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Martin Weber. La mappa dei sogni latinoamericani a Spilimbergo
di Terry Peterle
-- Si è inaugurata il 29 giugno a Palazzo Tadea di Spilimbergo (PN), la mostra di Martin Weber vincitore per la Rassegna Friuli Venezia Giulia Fotografia 2019 del International Award of Photography, premio che viene attribuito agli autori più significativi nel panorama internazionale.
Martin Weber, nato nel 1968 è un fotografo e artista multimediale argentino, laureato presso l’Università di Buenos Aires. Si specializza all’International Center of Photography di New York con Cornell Capa ed è stato insignito di vari e prestigiosi premi in tutto il mondo. I suoi lavori vantano l’esposizione in importanti sedi espositive internazionali.
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Il CRAF lo ha scelto per Mapa de Sueños latinoamericanos, un progetto a lungo termine in cui l’autore ricerca i desideri e le speranze di centinaia di persone del Sud America diverse per età, origine ed estrazione sociale. La mostra è composta da 50 immagini in bianco e nero - su stampa digitale e in grande formato - ed intende dare una visione sulla società sudamericana, tra quotidianità e contraddizioni, in un avvincente racconto emotivo di esseri umani alla ricerca della propria identità individuale e sociale.
Martin Weber inizia questo progetto nel 1990 con il banco ottico e le prime immagini sono fotografie scattate nel suo Paese, l’Argentina, per recuperare il senso del tempo e della memoria, rispetto al Paese che lo ha visto crescere ma anche per omaggiare la storia della sua famiglia. In una prima fase del progetto, l’autore si rende conto che vi era sì una relazione tra i vari soggetti nell’immagine - animali, oggetti e situazioni - ma che non vi era una connessione, nelle singole immagini, tra le persone fotografate.
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2) 3)
A partire dalle didascalie che aveva costruito, Weber si pone delle domande per capire come intervenire in modo più coerente e dare un messaggio di lettura più chiaro tra immagini e didascalia. In quel periodo - primi anni ’90 - all’università stava leggendo un’opera di Brecht e la tematica era l’utilizzo del testo all’interno della scena: l’argomento si basava su un parallelo e secondo le affermazioni dell’autore: “il soggetto che guarda l’immagine si deve identificare nella sua fotografia ma nel contempo deve trovare la giusta distanza per potersi “guardare veramente” e capire di cosa si sta parlando. Poi, cercavo di ragionare sul concetto della fotografia che trasforma la realtà in passato e mi domandavo come è possibile che in un’immagine ci sia passato, presente e futuro? Un ulteriore riflessione a queste è l’associazione che facevo ad un gesto legato alla mia infanzia a scuola, il fatto di scrivere sulla lavagna con il gessetto”. Tutte queste riflessioni sono confluite nella lavagnetta che vediamo tenere in mano ai soggetti fotografati e al progetto terminato nel 2013 (i testi di cui alle tavolette delle immagini qui riprodotte sono riportati in traduzione in calce a questo articolo con la specifica di dove son state eseguite).
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4) 5)
A tutti i soggetti è stato chiesto di scrivere il proprio sogno: la domanda non è stata posta solo in termini di scrittura ma anche in relazione tra quello che è scritto sulla lavagna e la distanza tra il desiderio scritto e la realtà, visibile nell’immagine. Weber ci dice che: “la relazione tra passato, presente e futuro si concretizza nell’immagine perché la persona fotografata viene chiamata a riflettere sul suo passato, scrivere qualcosa nel presente che però sia una prospettiva nel sogno del futuro”. L’autore, anche attraverso il conflitto del Nicaragua degli anni ’90 di cui sapeva solo attraverso le immagini provenienti da Europa e Stati Uniti, cerca di approfondire i conflitti storicamente radicati nel Sud America, attraverso la voce dei suoi soggetti.
Seppur il progetto inizia in modo inconsapevole lentamente in Argentina via via si evolve in altri Paesi del Sud America grazie a opportunità e premi ottenuti. Weber afferma anche che: “c’è stato un momento in cui il Sud America viene visto come Paese unito. Ho cercato di capire se questo fosse vero anche attraverso le parole di un poeta sudamericano, un modo il mio anche per dare forma all’identità del Sud America e del progetto che stavo realizzando”.
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6)
Mapa de Sueños latinoamericanos è dunque per l’autore non solo una poetica ricerca dei desideri umani, ma anche una risposta alle identità contrapposte di un Sud America frammentato, oltre che alla visione di una fotografia differente, più reale e vicina al suo vissuto. Come afferma l’autore “Il nostro destino può cambiare solo se ci permettiamo di immaginarne uno che sia diverso da quello che abbiamo ricevuto. Mapa de sueños Latinoamericanos esprime la resilienza dell’essere umano, la nostra capacità di adattamento e la speranza insistente in un futuro migliore. Questo progetto è un invito a intraprendere un viaggio senza limitazioni e a vedere il nostro tempo, la nostra vita, sotto una nuova luce”.
Mapa de sueños Latinoamericanos è oltre a progetto fotografico, un documentario scritto e diretto da Martin Weber, presto visibile nel circuito cinematografico.
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- vedi foto:
1)- “Il mio sogno è di morire” – Medellin, Colombia
2)- “Pago affinché mia figlia studi per difendere i suoi diritti” – Alagoas, Brasile
3)- “Per trovare il modo di esprimere ciò che porto dentro” – Cusco, Perù
4)- “Lavoro per la mia famiglia” – Seclantàs, Argentina
5)- “Voglio sposare un Americano” – La Habana, Cuba
6)- “Voglio diventare un poliziotto” – Maclovio Rojas, Messico
Un ringraziamento particolare alla giornalista Loredana De Pace per il supporto alla traduzione nell’incontro con l’autore.
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Martín Weber. Mapa de sueños latinoamericanos 1992—2019
dal 29 giugno al 18 agosto 2019 - a Palazzo Tadea, Spilimbergo
Mercoledì, giovedì, venerdì 16 —20. Sabato e domenica 10.30—12.30 e 16—20
Ingresso gratuito
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La douce chaleur d’une fin de journée - Seclantàs.
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Seclantàs, un silence figé sous le soleil de plomb - Dans la région de Salta.
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