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Darling Darling by Faso featuring Varijashree Venugopal et al. [Cesareo version] [Alessio Menconi version] [Jantoman version]
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Magazzino San Salvario, l’esordio della nuova band rock cantautorale
Fuori l’omonimo Album di 10 brani con ospiti e featuring dalla scena musicale torinese, tra ricordi indelebili, pezzi di vita e nuove influenze
I Magazzino San Salvario si proclamano esponenti del cosiddetto “Rock Cantautorale”, un mix di rock graffiante e testi che si inseriscono nel solco della migliore tradizione della musica d’autore italiana. L’idea di fondo è quella di riportare al centro l’idea di canzone nella sua essenzialità, togliendo tutto ciò che è superfluo con il preciso intento di emozionare nella maniera più diretta possibile. Un ritorno alle origini della musica dal vivo, tecnicamente ineccepibile, senza fronzoli, ma dritta al cuore degli ascoltatori.
L’album si compone di dieci tracce per 40 minuti intensi, firmati da Stefano Caire, cantante e bassista del gruppo, e sono stati arrangiati dai Magazzino San Salvario insieme al produttore Pietro Giay. Il disco è impreziosito dai featuring di alcuni artisti di spicco della scena musicale cittadina e nazionale, quali Federico Sirianni e Renato Tammi, e dai cori di Roberta Bacciolo, Elena Bacciolo e Robertina Magnetti.
ALBUM TRACK BY TRACK
I Magazzino San Salvario sono composti da Stefano Caire (basso e voce), Giovanni Caire (chitarre), Dario Scotti (tastiere e voce) e Massimo Tiso (batteria). In particolare Stefano Caire nel corso degli anni ‘90 e primi Duemila è stato un protagonista attivo della scena musicale torinese, militando in formazioni come Mau Mau, Loschi Dezi e Karamamma, collaborando e dividendo il palco con molti dei principali artisti della scena cittadina e nazionale (dai Subsonica agli Elio e le Storie Tese, tanto per citarne alcuni). Inoltre è autore di saggi musicali e voci di storia della musica per alcune delle più prestigiose enciclopedie italiane. Prima ancora che il nome del gruppo, Magazzino San Salvario è soprattutto un luogo fisico e reale, situato nel cuore dell’omonimo quartiere torinese, dove quattro amici di vecchia data, a partire dal gennaio 2020, hanno ridato forma e sostanza alla loro voglia di suonare e fare musica. Il progetto è cresciuto poi in clandestinità, durante il periodo del lock down, con la produzione di un ampio repertorio di musica inedita ed originale.
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La sede di CasaPound non è ancora stata sgomberata Il 29 luglio, dopo una riunione in prefettura, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, aveva annunciato con una certa sicurezza lo sgombero di un palazzo nei pressi della Stazione Termini occupato da molti anni da CasaPound, il gruppo politico neofascista più rilevante in Italia, che ne aveva fatto la sua sede. «Lo avevo detto anni fa, ora finalmente ci siamo», aveva detto Raggi riferendosi al palazzo, che si trova in via Napoleone III. Lo sgombero però non è ancora avvenuto. Dello sgombero si parla ormai da molti anni. Dal 2019 un account di Twitter pone ogni giorno la stessa domanda: «Hanno sgomberato la sede di Casapound?». La risposta, invariabilmente, è no: anche se l’annuncio di fine luglio sembrava non lasciare dubbi. Lo sgombero è atteso dagli stessi militanti che presidiano la sede, e che in passato avevano lasciato intendere di essere pronti a morire pur di continuare l’occupazione; ma anche dai candidati alla carica di sindaco di Roma e dai partiti che li sostengono, pronti a fare della questione un argomento di scontro elettorale in vista delle elezioni del 3 e 4 ottobre. Nel giugno del 2020 anche Matteo Salvini fece sapere la sua opinione: «Quel palazzo non è pericolante. Mi sembra che le priorità di Roma siano ben altre». Il palazzo di via Napoleone III, nel quartiere Esquilino, fu occupato il giorno di Santo Stefano del 2003 (...) Il palazzo ha sei piani e ospita 20 appartamenti. È di proprietà dell’Agenzia del Demanio ed era utilizzato negli anni Sessanta dal ministero della Pubblica Istruzione. Per molti anni è poi rimasto disabitato. Subito dopo l’occupazione da parte del gruppo neofascista, l’agenzia del Demanio presentò una denuncia: poi più nulla. Nel 2016 vennero tagliate acqua e luce, poi misteriosamente riallacciate. A occupare lo stabile furono alcuni militanti che avevano come ritrovo il pub Cutty Surk di Roma, che si vantava, all’ingresso, di essere «il pub più odiato d’Italia». Il leader del gruppo era, ed è ancora oggi, Gianluca Iannone, un passato nel Movimento Politico Occidentale poi sciolto con il decreto Mancino contro l’odio razziale, e frontman del gruppo musicale Zetazeroalfa il cui pezzo forte del repertorio è “Cinghiamattanza“. Il testo fa così: «Primo me sfilo la cinta due inizia la danza tre prendo bene la mira quattro cinghiamattanza. Questo cuoio nell’aria sta ufficializzando la danza solo la casta guerriera pratica cinghiamattanza». Ai concerti i seguaci degli Zetazeroalfa si sfilano la cintura e iniziano a frustarsi tra di loro. Un altro pezzo, “Guerra”, recita: «Tempesta d’acciaio per giovani cuori. Resa dei conti per i traditori. Brucia nel sole la mia bandiera. Nessun compromesso: bandiera nera!». (...) Gridavano slogan come «Né rossi né neri ma liberi pensieri», ma poi il 29 aprile di ogni anno si ritrovavano al campo X del cimitero Maggiore di Milano per celebrare i morti della Repubblica sociale italiana al grido di «Presente!» e con braccia tese. I giornali li definivano, e lo fanno ancora oggi, “fascisti del terzo millennio”. (...) Si è arrivati così al 29 luglio e all’annuncio di Virginia Raggi. «L’idea», ha detto Raggi, «è quella di poterlo prendere noi in carico e trasformarlo in un edificio di case popolari. Vogliamo arrivare a conclusione di questa triste vicenda nel più breve tempo possibile». La sindaca ha anche detto che «verrà effettuato un censimento sulle persone presenti all’interno in modo che coloro che hanno delle fragilità possano essere assistiti in altro luogo dagli assistenti sociali di Roma Capitale. Chi non ha alcun diritto, invece dovrà lasciare quegli spazi immediatamente. La legge è uguale per tutti». Nella sede di CasaPound di via Napoleone III vivono oggi una ventina di famiglie, tra cui quelle dei dirigenti del movimento. Il Post
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La recente emergenza sanitaria legata all’epidemia da COVID-19 ha imposto l’adozione di misure eccezionali, giungendo da ultimo (art. 2 DPCM 10 marzo 2020 ed ancora con DPCM 11 marzo 2020) al divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, ciò che costituisce una forte compressione di diritti costituzionalmente tutelati. Tutte le misure adottate sono tese a limitare i rischi di contagio e dunque a evitare che si creino condizioni in cui le persone si trovino vicine e in condizioni di promiscuità.
Per tale ragione sono stati sospesi servizi essenziali, come le scuole e le università, oltre a attività nelle quali si possano generare occasioni di aggregazione di persone, come tutte quelle legate ad eventi culturali, ricreativi o sportivi; da ultimo tali misure sono state estese anche a tutti gli esercizi commerciali esclusi quelli di vendita e somministrazione di beni primari. In questo quadro generale, desta agli scriventi estrema preoccupazione la condizione nei CPR, ove un numero elevato di persone vive in condizioni di promiscuità, spesso in condizioni sanitarie precarie ed in assenza di adeguati presidi sanitari interni ai centri.
In considerazione della diffusione del virus, nonché della circostanza che i Centri sono, necessariamente e quotidianamente, frequentati da persone che vivono all’esterno (dal personale di polizia e dell’esercito, al personale degli enti gestori, ai mediatori, agli operatori, ai giudici e avvocati), e che non può certo ridursi o evitarsi tale afflusso, nonché del fatto che per quanto a conoscenza degli scriventi (e sulla base delle informazioni diffuse) il pericolo di contagio proviene anche da soggetti asintomatici, anche le misure eventualmente adottabili (autocertificazioni, uso di mascherine, mantenimento della distanza di almeno un metro tra trattenuti e altre persone) non appaiono idonee a scongiurare il rischio che avvengano contagi all’interno. Peraltro, tra i trattenuti non sarebbe certo ipotizzabile, per i limiti strutturali propri dei Centri, ipotizzare l’applicazione delle misure (distanze, misure igieniche, uso di mascherine) previste dalle disposizioni e raccomandazioni nazionali di tutela sanitaria.
Appare, ancora, del tutto evidente che un contagio all’interno della popolazione dei CPR avrebbe conseguenze drammatiche: le condizioni promiscuità renderebbero molto facile la diffusione del contagio nella popolazione trattenuta; molti trattenuti sono affetti da varie patologie, che ne debilitano il corpo, con conseguenti maggiori pericolo anche per la stessa esistenza in vita; un contagio in larga scala non potrebbe essere affrontato con misure di isolamento dei soggetti che risultassero contagiati, sia in quanto non sono normativamente previste aree siffatte, sia in quanto ciò significherebbe concentrare in condizioni di promiscuità, in aree isolate e con privazione dei diritti fondamentali, un numero sempre maggiore di trattenuti contagiati, con conseguente peggioramento delle loro condizioni, non impedendo al contempo la diffusione del virus, e non consentendo la somministrazione di adeguate cure di contrasto agli effetti del virus (contrasto che non può certo adeguatamente essere operato nelle infermerie dei CPR); l’esplodere del contagio nei CPR, dunque, imporrebbe presumibilmente un aumento significativo del numero di ricoveri in ospedale dai CPR medesimi, con conseguenti effetti anche sulla tenuta e funzionalità de sistema sanitario (già gravemente sollecitato dall’emergenza in atto).
A ciò si aggiunga che, nell’attuale congiuntura, molti Paesi hanno limitato se non vietato le possibilità di ingresso ai soggetti provenienti dall’Italia, con il conseguente rischio di dilatazione a dismisura dei periodi di trattenimento.
Appare, quindi, sin da subito necessaria l’adozione di misure che limitino il rischio di contagio e, nel bilanciamento tra i diritti e gli interessi in gioco (bilanciamento imposto da varie norme, prime tra tutte quelle di cui alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo), obbediscano al prioritario obiettivo di ostacolare la diffusione dell’epidemia e salvaguardare la salute e la vita dei trattenuti e della popolazione tutta.
Per tutti questi motivi gli scriventi chiedono che venga disposta l’immediata sospensione di ogni nuovo ingresso nei CPR, che vengano disposte anche quanto a soggetti già trattenuti le misure alternative al trattenimento di cui all’art 13, co. 5.2, Testo Unico Immigrazione, e che si proceda con la massima tempestività alla progressiva chiusura dei Centri.
ADESIONI (in aggiornamento...): Legal Team Italia; Campagna LasciateCIEntrare; Progetto Melting Pot Europa; Mai più Lager - No ai CPR; ASGI; Clinica del diritto dell’Immigrazione - Università Roma Tre; Rete Antirazzista Catanese; Aps Lunaria; Osservatorio della repressione; Associazione Yairaiha onlus; Carovane Migranti; ADIF; Antenne Migranti; BeFree; Associazione Immigrati Cittadini; Il grande Colibrì – Essere LGBT nel mondo; LGBT+ diritti; Laboratorio 53 Onlus; ActionAid Italia; Associazione Casa a Colori; Rete Lenford - Avvocatura per i diritti LGBTI; Associazione Diritti di Frontiera, Roma; Lab!Puzzle; Csa Astra; Portoamico; Renzo e Lucio A.P.S.; Partito della Rifondazione comunista-Sinistra Europea; Ambasciata dei Diritti Marche;
Avvocata Ghirardi Natalie, foro di Torino; Avvocato Dario Belluccio, foro di Bari; Avvocata Vilardi Eleonora, foro di Torino; Avvocata Davini Silvia, foro di Pisa; Avvocato Geremia Marco, foro di Perugia; Avvocato Andrea Maestri, foro di Ravenna; Avvocata Maria Chiara Arca, foro di Milano; Avvocato Capriata Marco, foro di Alessandria; Avvocato Guido Savio, foro di Torino; Valeria Capezio, funzionario pubblico; Giuseppe Tiano, dirigente sindacale, Torino; Avvocata Bava Donatella, foro di Torino; Denaro Chiara, assistente sociale/ricercatrice, Palermo; Fernandez Rojo Gabriela, giurista, Milano; Avvocata Friso Gabriella, foro di Torino; Santangelo Thomas Vladimir, operatore legale, Napoli; Avvocato Cardaci Filippo, foro di Varese; Avvocata Clementi Chiara, foro di Prato; Panizza Andrea, operatore sociale, Lecco; Nucci Federica, operatore legale, Grosseto; Enrica Rigo, professoressa associata, Roma; Avvocata Salerno Margherita, foro di Roma; Bucci Immacolata, operatrice sociale, Carosino; Avvocato Diroma Andrea, foro di Trieste; Contegiacomo Caterina, commerciante, Taranto; Avvocato Francesco Roppo, foro di Forlì; Cricenti Luca, ricercatore e consulente legali in materia di immigrazione, Roma; Avvocata Barbero Alessandra, foro di Cuneo; Avvocato Guidobono Elisabetta, foro di Torino; Andrea Bermond; Avvocata Celoria Eleonora, foro di Torino; Giovannelli Stefano, pensionato, Prato; Del Vecchio Marco; Vigilanti Cecilia, consulente legale, Ferrara; Avvocata Laura Furno, foro di Torino; Avvocato Salvini Nicola, foro di Torino; Avvocato Francesco Conte, foro di Bologna; Buzzi Antonella, consulente legale msna, Bologna; Esposito Gabriella, biologa, Taranto; Avvocato Mughini Luigi, foro di Firenze; Avvocato Brizio Roberto, foro di Torino; Avvocata Ximenes Maria Cristina, foro di Cagliari; Nieloud Clara, praticante avvocato, foro di Torino; Avvocato Pigato Chiara, foro di Bassano del Grappa; Avvocato Castrale Stefano, foro di Torino; Avvocata Collenea Isernia Alessandra, foro di Venezia; Avvocata Giulia Virdis, foro di Parma; Avvocato Pellegrino Davide, foro di Torino; Avvocata Bonafé Maria Ester, foro di Como; Francesca Cimino, dottoranda, Venezia; Martinelli Marco, dipendente, Milano; Avvocato Marchio Marco, foro di Torin; Avvocata Di Rosa Daniela, foro di Torino; Gennaro Avallone, ricercatore,Università di Salerno; Avvocata Nadia Buso; Avvocata Serena Terzuolo; Avvocata Monica Checchin; Avvocata Elisa Costanzo; Stefano Galieni, giornalista; Annamaria Rivera, antropologa, già docente nell’Università di Bari; Casaccio Valentina; Avvocata Alessia Pasero, foro di Torino; Avvocato Antonio Guarascio, foro di Torino; Avvocato Lamarucciola Antonio, foro di Como; Avvocata Cischino Emanuela, foro di Saluzzo; Carlo Della Pepa, Medico Ricercatore Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco – Università di Torino; Cestonaro Gaetano, medico, Ivrea, Maurizio Acerbo - segretario Rifondazione comunista-Sinistra Europea;
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Il Volo - each day is filled with amazing news! / ogni giorno è zeppo di notizie stupende!
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Il Volo - each day is filled with amazing news! / ogni giorno è zeppo di notizie stupende!
Dall’Eurovision alla data zero del tour Notte Magica de Il Volo in Italia: musica, arte, esibizioni, ogni giorno e in ogni dove! Non perdetevi le notizie! - Leggi in Italiano. From Eurovision to the Stage Zero of the Notte Magica tour of Il Volo in Italy: music, art, performances, everyday and everywhere! Don't miss the news! - Read in English.
#Abruzzo Live#Eurovision 2017#Evgeni Plushenko#Francesco Gabbani#Grande Amore#IC Garibaldi#Ice Gala Plushenko and Friends#Il Volo in Brasil#Il Volo in Guadalajara#Il Volo in Mexico#Marina Tese#Notte Magica Tour#Piero Barone#Stefano Tese#UOL Entretenimento
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Storia Di Musica #75 - Skiantos, Kinotto, 1979
L’album di oggi, per una volta, non lo voglio ricordare per la perfeziona tecnica con cui è suonato, per la maestria del cantante o dei musicisti, per i successi di vendite. Lo voglio ricordare invece perchè rappresenta l’apice di un periodo dove un gruppo di giovani, che giocavano sull'irriverenza e sulla decostruzione dell’immaginario sociale, innestanto la musica di demenzialità, termine da loro coniato, ma che dietro lo spirito da deficienti nascondeva riflessioni niente male su quel tempo. Bologna, 1977: la prima generazione di laureati al DAMS, gli anni di piombo, un clima pesante di tensione. Uno di loro, Roberto “Freak” Antoni si è appena laureato con una tesi sui Beatles e vuole mettere su un gruppo, formato da 5 cantanti e 5 musicisti e un batterista, tutti dalla tecnica perlomeno discutibile. Grazie alla Harpo’s Bazaar di Oderso Rubini, nel 1977 gli Skiantos pubblicano Inascoltabile: in un miscuglio grezzo di rock’n’roll e ironia trasgressiva, la musicassetta (un cult per i collezionisti, poi ristampata in LP due anni dopo), prende spunto dalla ruvidezza e l’immediatezza punk in cui sono iniettati i testi clamorosamente non-sense di Antoni. Nel 1978 la band si assesta nella sua formazione storica: Freak Antoni, Andrea “Jimmy Bellafronte” Setti, Stefano “Sbarbo” Cavedoni, il bassista Frankie Grossolani, i chitarristi Fabrio “Dandy Bestia” Testoni e Andrea Bellombrosa, fino al leggendario batterista Leo “Tormento Pestoduro”. Nel 1978 passano alla Cramps di Gianni Sassi, e unici della loro generazione a parlare la stessa lingua dei ragazzi: pubblicano prima il singolo Karabigniere Blues\ Io Sono Un Autonomo e l’album Mono tono, reso celebre dalla prima “hit” Sesso&karnazza. Iniziano anche ad esibirsi in live diventati di culto perchè spesso gettavano loro ortaggi al pubblico, e in questo senso storica fu la loro esibizione al festival Bologna Rock del 1979 dove la perfomance della band consistette in un adunata sul palco, la costruzione di una cucina e la cottura di una pastasciutta: ai conseguenti fischi e urla del pubblico, Antoni rispose con “Non capite un cazzo: questa è avanguardia, pubblico di merda”. Sempre nel 1979, prodotto nientemeno che da Paolo Tofani degli Area, pubblicano il loro disco più bello e famoso: Kinotto. Seppur con il loro dissacrante stile, Kinotto contiene alcuni pezzi che nel loro piccolo hanno fatto la storia della canzone italiana, soprattutto per l’immaginario mitico dei testi: Mi Piacciono Le Sbarbine (Non posso farci niente (mi piaccion le sbarbine)\mi sento deficiente\ (yeah, yeah, yeah)\ lo so che non conviene\ (oh no mai)\però voglio starci assieme\ (oh yes), Kinotto (un kinotto ogni due ore fa passare il malumore), Freezer (con il leggendario verso “Stare solo mi fa bene ma poi mi rompo i coglioni”, il rock di Se Mi Ami Amami, il leggendario Gelati, “che costano milioni”. Musicalmente il disco è un portento rispetto ai precedenti, anche per amalgama del gruppo, che tenta anche una partecipazione al Festival di Sanremo ‘80 con Fagioli, che compare nelle successive ristampe di Kinotto. Dopo il brutto Pesissimo, Freak Antoni tenta la carriera solista con la musica swing e lo pseudonimo di Beppe Starnazza. Gli Skiantos nel 1984 tentano una nuova formula con Ti Spalmo La Crema (dalla comica copertina) ma i tre rimasti (Antoni, Cavedoni e Setti) stentano. La band si scioglie. Ma dura poco: nel 1987 il ritorno vero, con il classico Non C’è Gusto In Italia Ad Essere Intelligenti, forse quello musicalmente meglio suonato, con canzoni culto come Rantola Ancora, Sono Un Ribelle Mamma e Gli Italiani Sono Felici. Nel frattempo una band che secondo la leggenda si ispira a loro, gli Elio E le Storie Tese (nome che sarebbe un omaggio ad un verso di Eptadone, citando le «storie pese» presenti nel talkin' iniziale) li sorpassa in forza e soprattutto successo, relegando il ricordo degli Skiantos nel sottobosco dei soli appassionati. Un ultima breve stagione di ribalta la hanno con la partecipazione come resident band alla trasmissione televisiva a Colorado con Diego Abatantuono, prima che un male incurabile aggravasse le condizioni di Freak Antoni che ci lascia nel febbraio 2014. Rimangono un gruppo dalle idee si demenziali ma dallo spirito unico, dalle genialate uniche e che sono stati, loro malgrado, i papà dell’alluvione di cabarettismo musicale: Sebbene cantassero: Se hai del sangue nelle vene se hai midollo nelle ossa son finite le tue pene con il rock avrai la scossa Il rock ti da lo shock Il rock ti da lo shock Il rock ti da lo shock Faccio un rock banale perché sono un animale ma che gran tedio ci dev'essere un rimedio (il Rock Ti Dà Lo Shock).
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Magazzino San Salvario, l'esordio omonimo della band cantautorale torinese
I Magazzino San Salvario si proclamano esponenti del cosiddetto “Grunge Cantautorale”, un mix di rock graffiante e testi che si inseriscono nel solco della miglior tradizione della musica d’autore italiana. L’idea di fondo è quella di riportare al centro l’idea di canzone nella sua essenzialità, togliendo tutto ciò che è superfluo con il preciso intento di emozionare nella maniera più diretta possibile. Un ritorno alle origini della musica dal vivo, tecnicamente ineccepibile, senza fronzoli, ma dritta al cuore degli ascoltatori.
L’album si compone di dieci tracce per 40 minuti intensi, firmati da Stefano Caire, cantante e bassista del gruppo, e sono stati arrangiati dai Magazzino San Salvario insieme al produttore Pietro Giay. Il disco è impreziosito dai featuring di alcuni artisti di spicco della scena musicale cittadina e nazionale, quali Federico Sirianni e Renato Tammi, e dai cori di Roberta Bacciolo, Elena Bacciolo e Robertina Magnetti.
BIO
I magazzino San Salvario sono composti da Stefano Caire (basso e voce), Giovanni Caire (chitarre), Dario Scotti (tastiere e voce) e Massimo Tiso (batteria). In particolare Stefano Caire nel corso degli anni ‘90 e primi Duemila è stato un protagonista attivo della scena musicale torinese, militando in formazioni come Mau Mau, Loschi Dezi e Karamamma, collaborando e dividendo il palco con molti dei principali artisti della scena cittadina e nazionale (dai Subsonica agli Elio e le Storie Tese, tanto per citarne alcuni). Inoltre è autore di saggi musicali e voci di storia della musica per alcune delle più prestigiose enciclopedie italiane.
Prima ancora che il nome del gruppo, Magazzino San Salvario è soprattutto un luogo fisico e reale, situato nel cuore dell’omonimo quartiere torinese, dove quattro amici di vecchia data, a partire dal gennaio 2020, hanno ridato forma e sostanza alla loro voglia di suonare e fare musica. Il progetto è cresciuto poi in clandestinità, durante il periodo del lock down, con la produzione di un ampio repertorio di musica inedita ed originale.
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ASOIAF characters and music: Italian!AU edition. As serious or as crack as you like ;) Does Jon ever have that phase where he avoids Italian music like the plague because he thinks all the old stuff is too sappy and all the new stuff is too shallow? Does Ned ever try to get any of his kids into PFM?
OKAAAAAY
jon: absolutely has that phase but then relents when he has to admit to himself that de andré is not sappy, also the only ones he admits to liking are modena city ramblers but he goes to every damned concert from i tre allegri ragazzi morti and you know it
ned: absolutely loves pfm and totally tried to get the kids into it but bran was the only one who caught on it 100% in the sense that he likes pfm in itself, he also loves banco del mutuo soccorso and eugenio finardi u can’t take it from me
cat: more into old time ladies ie mina, mia martini and the likes but also likes luigi tenco, de andré and lucio battisti and most likely had a girlcrush on gianni morandi
robb: actually likes de andré and pfm with de andré just not on their own, totally goes to the primo maggio concert every year even if he thinks it’s not what he once was, totally does not hide the fact that he’s 100% into alex britti’s stuff ESPECIALLY the corniest
sansa: oh god she probably likes all those new girl singers that are actually good but not my thing so PROOOBABLY elisa, malika ayane and the likes
arya: 100% caparezza stan but also likes bluvertigo, verdena and all of that scene
bran: obv. into pfm but he still prefers jazz/classical stuff, so he prob. also likes jazz musicians ie fabrizio bosso, paolo fresu and stefano di battista
rickon: def. also into caparezza and rap music, 100% was into er piotta when he was a kid without understanding supercafone now his favorite band is nanowar of steel BC YOU KNOW IT WOULD BE
bonus: all the stark kids argue about music BUT it all ceases when some cristina d’avena cartoon opening comes up same as everyone in this au under the age of twenty and IT DOESN’T MATTER WHO IT IS EVERYONE LOVES CRISTINA they totally went to one of the concerts with gem boy
theon, who also gets roped into cristina d’avena singalongs when he says he hates it but secretly doesn’t: also a not so secret elio e le storie tese fan, he’s very secretly into i balordi but he’d not tell anyone with a gun to his head,
brienne: probably into de andré as well but would also like fiorella mannoia, everyone is surprised that she DOESN’T like gianna nannini, no one knows she knows the entire discography of elio e le storie tese by heart but SHE DOES and she loathes sanremo bc they never won and it’s a travesty, also had a crush on ligabue when she was young I don’t make the rules
jaime: being from genova as stated xD he’s def. into de andré even if tywin loathes him for it AND he actually relates personally to the man for THAT lmao, he’s not particularly into britti but when someone told him that mi piaci was his and brienne’s signature song he didn’t disagree bc he has a sense of humor, doesn’t like morandi’s music but sees him as a total role model for facebook trolling, most likely went to every ligabue concert in existence
tyrion: srs songwriters as in guccini/de andré/vecchioni FOR SURE, he also likes giorgio gaber very much and lately he’s into francesco gabbani u know he is
cersei: .. gives me loredana berté vibes but not in the fun sense
stannis: still mostly into classical but will make the de andré exception bc de andré >>>> the rest
davos: he prob. spent a lot of time when he was young around both modena city ramblers concerts, 99 posse concerts, guccini concerts and nomadi concerts and if you tell me that his favorite song isn’t la locomotiva U R WRONG
oberyn: most likely went to every renato zero concert in existence and he won’t hear anyone disrespecting il triangolo excuse me
loras and renly totally went to every tiziano ferro concert they could together
jonc: also into de andré (if he didn’t have FEELINGS listening to andrea u r wrong), definitely also goes to nanowar concerts because they’re fun, actually hates renato zero, probably also ran into brienne at the elio e le storie tese concerts
asha is 100% into punk sound against and punkreas
balon is literally the only one who genuinely likes vasco rossi and yes THIS IS BECAUSE SOMEOEN FANCASTED VASCO ROSSI AS BALON ONCE AND IT WAS GLORIOUS
sam actually likes alex britti best poor soul
... PHEW
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Non l’avevo mai vista nuda, mi vergognai. Oggi posso dire che fu la vergogna di poggiare con piacere lo sguardo sul suo corpo, di essere la testimone coinvolta della sua bellezza di sedicenne poche ore prima che Stefano la toccasse, la penetrasse, la deformasse, forse, ingravidandola. Allora fu solo la tumultuosa sensazione di sconvenienza necessaria, una condizione in cui non si può girare lo sguardo dall’altra parte, non si può allontanare la mano senza riconoscere il proprio turbamento, senza dichiararlo proprio ritraendosi, senza quindi entrare in conflitto con l’imperturbata innocenza di chi ti sta turbando, senza esprimere proprio col rifiuto la violenta emozione che ti sconvolge, sicché ti obblighi a restare, a lasciarle lo sguardo sulle spalle di ragazzo, sui seni coi capezzoli intirizziti, sui fianchi stretti e le natiche tese, sul sesso nerissimo, sulle gambe lunghe, sulle ginocchia tenere, sulle caviglie ondulate, sui piedi eleganti; e fai come se nulla fosse, quando invece tutto è in atto, presente, lì nella stanza povera e un po’ buia, intorno il mobilio miserabile, su un pavimento sconnesso chiazzato d’acqua, e ti agita il cuore, ti infiamma le vene.
- E. Ferrante, L'amica geniale
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Elio e le storie tese, il figlio del cantante sul palco: "Sono autistico e ne vado fiero"
Elio e le storie tese, il figlio del cantante sul palco: “Sono autistico e ne vado fiero”
Il 12enne ha parlato durante il “Concertozzo” a Bergamo accanto al padre e all’amico Nico Acampora, inventore della pizzeria… “Sono autistico e ne vado fiero”: queste le parole pronunciate da Dante Bellisari, il figlio 12enne del cantante Stefano della band Elio e le storie tese, sul palco del ‘Concertozzo’ all’Arena Fiera di Bergamo. Emozionato ma… Read MoreVipToday
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Martín Chambi, fotógrafo dos mundos andinos
A actividade fotográfica é o proceso técnico e imaxinativo que abrangue ser testemuña dun feito, dun tempo, e abrirse á creatividade estética. A mostra de instantáneas sobre o Perú que agora ofrece Fotocolectania brinda a oportunidade de percibir os xeitos cos que se plasma a dignidade de poboacións quechuas que antano (e hogano?) foron desprezadas. Martín Chambi emprega a fotografía para reivindicar o seu, o “nós” colectivo andino.
Lito Caramés
Martín Chambi, El Barrio Oriental de Machu Picchu y, al fondo, el Huayna Picchu, 1928
Martín Chambi i els seus contemporanis. Els Andes fotografiats. Fundación Fotocolectania
La colección se estructura en cuatro áreas principales, primero en fotografía contemporánea, luego lo vintage o clásico que va desde fotografía francesa del siglo XIX hasta la peruana de las primeras décadas del XX, en tercer lugar tenemos un archivo importante de placas de vidrio y negativos flexibles donde se encuentran 15 fondos de fotógrafos diferentes (Declaracións de Jan Mulder sobre a súa colección de fotografía, 2019).
Actualmente, nestes meses centrais do ano 2022, momentos nos que semella que a Pandemia vai quedando atrás (e mentres a guerra provocada por Putin asola Ucrania), a Fundación Fotocolectania presenta unha mostra moi atractiva e interesante: a visión das realidades do Perú na primeira metade do século XX: Martín Chambi i els seus contemporanis. Trátase da presentación pública dun cento de fotografías tomadas polo que se considera o fotógrafo máis importante do Perú (daquel tempo), e mais por coetáneos seus que retrataron as mesmas realidades.
As imaxes -todas copias de época, mormente de 18x24 cm. (agás moi poucas que houbo que reproducir de novo)-, pertencen á Colección Jan Mulder. Esta colección nace no ano 2002 co gallo de promover a fotografía actual e tamén conservar e dar a coñecer a fotografía dos séculos XIX e comezos do XX. En vinte anos xa se considera a máis grande escolma de fotografías do Perú e unha das principais de América Latina.
A mostra Martín Chambi i els seus contemporanis. Els Andes fotografiats conta tamén con instantáneas de fotógrafos tan coñecidos como Irving Penn, Eugene Harris, Werner Bischof, Robert Frank; e por suposto peruanos como Pierre Verger, Max T. Vargas, Luigi Gismondi ou Manuel Mancilla. Para redondear a oferta, a exposición está comisariada por Andrés Garay, curador sobre fotografía peruana e especialista en Martín Chambi, sobre quen xa organizou varias exposicións, escribiu libros e fixo a súa tese doutoral; e mais por Stefano Klima, fotógrafo, xestor cultural, e actual director da Colección Jan Mulder.
Na actualidade e en ámbitos ben diferentes, o fotógrafo de orixe peruano máis recoñecido internacionalmente é Mario Testino, un dos máis importantes fotógrafos de moda da actualidade. Un dos feitos que máis lle axudou a catapultarse á fama foi cando a revista Vanity Fair lle encargou que retratase á princesa Diana de Gales.
Martín Chambi, El indio y su llama, 1923
Martín Chambi e Cuzco. Reivindicación dos mundos incaicos
He leído que en Chile se piensa que los indios no tienen cultura, que son incivilizados, que son intelectual y artísticamente inferiores en comparación a los blancos y los europeos. Más elocuente que mi opinión, en todo caso, son los testimonios gráficos. Es mi esperanza que un atestado imparcial y objetivo examinará esta evidencia. Siento que soy un representativo de mi raza; mi gente habla a través de mis fotografías. (Martín Chambi, 1936).
Martín Chambi Jiménez (1821-1973) provén do mundo labrego peruano, próximo ao lago Titicaca. Trátase, por tanto, dunha persoa nada no seo das comunidades quechuas, tan abundantes nos Andes peruanos e bolivianos. Logo marcha a Arequipa para estudar fotografía, onde recibe a mestría do coñecido fotógrafo Max T. Vargas. E en 1920 xa está instalado definitivamente no Cusco, a antiga capital incaica e centro moi atractivo xa daquelas (máxime despois do achado dos restos arqueolóxicos do Machu Picchu). Perante a súa longa vida as súas creacións fotográficas xa foron presentadas por todo o Perú, en Bolivia, Chile, España ou Arxentina, o que demostra o recoñecemento que xa lle foi dispensado mentres vivía. Publicou as súas instantáneas en varias revistas de América Latina, e tamén na internacional National Geographic. As súas fotos formaron parte de guías turísticas así como de postais -vedute- dos restos incaicos e da vida indíxena. Actualmente en Lima consérvase (en mans da familia) o Archivo Fotográfico Martín Chambi, que conta con arredor de 30,000 placas así como de máis de 12,000 fotografías en carretes.
Afortunadamente, nestes meses, a Fundación Fotocolectania de Barcelona presenta as creacións deste fotógrafo pioneiro na exposición que leva por título Martín Chambi i els seus contemporanis. Els Andes fotografiats. Unha oportunidade especial para descubrir un mundo digno e auténtico.
No ano 1911 o arqueólogo Hiram Bingham e compañía descobren os restos arqueolóxicos do enclave que se coñecerá como o Machu Picchu. Dous anos despois -xa un pouco limpados os lugares daquela fantástica montaña- o mesmo arqueólogo tomará as primeiras instantáneas do xacemento, provocando o asombro no mundo ao ter que aceptar a existencia de civilizacións avanzadas no que antes só era o “Novo Mundo”, lugares sen altos niveis de organización humana e tecnolóxica. Pois ben, no ano 1924, Martín Chambi viaxa ao Machu Picchu, en condicións seica dificultosas, e será a segunda persoa en captar coas súas cámaras imaxes dese emprazamento, permitindo máis coñecemento da riqueza incaica. A visita ao Machu Picchu repítea Chambi en 1928 cun elenco de personalidades do Cusco (profesores, pintores, poetas, arqueólogos, escritores, ...), e volve retratar aquelas paisaxes, imaxes que rematan nas páxinas da revista do National Geographic. Desde entón o seu xeito de traballar mudará para sempre. A súa fotografía ganará en calidade por mor dos seus intereses no traballo da luz, no control dos espazos, nos estudados enfoques.
Martín Chambi, Joven indígena en estudio. 1923
Chambi elaborará, como xa se dixo, moitas vedutas, vistas do Cusco e arredores (da ciclópea fortaleza de Sacsayhuaman, por exemplo) que venderá para postais e para publicar en libros e guías turísticas deses lugares. Aínda que as viaxes a aqueles lugares -anos 30 e seguintes- non se facían en condicións confortables, comezaron a ser centros de atracción turística. As fotografías que Chambi irá tomando de paisaxes, restos arqueolóxicos e persoas sempre se vestirán de dignidade, sempre procurará reivindicar, con orgullo, o pasado incaico como tempos de esplendor. Tómese como exemplo a fortaleza de Sacsayhuaman, que domina o Cusco, verdadeira demostración de dominio arquitectónico e de enxeñería da civilización que logrou erguer tan desmesurados muros e construcións (que en quechua significa falcón satisfeito). É esta unha das características definidoras da creatividade de Chambi: rescatar o pasado antes da chegada dos europeos e a reivindicación dos modos de vida coetáneos, actuais. Nas súas fotografías as persoas indíxenas sempre aparecen como cidadáns de primeira, orgullosos de ser quen son; non como elementos que forman parte de mundos empobrecidos, embrutecidos. Iso xa se recolle no escrito do propio fotógrafo -ano 1936- co que se abre este apartado.
Na mesma liña, Chambi fará -ao longo da súa vida- bastantes autorretratos, imaxes que aproveita para presentarse como o que é: persoa dunha comunidade do Perú formada, orgulloso de seu, que é quen de traballar nun oficio que require especialización técnica. Son autorretratos reivindicativos. Estas liñas acompáñanse coa imaxe do propio Martín Chambi montado na motocicleta de Mario Pérez Yáñez (unha Indian, a primeira moto que circulou polos camiños do Cusco); nela vese un home de face escura, con traxe, disposto para o seu cometido: retratar o seu mundo, o seu “nós” colectivo.
Martín Chambi. Autorretrato con la moto de Mario Pérez Yáñez. Cuzco,1934
Martín Chambi, retratos. Pictorialista? Fotógrafos coetáneos
Entonces en la escala de la tierra he subido / entre la atroz maraña de las selvas perdidas / hasta ti, Macchu Picchu. / Alta ciudad de piedras escalares, / por fin morada del que lo terrestre / no escondió en las dormidas vestiduras. / En ti, como dos líneas paralelas, / la cuna del relámpago y del hombre / se mecían en un viento de espinas. / Madre de piedra, espuma de los cóndores. (Pablo Neruda, fragmento do poema Machu Picchu, 1945).
Nas salas de Fotocolectania -na exposición Martín Chambi i els seus contemporanis. Els Andes fotografiats- é doado contemplar outra das fasquías do traballo que Chambi executaba no seu estudo do Cusco: os retratos no obradoiro. Pero non se trata só ou especialmente de retratos da burguesía local, que procura nas súas imaxes o referendo das súas privilexiadas situacións sociais; a testemuña do seu paso polo mundo. Chambi fará moitos retratos a persoas de comunidades indíxenas, a quechuas coa súa identificación fision��mica, coas súas indumentarias propias. Esas persoas non procuraban a testemuña de elevadas posicións sociais, non as tiñan. E menos naqueles anos. Por que, logo, eses retratos? Parece ser que era o fotógrafo -Chambi- quen pedía a esas persoas veciñas súas que viñesen ao seu obradoiro para ser captados coa dignidade que lle confería o xeito de ser persoa.
Acompaña estas liñas a fotografía de 1923, Joven indígena en estudio. O rapaz que accedeu a ser fotografado, é presentado por Chumbi de maneira que os xogos de luz reforzan a dureza do rostro; de pé, algo xirado, ofrece o poncho e o chullo como as súas identidades artesanais que o conectan con séculos e séculos de pasado comunitario e de lingua. Digno membro da súa etnia. Alá polos anos 60 e 70 do pasado século Paolo Gasparini, fotógrafo italiano radicado en Venezuela, retrata e denuncia realidades por toda América do Sur, con outras perspectivas. Aínda máis recentemente, Claudia Andujar apostou pola defensa fotográfica e social das comunidades yanomamis do Amazonas brasileiro.
Que pensarían aquelas persoas do Cusco e arredores ás que Chambi subía ao seu obradoiro para retratalas? Coidarían que a imaxe lles ía roubar a alma? Casos paralelos hai abondo. O antropólogo italiano Boggiani, emigrado a Suramérica, foise (en 1902) ao Gran Chaco (Paraguay), coa súa cámara, e non regresou. Buscado polas autoridades foi atopado o seu sepulcro. O cadáver tiña signos de violencia, a cabeza separada do corpo. Tamén estaba enterrado o instrumento infernal: a cámara fotográfica. Os chamacocos non consentiron que aquel afable explorador se quedase coas súas imaxes, que lles roubase as ánimas. E Richard Avedon, o gran retratista, afirmou: Un retrato fotográfico é unha imaxe de alguén que está sendo fotografado (…) Se cada fotografía che rouba un pouco da alma, non é posible que eu estea deixando partes da miña ánima cada vez que tomo unha fotografía?
Max T. Vargas, Balsas en Lago Titicaca, Puno, 1900
Tería problemas Chambi para retratar a esas persoas de comunidades quechuas?
Por outra parte, todo encamiña a pensar que Martín Chumbi -conquistado por aqueles impresionantes paisaxes e mais polas persoas que os habitaban e traballaban- deixouse ganar pola tentación de elaborar composicións e encadres próximos ao que se coñece como a fotografía pictorialista, aquela que procura que as súas imaxes semellen pinturas (nos comezos da fotografía, o xénero que gozaba de prestixio era o pictórico). A imaxe El Indio y su llama (1923) pode servir de exemplo desas tentacións que sentiu Chambi. O forte contraluz e o contrapicado axiganta persoa e animal, así como magnifica ese ceo tan, tan azul do altiplano, riscado por nubes de nívea brancura.
Para que a aproximación ao Perú da primeira metade do século XX, a Fundación Fotocolectania acompaña as instantáneas de Martín Chambi con outras -tamén da colección Jan Mulder- de fotógrafos peruanos e algunhas máis de fotógrafos vidos de Europa ou América do Norte que se deixaron cativar polo engado das culturas andinas, pasadas e presentes. Hai, por exemplo, imaxes captadas polo seu mestre, Max T. Vargas, así como por profesionais da talla de Irving Penn, que estivo no Cusco e arredores no ano 1948 e deixou pegada nas imaxes de rúas, paisaxes como de estudo (como a que se pode ver no apartado de “biografy” dentro do portal web da súa fundación. Ou, tamén, a que se mostra nesta reseña, de Eugene Harris: Niño peruano con flauta (Flute Player), de 1954, fotografía que foi premiada e lle deu recoñecemento internacional.
A exposición Martín Chambi i els seus contemporanis. Els Andes fotografiats é unha magnífica oportunidade de coñecer outras olladas a realidades afastadas no espazo e no tempo. Un xeito de abandonar a comodidade occidental.
Lito Caramés
Eugene Harris, Niño peruano con flauta, 1954
EXPOSICIÓN: Martín Chambi i els seus contemporanis. Els Andes fotografiats
Fundacion FotoColectania
ata o 12 de xuño de 2022
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I&f RotoWeb Illustrato novembre 2021 "SudWave" Dal 15 al 18 dicembre, tra Parigi e Arezzo, SudWave torna in presenza, per far scoprire la migliore musica del Sud Europa. Nel programma, incontri di approfondimento, concerti, lo speciale premio a Stefano Belisari in arte Elio, leader del complesso Elio e le Storie Tese. Venerdì 19 novembre 2021 la conferenza stampa di presentazione in anteprima del vinile “Dante Rock”, un modo alternativo per celebrare l’anniversario dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Partito come un concorso aperto a tutti i musicisti italiani, sfidati a trarre una canzone da parole e versi di Dante con più di 150 proposte da tutta Italia, ha ampliato i propri obiettivi, coinvolgendo artisti famosi che hanno composto anch’essi opere originali dai testi di Dante. Le canzoni sono adesso in un vinile disegnato da Luca Ralli e saranno eseguite il 17 dicembre al Teatro Petrarca di Arezzo. Il progetto SudWave, inserito nelle iniziative curate dalla Regione Toscana “Dante o Tosco” è stato ideato da Fondazione Arezzo Wave Italia in collaborazione e con il sostegno di Regione Toscana, Comune di Arezzo, Fondazione Guido D’Arezzo, Provincia di Arezzo, Fondazione Intour, Nuovo IMAIE, Fondazione Sistema Toscana Riccardo Rescio per Italia&friends Palazzo del Pegaso Regione Toscana Venerdì 19 novembre 2021 #tuttoilbelloeilbuonochece Chiarello Puliti & Partners [email protected] I&f RotoWeb Illustrato novembre 2021 https://italiaefriends.wordpress.com/2021/11/01/if-rotoweb-illustrato-novembre-2021/?preview=true (presso Regione Toscana) https://www.instagram.com/p/CWdNfSrMIup/?utm_medium=tumblr
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Il fascio-leghismo avanza ed è pericoloso ignorare i rischi per la democrazia di Claudio Visani A Predappio (Forlì) il sindaco civico-leghista, Roberto Canali, ha deciso nell'estate scorsa, dopo un incontro col pronipote di Benito Mussolini - Caio Giulio Cesare Mussolini - di dare l'assenso dell'amministrazione comunale alla riapertura permanente della cripta del Duce. Che, ha detto, "è una importante volano del turismo per la nostra città". Ad Acquasanta Terme, dove nazisti e fascisti l'11 marzo 1944 trucidarono 42 persone, il sindaco di Ascoli Piceno (città Medaglia d’oro al Valor Militare per Attività Partigiane), Marco Fioravanti, di Fratelli d'Italia, il 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma, partecipa a una cena promossa con depliant e menù in cui campeggiano il ritratto di Benito Mussolini, un'immagine del fascio littorio, un'aquila sovrastata dal logo di Fratelli D'Italia e la scritta "Dio, Patria e Famiglia". Poi, una volta finito nella bufera, si scusa dicendo che - povero - non aveva visto i menù, che se li avesse visti se ne sarebbe "andato via immediatamente”, perché la sua giunta di centrodestra "è distante da nostalgie antidemocratiche" A Brisighella (Ravenna) la giunta di centrodestra - ma più fascio-leghista che di centrodestra - del sindaco Massimiliano Pederzoli, il 2 novembre, giorno dei morti, ha voluto commemorare "tutti i Caduti per la Patria" depositando, come informa una trionfale nota di Fratelli d'Italia, "una corona d'alloro alla cappella degli Alpini della Famiglia Broggi ... dove sono sepolti 16 Caduti Alpini della Divisione Monterosa della Rsi" (la Repubblica di Salò, ovvero il governo fantoccio che Hitler impose nel tentativo di resuscitare Mussolini, il fascismo e per impadronirsi dell'Italia del Nord). Questo, continua la nota, "per rispondere a quei valori di Unità Nazionale, libertà e amore per la Patria in cui crediamo”. In precedenza la nuova giunta di Brisighella - città dei sette cardinali, dello strapotere Dc ma anche di una radicata e bella storia di sinistra e antifascismo - aveva debuttato disertando il 4 agosto scorso la commemorazione dei cinque Martiri di Casale (cinque giovani trucidati dal nazi-fascisti il 4 agosto 1944), negando il patrocinio alla commemorazione della battaglia di Purocielo (una cinquantina di partigiani caduti in un eroico scontro con i tedeschi), mandando solo un silente consigliere a ricordare l'eccidio di Santo Stefano di Zerfognano (cinque civili trucidati il 25 settembre 1944 dagli uomini della Brigata Nera e delle SS), e anche negando al Pd lo spazio pubblico dove da diversi anni organizzava la Festa dell'unità. In compenso, il 4 novembre, giornata delle Forze Armate, ha "imbandierato" con un Tricolore di luci la Torre dell'Orologio, uno dei Tre Colli che caratterizzano il bel borgo medievale romagnolo. Dite: "che sarà mai?". "Solo polemichette di paese!". Oppure: "I soliti comunisti e allarmisti!". "Il popolo sovrano li ha votati quindi hanno ragione!". Sarà, ma a me sembra che ci sia di che essere preoccupati. Questi tre episodi sono solo gli ultimi di una lunga serie di gesti, parole e scelte del fascioleghismo dilagante tese a dimenticare o riscrivere la storia e a sdoganare definitivamente l'estrema destra che si richiama ai simboli del fascismo e del nazismo. L'occhiolino e i favori a Casa Pound e Forza Nuova. Gli attacchi razzisti e xenofobi contro gli immigrati e i "diversi": omosessuali, zingari, ebrei, "comunisti", Laura Boldrini, Roberto Saviano. Gli slogan "prima gli italiani" e "pieni poteri". I continui richiami al Sovranismo, alla Patria e alla famiglia tradizionale ("Dio, patria e famiglia", ricordate?). E ancora: l'esibizione da parte del "Capitano" di rosari e vangeli, felpe della polizia e magliette della Pivert (la "linea dell'abbigliamento fascista"); le foto con i capi ultras e altri brutti ceffi della destra estrema; il silenzio sui cori razzisti delle Curve Sud degli stadi; la pubblicazione del suo libro intervista con l'editore di CasaPound; i "me ne frego" ricorrenti. Significa che se Salvini e Meloni si prendono anche l'Italia rischiamo di ritrovarci nel fascismo? Gli storici si affannano a spiegare che il fascismo come l'abbiamo conosciuto non tornerà. E probabilmente hanno ragione. Difficile pensare all’olio di ricino. E non mancano gli antidoti democratici alla deriva autoritaria. Resistere, resistere, resistere: certo. Ma bisognerà pur dirlo che anche le dittature si evolvono. Che possono presentarsi in abiti moderni e in forme che forse non riusciamo nemmeno a immaginare. Continuare ad ammiccare, banalizzare, sottovalutare è molto, molto pericoloso. Continuare a dire, come fanno anche autorevoli esponenti della sinistra, che la Lega "è un partito democratico". Scrivere, come fanno certi opinionisti, che "il popolo che li vota ha sempre ragione e questa è la migliore garanzia democratica", è ancor più pericoloso. Il popolo italiano a suo tempo ha votato convintamente anche per Mussolini. In massa. E' abituato ad innamorarsi dell'uomo forte. Ed è tristemente conosciuto per un orribile detto del passato ancora drammaticamente attuale: "Franza o Spagna purché se magna". L'empatia del popolo con i leader del fascioleghismo non è di per sé garanzia di tutela democratica. Anzi. A me preoccupa l'affinità ideologica, culturale, psicologica e di linguaggio che sembra accomunare gli elettori che li votano a Salvini e Meloni. Anche perché nel frattempo il vento Sovranista soffia forte in Europa, ci sono Paesi come l'Ungheria e la Polonia dove al potere si sono insediati i teorici della "democrazia illiberale", e in Germania avanzano ovunque partiti e movimenti che si richiamano apertamente al nazismo. Umberto Eco scriveva dell’Italia e del suo “fascismo eterno”. Antonio Scurati l'ha ribadito nel suo monumentale "M". Non vorrei che fossero stati profetici.
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Particella 426 - Performance del collettivo Synap(see)
evento promosso in collaborazione con il Comune di Prato - Prato Urban Jungle
Il collettivo Synap(see) sabato 8 maggio 2021, alle ore 17.00 in via Galileo Galilei (parcheggio Porta Al Serraglio) realizza una performance artistica “a favore della giungla”. Gli artisti del collettivo saranno a Prato per piantare un “corniolo” come prima tappa di una nuova progettualità avviata simbolicamente lo scorso 21 novembre nella Giornata Nazionale degli Alberi che ha posto il tema “L’albero padre del cibo: verso una alimentazione sostenibile”. Prendendo in parola tale obiettivo il collettivo Synap(see) ha scelto di adottare simbolicamente il corniolo (Cornus mas) come albero rappresentativo del proprio agire nel territorio pratese. Pianta da frutto autoctona, generosa di bacche, e “autosufficiente”, essa cresceva copiosa tra i prati di queste zone.
La cura della terra, il rapporto con la natura, la vita del pianeta, la responsabilità ambientale sono tematiche di riferimento nella pratica fotografica del collettivo Synap(see). Dopo aver concluso un ciclo progettuale e di investigazione pluriennale raccolto nella trilogia ‘Parco, Fiume, Agro’, invitando a ripensare gli impatti e le contraddizioni della postura antropocentrica, oggi il collettivo ha avviato una nuova stagione di ricerca dedicata agli alberi. Quello tra albero e l’essere umano è un rapporto molto antico, sacro, fondante e testimoniato già in pitture rupestri e pietroglifi. Alberi le cui radici affondano nella terra e la cui corona si perde nel cielo. Alberi che rinascono ogni primavera e trasmettono il ciclo della vita e la sua caducità. Riconoscendo nella figura archetipa dell’albero un tramite significativo di riappacificazione con il mondo, la vita organica, e la madre natura, Synap(see) intende realizzare un programma di azioni esemplari tese a riaffermare la dignità dell’albero nella società.
Per queste ragioni il collettivo ha scelto di iniziare questa campagna in un luogo che negli ultimi anni si è distinto per la grande attenzione ai temi della riforestazione urbana e dello sviluppo sostenibile. Prato, primo Comune d’Italia ad aver adottato estensivamente specifiche norme tecniche nel Piano Operativo, coinvolgendo vari esperti nel tratteggiare una visione di crescita “bio-diversa” per il futuro. E il Comune collaborerà all’evento promuovendo la performance tramite i canali di Prato Urban Jungle, l’intervento partecipativo dalla concezione innovativa che impiega gli elementi naturali come strumenti attivi per favorire un ambiente urbano più sostenibile, più confortevole più attento alla salute dei cittadini.
A seguito della piantumazione simbolica Synap(see) ha avviato un’indagine sugli alberi monumentali presenti nel territorio pratese con il fine di realizzare un “censimento artistico” da condividere con la città e gli abitanti nella forma di installazione diffusa. Un modo per riportare attenzione su questi straordinari reduci e testimoni ambientali.
Collettivo Synap(see)
Il collettivo Synap(see) riunisce i fotografi Andrea Buzzichelli, Paola Fiorini, Antonella Monzoni, Stefano Parrini e Giovanni Presutti. In passato altri autori hanno “militato” nel gruppo ad esempio: Francesco Comello, Emanuela De Luca, Simone Mizzotti. Dal 2014 il collettivo ha scelto di farsi accompagnare nelle proprie attività dal curatore italo-belga Steve Bisson. Il collettivo Synap(see) si distingue per un deciso impegno per lo studio di conflitti territoriali, e per una forte capacità di iniziativa e di divulgazione indipendente. Nel 2018 ha concluso la mostra antologica ‘Un triennio di investigazione tra ambiente e fotografia’, che ha raccolto gli esiti di un ciclo progettuale di indagini fotografiche ambientali iniziato nel 2015, e che ha interessato uno spaccato significativo dell’Italia, passando per oltre 9 Regioni (dal Veneto, alla Campania, dall’Abruzzo alla Lombardia), 30 casi studio e decine di incontri pubblici.
Si ringraziano per il supporto: Vannucci Piante e Andrea Foligni videomaker !
Se ti interessa scoprire le novità sul progetto, puoi seguire il nostro ‘Diario degli Alberi’.
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Italiano quente e o campeão do turno entre PSG e mais dois: o guia do fim de semana internacional
Ainda líder, Milan recebe o Torino com transmissão do SporTV após perder invencibilidade para a Juventus. Atlético, Real Madrid e Barcelona tentam manter boa sequência na Espanha O fim de semana pelas principais ligas nacionais da Europa terá já um “campeão do outono”, como é conhecido o líder do Campeonato Francês ao fim do primeiro turno. Para a surpresa de muitos quando a temporada começou, pode não ser o Paris Saint-Germain, que precisa de uma combinação para assumir a ponta. Na Itália, o clima esquentou com a queda da invencibilidade do Milan, enquanto Barcelona, Real Madrid e Atlético tentam manter a sequência de bons resultados na Espanha. Não haverá rodada na Premier League. O fim de semana será dedicado à Copa da Inglaterra, como é tradição no início de janeiro. Na Alemanha, Bayern e RB Leipzig terão compromissos complicados, contra Borussia Mönchengladbach (sexta, 15h30) e Borussia Dortmund (sábado, 14h30), respectivamente. Veja a tabela do Alemão Confira os principais jogos da rodada na Europa: Juventus, de Cristiano Ronaldo, tenta se aproximar da briga pela liderança. Barcelona, de Messi, quer manter boa sequência, e PSG, de Mbappé, tenta voltar a vencer Infoesporte/ge.globo Sábado, 9 de janeiro CAMPEONATO ESPANHOL 14h30 – Granada x Barcelona, com tempo real no ge O Barcelona ensaia uma recuperação na temporada ao se manter invicto nos últimos sete jogos, com cinco vitórias no período. Na quarta-feira, venceu com propriedade o Athletic Bilbao no San Mamés com grande atuação da dupla Messi e Pedri, cada vez mais entrosada. Lenglet está suspenso, então o Barça terá provavelmente uma zaga jovem, formada por Mingueza e Ronald Araújo, contra o sétimo colocado do Espanhol, que tem um jogo a menos que o Barcelona, terceiro, com 31. Initial plugin text 17h – Osasuna x Real Madrid, com tempo real no ge O Real Madrid também vem em boa sequência, com sete vitórias e um empate em oito jogos. E tem um compromisso, em tese, mais tranquilo que o Barça, em visita ao vice-lanterna Osasuna. Carvajal é destaque por suspensão e, fora a lesão de Rodrygo, todos os demais estão disponíveis. O Real Madrid é o segundo, com 36 pontos, e segue à caça do líder Atlético, com 38 (e dois jogos a menos). Initial plugin text CAMPEONATO ITALIANO 16h45 – Milan x Torino, com transmissão do SporTV e tempo real no ge A queda da invencibilidade do Milan trouxe um molho a mais para a Série A. Como a Inter de Milão perdeu no meio de semana, a diferença segue de um ponto, mas Roma e Juventus aproveitaram para encurtar a distância. A chance de recuperação do time de Stefano Pioli será contra o Torino, 17º colocado, no San Siro, ao vivo no SporTV. Ibrahimovic, em recuperação de lesão, seguirá fora, enquanto Rafael Leão tentará manter o bom momento. Initial plugin text CAMPEONATO FRANCÊS 17h – PSG x Brest, com tempo real no ge Dois empates nos últimos três jogos (Saint-Étienne e Lille), e o Paris Saint-Germain corre o risco de não ser “campeão de outono”, um prêmio simbólico ao melhor do primeiro turno. Na prática não significa lá muita coisa, mas o PSG precisa recuperar o nível de exibições de outrora, agora com Mauricio Pochettino no comando, se quiser grandes conquistas na temporada. Neymar deve seguir fora contra o 10º colocado. Para terminar em primeiro, o PSG precisará vencer e torcer por uma derrota do Lyon para o Rennes. O Lille também está na briga. Domingo, 10 de janeiro COPA DA INGLATERRA 10h30 – Manchester City x Birmingham, com tempo real no ge Com a pausa do Campeonato Inglês, as atenções se voltam para a terceira fase da Copa da Inglaterra. O City receberá o Birmingham, apenas o 18º colocado na Segunda Divisão, dias depois de se garantir na final da Copa da Liga Inglesa com vitória sobre o Manchester United. O técnico Pep Guardiola poderá rodar o seu elenco para privilegiar a recuperação na Premier League. Outros jogos: Chelsea x Morecambe (Quarta Divisão), Marine (Oitava Divisão) x Tottenham, Manchester United x Watford (Segunda Divisão) e Aston Villa x Liverpool. Initial plugin text CAMPEONATO ITALIANO 16h45 – Juventus x Sassuolo A Juventus, quarta no Italiano, chega bastante animada para um duelo complicado contra o quinto colocado. O time voltou a jogar bem, derrubou o Milan no San Siro e não parece depender exclusivamente dos gols de Cristiano Ronaldo, que segue como artilheiro da Série A. Pirlo parece, aos poucos, encontrar o time no sistema de três zagueiros, explorando as boas fases de Chiesa e McKennie. No Sassuolo, vale ficar de olho em Boga e Caputo. Initial plugin text
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23 mag 2020 15:44
GIORNALISTI E TOGHE, “COMPARI DI MERENDE” – “LIBERO” SCODELLA LE INTERCETTAZIONI DELLE CONVERSAZIONI TRA MAGISTRATI E CRONISTI. CI SONO TUTTI: “BIANCONI È DEI SERVIZI”, “MILELLA STAI BUONA”, “CON TITO HO UN RAPPORTO” – FELTRI: “SIAMO DI FRONTE A UNA SORTA DI INQUINAMENTO CHE NON GIOVA NÉ AI MIEI COLLEGHI SCRIBI NÉ AGLI AMMINISTRATORI DELLA GIUSTIZIA”
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1 – UN INTRECCIO CHE ROVINA QUASI TUTTO
Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”
A noi le intercettazioni non sono mai piaciute perché vengono trascritte alla carlona e tradiscono spesso il pensiero degli intercettati. Ma in questo caso che attiene ai rapporti spesso stretti tra magistrati e giornalisti, ci pare doveroso informare i lettori di cosa avviene a loro insaputa: fra toghe e cronisti è normale si instauri un clima di rispettosa collaborazione, non è di questo che ci scandalizziamo. Il problema è un altro.
Quando pm e giornalisti diventano compari di merenda e intrecciano relazioni tese a incidere sulla corretta informazione, disinteressata, allora è bene che il pubblico sappia con chi ha a che fare.
È il motivo per il quale, violando principi ai quali crediamo, rendiamo noto un rapporto della Guardia di Finanza relativo a conversazioni tra uomini di giustizia e uomini della stampa, da cui si evince l' esistenza di una sorta di sodalizio che, se non è sporco, non è neanche pulito. Non è una novità che i redattori di giudiziaria pur di avere qualche dritta su vicende tribunalizie siano disposti a compiacere le fonti primarie in cambio di soffiate. Ciò avviene da sempre.
È accaduto anche a me di fare l' occhiolino a qualche investigatore per ottenere notizie riservate, per cui non mi metto ora a recitare la parte dell' anima candida. Tuttavia c' è un limite oltre il quale non si può andare onde non creare una sorta di complicità indigeribile. Chi ha voglia di leggere il resoconto presente in questa prima pagina si renderà conto che siamo di fronte a una sorta di inquinamento che non giova né ai miei colleghi scribi né agli amministratori della giustizia.
Quando poi apprendiamo che un alto rappresentante del potere giudiziario, parlando a ruota libera, ammette che Matteo Salvini sul blocco navale aveva ragione, però va comunque perseguito per questioni ideologiche, ci cascano le braccia e non soltanto quelle. E la nostra fiducia, già scarsa, in chi emette sentenze in nome del popolo italiano va completamente a farsi benedire.
2 – GIORNALISTI E MAGISTRATI, COMPAGNI DI MERENDE
Telefonate e chat pubblicate da “Libero Quotidiano”
11 aprile 2019
Telefonata in cui si riassume bene la maggioranza al Csm prima di quella attuale Rosso-Bruna. Poi nomine
Milella: L' Anm è a guida MI ed Unicost, c' è un Csm dove Mi
Palamara: No c' è pure Area
Milella: vabbè, si, voglio dire al Csm domina quest' alleanza Mi-Unicost-laici di centro destra, quindi secondo me le nomine che si faranno saranno tutte nomine influenzate da questa faccenda qua no
Palamara: almeno te non mi fare che non conosci la storia della magistratura cioè è chiaro che siamo in una consiliatura che è figlia o meglio ancora che sta in una fase storia dove Area era più numerosa e Area non disdegnava nella maniera assoluta gli accordi con MI e in particolar modo con la Casellati basta che ti riprendi qualche articolo tuo dell' epoca e ci fai il copia e incolla e te lo ritrovi ok? Essendo mutata la situazione è chiaro che il consiglio è il luogo dove si formano maggioranze () Area ha molto tra le virgolette lucrato nella precedente consiliatura oggi che partita vuole svolgere? Nella vicenda Ermini non si è sporcata le mani adesso che arriva il momento decisivo quello delle nomine che posizione prenderà?
Milella: Che posizione prenderà?
Palamara: Non è che possono andare dagli elettori e dire guarda che io non ti ho portato a casa a te perché hanno ancora gente importante da sistemare che gli dicono non c' è l' hai? Come direbbe Bruti è la corrente bellezza è così e vale per tutti e vale per loro.
Milella: Si Palamara: Tu devi fare un pezzo reale adesso inizia la partita vera, perché la partita vera inizia con Roma, c' è una grande attenzione su Roma perché viene dopo l' era Pignatone dopo tante cose e Roma comunque ha un effetto domino.
Milella: Roma sarà la prima decisa.
Palamara: comunque Roma o non prima cioè Roma c' è il problema di Lo Voi se viene Lo Voi, Prestipino va a Palermo.
Milella: il mio pezzo, se riesco a farlo, domina l' accordo MI Unicost e faranno man bassa di posti e io ti metto già a Torino..
Palamara: Mettimi a Roma e stai buona Milella: se mandano te a Torino che sei sotto il livello di anzianità loro potrebbero pure fare la mossa di mandare Cantone da qualche parte in modo da non fare i cattivi capito? Poi alla fine fanno pure un piacere a questo governo che glielo levano dai coglioni.
Palamara: appunto si Esplode il caso Palamara 29 maggio 2019 Milella chiama Palamara e riferisce che ha saputo dell' articolo leggendolo alle ore 01.30 di notte e dice di aver sbagliato a non averlo chiamato prima, ma a lei non avevano detto nulla dal suo giornale. Se avesse chiamato prima "l' avremmo scritta, ma non in questo modo".
31 maggio 2019
Milella chiama Palamara e lo avvisa che la giornalista Maria Elena Vincenzi sta andando sotto casa sua e gli dice che devono parlarne bene dell' intervista 29 maggio 2019 Amadori parla con Palamara. Dice che tramite Palamara vogliono far saltare Viola. Ha notato che è lo stesso GICO di Roma a svolgere le indagini e si domanda come mai De Ficchy (procuratore di Perugia, ndr) utilizzi la stessa pg. Continua asserendo che Paolo Ielo avrebbe detto ad un consigliere del Csm che teneva in pugno De Ficchy per delle intercettazioni relative a un commercialista indagato. Amadori riferisce che ha saputo che le carte inviate a Perugia (sul conto di Palamara, ndr) erano firmate da Ielo, Sabelli e Cascini e che gli stessi tre sono stati nominati dal suo consiglio grazie anche ai voti di Unicost.
7 maggio 2019 Bianconi chiama Palamara per fissare un incontro. Nessuna trascrizione Colloqui nei giorni successivi fra Palamara Lotti e Ferri: Trascrizione "Bianconi è la cassa di risonanza del gruppo di potere attuale".
16 maggio 2019 Palamara parla con Stefano Fava (pm a Roma) "Bianconi è legato ai servizi"
29 maggio 2019 Palamara parla con Legnini sulla necessità di riequilibrare gli articoli che sono usciti con Repubblica Palamara: e tu dici che con Liana lo posso fare?
Legnini: si ma Liana conta poco la dentro Palamara: no Claudio Tito
Legnini: Claudio Tito conta .. il tema è orientare il gruppo, adesso Repubblica su un linea diversa . Io non so il Fatto Quotidiano adesso La Verità, su cosa virerà perche la loro posizione è contro Pignatone.
Palamara: esatto Legnini: quindi c' è una operazione di orientamento Palamara: e allora devo parlà pure con Repubblica..
Legnini: se vuoi parlo io , ho rapporti al massimo livello dimmi tu.riflettici.
Palamara: io con Claudio Tito ho un rapporto
Legnini: lo conosci bene e allora parla con lui deve passare la linea della vendetta nei tuoi confronti.
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