#Secondo Amnesty International
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ilblogdellestorie · 11 months ago
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In Iran è stata impiccata all'alba Reyhaneh Jabbari, la ragazza condannata a morte nel 2009 per aver ucciso un ex agente dei servizi segreti iracheni che avrebbe tentato di stuprarla. Lo ha reso l'uffico del procuratore di Teheran. La giovane era da cinque anni nel braccio della morte e a suo favore c'erano stati numerosi appelli internazionali, tra cui quelli di Papa Francesco, di Amnesty International, del ministro degli Esteri, Federica Mogherini, e di tantissimi intellettuali iraniani.  L'esecuzione era stata fissata per il 30 settembre ma era stata poi rinviata facendo sperare in un atto di clemenza. Venerdì alla madre era stato permesso di visitare Reyhaneh per un'ora, un segnale che l'impiccagione era imminente. Il relatore dell'Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu aveva denunciato che il processo del 2009 era stato viziato da molte irregolarità e non aveva tenuto conto che si era trattato di legittima difesa di fronte a un tentativo di stupro. La 26enne Reyhaneh Jabbari era stata arrestata nel 2007, quando ne aveva 19, per aver ucciso Morteza Abdolali Sarbandi, ex 007 di Baghdad, che l'avrebbe attirata nel suo appartamento con la scusa di offrirle un incarico e poi avrebbe tentato di abusare di lei. Il perdono della famiglia della vittima avrebbe salvato Reyhaneh dalla forca, ma il figlio dell'uomo ha chiesto che la ragazza negasse di aver subito un tentativo di stupro e lei si è sempre rifiutata di farlo. Secondo l'Onu dall'inizio dell'anno in Iran sono già state giustiziate 250 persone.
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carmenvicinanza · 1 month ago
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Avril Lavigne
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Avril Lavigne è la cantautrice canadese diventata una star internazionale all’inizio del millennio.
Icona del pop punk, ha venduto più di 50 milioni di album e oltre 50 milioni di singoli. 
Le sue canzoni hanno fatto parte di diverse colonne sonore, soprattutto per film d’animazione, ha prestato la voce a diversi personaggi dei cartoni e ispirato un’eroina dei videogiochi.
Si è esibita in quasi tutto il globo e vinto un’infinità di premi.
Ha ricevuto otto candidature ai Grammy Award, tre ai Brit Award e si è aggiudicata un Mtv Video Music Awards, due Mtv Europe Music Awards, sette Radio Disney Music Awards e nove Juno Award.
Nata a Belleville, in Ontario, il 27 settembre 1984 in una famiglia umile e molto religiosa, da bambina le è stato diagnosticata la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
A 11 anni ha ricevuto in regalo la sua prima chitarra con la quale, suonando da autodidatta ha iniziato a scrivere le sue canzoni e a esibirsi in festival e spettacoli locali.
A soli 16 anni ha lasciato la scuola e si è trasferita prima a New York e poi a Los Angeles dove, nel 2002, ha pubblicato il suo primo disco Let go, che ha venduto oltre venti milioni di copie nel mondo, le ha portato un’enormità di premi e nomination e l’ha fatta entrare nel Guinness dei Primati come la cantante più giovane ad arrivare al primo posto della classifica britannica con un album.
Il singolo di esordio Complicated, immediatamente diventato una hit internazionale, ha raggiunto la prima posizione nelle classifiche di diversi paesi e battuto ogni record di passaggi radiofonici, consacrandola una nuova icona delle giovani generazioni a cui ha dedicato anche una linea d’abbigliamento, la Abbey Dawn.
La sua reinterpretazione di Knockin’ on Heaven’s Door, di Bob Dylan, è stata inclusa nella compilation Peace Song per contrastare il fenomeno dei bambini soldato.
Il suo secondo lavoro Under my skin uscito nel 2004, ha venduto più di 7 milioni di copie.
Nell’autunno 2005 ha realizzato una reinterpretazione di Imagine di John Lennon per un’iniziativa a favore di Amnesty International.
Nello stesso anno ha contribuito alla colonna sonora del film d’animazione Spongebob e dato la voce a Heather, un personaggio del film Over the Hedge.
Il terzo album, The Best Damn Thing, del 2007 primo in classifica in ben 12 paesi, ha venduto oltre 8 milioni di copie.
Nel 2010, mentre scriveva il suo terzo disco, ha sfornato il brano Alice per la colonna sonora del film Alice in Wonderland della Disney, collaborato alla canzone Wavin’ Flag for Haiti per raccogliere fondi da destinare alle persone terremotate di Haiti e fondato The Avril Lavigne Foundation a favore di giovani con disabilità e malattie gravi.
Goodbye Lullaby, messo in commercio nel marzo 2011 è stato seguito, due anni dopo, dall’omonimo Avril Lavigne.
Nel marzo 2015 ha parlato pubblicamente, attraverso la rivista People Magazine, della malattia di Lyme che l’ha costretta a un lungo periodo di riposo.
Nel 2019 ha sfornato Head Above Water e, nel 2022, ha visto la luce il settimo album in studio dal titolo Love Sux e ricevuto una stella sulla Walk of Fame per i suoi vent’anni di carriera.
La sua prima raccolta di successi Avril Lavigne: Greatest Hits è del 2024.
È partita con testi che contenevano messaggi d’autostima e di energia, parlato di argomenti personali, ha fatto ballare e emozionare la gioventù di mezzo pianeta.
È stata una ribelle, una bad girl e una delle prime artiste che ha mostrato come essere ragazze forti in abiti larghi.
Sebbene potesse sembrare un fenomeno passeggero, da oltre vent’anni continua a ispirazione le giovani generazioni col suo look, gli argomenti che tocca e la sua carica travolgente.
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bicheco · 2 years ago
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Lo afferma Amnesty International
Fare il fonico di palco a Sanremo è uno dei mestieri più pericolosi del mondo secondo solo al vigile del fuoco.
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arcobalengo · 1 year ago
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LA SENTENZA
Assange, Londra rigetta il ricorso: estradizione vicina
LA BEFFA - Per l’ideatore di wikileaks stessa accusa di the Donald
Di Stefania Maurizi.
Pericolosamente vicino all’estradizione negli Stati Uniti. A denunciare il rischio che corre Julian Assange è stata Reporters Sans Frontières, appena la moglie Stella Assange ha reso noto che la High Court del Regno Unito ha rigettato l’appello contro l’estradizione del fondatore di WikiLeaks. La decisione è arrivata questa settimana dopo ben nove mesi di attesa, senza alcuna udienza ed è stata emessa da un unico giudice, Jonathan Swift, peraltro entrato già nelle cronache per aver rigettato un appello di una trentina di richiedenti asilo che rischiavano di essere deportati in Ruanda, in base alle politiche dei conservatori inglesi contro rifugiati e migranti. È una delle ironie della storia che la sentenza arrivi proprio nella settimana in cui Donald Trump – la cui amministrazione ha incriminato Assange per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano – sia finito incriminato proprio con la stessa legge: il brutale Espionage Act del 1917, per la gestione di una serie di documenti riservati durante la sua presidenza. Le condizioni di salute di Julian Assange sono serie. È rinchiuso nella prigione più dura del Regno Unito, Belmarsh, da oltre quattro anni, con pericolosi terroristi, e da ben tredici anni non conosce più la libertà. È incarcerato a Belmarsh dall’11 aprile 2019, senza che sia mai stato condannato: è in attesa che le autorità inglesi decidano sull’estradizione, che in primo grado era stata negata dal giudice Vanessa Baraitser per la gravità delle sue condizioni mentali. Nel gennaio del 2021, infatti, Baraitser aveva ritenuto fondato il rischio di suicidio. Ma appena undici mesi dopo, la High Court aveva ribaltato la sentenza, dopo che gli Stati Uniti avevano offerto garanzie diplomatiche sul trattamento in carcere del fondatore di WikiLeaks, ignorando completamente che, durante il processo di estradizione, è emerso che la Cia aveva pianificato di uccidere o di rapire Julian Assange, mentre ancora si trovava in ambasciata. La High Court non aveva dimostrato alcun problema con queste rivelazioni: aveva creduto alle “garanzie diplomatiche”.
La difesa di Assange aveva fatto ricorso e questa settimana è arrivata la sentenza. Tutte le più importanti organizzazioni per la difesa dei diritti umani e della libertà di stampa, da Amnesty International a Reporters Sans Frontières (RSF), hanno chiesto all’Amministrazione Biden di chiudere il caso. “È tempo di fermare la persecuzione senza tregua di Assange e di proteggere il giornalismo e la libertà di stampa”, ha dichiarato Rebecca Vincent, a capo delle campagne internazionali di Rsf. A questo punto la difesa di Assange e WikiLeaks ha tempo fino a martedì prossimo per ripresentare di nuovo appello alla High Court, e se verrà rigettato di nuovo, e rimarrà solo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La moglie Stella Assange si è detta “ottimista”. Nel frattempo, novità importanti potrebbero arrivare dall’indagine dei magistrati spagnoli sulle operazioni di spionaggio contro Julian Assange, i suoi avvocati, i suoi medici, e contro noi giornalisti che gli abbiamo fatto visita nell’ambasciata, prima che fosse arrestato. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo El País la settimana scorsa, è emerso che la polizia spagnola non aveva copiato alcuni file che contengono riferimenti alla Cia. Errore tecnico?
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curiositasmundi · 11 months ago
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Nei giorni in cui sono state scritte tante parole su Toni Negri, deceduto nella sua casa di Parigi lo scorso 16 dicembre, appare davvero una grande occasione questo docu – film per ripercorrere, partendo proprio dalle vicende dell’Autonomia Operaia di cui lui è stato uno dei protagonisti, cosa sono stati quei giorni, quegli anni. Seppure siano passati oramai diversi decenni da quel 7 aprile del 1979, quando decine di persone, appartenenti o simpatizzanti o considerate vicine alla formazione di sinistra extraparlamentare Autonomia Operaia, furono arrestate in un’operazione che diede inizio a uno dei capitoli più discussi e controversi della storia giudiziaria italiana degli scorsi decenni. Una vicenda che coinvolse centinaia di persone ma che ebbe come protagonisti da una parte proprio il professor Toni Negri, dall’altra il magistrato Pietro Calogero. Siamo nei cosiddetti “anni di piombo” e delle stragi fasciste. Un anno prima c'è stato il rapimento di Aldo Moro e la sua uccisione. Vennero così adottate “leggi speciali” tra cui quella che permetteva di applicare il reato di associazione a delinquere alle organizzazioni politiche, e non solo a quelle mafiose. Negri fu accusato di aver partecipato direttamente al rapimento Moro, e addirittura di essere stato il telefonista delle Brigate Rosse che condusse le trattative. In realtà si dimostrò dopo che la voce brigatista era di Valerio Morucci. A denunciarlo fu un docente dell'Università, iscritto al Pci, che dichiarò di aver riconosciuto la voce di colui che teneva i contatti tra le Br e la famiglia del dirigente democristiano, come quella del collega. 
Il processo si svolse con tempi lunghissimi e, secondo Amnesty International, in violazione dello stato di diritto. Gli imputati furono detenuti preventivamente in carcere per anni. Il processo cominciò soltanto nel 1983. A difendere ben 54 imputati di quel processo denominato 7 aprile e che fu diviso in due tronconi tra Padova e Roma, emerge la grande abilità di un giovane "compagno" avvocato: Enrico Vandelli. E proprio attraverso la sua esperienza che nella prima delle tre puntate si affronta la questione degli Autonomi padovani. E per la prima volta sono i diretti protagonisti a raccontare quegli anni. E sono davvero tanti visto quanto popolare era il movimento ai tempi, in pieni anni Settanta, è raro che ne parlino o concedano interviste. C'è una sorta di patto non scritto che da un lato obbedisce a un principio di lealtà, che non può comunque essere tradito anche se la storia si può dire ormai chiusa, un po' perché non la si vuole svendere, svilire, o rappresentare con una sola immagine consapevoli che nessuno ne è il solo custode visto che quanto vissuto è generato da una esperienza collettiva. Hanno sempre lasciato farlo ad altri ed è inevitabile poi che passi una sola fotografia della storia, in cui inevitabilmente c'è per forza una molotov. 
Dal punto di vista giudiziario il processo si chiude quasi quattro anni dopo con la sentenza della Cassazione che elargisce pene miti e assolve imputati come Toni Negri perché crollano le accuse più gravi insieme al teorema Calogero. Nel film lo scontro tra due magistrati, Calogero appunto e Palombarini, viene ben illustrato.
La docu serie mette bene a fuoco il fatto che come ogni vicenda è fatta di persone e di vite. E il film, soprattutto nel primo episodio che è completamente dedicato alla vicenda degli Autonomi, rende bene l'idea di cosa fossero quegli anni. Affronta il tema della repressione, della carcerazione e pure della latitanza, che è tutto fuorché una vacanza. Racconta di giovani donne costrette a lasciare i figli per sfuggire a una nuova detenzione, come il caso della docente di scienze politica, Alisa Del Re. Se il racconto della sua fuga e come evita l'arresto ricorda la trama di un film di spionaggio, poi c'è la vita non vissuta, sospesa, che forse colpisce ancora di più. Nel film si sceglie di non parlare dei decessi dopo la carcerazione, come il caso del Professor Ferrari Bravo, ma si sente nelle parole di coloro che vengono coinvolti in questo racconto che le scelte convintamente fatte e portate avanti sono state tutte pagate. Anche alla giustizia. 
L'avvocato Enrico Vandelli negli anni di quel processo accresce la sua fama, il suo volto finisce sui giornali e telegiornali nazionali di continuo. E come è ovvio che sia attira le attenzioni soprattutto di chi è malavitoso o detenuto. Tutti quelli che hanno bisogno di un buon avvocato. E lui ha dimostrato di esserlo. Così quando molti anni dopo arriva la chiamata la vede solo come una grande occasione, l'avvocato Enrico Vandelli. Anche economica visto che dal processo 7 aprile non ha certo guadagnato nulla. A rivolgersi a lui è infatti il boss della mala del Brenta, "faccia d'angelo", Felice Maniero. Sono anni completamente diversi in cui l'eroina insieme a un certo diffuso benessere prendono il posto delle contestazioni. E qui comincia una storia, soprattutto umana, completamente diversa. A tenere insieme la banda Maniero sono i soldi, la violenza, i ricatti. Non c'è una figura a lui vicina, madre esclusa, a cui non abbia fatto o procurato del male. Ha tradito chiunque lo ha servito, fino ad arrivare proprio al suo avvocato che di certo errori ne ha commessi ma non quanti gliene sono stati imputati. Eppure ha pagato più di Maniero. La condanna per mafia, l'addio forzato alla toga ma anche la latitanza e la detenzione. Straordinaria la testimonianza del figlio Michele, che racconta con la consapevolezza dell'adulto che è oggi come il passaggio da avvocato dei "rossi" a quello di un mafioso ha cambiato per sempre la sua vita. Nel docu-film il contributo dello scrittore Massimo Carlotto che rende omogeneo tutto il racconto e poi i protagonisti delle due vicende giudiziarie, non solo avvocati ma anche magistrati e procuratori. Una delle contraddizioni che emergono da quella fetta di storia italiana, è che lo Stato che ha trattato centinaia di giovani come criminali solo perché non volevano pentirsi né di ciò che non avevano commesso ma neppure di ciò che praticavano con convinzione, si è invece fidato di uno, Felice Maniero, che non si è fatto problema alcuno nel tradire tutti. Centinaia di persone. Se non fosse che si può comunque scappare da tutto ma non da quel che si è, Maniero in questi anni non l'avrebbe mai vista una cella e si sarebbe potuto godere tutti i giorni in libertà, perfino con una nuova identità.
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alephsblog · 2 months ago
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Chissà perché alcuni genocidi vengono rimossi e dimenticati, altri addirittura inventati.
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cinquecolonnemagazine · 5 months ago
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Kenya nel caos, assalto al Parlamento: morti e feriti
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(Adnkronos) - Assalto al Parlamento in Kenya, a Nairobi, con almeno 5 morti e oltre 30 feriti secondo alcune ong. Le violenze sono iniziate dopo l'approvazione degli emendamenti alla legge finanziaria 2024 con 195 voti favorevoli e 106 contrari, secondo le news diffuse dal quotidiano Daily Nation. Il provvedimento, nell'ambito della controversa riforma economica del presidente William Ruto, determina un aumento delle tasse.  I manifestanti hanno superato il cordone delle forze dell'ordine e sono entrati in Parlamento. Le immagini diffuse dalle tv mostrano fiamme in un edificio. Agenti e soldati hanno aperto il fuoco e, secondo il Daily Nation, nell'area almeno un manifestante è stato ucciso dalla polizia.   Allegations that police have shot and killed a protester during the anti-Finance Bill protests pic.twitter.com/ZB8pOIUfKi— Citizen TV Kenya (@citizentvkenya) June 25, 2024 Quattro persone sarebbero state colpite da proiettili. Il quotidiano fa riferimento a 'corpi che giacciono lungo Parliament Road'. Il Kenyatta National Hospital rende noto di aver curato almeno 45 feriti, comprese 7 donne.   A Nyeri, 3 persone sarebbero morte e 18 sarebbero rimaste ferite negli scontri con la polizia, intervenuta anche per evitare i saccheggi nei negozi chiusi per precauzione.  I disordini si estendono anche a altre città. Almeno una persona ferita a Mombasa. A Eldoret, un manifestante ferito da colpi d'arma da fuoco e trasferito in ospedale. Scontri e incendi, inoltre, segnalati a Murang'a. "Nonostante le assicurazioni del governo secondo cui il diritto di riunione sarebbe stato protetto e agevolato, le proteste di oggi si sono trasformate in violenza. Osservatori dei diritti umani e medici hanno segnalato diversi episodi di violazione dei diritti umani", si legge nella dichiarazione diffusa da Amnesty International Kenya, Kenya Medical Association, the Law Society of Kenya e Police Reforms Working Group Kenya. Le ong affermano che almeno 5 persone sono state uccise "mentre curavano i feriti". Tra le 31 persone rimaste ferite, invece, 13 sono state colpite da proiettili veri e quattro da proiettili di gomma.   ---internazionale/[email protected] (Web Info) Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 7 months ago
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Amnesty, 'ancora troppe violazioni impunite in America Latina'
L’America Latina ha continuato ad essere una delle regioni a più alto rischio per gli attivisti per i diritti umani, gli ambientalisti e i giornalisti nel 2023: lo sostiene Amnesty International nel suo rapporto annuale.     In America Centrale, l’ong ha attirato l’attenzione sull’Honduras dove, secondo i dati di Global Witness, c’è la più alta percentuale di difensori dei diritti umani…
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micro961 · 9 months ago
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Rita Zingariello - Al di là delle stelle l’Ep
Esce il nuovo ep della cantautrice pugliese, materana d’adozione.
Cinque cover e un brano originale che anticipano il nuovo album di inediti previsto per la primavera
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«Questo EP è per me come la notte che porta consiglio, è come cercare stelle e desideri sognati in un cielo annebbiato. È per me la vigilia del ritorno, il tempo dell’amore e di una maturità semplice». Rita Zingariello
Dentro “Al di là delle stelle”, troviamo sei tracce, cinque cover e un brano originale della cantautrice pugliese. È una sessione di registrazione live, senza possibilità di correzioni. Crudo e semplice, voce e chitarra, con errori annessi e solo qualche sovraincisione concessa.
Questo nuovo lavoro di Rita Zingariello nasce dalla voglia di catturare un momento di creatività, sostenuto dal piacere di interpretare in chiave minimale alcune canzoni note e meno note della musica italiana e internazionale. Troviamo infatti tra i brani di Lucio Dalla e Pino Daniele la famosissima “Fragile”, brano della superstar inglese Sting o la canzone in lingua portoghese di Patrizia Laquidara “Noite Luar”. La title track invece è un brano della stessa Zingariello, contenuto nella sua versione originale nell’album d’esordio “Frammenti simili” (2014).
Sei brani che anticipano dunque il nuovo album di inediti di Rita Zingariello, previsto per la primavera 2024.
Track by track:
1. Al di là delle stelle - È tempo di connetterci con lo spazio che non ha materia. È tempo di amare anche senza possibilità di abbracciare fisicamente. È tempo di non disperare e di continuare ad amare forte al punto che quel sentimento possa sollevarsi per arrivare a toccarsi ancora una volta.
2. Fragile - È tempo di ricordare quanto siamo fragili e di quanto la violenza non abbia mai reso forte nessuno. È tempo di pace, deve finalmente essere tempo di pace.
3. Guardastelle - È tempo di credere che si può ancora avere fiducia nell’altro. È tempo di sognare che le favole non sono sempre e solo finzione.
4. Noite Iuar - È il tempo degli amanti e degli amori dispersi che sognano di perdonarsi e ritrovarsi
5. Notte che se ne va - È tempo di sentirsi affascinati dal silenzio e dalla profondità della voce della notte. È tempo di chi riposa, di chi non trova pace e di chi vive mentre un altro dorme.
6. Stella di mare - È tempo di delicatezza e passione. È tempo di osservare chi ti dorme accanto e scoprire che è esattamente lì che sognavi di stare. Tra la terra e il cielo.
Registrato da Francesco Altieri in presa diretta presso il Labsonic Recording Studio di Matera con la partecipazione alla chitarra di Domenico Lopez.
Rita Zingariello è di origini pugliesi. Esordisce nel 2008 con “È alba”, un ep di cinque canzoni. Tra il 2012 e il 2016 ottiene molti riconoscimenti in premi a valenza nazionale: Frequenze Mediterranee, Festival della Canzone Friulana, Voci per la libertà per Amnesty International, UP, Festival dell’Alta Murgia, Red Bull Tour.
Il suo primo album è “Possibili percorsi”, prodotto dal polistrumentista trentino Phil Mer. Dopo aver aperto concerti di Gino Paoli, Paola Turci, Mario Venuti, PFM e molti altri, collabora con Mogol per uno spettacolo incentrato sulle canzoni del grande autore.
Nella primavera del 2018 pubblica “Il canto dell’ape”, secondo album che riceve una serie di riconoscimenti: riceve menzioni al Premio InediTo, al Premio Pigro per Ivan Graziani, al Premio Peppino Impastato ed è inoltre vincitrice assoluta della prima edizione del Premio Pascoli, musicando “Patria” del poeta romagnolo. Il disco viene accolto molto positivamente da pubblico e critica. Nel 2019 realizza un progetto ambizioso: un doppio album, distribuito su supporto USB, in cui raccoglie trenta cover arrangiate con gusto e interpretate con originalità, dal titolo “I giganti e la bambina – canzoni a richiesta”, un lavoro finalizzato alla raccolta fondi per il progetto “Respira bellezza” della Fondazione Francesca Divella, che offre assistenza psicologica ai pazienti oncologici.
Tra il 2019 e il 2020 è stata impegnata in un tour teatrale in tutta Italia, dedicato a questo ultimo lavoro discografico (Sanremo, Bari, Roma, Bisceglie, Reggio Calabria).
Durante la pandemia è notata dal critico musicale Michele Neri che la invita a partecipare alla trasmissione televisiva “Settenote” di Gigi Marzullo su Rai1 con la canzone “Risalire”.
Il 26 gennaio 2024 esce il singolo “Al di là delle stelle”, primo estratto dell’ep che porta lo stesso titolo in uscita il 30 gennaio.
Il nuovo album di inediti è atteso per la primavera del 2024.
CONTATTI / SOCIAL https://www.instagram.com/ritazingariello/https://www.youtube.com/c/RZingariellohttps://open.spotify.com/intl-it/artist/093Q4bRqwhFg5CV0XT56vr
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marcogiovenale · 9 months ago
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l'israele dei sionisti, uno stato a statuto speciale [revisione del post del 1-1-2024]
questo post del 1 gennaio va spinto ancora oltre, dopo il recente pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia. l’ho quindi in piccolissima parte riveduto: secondo certi filosionisti, anche l’Unicef, Oxfam, Medici senza frontiere, Save the children, Amnesty International, l’UNHCR (l’agenzia Onu per i rifugiati), la Croce rossa, la Mezzaluna rossa, l’OMS, Defense for Children…
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carmenvicinanza · 23 days ago
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Anita Roddick 
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Se pensi di essere troppo piccolo per lasciare il segno, prova ad andare a letto con una zanzara.
Anita Roddick è stata l’imprenditrice inglese che ha creato The Body Shop il primo modello di business legato al rispetto per l’ambiente, capace di coniugare etica e profitto e il primo brand a proibire test sugli animali.
Una filosofia imprenditoriale improntata sull’idea rivoluzionaria che il business potesse avere un impatto positivo sulla società e sul pianeta.
La sua azienda di cosmetici che produceva e vendeva prodotti di bellezza naturali è stata tra le prime a promuovere il commercio equo con i paesi in via di sviluppo.
Nata col nome di Anita Lucia Perrella a Littlehampton, il 23 ottobre 1942, era la terza di quattro figli e figlie e Gilda Di Vito, emigrata a 17 anni in Inghilterra da Atina, in provincia di Frosinone e Donato Perrella, ristoratore di Brighton.
Sua madre sognava per lei una carriera da insegnante, ma il suo desiderio di avventura l’ha portata, dopo gli studi, prima a Parigi, dove ha lavorato alla biblioteca dell’International Herald Tribune e poi a Genova presso le Nazioni Unite.
Ha poi mollato tutto e intrapreso il suo “sentiero hippie” che l’ha portata a girare attraverso l’Europa, il Pacifico meridionale e l’Africa. Ha così scoperto culture di altri mondi, rituali e usanze comprese quelle per la cura del corpo e per la salute.
Tornata in Inghilterra, nel 1970 ha sposato Gordon Roddick, viaggiatore come lei che, qualche anno dopo, ha deciso di realizzare il suo sogno andare a cavallo da Buenos Aires a New York. Entusiasta del progetto del marito, ne ha finanziato il viaggio vendendo la sua piccola attività di ristorazione. Per sostenere la famiglia ha quindi iniziato a collaborare con un erborista locale creando cosmetici naturali mettendo a frutto le conoscenze acquisite durante i suoi viaggi.
Con un piccolo prestito, nel 1976, ha aperto il suo primo The Body Shop nella località balneare di Brighton.
L’idea di partenza era creare prodotti di qualità per la cura della pelle in contenitori da riempire con fragranze decise al momento.
Qualcosa di diverso dalla solita profumeria, piuttosto una filosofia di vendita che metteva al primo posto nella scala dei valori ambiente e solidarietà, il recupero dei materiali e la ricerca di essenze poco note.
Ogni prodotto aveva una storia ed era fatto con ingredienti naturali provenienti da tutto il mondo. Venduto in confezioni semplici e ricaricabili, costituiva un rituale quotidiano di amor proprio, senza false promesse di dimagrimento o ringiovanimento. Una fonte di gioia, conforto e autostima.
Dopo sei mesi aveva aperto un secondo punto vendita, nel 1984 è entrata in borsa e, nel 1991, dopo 15 anni di attività, la sua impresa era a un livello tale di successo da conquistare il World Vision Award for Development Initiative.
Credo che tutte le pratiche commerciali sarebbero notevolmente migliorate se fossero governate da principi” femminili“.
Molto attiva in diverse campagne per diritti umani e ambientali, si è unita a Greenpeace nella campagna Save the Whale per combattere la crudele caccia alle balene e promuovere l’uso dell’olio di jojoba come sostituto dell’olio dei capodogli, che a quel tempo era ampiamente utilizzato nei cosmetici. Ha anche sponsorizzato The Big Issue il giornale indipendente venduto da persone senza fissa dimora. Ha finanziato Amnesty International, e supportato campagne contro la distruzione delle foreste pluviali.
Nel 1990 ha fondato Children on the Edge, organizzazione per aiutare l’infanzia svantaggiata colpita da conflitti, disastri naturali, disabilità e HIV/AIDS, con la convinzione che il mondo degli affari dovesse offrire una forma di leadership morale.
Ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale e a raccogliere fondi per aiutare gli Angola Three, prigionieri afroamericani tenuti in isolamento per decenni.
Nel 1997, in contrasto agli ideali di bellezza filiforme, ha prodotto Ruby, una bambola corpulenta e fiera che è diventata l’incarnazione della campagna promozionale più importante del suo brand.
Nel 2004, Body Shop aveva 1980 negozi con più di 77 milioni di clienti in tutto il mondo. Il secondo marchio più affidabile nel Regno Unito e il 28° più importante al mondo.
Due anni dopo, lo ha venduto al gruppo L’Oréal per 652 milioni di sterline (circa 775 milioni di euro), scatenando numerose polemiche per il fatto che il colosso della cosmesi utilizzava test sugli animali e fosse in parte di proprietà di Nestlé nota per il pessimo trattamento riservato ai produttori dei paesi in via di sviluppo.
Intanto aveva anche istituito una scuola specializzata in Business e Impresa, The Roddick Enterprise Centre, in cui ha messo a punto la sua personale ricetta per l’imprenditoria costituita da motivazione, indipendenza, entusiasmo, ingegno, determinazione, consapevolezza dei rischi e, soprattutto, ottimismo.
Per la sua leadership virtuosa, Anita Roddick ha ricevuto premi e riconoscimenti in tutto il mondo, è stata nominata prima Ufficiale e poi Dama Commendatrice dell’Ordine dell’Impero Britannico e le sono state conferite diverse lauree e dottorati ad honorem. È stata anche insignita dall’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
Ha scritto diversi libri, tra cui Prendilo sul personale: come la globalizzazione ti influenza e modi efficaci per sfidarla e Troubled Water: Santi, peccatori, verità e bugie sulla crisi idrica globale.
Nel 2004 le è stata diagnosticata una cirrosi epatica in conseguenza di un’epatite di vecchia data. Da quel momento si è spesa per promuovere il lavoro di The Hepatitis C Trust con una campagna per sensibilizzare sulla malattia che l’ha vista ospite in importanti programmi televisivi britannici.Si è spenta, in seguito a un ictus, il 10 settembre 2007 al St Richard’s Hospital di Chichester.Ha lasciato il suo patrimonio di 51 milioni di sterline alla Roddick Foundation che, nel suo nome, continua ancora oggi a creare campagne in difesa dei diritti umani.
È stata una donna che si è fatta da sola, che ha avuto una grande intuizione e una visione. Un grande esempio di imprenditrice che ha fondato un impero partendo dal basso, nel rispetto della natura e delle persone, senza mai piegarsi a logiche e mode passeggere.
Ha creato un marchio in cui ogni prodotto e ogni decisione aziendale servivano a dare potere alle ragazze e alle donne, lottando per l’uguaglianza e creando opportunità lavorative secondo principi di inclusione, collaborazione e solidarietà.
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Modena, la fontana si illumina di verde contro la pena di morte
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Modena, la fontana si illumina di verde contro la pena di morte Il Comune di Modena aderisce anche quest'anno alla Giornata internazionale "Città per la vita – Città contro la pena di morte" illuminando di verde la fontana dei Due fiumi del Graziosi, in largo Garibaldi, da giovedì 30 novembre a sabato 2 dicembre. L'iniziativa, approvata dalla giunta su proposta dell'assessora a Europa e Cooperazione internazionale Carmen Sagliano, richiama l'ordine del giorno del Consiglio comunale che nel 2012 decise di aderire alla campagna promossa dalla Comunità di Sant'Egidio che, chiedendo di illuminare un monumento cittadino il 30 novembre come gesto simbolico, ha l'obiettivo di contribuire a diffondere una cultura contraria alla pena di morte. La fontana del Graziosi è illuminata grazie alla collaborazione di Hera Luce. La data del 30 novembre è stata scelta perché la prima abolizione della pena di morte avvenne nel Granducato di Toscana il 30 novembre, appunto, del 1786. Secondo i dati di Amnesty international, aggiornati a dicembre 2022, sono 144 i Paesi che hanno abolito la pena di morte: 112 per ogni reato; nove salvo che per reati eccezionali come quelli commessi in tempo di guerra; mentre in 23 non si registrano esecuzioni da oltre dieci anni oppure hanno assunto un impegno internazionale a non eseguire condanne a morte. A mantenere in vigore la pena capitale sono 55 Paesi, ma sono molti meno quelli che eseguono condanne a morte. Dalla prima edizione nel 2002, quando parteciparono un'ottantina di città, la Giornata internazionale contro la pena di morte è cresciuta fino a vedere l'adesione di 2.402 città.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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shunkawakan-ita · 1 year ago
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Karin Ann
L’icona della Gen-Z Karin Ann presenta l'ultimo singolo
"put me back together"
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L'artista slovacca sta continuando la sua introduzione nella scena musicale negli Stati Uniti con l'ultima canzone d'amore
- Karin Ann, artista slovacca alt-pop, presenta il nuovo singolo ‘put me back together’
Il singolo, indie, folk, soft-pop, racconta una storia su come amare qualcuno può cambiarti intrinsecamente come persona. Si diventa disposti a fare qualsiasi cosa per la persona che ami, anche se i sentimenti non sono reciproci perché si è innamorati completamente e profondamente.
Karin Ann canta:
moving slow
call me yours
you’re taking me apart
put me back together
“‘put me back together’ è una delle mie canzoni preferite che abbia mai scritto” – dice Karin Ann “È una bella canzone, anche se ha sfumature tristi. Adoro i testi e ho amato il processo di creazione di questa canzone, per non parlare del fatto che l'ho fatto con alcuni dei miei collaboratori preferiti. Ho scritto la canzone per soddisfare una storia specifica che stavo cercando di raccontare. La narrazione è la cosa più importante per me e lo faccio attraverso i miei testi, pur rimanendo sempre fedele a me stessa e autentica alle mie emozioni."
KARIN ANN
Attiva sostenitrice della comunità LGBTQIA+ e dei diritti delle minoranze, Karin Ann si sta rapidamente affermando come icona della Gen Z in Europa e ora nel mondo. I suoi testi approfondiscono i temi dell'uguaglianza di genere, della salute mentale e dei diritti umani, ma anche le più comuni turbolenze interiori di una ventenne: l'amore giovanile, le relazioni tossiche e le insicurezze. La musica di Karin Ann è il perfetto equilibrio tra l'alternativo e l'accessibile. Influenzata dai musical, colonne sonore e artisti visionari come i Queen, Karin Ann ha scritto la sua prima canzone all'età di 14 anni ed è stata presto scoperta dai famosi produttori come Tomi Popovic e Matt Schwartz (YUNGBLUD, Massive Attack, Halsey).
Karin Ann ha pubblicato il suo secondo EP "side effects of being human" nel 2022 e ha suonato come supporter per il gruppo YUNGBLUD, LP, Imagine Dragons e My Chemical Romance, oltre che per Alfie Templeman nel suo tour nell'Unione Europea, partecipando al festival britannico di The Great Escape. Ha vinto il premio per il miglior video musicale ai Munich Music Video Awards 2021, quello per la scoperta dell'anno agli Zebrik Awards 2021 nella Repubblica Ceca ed è stata il volto della campagna EQUAL 2021 di Spotify, che l'ha vista diventare la prima artista slovacca a comparire su un gigantesco cartellone pubblicitario in Times Square a New York.
Karin Ann ha anche ricevuto il sostegno del programma GLOW di Spotify, che mette in luce gli artisti della comunità LGBTQIA+. Il suo primo concerto da solista, alla fine del 2021, si è tenuto a Praga ed è stato sostenuto da Amnesty International, a cui Karin Ann ha devoluto tutti i guadagni per la sua iniziativa a sostegno del lavoro sui diritti umani.
Il suo attivismo l'ha portata ad esibire la bandiera arcobaleno a sostegno della comunità LGBTQIA+ durante un'esibizione in diretta sull'emittente statale polacca TVP. Di recente, nomi internazionali hanno seguito l'esempio della protesta contro la mancanza di diritti LGBTQIA+ in alcuni stati dell'Europa dell'Est: l'ex-Spice Girl, Melanie C, ha cancellato il suo concerto di Capodanno e i Black Eyed Peas hanno indossato le fasce arcobaleno durante la loro esibizione. "È stato molto difficile per me essere ciò che sono nel luogo in cui sono cresciuta. Voglio solo che le persone abbiano qualcosa con cui relazionarsi e in cui sentirsi al sicuro" afferma Karin. Al di là del successo personale, Karin Ann spera di usare la sua musica come piattaforma per condividere un messaggio.
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kritere · 1 year ago
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L’arrivo in Italia di Patrick Zaki e la polemica sul volo di Stato rifiutato: “Torni come vuole”
DIRETTA TV Notizie sulla detenzione di Patrick Zaki in Egitto 22 Luglio 2023 La decisione di Patrick Zaki di prendere un volo di linea che dal Cairo lo porterà in Italia è corretta e coerente secondo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che ha commentato le polemiche di queste ultime ore. 4 CONDIVISIONI Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su Notizie sulla…
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cinquecolonnemagazine · 7 months ago
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Rapporto Amnesty: "Tecnologia usata per alimentare odio e discriminazione"
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(Adnkronos) - "In molte parti del mondo soggetti politici stanno aumentando i loro attacchi contro le donne, le persone Lgbtqia+ e le comunità marginalizzate, da sempre capri espiatori per ottenere consenso politico o successo elettorale. Tecnologie vecchie e nuove sono sempre più utilizzate come armi per aiutare forze politiche repressive a diffondere disinformazione, aizzare una comunità contro l’altra e attaccare le minoranze". E' quanto emerge dal rapporto 2023-2024 di Amnesty International che contiene un’analisi della situazione dei diritti umani in 155 stati. Il Rapporto 2023-2024 di Amnesty International nota l’uso in espansione delle tecnologie esistenti per rafforzare politiche discriminatorie. Secondo il rapporto "alcuni Stati – tra i quali Argentina, Brasile, India e Regno Unito – stanno facendo sempre più ricorso alle tecnologie di riconoscimento facciale per controllare le proteste di piazza così come gli eventi sportivi e per discriminare le comunità marginalizzate, soprattutto le persone migranti e rifugiate. Costretto da un’azione giudiziaria di Amnesty International, nel 2023 il dipartimento di Polizia di New York ha reso noto come aveva usato la tecnologia per sorvegliare le proteste del movimento Black Lives Matter". I dati del Rapporto Amnesty "Il nefasto uso del riconoscimento facciale non è mai stato così opprimente come in Cisgiordania, dove è stato impiegato dalle forze israeliane per rafforzare le limitazioni alla libertà di movimento e contribuire a mantenere in piedi il sistema dell’apartheid - emerge dal rapporto - In Serbia, l’introduzione di un sistema semiautomatico di previdenza sociale ha causato la fine dell’assistenza per migliaia di persone che ne avevano un bisogno vitale, soprattutto le comunità rom e le persone con disabilità, a dimostrazione di come un’automazione priva di controlli possa esacerbare le disuguaglianze". "Con milioni di persone in fuga dai conflitti in tutto il mondo, il rapporto rileva come le tecnologie siano state utilizzate per disumanizzare la gestione del fenomeno migratorio e il controllo delle frontiere, anche attraverso l'uso di strumenti elettronici alternativi alla detenzione, l'automazione delle tecnologie di esternalizzazione delle frontiere, software di raccolta dati e sistemi biometrici e algoritmici utilizzati per prendere decisioni - continua - La proliferazione di queste tecnologie perpetua e rafforza la discriminazione, il razzismo e la sorveglianza sproporzionata e illegale ai danni delle persone razzializzate". "Continua a mancare una regolamentazione sugli spyware, nonostante nel tempo siano state raccolte prove sulle violazioni dei diritti umani causate da tali prodotti ai danni di attivisti in esilio, giornalisti e difensori dei diritti umani. Spyware Pegasus Nel 2023 Amnesty International ha scoperto l’uso dello spyware Pegasus contro giornalisti e attivisti della società civile in stati quali Armenia, Repubblica Dominicana, India e Serbia. Spyware prodotti e regolamentati all’interno dell’Unione europea sono stati liberamente venduti in giro per il mondo - osserva Amnesty International - Nell’ultimo anno la rapida crescita dell’intelligenza artificiale generativa ha trasformato il livello di minaccia posto dalla gamma di tecnologie già esistenti: dagli spyware all’automazione statale fino alla gestione dei social media via algoritmi". "Di fronte a questi rapaci passi avanti, i tentativi di regolamentazione sono rimasti ampiamente al palo. Un piccolo segnale di azione da parte dei politici europei è stata l’adozione, nel febbraio 2024, del Digital Service Act che, sebbene incompleto e imperfetto, ha avuto il merito di sviluppare un dibattito quanto mai necessario sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale", continua. “C’è un vasto abisso tra i rischi posti dall’avanzamento senza controlli delle tecnologie e dove dovremmo invece essere in termini di regole e protezioni. È questo il futuro che ci aspetta e sarà solo peggio se non verrà posto un freno alla rampante proliferazione di tecnologie prive di controlli”, ha commentato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. Le piattaforme social, le considerazioni del Rapporto Amnesty L’organizzazione per i diritti umani "prevede che questi problemi aumenteranno in un anno elettorale così importante come il 2024, dato che il modello di business basato sulla sorveglianza domina le principali piattaforme social come Facebook, Instagram, TikTok e YouTube, agendo dunque come un catalizzatore di violazioni dei diritti umani nel contesto elettorale". “Le piattaforme social amplificano e diffondono odio, discriminazione e disinformazione grazie ad algoritmi ottimizzati per massimizzare l’ingaggio prima di ogni altra cosa. Creano un ciclo di feedback pericoloso, soprattutto in tempi di maggiore sensibilità politica. Questi strumenti possono generare immagini, audio e video sintetici nel giro di pochi secondi e colpire pubblici specifici in grandi numeri ma le leggi elettorali ancora non sono ancora adeguate a queste minacce. Finora abbiamo ascoltato troppe chiacchiere e visto poche azioni”, ha stigmatizzato Callamard. Nel 2023 Amnesty International ha denunciato l’uso di spyware contro noti giornalisti indiani. Battaglia politica Le piattaforme social sono sempre più campi di battaglia politica. “Da tempo, i politici usano narrazioni manipolatorie come 'noi contro loro' per ottenere voti e aggirare legittime domande circa i timori per la sicurezza e l’economia. Tecnologie prive di regole, come il riconoscimento facciale, usate per rafforzare la discriminazione. A ciò si deve aggiungere il modello di business basato sulla sorveglianza che alimenta questo fuoco d’odio consentendo a coloro che hanno cattive intenzioni di perseguitare, disumanizzare e amplificare pericolose narrative per consolidare il loro potere od ottenere consenso elettorale. Siamo di fronte a un’agghiacciante prospettiva di cosa ci aspetta se gli sviluppi della tecnologia sorpasseranno rapacemente le richieste di assunzione di responsabilità”, ha continuato Callamard. ---internazionale/[email protected] (Web Info) Read the full article
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Povertà e isolamento, la guerra in Ucraina colpisce gli anziani
AGI – La guerra in Ucraina non colpisce solo i giovani o i padri di famiglia, costretti a imbracciare le armi per difendere il loro Paese. Secondo un rapporto di Amnesty International anche gli anziani sono fortemente colpiti dal conflitto che amplifica fenomeni come la povertà, l’angoscia e l’isolamento. Uno stato di vulnerabilità crescente esacerbata da fenomeni diffusi come l’emigrazione o il…
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