#Turismo enologico
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campadailyblog · 7 months ago
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Piemonte: Un tour tra vini pregiati e panorami mozzafiato
Il Piemonte si trova nel Nord Italia e offre paesaggi incredibili. Dalle Alpi alle Langhe, fino alle pianure, la regione è bellissima. È famosa per i suoi vini come il Barolo e il Barbaresco, perfetti per gli amanti del vino. Le Langhe sono note per le loro colline e i vigneti rigogliosi. Borghi medievali e castelli rendono il luogo ancora più affascinante. Questo articolo vi porta in un viaggio…
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personal-reporter · 7 months ago
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Calici di Stelle 2024
Torna il suggestivo appuntamento enologico che celebra l’estate italiana, Calici di Stelle, ideato  dal Movimento turismo del vino in collaborazione con l’Associazione Città del Vino.  Da sabato 27 luglio a domenica 25 agosto sarà un mese ricco di eventi nelle cantine e nei centri storici dei territori del vino in tutta la penisola. Continue reading Calici di Stelle 2024
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cloudwine9 · 3 years ago
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LE MORETTE PREMIATA PER LE POLITICHE SOSTENIBILI NELL'ENOTURISMO
LE MORETTE PREMIATA PER LE POLITICHE SOSTENIBILI NELL’ENOTURISMO
Il riconoscimento all’azienda veneta da Great Wine Capitals Global Network, la rete delle Capitali mondiali del vino, nell’annuale concorso Best of Wine Tourism per la promozione internazionale del turismo enologico Sustainable Wine Tourism Practices 2022: è questo il premio assegnato a Le Morette, l’azienda agricola di Peschiera del Garda (Verona), da Great Wine Capitals Global Network, rete…
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sciscianonotizie · 7 years ago
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xantarmob · 8 years ago
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WineApp per iOS e Android – l’app per gli amanti del turismo enologico
http://xantarmob.altervista.org/wineapp-per-ios-e-android-lapp-per-gli-amanti-del-turismo-enologico/
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freedomtripitaly · 4 years ago
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Una nuova e imperdibile tappa si aggiunge all’itinerario europeo dei wine lovers, quello che va alla scoperta delle migliori destinazioni per gli amanti del vino: benvenuti nel primo wine park d’Europa, un centro enoturistico che propone un’esperienza unica al mondo. Per scoprire questo parco del vino dobbiamo recarci in Crimea, la grande e affascinante penisola affacciata sul mar Nero, che, inaspettatamente, ha una tradizione vinicola secolare tutta da scoprire. Seppur il territorio non rientra tra le mete più battute del turismo enologico, in realtà la Crimea vanta una tradizione vinicola secolare, iniziata già con la dinastia dei Romanov. Furono loro a interessarsi per primi della produzione di vino, fino a quell’epoca infatti, questo prodotto era sempre stato importato. Oggi quell’obiettivo, iniziato tanto tempo fa, di promuovere e condividere la cultura del vino e un patrimonio fatto di storia, sapori e tradizioni secolari è stato perpetuato, ed è nata una struttura turistica unica proprio a Crimea. Wine Park, Crimea È un wine park in piena regola ed è ospitato all’interno del Mriya Resort & Spa, la suggestiva e lussuosa struttura turistica realizzata su progetto dell’architetto e designer Lord Norman Robert Foster. Il parco del vino, invece, è stato progettato dall’architetto italiano Marco Casamonti, noto in tutto il mondo per la cantina Antinori nel Chianti classico, realizzata per la famosa famiglia di vignaioli Antinori. Il parco, con una superficie di 30000 metri quadrati, si prepara ad ospitare fino a centomila ospiti all’anno. Il wine park aprirà a tutti gli effetti nell’autunno del 2021, ma già da questa estate, grazie al progetto pilota Wine Fest, si prepara ad accogliere cittadini e viaggiatori desiderosi di fare un viaggio unito all’interno del mondo enologico del territorio. Wine Park Crimea Sarà possibile passeggiare tra i meravigliosi vigneti e visitare la suggestiva cantina. Il centro turistico, inoltre, vanta un museo, una banca del vino, un frutteto e diversi ulivi secolari, alcuni dei quali hanno un’età di oltre 800 anni e sono stati importati da Israele. Non mancano ovviamente le sale destinate alla degustazione. Una di queste offre un panorama incredibile a oltre 54 metri di altezza. Qui è possibile gustare i prodotti della cantina offerti da un robot sommelier che sceglierà il vino giusto per ogni cliente in base alle sue preferenze. Wine Park Crimea https://ift.tt/3vS2ww0 Crimea: il primo parco del vino è pronto ad accogliere i wine lovers Una nuova e imperdibile tappa si aggiunge all’itinerario europeo dei wine lovers, quello che va alla scoperta delle migliori destinazioni per gli amanti del vino: benvenuti nel primo wine park d’Europa, un centro enoturistico che propone un’esperienza unica al mondo. Per scoprire questo parco del vino dobbiamo recarci in Crimea, la grande e affascinante penisola affacciata sul mar Nero, che, inaspettatamente, ha una tradizione vinicola secolare tutta da scoprire. Seppur il territorio non rientra tra le mete più battute del turismo enologico, in realtà la Crimea vanta una tradizione vinicola secolare, iniziata già con la dinastia dei Romanov. Furono loro a interessarsi per primi della produzione di vino, fino a quell’epoca infatti, questo prodotto era sempre stato importato. Oggi quell’obiettivo, iniziato tanto tempo fa, di promuovere e condividere la cultura del vino e un patrimonio fatto di storia, sapori e tradizioni secolari è stato perpetuato, ed è nata una struttura turistica unica proprio a Crimea. Wine Park, Crimea È un wine park in piena regola ed è ospitato all’interno del Mriya Resort & Spa, la suggestiva e lussuosa struttura turistica realizzata su progetto dell’architetto e designer Lord Norman Robert Foster. Il parco del vino, invece, è stato progettato dall’architetto italiano Marco Casamonti, noto in tutto il mondo per la cantina Antinori nel Chianti classico, realizzata per la famosa famiglia di vignaioli Antinori. Il parco, con una superficie di 30000 metri quadrati, si prepara ad ospitare fino a centomila ospiti all’anno. Il wine park aprirà a tutti gli effetti nell’autunno del 2021, ma già da questa estate, grazie al progetto pilota Wine Fest, si prepara ad accogliere cittadini e viaggiatori desiderosi di fare un viaggio unito all’interno del mondo enologico del territorio. Wine Park Crimea Sarà possibile passeggiare tra i meravigliosi vigneti e visitare la suggestiva cantina. Il centro turistico, inoltre, vanta un museo, una banca del vino, un frutteto e diversi ulivi secolari, alcuni dei quali hanno un’età di oltre 800 anni e sono stati importati da Israele. Non mancano ovviamente le sale destinate alla degustazione. Una di queste offre un panorama incredibile a oltre 54 metri di altezza. Qui è possibile gustare i prodotti della cantina offerti da un robot sommelier che sceglierà il vino giusto per ogni cliente in base alle sue preferenze. Wine Park Crimea Il primo parco del vino ha aperto in Crimea e si prepara ad offrire l’esperienza enologica più bella del mondo.
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emanuelebottiroli · 5 years ago
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Franciacorta, master in comunicazione per il settore enologico e il territorio
L’enoturismo, sempre più espressione del Made in Italy e dell’Italian way of life, rappresenta una soluzione concreta per sostenere l’economia italiana; un driver in grado di generare valore e trainare verso la ripartenza il settore del turismo grazie ad un nuovo modo di vivere gli spazi aperti (nel pieno rispetto delle norme di distanziamento sociale) valorizzando i beni culturali e i prodotti…
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luigidalise · 5 years ago
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La Divina Costiera e la viticoltura eroica. Oggi, più che mai, metafora di tenacia e simbolo di rinascita. Grazie alla capacità della Costa d'Amalfi di intercettare segmenti di turismo, come quello enologico. Un brindisi all’ottimismo, con il servizio del Tg2 andato in onda alle 13 su Rai 2 
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italiaatavola · 6 years ago
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Strada del Vino Valcalepio Intesa per la promozione turistica
La Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori Bergamaschi ha deliberato il piano di attività 2019 all’insegna di una promozione turistica a sfondo vitivinicolo e agroalimentare territoriale. L’Associazione bergamasca rappresenta ormai un punto di unione e di contatto per il maggior numero di realtà, dai Comuni della provincia di Bergamo ai produttori di vino e prodotti tipici tradizionali. Durante l’assemblea generale, tenutasi presso la sede legale alla Camera di commercio di Bergamo, è stato esposto il lavoro effettuato per la prima fase di aggregazione.
Sostanziale il rapporto con Regione Lombardia, grazie all’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi e all’assessore al Turismo Lara Magoni, con il Consorzio Tutela Valcalepio e con la Strada del Moscato di Scanzo e dei sapori scanzesi. Fondamentali alleanze poi, sono state strette con diverse amministrazioni comunali quali Bergamo, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Mozzo, San Paolo d’Argon, Scanzorosciate, Seriate, Orio al Serio, Torre de’ Roveri e Trescore Balneario.Se la Provincia di Bergamo è tornata ad essere protagonista, la collaborazione con le varie associazioni territoriali è risultata determinante. Il segretario Giorgio Lazzari ha presentato le attività a cui La Strada ha partecipato o parteciperà a breve: missione istituzionale a Ludwigsburg in Germania, presenza alla Borsa internazionale del turismo di Milano, missione istituzionale al Parlamento Europeo a Strasburgo, partecipazione a Identità Golose, intervento al convegno Uniacque, sottoscrizione della Urban Food Policy, collaborazione con Visit Bergamo e con il Mercato della Terra, senza contare i molteplici eventi sul territorio, nonché la presenza a Vinitaly 2019 e alla Fiera Italian Food and Beverage di Singapore il 19-20 giugno. L’evento clou è sicuramente Serendipity Wines, il concorso enologico internazionale che si è svolto nella provincia di Bergamo dal 16 al 19 maggio scorsi. Aver messo in capo alla Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca l’organizzazione della manifestazione rappresenta a tutti gli effetti un’intuizione assai lungimirante: oltre a promuovere il territorio e i suoi vini, si sono messe sotto i riflettori internazionali anche le altre produzioni agricole lombarde. Parte ora la seconda fase che prevede una progettualità di percorsi integrativi ai tre dedicati al vino. Per ulteriori informazioni, scrivere a [email protected] informazioni: www.stradadelvalcalepio.com
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tmnotizie · 6 years ago
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SAN BENEDETTO – “Ogni milione di euro investito dalle Marche in promozione ha generato un ritorno nell’export di vino verso i Paesi terzi per 7,5 milioni di euro”. È la sintesi del responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, oggi a Vinitaly al convegno della Regione Marche Mercato e promozione a confronto.
L’analisi, realizzata dall’istituto di ricerca bolognese per i due consorzi marchigiani (Istituto marchigiano di tutela vini e Consorzio vini piceni), fa il punto sul trend export del prodotto enologico regionale a fronte degli investimenti realizzati negli ultimi anni. E la verifica dei risultati dà ragione alla gestione virtuosa dei fondi comunitari Ocm Promozione (Organizzazione comune di mercato) e Psr (Programma di sviluppo rurale).
L’export del vigneto Marche è infatti cresciuto del 56% nell’ultimo decennio, in particolare nell’extraUe, che vola a +75%, con la Cina che segna un incremento di quasi il 450% e con Norvegia, Svizzera e Russia anch’esse in tripla cifra. L’indagine, svolta direttamente sulle principali aziende della regione, evidenzia nel complesso un settore che negli anni è riuscito a diversificare sempre più il proprio mercato della domanda.
I dati espressi dalle interviste ai produttori confermano in larga parte quelli di Istat (che evidenziano una crescita del 9,5% nell’ultimo anno, il triplo rispetto alla media nazionale) che annoverano tra i top buyer in testa gli Usa (16,2% di market share), seguiti da Svezia (11,3%), Benelux (9,8%), Germania (8,8%), Giappone (7,1%), Regno Unito (6,5%) e Cina (5,7%).
A farla da padroni, i 2 prodotti di punta, il Verdicchio (dei Castelli di Jesi e di Matelica), che a valore rappresenta la fetta maggiore dell’export regionale, e il Rosso Piceno, che mette a segno un’importante progressione nelle vendite estere. Complessivamente, nel triennio 2015 2018, l’indagine fissa la crescita dell’imbottigliato regionale a +39%, con un export a +31% per un campione di aziende che rappresentano 1/3 della produzione totale marchigiana.
Per il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni: “I fondi europei per la promozione sono un privilegio indispensabile per il settore del vino, un unicum, rispetto ad altri comparti, che dobbiamo essere in grado di sfruttare al meglio. Le Marche grazie anche alla collaborazione con la Regione si sono dimostrate una best practice, riuscendo negli anni a incrementare il coinvolgimento delle aziende del 115%. Rispetto a 3 anni fa, registriamo finalmente un aumento del 6% del prezzo medio del Verdicchio, sia in Italia che all’estero, ma non è ancora abbastanza rispetto alla qualità espressa”.
Per il direttore del Consorzio vini piceni, Armando Falcioni: “Per tipologia e caratteristiche il nostro rosso si presta anche a mercati più esotici: è il caso di Cina e Giappone, che secondo il campione rappresentano quote sempre più decisive per il nostro export, con il Paese del Dragone che nell’ultimo anno è cresciuto in maniera vertiginosa. Si tratta di mercati emergenti da sviluppare anche con azioni promozionali dedicate, che devono necessariamente essere diverse rispetto ad altri Paesi culturalmente più vicini a noi. Possiamo lavorare sul posizionamento dei vini marchigiani attraverso un’azione strutturata e sinergica di tutta la filiera, ma non solo: attraverso i fondi e il lavoro delle nostre istituzioni, a partire dalla Regione, anche le aziende più piccole possono pianificare e razionalizzare le risorse per la promozione”.
Secondo i produttori, infine, sono di gran lunga gli Stati Uniti il Paese da presidiare con maggior attenzione nel futuro; a seguire, Canada, Cina, Germania, Giappone e Regno Unito. Ma non basta: sul fronte delle strategie da implementare la risposta quasi unanime è individuare nuovi mercati di sbocco. Tra i valori da comunicare, prevalgono l’abbinata vino e turismo, la zona di produzione e le produzioni biologiche/sostenibili.
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personal-reporter · 2 years ago
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A Bruxelles e Roma l'Alto Piemonte fa il pieno di attestati d'eccellenza
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La Rete Europea delle Città del Vino (RECEVIN) ha conferito il titolo di Città Europea del Vino 2024 all'Alto Piemonte e al Gran Monferrato, in una cerimonia a Bruxelles. Pochi giorni dopo, una delegazione di produttori novaresi si è riunita al Senato della Repubblica per la presentazione, tramite una cena al ristorante del Senato, di alcune eccellenze novaresi. Il titolo di Città Europea del Vino viene assegnato a rotazione alle migliori aziende produttrici di un determinato territorio italiano, in alternanza con città vinicole di Portogallo e Spagna. Venti città piemontesi, unite sotto un'unica sigla e un programma condiviso di eventi, meeting, convegni e degustazioni distribuiti sulle provincie di Alessandria, Biella, Novara, VCO e Vercelli nei comuni di Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco riceveranno la corona di alloro per tutto il prossimo anno. La regione vinicola del Douro in Portogallo ha consegnato il testimone all'Alto Piemonte e al Gran Monferrato in seguito all'esame di tre candidature presentate all'Associazione Nazionale Città del Vino: Montepulciano (Siena), San Clemente (Rimini) e la cordata delle città piemontesi. Il dossier dell'Alto Piemonte e del Gran Monferrato si è affermato sulla concorrenza per il coinvolgimento di ampi territori e di molti comuni Città del Vino, dove alla programmazione ordinaria già pianificata durante l'anno si aggiungerà quella straordinaria legata all'evento. Il programma includerà tavole rotonde, degustazioni, convegni e tematiche di carattere generale riguardanti le politiche comunitarie sulla vitivinicoltura, il mercato, il rapporto tra vino e salute, l'educazione al consumo consapevole e l'identità dei territori. Questi appuntamenti saranno collegati con un continuo passaggio di testimone da una città all'altra durante un anno intero e promettono di attrarre turisti, curiosi e addetti ai lavori. Nel 2023, sulla scena internazionale ci sarà ancora la regione vinicola portoghese del Douro, vincitrice dell'anno scorso del titolo. Dal 2024 toccherà ai Piemontesi. Matteo Marnati, Assessore regionale del Piemonte all'ambiente, energia, innovazione, ricerca, dichiara: Questo riconoscimento permetterà a 20 comuni - Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco - di salire, con merito, su uno straordinario palcoscenico europeo di promozione dei due territori. É la dimostrazione che il buon lavoro di squadra paga e si possono raggiungere obiettivi molto prestigiosi. Sarà una storica occasione per far conoscere vini, produttori, paesaggi, ambientazioni con il fine di affermarsi definitivamente sul panorama enologico europeo, puntando sullo sviluppo del marketing territoriale, sull'attenzione alla sostenibilità e soprattutto alla qualità dei prodotti. Presso il ristorante del Senato della Repubblica invece, l'attenzione era incentrata sui salumi novaresi e gorgonzola dolce al cucchiaio accompagnati da spumante, l’immancabile paniscia novarese da gustare sorseggiando un Nebbiolo, “tapulone”  brasato con il Ghemme, tiramisù a base di biscotti di Novara e crema al mascarpone e, per chiudere, un assaggio di gorgonzola piccante Cento Cavalli in abbianamento con il “Mufii” (vino Muffato): questo il menù predisposto e cucinato dallo Chef Giampiero Cravero. L’iniziativa, coordinata dal consigliere delegato al Turismo e Marketing territoriale della Provincia di Novara Luigi Laterza e sostenuta dall’Agenzia di accoglienza e promozione turistica Terre dell’Alto Piemonte, dalla Camera di Commercio Monterosa Laghi Alto Piemonte e dal Comune di Novara insieme con alcuni produttori del Novarese, ha visto la partecipazione di una delegazione formata dai rappresentanti delle Istituzioni, degli Enti e delle aziende locali coinvolti, . In questo caso le Aziende d'ecellenza coinvole sono state: Eredi Baruffaldi Salumificio Dessilani Rovellotti Viticoltori in Ghemme Azienda La Passitaia (Mufii) Camporelli 1852 Riso Buono Nel caso dell'evento al Senato della Repubblica, il gruppo era seguito da una Troupe televisiva (casa di produzione VIBRA) che nei prossimi giorni pubblicherà e distribuirà il Video Reportage completo.   Read the full article
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birdshirt1-blog · 6 years ago
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Mensanello, una fattoria toscana, e un tiramisù alla birra agricola
Quando ero piccola per me Mensanello era la tenuta del Fattore e della Fattoressa, di cui nonna parlava sempre con enorme rispetto, dove mamma andava a comprare le uova, dove si andava alla messa la domenica mattina. C’era un enorme pastore maremmano che camminava placidamente lungo la strada, la vista sulla valle e sui campi che cambiavano i colori di stagione in stagione. Al ristorante a Mensanello ci si andava per festeggiare Pasqua, o per qualche pranzo in famiglia, quando eravamo particolarmente numerosi. Al frantoio ci si affacciava quando si raccoglievano le olive, per portare anche le nostre: si stava lì, in attesa, aspettando di vederle trasformare in olio. 
Quando ho iniziato a lavorare con i corsi di cucina, Mensanello è diventato l’agriturismo che consigliavo ai miei ospiti, ma anche ai miei amici, così vicino a casa che se hai voglia puoi tornare lì per un riposino dopo pranzo.
Oggi Mensanello è tutto questo, ma anche di più. Usiamo il loro vino e il loro olio durante i nostri corsi di cucina, apriamo la loro birra quando facciamo la pizza nel forno a legna. Li consideriamo degli amici, e siamo felici di poter crescere insieme, in questa parte di Toscana meno conosciuta, sostenendoci a vicenda, dandoci una mano quando necessario e stappando insieme una bottiglia di birra a cena, perché è così che nascono le idee migliori. 
Uno dei nostri progetti per questo 2018 è quello di portare qui sul blog artigiani, produttori locali e amici, per dar loro un volto, per condividere una storia che possa essere di ispirazione, o semplicemente per farti viaggiare un po’ con la mente in una Toscana vera, autentica.
Oggi vogliamo parlarti di Neri, di Tenuta Mensanello, di un lavoro che cambia continuamente nel corso dell’anno, di un ristorante agricolo dove assaggiare i prodotti della fattoria, di un frantoio che nel periodo della raccolta delle olive gli fa fare le ore piccole, di una passione per la birra che lo ha spinto a affiancarla ai più classici vino e olio, di un borgo dove i ritmi giornalieri sono ancora dettati dalle necessità della campagna e di un tiramisù alla birra.
Mensanello è una classica fattoria Toscana. Ci racconti la sua storia?
La storia della Tenuta di Mensanello va piuttosto indietro nel tempo, tanto che numerosi edifici dell’azienda erano già censiti nel catasto leopoldino del 1765. Per la mia famiglia la storia all’interno della Tenuta di Mensanello nasce nella prima metà del ‘900, quando mio nonno Alessandro e mia nonna Ada erano il fattore e la fattoressa di questa bellissima azienda nel cuore del chianti senese.
L’azienda, attraversando il “secolo breve”, sotto la guida dei miei nonni prima e di mio zio Filippo poi, è sempre stata una realtà dinamica che si è saputa adattare agli stimoli e alle esigenze del contesto storico. Infatti, se inizialmente l’azienda aveva un importante allevamento di bovini di razza chianina e tutta una serie di coltivazioni ad essa collegate, questo si è man mano ridotto, fino a cessare negli anni ‘80. Parallelamente, all’interno della azienda sono stati sviluppati due importanti settori, quello della trasformazione delle olive in olio con la costruzione di un frantoio aziendale e quello enologico con la realizzazione di una cantina all’interno del centro aziendale.
Più recentemente, negli anni ‘90, la Tenuta di Mensanello è stata una delle prime realtà agricole a proporsi come agriturismo, offrendo alloggi a turisti e visitatori. Certamente questa attività, “connessa” a quella agricola, ha aiutato non poco l’azienda e ha permesso, e permette tuttora, la ristrutturazione di numerosi casali in spazi adibiti a una fruizione turistica della azienda. La presenza di visitatori ha a sua volta stimolato la nascita, poco più di 10 anni fa, di un ristorante agricolo all’interno della Tenuta nel quale è possibile assaggiare i nostri prodotti agricoli.
Ci racconti un giorno tipico a Mensanello?
Per rispondere a questa domanda mi torna a mente l’insegnamento del mio professore universitario di agronomia che sosteneva come la prima risposta di un agronomo a una domanda legata all’agricoltura dovesse generalmente essere: “dipende”. Ovviamente la risposta doveva poi svilupparsi in una serie di ragionamenti conseguenti, a meno che non si volesse essere cacciati dall’esame! Pertanto, direi che la giornata tipica a Mensanello dipende molto dalla stagione dell’anno e dalle attività agricole che vi ruotano intorno.
Dalla primavera in cui le viti si risvegliano e vanno costantemente seguite in campo, all’estate, periodo di turismo, raccolta dei cereali e che termina con la vendemmia, forse il momento più importante per l’azienda. Segue l’autunno con le semine dei campi, le operazioni di cantina per affinare i vini, la raccolta delle olive e l’attività di frantoio, anch’essa molto intensa ma unica. Infine l’inverno, periodo in cui tutto rallenta, un buon periodo per le ferie.
Le viti però non aspettano e devono essere potate, le varie manutenzioni per la stagione turistica incombono e un nuovo anno è già alle porte. Insomma, la bellezza delle attività agricole sta proprio in questo, nel non avere un solo giorno tipico, tanto che per far cogliere l’ampio respiro dell’agricoltura ho dovuto allungare la scala a un “anno tipico”!
Quali sono i prodotti di Mensanello?
Ad oggi la Tenuta di Mensanello coltiva cereali e foraggi, vite e olivo, oltre ad avere una superficie a bosco, al cui interno vi è un allevamento di maiali allo stato brado. Dalle materie prime agricole vengono prodotti direttamente in azienda vini IGT e DOCG, olio extravergine di oliva nel frantoio aziendale e birra artigianale all’interno del piccolo birrificio realizzato nel 2016.
Questi prodotti possono essere acquistati direttamente in azienda o assaggiati al ristorante della Tenuta. La carne e i salumi prodotti in azienda in quantità molto modeste vengono invece esclusivamente impiegati nel nostro ristorante.
La birra è la tua passione, e sei riuscito a integrarla all’interno dell’azienda. Cosa significa per te la birra?
Birra per me è sperimentazione e metodo, creatività e precisione. Fare birra è un piacevole passatempo che sono riuscito a inserire nelle attività aziendali, seppure in una dimensione micro, ma non per questo meno gratificante rispetto ad altre attività aziendali. Anche se spesso non viene considerata tale, la birra è un prodotto agricolo e riuscire a farlo all’interno di una azienda agricola è in certo senso “chiudere il cerchio”. Coltivare l’orzo, farlo maltare, pensare in astratto una tipologia di birra, costruirne la ricetta a tavolino e poi metterla in pratica e realizzarla, e infine assaggiarla è veramente una grande soddisfazione!
Il tre giugno ci sarà la prima edizione del MAFF. Da dove è nata l’idea? Come si svolgerà la giornata?
L’idea covava in me da diverso tempo. Direi che è stato l’incontro e lo scambio di idee con voi di Juls’ Kitchen che ha fatto sì che questa idea prendesse una direzione verso una realizzazione concreta! L’obiettivo che volevo perseguire era quello di animare l’azienda, aprire il borgo della Tenuta alle persone del territorio e ai turisti per trasmettere un’idea di campagna e di agricoltura come qualcosa di vivo e vitale e non solo come spesso accade come qualcosa da lasciare immutato, “in vetrina”. Il MAFF, che sta per Mensanello Arts and Food Festival, ospiterà durante la giornata diversi seminari legati alle tematiche del cibo, del territorio, dell’arte e del benessere. All’interno del borgo sarà allestito un micro mercato con bancarelle di agricoltori, artigiani e artisti del senese. La Tenuta di Mensanello contribuirà a placare la fame e la sete dei visitatori con panini con porchetta, buon vino e la propria birra artigianale! La serata si concluderà in festa con due concerti dal vivo nell’aia della fattoria. 
Noi ti aspettiamo a Mensanello domenica 3 giugno per la prima edizione del MAFF.
Qui trovi il programma della manifestazione. In occasione dell’evento avremo anche occasione di parlare del nostro libro La Cucina dei Mercati in Toscana, mentre Claudia, mia sorella, terrà un breve seminario sulla cosmetica fai da te.
Nel caso della crema del tiramisù, sono d’accordo con Oscar Wilde. L’unico modo per resistere a quella bianca e cremosa tentazione è cedervi. Ci affondo un cucchiaino, più spesso direttamente il dito, mi pregusto il tiramisù che verrà, con un’anticipazione di quella che per me è la parte essenziale di un buon tiramisù.
Accanto alla crema ho provato il caffè, amaro, senza zucchero, per la versione classica del tiramisù, il té nero, speziato o al bergamotto, e ora anche la birra. In questo caso ho usato la birra per fare uno zabaione con i tuorli e lo zucchero, al quale ho aggiunto poi mascarpone e panna montata. Se vuoi puoi usare lo stesso procedimento con il marsala o con il vinsanto.
Immancabile, per me, anche un po’ di cioccolato fondente grossolanamente spezzettato, il giusto bilanciamento alla cremosità del mascarpone e ai savoiardi inzuppati nella birra.
Ecco la ricetta del tiramisù alla birra agricola. In questo caso ho usato la birra di Mensanello, una American Brown Ale, ma puoi usare qualsiasi birra scura che abbia note tostate di cioccolato o caffè, come una Guinness, una porter o una stout.
L’aroma tostato della American Brown Ale si sposa perfettamente alla cremosità di un classico italiano come il tiramisù.
Piatto: Dessert
Cucina: Italiana
Keyword: birra, dolce al cucchiaio, mascarpone, tiramisu
Porzioni: 8
Per lo zabaione alla birra
4 tuorli
100 g di zucchero
4 cucchiai di American Brown Ale o una birra scura
Per il tiramisù
400 g di mascarpone
250 ml di panna
200 ml di American Brown Ale o una birra scura
200 g di savoiardi
50 g cioccolato fondente
Cacao amaro per decorare
Raccogliete i tuorli in una ciotolina che vada bene per la cottura a bagnomaria.
Aggiungete lo zucchero e la birra alle uova. Mescolate tutti gli ingredienti con una frusta finché non sono ben amalgamati, poi metteteli su un pentolino di acqua calda per cuocerli a bagnomaria.
È importante non scaldare troppo violentemente i tuorli altrimenti si cuoceranno diventando uova strapazzate. Continuate a sbattere le uova con costanza con una frusta mentre l'acqua sotto avrà soltanto un delicato bollore, finché non otterrete una spuma soda e vellutata. Serviranno circa 10-12 minuti.
Spostate la ciotolina dello zabaione in una ciotola più grande piena di acqua fredda e ghiaccio e continuate a mescolare finché non sarà freddo.
A questo punto aggiungete il mascarpone e mescolate bene, fino a che non avrete eliminato ogni grumo.
Montate la panna a neve e incorporatela delicatamente nella crema di mascarpone.
Prendete 8 bicchierini e mettete sul fondo dei savoiardi spezzati e bagnati nella birra. Fare uno strato di crema, poi aggiungete del cioccolato fondente spezzettato, poi un altro di savoiardi, uno di crema, un terzo di savoiardi e finite con la crema.
Spolverate di cacao amaro i bicchierini di tiramisù e metteteli in frigo almeno un’ora prima di servirli.
Source: https://it.julskitchen.com/dolci/al-cucchiaio/tiramisu-alla-birra
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friz · 6 years ago
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Stamattina l’apertura del corso biennale della Fondazione Edmund Mach con 25 giovani partecipanti
Mercoledì, 16 Gennaio 2019
Nei due anni di alta formazione professionale gli studenti si occuperanno di distillazione, birrificazione, succhi di frutta ma anche prodotti “innovativi” come infusi, caffè, cioccolate e bevande a base di aloe e zenzero, sviluppando competenze operative e di controllo negli ambiti della sicurezza alimentare all’interno delle filiere. Questa mattina al Palazzo della Ricerca e Conoscenza della Fondazione Edmund Mach l’apertura della seconda edizione del corso post-diploma per tecnico superiore della produzione, trasformazione e valorizzazione dei prodotti agri-food-comparto bevande con 25 iscritti che frequenteranno 3000 ore tra lezioni frontali, laboratori e praticantato in azienda.
“Questa iniziativa è un tassello che arricchisce l’offerta formativa FEM in ambito alimentazione, andando ad integrare tutte le nostre proposte dedicate al comparto viti-enologico. Confermando questa seconda edizione rispondiamo ad una forte richiesta di competenze e conoscenze in questo comparto che ci arriva direttamente dal territorio”, ha detto il presidente della Fondazione Edmund Mach Andrea Segrè nel suo saluto di apertura. “L’aumento delle adesioni dimostra come questo sia un settore attrattivo, soprattutto quello dei distillati. Questo è l’unico corso a livello nazionale che forma gli studenti a 360° sul settore bevande: ancora una volta la Fondazione Mach lavora come apripista”, ha sottolineato il dirigente scolastico del Centro Istruzione e Formazione Marco Dal Rì.
“Il sistema dell’alta formazione si sta affermando. Stiamo cercando raccordi con il sistema nazionale e una più mirata promozione dei percorsi; l’orientamento è svolto in collaborazione con l’università di Trento in tutti gli istituti di secondo grado che ne fanno richiesta”, ha evidenziato Daniela Carlini del Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia autonoma di Trento. A seguire è intervenuto il presidente dell’Associazione albergatori ed imprese turistiche (ASAT), Giovanni Battaiola. “Da decenni investiamo nel rapporto strategico tra turismo, agricoltura e produzioni alimentari per trasferire agli ospiti le eccellenze enogastronomiche presenti sul territorio. Questo corso contribuisce ad innalzare costantemente la qualità erogata dal settore turismo”. La responsabile marketing e ricerche di ASAT, Monica Basile, nella sua relazione si è soffermata sui progetti di marketing territoriale realizzati dall’associazione in Italia e all’estero. “Abbiamo introdotto innovazione di prodotto negli hotel del Trentino, come la valorizzazione delle produzioni tipiche, lo sviluppo di sinergie, anche comunicative, tra produttori e albergatori e la promozione di uno storytelling che trasmetta l’unicità enogastronomica”.
Alla prima edizione del Corso post-diploma “comparto bevande”, avviato come novità assoluta nazionale nel 2018, hanno partecipato 18 studenti che attualmente frequentano il secondo anno di lezioni. Al test di ingresso dello scorso autunno la richiesta è stata superiore ai posti a disposizione: i nuovi iscritti sono quindi 25, due terzi dei quali residenti in Trentino Alto Adige (i rimanenti provengono da Marche, Sicilia, Liguria, Lombardia e Veneto), principalmente giovani tra i 19 e i 22 anni, dei quali 8 ragazze.
Il corso dell’alta formazione professionale è unico nel panorama formativo italiano per la sua capacità di coprire il comparto bevande nella sua interezza: al termine dei due anni i tecnici, infatti, saranno in grado di gestire l’intera filiera, dalla scelta delle materie prime, alla trasformazione, fino alla promozione dei prodotti. Nell’edizione 2019 si punterà ancora di più su quelle bevande – come tisane a base di erbe officinali, ma anche caffè, cioccolata e infusi a base di aloe e zenzero – che si stanno ritagliando spazi sempre più importanti sul mercato. Il piano di studi, tra le altre materie, prevede unità formative di chimica e microbiologia degli alimenti, tecniche di degustazione, qualità delle materie prime e marketing. Delle 3000 ore di formazione complessiva, 1200 sono dedicate al praticantato anche all’estero – nel 2018 gli studenti hanno svolto un’esperienza in birrificio in Scozia -, mentre in classe intervengono come docenti, oltre agli esperti FEM, anche decine di produttori. Oltre alle lezioni frontali, sono previsti laboratori di analisi microbiologiche e chimiche e visite guidate sia a grandi industrie del settore sia a piccole realtà locali.
Al termine dell’evento il brindisi con i prodotti degli studenti della formazione professionale FEM.
(lg)
Fotoservizio e Filmato FEM
INTERVISTE VIDEO
Andrea Segrè, Presidente Fondazione Edmund Mach
Andrea Panichi, Coordinatore corso Corso post-diploma FEM “comparto bevande”
Giovanni Battaiola, Presidente ASAT
INTERVISTE AUDIO
INT AUDIO Andrea Panichi coordinatore corso bevande INT AUDIO Giovanni Battaiola presidente ASAT INT AUDIO Andrea Segrè presidente FEM
Milena Gabanelli da http://www.lanostratv.it
Serata Tesero 6
Serata Tesero 5
serata Tesero
Serata Tesero 1
I giovani e il lavoro – Cles
Augsburg
L’aula del Consiglio provinciale di Trento, foto http://www.walterviola.it
http://www.salto.bz
Enrico Letta, http://www.oggi.it
en.wikipedia.org
L’incrocio di Dermulo da http://maps.google.it
foto David Fontanari
http://www.sassuolo2000.it
http://www.ilmattino.it
Paolo Panebianco, presidente Associazione Comunità e coordinatore regionale Nursing Up, sindacato professioni sanitarie infermieristiche
Margherita Hack, foto http://www.tumblr.com
Carmen Noldin, assessore al volontariato Comunità Valle di Non
da sinistra Giuseppe Vergara, Mario Magnani, Paolo Panebianco
L’Ospedale Santa Chiara di Trento, http://www.wikipedia.org
I giovani e il lavoro – Cles
http://www.nocensura.com
La presentazione de “L’Italia dei democratici” alla http://www.festademocratica.it
http://www.formiche.net
I partecipanti al Festival della gioventù dell’Euregio il 20 marzo 2013 a Villa Bortolazzi. Foto su http://www.europaregion.info
Tutta la “squadra” del Partito democratico del Trentino
In Regione
Versione 3D di un tabellone elettorale
en.wikipedia.org
wikiprestiti.org
http://www.areeprotette.provincia.tn.it
italyinfo.it La Regione, senza confine a Salorno
Alla festa Anffas
Serata Tesero 2
Trentino TV – Mario Magnani
Serata Tesero 4
Serata Tesero 3
http://www.investintrentino.it
Serata a Baselga
I giovani e il lavoro – Cles
Serata a Baselga
I giovani e il lavoro – Cles
http://www.agenziefiscali.usb.it
I giovani e il lavoro – Cles
Con i candidati del Partito Democratico del Trentino in Alta Valsugana
http://www.cooperazionetrentina.it
foto di Alberto Gianera
I candidati alle primarie del 13 luglio 2013. Da sinistra Alexander Schuster, Ugo Rossi, Mauro Gilmozzi, Alessandro Olivi, Lucia Coppola
http://www.controlacrisi.org
maps.google.it
http://www.anvolt.org
http://www.trentotoday.it
da http://www.lettera43.it, foto dell’Ansa
I giovani e il lavoro – Cles
La sede dell’Ufficio Euregio di Trentino-Alto Adige-Tirolo a Bruxelles. http://www.alpeuregio.org
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Distillati, birra, caffè, infusi e succhi: al via il corso per Tecnico superiore delle bevande a San Michele Stamattina l’apertura del corso biennale della Fondazione Edmund Mach con 25 giovani partecipanti Mercoledì, 16 Gennaio 2019…
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autocaresbernardo · 6 years ago
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tour7-blog · 6 years ago
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Le mete migliori (e insospettabili) per gli amanti del vino | SiViaggia
Le mete migliori (e insospettabili) per gli amanti del vino | SiViaggia
/Daryl DeHart
  Le mete migliori (e insospettabili) per gli amanti del vino | SiViaggia
“Non ti mettere in cammino se la bocca non sa di vino” recita un detto popolare. D’altronde sempre più persone apprezzano il turismo enologico. Ma diciamoci la verità. Quando programmiamo un tour per una visita ai vigneti e alle cantine, e magari una bella degustazione, pensiamo subito ai filari della Toscana…
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endoftheedge · 6 years ago
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Conto alla rovescia, budget, ed aspettative varie:
Salvo disgrazie anticipate, per altro oggi non prevedibili e nemmeno auspicabili.....mi restano all’incirca:
COSE DA VEDERE: SPORT
- 4 Campionati Mondiali di Calcio, pero’ con poche aspettative di vedere l’Italia ancora una volta al primo posto, almeno fino a quando non avremo naturalizzato una rosa di 20 giocatori Africani, come ha fatto la Francia vincitrice dell’ultimo mondiale.
- 20 Campionati Italiani di calcio, di cui 4 con CR7 nella rosa della Juve e su 20 almeno 7 mi aspetto vengano vinti ancora, salvo nuove scioccanti rivelazioni su Moggi e le sue SIM Svizzere. In tal caso, e qualora anche Napoli, Milan, Roma, Lazio, e qualche altra venissero coinvolte, dovrò rassegnarmi ad una perpetua assegnazione del titolo da parte di un Signor Rossi qualunque, a quella squadra altamente meritevole che di cui mi sfugge il nome, e per nulla implicata in questioni di passaporti falsificati e intercettazioni telefoniche a fini benefici pro domo sua.
- 20 anni di Champions varie, sperando che la Juve ne vinca almeno una e la smetta con le sconfitte anche assurde, nelle finali. Già dato troppo in cotal guisa.
- 4 Olimpiadi sparse qua è là per il mondo e di cui sinceramente ben poco me ne cale: sono ancora legato alle prime edizioni quando c’erano gli eroi e la Maratona la vinceva lo Spiritoso Luis, o tale Odorando Pietri, che vinse, ma non vinse, però convinse. Poi apparvero gli sponsor con le loro forniture di materiali tecnici e la poesia scemò: quel tal Abebe che correva in Bikila vinse la Maratona solo grazie alle calzature prescelte, allora molto all’avanguardia e che gli dettero notevole vantaggio. A piedi nudi nel Parco. Di Roma
COSE DA FARE: TURISMO
- 10 Inverni non in Alvernia, ma di svernamento vero e proprio, al caldo tropicale, Dapprima pensavo a Maracaibo (Venezuela) ma c’è il ponte Morandi. Allora pensavo a Barranquilla (Colombia) ma c’è il Ponte Morandi. Vabbè...allora in Africa, Libia per esempio, ma c’è il Ponte Morandi. Ok allora vado in Sardegna, via traghetto da Genova, ma c’è il Ponte Morandi, anzi non c’è piu’. Allora ?Agrigento ?  Almeno si va a anche a Teatro. Ma c’è il Ponte Morandi.  Va bene, allora Calabria, mare buono, si mangia bene, Catanzaro ?  Ma c’è il Ponte Morandi. Basta mi sono stufato me ne sto a Torino, anche se ho scoperto che pure qui abbiamo un reperto Morandiano, il Salone dell’Auto, ma questo per ora regge.
COSE DA FARE: SESSO E VOLENTIERI
- Omissis, omissis,omissis.  Per dirla alla Bonolis, avanti un altro argomento.
COSE DA PAGARE:
- 20 annualità Canone Rai addebitato in bolletta e forse anche dopo come spesa accessoria cimiteriale, tanto la Rai la guardo da vivo come la guarderò da morto. con annessi 20 Festival di Sanremo, che seguiterò ad ignorare bellamente. (L’ultima canzone che ricordo è la “Terra dei cachi” del buon Elio e le sue corde stese, la penultima un Luis Miguel d’annato “Noi ragazzi di oggi” e la terz’ultima è la “Prima cosa bella”, che pure arrivo’ seconda, ovvero tutto un podio, compartito fra uno di Bari ed una Brunetta, che però non era Ministro, ma ci furono pure i Minstrels, che loro piangevano e pure ridevano, sia pure in condivisione con tale Roberto Satti, meglio conosciuto come Bobby meglio Solo che male accompagnato dai 4+4 di Ruggero Orlando)
- 20 anni di febbrile attesa di Cartelle Verdi Equitalia a qualsiasi titolo e ragione anche se non dovrei aspettarmene nemmeno una, ma l’adrenalina non guasta.
- 20 anni di bollo auto e relative sanzioni anche quando non avrò piu’ l’auto perchè non mi avranno rinnovato la patente. Però se non avrò piu’ l’auto, non pagherò’ (sentendomi però un verme per questo egoismo) le accise comprese nella tassazione della benzina che in piccola parte vado ad elencare:
1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d'Etiopia del 1935-1936;
14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l'alluvione di Firenze del 1966;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980;
205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
0,005 euro per l'acquisto di autobus ecologici nel 2005;
0,0051 euro per far fronte al terremoto dell'Aquila del 2009;
da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
0,04 euro per far fronte all'arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
0,0089 euro per far fronte all'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto "Salva Italia" nel dicembre 2011;
0,02 euro per far fronte ai terremoti dell'Emilia del 2012.
Altre varie ? Sicuramente sì ma non dilunghiamoci oltre.
CONTRIBUZIONE AL PIL (Prodotto Inferno Lordo)
- 80 tagli circa di capelli (mediamente 4 volte/anno) per una spesa di circa 1.000 Euro complessive presso parruccherie varie (la dotazione di capelli a tutt’oggi non induce a prevedere un calo di questo costo, invero voluttuario)
- Alimentarmente parlando, in un budget ventennale: circa 1.000 pizze, Margherita prevalentemente (Totale circa 4.000 Euro), laddove un consumo medio di 4 al mese; una cinquantina di visite totali alla casa del signor Mc Donald per un combo Royal Deluxe, Patate fritte e Coca Cola (Totale 350 Euro), e 200 pasti prandiali formula 10 Euro all inclusive/anno (Totale 2.000 Euro/anno) qualche Bagna caoda e Fritto misto alla piemontese qua e là, qualche costata alla Fiorentina, a portare sfizio e soddisfazione. Infine, minestre e brodini assenti e non preventivati per incompatibilità caratteriale, circa 300 frugali cenette/anno tra insalatine ed amenità varie, vagonate di patate (fritte e/o bollite) a fianco di un parvulum tocco di carne bianca saltato in padella senza olio o burro. (Totale 1.500 Euro circa per anno) La voce dolciaria non incide sensibilmente, in quanto non ci sento proprio da questo orecchio, eccezion fatta per un Barattolone di Nutella a trimestre, ma finito in una settimana, e si, questo è il punto debole, Chocolat Fondent touts les jours, 365 giorni all’anno per un salutare e gratificante pieno di antiossidanti, flavonoidi e rilascio ad libitum di seratonina, che non fa mai male. E non parliamo dei vantaggi offerti in campo sessuale, il Viagra degli Aztechi, altro che Pfizer. Poi se uno sfrutta questi vantaggi in modo adeguato, oppure tralascia per mancanza di opportunità, beh questi sono altri problemi, seppure molto tristi, ma che vanno trattati in altro apposito blog.
E l’affare s’ingrossa, ops, quando andiamo a valutare il budget dal punto di vista dei liquidi, perchè ahimè se è vero che il mio consumo di acqua è pari al mio consumo di superalcolici, ovvero zero al quadrato, proprio zero virgola zero, tuttavia non transigo dal punto di vista enologico. Quindi a budget ventennale 0 Euro per sigarette e Superalcolici di ogni tipo, ma 5 Euro al dì per una buona bottiglia, diciamo 1.500 Euro per anno. Dove il Prosecco la fa da gran padrona. E non ho alle viste un programma di riduzione di questa componente vitale, nemmeno se me lo ordinerà un medico. E come moderno faraone ho già disposto che le mie scorte residue di Prosecco vengano traslate nel sarcofago al mio fianco, onde nulla vada perduto, fuorchè l’onore. Hai visto mai che venga seppellito ancora vivo, allora un sorso s’imporrebbe. Oppur una bevuta in compagnia del traghettator Caron dimonio occhi di bragia. Il Prosecco apre tutte le porte.
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