#Umori
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The Graveyard Gang
Did you know Golgari likes the graveyard? Read the cards carefully next time you face a golgari deck, and you might notice it. As a result, a lot of Golgari commanders like the graveyard a whole lot, and specifically creatures being in there. So I made a deck for them, a deck that can use any of its ten commanders, randomly selected before each game. And their companion, Umori, just to make deckbuilding a bit spicier. Here's the gang as a whole!
They all have equal chance of leading the deck every game, and even if they don't show up in the command zone, they'll be somewhere in the 99. They're all in special versions when possible and all in foil, the only foils in the deck, as to be able to find them easily when sifting through the deck to pick one at random before every game. They're of differing power levels, but that's fine! If you end up rolling one that's too strong or weak for the table, you could always reroll, or worse, pick one of them, but that's less fun.
As far as strategies, we're playing only creatures, so I wanted to lean onto creatures that get really strong from having many of them in the graveyard, so there's lot of that! Their large bodies are our wincons, either through regular attacks or throwing them at people's faces with Jarad.
Of course, we're playing commander, so we're also eating our veggies, with plenty of ramp, card advantage, interaction, and in this case, self-mill.
This deck WILL fold like wet paper in games featuring plenty of graveyard hate, but that's the life of a graveyard deck. And we can survive a reasonable amount of it. Just don't get your graveyard exiled when it's your entire library, before you can recycle it with Endurance.
Speaking of, Endurance is here as a safety valve. If we do our plan TOO well and end up milling out, like this deck is known to do on occasion, the combination of Genesis triggering on our upkeep and Endurance having flash can ensure we shuffle our graveyard into our library to avoid dying. We may have a lot of work to do once again milling all that, and a couple */*s may die, but that's a worthwhile price to stay alive.
Is Umori optimal for this deck? No, I haven't used it once. But this is a deck with ten commanders all wanting slightly different things and trying to be alright with all of them. We're not here for optimal.
#mtg#commander#edh#long post#deck tech#Graveyard Gang#Golgari#Meren#Izoni#Umori#Jarad#Kagha#Old Stickfingers#Old Rutstein#Hogaak#Grist#Honest Rutstein#The Mycotyrant
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E' cambiato il tempo. Il cielo è opaco. Lo sono anch'io. Si conferma il mio essere meteoropatico. Come le nuvole così sono arrivati i cattivi pensieri, quelli pesanti ed oscuri, quelli che ti fanno pensare tutto ed il contrario di tutto. Quelli che mettono in discussione quel che il giorno prima ti sembrava perfetto o almeno avesse un senso tutto suo. Oscillo. E non mi piace. Perché c'è sempre un fondo di verità in questo essere oscuro.
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Un pò di maggio, che è stato così intenso da strapazzarmi per bene.
#ed è solo l'inizio#ho mille foto#con calma#ho i miei tempi si sa#maggio#dump#fotografie#no reblog#mille umori#mood
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This is a card I have been looking for my 60-card stompy deck for a while. Another draw creature-based draw engine.
#mtg#green mana#druids#yee haw#not sure if I am getting back into mtg again#.........#my 60-card green deck is creatures only#so it can use Umori as companion
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sali verso i miei seni e sento il respiro caldo che mi sfiora la pelle. infili la mano nella canotta e me lo stringe come fosse una mela avvelenata dal profumo della mia pelle. allora baci vicino l’areola e scende la lingua ad assaporarmi, mi perdo altrove. i tuoi baci e le tue carezze provocano tutti i miei umori.
-hsox
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Ooze Cruise: Umori, the Collector
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Tempo delle nostre vite ben speso
T’ho corteggiata a lungo. Come un vero gentiluomo. Affamato, pronto a sbranarti al tuo primo segno di cedimento e a farti mia schiava. Nel fisico e soprattutto nella mente. Perché i legami più forti sono quelli mentali. Come diceva Lana Turner: “un gentiluomo non è altro che un lupo paziente” e io quindi ho sviluppato le mie tattiche, tutte tese a far cadere innamorata una preda che mi piaceva assolutamente. Non potevi sfuggirmi. Era scritto in cielo. Ho percepito che eri pronta un mese fa, quando il nostro appuntamento quella volta fu finalmente molto differente dalle precedenti.
Fino ad allora tra noi erano state in casa tua solo sere piene di passione controllata, frenata. Evidente ma non liberata. Serate caratterizzate da giochi mentali ad alto tasso erotico non confessato. Vicinanze piene di voglie inespresse, in cui però se mi avvicinavo a te e mi azzardavo a toccarti, mi davi dei ceffoni sulle mani. Schiaffi certamente non dolorosi, ma inequivocabili. Dinieghi fisici che però erano ogni volta più leggeri, sino a diventare progressivamente quasi carezze di resistenza solo formale. Lasciavi che la mia mano riposasse sul tuo corpo sempre più a lungo e diventasse sempre più sfacciata.
Ho capito che era arrivato il momento dalla gonna ampia che avevi indossato, dal tuo stare scomposta - cosa incredibile per la tua educazione - addirittura a gambe aperte sulla sedia e dallo sguardo che mi diceva solo: “eccomi a te, aprimi pure.” Contrariamente al solito, invece di stare un’ora a parlare solo dell’universo mondo, duellando in punta di fioretto, mentre entrambi non desideravamo altro che scambiare quanti più fluidi possibili, quella volta eri silente e tutta rossa in viso. Accaldata, ti sventagliavi con la mano. "Non si fa, ma lo voglio" era di sicuro il tuo tormento interiore.
Ho parlato solo io per appena tre secondi. Poi, deciso, t’ho infilato direttamente una mano sotto la gonna. Sono arrivato a toccarti le mutandine, guardandoti fissa negli occhi. Li hai abbassati e poi socchiusi, mentre gemevi e io godevo di te. Scostando gli slip, toccavo finalmente la tua vulva bagnata. Vi ho infilato un dito. T’ho fatta eccitare. T'ho ordinato di spogliarti nuda e di metterti in ginocchio: volevo vincere ogni tua possibile resistenza psicologica e assoggettarti completamente a me. Sono stato lì a rimirarti e a farti i miei complimenti. Eri e sei giovane e bella come una Dea.
Poi t’ho presa in braccio, baciata a lungo e sculacciata: eri felice ma sorpresa. Non sapevi bene come reagire. Ma ti fidavi perché mi volevi. E hai scoperto che essere sculacciata ti piace, ti prepara alla totale sottomissione al maschio. E ora non desideri altro che essere punita, prima di essere scopata. Piano piano, t’ho insegnato a sopportare tutte le dolci torture che ti infliggo ogni volta, spostando la soglia del nostro gioco a due privatissimo, del tuo dolore e della tua umiliazione ogni volta un po’ più in alto. Quando introduco qualche novità, tu, deliziosa e novizia puttana, mi sorridi e con gli occhi che ti brillano, muta mi ringrazi.
Vuoi essere dominata, mi è evidente. Ti piace da morire. Hai un orgasmo, quando legata e imbavagliata ti strizzo i capezzoli e ti ordino di resistere alla punizione. Mi piace soprattutto quando te li pinzo e inizio a incularti. O se ti ficco brutalmente il cazzo in bocca e ti impongo di fartelo entrare bene tutto fino alla radice. Senza protestare. Amo vederti nuda, fiera e bellissima, prima di sottometterti. Ti faccio assumere delle pose plastiche, che mettano in evidenza le tue forme perfette di giovane puledra da monta. Sei fatta per essere scopata e riempita di sborra ovunque. Il più spesso e il più a lungo possibile.
Subito a seguire, adoro trattarti in modo rude, prenderti e sbatterti contro una parete o sul letto. Esigo godere del tuo profumo, dei tuoi odori corporei, leccarti tutta e ingoiare i tuoi umori. Vieni come una vera signora: copiosamente, urlando e vibrando dal piacere. Hai imparato a chiedermi per favore l’autorizzazione a venire, o il permesso di succhiarmi l’uccello. Con te mi sento perfettamente padrone e mi faccio un vanto del fatto che ti faccio godere ripetutamente e a distanza di tempo ravvicinata. Spesso, se sono in ritardo all’appuntamento, ti fai trovare direttamente in posizione prona, a gambe larghe e natiche aperte belle alte.
Quando è così, vedo la tua fica che già cola. Quindi mi spoglio rapidamente, t’accontento e ti sfondo il culo. Mi accogli dicendo: “finalmente… oooh… siiii…. squartami, spaccami ovunque…” Ti sborro nelle viscere a lungo, con getti ripetuti. Dolcemente ti resto dentro, pieno d’amore. Sento che sono nella tua anima, te la posso toccare. Apprezzo e gusto il tuo ano che contrai e rilasci per trattenermi, adorabile bricconcella. Quindi, finito di sborrare mi sfilo e marco il mio territorio baciandoti, prendendo confidenza con la tua bocca. Preparandoti. Perché sei il mio giocattolo preferito.
Non devi protestare, devi semplicemente ingoiare e stare zitta. Solo poi stabiliamo insieme il resto del programma. Ho imparato a mia volta a permetterti di esprimere delle preferenze. E ti accontento sempre più. Sto imparando ad amarti. E a viziarti con doni a sorpresa e addirittura casti baci sulle guance che significano moltissimo, per te. E ancor di più per me. Carezze, ogni tanto. Spesso. Non penso che potrò più fare a meno della mia schiava: quando infilo il mio uccello nella tua bocca, mi accorgo dei miglioramenti enormi che hai fatto nell’accogliermi: sento i progressivi movimenti delle tue labbra avide di cazzo sulla mia asta rigida.
Il mio glande si fa strada agevolmente fino a raggiungere la sua sede naturale: il fondo della tua gola. La quale si apre lieta, mentre tu intanto mugoli di puro piacere. A un certo punto mi fai capire con gli occhi e con dei gemiti stabiliti che vuoi ingoiare la mia sborra. Quindi mi concentro per venire e dopo alcuni colpi intensissimi t’accontento. Ingoi tutto senza impedimenti. Hai una vera passera da troia cinquantenne, in fondo alla tua gola. La adoro. Il tuo culo poi è un’opera d’arte: quando voglio, ti metto sulle mie gambe e ti sculaccio fino a farti piangere dal dolore. Ma non ti muovi dalla posizione in cui ti trovi.
Adori soffrire per darmi piacere. E ormai entro in te senza più nessuna forzatura: il tuo ano è un burro. Infilo nel tuo anello elastico e gentile dei falli di gomma sempre più importanti ma non protesti mai. Ti impongo di portare il plug, quello più grande di tutti, durante tutta la tua giornata lavorativa. Perché la sera non devo avere problemi e soprattutto perché ti devo trovare già bella infoiata. Infatti, spesso durante il giorno grazie allo stimolo anale hai dei bellissimi orgasmi spontanei, che ti fanno desiderare di avere dentro di te il mio cazzo. Anche se a volte succede in momenti imbarazzanti: in riunione, con un cliente o mentre sei alla macchinetta del caffè coi colleghi!
Sei la mia privata, dolcissima, educata, riservata e insospettabile troia, venuta al mondo solo per il mio piacere privato. Forse… anzi, decisamente: ti sposerò. Chissà che misura hai all’anulare e come lo preferisci, l’anello. Lo chiederò a tua madre, la mia vicina di bottega, mentre domani la scoperò al solito nel nostro appuntamento segreto del giovedì pomeriggio - chiusura infrasettimanale - a casa mia. Cosa che facciamo insieme da anni. Godremo per l’ennesima volta, in segreto dal resto del mondo e da tuo padre, che invece a quell'ora è al lavoro in fabbrica. Perché lei adora dominarmi; mi lega, mi tortura i genitali, mi spompina, mi fa arrivare al culmine, però proprio allora mi ordina di non sborrare.
Quindi, mi impone di darle piacere leccandola a lungo. Solo dopo, posso scoparla. E se mi dà il permesso mi consente finalmente di venire. Posso farlo solo sulle sue tette: nel culo o nella fica non me lo fa mai fare. Quanto lo vorrei! Poi, quando lei è soddisfatta e ha goduto abbastanza, devo prepararle la doccia, insaponarla, lavarla accuratamente ovunque e asciugarla. Devo massaggiarla sapientemente con delle creme e assistere, sempre restando nudo come un verme, alla sua vestizione. Soltanto quando è pronta per uscire e andare ad aprire il suo negozio mi fa rivestire in fretta e mi caccia via. Però non mi lamento, da bravo suo schiavo. Ma questa è una storia che tu non dovrai mai sapere, finché durerà.
RDA
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Uno scambio di pelle
Di emozioni
Di respiro
Di umori
Di odori
Come si può, banalmente, chiamarlo sesso?!
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....." Lui " quando alimenta i suoi desideri, quando risveglia le sue voglie, quando accende i suoi umori, quando accentua la sua indole... ...facendo sgorgare il suo Essere nascosto da troppo tempo...È sempre buona educazione Rendergli Omaggio con tutta se stessa !
Alice ��
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Per tutti i nuovi iscritti, ripropongo qualche racconto 😉
GINEVRA
Qualche giorno fa avevo un appuntamento alle 17, davanti ad un albergo di cui non ricordo il nome.
Non ci sono mai arrivata, è saltato tutto all'ultimo momento.
Ultimamente va così:
belli, passabili, simpatici, discretamente o altamente interessanti, poco importa.
Tanto, una scusa per non incontrarli, la trovo sempre. Mercoledì però ero convinta e preparata, con il baby doll e le autoreggenti.
Mi sono eccitata nel bagno dell'ufficio a pensare al momento in cui finalmente, qualcuno che nn fosse mio marito, fosse riuscito a violare questo tempio
Non succede da tempo ormai e ho pensato che l'ingegnere , dopo anni di tentativi, avesse finalmente vinto la bambolina.
Pensando a lui mi sono accarezzata da sopra le mutandine... carezze fugaci, giusto per sentire la prominenza delle grandi labbra, aspettando che il liquido della mia fica bagnasse la stoffa
Mi piace andare in giro così umida, mi piace pensare che se ne percepisca l'odore
Fatto sta che, alle 14,30, mi arriva un messaggio che, per qualche casino sul lavoro, l'Enrico non potrà raggiungermi.
Contenta un cazzo ovviamente, ma visto che tanto a Torino ci dovevo andare ugualmente per una cena al Magorabin, sono partita con la mia valigia di porche voglie verso la bella città sabauda.
La delusione non ha spento i miei istinti, c'era nell'aria tempesta ma con ancora il caldo estivo che mi faceva sudare le cosce e irrigidire i capezzoli
Ho camminato da corso San Maurizio con il Po alla mia sinistra, verso la Gran Madre, per andare a prendere un gelato e sorridevo ogni volta che il vento apriva lo spacco del mio vestito verde, troppo leggero per contrastarne la forza
Le cosce scoperte, le autoreggenti in evidenza, gli uomini che guardavano dalle macchine mentre attraversavo la strada... Umidità, vento, sguardi liquidi e umori lungo le calze velate. Eccitata come un adolescente al primo ditalino, mi sono seduta col mio gelato su una panchina di cemento di fronte al Gran Bar di Corso Casale, vicino alla più classica delle fontanelle della città, quella con la testa di toro
Ho leccato quel gelato pensando all'ultima volta in cui avevo avidamente succhiato e portato un cazzo ad esplodermi in bocca .
Troppo tempo
Mi sono avvicinata alla fontana per togliere dal vestito una macchia di cioccolato e con noncuranza l'ho quasi alzato completamente, aspettando che i ragazzi seduti al chiosco vicino si accorgessero di me. Gomitate, risatine, chissà quante volte mi avranno chiamata puttana.
Mentre maledicevo la mancanza di un amante che mi aspettasse a cazzo duro in un posto qualunque, è arrivata la pioggia e a passo svelto sono tornata verso via Vanchiglia , dove avevo la macchina.
Mi stavo bagnando, ma non ho corso e questo mi ha permesso, lungo il tragitto, di notare un piccolo negozio di abbigliamento vintage
Mi sono fermata e un cartello invitava ad entrare liberamente per sbirciare tra gli abiti appesi
Varcando la soglia ho sentito odore di incenso e di rose e mi sono sentita subito in un ambiente caldo e famigliare
Quella che poi ho saputo essere la proprietaria, è arrivata da una porta che dava su un cortile interno.
Ho notato il suo vestito in chiffon color pesca, lungo fino ai piedi, tanto lungo da doverlo tenere alzato mentre camminava. Sembrava una tipica damigella di quei matrimoni americani che si vedono in tv. Le ho sorriso istintivamente guardandole i piccoli seni non costretti da intimo
Capelli corti come i miei ma mossi, ornati da un piccolo fiore all'altezza dell'orecchio, occhi grandi e scuri, una bocca sottile e dolce nascondeva denti bianchi e perfetti
Mi ha invitata a guardare e chiedere, se ne avessi avuto bisogno...
Ho passato le mani tra gli stendini, ma continuavo a pensare alle sue forme sotto la stoffa, al culo importante, ad una vita non troppo sottile su un corpo comunque armonioso
Mi stavo bagnando ed ero a disagio e quando mi sono girata lei mi stava fissando
"il vestito che hai in mano ti starebbe benissimo, dovresti provarlo!"
Non so se sia stata la sua capacità professionale o la voglia di spogliarmi che mi accompagnava da tutto il giorno, ma ho chiesto dove fosse il camerino e sono stata contenta di trovarlo spazioso e accogliente, con un grande specchio
Mentre mi preparavo l'ho sentita camminare nervosamente avanti e indietro,ma quando ho scostato le tende, ho trovato subito i suoi occhi. Prontamente ha iniziato a sistemarmi il colletto, mi ha toccato le spalle "lo sapevo, lo porti benissimo"
Ha aperto un bottone e poi un altro ed io sono rimasta immobile senza sapere cosa fare, mi sentivo come una bambola nelle mani di una bambina che gioca a fare la mamma
Ma tra le gambe c'era la donna che sono. L'ho sentita pulsare ed eccitarsi.
"Ecco, lascia che si veda il tuo décolleté , è perfetto"
Ha preso altri vestiti e mi ha chiesto di provarli. Il suo tono era perentorio ma dolce, un no non era contemplato ed io, come un automa, ho ubbidito.
Mentre indossavo il secondo abito ha azzardato aprendo le tende, dicendo di voler togliere ciò che non serviva più e mi ha vista in intimo, con le calze a balza larga che circondavano le mie cosce.
Sono rimasta immobile, imbarazzata, ma il suo modo di guardare e di sorridere ha sciolto le mie inibizioni
"ti aiuto se vuoi"
"si, per favore"
È entrata ed io ho sentito il suo profumo di rose, e l'inconfondibile odore dell'eccitazione
Mi ha aiutato a tirare su il vestito e mi ha sfiorato il collo con le mani, poi le spalle, la schiena
Cristo, volevo solo che mi toccasse e palpasse
Le ho sorriso guardandola dallo specchio e prendendolo come un invito mi ha girata e mi ha baciata
Un bacio dolce e bagnato che mi ha improvvisamente reso consapevole di quanta tenerezza io avessi dovuto rinunciare in passato, in nome di relazioni che spesso mi avevano lasciato sola e inerme, in balia delle più luride pulsioni.
Mi ha spinta contro lo specchio e pressando il suo corpo sul mio mi ha allargato le gambe con un ginocchio. Ero fradicia e vogliosa e lei lo sapeva
Ha fatto scivolare il vestito e si è inginocchiata davanti alle mie mutandine che piano piano ha sfilato via
Ho pensato a come fosse possibile tutto ciò...mesi a chattare su inutili siti di incontri e poi la mia ricompensa era lì, in un piccolo negozio di abiti vintage..
Ha annusato il mio pube, il mio pelo, ci ha strofinato il naso, allargato le mie grandi labbra con le dita ed è rimasta a guardarla
Ci ha giocato con la lingua mentre iniziavo a mugolare, leccava il mio clitoride, lo succhiava con avidità, infilava le dita dentro l'orifizio grondante umori biancastri e se le leccava con foga
Improvvisamente ha smesso ed è corsa via. Per un attimo smarrita mi sono seduta sullo sgabello del camerino Ho sentito chiudere a chiave la porta del negozio ed è tornata da me
"Eccomi, non puoi più scappare"
Ma chi cazzo voleva muoversi da lì!
L'ho avvicinata a me e ho appoggiato la testa sul suo ventre, ho alzato il vestito fino al suo sesso, anche lì completamente libero dall'intimo.
Che fica meravigliosa, completamente nuda ed esposta
L'ho accarezzata, ma è il suo culo che volevo, morbido ed invitante.
Le ho chiesto di girarsi, di chinarsi per me e ho affondato la faccia tra quelle natiche
Ho annusato forte e poi la mia lingua è corsa all'esplorazione di quel pertugio perfetto, che sapeva di sapone e culo
Leccavo ed infilavo la lingua sempre più in fondo, come un piccolo cazzo entravo ed uscivo mentre la sentivo ansimare, colare, sentivo il gusto di tutta la sua voglia
Ha iniziato a masturbarsi e sentivo il rumore delle ditta fradice
La volevo mia, volevo godere con lei guardandola in viso
Lho accompagnata sul tappeto, supina, le ho aperto le gambe e mi sono posizionata sulla sua fica in un incastro perfetto
Abbiamo iniziato a muoverci e a strofinare i nostri sessi, sempre più veloce
Dio, l'odore che emanava quell'erotico ballo... Sudore, fica, shampoo per capelli, trucco, culo
Ho goduto nell'attimo in cui diceva "Vengo cazzo!"
Siamo esplose insieme e la sua fica ha spruzzato sulla mia, mentre il suo corpo pareva in preda a convulsioni
Mi sono abbassata e ho raccolto con la lingua ciò potevo, gustando tutto il suo essere
Poi ho raggiunto la sua bocca e sporca di umori l'ho baciata morbidamente, mischiandomi alla sua saliva
Mi ha guardato e ha riso e ancora ansimante mi ha detto
"Ah, piacere, io sono Ginevra"
Al Magorabin non ci sono mai arrivata.
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Legati da ciò che è privo di descrizione alcuna...
Desiderio... Passione... Perversione...
Amore...
Umori... respiri... liquidi... sospiri...
Languide parole... segreti sussurrati... dolori condivisi...
Lacrime di gioia...
Lacrime di dolore...
Noi... un solo Io
⛓️🐺🖤⛓️
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Appena rincasata dal lavoro... Adesso ci vorrebbe un bel bagno rilassante... E poi, con la pelle fresca e profumata... Avvicinarmi a te... Stupirti con le mie meraviglie... Irrompere nel tuo relax della sera porgendoti da assaporare i miei umori, mentre il profumo del mio bagnoschiuma al sandalo ti avvolge completamente... Riempirti di me e delle mie voglie... Finche non verranno soddisfatte... Poi ad un tratto, lasciarti lì... Ancora frastornato da questo mio impeto di passione... Andarmene verso la camera da letto e girarmi mentre con il ditino ti faccio segno di raggiungermi... Perché lo sai che non mi basta... Non mi basta mai... E guardarti mentre ti alzi tutto spettinato sfoggiando tutto il tuo turgore... È più che evidente che i tuoi pantaloni stanno per scoppiare... Sei pronto a soddisfare tutti i miei desideri... Ed anche i tuoi... Quanto sei bello così... Mia bestia sexy... 🖤
~ Virginia ~
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giornate interminabili,
accompagnate da umori instabili.
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L’amore è oscene parole
Non ce la faccio più e devo dirtelo: ti amo. Anzi, ti adoro e tu sei il mio chiodo fisso, il continuo e incessabile sottofondo di tutte le mie azioni quotidiane. Ora che siamo insieme da sole nella stanza, qui al mare in vacanza, entrambe vicine e nude, ti prego: finalmente lascia andare dubbi, pregiudizi stantii e vecchiume mentale. Tutte cose che ti impediscono di confessare persino a te stessa che ti senti attratta da me.
Perché non puoi nasconderlo e mi è ogni giorno più chiaro. Mi vuoi anche tu. Lo percepisco, lo so. La mia sensibilità nei tuoi confronti è acuita: tutto ciò che ti riguarda è per me sacro. Perciò, lo sento nella carne, nelle ossa. Lo capisco da come mi guardi, da quanto mi cerchi, dalle scuse banali che accampi per chiamarmi ogni ora o anche più spesso. Ti manco, devi sentire la mia voce.
Per ritrovare quel filo di intimità assoluta e totale che ormai hai solo con me e che ci unisce come fossimo un’anima sola, noi due. Desidero il contatto con la tua pelle, il tuo profumo mi stordisce e devi sapere che quando qualcuno pronuncia il tuo nome, anche se riferito a un’altra persona, il mio cuore ha un tuffo e le gambe mi tremano! Adesso perdonami se premerò sull’acceleratore! Baciami, finalmente. Dammi la tua lingua. Fammiti assaporare.
Desidero, anzi: ho un bisogno fisico di leccarti l’interno coscia pian piano, gustando ogni millimetro della strada che inevitabilmente porterà le mie labbra a congiungersi con la tua vagina sognata ogni minuto. Devo annusare i tuoi odori intimi. Ho l'urgenza di gustare i tuoi umori, di farti venire gemendo e ho urgenza di infilare le mie dita nel tuo ano, nella tua bocca. Voglio leccarti e baciarti ovunque; assaggiarti e saziarmi di te. Amami adesso. Scopiamo. Adesso o mai più.
RDA
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E allora mi chiedo chi sono. E nudo senza specchi, cerco nell'anima, fragile anima, una radice. E trovo dei rami innesti del tempo, di semi caduti portati dal vento, e altri lasciati da mille viandanti, che riparo, sventura o gioia nel tronco han trovato. E mi chiedo che sono. E trovo frutti acerbi e maturi alcuni succosi, altri secchi e insapori. E sento profumi di aghi di bosco, di sale e di sole, e terra e aroma di vino, di pioggia il sentore. E nudo mi chiedo chi sono. E cerco le forme ancestrali di cellule senza colori, forgiate da vita ed umori, caleidoscopi di brandelli di cuore. E ancora non capisco chi sono. Si muove il respiro, che tacito ascolta. Rimette i vestiti l'anima mia, riprende la via.
Almina Madau
_____Luka Khabelashvili
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Voglio farti l'amore.
Quello lieve come un soffio
fatto di palpiti sommessi
di brividi, di emozioni,
di paradisiaca felicità.
Voglio farti l'amore.
Quello caldo, vorace,
schiavo di pelle
e dei suoi rumori,
di umori bollenti
e orgasmi violenti.
Voglio farti l'amore.
Quello sensuale
dove ogni sguardo
accende il gioco
e ogni tocco
incendia i sensi
fino a perdersi
in meandri lussuriosi.
Voglio fare tutti gli amori che sei... ♠️🔥
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