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The World Trade Centers Association and U.S. Hilco Global Sells Heavy Plate Mill in Germany to an Asian Steel Producer As one of the largest watch makers in the world, Timex Group companies produce watches under many well-known brands, including Timex, adidas, Furla, Gc, Guess, Missoni, Nautica, Salvatore Ferragamo, Ted Baker, Versace and Versus.Īltair to Acquire RapidMiner, Continuing Expansion of Broad Data Analytics Portfolio Timex Group is a privately held company headquartered in Middlebury, Connecticut with multiple operating units and over 3,000 employees worldwide. Timex Group designs, manufactures and markets innovative timepieces around the world. You can now access the latest Timex Waterbury Ocean Collection here: F0bN For more about the collection please visit Waterbury Ocean. The Waterbury Ocean collection will be available for purchase starting today on and select retail stores globally. Available in 2 case sizes: 42mm Case, 20mm Lug and 37mm Case, 18mm Lug.Case, Bracelet and Dial Made from #tide Upcycled Ocean-Bound Plastic.9,995/- and For Women: Rs.9,295/- and includes the following key features: The Waterbury Ocean collection comes in five colorways: Gray/Gunmetal, Navy, Gray/ Rose Gold, Blue and Pink and the cost of the watches such as- For Men: Rs. Timepieces from this collection, through #tide, commit to reducing the consumption of fossil fuels, creating employment for local communities, specifically fishermen, as well as improving the underwater habitat through its cleanup efforts. Plastic is first collected by fishermen from the coastlines, which is then sorted, cleaned, shredded, and recrafted in a Swiss facility using carbon-neutral transport and solar power, where it is then upcycled. Through the partnership with #tide, an award-winning organization that works to prevent new plastics from entering the ocean, the bracelet, case and dial of the Waterbury Ocean collection are made using ocean material. "The Waterbury Ocean collection is the latest example of our commitment to offering reliable products that not only uphold our legacy but also look towards a more sustainable future ahead." "For generations, Timex has continued to innovate, designing quality watches that are made to last," says Silvio Leonardi, Sr.
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Tim Bernardes mergulha na fantasia necessária para a vida em “Mistificar” 💚🎶 A canção faz parte do disco-solo Mil Coisas Invisíveis e chega acompanhada de um videoclipe gravado em película. Com a presença de violinos, violas, trombones e flugelhorn, “Mistificar” tem uma aura mais abstrata, pela qual o ouvinte passeia tendo a melodia como uma estrada ladrilhada pela letra. “Tem momentos de decepções em que achamos que a melhor resolução seria parar de se iludir e viver apenas aquilo que é concreto, mas, aos poucos, você entende que essa fantasia é um ingrediente mágico e necessário. Ela funciona como uma fagulha para dar início a algo novo, que vem acompanhado de brilho no olho", comenta o cantor e compositor. STILL: @_dipweb FOTO: @bielbasile Direção : @_dipweb Concepção e Direção Criativa : Tim Bernardes Edição: André Dip e Tim Bernardes Assistência de Direção : Sofia Leonardi @sleonardi Produção executiva: Aguinaldo Rocca @aguirocca Direção de Fotografia: Daniel Venosa @dvenosa 1º Assistente de câmera: Chacal Geromel 2º Assistente de câmera: Flavio Bernardi Direção de Arte: Bárbara Besouchet @barbarabesouchet Contraregra: Pedro Lisboa Correção de cor: Henrique Reganatti (Zumbi Post) Assistente de cor: Maria Luisa Tinoco Finalização: Zumbi Post @zumbipost Produção: Debora Magalhães Ajudante de produção: Baltazar de Lima Motoristas: Rosemberg de Oliveira e Silvio César Negativos e suporte de logística: Runner Filmes (Sthefano Duque) Revelação e Scan: Cinelab London @kodak_shootfilm Agradecimentos: Marco Lafer, Isabela Vdd, Secrtetária de Cultura do Guarujá, Fortaleza de Santo Amaro da Barra Grande, Leonardo Kawabe e Andrei Moyssiadis. 💽 @psychichotline @coala.records Leia a matéria completa no nosso site, pelo link no story. https://www.yellowmagbrasil.com/post/timberdardesmistificar ----------------------------------------------------------------------------- _______________________________________________ #yellowmagazine #yellowmag #timbernardes #interview #entrevista #singer #milcoisasinvisiveis #single #mistificar #art #style #music #spotify #brasil (at São Paulo, Brazil) https://www.instagram.com/p/CeO2ujoOWYo/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Un Galeone sull'Adriatico
Nella stagione 1986/'87, mentre Maradona con il suo Napoli si prendeva l'Italia dopo essersi preso il Mondo con l'Argentina, in Serie B si concretizzava un altro miracolo calcistico.
Il Pescara saliva in Serie A dalla Serie C1, praticamente.
Alla fine del campionato 1985/'86 il Pescara era retrocesso. La società si trovò costretta a ridimensionare la squadra e a prepararla per un campionato di vertice per risalire prima possibile in Serie B.
Il direttore sportivo Enrico Alberti mette insieme una squadra di pochi giocatori esperti e molti ragazzi giovani, alcuni provenienti dalla "primavera". Il direttore generale Franco Mani invece torna da Ferrara con un allenatore anche lui piuttosto giovane che ha fatto benino l'anno prima con la SPAL, tal Giovanni Galeone. Un cognome che è il nome di una imbarcazione come il nome del presidente del Pescara che si chiama Panfilo De Leonardis. Sembrano nomi adatti per una città di mare.
La squadra non ha una rosa molto ampia, Galeone fa fatica a fare delle partitelle di allenamento 8 contro 8, ma sembra pronto a questo campionato.
In porta gioca un ragazzo di circa 20 anni, tale Giuseppe Gatta, un nome da predestinato sembrerebbe visto che ai portieri si chiede l'agilità "felina". I difensori sono Benini e Camplone sulle fasce, al centro Ciarlantini e Bergodi. Il secondo viene adattato da Galeone come centrale visto che fino ad allora ha giocato terzino. Di rincalzo c'è un ragazzo di neppure 18 anni, Giacomo Di Cara che tutti chiamano "Giacomino". Quell'anno deve pure fare la maturità e l'anno dopo partirà per il militare.
A centrocampo i titolari sono Bosco, Onofrio Loseto e Gasperini. Il primo è un centrocampista che corre e difende, il secondo è un mastino che affonda i contrasti e sa smistare palloni, il terzo è una mezz'ala con buona visione di gioco e piedi buoni. È un elemento di esperienza e ha la fascia da capitano. Ah, è l'attuale allenatore dell'Atalanta, proprio lui, non un omonimo.
In attacco c'è questo numero 7 che viene dalle giovanili della Juventus, Rocco Pagano. È originario della Puglia ma da piccolissimo si è trasferito a Torino. A sinistra gioca Primo Berlinghieri, un'ala veloce e piuttosto tecnica mentre al centro gioca un ragazzo promettente che a stento il club è riuscito a trattenere: Stefano Rebonato.
Alla compilazione del calendario della serie B, però, succede un imprevisto: al posto del Palermo c'è una "X". I siciliani pare non abbiano i conti in ordine e sono stati diffidati. Passano le settimane ma il Palermo non riesce a mettersi in regola così la Federcalcio decide di estrometterlo dal campionato dichiarandone il fallimento e di ripescare il Pescara, primo tra le retrocesse dell'anno prima.
In città c'è una moderata contentezza unita allo scetticismo per una squadra che comunque è più debole sulla carta rispetto all'anno prima. Molti pensano che finirà ancora con una retrocessione. E poi, 'sto Galeone, che esperienza ha? Ha i capelli un po' lunghi, pare un po' trasandato con quella cravatta sempre allentata.
Invece il Pescara gioca bene, pareggia diverse partite però. Il gioco di Galeone prevede i due giocatori d'attacco larghissimi, quasi sulla linea laterale per allargare le difese e favorire gli inserimenti dei centrocampisti. Difende poco questa squadra e qualche giocatore appare timoroso.
Una storia che circolerà anni dopo racconta di Edmondo Prosperi, allenatore in seconda dall'anno precedente, e Giampiero Gasperini che parleranno con Galeone per convincerlo a schierare la squadra con una difesa "a zona", con i 4 difensori in linea.
In quegli anni nessuno in Italia gioca a zona, tutti gli allenatori preferiscono il gioco "a uomo" dove ogni difensore segue il suo diretto avversario senza perderlo mai di vista. O meglio: un allenatore che gioca a zona c'è, ma non è italiano è svedese e allena il Milan dove è appena diventato presidente Silvio Berlusconi. Nils Liedholm ha già vinto uno scudetto al Milan negli anni '70 e alla Roma nell'82/'83. La convinzione generale è che sia possibile per lui giocare a zona per la bravura dei suoi giocatori. In provincia o in Serie B sembra un azzardo.
Galeone si convince, in fondo sembra che il suo predecessore, Enrico Catuzzi, pur retrocesso, abbia inculcato principi di gioco buoni e i giovani a disposizione sembrano disponibili a sposare le idee del tecnico. Loseto, a cui Galeone assegna la maglia con il numero 10, comincia a fare passaggi più lunghi di un metro, acquista fiducia quando imposta. Pagano salta gli avversari come birilli e contro la Lazio fa anche un bellissimo gol fintando un cross in mezzo con un passo doppio che spiazza il portiere. Bosco si sovrappone come una seconda ala sulla destra creando un'intesa perfetta con Pagano. Dall'altra parte Camplone, pur essendo destro di piede, corre su e giù per tutta la fascia scambiando con l'ala Berlinghieri. Gasperini, il vero numero 10 di questa squadra, gioca con il numero 8, un omaggio che Galeone fa all'Inter di Herrera (squadra a cui è legato) in cui il numero 8, indossato da Mazzola, era il centrocampista più avanzato. Gasperini è anche il giocatore che tira i rigori perché il centravanti ne sbaglia uno a inizio campionato. Da vero leader questo torinese dal carattere troppo schivo per una città e una tifoseria così calde, si prende la responsabilità di tirare rigori spesso pesanti. Il centravanti, Stefano Rebonato diventa ben presto Rebogol, perché segna, segna tanto. Le due ali non solo gli fanno arrivare palloni in continuazione ma costringono i difensori avversari ad allargarsi lasciando spazi invitanti in mezzo dove lui spadroneggia.
Ci sono altre squadre più attrezzate del Pescara, altre società più forti come Pisa, Cremonese, Cesena e Parma. In quest'ultima l'allenatore è un certo Arrigo Sacchi che, come Galeone, gioca a zona in provincia. La sua squadra diverte al punto che Berlusconi, vedendola giocare, si convincerà ad assumere quell'allenatore romagnolo l'anno successivo per costruire un Milan vincente e spettacolare.
Eppure quel Parma arriverà dietro al Pescara, una cenerentola che neppure doveva disputare il campionato di serie B.
Neppure l'infortunio di Berlinghieri ferma questa squadra che schiera Gaudenzi al suo posto. Il Gaucho, come lo chiamano i tifosi, non è un fenomeno, anzi. È un giocatore però molto generoso che butta il classico "cuore oltre l'ostacolo". Non segna molto, ma corre e recupera palloni. I gol li fa il solito Rebonato che senza rigori ne segnerà 21. Lo stesso numero di gol di Paolo Rossi ai tempi del Vicenza in serie B.
Il Pescara è talmente una squadra disorganizzata che sembra perfino incapace di indossare la stessa divisa per due partite di seguito. Ufficialmente dovrebbe avere la maglia a strisce verticali bianche ed azzurre tipo nazionale argentina.
In realtà gioca spesso in maglia bianca oppure bianca con le maniche azzurre, azzurra con le maniche bianche, completamente blu scuro. A volte le strisce verticali sono strette e i numeri scritti in rosso (e non si leggono).
Spessissimo però la divisa è completamente azzurra
Inizialmente neppure c'è lo sponsor poi la "Cassa di Risparmio di Pescara e Loreto Aprutino" occuperà il petto delle maglie dei giocatori. Due righe scritte fitte e le ultime due parole (Loreto Aprutino) sostituite da una sigla (L. A.).
All'ultima giornata di campionato il Pescara gioca nel suo stadio, l'Adriatico, contro il Parma di Sacchi.
Il Pescara è in piena corsa per il primo con Pisa e Cesena. Il campionato è stato equilibrato fino ad ora e ora gli abruzzesi ci credono. Poche settimane prima anche la Rai ha trasmesso la sintesi della partita di Serie B Pescara - Genoa. La partita, vinta dal Pescara per 2-1, è stata giudicata importante anche dalla Rai!
Durante l'inverno molti non hanno voluto farsi illusioni. Addirittura tra i miei compagni di classe circola la voce che la società in A neppure vuole andarci perché costa troppo.
E invece eccoci lì. Stiamo tornando da Vasto io mia madre e mia sorella dopo aver trovato i nonni materni. Passiamo davanti allo stadio. C'è tanto entusiasmo e dappertutto si vedono i colori della squadra, il bianco e l'azzurro.
Sulla curva nord, la sede del tifo più caldo, i tifosi hanno preparato uno striscione che quasi copre tutto il settore. Vi è disegnato un delfino, simbolo della squadra, che esce da un mare blu e si staglia su un cielo bianco mentre gioca con un pallone da calcio.
C'è scritto semplicemente "Grazie PescarA" con la A volutamente maiuscola.
Mi chiedo se ci siamo andati in A, da fuori lo stadio mi è impossibile saperlo e la radio in auto non prende bene, purtroppo.
Una volta a casa accendo l'altra radio che abbiamo in cucina, trovo il canale locale che trasmette la radiocronaca della partita del Pescara. La classifica è ancora provvisoria. Siamo dietro al Pisa.
Poi il gol, come una liberazione. Il cronista urla «Pagano!» ci mette una vita a correggersi perché in realtà ha segnato Bosco.
A pochi minuti dalla fine il Pescara è in vantaggio.
Più tardi una TV locale ritrasmetterà tutta la partita con la voce del radiocronista e il suo errore sull'autore del gol.
Quando manca un minuto alla fine il Parma si ferma. Sono sesti, non hanno più nulla da chiedere al campionato e decidono di non rovinare la festa a quei tifosi che non smettono di di cantare tutta la loro gioia.
"O mamma mamma mamma
lo sai perché me batte el corazon?
Ho visto un gran Pescara "
Fanno melina i giocatori in campo, un servizio televisivo inquadrerà Galeone, che in giacca e cravatta sempre allentata e il primo bottone della camicia sbottonato, continua a girarsi e a chiedere: « È finita?»
Il cronista fa il conto alla rovescia: « Mancano 30 secondi e per il Pescara si schiuderanno le porte della Serie A» e continua così per altri trenta secondi con un occhio al campo e uno sull'orologio.
Quando il triplice fischio arriva molti tifosi a bordo campo invadono il rettangolo di gioco a caccia di una maglia o di uno dei loro beniamini da abbracciare.
Galeone è diventato il profeta e il suo modulo, il 4-3-3, il suo vangelo. D'altronde ha pure un nome da profeta: Giovanni.
Quella che sembrava un'armata Brancaleone, senza arte né parte, ha chiuso prima in classifica a pari punti con il più quotato Pisa e davanti al Cesena. Nessuno poteva pronosticarlo alla vigilia, neppure dovevano esserci lì in serie B questi ragazzi.
Galeone dice che vuole vedere i suoi ragazzi giocare con la tranquillità di chi gioca nel proprio giardino di casa e in effetti sembra proprio così: questi ragazzi giocano. Giocano e si divertono.
Il calcio è un gioco, dopotutto.
Il gioco più bello del mondo.
#pescara calcio#l'incredibile 1986/87#biancazzurri#dalla serie c1 alla serie a#giovanni galeone#stefano rebonato#gasperini#pagano#rebogol#gatta#pescara parma#a zona
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7 set 2021 18:24
STARE CON IL CAV ALLA FINE HA PAGATO! COSÌ 101 AZIENDE ITALIANE GUADAGNARONO IL 50 PER CENTO IN PIÙ DELLE RIVALI PER AVER SOSTENUTO IL BERLUSCONI DELLA “DISCESA IN CAMPO” – UNA RICERCA DIMOSTRA, CIFRE ALLA MANO, COME MONDO FININVEST GARANTÌ PESO E PUBBLICITÀ A CHI FINANZIÒ FORZA ITALIA O FECE ENDORSEMENT AL CAVALIERE – NON SAREBBE MALE UN FUTURO STUDIO SU M5S E CASALEGGIO ASSOCIATI…
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JACOPO IACOBONI per lastampa.it
Le aziende italiane che sostennero fin dalle origini Silvio Berlusconi e Forza Italia nella ormai leggendaria “discesa in campo”, negli anni ruggenti tra 1994 e 2001 hanno guadagnato tra il 30% e il 50% in più delle imprese concorrenti, sia come vendite dei loro prodotti, sia come lavori ottenuti e livelli di occupazione conseguenti. Sostenere il potere evidentemente paga, in Italia, e ha pagato. Ma qui se ne ha una conferma scientifica, con numeri e statistiche.
I dati sono contenuti in una lunga ricerca, cominciata più di dieci anni e pubblicata adesso su un’importante rivista scientifica, il Journal of Economic Behavior and Organization. Il paper è firmato da quattro economisti italiani, Marco Leonardi, dell’Università di Milano (oggi consigliere economico di Palazzo Chigi, lo studio partì in anni in cui ovviamente non ricopriva questo ruolo), Battista Severgnini (Copenaghen Business School), Rossella Mossucca (LearLab), Fabiano Schivardi (Luiss). Il senso di ciò che hanno scoperto viene riassunto così: «Nella ricerca studiamo i benefici delle connessioni politiche sulla performance aziendale analizzando gli effetti del sostegno originario a Silvio Berlusconi, un magnate televisivo che in tre mesi nel 1993 fondò un partito, vinse le elezioni e divenne primo ministro italiano. Abbiamo trovato che 101 aziende che hanno sostenuto Berlusconi fin dall'inizio hanno fatto meglio delle concorrenti, in termini delle vendite e occupazione, mentre gli effetti sulla produttività sono meno netti».
I risultati sono stati confermati quando abbiamo confrontato la decisione di sostenere Berlusconi con gli esiti elettorali nelle elezioni italiane del 1921, che avevano somiglianze sia in termini di voto elettorale che di competizione ideologica. Abbiamo trovato anche prove suggestive che le performance superiori delle aziende supporter [di Berlusconi e Forza Italia] è più forte nei settori ad alta intensità pubblicitaria».
I maggiori guadagni sono stimati dagli autori tra il 30 e il 50 per cento, nel periodo tra la discesa in campo e il 2001. La cosa interessante, ci spiega Battista Severgnini, uno degli autori, che insegna all’Università di Copenaghen, è che questi guadagni «sembrano essere avvenuti non attraverso favori diretti (che del resto sarebbero stati difficili eventualmente da quantificare, nda.), ma attraverso una forte spinta pubblicitaria che il mondo Fininvest ha garantito a chi stava con loro». Naturalmente è interessante capire quali fossero le 101 aziende che sostennero Berlusconi fin dall’inizio. La ricerca ovviamente non le nomina, ma spiega come sono state individuate. Primo: si è incluso chi finanziò direttamente Forza Italia o i suoi candidati al Senato. Secondo: sono state incluse anche le aziende i cui dirigenti espressero un endorsement esplicito a Berlusconi. Siamo venuti a sapere, in via informale, che alcuni dei supporter più importanti (e in maniera del tutto legittima) furono Pasta Divella, Rovagnati, San Pellegrino, aziende dai fatturati importanti. Ma anche tanta media e tantissima piccola impresa lombarda, specialmente brianzola.
Lo studio su Berlusconi, raccontano gli autori, nasce da una peculiarità quasi unica, nelle democrazie (almeno fino a Trump): l’aver congiunto in un unico fenomeno politico un grande imprenditore e un movimento politico interamente nuovo. Altrove (Donald Trump a parte) le due dimensioni non sono state connesse.
Magari sono apparse separatamente o, quando si sono legate insieme impresa e politica (come nel caso del M5S e della Casaleggio associati), l’impresa era una piccola srl – altra notevole curiosità, che meriterebbe un futuro studio quantitativo. «Il fatto che l'Italia sia una democrazia e che Berlusconi sia un imprenditore nel settore dei media lo rende diverso dai casi precedentemente considerati in letteratura, e può offrire nuovi spunti sui recenti fenomeni politici basati su una vittoria di un imprenditore, o di un movimento politico innovativo», scrive lo studio: «Come negli Stati Uniti, dove un altro magnate, Donald J. Trump, è diventato presidente nel 2017; in Francia, con il successo del nuovissimo partito di Emmanuel Macron, La République En Marche!, nel 2017; o ancora in Italia, dove ha vinto le elezioni il partito Movimento Cinque Stelle fondato da un comico nel 2018; in Polonia, dove il partito creato negli anni duemila, “Diritto e Giustizia”, ha vinto le elezioni in 2005 e 2015, o in Ucraina, dove Volodymyr Zelensky, produttore televisivo e comico di successo, è stato eletto presidente nel 2019, a capo di un partito che prende il nome dal suo programma televisivo Sluha Narodu (Servo del popolo)». Sostenere il potere, nei media come in economia, ha pagato. Ci sarà tempo – dopo Berlusconi che forse fu la premessa di tutto – per studiare il potere degli anni del populismo conclamato in Italia.
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Ravenna Jazz, tra i protagonisti spiccano Pat Metheny, Billy Cobham e Paolo Fresu
Un filo diretto con le più varie espressioni del jazz statunitense: la 44a edizione del festival Ravenna Jazz si svolgerà dal 5 al 14 maggio portando nella città romagnola grandi miti del jazz crossover (Pat Metheny), della fusion (Billy Cobham), della scena alternativa newyorkese (Marc Ribot). Anche gli artisti più giovani in programma sono già in aria di celebrità, come la prodigiosa sassofonista Grace Kelly e la cantante Avery*Sunshine, mentre gli Istanbul Sessions faranno da ponte tra la scena musicale d’oltreoceano e quella mediterranea.
Il nostro jazz nazionale risponderà da par suo: sul fronte delle contaminazioni jazz-rock con il Trio Bobo, su quello dei fondamentali jazzistici con il clarinettista Nico Gori e la cantante Laura Avanzolini, oltre che con Paolo Fresu, Tommaso Vittorini, Ambrogio Sparagna e Alien Dee, che faranno squadra assieme ai ben 250 baby musicisti della colossale massa orchestrale e corale del “Pazzi di Jazz” Young Project.
Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con la partecipazione della SIAE.
Il Teatro Alighieri aprirà le sue porte per tre serate di grande richiamo. Quella di domenica 7 maggio sarà certamente la più attesa: ogni esibizione del chitarrista Pat Metheny è in sé un evento. A Ravenna Metheny arriverà alla testa di un quartetto dalla spiccata propensione jazzistica: una specie di ritorno ‘a casa’ per questo mito della sei corde che ha percorso con intramontabile successo oltre quarant’anni di carriera.
Il batterista Billy Cobham ha invece un punto di forza nella sua inossidabile fedeltà al genere musicale che lo ha reso celebre: la fusion anni Settanta. La sua attuale band, con la quale sabato 13 calcherà il palco dell’Alighieri, è un turbine sonoro, un’apoteosi di ritmi ipercinetici e sonorità elettriche capaci di riportare alla luce l’intensità degli anni d’oro del jazz-rock.
Sempre all’Alighieri si terrà una terza serata a ingresso gratuito di ben diversa impostazione. Lunedì 8 andrà infatti in scena il “Pazzi di Jazz” Young Project: un monumentale concerto che porta a coronamento mesi di lavoro didattico nelle scuole ravennati realizzato dal trombettista Paolo Fresu, il direttore e arrangiatore Tommaso Vittorini, l’organettista Ambrogio Sparagna e il beatboxer Alien Dee. Questa eterogenea e affiatata squadra musicale si esibirà alla guida di una gigantesca compagine orchestrale e corale formata da ben 250 giovanissimi esecutori, selezionati tra le migliaia di studenti che hanno preso parte al progetto didattico Pazzi di Jazz.
Sotto la bandiera di “Ravenna 44° Jazz Club”, le serate del festival ravennate si spostano in vari club della città e dei dintorni, esplorando le più varie frontiere stilistiche della musica improvvisata e convocando artisti dalla spiccata personalità, in un’alternanza di nomi di culto e giovani già lanciati sul trampolino della notorietà. Sarà proprio uno di questi live a dare il via ufficiale a Ravenna Jazz 2017, venerdì 5 maggio al Cisim di Lido Adriano: protagonista il Trio Bobo, che sprigiona scintille con una fusion spinta ai massimi livelli virtuosistici, jazz-rock dalle tinte vintage incastonato tra ammiccamenti di irresistibile ironia (del resto i ‘Bobo’ sono Faso e Christian Meyer delle Storie Tese, oltre ad Alessio Menconi). Sonorità non meno alternative sono quelle degli Istanbul Sessions guidati dal sassofonista Ilhan Ersahin, tra funk, rock, ritmi ballabili e jazz. Ma più che gli stili qui sono le coordinate geografiche a intrecciarsi: il quartetto mette in cortocircuito le sonorità dell’East Village newyorkese e delle notti di Istanbul (sabato 6 al Bronson di Madonna dell’Albero). Sodale di Elvis Costello, Tom Waits e John Zorn, il chitarrista Marc Ribot si è ben guadagnato il titolo di guru della scena avanguardistica downtown di New York: ogni sua esibizione parte dai presupposti dell’imprevedibilità in attesa di immancabili colpi di scena sonori (martedì 9 al Cisim). La vocalist Laura Avanzolini ci riporta sul sempre fecondo terreno degli standard e della pronuncia jazz più ortodossa: si esibirà dal vivo in trio mercoledì 10 al Mama’s Club e nello stesso giorno sarà anche protagonista del workshop di “Mister Jazz”. Con la cantante e pianista Avery*Sunshine (giovedì 11 al Mama’s Club) la girandola stilistica di “Ravenna 44° Jazz Club” si rimette in moto: in duo con il chitarrista Dana Johnson ci pone di fronte a una visione incantevolmente attuale di tutto quanto fa black music (soul, gospel, jazz, R&B…). Gli ultimi due concerti di “Ravenna 44° Jazz Club” saranno come un viaggio nel tempo. Venerdì 12 (al Teatro Socjale di Piangipane) il clarinettista Nico Gori scorrerà a ritroso il calendario sino agli anni fastosi dello swing orchestrale assieme al suo Swing 10tet e al tap dancer Ernesto Tacco: sarà davvero difficile trattenersi dal ballare. La giovane sassofonista e cantante Grace Kelly riporterà in avanti le lancette dell’orologio: già star di prima grandezza a livello internazionale, arriva per la prima volta in Italia con la sua vorticosa commistione di jazz puro e concitati additivi rock (domenica 14, Teatro Socjale).
Tornano anche quest’anno i concerti ‘Aperitifs’, coi quali la musica esce dai suoi luoghi canonici (teatri e club) per diffondersi nel tessuto urbano e andare incontro a un pubblico che preferisce una situazione di ascolto più informale. Tutti a ingresso gratuito, questi live in orario da aperitivo si svolgono nei locali che fanno ‘tendenza’ del centro cittadino. Tra le locations toccate dagli ‘Aperitifs’ si segnalano diverse novità, mentre si conferma la formula dei concerti in solo, per portare allo scoperto l’individualità di ogni artista.
Il primo ‘Aperitif’ sarà con le “Canzoni nel cassetto” del bandoneonista Pepe Medri (venerdì 5 maggio presso Leonardi Dolciumi 1957). Si andrà poi “A spasso con il basso” assieme al bassista e cantante Giacomo Da Ros (sabato 6, Caffè Pasticceria Palumbo). Da lì si passerà al Caffè del Teatro con lo “(S)concerto per chitarra sola” di Aldo Betto (domenica 7) e poi al Fresco Cocktails & Tapas con le “Note di viaggio: dal tango al jazz” dettate dalla fisarmonica di Massimo Tagliata (lunedì 8). Martedì 9 a Casa Spadoni ci si butterà in “Caduta libera” coi suoni etnici e jazz del chitarrista Tolga During. Ancora chitarra mercoledì 10 al Caffè del Ponte Marino, con le “6 + 1 Songs” per la 7 corde di Daniele Santimone. Giovedì 11, al Due Dame, si passa al sax di Alessandro Scala con il suo “Omaggio a Dexter Gordon”. Venerdì 12 tornerà a grande richiesta un ospite ormai abituale degli ‘Aperitifs’, il pianista-cantante Giacomo Toni col suo “Piano Punk Cabaret” (Cabiria wine bar). I pomeriggi musicali di Ravenna Jazz si chiuderanno poi a suon di chitarra con Antonio Stragapede e le sue “Storie italiane di uomini e chitarre” (sabato 13, Al Cairoli) e con il solo “In My World” di Daniele Bartoli (domenica 14, Naturalmente Burger).
Pat Metheny (di John Peden)
Billy Cobham
Grace Kelly (di Taso Papdakis)
Avery Sunshine + Dana Johnson
Nico Gori Swing 10et (di Stefano Cerri)
PROGRAMMA
Venerdì 5 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna 44° Jazz Club”
TRIO BOBO
FASO-MENCONI-MEYER
“Pepper Games”
Faso – basso el.; Alessio Menconi – chitarra; Christian Meyer – batteria
Sabato 6 maggio
Madonna dell’Albero (RA), Bronson, ore 21:30
“Ravenna 44° Jazz Club”
ISTANBUL SESSIONS
Ilhan Ersahin – sax tenore; Alp Ersönmez – basso el.; Turgut Bekoğlu – batteria; Izzet Kizil – percussioni
Domenica 7 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
An Evening With
PAT METHENY
Antonio Sanchez, Linda Oh & Gwilym Simcock
Pat Metheny – chitarre; Gwilym Simcock – pianoforte, tastiera; Linda Oh – contrabbasso; Antonio Sanchez – batteria
Lunedì 8 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Pazzi di Jazz” Young Project
ORCHESTRA DEI GIOVANI, ORCHESTRA DI PERCUSSIONI,
CORO SWING KIDS & CORO TEEN VOICES
250 giovanissimi diretti da Tommaso Vittorini, Ambrogio Sparagna & Alien Dee
special guests PAOLO FRESU, AMBROGIO SPARAGNA & ALIEN DEE
“A Night in Ravenna”
Omaggio a Dizzy Gillespie nel centenario della nascita
Serata finale del progetto “Pazzi di Jazz” dedicata a Carlo Bubani
Con il sostegno del Comune di Ravenna
Con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna – MIUR
produzione originale
Jazz goes to School
Martedì 9 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna 44° Jazz Club”
MARC RIBOT SOLO
Marc Ribot – chitarra
Mercoledì 10 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 10-13, 14:30-16:30
“Mister Jazz”
WORKSHOP sulla vocalità
condotto da LAURA AVANZOLINI
“La voce nel jazz tra suono, parola e improvvisazione”
Mercoledì 10 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30
“Ravenna 44° Jazz Club”
LAURA AVANZOLINI TRIO
“I’m All Smiles”
Laura Avanzolini – voce; Fabio Petretti – sax tenore; Daniele Santimone – chitarra 7 corde
Giovedì 11 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30
“Ravenna 44° Jazz Club”
AVERY*SUNSHINE
Avery*Sunshine – voce, pianoforte, tastiere; Dana Johnson – chitarra
Venerdì 12 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna 44° Jazz Club”
NICO GORI & SWING 10tet + special guest Ernesto Tacco
Dancing Swing Party
Nico Gori – clarinetto, direzione, arrangiamenti; Vladimiro Carboni – batteria; Nino “swing” Pellegrini – contrabbasso; Piero Frassi – pianoforte;
Renzo Cristiano Telloli – sax alto; Moraldo Marcheschi – sax tenore; Alessio Bianchi – tromba; Silvio Bernardi – trombone;
Mattia Donati – chitarra, voce; Michela Lombardi – voce; Iacopo Crudeli – presentatore, voce
+ special guest Ernesto Tacco – tap dancer
Sabato 13 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
BILLY COBHAM BAND
Billy Cobham – batteria; Carl Orr – chitarra; Christian Gálvez – basso el.; Steve Hamilton – tastiere; Camelia Ben Naceur – tastiere
Domenica 14 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna 44° Jazz Club”
GRACE KELLY QUARTET
“Trying To Figure It Out”
Grace Kelly – sax alto, voce; Julian Pollack – tastiere, pianoforte; Julia Pederson – contrabbasso, basso el.; Ross Pederson – batteria
RAVENNA JAZZ APERITIFS
ingresso libero
Venerdì 5 maggio
Leonardi Dolciumi 1957
Aperitif ore 18:30
Pepe Medri
“Nel mio quartiere (canzoni nel cassetto)”
bandoneón, organetto diatonico
Sabato 6 maggio
Caffè Pasticceria Palumbo
Aperitif ore 18:30
Giacomo Da Ros
“A spasso con il basso”
basso, voce
Domenica 7 maggio
Il Caffè del Teatro
Aperitif ore 18:30
Aldo Betto
“(S)concerto per chitarra sola”
chitarra
Lunedì 8 maggio
Fresco Cocktails & Tapas
Aperitif ore 18:30
Massimo Tagliata
“Note di viaggio: dal tango al jazz”
fisarmonica
Martedì 9 maggio
Casa Spadoni
Aperitif ore 18:30
Tolga During
“Caduta libera”
Musica etnica & jazz, dall’Olanda alla Turchia
chitarra
Mercoledì 10 maggio
Caffè del Ponte Marino
Aperitif ore 18:30
Daniele Santimone
“6 + 1 Songs for seven-string guitar”
chitarra a 7 corde
Giovedì 11 maggio
Due Dame
Aperitif ore 18:30
Alessandro Scala
“Dexter Blues”
Omaggio a Dexter Gordon
sax tenore
Venerdì 12 maggio
Cabiria wine bar
Aperitif ore 18:30
Giacomo Toni
“Piano Punk Cabaret”
piano, voce
Sabato 13 maggio
Al Cairoli
Aperitif ore 18:30
Antonio Stragapede
“L’Onda, storie italiane di uomini e chitarre”
chitarra
Domenica 14 maggio
Naturalmente Burger
Aperitif ore 18:30
Daniele Bartoli
“In My World”
chitarra
Informazioni
Jazz Network, tel. 0544 405666, fax 0544 405656
e-mail: [email protected]
website: www.ravennajazz.org
Ufficio Stampa
Daniele Cecchini
tel. 348 2350217, e-mail: [email protected]
Direzione Artistica
Sandra Costantini
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EXTRA: Silvia Abravanel, filha de Silvio Santos, seria irmã de Carlos Alberto de Nóbrega – Entenda!
EXTRA: Silvia Abravanel, filha de Silvio Santos, seria irmã de Carlos Alberto de Nóbrega – Entenda!
Silvia Abravanel hoje faz um grande sucesso no SBT, seja apresentando o ‘Bom Dia e Cia’, ou à frente de outros trabalhos na emissora do pai.
Todos praticamente já sabem que ela é filha adotiva de Silvo Santos, porém, o que muitos não imaginam é que Silva seria irmã de Carlos Alberto de Nóbrega, que há anos apresenta ‘A Praça É Nossa’.
É que na verdade, quem ia adotar Silvia era o humorista…
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Dal 26 al 28 maggio, la nona edizione di Festival Periferico ha trasformato il Villaggio Artigiano di Modena Ovest in un esperimento di teatro a cielo aperto per interrogarsi sulla reale possibilità dell’arte di «operare delle trasformazioni in luoghi che sembrano cementificati nel loro presente».Visto da lontano, il senso del festival ideato e organizzato dal collettivo modenese Amigdala (Gabriele Dalla Barba, Federica Rocchi, Sara Garagnani e Meike Clarelli) corre il rischio di venire semplicisticamente interpretato quale analisi e ricerca di una nuova relazione tra centro e periferia.
Se l’alternativa tra monadi (il centro e la periferia) poteva funzionare come ipotesi di lavoro per le nascenti scienze umane di fronte al compiersi dei poderosi processi di massificazione e industrializzazione socio-culturali del secolo scorso, oggi essa risulta totalmente inadeguata e priva di alcun senso. Contaminando corpo artistico e corpo urbano in una suggestiva ambiguità, volgendosi a rinnovare una narrazione tanto canonica quanto obsoleta che costringe centro e periferia a una strutturale contrapposizione tra parti (la prima vitale e pulsante di cultura, politica ed economia, la seconda marginale), Amigdala raccoglie in realtà una delle sfide più affascinanti e proprie della post-modernità, ossia strappare all’inutile banalità di ogni definizione eterodiretta l’individuazione e la funzione del rapporto mai interrotto tra spazi ed esseri umani per così spostarne significativamente il baricentro oltre la possibile riduzione in termini di consumo e capitale.
A mostrare con lancinante opacità come la periferia possa essere un’illusoria eterotopia, un luogo che, in realtà, possa macellare dentro la carne e il sangue di chi lo vive passivamente è il Villaggio Artigiano di Modena Ovest, un contesto «sorto nel 1953 […] grazie a un intervento pubblico di innovazione sociale ante-litteram» e attualmente caratterizzato da «estinzione del lavoro artigianale […] abbandono degli immobili […] degrado dello spazio pubblico […] assenza di verde urbano e convivenza interetnica», e che, a latere delle sue strade, degli edifici e delle assenze che lo innervano, continua a ricordare come nel recente passato fosse riuscito a distinguersi per l’imponente e qualitativa cultura del lavoro e della produzione.
Ciò che muove «un lavoro che connette attivazione territoriale, riflessione urbanistica e arte partecipata» e che vede nel progetto Periferico di OvestLab di rigenerazione di «una delle tante officine dismesse del Villaggio Artigiano» lo step di una «restituzione più ampia e articolata» non è un’ideologica affermazione di principio o un furore avanguardistico. Raccogliendo il poetico suggerimento di Franco Armino di abitare i luoghi con «intimità e distanza», Amigdala segna difatti il solco di un percorso di straordinaria lungimiranza, accompagna lucidità a complessità e «focalizza ogni anno contenuti e proposte su un’area della città selezionata attraverso un lungo lavoro di ricerca che coinvolge anche architetti, urbanisti, imprenditori, ricercatori, giornalisti, cittadini e così via».
Un percorso affatto semplice e non esente da punti deboli, come la complicatissima opera di tessitura con le anime locali, coinvolte e presenti solo in parte, ma rispetto al quale il collettivo modenese rivela, opportunamente, di avere una chiara e consapevole strategia d’azione, rilanciando per i prossimi tre anni «una nuova fase del progetto OvestLab con cui […] radicandosi nell’ex-officina, […] avviare nello spazio e nel quartiere un nuovo presidio locale partecipato dei processi di rigenerazione del territorio», così promuovendo «processi continuativi in forme laboratoriali e sperimentali per ampliare progressivamente la durata del festival in una progettualità su scala annuale», per cercare di accompagnare sempre maggiore inclusione e per interpretare con un’intenzione affatto naif la dicotomia tra un centro ridotto a specchio per il turismo globale o alla conservazione museale, dunque promotore di solitudine nella moltitudine, e, di contro, una periferia non romanticamente elevata a contesto in cui si concentrano le condizioni più idonee per il fiorire della cultura e dell’arte, ma vissuta come comunità orizzontale e, di conseguenza, come autentico argine all’aridità dell’emarginazione.
In questo quadro di permeabilità al meticciato, di attraversamento dei confini rispetto ai quali si è ormai al di là ed è innaturale/disumano opporsi, Amigdala attribuisce al teatro e all’arte performativa un decisivo ruolo di migrazione delle coscienze da uno status quo (percepito immutabile) a margini operativi in cui potersi coltivare fuori dall’anonimato della massificazione e al periferico non di anacronistica isola geografica, ma di spazio fisico e simbolico, di riunione con l’alterità (etnica e sociale) in cui promuovere un’esperienza direttamente incisiva nell’individuazione del soggetto sociale.
Nella pratica, Periferico sviluppa questa volontà di esercizio condiviso attraversando e lasciando attraversare ex officine, strade e cortili del quartiere, imprese e case del Villaggio Artigiano, spazi in cui il Made in Italy ha conosciuto i fasti dell’eccellenza. E, dalla delicatissima installazione La disobbedienza dell’acqua al (troppo) cervellotico Office for a Human Theatre, dalla strepitosa The Streetwalker (una galleria open air di ready-made in grado di innescare con sontuosa semplicità la compartecipazione del pubblico) ai Racconti Americani secondo i Muta Imago (una restituzione «per suoni e immagini» della banalità del disagio contemporaneo tratta dai meravigliosi testi di Herman Melville e John Cheever), che il Villaggio Artigiano fosse un esperimento sociale e politico di dimensione comunitaria lo ha ricordato uno dei momenti più potenti della tre giorni, lo sconcertante incontro – inopportunamente turbato dalla vis comica del conduttore Simone Francia – con Beppe Manni, celebre ex prete-operaio che negli anni settanta, con Gianni Ferrari e Franco Richeldi, fu co-protagonista di un radicale tentativo di applicazione pastorale dell’anelito rinnovatore del Concilio Vaticano II all’interno del Villaggio Artigiano; un’autentica perla di memoria che obbliga alla necessità di ripensare con responsabilità il valore e la funzione umanitaria della localizzazione, ossia della strutturazione gerarchica dei luoghi in cui cultura e natura devono necessariamente coesistere.
Perché se le periferie, fisiche o simboliche, rappresentano – di fatto – la distanza dai luoghi dell’Istituzione, la cui normatività ideale è spesso sinonimo di perdita del senso di realtà, la perturbazione promossa dalle fantastiche visioni del collettivo Amigdala rilancia non l’illusione di una terra promessa cui giungere da stranieri al termine di un esodo più o meno volontario, quanto l’intimo valore sociale di una cultura che, quando strutturatasi instabile perché libera, riesce nel proprio magico intento di facilitare la costituzione delle identità attraverso le differenze e, come auspicato, di «operare delle trasformazioni in luoghi che sembrano cementificati nel loro presente».
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Periferico è un progetto di Amigdala ideato e diretto da Federica Rocchi, Gabriele Dalla Barba, Meike Clarelli, Sara Garagnani cura Federica Rocchi suono Meike Clarelli immagine Sara Garagnani scritture Gabriele Dalla Barba organizzazione, logistica, amministrazione Frida De Vreese ufficio stampa Michele Pascarella e Silvia Mergiotti social media manager Silvia Mergiotti tecnica Davide Cristiani e Fabrizio Orlandi coordinamento rapporti con il territorio Silvia Tagliazucchi tirocinio Cuan Sommacal, in collaborazione con Master in Public History Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Istituto Storico di Modena volontari Diego Fiori, Alberto Vezzelli, Paolo Credi, Dino Zanasi con la preziosa collaborazione di Eredi Cavallini, Silvio Lolli -Fabele, LUOGO –spazio eventi con cucina, Bianco Creative Studio Design, Learco Menabue, Circolo Piazza, Angelo Fantoni e famiglia, Rossana Lusvardi e Angelo Canali, Silvia Sitton, Matteo Diici, Trame 2.0 e Laboratorio Tric e Trac, Emilia Romagna Teatro Fondazione con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena; Quartiere 4 del Comune di Modena; Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il patrocinio di Regione Emilia Romagna un ringraziamento a Nicola Ferrari; Patrizia Canali; Donatella Caselli;Angelo Canali; Andante Coordinamento Teatrale, Instabile 19, Teatro dei Venti, Drama Teatri, Aliante Cooperativa Sociale punto ristoro a cura di: Keller Nell’ambito di Andante 2016/17, progetto selezionato attraverso il bando Rassegne teatrali 2016 promosso e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Programma
Venerdì 26 maggio dalle 17 alle 22.30 FILIPPO TAPPI Con tendenza a perdere | da Ovestlab installazione
dalle 17 alle 21 AMIGDALA La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori
ore 18.00 FILIPPO ANDREATTA (Office for a Human Theatre) conversazione | LUOGO, partenza da OvestLab
ore 19.30 ISABELLA BORDONI Adiacenze | per le strade del quartiere | partenza da OvestLab performance itinerante
ore 21.30 COMPAGNIA ABBONDANZA BERTONI Le fumatrici di pecore | Ovestlab spettacolo
ore 22.30 Ceci n’est pas un dj set | OvestLab
Sabato 27 maggio ore 10.30 Inaugurazione progetto Un Community Hub al Villaggio Artigiano (a cura di Amigdala e Associazione Archivio Architetto Cesare Leonardi) con la partecipazione di CLAUDIO CALVARESI | OvestLab
dalle 10 alle 23 FILIPPO TAPPI Con tendenza a perdere | OvestLab installazione
dalle 17 alle 21 RADHARANI PERNARČIČ Skin-deep jag. The doors to deep skin – prima assoluta | Ovestlab performance
ore 16.00 LEONARDO DELOGU conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab
dalle 17 alle 21 AMIGDALA La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori
ore 17.30 ORME | visite guidate nelle imprese e case del Villaggio Artigiano | partenza da OvestLab
ore 19.30 ISABELLA BORDONI conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab
ore 21.30 OFFICE FOR A HUMAN THEATRE JA site-specific version di squares do not (normally) appear in nature | Ex officina, via C. Della Chiesa, partenza da Ovestlab
ore 22.30 MUTA IMAGO Racconti Americani: Bartleby | OvestLab videoracconto
ore 23.00 Ceci n’est pas un dj set | OvestLab
Domenica 28 ore 10.30 Visite Laboriose a cura di ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione nell’ambito del progetto Un bel dì saremo. Narra BEPPE MANNI legge SIMONE FRANCIA | cortile di Ovestlab
ore 12.00 Geo Esplorazione condotto da ANTONIO CANOVI (geostorico) fino al Laboratorio Tric e Trac e pranzo conviviale (a cura di Associazione TRame 2.0) | partenza da Ovestlab
dalle 17 alle 21 RADHARANI PERNARČIČ Skin-deep jag. The doors to deep skin | Ovestlab performance
dalle 17 alle 21 AMIGDALA La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori
ore 15.00 CLAUDIA SORACE (Muta Imago) conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab
ore 16.30 CLAUDIA CATARZI 40.000 cmq | Ex officina, via C. Della Chiesa, partenza da Ovestlab spettacolo
ore 18.00 ENRICO GABRIELLI conversazione Musica tradotta e tradita | OvestLab
ore 19.45 ILARIA GRAZIANO E FRANCESCO FORNI concerto | partenza da Ovestlab
ore 21.30 MUTA IMAGO Racconti Americani: The river – prima assoluta | OvestLab videoracconto
ore 22.30 Ceci n’est pas un dj set | OvestLab
INSTALLAZIONI Venerdì 26, sabato 27, domenica 28 dalle 10 alle 24 LJUD Streetwalker | Installazione per le strade del quartiere
FILIPPO TAPPI Non un manifesto | Installazione per le strade del quartiere e della città
CESARE LEONARDI Paesaggi Domestici (a cura di Archivio Architetto Cesare Leonardi) | Ovestlab
SILVIA TAGLIAZUCCHI, GIULIA FIORILLO, MARIA GRAZIA ARGENTIERI OvestMaP | mappatura partecipata del Villaggio Artigiano in collaborazione con CivicWise e Architetti di Strada
Venerdì 26 e sabato 27 dalle 16 alle 20 ANGELO FANTONI Casa/studio aperta | via Rinaldi, 81
Domenica 28 dalle 16 alle 21 FEDERICO LOMBARDO Identità artificiali | Bianco Creative Studio Design – via Emilio Po, 111
Alto Fragile Urgente. Festival Periferico 2017 – IX edizione Dal 26 al 28 maggio, la nona edizione di Festival Periferico ha trasformato il Villaggio Artigiano di Modena Ovest in un esperimento di teatro a cielo aperto per interrogarsi sulla reale possibilità dell'arte di «operare delle trasformazioni in luoghi che sembrano cementificati nel loro presente».
#Federica Rocchi#Festival Periferico#Gabriele Dalla Barba#Meike Clarelli#Sara Garagnani#Teatro Periferico
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In ricordo di Bruzio Manzocchi
In ricordo di Bruzio Manzocchi
di Paolo Ciofi
Ricorre il 21 gennaio prossimo il centenario della nascita di Bruzio Manzocchi (Francavilla Marittima 21 gennaio 1917 – S. Vincent 5 settembre 1961), che subito dopo la Liberazione si misurò sui temi della gestione sociale delle imprese e della organizzazione del lavoro insieme – tra gli altri – a Silvio Leonardi. Nonché sui nodi irrisolti e tuttora attuali della qualità dello…
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