#Sono nata donna
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la-scigghiu · 9 months ago
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Sono nata donna non l'ho chiesto, mi fu dato un foglio di via immacolato timbrato con il rosso del peccato ma sono io, oltre i seni e il sesso, femmina lo sarei anche ingessata e articolata nel nodo di una cravatta. Figlia del controsenso bambina dispotica, adolescente pudica adulta dolcemente erotica, nelle notti di luna, teneramente sadica. Nella disputa tra forze non ho genere mi declino come natura vuole. Ho un solo difetto, nuda non so stare senza aver voglia di ridurre in cenere chi si sofferma troppo a lungo a guardare sotto matasse di pelle immune all'imbroglio dei sensi il labirinto della mia bellezza vera.
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🔸Mirela Stillitano ~ ph. Carla van de Puttelaar
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ilpianistasultetto · 4 months ago
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MEDAGLIA D'ORO.
Ieri sera la Imane Khelif  ha vinto la medaglia d'oro nella finale contro la cinese Yang Liu. 
Sono contento. Non tanto per la medaglia di pugile, piu' come risarcimento morale, direi. Non un premio all'atleta ma un premio alla persona. Una specie di risarcimento morale per tutte le cose scritte e dette su di lei : " e' un uomo, ha il fisico e i muscoli da uomo. Una falsa donna col pisello tra le gambe che vuole vincere facile combattendo contro "donne femmine".
Ecco, tutti hanno parlato di Imane Khelif come atleta ma nessuno lo ha fatto pensando a Imane persona. Una bimbetta nata femmina che scopre di avere un problema fisico, un corpo che produce troppo testosterone rendendola ne' donna donna, ne' uomo uomo. Una donna dimezzata, una specie di fenomeno strano, da irridere, una donna che suscita solo battutacce, una da compatire. Una bimba che cresce tra mille complessi . Chissa' quanti maschietti avranno detto: "quella non la scoperei manco morto". Qualcuno si e' chiesto che vita d'inferno avra' passato Imane Khelif? I baci mancati, il sesso negato, le amicizie, la sofferenza di un padre e di una madre per gestire quella situazione?
Per questa volta, lo sport lo accantono e metto questa medaglia d'oro al collo di una donna. Una medaglia al coraggio di affrontare una vita che ha regalato mille avversita'. Una medaglia per tutte le donne che come lei vengono ripudiate da una societa' che fa enorme fatica ad accettarle.
@ilpianistasultetto
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blogitalianissimo · 4 months ago
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Fuori dal loop, che è successo? Che altro abbiamo combinato?
In breve, in questi giorni è nata una polemica perché la pugile Angela Carini avrebbe dovuto affrontare l'atleta algerina Imane Khelif.
I nostri politici (Salvini, La Russa ecc) e le testate giornalistiche (tra cui roba tipo la Gazzetta dello Sport, parliamone) hanno diffuso la fake news che l'atleta in questione fosse una donna transgender, e quindi avvantaggiata, insomma abbiamo vissuto dei giorni stracolmi di transfobia per poi scoprire che no, la pugile non è una donna transgender, ma è una persona intersex, ovvero: alla nascita presenta caratteristiche di entrambi i sessi, quindi nessuna teoria GIENDER ma si tratta proprio della biologia a cui i transfobici si appellano. Inutile dire che l'atleta in questione è da sempre sottoposta ad esami per sapere se è effettivamente avvantaggiata, e così non è, i suoi livelli di testosterone sono comunque bassi e le permettono di gareggiare contro altre donne, infatti ha già gareggiato in passato, e indovina in po', non si è manco classificata così alta nelle competizioni in cui ha partecipato.
A chiudere questo quadro già imbarazzante c'è la nostra pugile Angela Carini che si è ritirata dopo 45 secondi contro Imane Khelif, (dice per i colpi ricevuti troppo forti), mettendosi addirittura a piangere. A fine incontro l'avversaria ha cercato di salutarla, ma lei l'ha ignorata. Agli occhi di tutti questa vicenda sta apparendo come un teatrino organizzato dalla nostra destra, perché la Carini ha ricevuto pressioni dai NOSTRI politici per rifiutarsi di gareggiare contro Imane, e boh difficile vederla diversamente.
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scorcidipoesia · 1 month ago
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Oggi è stato il giorno del lutto perinatale.
Cosa significa ?
E’ perdere un figlio in pancia, non sentire più il suo battito, espellerlo con una mestruazione, partorirlo morto.
Un lutto infinito, che accompagna una donna per molti anni, che non si può condividere con nessuno perché è un lutto interiore, nessun altro ha sentito quel battito e quella farfalla muoversi nel ventre.
Lutto spesso che porta ad isolamento e disperazione , perché mentre tu resti in ospedale spesso non compresa dagli obiettori di coscienza, da chi ti raccomanda di seguire il corso della natura anche se stai rischiando la tua vita e dopo , fuori , ti ritrovi con bavaglini , copertine e piccoli oggetti che hai comprato mentre aspettavi il tuo miracolo. Fuori sono nati e stanno nascendo tutti i bambini , tranne il tuo.
Sono molto vicina a queste donne, a quelle che si sentiranno dire ‘ ne farai un altro’ , a quelli che credono che la vita sia solo visibile.
Chiedetelo a loro, il dolore di non sentire più quel battito di ali dentro, la forza di buttare via un’ecografia che mostra i lineamenti di un viso che non vedranno mai, piedini che non correranno mai .
Sono vicina , fortemente vicina a queste mamme , a questo dolore . Sono una di voi .
Anche io ho provato quello strazio fisico e psicologico, ho affrontato un aborto terapeutico e il mio feto, anzi la mia bambina, aveva 5 settimane e ho dovuto partorirla mentre ascoltavo i vagiti di neonati , urla di donne che mettevano al mondo la vita e non la morte.
Sono una di voi.
La vita è andata avanti, ho avuto una meravigliosa figlia.
Ma quella bambina non è nata, e un frammento di me è andato via con lei .
Ho impiegato anni e anni, per elaborare il lutto.
La vicinanza psicologica è difficile, le persone hanno paura di affrontare il dolore.
Cercate aiuto e conforto nelle altre donne, sono tante, sono madri , nonne.
Buon cammino a tutte quelle piccole nostre anime , ai nostri bambini che non sono nati ma vivono in noi, nel nostro cuore che non dimentica mai.
Stavolta mi firmo.
Tatiana Andena
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raccontidialiantis · 5 days ago
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Certezze e carezze da recuperare
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Lei
È tutto tempo che passa. È la voglia di ritrovarsi dopo un lungo viaggio forzato. È sentirsi a distanza e sapere di essere l'oggetto dell'amore di qualcuno lontano che però non può mettersi in viaggio verso di te. È avere un posto in prima fila nei suoi pensieri tutto il tempo. Questo tempo che passa. Lentissimo, per chi si ama.
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Lui
L'ho rivista. Finalmente: non ne potevo più. Lei è al centro esatto dei miei pensieri. Sempre. Ho sfidato qualsiasi ostacolo per riaverla tra le braccia. Il sapore delle sue labbra era quello delle fragole mature e dolci: mie di nuovo. Era ora. Grazie, o Signore. La morbidezza delle sue mammelle è sempre quella dei petali di rosa.
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Quei rilievi dolcissimi sul suo petto, senza il reggiseno avevano un assoluto bisogno del sostegno e della delicatezza delle mani forti di un uomo che sappia apprezzare un dono così prezioso, tra due che si amano: le mie mani. Parti di me che impazienti e delicate li hanno salutati e coccolati a lungo.
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Li conosco a memoria e ogni volta è come fosse il nostro primo appuntamento. Tremo sempre, al pensiero di poterli vezzeggiare. Dolci budini impregnati di passione ed erotismo. Godo molto, nell'accarezzarli teneramente. Lei, permettendomelo, mi regala l'intimità più ambita e assoluta, tra un uomo e la sua donna.
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I suoi capezzoli erano finalmente felici di farsi guardare nuovamente da me. E non appena glieli ho liberati, sono entrambi immediatamente cresciuti. Come funghi dopo una pioggia di maggio nel bosco dei piaceri segreti. Gemme preziose che devono essere guardate e godute solo dalle labbra di chi lei ama.
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Anelavano essere assaggiati. Non potevano più resistere alla lontananza dalla mia bocca. Io lo so, li conosco bene. Ho intinto un dito nella sua tazzina di caffè, li ho cosparsi per bene di liquido e li ho assaporati a lungo. Il gusto dolceamaro del ritrovarsi.
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Confesso che c'è una lunga e segreta consuetudine, tra me e i suoi due seni, una nostra storia d'amore parallela e segreta a tre di cui lei è testimone silente. Sorridente e complice gaudente.
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Divaricando finalmente le sue gambe e le sue natiche poi, la mia lingua ha riscoperto delicatissimi aromi intimi. E forme e piaceri noti ma mai dimenticati da entrambi. Anche questo tempo comunque è passato. E passerà veloce, con lei. “Non lasciarmi solo mai più: per lavoro o altro, io non posso stare lontano da te, mia Dea.”
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Lei
Bentornato, uomo mio. Fammi tua. Ogni volta che vorrai. Ogni giorno. Chiedimi qualsiasi cosa: la farò per te, per darti piacere. Perché sono tua, tua, tua. Usami. Sono nata per essere tua fonte di godimento. Usami. Dammi il privilegio di riceverti in ogni mio orifizio. Ti desidero: sono a te devota. Usami. Saprò farti godere come nessuna. Godi del mio corpo. Usami. Usami.
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RDA
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mybittersweet · 3 months ago
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Perché adesso essere un vero uomo è diventato una cosa cringe?! Tutte le donne nonostante la nostra indipendenza e poter fare tutto da soli vogliamo un uomo che ti dice " non ti preoccupare, faccio io" e lo fa! Posso fare tutto da sola..montare i mobili, appendere un quadro, guadagnare i soldi, guidare la macchina. Ma voglio essere fragile. Voglio fare la fifona e dire che è entrata una farfalla nalla camera e volglio che la fai uscire anche se tranquillamente potrei farlo anche io. Ma se ti dice " ti ho preso i fiori perché lo so che ti piacciono "..."lo so che non stai bene ma insieme risolviamo tutto" ti sciogli. È così facile. Raccogliere i piccoli dettagli che piace alla ragazza che ti piace e fare di tutto per farla sentire bene e al sicuro. Vi ripagherà..spontaneamente e di sua volontà. Perché sta bene..si sente protetta e amata..considerata. Ma come vedo tutti sono diventati superficiali..pretendono ma non danno..ti mettono i limiti. Puoi stare con me sono a certi condizioni..ma va....
La donna è nata per rompere, stare preoccupata, fare le storie e ecc..significa che gli importa di te (sta testa di cazzo)...che vuole combattere e risolvere. Se rimane in silenzio significa che hai passato il punto di non ritorno.
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vecchiorovere · 8 days ago
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Conoscevate la storia di Medusa? L’eroina greca punita per essere nata donna! Medusa ci viene sempre descritta come un orribile mostro capace con un solo sguardo di trasformare gli uomini in pietra. Ma c'è una parte della sua storia che non è mai stata raccontata.
Medusa era una giovane che aveva un’unica colpa: essere nata donna ed essere bella. Il dio Poseidone si innamora di lei, vuole possederla a tutti i costi, vuole farla sua. È convinto che amare significhi «possedere». E che l’amore possa essere imposto. Disperata, Medusa fugge nel tempio di Atena in cerca di protezione, ma non basta a salvarla. Poseidone la prende contro la sua forza. E in quel momento accade una cosa. Atena invece di punire Poseidone, punisce Medusa. Perché la «colpa» è sempre della donna. La trasforma in un mostro.
Così Medusa fu esiliata e condannata a vivere sola, odiata e temuta da tutti. Allontanata come simbolo vivente della sua eterna vergogna. Ma la storia di Medusa non finisce qui. Era rimasta incinta di Poseidone, così Atena ordinò al giovane Perseo di ucciderla. Ed è questo che fece l’eroe: le tagliò la testa, decapitandola. E poi offrì la sua testa in omaggio ad Atena, che la usò come ornamento del suo scudo. E lei, Medusa, la vittima di tutti, di uomini prepotenti e di donne crudeli, fu sempre descritta come un mostro.
Il destino di Medusa è il destino di quelle donne che non hanno voluto piegarsi e per questo sono state oppresse e tormentate da una società che ha visto nelle donne soltanto degli oggetti. Delle cose. Ma Medusa è anche vittima di quella cosa che si chiama «perbenismo» o «indifferenza», e di quell’altra cosa che ha la pretesa di chiamarsi «amore» senza sapere nulla dell’amore. Perché l’amore significa avere cura. L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno pretenderlo. Un giorno si capirà che una donna che dice «no» non è frigida e una donna che dice «sì» non è «una poco di buono.» Che lasciare ed essere lasciati non sono cose che dovrebbero fare paura.
E allora ricordiamo Medusa, e rendiamole giustizia, a lei e a tutte le donne messe a tacere dalla prepotenza di oggi e di ieri.
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occhietti · 1 day ago
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Sono
TERESA WILMS MONTT
e anche se sono nata cento anni prima di te, la mia vita non è stata tanto diversa dalla tua.
Anche io ho avuto il privilegio d’essere donna.
È difficile essere donne in questo mondo.
Tu lo sai meglio di tutti.
Ho vissuto intensamente ogni respiro e ogni istante della mia vita.
Ho distillato una donna.
Hanno cercato di reprimermi ma non ci sono riusciti con me.
Quando mi hanno voltato le spalle, io ci ho messo la faccia.
Quando mi hanno lasciato sola, ho dato compagnia.
Quando hanno voluto uccidermi, ho dato vita.
Quando hanno voluto rinchiudermi, ho cercato la libertà.
Quando mi amavano senza amore, ho dato ancora più amore.
Quando hanno cercato di zittirmi, ho urlato.
Quando mi hanno picchiato, ho risposto.
Sono stata crocefissa, morta e sepolta, dalla mia famiglia e la società.
Sono nata cento anni prima di te, comunque ti vedo uguale a me.
Sono Teresa Wilms Montt, e non sono adatta per le signorine.
- Autodefinizione di Teresa Wilms Montt
Nell'immagine Teresa Wilms Montt (Cile 1893-1921)
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la-scigghiu · 2 years ago
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Sono nata donna non l'ho chiesto, mi fu dato un foglio di via immacolato timbrato con il rosso del peccato ma sono io, oltre i seni e il sesso, femmina lo sarei anche ingessata e articolata nel nodo di una cravatta. Figlia del controsenso bambina dispotica, adolescente pudica adulta dolcemente erotica, nelle notti di luna, teneramente sadica. Nella disputa tra forze non ho genere mi declino come natura vuole. Ho un solo difetto, nuda non so stare senza aver voglia di ridurre in cenere chi si sofferma troppo a lungo a guardare sotto matasse di pelle immune all'imbroglio dei sensi il labirinto della mia bellezza vera.
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🔸Mirela Stillitano ~ Ph. Mark Arbeit
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ilpianistasultetto · 4 months ago
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Angela Carini e Imane Khelif
Sono giorni che la politica è il Paese parla di questo incontro di boxe alle olimpiadi di Parigi, cat. pesi Welter
La dx italica all'unisono: "questo incontro non s'ha da fare. No si puo' far combattere un ex uomo con una donna".
L'incontro s'e' fatto e dopo due diretti al volto incassati dalla Carini, proprio lei ha detto stop. 45 secondi in tutto. Ora le polemiche fioccheranno, tutti a dire che la pugile italiana ha fatto superbene ad abbandonare e che gli organizzatori dovrebbero vergognognarsi per aver autorizzato la presenza di transgender nella competizione.
Mi spiace che un Paese come il nostro, una volta "il bel paese", pieno di estro, cultura e intelligenza, sia diventato una steppa arida dove qualche lupo ulula e tante persone approvano quell'ululato senza aver capito di cosa si tratti.
Conta poco che questa atleta algerina non sia una transgender, che ha partecipato ad incontri di boxe sempre nel settore femminile, che ha gia' partecipato alle olimpiadi, quelle di Tokyo 2020, vinte dalla turca Surmeneli. E' una donna che ha avuto problemi di testosterone alto, questo si. Problema che la sua famiglia tenta di curare da quando e' nata.
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Ah, dimenticavo, eccolo qui il piccolo maschiaccio poi divenuto donna da adulto, il transgender, l'uomo col pisello, come tre quarti degli italiani seguita a dire. Comunque, per la cronaca, questa ragazza si chiama Imane, nome proprio femminile e si chiama così dal giorno che e' nata. @ilpianistasultetto
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fridagentileschi · 11 months ago
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Malva Marina Reyes Hagenaar, la figlia abbandonata di Neruda
Il poeta cileno, Pablo Neruda,ha avuto un'unica figlia dalla prima moglie, María Antonia Hagenaar Vogelzang di origine ebraica che lui aveva ribattezzato ''Maruca''. La bambina nata a Madrid, al principio era stata accolta con gioia dal poeta..fino a quando non seppe che la bimba era affetta da idrocefalia, allora non ci pensera' due volte ad abbandonare mamma e figlia-
Tornera' in Cile a scrivere le sue poesie e a vivere nuove storie d'amore. La moglie che gli neghera' il divorzio provera' a chiedergli aiuto per la figlia che non puo' ne' parlare ne' camminare ma non ricevera' piu' nulla.
La moglie con l'aiuto di un amico andra' a vivere nella capitale olandese essendo lei di origine olandese.
Le difficoltà si susseguono. Maruca vive in pensioni , il denaro si esaurisce e sua figlia, con il cervello sempre più pieno di liquido, richiede molta più attenzione. Attraverso organizzazioni religiose come Christian Science, Maruca riesce a trovare una famiglia di olandesi residenti a Gouda. Hendrik Julsing e Gerdina Sierks che si accordano per prendersi cura della bambina mentre sua madre cerca lavoro a L'Aia, a meno di un'ora di auto. È trattata come una di famiglia fino alla sua morte, ad otto anni, il 2 marzo 1943. Assumono persino una babysitter, Nelly Leijis, per dedicarsi esclusivamente alla bimba.
Maruca, nel frattempo, non rifiuta nessun lavoro. Si offre di pulire i pavimenti, prendersi cura dei malati, qualunque cosa serva per aiutare la figlia indifesa.
Non ha piu' i genitori e sua figlia cammina verso una fine drammatica. Attraverso la mediazione trova finalmente lavoro, anche se non ben pagato, presso l'ambasciata spagnola a L'Aia. È sotto il comando di José María Semprún, padre dello scrittore Jorge Semprún, poi espulso nel 1964 dal Partito Comunista di Spagna (PCE), che Pablo Neruda ammirava così tanto. Ciò che questa donna deve ancora soffrire non lo immagina.
Poco prima della fine della seconda guerra mondiale, María Antonia fu arrestata dai nazisti - non per essere ebrea, ma per avere un passaporto cileno - e internata nello stesso campo di concentramento dove si trovava Anna Frank. Da Westerbork, progettato per ospitare 107.000 prigionieri, di cui circa 60.000 morti, per lo più ebrei e zingari ai crematori e alle camere a gas di Auschwitz e Treblinka, in Polonia. Maruca vi trascorre un mese tra filo spinato, soldati delle SS e cani addestrati a uccidere. Ma questa volta la fortuna non le avrebbe voltato le spalle. Quando il campo fu rilasciato (15 aprile 1945) dalle truppe canadesi, trovarono vivi solo 876 prigionieri. E tra questi, la moglie abbandonata di Neruda. Nove giorni prima dell'apertura delle porte dell'inferno, Anna Frank, la sua vicina di campo, morì lì.
Non è rimasto nulla di Maria Antonia Hagenaar. Non una lapide che indica la fine del suo percorso . Tre anni dopo il suo rilascio, si reca in Cile per cessare il doloroso capitolo nerudiano. Nel novembre del 1948 firmò il divorzio e un accordo finanziario. Gli ci voleva ancora per tornare in Olanda. Dicono che sia diventata dipendente dall'oppio. Fino a che un cancro la uccise, nel 1965, a L'Aia,ha chiesto di essere seppellita non lontano dalla tomba dove sono i resti della sua amata Malva Marina, che non smise di visitare fino alla fine dei suoi giorni.
L'esistenza di queste due creature e' stata ignorata fino ad ora e sfido a trovarne traccia nella patria di Neruda, il poeta che canto' l'amore come pochi...ma come tanti non seppe amare mai.
Incredibile come nella storia dei comunisti non si trovi un solo essere degno di essere chiamato umano!
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susieporta · 4 months ago
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COSA SIGNIFICA ESSERE FIGLI ANZIANI DI GENITORI ANZIANI?
Uno degli aspetti più affascinanti del viaggiare da soli è la maggiore facilità con cui si fanno incontri e addirittura la possibilità di entrare in poco tempo in relazioni anche profonde.
Con questi amici abbiamo condiviso tanti bei momenti e mi ha colpito quanto fosse ricorrente parlare del rapporto con i genitori, in particolare mamme anche ultra centenarie.
La cosa è nata dalla curiosità che avevano nel vedere una donna ultracinquantenne, sola e con tanto di ricrescita senza tinta, dormire in macchina.
La mia battuta sul fatto che vacanza per me significa ridurre al minimo le cose e le persone di cui occuparmi, solleva sempre un certo sconcerto.
Credo perché da una donna non ci si aspetti uno sdoganamento così sfacciato di un tabù di genere: sola - o meglio non in coppia con un uomo -, autonoma negli spostamenti, indipendente, apparentemente felice della sua situazione, incurante delle apparenze e soprattutto che non si sente in colpa nell'esprimere il desiderio e la necessità di stare unicamente in rapporto con sé stessa.
Certamente attraggo tante curiosità, specie dalle donne over cinquanta che vengono confrontate indirettamente con il proprio rapporto con la libertà all'età a cui sono arrivate.
Così le persone si avvicinano, mi chiedono del perché di questa scelta, che pensavano fossi straniera perché non è da italiane girare da sole, men che meno " ad una certa età ".
E allora iniziano a parlare, specie le donne, di quanto ancora si sentono incastrate nelle loro vite famigliari, in particolare nei loro ruoli di accudimento in quanto mamme, nonne e figlie.
È un tema questo che ricorre sovente in quest'ultimo anno.
Le persone con cui ne ho parlato finora mi hanno tutte confermato una certa fatica e irritazione nell'essere trattati ancora come figli piccoli, nonostante si abbiano abbondantemente superato gli "anta".
Persone che a settant'anni si sentono ancora di dover giustificare delle scelte oppure che debbono fare ciò che il genitore si aspetta per non sentirsi cattivi.
Le figlie femmine - ovviamente - sono le più vessate.
Genitori da mantenere, conflitti famigliari tra fratelli, donne eternamente impegnate sul fronte dell'accudimento dei nipoti e dei genitori e magari invischiate in eterni conflitti con fratelli, in particolare maschi, che si sentono più liberi di stare distanti.
Di questo genere di esperienze, specie in un paese come il nostro ad alto tasso di invecchiamento, se ne parla pochissimo eppure credo incida nella vita delle persone statisticamente di più delle problematiche adolescenziali o giovani adulte.
Perché non se ne parla secondo voi? perché non esistono esperti che danno indicazioni come si vede di sovente in altri campi delle relazioni umane?
Esistono testi che si occupano della relazione genitori-figli in tarda età?
Qual'è la vostra esperienza? Ditemi cosa ne pensate.
Gloria Volpato
#donnelibere #equità #ruolidigenere #esserevecchicongenitorianziani
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palmiz · 4 months ago
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Da: Rodigium boxe:
Da uno scritto del Professore di Filosofia Andrea Zhok dell'Universitá di Milano:
<<questo dovrebbe chiudere la discussione.
Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX.
Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi.
( A dispetto che sia nata esteriormente donna pur con cromosomi XY aggiungo io)
Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi.
Chiedo scusa per essermi soffermato su queste banalità prosaiche, ma in un mondo in cui l'ideologia cancella la realtà, anche l'ovvio deve essere ribadito in forma dimostrativa.
E l'ovvio qui è che mettere su di un ring un atleta geneticamente maschio contro un'atleta geneticamente femmina è una grave scorrettezza. Può darsi che la sorte sia benevola, ma in generale è un'ingiustizia, con potenziali rilevanti rischi fisici.
(Segnalo un dettaglio forse non noto a chi non ha praticato la boxe. Alle Olimpiadi si utilizza un caschetto per gli incontri. Il caschetto nella boxe è l'apoteosi dell'ipocrisia. Infatti il caschetto limita soltanto le ferite superficiali, i sanguinamenti delle sopracciglia o degli zigomi - preservando gli spettatori - ma i traumi cerebrali legati all'entità della percossa sono esattamente identici, e naturalmente sono quelli ad essere i più pericolosi nel medio periodo.)
Ora, la questione è: come si è potuti arrivare a questo punto?
Storicamente la cesura ideologica su questi temi avviene all'inizio degli anni '70. Fino ad allora le rivendicazioni di genere (first-wave feminism) avevano sollevato il sacrosanto tema dell'eguaglianza formale, legale, dei diritti tra persone di sesso, genere o inclinazione sessuale differente.
A partire dai primi anni '70 si avvia invece un movimento ideologico con caratteristiche essenzialmente differenti, che non mira più al raggiungimento di diritti legali identici (in Occidente raggiunti), ma ad un non meglio precisato "superamento sostanziale" delle differenze.
Di questo superamento sostanziale fanno parte numerose battaglie distinte, il cui punto di caduta comune però è il rifiuto della realtà materiale nel nome di una rivendicazione ideologica (o, per chi vi aderisce, ideale).
Si tratta di una curiosa forma di idealismo, che inizia in sempre maggior misura a negare la realtà come se si trattasse di un improvvido accidente, qualcosa che dovrebbe essere superato di principio dall'autoaffermazione volontaria. Come in una novella forma di idealismo assoluto, l'Io si deve qui imporre al non-Io (alla Natura, alla Materia, alla Società).
Di questa tendenza fa parte il rigetto delle differenze sessuali, viste come latrici di discriminazione, nel nome della "lotta al patriarcato", e ne fanno parte tutte le varie forme di rivendicazione dell'identità sessuale percepita, vista come come superiore all'identità biologica.
L'intera tematica viene infine presa ostaggio dall'atteggiamento politicamente corretto, che rende ogni discussione aperta di tali questioni difficile, rischiosa, sempre sull'orlo di accuse infamanti.
Il cerchio così si chiude.
La prima mossa sancisce la superiorità delle pretese idealistiche di una sorta di Io assoluto, che può e anzi deve imporsi sulla materia (sulla biologia, ma anche sulla realtà sociale).
La seconda mossa, mette al sicuro dalle confutazioni le pretese di questo Io assoluto, isolandolo dalle critiche, attraverso una loro delegittimazione a priori (come omofobe, sessiste, retrograde, ecc.).
E cosa resta fuori da questo cerchio splendidamente autoreferenziale?
Nulla. Nulla salvo la realtà, che anche se i suoi campioni sono stati silenziati, rimane tuttavia testardamente in piedi.
Ed è la realtà che, con i suoi tempi, la sua implacabilità, e purtroppo anche le sue vittime sacrificali, finirà per fare giustizia di questo delirio culturale.>>
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PS: piccolo "dettaglio" : il comitato olimpico non ha voluto riconoscere gli esami dell IBA ed ammesso lei e la thailandese per questioni ideologiche visto che l' iba ha ammesso nei suoi tornei tutti gli atleti russi lasciandogli anche esporre la loro bandiera... Sempre più una farsa.
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donaruz · 1 year ago
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Ti ho pensato proprio ieri, quando ho scritto il mio post sull'Acca Laurentia e il possibile collegamento con la nostra Sacra Accabadora.
Ho pensato a quanti inorridiscono a sentirne parlare, come se fosse un'assassina legalizzata da una comunità di incivili, come spesso, ancora ci definiscono.
Pensavo a quanta Bellezza nelle tue parole, per raccontarla, e a quanto le parole hanno potere.
Parole che non si vogliono sentire.
Perché certe verità sono scomode, e la donna deve restare sempre un passo indietro.
Hai deciso di andare via e ritornare alle stelle, da cui sei arrivata, proprio nella notte di San Lorenzo.
Forse la tua 'Accabadora interiore, ti stava chiamando.
Perché ogni vera Donna Sarda, lo è.
Colei che capisce i Misteri della Vita e della Morte, perché è "bogadora" e "accabadora".
"Come sopra, sotto"
L'equilibrio è stato ristabilito
A me, mancherai. Tanto.
Grazie per tutta l'abbondanza e la dignità.
Buon ritorno, Michela💖🌟
"Parlare è un potere e dare potere alle donne è sempre stata una cosa problematica nei monoteismi. «L’unico femminismo che ci piace è quello silenzioso della Madonna, – scriveva nell’editoriale prenatalizio del 2020 il giornalista di un quotidiano sovranista improvvisatosi teologo, per poi proseguire – è una madre giovane, semplice, dolce, il cui pianto non diventa mai piagnisteo e che ci insegna l’importanza della riflessione interiore». Il silenzio è una virtú, ma solo se sono le donne a praticarlo. Agli uomini nessuno chiede di tacere le loro riflessioni interiori, anzi sono cosí sollecitati a condividerle che è lecito sospettare che prima di parlare parecchi di loro non abbiano riflettuto a sufficienza. Invece al sesso femminile è consigliato di fermarsi alla fase del pensiero afono, proprio come la Maria di Nazareth che, secondo una certa ermeneutica strumentale tradizionalista, ci venne raccontata come creatura talmente annichilita dalle conseguenze dell’unica volta che ha aperto bocca da non voler aggiungere piú una parola per tutta la vita, dalla mangiatoia di Betlemme alla croce del Golgota".
Tratto da "Stai zitta" di Michela Murgia
Sei nata tu forse da sola, Maria? Sei uscita con le tue forze dal ventre di tua madre? O non sei nata con l'aiuto di qualcuno, come tutti i vivi?
- Io ho sempre... - Maria accennò a replicare, ma Bonaria la fermò con un gesto imperioso della mano.
- Zitta, non sai cosa dici. Ti sei tagliata da sola il cordone? Non ti hanno forse lavata e allattata? Non sei nata e cresciuta due volte per grazia di altri, o sei così brava che hai fatto tutto da sola?
Richiamata alla sua dipendenza con quello che le parve un colpo basso assestato con cattiveria, Maria rinunciò a replicare, mentre la voce di Bonaria si abbassava fino a diventare una litania priva di qualunque enfasi.
- Altri hanno deciso per te allora, e altri decideranno quando servirà di farlo. Non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada, Maria, e tu dovresti saperlo più di tutti.
L'anziana sarta parlava con la sincerità con cui si fanno le confidenze agli sconosciuti sul treno, sapendo che non si dovrà sopportare mai più il peso dei loro occhi.
- Non mi si è mai aperto il ventre, - proseguì, - e Dio sa se lo avrei voluto, ma ho imparato da sola che ai figli bisogna dare lo schiaffo e la carezza, e il seno, e il vino della festa, e tutto quello che serve, quando gli serve. Anche io avevo la mia parte da fare, e l'ho fatta.
- E quale parte era?
- L'ultima. Io sono stata l'ultima madre che alcuni hanno visto.
Tratto da "Accabadora" di Michela Murgia
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Tiziana Fenu ©®
Figlie della Madre
*Un grande libro che non si dimentica *
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l-incantatrice · 1 year ago
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Un mio conoscente manda regolarmente un po’ di soldi a una sua amica in difficoltà e così fanno anche altri amici di questa tipa. Lei è nata in Brasile ma i suoi nonni erano italiani. Conosce 5 lingue,ha lavorato tanti anni all’estero,soprattutto come hostess,poi quando l’età non glielo ha più permesso,è venuta in Italia cercando di ottenere la cittadinanza. Vive in una casa popolare da cui ha già ha avuto lo sfratto perché non paga l’affitto e si arrabatta con qualche lavoretto di traduzione. In un post su Facebook ha scritto che lei ha vissuto come la cicala della fiaba,perciò quelli che hanno vissuto come la laboriosa formica,dovrebbe aiutarla economicamente visto che è in difficoltà. Io ho detto a questo mio conoscente che ci sono lavori che la signora potrebbe fare,pur essendo clandestina,come fare la donna delle pulizie o la babysitter o la badante,lavori oggi piuttosto richiesti. Lui mi ha risposto che lei non li ritiene alla sua altezza. Eh certo perché alcuni impieghi sono poco dignitosi,invece chiedere soldi agli amici per mantenersi senza lavorare è molto dignitoso
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2centsofwhatilike · 4 days ago
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"Una delle tante chiavi di lettura di Parthenope è che Parthenope non esista. Cioè, tutta la storia, tutta la vicenda ruota intorno a questa figura che non è altro che una sorta di sogno collettivo. E perché non esiste? Perché non esiste una ragazza così giovane che parla solo con le frasi dei film e dei romanzi, che è così bella e allo stesso tempo così clamorosamente intelligente ma ancora allo stesso tempo così ingenua. Parthenope esiste neglì occhi di chi la guarda, anzi, di chi la desidera e basta. E allora diventa l'amore impossibile di Sandrino. E diventa il sogno erotico del fratello. E diventa l'oggetto da esporre alla famiglia del camorrista. E diventa il desiderio irraggiungibile del miliardario. Diventa la santa di Napoli, diventa lo scudetto dei tifosi. Parthenope è una grande illusione collettiva. Ognuno ci vede quello che vuole, quello che desidera. Quello che spera di essere. Quando si parla di Napoli si parla di un dolce amaro perenne, come la sua bellezza e i suoi occhi tristi. Il suo profumo e la puzza di quella sigaretta sempre sulla sua bocca. E Parthenope accoglie i mostri fatti acqua salata, dove lei è nata. E forse pure lei è il mostro, bello o brutto, di questa grande fiaba che ha raccontato Sorrentino." @giuseppedorsi6332
"A me è piaciuto molto. Sicuramente è un film paraculo per mirare a dei premi, ma ho capito il messaggio, mi è arrivato quello che voleva trasmettere. Questo è un film su napoli e su come la vede lui. Partenope è napoli, i napoletani la amano alla follia, ma lei non si concede a loro, se la tira, si sente più in alto, è crudele con chi la ama davvero, mentre si concede alla mafia e alla superstizione del clero, che infatti sono gli unici che non la amano davvero e dopo averla avuta " tranquilla ti chiamo io". Il napoletano che è costretto a emigrare perché è un amore non corrisposto che finché uno è bambino va bene ma poi da grande vuole quagliare , lei gli ricorda che pure se va a milano e gli andrà bene, quando avrà un momento di debolezza, penserà che tornare da lei sia la soluzione, ma sarà troppo tardi ed è perfettamente il sentimento di chi ha lasciato Napoli, la mia ragazza è napoletana e il sentimento è quello, vai via da un luogo che ami, ma non sei ricambiato nella stessa maniera. Il dissing a sofia loren che dissa i napoletani è lo specchio di questo sentimento di amore odio con questa città . Si sono discorsi fatti più per il pubblico che tra i personaggi, ma a me piace la poetica decadentista di Sorrentino che dipinge una la dea napoli che nasce in una ricca casa e che poi va verso il declino tanto è bella che gli frega? Ma non basta la bellezza, serve la cultura per mantenere bella una società." @valerioivrelao6724
“Io non so niente, ma mi piace tutto” Parthenope 
“Un napoletano non va mai a Capri in vacanza: o è troppo povero o è troppo pigro” Pranzo con il miliardario 
“Il mistero è desiderio ed il funerale è il sesso” Discorso della Diva 
“Alla fine della vita resterà solo l’ironia” Cardinale
“Che cosa ti piace di una donna? La schiena. Tutto il resto è pornografia” Cardinale
“Dio non ama il mare” Cardinale
“Sei bella ed indimenticabile”
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