#Villa Vallombrosa
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vintagehomecollection · 2 months ago
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The Los Angeles House: Decoration and Design in America's 20th-Century City, 1995
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whileiamdying · 5 years ago
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Renowned architecture and interiors photographer, Tim Street-Porter, and his writer/interior designer wife, Annie Kelly, live in Villa Vallombrosa, a 1920’s masterpiece, perched above Watsonia Terrace in the historic Whitley Heights area of Los Angeles. It is a house that has enchanted movie stars (Greta Garbo) costume designers (Adrian) and Leonard Bernstein spent time there, too. It just could be the most romantic house in Hollywood. Tim and Annie have traveled the world producing nine beautiful design books to dat. Splash, from Rizzoli, just launched, with more on the way.
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pneusnews · 7 years ago
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Dopo le colline e le Alpi del Piemonte, teatro a giugno della 20.000 Pieghe, per la 5.000 Pieghe in edizione Winter, sorella minore dell’ormai classica manifestazione mototuristica, è stata scelta la toscana, che già nel 2016 aveva ospitato, a Volterra, la Motor Italy Winter, ed ha puntato la bussola verso il meraviglioso Chianti.
La manifestazione si è svolta su tre giorni, dall’8 al 10 dicembre, sfruttando il ponte dell’Immacolata e non ha deluso nemmeno una delle aspettative dei partecipanti. Si sono presentati in 41, provenienti – praticamente tutti in moto – un po’ dall’Italia intera, compresi il Friuli e la Campania, e hanno avuto il freddo invernale ed una calorosa ospitalità, scenari meravigliosi, itinerari impegnativi, proposte eno-gastronomiche d’eccellenza e soprattutto l’opportunità di visitare ed apprezzare luoghi esclusivi, effettuando un’immersione nella storia e nella cultura di questa importante parte della Toscana.
I PROTAGONISTI, LE CLASSIFICHE
Patrocinata dal Comune di Figline e Incisa Valdarno e sostenuta dal produttore di pneumatici Anlas, che ha contributo alla premiazione con treni di gomme per i primi tre classificati, la 5.000 Pieghe Winter è una grande occasione per fare turismo in moto in inverno, basandosi su un’organizzazione scrupolosa e professionale, ma è anche una competizione.
Onore dunque al merito del vincitore assoluto Antonio Catalano (KTM 1290 S), 55 anni di Bollate (MI), impiegato, viaggiatore in moto d’annata (nell’estate 2017 ha attraversato la Russia), che ha deciso di partecipare a questa manifestazione dopo la positiva esperienza compiuta a giugno con la 20.000. Catalano è stato impeccabile in entrambe le tappe dal punto di vista della regolarità di marcia, ha rispettato tutti i controlli orari ed i passaggi, certificati con i timbri o con i selfie che, da località determinate, ogni partecipate doveva trasmettere al centro classifiche, ed è stato fortissimo anche nelle due prove di abilità che hanno chiuso la manifestazione, imponendosi in quella di lentezza e piazzandosi terzo nello slalom a tempo imposto.
Un’affermazione dunque netta ed indiscussa che ha visto Catalano precedere altre due lombardi. Al secondo posto si è classificato il bergamasco di Treviglio Andrea Zanoni (BMW R 1200 GS), 54 anni, impiegato, che in due stagioni ha partecipato a ben sei manifestazioni turistiche organizzate da Alessandrini, compresa la maratona Genova-Palermo; terzo il milanese Silvano Cassi (Triumph Tiger 800 Xc), 47 anni, impiegato assicurativo, amico e compagno di viaggio di Catalano (insieme, a fine maggio, andranno all’Isola di Man, al Tourist Trophy), alla prima esperienza in questo genere di eventi ma subito affascinato dalla formula e dalla bellezza dei luoghi.
La classifica riservata alle Lady ha visto prevalere la giovanissima romana Maria Vittoria De Giorgio, popolare anche come “Donna de furesta” (citazione delle sue origini abruzzesi), che continua a destreggiarsi brillantemente tra la pista, l’enduro ed il turismo, per l’occasione in sella alla nuova Suzuki V-Strom 650 affidatale dalla casa. Dopo il successo di squadra e di simpatia ottenuto alla 20.000 Pieghe, Maria Vittoria ha preceduto, nell’ordine, Tania Nicholle Dyer (Ducati), Maria Livia Boella (Suzuki) e Marcella Luisa Biancardi (BMW) ma si è soprattutto classificata nona assoluta. Divertentissimo, a questo proposito, il siparietto tra Alessandrini e De Giorgio alla premiazione. L’organizzatore ha infatti spiegato che il risultato finale della concorrente avrebbe potuto essere ancora migliore se la stessa non avesse inviato due selfie che, al posto delle strutture che testimoniano il passaggio, inquadravano invece delle “frasche” (letterale). Alessandrini ha aggiunto che in realtà Maria Vittoria in quei luoghi era passata, aveva solo sbagliato l’inquadratura (secondo la diretta interessata, a causa di un risveglio non ancora completo di prima mattina), ma il regolamento è quello e va applicato. La De Giorgio ha fatto notare che con quei punti che non le sono stati assegnati sarebbe salita al secondo posto assoluto.
Nella classifica a squadre la vittoria è andata a “I Fiorentini”, con Miniati Paoli, Braccialini e La Volpe, che hanno preceduto gli “Amici di Cesare” (Casiraghi, Fumagalli e Redaelli) e i “Gerontoriders” (Biancardi, Petrilli, Radaelli).
Infine, tra i Moto Club, affermazione degli “Amici di Cesare”, con Cataletto in squadra insieme a Casiraghi, Fumagalli e Redaelli, davanti al BMW Motorrad Club Roma (Galletti, Lorenzi, Baldi e Lucisano) e al Settimoto (Biancardi, Petrilli e Radaelli).
IL CAMPO BASE
Per il campo-base lo staff del Moto Club Motolampeggio di Roma ha scelto Villa La Palagina, resort 4 stelle situato sulle colline che sovrastano Figline e Incisa Valdarno, proprio all’ingresso del Chianti. Il grande, antico casale, circondato da uliveti e vigneti, che svolge anche attività di fattoria didattica ed è dotato di cantina per la produzione propria di vino Chianti, ha rappresentato un eccellente punto di riferimento per i partecipanti grazie all’elevatissimo confort offerto ma anche alla posizione tranquilla e distante dal traffico ed alla praticità per il parcheggio delle moto.
LE TAPPE
Venerdì 8 dicembre, dopo le operazioni preliminari e al termine di giornata piovosa, con acquazzoni anche forti, alle 17.30, sotto una pioggerella intermittente ma con temperatura superiore ai 10°, è scattata la prima tappa; intrigante la proposta in notturna, lungo un itinerario di circa 56 chilometri che ha puntato prima ad est, verso la provincia di Arezzo ed il Pratomagno, poi decisamente a nord, in direzione della Riserva di Vallombrosa. Il buio ed il meteo non ideale hanno messo alla prova i partecipanti, soprattutto nell’individuazione dei percorsi, tanto che solo in 9 hanno concluso a punteggio pieno, centrando tutti i controlli a timbro e non pagando penalità per il ritardo all’arrivo; Alessandrini ha abbassato la media dai 39 km/h di regolamento a 33 ma evidentemente gli errori commessi lungo l’itinerario non hanno consentito di effettuare recuperi entro il tempo imposto.
E’ stato un esperimento ma anche un banco di prova curioso ed interessante: tutti, anche i mototuristi “classici” si sono divertiti, hanno gustato il pepe della sfida contro le condizioni ambientali meno favorevoli e per qualcuno il prologo ha rappresentato anche un test probante, una sorta di collaudo generale in vista della tappa decisamente più impegnativa del giorno dopo.
Scenario completamente diverso per la tappa-clou, quella di sabato 9 dicembre: oltre 280 i chilometri da percorrere, descrivendo un ampio anello nel cuore del Chianti, dirigendosi prima ad ovest, verso Greve, e poi a sud, attraverso altri luoghi simbolo della Toscana come Panzano, Radda e Gaiole, fino quasi alle Crete Senesi, prima di fare rientro verso il Valdarno.
Dopo una notte caratterizzata da temporali anche forti, alla partenza, alle 8.00, il termometro segnava circa 2° e le temperature si sono mantenute a lungo su quei valori; fin dalla primissima mattina le schiarite si sono comunque fatte più decise e la tappa è stata accompagnata costantemente dal sole. Ma a tenere lontane le nuvole è stato un vento teso e freddo che ha spazzato le creste delle colline e ha fatto percepire una temperatura molto più bassa di quella effettiva.
Come prescrive la formula, l’elemento del viaggio e della scoperta è stato esaltato non solo dall’itinerario ma anche dai punti scelti per le soste; e stavolta Alessandrini ha toccato punte di autentica raffinatezza non solo per i luoghi ma anche per il messaggio che ha voluto trasmettere.
I LUOGHI
Lo spuntino di sabato 9 era infatti fissato alla Trattoria “Da Pordo”, situata nel comune di Mercatale Val di Pesa, praticamente al punto di incontro dei confini tra Greve in Chianti, San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle, quindi all’inizio del Chianti arrivando da Firenze, in un luogo appartato e remotissimo al quale i motociclisti sono giunti scollinando il passo di Montefioralle. Questa piccola trattoria era originariamente una cosiddetta “sosta” per i viaggatori che, per lo più a piedi, si muovevano attraverso quelle terre; da 47 anni è diventata un vero e proprio luogo di ristoro, gestito sempre dalla stessa famiglia e legato esclusivamente ai prodotti del territorio, offerti nelle preparazioni più tradizionali. E così i partecipanti alla 5.000 Pieghe hanno trovato “ciaccia” (pizza bianca) appena sfornata e formaggi e salumi squisiti, abbinati ai crostini neri tipicamente toscani.
Decisamente di altro genere la proposta per il pranzo, che ha ancor più sorpreso e incantato i partecipanti. Giunta in provincia di Siena, nell’area di Castellina, Radda e Gaiole, la manifestazione ha infatti fatto tappa al Castello di Meleto, roccaforte originaria dell’XI secolo, che conserva ancora l’aspetto da difesa feudale. E i motociclisti sono stati accolti nei saloni affrescati, arredati con gusto settecentesco, dove hanno potuto riscaldarsi anche gustando un’eccellente ”ribollita” (classica zuppa di verdure con il pane spugnato), condita con un filo di olio extravergine di oliva e con la cipollina fresca ed accompagnata da una giusta dose di Chianti della stessa azienda.
Quello dei castelli è stato uno dei fili conduttori della “Winter” 2017: Alessandrini ha voluto infatti collegare queste antiche roccaforti, come quella di Gabbiano, come il famosissimo Brolio o il panoramico Albola, facendone un po’ i poli del suo itinerario e arricchendo il contenuto storico e culturale della manifestazione.
La tappa si è conclusa a Figline Valdarno, nella centralissima Piazza Marsilio Ficino, in pieno clima pre-natalizio, reso ancor più suggestivo dalla presenza di un gruppo di musici itineranti che ha offerto una spettacolo veramente di qualità. Anche per il sabato Alessandrini ha impostato la tabella di marcia su una media più bassa di quella regolamentare ma comunque, per stare nei tempi, tutti hanno dovuto tenere alta la concentrazione. Le due prove di abilità si sono svolte quindi in notturna ma per fortuna senza il vento che aveva spazzato per l’intera giornata anche l’antica e bella cittadina, ancora circondata per ampi tratti dalle originarie mura medievali. Per tutti, in sequenza, prova di lentezza e poi sIalom a tempo imposto. Il rientro al quartier generale, situato ad una diecina di chilometri dal centro di Figline, è stato accompagnato da una temperatura non superiore a 2°.
LA PREMIAZIONE, VISITA ALLA FATTORIA CASAGRANDE
Domenica mattina, infine, dopo una nottata in cui la colonnina di mercurio è scesa di alcuni gradi sotto lo zero, un bel sole ha accompagnato la premiazione che si è svolta in una delle spettacolari verande di Villa Palagina, affacciate sul panorama del Chianti. Clima festoso e sereno e visibile soddisfazione di tutti, organizzatori e partecipanti. La preoccupazione per il peggioramento delle condizioni meteo al nord (dove infatti è poi arrivata la prima neve, anche in pianura ed in città, come a Milano) ha indotto molti motociclisti a partire, sia pure a malincuore, visto che il programma ha proposto quella che alcuni hanno definito “la ciliegina sulla torta”.
Il gruppo è stato infatti accolto a Villa Casagrande, una sorta di fattoria urbana di origine quattrocentesca, situata appunto a cavallo tra il centro abitato di Figline e quelli che un tempo erano grandi appezzamenti di terreno agricolo. La tenuta è ora di proprietà della famiglia Luccioli di cui sono esponenti Paolo Alex e Marcello, presenti alla 5.000 Pieghe ed assidui partecipanti alle iniziative di Alessandrini, e l’altro fratello Simone David che ha guidato la visita della comitiva. Tutti hanno potuto così respirare il fascino della casa nobiliare, fondata dai Serristori, l’accoglienza dell’hotel che è stato creato nella tenuta ed il gusto dell’olio e dei vini di altissima qualità che i Luccioli (tre fratelli ma anche tre sorelle, figli di Cesare, medico, che acquistò la proprietà negli anni ’80) producono con grande passione e massima attenzione alla qualità.
LO SPIRITO DELLA MANIFESTAZIONE
Una scelta che ha sottolineato il desiderio di Alessandrini di fare di ogni sua manifestazione turistica non solo un’occasione per macinare chilometri in un contesto organizzativo particolarmente curato (e comprendente quindi la scelta degli itinerari e delle sistemazioni) ma anche per conoscere i territori con la loro storia, le tradizioni, la cultura.
E infatti tra partecipanti alla 5.000 Pieghe Winter 2017 si sono distinti piuttosto chiaramente quelli che hanno privilegiato l’aspetto turistico dell’esperienza rispetto a chi si è maggiormente concentrato sulla guida e sulla competizioni. Ma le due inclinazioni hanno convissuto perfettamente, si sono anzi integrate e hanno trovato entrambe risposte più che soddisfacenti.
Il Chianti, che pure d’inverno si presenta nella sua veste meno spettacolare, ha dato un contribuito fondamentale a soddisfare entrambe le tendenze. Ha proposto strade bellissime, ha trasmesso storia e cultura, ha regalato panorami collinari ma anche tanto bosco, tanta natura incontaminata ma non selvaggia. A questo si è aggiunta la brillante accoglienza che è una cifra distintiva della Toscana.
Va così in archivio la 5.000 Pieghe Winter: Daniele Alessandrini e lo staff del Motolampeggio hanno già dato appuntamento per la decima edizione della 20.000 Pieghe, già in calendario dal 13 al 17 giugno 2018 con un grande ritorno nel superbo scenario delle Dolomiti.
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Bilancio positivo per la 5.000 Pieghe Winter, con Anlas sponsor Dopo le colline e le Alpi del Piemonte, teatro a giugno della 20.000 Pieghe, per la 5.000 Pieghe in edizione Winter, sorella minore dell’ormai classica manifestazione mototuristica, è stata scelta la toscana, che già nel 2016 aveva ospitato, a Volterra, la Motor Italy Winter, ed ha puntato la bussola verso il meraviglioso Chianti.
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megaricos · 7 years ago
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13 habitaciones, jardines de ensueño y más de 1.200 m² [12.916 pies²] de lujo y exclusividad: Así es el Castillo de ‘La Croix des Gardes’, una increíble joya en venta ubicada en la Riviera Francesa.
La enorme mansión pertenece a una gran colección de propiedades exclusivas y legendarias de la Costa Azul. De hecho, es nada menos que la finca más grande de la zona y la que más destaca en lujo, exclusividad y belleza.
‘La Croix des Gardes’ está situado a pocos minutos del puerto de Cannes y el Palais des Festivals. Desde allí se pueden apreciar espectaculares vistas a la región histórica y al majestuoso patrimonio del siglo XIX de la Costa Azul.
La historia de esta magnífica mansión es sin duda tan espectacular como cada una de sus 13 habitaciones. En 1835, Lord Henry Brougham construyó la primera vivienda de la zona: ‘Villa Eléanore-Louise’, que lleva el nombre de la hija del famoso escritor y político británico. Dos años más tarde, el general británico John Taylor, inició la edificación del “Castillo de Saint-Georges” a pocos pasos de distancia.
Así fue como gracias a la construcción de una multitud de villas excepcionales tales como “Villa Rothschild”, “Castillo Vallombrosa” y “Villa Romée” nació el “Quartier des Anglais”.
En 1919, un caballero suizo de nombre Paul Girod compró la parte superior de la colina y forjó una magnífica propiedad de estilo florentino en el corazón de 10,2 hectáreas de auténticos jardines, que luego comenzaron a conocerse como el ‘Castillo de la Croix des Gardes’.
Seis años más tarde, Mr. Goldman, dueño de joyas Burma, compró la propiedad, la cual no pudo vender hasta 1960 a nada menos que al hombre que puede convertir el agua en oro: el dueño de Perrier.
Rediseñada por el arquitecto inglés Alan Gore, en un estilo que hace eco al Castillo Wrotham, esta suntuosa propiedad (que ahora tiene un tamaño aproximado de 1200 m²) ofrece una casa de huéspedes, alojamiento para el personal y otras dependencias.
En 1927, el jardinero encargado William Crot, reemplazó la cancha de tenis por un jardín de estilo oriental. Más tarde, en 1970, el jardín fue restaurado y se colocó un invernadero en el pabellón oriental, junto con un jardín de invierno y una logia turca.
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Todo esto complementado con una piscina de 33 metros de largo, diseñada por Alan Gore bajo la dirección del renombrado arquitecto André Svetchine.
Construido a 213 metros sobre el nivel del mar, el castillo ofrece vistas panorámicas insuperables, tanto del Mar Mediterráneo como de las montañas nevadas.
¡La mansión es sencillamente impresionante! Y se ha convertido en una verdadera fantasía que encarna la leyenda del propio Cannes. El castillo ha servido como escenario en diferentes filmes, como por ejemplo la película de Alfred Hitchcock ‘To Catch a Thief’.
En 1995, la producción de la película recibió a Grace Kelly, quien afirmó que quedó hechizada con los encantos del mítico castillo.
Película: To Catch a Thief, (en Argentina y en México, Para atrapar al ladrón; en España, Atrapa a un ladrón)
Asimismo, en 1961, Alain Resnais también se enamoró del “Castillo de La Croix des Gardes” y lo empleó como escenario de su película “Last Year in Marienbad”.
Hoy en día, el castillo es la única edificación en pie con vistas a la bahía de Cannes desde el amanecer hasta el atardecer por lo que, sin duda, transportará a sus futuros y afortunados propietarios a la época más gloriosa de la Riviera Francesa.
Para más información visita el sitio de lujo: JamesEdition.com.
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colospaola · 7 years ago
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Dopo mesi di chiusura temporanea e con lo spettro che potesse diventare definitiva, giovedì 3 agosto riapre ufficialmente la storica Villa Pallavicino di Stresa, vera e propria attrazione per famiglie e in particolare per i bambini.
Arrivando da Belgirate, la villa è posta proprio all’ingresso di Stresa, sul lungolago, sulla punta chiamata “Sabbione grosso”, che offre uno degli scenari più grandiosi del Lago Maggiore.
Costruita nel 1855 per volontà del filologo e politico Ruggero Bonghi, che dopo l’esilio imposto dal Regno borbonico, si stabilì per diverso tempo proprio a Stresa.
L’edificio principale vede un corpo tre piani con seminterrato e veranda in stile neoclassico.
In questa villa si sono scritte pagine importanti della cultura, della politica e del pensiero filosofico dell‘800, non solo italiano ma a livello internazionale.
Qui, infatti, s’incontravano Bonghi con l’amico Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini; ma diversi furono i personaggi che vi transitarono.
Nel 1857, Bonghi vendette il tutto al Duca di Vallombrosa, che ingrandì l’abitazione e acquistò i terreni circostanti, provvide a piantare diversi alberi e ampliò tutti i viali esistenti.
Nel 1862 il marchese genovese Ludovico Pallavicino di Genova acquistò la villa, iniziando a ristrutturare sia l’edificio che il parco, mettendo a dimora in una serra piante rare ed esotiche, tra cui le sequoie e il tulipifero, creando un parco all’inglese, conferendole l’attuale aspetto imponente.
Agli inizi del Novecento, il corpo della villa venne rivisto. Nel 1947, si apportarono ulteriori lavori di ristrutturazione su progetto dell’architetto Tommaso Buzzi.
Il parco, conta su castagni secolari, alberi dei tulipani, faggi rossi, aceri in molte varietà, rododendri, azalee, larici, querce, platani, oleandri, magnolie classiche e nella variante tupilifera oltre alle maestose sequoie.
La principale attrazione del parco è costituita dalla presenza di oltre molte specie di animali. Dal 1952, infatti, per volontà della marchesa Luisa Pallavicino, il parco è divenuto anche un giardino zoologico con animali provenienti da tutto il mondo tra mammiferi e uccelli esotici, ospitati in ampi spazi aperti. Nella zona detta Lombardia si trovano daini, lama, cervi-capra, pavoni e fagiani argentati, nell’Antica Cascina, suricati, zebre e canguri Bennet, mentre nell’area del laghetto, dimorano tartarughe, cigni, anatre e castori, per finire con gli ambienti naturali che ospitano pappagalli e buceri.
Dal 2006 il Parco della Villa è sede del Centro di Recupero della Fauna Selvatica, per la cura e il reinserimento in natura degli animali selvatici feriti o malati.
Villa Pallavicino richiama ogni anno quasi 60mila visitatori italiani e stranieri, ma nello scorso inverno è entrata in crisi, mettendo a repentaglio non solo un posto unico e storico, ma anche diversi posti di lavoro.
Negli ultimi mesi si è lavorato per trovare un accordo cui si è arrivati il 6 luglio scorso, con il passaggio di consegne nella gestione siglato con il principe Domenico Pallavicino che ha passato la mano alla Famiglia Borromeo, nella persona del Principe Vitaliano.
Così nelle ultime settimane è stata una corsa contro il tempo, per aprire durante la stagione turistica. E’ stato rimesso in funzione il bar, ma non ancora il ristorante: rendendo comunque disponibile l’area pic-nic. E’ stato risistemato il parco-giochi, al momento, però non è accessibile l’ingresso a monte da via Manzoni, al cui si arrivava con il trenino su gomma, servizio comunale.
Di assoluto livello le figure scelte dalla nuova gestione Borromeo per ridare nuovo lustro a Villa Pallavicini e al suo parco. Nello staff il medico veterinario Dott. Uberto Calligarich, come responsabile del benessere delle specie animali, attraverso progetti di recupero, conservazione e di miglioramento delle relative strutture. Per la parte naturalistica, Paolo Pejrone uno dei più noti architetti paesaggisti italiani e Gianfranco Giustina, già curatore dei giardini all’Isola Bella e all’Isola Madre da sempre proprietà dei Borromeo e insignito della medaglia di “miglior giardiniere al mondo” dalla Royal Horticultural Society britannica.
Soddisfatto anche il Sindaco di Stresa, Giuseppe Bottini, sia per i posti di lavoro salvati e per la riapertura della Villa e del Parco, effettuati in breve tempo. Considerandolo come l’inizio di una fase di riqualificazione di quell’area della città che partirà con una nuova area parcheggi, una passeggiata sul lungolago e un attracco dedicato che possa collegare Arona, Angera, Santa Caterina del Sasso, Isole Borromee e direttamente il Parco Villa Pallavicino. Magari creando un unico circuito turistico del Verbano, tra i vari parchi naturalistici.
Parco Villa Pallavicino rimarrà aperta fino al 22 ottobre, tutti i giorni dalle 9 alle 17.30 (ultimo ingresso).
Ingresso: adulti 9,50 euro, ragazzi (6-15 anni) 6,50 euro.
Speciale Famiglie: 2 biglietti adulto + 2 biglietti ragazzo 25 euro. Il secondo biglietto ragazzo è gratuito.
A disposizione del pubblico la caffetteria e il giftshop.
Per ulteriori informazioni il sito www.parcopallavicino.it
    Giovedì 3 agosto, riapre la storica Villa Pallavicino a Stresa. Dopo mesi di chiusura temporanea e con lo spettro che potesse diventare definitiva, giovedì 3 agosto…
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