre che anche l’appropriazione è una forma di ribellione. Siamo tutti d’accordo. O no?
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Come mi vesto? La moda autunno inverno 2019 – 20
La grande moda è ripartita dalla New York Fashion Week di inizio settembre con le collezioni per la prossima primavera-estate 2020. Ma quali saranno le tendenze della moda per l'ormai prossimo autunno- inverno 2019-20? Da quello visto sulle passerelle newyorchesi e dal suo sempre copiatissimo street-style, in attesa di vedere tra poco cosa succede con le collezioni donna a Milano, le indicazioni uscite sono queste. La prima tendenza che si nota è il vestito rosso, tra i protagonisti della moda street-style della Fashion Week, con maniche lunghe o un modello che ricorda l’estate per via di scolli e trasparenze, abiti che si possono portare sia con i sandali, che con stivali che con gli anfibi, che rimarranno sempre un must have. La moda inverno 2019 si manifesta anche con i vestiti di pelle o ecopelle da spezzare con il resto di un look a tinta unita, mentre la tendenza street-style della moda pelle punta su colori come beige, nero, avorio e camel per assemblare outfit sempre diversi e tutti da vedere. Cosi maniche voluminose per camicie in pelle lucida si alternano a gonne lunghe in pelle con chiusura wrap, sino al total look della pelle del blazer dress. Il color block 2019, oltre la primavera e verso l’autunno senza apparire fuori tempo massimo, si può fare dando un nuovo moto di intendere la palette colore. La moda della New York Fashion Week di settembre vede i colori brillanti come arancione e turchese, glicine e bluette oppure verde e fucsia, tutti vincenti se indossati in materiali differenti lucidi e opachi. Maglioni di tutti i tipi, pesi e fogge, da quelli pesanti, caldi avvolgenti, a quelli eleganti leggeri come un piumino di cipra. Quelli lunghi da accompagnare con i leggings. Altra tendenza per la maglieria, quella di portala a pelle, con una spalla a vista in un gioco sensuale, come già visto a cavallo degli anni 70 e 80. Lanciato dal telefilm Fame e reso immortale da Jennifer Beals in Flashdance nel 1983. Altro look da scoprire o meglio riscoprire è quello Betty Boop con i vestiti con lo scollo a cuore, un must per gli abiti da sposa ma anche un dettaglio intrigante a usare tutti i giorni, magari sopra a un paio di jeans per sovvertire le sorti dell'outfit di inizio autunno. La moda inverno 2019 vede anche i colori caldi, con la giacca in camoscio con le frange pezzo forte sopra a look ultra grafici, indossata come un vestito oversize fatto a camicia in pelle e frange e in più un paio di stivali in camoscio con le frange. Gli stivali del prossimo autunno-inverno, avranno tacchi alti o tacchi medi, e questa non è una novità ma una conferma delle tendenze generali moda attuali. Quello che hanno di nuovo e diverso questi stivali sono i gambali, i colori, tacchi punte e suole. Tornano come da tradizione gli stivali in pelle effetto used, ma arricciato sopra alla caviglia con gambale dritto. Tante le tonalità proposte, anche nei colori fucsia, viola, antracite, ma il marrone e il verde militare, saranno quelli più di tendenza. Sempre al top della femminilità gli stivali alti e i cuissardes, da portare con giacche di foggia e taglio militari o capi sportivi, dalle linee rigide, magari con un capospalla vintage. Aderenti alla gamba in pelle nera o marrone per i primi, mentre i secondi scamosciati al ginocchio con tacco alto e fino da indossare con una vestito corto come quelli neri in pelle sopra il ginocchio oppure in camoscio. Per chi può, anche con infilati nei jeans. Proposto per essere up-to-date, i cuissardes, con suola bassa, ma dettagli particolari, come lacci e borchie, Lo stivale in stile punk rivisitato, nero con lunghezza al polpaccio quelli dallo stile vittoriano realizzati in camoscio. Fra i tanti modelli proposti per quelli all'altezza ginocchi, quelli in stampa di pelle di coccodrillo. Read the full article
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URBINO – Per il secondo anno consecutivo Romagna Fiere, la società forlivese che da oltre 20 anni è specializzata nell’organizzazione di eventi fieristici, torna protagonista a Urbino grazie a “VINTAGE! La moda che vive due volte”. L’evento, dedicato allo stile e alla cultura del Novecento, da venerdì 1 a domenica 3 giugno si svolgerà nella prestigiosa e affascinante cornice del Collegio Raffaello in piazza della Repubblica e permetterà ai visitatori (per i quali l’ingresso sarà gratuito) di dare libero sfogo alla propria curiosità acquistando capi, accessori moda, complementi d’arredo e prodotti che sapranno evidenziare e riaffermare la specifica personalità di ognuno di loro.
Un fine settimana di solennità e celebrazioni, dal Patrono San Crescentino alla Festa della Repubblica, nel quale la manifestazione che si avvale del patrocinio del Comune di Urbino si inserisce con una proposta molto articolata tra stand dedicati all’abbigliamento, al remake, al design, al modernariato e al collezionismo, mostre, spettacoli, tanta musica e divertimento anche per i bambini. Molto più di una mostra-mercato, ma una manifestazione che rilegge e interpreta il passato, dando uno spaccato completo sul “come eravamo”.
“VINTAGE! La moda che vive due volte” ha difatti saputo imporsi negli anni come punto di riferimento nazionale nella ricerca e nella proposta a un pubblico attento appassionato di collezionisti, addetti al settore moda, stilisti, e di semplici appassionati, degli articoli senza tempo che hanno caratterizzato diverse epoche storiche mantenendo intatto ancora oggi il proprio fascino.
La rassegna si articola in 4 aree tematiche e propone 40 espositori selezionati e qualificati provenienti da tutto il territorio nazionale. A “VINTAGE! La moda che vive due volte” si potrà trovare:
VINTAGE L’area principale dedicata all’abbigliamento e agli accessori appartenuti al secolo scorso. Questi cimeli, definiti Vintage, sono oggetti di culto ancora attualissimi, che hanno segnato un’epoca e sono rimasti nella memoria collettiva anche grazie alla qualità superiore con cui sono stati prodotti e la possibilità che oggi offrono di reinventare uno stile personale, ricercato e vivace.
FASHION REMAKE Vintage non è solo sinonimo di passato o malinconia del tempo che fu, ma un nuovo modo per guardare al futuro: le sartorie creative, piccole aziende artigiane e designer, mettono in vendita in quest’area le loro creazioni frutto di rielaborazione di materiali datati o dismessi, siano essi tessuti, lane, legno, carte da parati o pvc. Tutto può avere una nuova vita e creare nuove forme d’arte.
MODERNARIATO & DESIGN Area dedicata agli oggetti della memoria e alle curiosità del passato: piccoli antiquari e collezionisti espongono vinili, latte d’epoca, giocattoli antichi, profumi da collezione, radio, tv, fumetti, libri, per compiere un salto indietro nel tempo in un’atmosfera da marchè-aux-puces.
VINTAGE FOOD
A deliziare il palato dei visitatori tre Vintage Dinner proporranno una ristorazione tipica dal sapore di altri tempi.
MOSTRA EVENTO “VALENTINO: STILE ITALIANO”
All’interno del Collegio Raffaello e in collaborazione con “A.N.G.E.L.O. Vintage Palace” di Lugo di Romagna, per tre giorni sarà possibile ammirare una mostra tematica di capi d’abbigliamento e accessori che raccontano il percorso evolutivo di Valentino, lo stilista di fama internazionale simbolo della femminilità di cui saranno esposti abiti da mille e una notte.
“Ho sempre desiderato rendere belle le donne” ed in 45 anni di carriera ci è riuscito in maniera esemplare. La quintessenza dell’italianità, un romano affascinato dal glamour della Dolce Vita che s’inserisce nel mondo della moda con classe ed eleganza infondendo femminilità e bellezza. Maestria del taglio, perfezione della fattura e amore per la bellezza, la donna una creatura da venerare, ammirare e valorizzare. Passione per il dettaglio, per l’equilibrio tra ricami preziosi e semplicità del drappeggio, colori tenui bilanciati dall’uso del rosso che porta il suo nome. Valentino Garavani rappresenta tutto questo, Valentino è lo stile italiano.
Una mostra ricca di fascino, un percorso stilistico dagli anni ‘70 agli anni ‘90 che attraverso un’attenta selezione, dal prezioso archivio A.N.G.E.L.O dei capi più rappresentativi del designer, racconta la storia di uno stile unico. Saranno 15 gli abiti esposti in tutto il loro splendore. Una particolare tecnica di alta sartoria in tutte le fasi di lavorazione e senza mai scendere a compromessi acquisita con le scuole unita all’esperienza del couturier che contraddistingue tutti i suoi capi. Il gusto fortemente riconoscibile grazie ad un mix di femminilità, ricerca, scenografia e ricchezza, ispirato spesso agli anni d’oro del cinema hollywoodiano e ai forti riferimenti alla storia dell’arte, Valentino è sempre stato il preferito tra capi di Stato e loro consorti, famiglie Reali ed attrici celebri per le serate di red carpet.
Valentino Clemente Ludovico Garavani nasce l’11 maggio del 1933 a Voghera (Pavia). Fin dalla più tenera età dimostra interesse verso il bello e la grazia, la danza e la sartoria. Giovanissimo, dopo gli studi a Milano, si trasferisce a Parigi. Nel 1957 torna in Italia e fonda l’atelier Valentino, in via Condotti. Nel 2007 Valentino dice addio alla moda, rimanendo un punto di riferimento nel mondo.
TRE GIORNATE DI MUSICA DAL VIVO
Come da tradizione anche la musica è grande protagonista a “VINTAGE! La moda che vive due volte” e sotto il cielo delle notti di giugno saremo tutti “Figli delle Stelle”, oggi come 40 anni fa. Il piazzale del Collegio Raffaello sarà l’ideale palcoscenico sul quale rivivrà il ritmo della disco music degli anni ’70, ’80 e ’90: l’epoca del funky, dei pantaloni a zampa d’elefante, delle piste da ballo e delle pettinature “afro”. Una miscela esplosiva che non è solo revival, ma che è capace ancora oggi di scatenare la gente, di influenzare gli stili musicali, di “fare costume”.
Ad animare le tre serate, a partire dalle 17.00, sarà Giuseppe Moratti, dj molto apprezzato sulla scena della movida dei locali della Riviera Romagnola che lo hanno visto protagonista in consolle: dal Cocoricò al Peter Pan, dal Kinki all’Altromondo Studio. Con lui venerdì sera si ballerà al ritmo della musica dei mitici anni ’70, sabato “Disco Ringo e gli intramontabili anni ‘80” e domenica gran finale con “The Fabolous 90’s”.
I MITICI ANNI 70 – Nasceva nella grande mela il fenomeno Disco, una musica dal sound commerciale che prendeva origine dal soul e dal funky la quale avrebbe conquistato le classifiche e fatto ballare intere generazioni in tutto il mondo. Ascolterete dalle storiche hit dello Studio 54 a Donna Summer , dagli Abba ai Village People, tra pantaloni a zampa d’elefante, acconciature afro style e glitterball.
GLI INTRAMONTABILI ANNI 80 – Unici e intramontabili gli anni Ottanta sono stati contemporaneamente l’età d’oro delle superstar Pop come Michael Jackson, Madonna, i Duran Duran e i Queen così come anche il decennio di alternative musicali bellissime come Cure, Run DMC e Depeche Mode. In Italia lo stile spaziava dal Moncler dei paninari al chiodo dei punk. Continuano a condizionare le generazioni a venire sia musicalmente che esteticamente e resteranno per sempre nei nostri cuori.
I FAVOLOSI ANNI 90 – Gli anni novanta sono stati davvero favolosi, nella nostra Riviera e in tutta Italia il fenomeno delle discoteche ha toccato il suo apice. La diffusione della musica house ed elettronica arrivata dagli Stati Uniti e da Londra ha rivoluzionato le abitudini e il divertimento dei giovani e non solo. Look dai colori sgargianti e dalle forme trasgressive hanno rivoluzionato il costume: dalla gonna da uomo di Jean Paul Gaultier agli stili più eccentrici proposti dai nuovi stilisti come Thierry Mugler, Alexander McQueen, Martin Margiela e Yohji Yamamoto. La musica è stata protagonista di questa decade, dalla Love Parade di Berlino ai grandi locali di Ibiza, ascolterete i classici e le hit che hanno caratterizzato quelle notti magiche.
L’ARTE DEL BURLESQUE
Anche la 2ª edizione di “VINTAGE!” a Urbino proporrà spettacoli affascinanti e sensuali. Parliamo del Burlesque, un’arte ironica, teatrale, capace di coinvolgere con il suo erotismo raffinato sin dalla seconda metà dell’Ottocento quando nacque nell’Inghilterra Vittoriana.
Sabato 2 e domenica 3 giugno verrà portata sul palco da due dive internazionali: Wonderful Ginger e Giuditta Sin. Due gli spettacoli che le vedranno protagoniste: sabato alle 21.30 e alle 22.00 e domenica alle 21.00 e alle 21.30.
Wonderful Ginger
Wonderful Ginger è una performer italiana di fama internazionale, vincitrice del Vertigo Burlesque Festival 2015 di Roma si esibita svariate volte in Uk, Germania, Francia, Amsterdam e Stoccolma , Un sogno a occhi aperti fatto di melodie indimenticabili e lustrini con cui vi farà tornare indietro nel tempo e rivivere la bellezza degli anni d’oro del cinema Hollywoodiano Ginger produce routine creative e spiritose e costumi strabilianti che, uniti al suo fascino italiano, vi faranno innamorare in pochissimo tempo!.
Giuditta Sin
Surreale, distratta, svagata e poetica e appassionata del movimento culturale “Fin de siècle” e dall’estetica dell’art nouveau, trae ispirazione dalle opere simboliste, decadenti e surrealiste, dalle controverse opere di Colette e da danzatrici rivoluzionarie come Loie Fuller, Isadora Duncan e Ruth St. Denis. Da sempre affascinata dalla figura della vamp e dalla sensualità delicata ed impertinente delle dive degli inizi del ‘900, dalle atmosfere fiabesche, decadenti e a tratti oscure e malinconiche, Giuditta crea performance che rifiutano ogni possibile etichetta ma sono puri atti di bellezza.
Resident performer del Velvet Cabaret del Micca Club ed insegnante al l’Accademia del burlesque dello stesso, è producer insieme alla performer Vampfire del “Burlesque Riot Alternative Burlesque Revue” a Roma. Si è esibita con successo ai Burlesque Festival e Burlesque Awards di Milano, Roma ,New York, Londra, Berlino, Stoccolma e New Orleans.
SPAZIO BIMBI
La rassegna porrà attenzione anche ai più piccoli con uno spazio pensato per i bambini e dedicato al loro divertimento. Ovviamente in stile e a tema vintage. Venerdì pomeriggio servizio di trucca-bimbi e area con i giochi di una volta da riscoprire assieme a genitori e nonni; nel pomeriggio di sabato tanti spettacoli di danza a tema vintage e domenica pomeriggio, la sempre affascinante arte del teatro dei burattini.
INFO, ORARI E PREZZI
www.romagnafiere.it nella sezione EVENTI EXTRA
Dove trovarci: Collegio Raffaello – piazza della Repubblica, Urbino-
Orari al pubblico: venerdì 1 dalle 14.00 alle 24.00 – sabato 2 e domenica 3 dalle 10.00 alle 24.00.
Ingresso gratuito
Parcheggi visitatori: Borgo Mercatale e Santa Lucia
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