#a volte vorrei essere in grado di fottermene di tutto
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senzagusto · 1 month ago
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Facciamo così, ci dormo su!
Oggi analizziamo i clienti che tornano più volte per provare e riprovare qualcosa senza comprare, cerchiamo di capire, cosa ci stanno comunicando?
Mi piace ma non posso permettermelo Lo guardo e lo fotografo poi lo cerco su YOOX Anche oggi sono qui perché mi piace farti perder tempo, tanto lo so che in negozio a quest'ora non c'è nessuno, e inoltre non ho un cazzo da fare nemmeno oggi Visto che è la terza volta che vengo magari uno sconto me lo fanno, anzi gacciamo così, dico che ci dormo su così penseranno che sono davvero interessata e poi non mi faccio più viva.
Ecco queste sono le persone che proprio non capisco perché sono l'opposto di me, io quando ho voglia di comprare qualcosa che sia alla mia portata ho le idee chiare: vado, focus, me lo prendo. Ma in realtà, nel fondo del mio pancino, le capisco, sono persone che come me apprezzano e sanno il valore delle cose belle. Al contrario di quelle che sono in giro come zombie, coi loro mille barboncini e bassotti, con il portafoglio stracolmo che si fanno di quelle paranoie per comprare che mi scoppia il cervello. Il bello è che col passare del tempo oramai le riconosco da lontano e quindi so benissimo che non devo spenderci manco lo 0,2% delle mie energie per vender loro qualcosa, tanto non sono io la persona che scelgono come loro "ancella" dello shopping. Minimo sforzo, massimo rendimento, diceva la mia maestra di Feldenkreis, per fortuna questo mood di sopravvivenza mi permette di arrivare a fine giornata, quando mi sembra di fottermene di brutto, ma poi mi sento una merda. Quando un cliente entra nel negozio per l'ennesima volta e non compra nulla, mi sento frustrato e disconnesso. È come se stessi investendo tempo ed energie per nulla, e questo genera un certo senso di impotenza. Cerco di mantenere un atteggiamento professionale, ma dentro di me sento un’apatia crescente. Vorrei che ci fosse una connessione, un motivo per cui il loro interesse si trasformasse in acquisto, ma invece mi ritrovo a fingere qualcosa che non sia quello che realmente vorrei esprimere sennò succederebbe un macello. Ecco la frustrazione è uno dei sentimenti meno presi in considerazione nei confronti dei commessi, tutti pensano: che problemi hanno? devono solo piegare delle maglie! E invece gestire i clienti e le loro emozioni è pesante, devi leggere le loro aspettative, capire i loro bisogni e, mentre sorridi, cerchi di mantenere l’energia alta sperando che escano con una busta piena di roba. Soprattutto nel mondo del lusso, avere a che fare con gente super ricca ti mette in relazione con una classe sociale a cui non appartieni: spesso le clienti ricche ti giudicano, ti squadrano dalla testa ai piedi, e non puoi fare a meno di sentirti sotto pressione. A volte cercano di avviare conversazioni su temi che potrebbero sembrarci comuni, ma alla fine si percepisce che sono contente di non essere come noi. Tipo quando una volta lessi le istruzioni per il lavaggio di un maglione a cliente la quale rispose che LA SUA DONNA al limite leggerà quel coso, a lei non interessava nulla. Ecco, questo rende tutto ancora più difficile: cerchi di creare una connessione, ma la verità è che la distanza sociale è palpabile. Io però sono una persona stronza, e non mi faccio intimidire dal loro grado di superiorità, perché so che non definisce il mio valore, e col tempo ho imparato a mimetizzarmi bene nel tessuto sociale così riesco comunque ad avere un minimo di connessione e riuscire anche ad avere un certo humor per sfotterle, però giuro che a volte vorrei bestemmiare!
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i-am-a-polpetta · 5 years ago
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Un ricordo troppo pesante.
"Mi sta venendo mal di testa" credo sia la frase che meglio ci descrive, con l'unica differenza che le motivazioni per il quale viene a te sono diverse dalle mie. Tendi a diventare serio e poi nervoso mentre io mi incupisco fino a zittirmi completamente o rimbecillire fino al punto di cantare Gazzelle perché probabilmente sono troppi giorni che sto in astinenza. Nel vuoto che mi riempie la testa rimbomba una sola frase "Se vuoi andartene puoi farlo. Io ricordo tutti quelli che se ne vanno".
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Postiamo ancora qualche storia su Instagram dove facciamo gli scemi e ti chiedo "Oggi dove andiamo a vedere il tramonto?". Le cose che finiscono ci hanno sempre affascinato tanto. Siamo rimasti in un silenzio molto pacato che conforta come poche cose al mondo.
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"Credi che io sia una persona cattiva?" ti chiedo arrivata alla fine del mio ennesimo trip di pensieri. "Tu adesso mi spieghi come ti nascono nel cervello certe stronzate" - mi rispondi Abbastanza seccato- "Io non credo esistano persone cattive. Semplicemente ci sono persone che hanno alcune inclinazioni del loro carattere che le portano a fare o dire cose cattive ma tu sei completamente lontana da queste".
Il buio della sera ti impedisce di vedere la mia faccia perplessa: io non mi sento affatto una persona buona o gentile. Mi sento come una che ci prova ma che fallisce costantemente con un bisogno estremo di allontanarsi da tutto e tutti per non essere un peso come a volte lo sono per me stessa.
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Stasera è una di quelle sere in cui la testa scoppia e ormai non so più cosa fare per smettere di sentire costantemente questo dolore. "I mal di testa sono affascinanti" mi dici. "Hanno una bellezza instrinseca, ti insegnano e ti lasciano tanto oltre al dolore" ti rispondo.
Perché sì, i mal di testa mi hanno insegnato la differenza tra occupare uno spazio e riempire un vuoto. Mi hanno fatto capire che poco importa cosa provi per una persona che hai perso o che se ne è andata: potrai provare odio, rancore, rabbia, amore, mancanza o bene. Qualsiasi emozione, a prescindere dalla sua accezione, tiene quel vuoto in sospeso. Ti comprime i polmoni e ti appesantisce il cuore. Forse sono fortunati quelli in grado di provare indifferenza o forse i veri Fortunati siamo noi che collezioniamo ricordi e polaroid che, per lo meno, lo rendono speciale.
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La testa esplode ancora e continua a tentarmi questa malsana idea di bere fino ad addormentarmi sul fondo della bottiglia. Stasera vorrei poter dimenticare tutto e provare indifferenza nei confronti del mondo per capire come fanno e cosa provano quelli che invece si dimenticano di me...
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giorgiacascino · 7 years ago
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“ Caro ex, oggi ti scrivo
Quando finisce una storia 
non sempre è facile trovare le parole giuste. 
A volte ci vogliono anni.
È stato amore a prima vista, il mio. Ricordo con precisione la prima volta che ti ho incontrato: eravamo a casa di amici, 
tu avevi un maglione scuro girocollo e io le vampate di quando si va in menopausa.
A distanza di anni mi ricordo ancora con precisione quella sensazione fortissima di calore e vertigine, in una stanza che in quel momento mi appariva come un’opera di Esher.
Credo di avere passato i successivi quattro anni a cercare di demolire l’istante in cui ci siamo fissati per la prima volta, e nel quale seppi con precisione che era te che avrei voluto accanto per tutta la vita.
Ma poi la nostra relazione è finita, come del resto accade a tutti gli amori che nascono quando hai solo 18 anni, gli ormoni a palla e il cervello in sciopero permanente.
La nostra non è stata una storia da favola: niente fiori, niente follie né lettere d’amore. Ho desiderato tanto le attenzioni di un fidanzato da te; ho provato a immaginarle ogni giorno, chiudendo gli occhi come si fa quando da bambino aspetti la Befana rannicchiato nel letto. Quello stesso letto dal quale anni dopo mi chiedevo dove fossi, con chi parlassi, e nel quale ricordo di avere pianto più di un neonato. Quando tu sparivi all’improvviso e mi veniva voglia di aprire la finestra e lanciarmi di sotto.
Devi esserti accorto della mia presenza quando ho deciso di andare via per sempre, per concedere a me stessa la possibilità di trovare l’amore vero. Quello sincero, leale e spontaneo. L’amore che ho trovato per fortuna subito dopo e che ho cercato di tirarti fuori in ogni giorno della nostra relazione.
Ci sono tante cose che avrei voluto dirti prima del silenzio, prima di tagliare tutti i contatti con il tuo mondo. Nonostante la consapevolezza di avere fallito, e di averlo fatto malamente, non rimpiango nemmeno un momento del tempo passato insieme a te. Forse non lo immagini, ma senza saperlo mi hai insegnato tantissime cose. A lottare Hai saputo rendermi determinata, caparbia e testarda. Mi ero convinta che saresti stato il padre dei miei figli e ho lottato fino all’ultimo per fare in modo che tu mi volessi allo stesso modo. Non saprei dirti se tu mi volevi come io volevo te; so, però, che non ho mai visto alcuna progettualità in te. Non mi hai mai parlato del nostro futuro mentre io, stupidamente, ci pensavo ogni giorno. Nonostante i nostri limiti di coppia in quel momento avrei portato avanti un rapporto imperfetto fino alla morte e ti avrei scelto ogni giorno in maniera infelice. Ma lo avrei fatto. A soffrire Non mi vergogno nel dirti che per te ho sofferto da morire; il dolore che provavo quando sembravi sfuggirmi dalle mani mi ha lacerata per anni. Senza sosta.
All’epoca soffrivo di strane coliche all’addome, ma da quando ci siamo lasciati non ne ho più avute. Coincidenza? Non lo so. Ma so che mi trema l’occhio sinistro mentre parlo di te e che ho imparato, a mie spese, che la rabbia di una donna che non ottiene ciò che vuole non conosce limiti. Quella maledetta assenza di confine l’ho pagata a caro prezzo, con la mia salute. Ma tu non eri una persona cattiva, anzi: sono più che sicura che tanti uomini sono stronzi a prescindere, perché la natura li ha creati così. Si comportano male perché non saprebbero fare altrimenti.
Tu ti sei comportato da stronzo centinaia di volte, abbandonandomi quando ne avevo più bisogno e ritornando alla base quando ne avevi tu. Forse con me avrai imparato che una donna detesta giocare a ping pong e che prima o poi arriva il momento in cui la racchetta va lasciata cadere per terra, per sopravvivere. A toccare il fondo Con il tempo ho capito che anche io ho le mie colpe, che ho un brutto carattere e che rendevo le cose difficili.
Non voglio giustificarmi, ma il mio era un riflesso involontario alla insoddisfazione che mi procurava la tua sordità. Parecchie volte mi sono sentita come il protagonista de ‘L’Urlo‘ di Munch, e proprio come accadeva nel quadro, tu eri uno di quelli che passava di li. Senza fermarsi.
Con te ho scoperto che non sono invincibile e che non sono in grado di stare in piedi da sola. E quando stavamo insieme crollavo di frequente, per la mia incapacità di vivere basandomi solo su me stessa.
Ma le persone fragili non conoscono indipendenza, al contrario hanno sempre bisogno di qualcuno che gli dica che andrà tutto bene. Tu non l’hai mai fatto. Ed essendo piccola e inesperta non sapevo partire da me stessa, perché nella mia testa l’unico ‘via’ possibile eri tu. A fottermene Dopo la nostra rottura ho capito che anche se mi avessi dato quello che cercavo insieme non avremmo mai funzionato. Nemmeno su un altro pianeta. Ma mi hai insegnato ad essere egoista, a non darmi troppo alle persone. Forse è proprio questo ciò che amavo di te: il tuo bastarti. Sì, tu bastavi a te stesso e io ti ammiravo da morire. Non mi hai mai fatto entrare veramente, non ho mai toccato la tua anima. Tu sei uno che sopravviverebbe anche nello spazio, da solo. Non avevi bisogno di qualcuno come ne avevo io e per uno così la persona che ero poteva essere solo un limite.
Oggi mi guardo allo specchio e non sono contenta di come sono diventata: vorrei riacciuffare l’animo che avevo quando ti ho conosciuto, e che ti sei portato via. Forse sarà stata l’età o il periodo storico differente, ma prima ero una persona migliore. Più dolce e capace di dare agli altri. Certi giorni mi osservo e capisco che me ne fotto del mondo, che non faccio entrare quasi nessuno e che non ho più bisogno di tante cose che prima erano indispensabili. Spesso mi sorprendo a fare le cose che facevi tu, e che io detestavo. Oggi non ho paura di dire che, per alcuni aspetti, sono esattamente uguale te. A camminare mano nella mano Ho sempre voluto che mi prendessi per mano, che camminassi al mio fianco in ogni momento. Ma tu non eri un ‘mano nella mano‘, anzi, quando camminavamo assieme tu eri sempre cinque passi avanti a me. Io ti inseguivo con convinzione, proprio come si inseguono i professori universitari alla fine delle lezioni.
Hai sempre tirato via dritto, senza esitare. Ti voltavi di rado, solo per vedere se riuscivo a tenere il tuo passo. Io ero sempre li, in affanno. Ad essere puntuale In amore il tempismo è tutto, e credo che io e te lo abbiamo capito a nostre spese.
A volte per trovarsi non basta piacersi soltanto: bisogna sintonizzarsi sulla stessa frequenza. Io e te non ci siamo mai riusciti, e la colpa credo sia di entrambi. Ma forse avrai capito anche tu che l’amore non vince su tutto come dicono gli scrittori, e che qualsiasi corda si spezza quando viene tirata con troppa forza.
La cosa più tragica della nostra storia è stato il tuo arrivare in ritardo. Perché alla fine sei arrivato.
A quel punto avrei voluto non arrivassi mai, esattamente come mi aspettavo da te. Sarebbe stato nel tuo stile tirare via dritto per sempre, come un treno veloce che non fa fermate.
Invece ti sei accorto di me quando ho ribaltato le tue previsioni, quando ho cominciato a volare in tua assenza. Ti sei ricordato di me quando mi sono innamorata di un altro ed era ormai troppo tardi.
Molte volte ho pensato al fatto che avrei preferito saperti indifferente alla mia nuova vita, invece hai fatto di tutto per riprendermi con te. Finalmente vedevo avverarsi tutti i miei desideri, ma a tempo scaduto. Non immaginerai mai e poi mai quanto è stato difficile per me tirare dritto senza voltarmi, proprio come facevi tu. Ho avuto il cuore pesante per moltissimo tempo, anche ad amore esaurito. Perché ho dovuto farlo evaporare con la forza, come l’acqua quando prepari una zuppa. Mi tormentava il dubbio atroce di avere sbagliato ad andarmene, di avere cestinato il progetto di vita che avevo sempre sognato. Ma che tu mi offrivi con imperdonabile ritardo. Perché Mi chiedo il perché di tante cose. Perché la vita ci ha fatto incontrare al momento sbagliato, perché ci ha fatto innamorare e, soprattutto, perché ci ha fatto ritrovare in ritardo. C’è un libro che mi piace moltissimo, si chiama ‘Il Minotauro‘, e parla di una storia d’amore tra due persone che parlano per lettere, come io e te in origine facevamo per mail. I due si innamorano senza incontrarsi mai, almeno fino a quando si trovano ad essere così vicini da poterlo fare. Peccato però che lui muore proprio in quel momento, come sono morta io. Perché per quanto tu possa credere il contrario in quegli anni io sono morta dentro e nonostante sia tutto così lontano, porto ancora addosso il peso del mio fallimento. Una donna, specie una come me, metabolizza con difficoltà l’idea di avere commesso un errore, in particolare in amore.
Certe volte penso di avere sbagliato a volerti a tutti i costi, a pretendere di volerti cambiare. Se solo avessi avuto un minimo di lucidità in più sarei stata in grado di non innamorarmi? Non lo so, ma forse avrei dovuto provarci. Per mettermi in salvo e per mettere in salvo te da una sofferenza inevitabile, perché la stella sbagliata sotto cui nascemmo non ci avrebbe dato mai scampo. Invece ho abbassato la guardia in un giorno di maggio, sparando i miei sentimenti nel cielo affinché potessi vedere il film che avevo girato nella mia mente. In soli 5 minuti. Scusa Ai miei occhi sei il responsabile della morte del mio primo amore, del suicidio che ho dovuto orchestrare per sopravvivere a te. Eppure ti devo chiedere scusa per tante cose, in particolare per tutte le piccole cattiverie che ho commesso per punirti. Perché ho voluto fartela pagare.
Non ho avuto rispetto per il tuo dolore, ma devi sapere che se l’ho fatto è stato perché non ero in grado di gestire il mio. Per sempre Non è possibile esserci nella tua vita, come sarebbe impossibile una tua presenza nella mia. Eppure io ti vorrò bene fino a quando vivrò, né mai ti porterò rancore per come sono andate le cose.
So solo che la vita ha unito le persone sbagliate, ma non due persone sbagliate. Perché per quanto io ti abbia detestato so bene che la colpa è di entrambi, e che tu sarai in grado di rendere felice qualcuno esattamente come allora desideravo facessi con me. Non sono stata in grado di insegnarti ad essere migliore, perché onestamente non lo ero nemmeno io. So solo che ci siamo amati tantissimo, e che anche se l’amore è finito da tempo continueremo a esserci nella vita dell’altro. Magari dall’altra parte del mondo, come diceva quella canzone. In silenzio. ” Azzurra D'Ercole
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i-am-a-polpetta · 5 years ago
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È l'una passata anche stasera, fuori stranamente non piove come ogni singola notte da qui a due o tre mesi e io sono sdraiata sul letto cercando di reprimere questo fottuto mal di testa che mi sta facendo morire. Nonostante il sole è stata comunque una giornata veramente pesante perché quando sei stra deprex e non hai voglia di vivere diventa tutto molto più opprimente e ti senti costantemente in gabbia, affossato da questa sorta di peso che ti chiude lo stomaco e ti comprime i polmoni quasi volesse ammazzarti. Rimani continuamente in apnea cercando disperatamente di respirare ma l'unica cosa che puoi fare per scandire il tempo è sospirare. Oggi è stata una di quelle giornate che avrei passato volentieri a letto, completamente al buio piangendo nel silenzio più assordante con qualcuno accanto da abbracciare, che potesse in un qualche modo farmi sentire meglio, capita una volta tanto, che mi aiutasse a dimenticare anche solo per un momento di essere un fottuto casino di merda, perché evidentemente da sola non ci riesco. Invece anche stamattina mi sono alzata, ho visto persone che non volevo vedere che mi hanno parlato di cose di cui non me frega un cazzo, che mi hanno chiesto come stessi anche se non glie ne fotteva una sega della mia risposta, che mi hanno fatto deprimere più di quanto già non sia di mio e, come se non bastasse, ho di nuovo sclerato al lavoro per una cosa futile e di poco conto facendo emergere un nervosismo che non riesco a spiegarmi data la mia indole tendente alla mancanza di reazioni alle provocazioni. Sto provando un' ansia incredibile, come se tutto intorno a me scorresse ad una velocità supersonica mentre io resto ferma, tutti che vanno avanti e io che non concludo un cazzo. Già non sono abituata a provare ansia se non per le grandi occasioni, questo stato mi fa sentire strana come se avessi mille paranoie che nemmeno mi appartengono e mi chiedo come riescano a vivere le persone che dicono di essere abituate a provare ansia. Raga ma come si fa a vivere quando hai l'ansia? Sto pensando a tante cose anche se non vorrei perché sono per lo più rimpianti. Mi ripeto sempre di essere folle e osare perché io una vita piena di rimpianti non la voglio, poi mi trovo a valutarla nel suo complesso e penso che sia fatta solo ed esclusivamente da questi e mi sento un grandissimo fallimento oltre che una delusione. Non ho voglia di fare niente, non ho voglia di lavorare, di uscire, di mangiare, di vivere. Vorrei solo stare qui sdraiata sul letto per tutto l'intero giorno cercando di ritrovare un po' alla volta quell'equilibrio che ho perso dopo aver essermi bevuta anche l'anima qualche mese fa. Oggi c'è stato un sole bellissimo ma nonostante questo io continuo a stare di merda.
Note positive: posso dire di non essere metereopatica ( anche se la trovo una blanda consolazione), domani mattina andrò a fare colazione con mia mamma che mi mancava tanto e nel pomeriggio andrò al Gay Pride a Modena, anche se sarò tipo stanca morta dato che non riuscirei a spegnermi la testa nemmeno prendendomi a padellate. Passerò la notte ad editare foto e scrivere cose e fissare il vuoto (anche se avrei preferito dormire ma va be').
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