#Roberto Perpignani
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Sweet Dreams (Sogni d'oro), Nanni Moretti (1981)
#Nanni Moretti#Dario Cantarelli#Nicola Di Pinto#Alessandro Haber#Laura Morante#Gigio Morra#Remo Remotti#Tatti Sanguineti#Claudio Spadaro#Miranda Campa#Sabina Vannucchi#Piera Degli Esposti#Franco Di Giacomo#Franco Piersanti#Roberto Perpignani#1981
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LAGGIU’ QUALCUNO MI AMA_MARIO MARTONE
Non so se Mario Martone scegliendo il titolo del film-documentario dedicato a Massimo Troisi, abbia voluto schermirsi, ma quel che è certo è che Massimo Troisi è ancora, a tuttotondo, nel cuore di molti, forse di tutti. In realtà Troisi non appartiene a tutti, appartiene ai figli di un’epoca precisa della nostra storia e, se posso permettermi, appartiene ad un certo mondo politico e culturale. Solo a fatica e, forzatamente, possiamo dire che appartenga a tutti. Troisi non è patrimonio di tutti e in quest’epoca di facili ecumenismi, Martone lo ha voluto sottolineare nel taglio dato al suo magnifico film-documentario, nei prossimi giorni nelle sale. Massimo Troisi non appartiene, prima di tutto , alla cultura di destra, ammesso che esista o sia mai esistita una cultura di destra. Troisi è stato un militante della sinistra, lo è stato da uomo e lo è stato da regista, tanto da non accettare la censura preventiva che la Rai gli aveva imposto prima di un suo intervento al Festival di Sanremo, rinunciando alla partecipazione. Ma Troisi non è ascrivibile, forse proprio perché militante di sinistra, alla pletora di artisti, o pseudo tali, che la retorica italiana arruola nelle fila degli amanti della “napoletanità”, quella più stucchevole e ipocrita. Per fortuna Napoli ha, e ha avuto, grandi intellettuali e grandi artisti, che sanno distinguere ciò che è deteriore per Napoli e tra questi possiamo certo annoverare Mario Martone, Pino Daniele, Paolo Sorrentino, tutti e tre protagonisti, insieme a Troisi del documentario. Martone ripercorre, senza troppi geroglifici intellettuali la carriera di Troisi e lo fa nel miglior modo possibile, quello cioè di non partire da un teorema dimostrato, ma di lasciare che il teorema, o meglio la sua soluzione, si riveli nel finale del film. Ne esce così un ritratto delicato, umano e professionale, del Troisi regista comico e di un suo esistenzialismo a posteriori, condito non dalla insopportabile “napoletanità”, ma da quella sapienza napoletana che è parte importante della cultura italiana; non per nulla, credo, lo stesso Martone in una delle più belle sequenza del film, legge alcune illuminanti pagine di Raffaele La Capria, anch’esso “napoletano non-allineato”. Preziosissime nel racconto filmico le testimonianze di chi con Troisi, ha intrattenuto rapporti umani e intellettuali a cominciare da Anna Pavignano, con la quale, oltre ad aver scritto molti film, ha intessuto una relazione sentimentale, per proseguire con i registi Paolo Sorrentino ed Ettore Scola, il critico Goffredo Fofi, lo sceneggiatore Giuseppe Bertolucci, lo scrittore Francesco Piccolo. Martone racconta e analizza i materiali in compagnia del montatore Jacopo Quadri e l’inizio del film non è lusinghiero e illuminante, per il confronto tra il Troisi regista e personaggio dei film che mette in scena, anche con una certa ritrosia, con il suo scettico e dubitativo alter-ego, e quell’Antoine Doinel che è tutt’uno con gran parte del cinema di un mostro sacro come François Truffaut. Stesse introspezioni (formidabili quelle allo specchio), stessa timidezza, stessa incapacità di vivere il reale e le relazioni interpersonali. Ma se in un mero gioco di rimandi formali i due personaggi si assomigliano, diverso è l’ambiente in cui Troisi-personaggio si trova a vivere ed operare. Ed è proprio qui che è salutare la rottura con il cliché del napoletano, sempre emigrante e mai viaggiatore, come dice una delle più famose battute di “Ricomincio da tre”. Passo passo arrivano tutti gli altri film e la collaborazione con Roberto Benigni nel surreale “Non ci resta che piangere”, per finire con lo struggente “Il postino” del 1994 diretto da Michael Radford e montato da Roberto Perpignani e che, tra l’altro, valse l’Oscar per la miglior colonna sonora a Luis Bacalov. Pochi giorni dopo la fine del film Massimo Troisi morì. Dire però che Troisi lasciò un vuoto incolmabile è dire una banalità, per fortuna (e per bravura), Martine non ne ha fatto un santino partenopeo. Da vedere.
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Kaos (1984) - Trailer
TONINO GUERRA
FRANCO E CICCIO NEL LORO ULTIMO FILM INSIEME
Paolo e Vittorio Taviani Soggetto Luigi Pirandello (raccolta Novelle per un anno) Sceneggiatura Paolo e Vittorio Taviani, Tonino Guerra Produttore Giuliani G. De Negri Fotografia Giuseppe Lanci Montaggio Roberto Perpignani Musiche Nicola Piovani Scenografia Francesco Bronzi Costumi Lina Nerli Taviani Interpreti e personaggi Margarita Lozano: Mariagrazia (1 ep: L'altro figlio) Gianni Musy: padre dell'emigrante (1 ep. L'altro figlio) Anna Malvica: la madre (2 ep: Mal di luna) Massimo Bonetti: Saro (2 ep: Mal di luna - Colloquio con la madre) Claudio Bigagli: Batà (2 ep: Mal di luna) Enrica Maria Modugno: Sidora (2 ep: Mal di luna) Ciccio Ingrassia: Don Lollò (3 ep: La giara) Franco Franchi: Zi' Dima (3 ep: La giara) Tony Sperandeo: uno dei contadini (3 ep: La giara) Salvatore Mignosi: uno dei contadini (3 ep: La giara) Omero Antonutti: Pirandello (ep: Epilogo: colloquio con la madre) Regina Bianchi: la madre di Pirandello (ep: Epilogo: colloquio con la madre) Biagio Barone: Salvatore
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Roma, Bologna, Palermo
Bernini’s S. Teresa, in Roma Cara Clara, Since last writing I spent a few more days in Lisbon, and then flew to Roma, where the producer I intended to stay with at the last moment became scarce, did not communicate until the the day before I was leaving to ask if he could at least invite me to dinner or lunch. A little late, a little too little. And then he made excuses. Ciao ciao, ciao ciao…
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#Bologna#Cimiterio Certosa#Clara Jost#coronavirus#COVID-19#Lisboa#Mondello#Roberto Perpignani#Roma#Taviani brothers#Trastevere
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Padre Padrone (Paolo Taviani, Vittorio Taviani, 1977) Cast: Omero Antonutti, Saverio Marconi, Marcella Michelangeli, Fabrizio Forte, Marino Cenna, Stanko Molnar, Nanni Moretti, Gavino Ledda. Screenplay: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, based on a book by Gavino Ledda. Cinematography: Marino Masini. Production design: Gianni Sbarra. Film editing: Roberto Perpignani. Music: Egisto Macchi. Two great themes coalesce in Padre Padrone. One is older than Oedipus, the primal conflict of father and son. The other came to the fore in the Enlightenment and the democratic revolutions it spawned; we now call it "social mobility." Poets used to write of flowers "born to blush unseen" and "mute inglorious Milton[s]," the victims of rural isolation, primitive ignorance, societies atrophied in feudal patriarchy. The Tavianis find both themes surviving in rural Sardinia, where Gavino Ledda's father drags him from school at the age of 6 and keeps him in servitude and illiteracy as a shepherd for the next 14 years. Padre Padrone could have been just a feel-good story about Gavino's triumph over his father's sternness and greed -- though the elder Ledda thinks what he's doing is for the son's own good -- but the Tavianis won't let it be just that. Though Gavino, rescued by compulsory military service from isolation and ignorance, becomes a celebrated linguist, an authority on the Sardinian dialect, the actual Gavino Ledda, appearing in a frame story for the dramatized part of the film, lets it be known that he has been permanently marked by his father. The Tavianis also find witty ways of letting the outside world irrupt into the young Gavino's isolation, as when the young shepherd hears an accordion playing and the soundtrack bursts into the overture from Die Fledermaus, a correlative for the world beyond the Sardinian hills. Later, after Gavino has begun to find his vocation but has been forced to return home, the aching beauty of the adagio from Mozart's Clarinet Concerto, to which Gavino is listening, is stifled when the father angrily drowns the radio in the sink. Gavino's feeling of being suppressed by his father finds a correlative when he joins a group of other young men carrying the effigy of a saint to a festival at the church. Hidden underneath the heavy statue, the men plot an escape to be guest-workers in Germany, but the camera pans up to the statue, which has changed to an image of Gavino's father, whose refusal to sign the necessary papers prevents Gavino from fleeing. Padre Padrone was made for Italian TV, and has been restored from 16mm film, so its images are sometimes a little muddy, but it gains real power from its storytelling and from the performances of Omero Antonutti as the father and Saverio Marconi as the grownup Gavino.
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JULIO EN LA NAVE!
Adaptado a los tiempos que se viven, y apoyados por la firme decisión de seguir ofreciendo una ventana posible de exhibición de cine Argentino retomamos el clásico ciclo de los martes. Este querido espacio de encuentro y difusión de importantes películas nacionales celebra sus 15 temporadas consecutivas y se pondrá en marcha en el año de la celebración de los 25 años de gestión cultural de la asociación La Nave de los Sueños.
Modalidad de presentación: Las películas estarán disponibles en la web y redes de la Biblioteca Nacional, cada martes a las 19 hs hasta el martes siguiente. La programación estará acompañada por una charla introductoria con los protagonistas y/o directores.
Al igual que el mes anterior, julio estará marcado por la relación entre el cine y la literatura en todas sus formas abarcando desde documentales y películas de ficción inspiradas en obras literarias nacionales de reciente producción.
Programación julio: Martes 07: El origen de la tristeza, de Óscar Frenkel
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Sinopsis: Esta es la historia del Gavilán, un chico de apenas 12 años, que vive con su familia en el barrio del Viaducto, una zona portuaria rodeada de oleoductos. Son las vacaciones de verano y junto a Los Pibes, su grupo de amigos, pasan los días en la calle. Una explosión amenaza al Barrio, la muerte inesperada de un amigo y un frustrado plan para debutar sexualmente, acercarán al Gavilán y a sus amigos a algunas de las revelaciones que la vida les tiene preparadas: el dolor, la tristeza y el inevitable fin de la infancia.
Ficha técnica: Guión: Pablo Ramos. Producción: Javier Leoz. Jefe de Producción: Pablo Trachter. Director: Oscar Frenkel. Asistente de Dirección: Martín Vilela. Dirección de Fotografía y Cámara: Eduardo Pinto. Edición: Marcelo Martinez. Dirección de Arte: Oscar Escanilla. Diseño de sonido: Guillermo Quintana. Música: Ernesto Snajer. Elenco: Joaquín Gorbea, Belén Szulz, Santiago Mehri, Luciana Rojo, Lola Carballo, Jorge Pestilli, Sabas Tissera, Gonzalo Riquelme
Oscar Frenkel se formó en la Escuela: “Aquilea de Realización Cinematográfica”, dirigida por Angel Faretta. Luego trabajó en televisión en ciclos como: “La TV ataca” y “Sorpresa y ½”. También fue Realizador en las productoras Promofilm e Ideas del Sur. A mediados de los ’90 se vinculó a la música, realizando para la industria discográfica más de 100 video clips. En el año 2001 dirige “Negro”, mediometraje en 16 mm basado en un cuento de Abelardo Castillo y desde esa perspectiva junto al escritor Pablo Ramos creó: “Animal que cuenta”, serie de 16 capítulos sobre literatura, emitido por el Canal Encuentro. En 2015 ganó el premio Opera Prima del INCAA y estrenó en el año 2018 la película: “El origen de la tristeza”, basada en la novela del mismo escritor.
Martes 14 de julio: “La boya”, de Fernando Spiner
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Sinopsis: Fernando viaja al pueblo frente al mar donde pasó su adolescencia para cumplir un ritual que comparte con Aníbal, periodista y poeta: nadar hasta una boya. Pero este año Fernando tiene un plan adicional: hacer un documental sobre Aníbal y su relación con la poesía y el mar. Al indagar en la vida de su amigo, Fernando investiga su propio pasado; ya que Aníbal tuvo una fuerte amistad con su padre, Lito. Antes de morir, Lito le encargó a Aníbal que soltara en el mar una antigua boya.
A través de las cuatro estaciones, la boya une a los amigos, pero a la vez representa para Fernando un enigma familiar.
Ficha técnica: Director: Fernando Spiner. Guión: Fernando Spiner, Anibal Zaldivar y Pablo De Santis. Fotografía/imagen: Claudio Beiza. Edición/montaje: Alejandro Parysow. Dirección de arte: Juan Mario Roust. Diseño de sonido: Sebastian González. Música: Natalia Spiner. Productores: Magdalena Schavelzon y Fernando Spiner. Compañías productoras: Magdalena Schavelzon y Boya films S.A. Reparto/ entrevistados: Anibal Zaldivar, Ricardo Roux, Pablo Mainetti, Juan Forn y Guillermo Sacommanno.
Fernando Spiner es egresado del Centro Sperimentale Di Cinematografía de Cinecitta, Roma, Italia, donde fue alumno de Gianni Amelio, Furio Scarpelli, Carlo Di Palma, Giuseppe De Santis y Roberto Perpignani. Formó parte de la vanguardia del video de fines de los años ‘80 con su larga duración “Ciudad de Pobres Corazones” con Fito Paez. Su primer largometraje “La Sonámbula” de 1998, escrito junto a Ricardo Piglia y Fabian Bielinsky, tuvo su premier mundial en el Festival Internacional de Cine de Toronto (TIFF). Su último film, “Aballay, el hombre sin miedo”, Western Gauchesco basado en el cuento “Aballay”; de Antonio Di Benedetto, obtuvo numerosos premios. Fue profesor en la carrera de Comunicación Social de la UBA y en la Escuela Nacional de Experimentación y Realización Cinematográfica. En 2013 y 2014 fue Director Artístico del Festival Internacional de Cine de Mar del Plata. Dirigió junto a Ana Piterbarg la serie “Los 7 Locos y Los Lanzallamas” sobre las novelas de Roberto Arlt, adaptadas por Ricardo Piglia.
Martes 21 de julio: Vuelo nocturno, de Nicolás Herzog
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Sinopsis: Una serie de grabaciones de audio que Antoine de Saint-Exupéry le envió al cineasta Jean Renoir en 1941, son el punto de partida de esta película que aborda parte del período en el que el escritor y aviador francés vivió en la Argentina. Particularmente haciendo hincapié en su aterrizaje en Concordia, y en la relación que estableció con las "princesitas argentinas” Edda y Suzzane Fuchs, protagonistas del capítulo "Oasis" de su libro “Tierra de Hombres”, e inspiradoras de su obra cumbre “El Principito”.
Ficha técnica: Guión y dirección: Nicolás Herzog. Fotografía/imagen: Gastón Delecluze y Leonel Pazos Scioli. Edición/montaje: Sebastian Miranda y Nicolás Herzog. Diseño de producción: Diego Moiso. Coordinación de producción: Laura Terenzano. Asistente de dirección: Celeste Lois. Diseño de sonido: Sergio Cabrera y Carolina Sandoval. Música: Ezequiel Luka y Gerardo Morel. Vestuario: Gastón Casasco. Productores: Nicolás Herzog y Diego Moiso. Compañía productora: Rumba Cine. Intérpretes / entrevistados: Edda Fuchs, Nora Fuchs, Agustina Schenberger, Mora Solana Sorokin, Jorge Fuchs, Frédéric D´agay, Silvina Molina, Marcelo Cortiana, Clara Rivero. Distribuidora: Cinetren.
Nicolás Herzog nació en 1979 en Santa Fe, Argentina. En 2006 dirigió el telefilm Blues Maestro y en 2010 Orquesta roja, su primer largometraje. Ese año fundó Rumba Cine, productora con la que colaboró en varios documentales. En 2014 dirigió la serie 3D para Canal Encuentro. Actualmente trabaja en la pre-producción de La sombra del gallo, su ópera prima de ficción.
Martes 28 de julio: Salvadora, de Daiana Rosenfeld
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Salvadora Medina Onrubia vivió siempre en una eterna contradicción. Cometió todos los pecados imaginables para una mujer de principios de siglo XX: ser madre soltera, anarquista, dramaturga y poeta con tan sólo 15 años. Su vida oscilaba entre varias realidades, el movimiento político libertario, la teosofía, la literatura y el universo burgués del que formaba parte. El documental se adentra, a través de sus escritos autobiográficos y sus obras literarias, en la vida de una mujer anarcofeminista que no supo encajar en los estereotipos de la época; y en el mundo interno de una escritora revolucionaria y frágil, que a pesar de sus acciones, terminó su vida en la soledad y sin reconocimiento social.
Director, fotografía, guión, montaje y producción: Daiana Rosenfeld. Sonido: Gaspar Scheuer. Color: Juan Pedro Razzari. Música: Martín Rodriguez. Dirección de animación: Fernando Motrel.
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Venezia 76: presentato il programma di Giornate degli Autori
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Venezia 76: presentato il programma di Giornate degli Autori
Venezia 76: presentato il programma di Giornate degli Autori
Venezia 76: presentato il programma di Giornate degli Autori
Venezia 76 – Come accade dal 2004, nell’ambito della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia si svolgono le Giornate degli Autori (28 agosto – 7 settembre), dirette da Giorgio Gosetti e quest’anno per la prima volta presiedute da Andrea Purgatori: 11 i film in concorso, 8 gli eventi speciali compresi i “Miu Miu Women’s Tales” e il film di chiusura Les chevaux voyageurs dedicato al “Re dei cavalli”, il poliedrico e carismatico Bartabas, 7 le “Notti Veneziane” alla Villa degli Autori, cui si aggiungono gli incontri, gli omaggi, i progetti speciali promossi dalle due associazioni ANAC e 100autori.
“L’impegno che le associazioni degli autori italiani mettono nell’organizzazione – scrive Andrea Purgatori – è ripagato ogni anno dal successo della selezione e dal dibattito che ruota attorno alle Giornate, sui diritti degli spettatori, sulla tutela del diritto d’autore e lo stato della produzione, sul confronto costante con le altre cinematografie.”
18 sono le nazionalità rappresentate quest’anno, dall’Asia agli Stati Uniti, dall’Africa al Sud America fino all’Europa e all’Italia; 4 le opere prime in concorso, 6 le donne dietro alla macchina da presa. Una selezione che conferma la voluta sobrietà di titoli a vantaggio di una speciale promozione della creatività più libera e indipendente da tutto il mondo. E se si volesse, fin dal programma, individuare un “filo rosso” capace di collegare la maggior parte delle scelte, parleremmo di uno scontro di culture che mette a nudo le fragilità del mondo contemporaneo, conteso tra una tendenza all’omologazione e la vitalità di radici ancestrali che non si piegano alla massificazione. L’altro elemento distintivo è una vocazione alla ricerca di linguaggi “pop” che stimolino la curiosità di pubblici diversi, convinti come siamo che il cinema debba oggi parlare a comunità distinte di spettatori, ma sempre avendo come stella polare la volontà di farsi capire, di suscitare emozioni e passioni, di ristabilire un dialogo diretto tra l’artista e lo spettatore a prescindere dai modi del consumo. Ne sono perfetto esempio l’esordio del giovanissimo sudanese Amjad Abu Alala (You Will Die at 20), un autodidatta ventenne destinato a stupire, e il quasi coetaneo americano Phillip Youmans, vincitore al Tribeca di New York e che debutta a Venezia, in accordo tra i due festival, con Burning Cane (evento fuori concorso).
Nella selezione competitiva delle Giornate (20.000 euro di premio per il miglior film giudicato da 28 giovani spettatori provenienti da tutti i paesi dell’Unione Europea), non mancano nomi cari a chi ama il grande cinema come Dominik Moll (il suo Only the Animals aprirà il programma mercoledì 28 agosto), Jayro Bustamante (con La Llorona, inedito esempio di cinema civile in cui fantasmi e morti viventi si prendono la scena), la grande star giapponese Jō Odagiri (con They Say Nothing Stays the Same alla sua prima prova nel lungometraggio), Fabienne Berthaud (che ritorna dopo Sky con un suggestivo viaggio iniziatico in Mongolia di Cécile de France in Un monde plus grand). E se è difficile leggere come un semplice esordio quello del maestro della graphic novel Igort (5 è il numero perfetto con Toni Servillo, Carlo Buccirosso, Valeria Golino), si può scommettere che non passerà inosservato Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani dal romanzo di Giacomo Mazzariol (evento speciale fuori concorso).
A completare la selezione il polacco Corpus Christi di Jan Komasa, oggi interprete di temi cari al maestro Kieslowski, il norvegese Beware of Children di Dag Johan Haugerud con una saga familiare che diventa spaccato sociale e politico, il travolgente Un divan à Tunis di Manele Labidi, con un’inedita e bellissima Golshifteh Farahani al centro di una commedia destinata a far innamorare, il debutto del Laos alla Mostra con la ghost story The Long Walk di Mattie Do, l’inedita coproduzione tra Stati Uniti e Filippine Lingua Franca di Isabel Sandoval che riafferma i diritti del gender nell’America di Trump.
Tra gli eventi speciali, i due nuovi corti d’autore della serie “Miu Miu Women’s Tales” firmati da Hailey Gates e Lynne Ramsay, la cantata/memoriale di Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna Scherza con i fanti dedicata a Ugo Gregoretti, il provocatorio viaggio di Mario Sesti nel Mondo Sexy del cinema ero/esotico italiano degli anni ’60, il corto di Federico Olivetti Il prigioniero, la serata speciale dedicata a House of Cardin di David Ebersole & Todd Hughes, il magnifico ritratto della Milano di Guido Crepax in Cercando Valentina di Giancarlo Soldi (nelle “Notti Veneziane”).
“Fin dall’immagine dell’anno, realizzata grazie all’amichevole disponibilità di due registi legati alle Giornate come Alice Rohrwacher (per la cortesia di Fabio Lovino) ed Edoardo De Angelis, appare chiara la vocazione autoriale e sbarazzina insieme della nostra proposta – dice Giorgio Gosetti. Abbiamo il desiderio di condividere lo spettacolo dell’intelligenza e la vivacità creativa che oggi attraversa il mondo del cinema, con un soffio giovane e irriverente che cerchiamo di riprodurre nel programma, nell’incrocio delle offerte e degli appuntamenti. Così teniamo in primo luogo al valore dei film scelti, ma altrettanto ai progetti che, dopo la Mostra, ci impegneranno in un’attività costante fino al prossimo anno: il rilancio del progetto speciale ‘100+1’ che, grazie al programma ‘Cinema e Storia’ della Regione Lazio, Istituto Luce – Cinecittà e Roma Lazio Film Commission, festeggia i suoi primi 10 anni nel cruciale settore dell’educazione all’immagine; il recupero di una storica eredità come quella dei ‘Ladri di Cinema’ ideata nel 1982 da Stefano Consiglio, Daniele Costantini e Marco Melani; il progetto formativo sui nuovi linguaggi delle immagini e dei suoni ideato da Roberto Perpignani. Tutti aspetti di un’attività di ricerca tra passato e futuro che sono il senso del nostro lavoro, ben oltre la vetrina festivaliera”.
Anche nel 2019 le Giornate degli Autori cominceranno prima della Mostra con la quinta edizione di Laguna Sud con un omaggio al cinema italiano scelto o amato dalle Giornate, un laboratorio di corti aperto alla cittadinanza e il nuovo concorso internazionale Lagune il cui vincitore verrà premiato alla Villa degli Autori.
Si concluderanno invece dopo la Mostra con la ripresa della selezione a Milano e Roma e infine a Palermo in collaborazione con la Sede siciliana del CSC e la Sicilia Film Commission. Alla Villa degli Autori, dove non mancherà quel particolarissimo clima conviviale e talvolta situazionista che ci ha resi un polo di riferimento nel panorama del Lido durante la Mostra, sono molti i momenti da segnalare, cominciando dall’ormai tradizionale collaborazione con Bookciak Azione! che apre la Villa già martedì 27 agosto. E ancora: la serata evento intorno all’anteprima del film Great Green Wall di Jared P. Scott con la presenza della grande cantante maliana Inna Modja; il film-documento di Tomaso Pessina Emilio Vedova: dalla parte del naufragio narrato da Toni Servillo; l’ultimo lavoro ideato da Giorgio Pressburger, La legge degli spazi bianchi diretto da Mauro Caputo; la serata in compagnia di Riccardo Sinigallia (musicista) e Dario Albertini (regista) con i loro nuovi lavori; il viaggio nel cuore giovane del documentario italiano rappresentato da Costanza Quatriglio, la sede siciliana del CSC e la Sicilia Film Commission; la masterclass di Marco Bellocchio (premio SIAE 2019) e quella di Margarethe Von Trotta (premio alla carriera Isola Edipo).
È proprio la collaborazione con Isola Edipo una delle novità di quest’anno. La realtà che quest’associazione ha portato alla Mostra, fatta di sensibilità per grandi temi civili ma anche di socialità e aggregazione, ha costituito un’alternativa giovane e vitale sulla scena del Lido ed era naturale che i nostri due mondi venissero a contatto come già anticipato nel 2018 in occasione della lezione di un maestro come Raymond Depardon. In questo senso i programmi delle due iniziative si interfacciano e dialogano portando alle Notti Veneziane una rarità d’autore da poco restaurata come Bless Their Little Hearts di Billy Woodberry (anima della L.A. Rebellion e del cinema indie afro-americano).
Tra gli altri incontri in programma: le giornate del programma del Parlamento europeo “28 Times Cinema” e del Lux Film Prize alla presenza dei registi finalisti e dei parlamentari europei; la presentazione dei corsi della New York Film Academy con la masterclass del mago degli effetti speciali Craig Caton, direttore del dipartimento di 3D Animation, Special Effects e VR; l’esperienza VR di Elio Germano con La mia battaglia; l’anteprima del film collettivo Frammenti coordinato da Paolo Bianchini e realizzato grazie ai fondi congiunti MiBAC/Miur destinati all’educazione all’immagine dei giovani; i corti vincitori a Laguna Sud e al Pigneto Film Festival e una piccola gemma come Sufficiente di Maddalena Stornaiuolo e Antonio Ruocco; il progetto di Chiara Nano su Alberto Grimaldi, mitico produttore di Leone, Pasolini, Fellini, Bertolucci, Scorsese; il grande omaggio che la città di Parma dedicherà, dalla fine dell’anno, a Bernardo Bertolucci.
Come da tradizione, i film della selezione ufficiale concorrono al Label di Europa Cinemas, al Premio del pubblico BNL – Gruppo BNP Paribas, al GdA Director’s Award assegnato dalla giuria delle Giornate. Oltre ai premi collaterali della Mostra e, per gli esordienti, al Leone del Futuro.
A rendere possibili le Giornate degli Autori sono anche quest’anno la Direzione Cinema del MiBAC, il main sponsor BNL – Gruppo BNP Paribas, con rinnovato impegno la SIAE e Miu Miu per le giornate di “Women’s Tales”; la Commissione Cultura del Parlamento europeo per il Lux Film Prize e il progetto “28 Times Cinema”; i media partner tra cui salutiamo per la prima volta la piattaforma MUBI con cui condivideremo durante la Mostra un programma antologico di film e i nostri tradizionali technical partner; la Regione Veneto e il Comune di Chioggia per “Laguna Sud” e le attività a Venezia. Oltre naturalmente alla Fondazione La Biennale di Venezia e alla Direzione della Mostra del Cinema cui ci lega, anno dopo anno, una leale e costante collaborazione.
“Ciò che abbiamo disegnato con i film, i protagonisti, le iniziative di quest’anno – osserva Giorgio Gosetti – è un mosaico di tessere strettamente intrecciate: uno sguardo sul mondo che se da un lato restituisce speranza per la forza – che è propria del miglior cinema – di interpretare la realtà, dall’altro dipinge una terra assediata da crudeli memorie, fantasmi inquietanti, deserti fisici e ideali. Questo mare in tempesta abbiamo voluto attraversare come moderni corsari alla ricerca del tesoro. E pensiamo di averlo trovato nel coraggio, nel sorriso, nella forza delle straordinarie donne che incontrerete alle Giornate”.
SELEZIONE UFFICIALE – IN CONCORSO
Un assassinio, tre sospetti e il Caso SEULES LES BETES (ONLY THE ANIMALS) di Dominik Moll – Film d’apertura Francia/Germania, 2019, 113′, prima mondiale Con: Laure Calamy, Denis Ménochet, Valeria Bruni Tedeschi, Damien Bonnard Produzione: Haut et Court, Razor Film Produktion Vendite estere: The Match Factory Una donna scompare: dopo un’intensa nevicata di lei restano poche tracce, la macchina abbandonata sul ciglio di una strada di montagna, una casa vuota. Cinque persone sono collegate dalla polizia al mistero. Ciascuna di loro nasconde un segreto, ma la soluzione sta ben lontana dal villaggio alpino, addirittura in un altro continente. Al sesto film dopo i successi a Cannes e a Berlino, Dominik Moll ritorna con una storia a incastri in cui solo il Caso dirige le vite delle persone e nulla può sfuggire al cerchio dell’assurdo. Dal romanzo di Colin Niel uno smagliante mystery d’autore scritto da Dominik Moll e Gilles Marchand.
Il deserto, una profezia di morte e la scoperta della vita YOU WILL DIE AT 20 di Amjad Abu Alala – opera prima Sudan/Francia/Egitto/Germania/Norvegia, 2019, 103’, prima mondiale Con: Islam Mubark, Mahmoud Elsaraj, Bunna Khalid Produzione: Andolfi, Transit Films, DUOFilm AS, Die Gesellschaft DGS Vendite estere: Pyramide Films Appena nato, Muzamil è segnato dal destino: lo stregone del villaggio predice la sua morte allo scoccare dei vent’anni. Suo padre non regge alla notizia e abbandona la famiglia. Sakina lo cresce da ragazza madre, ma allo scoccare dei 19 anni la profezia minaccia di diventare realtà… Ambientato nella regione sudanese di El-Gezira ai giorni nostri, il folgorante esordio di questo giovanissimo regista e produttore, formatosi negli Emirati Arabi, viene dopo una serie di cortometraggi presentati in diversi festival internazionali e spesso realizzati con la supervisione di Abbas Kiarostami. Con il suo film il Sudan arriva per la prima volta alla Mostra di Venezia.
Una storia d’amore che va oltre il confine della ragione UN MONDE PLUS GRAND (A BIGGER WOLRD) di Fabienne Berthaud Francia/Belgio, 2019, 100’, prima mondiale Con: Cécile de France, Narantsetseg Dash, Tserendarizav Dashnyam, Ludivine Sagnier Produzione: Haut et Court, 3×7 production Vendite estere: WaZabi Films Dopo la morte del suo grande amore, Corine parte per la Mongolia per proseguire il suo lavoro di antropologa. L’incontro con la sciamana Oyun le cambierà la vita e la guiderà lungo i sentieri incerti, tra realtà e spiritualità, della ricerca interiore. Tornata in Francia, la donna comprende di dover accettare la propria iniziazione e che il suo “mondo più grande” è là dove si è ritrovata. Dal libro autobiografico di Corine Sembrun. “Lei non si vede mai in tutto film, ma è ovunque – dice la regista – Corine è lo spirito del film e Cécile restituisce sullo schermo il valore universale di questo viaggio iniziatico che, per parte mia, ho narrato senza tradire il mio cinema, tra invenzione e realismo documentario”.
Quando è un fantasma a fare giustizia LA LLORONA (THE WEEPING WOMAN) di Jayro Bustamante Guatemala/Francia, 2019, 97’, prima mondiale Con: Maria Mercedes Coroy, Sabrina De La Hoz, Margarita Ke’nefic Produzione: La Casa de Producción, Les Films du Volcan Vendite estere: Film Factory Entertainment Il mito della Piangente appartiene a una tradizione antica e risuona degli echi della tragedia classica. In questo racconto riprende forma ai tempi della guerra civile del Guatemala che ha portato ad atroci violenze e a un vero genocidio. Asserragliato nella sua lussuosa villa, il Generale attende il verdetto del tribunale che deve giudicarlo per i suoi crimini. “La ricerca di giustizia e di vendetta della Piangente – dice Bustamante che ha scritto la sceneggiatura insieme a Lisandro Sanchez – può ricordare il revisionismo romantico dei ‘Bastardi’ di Quentin Tarantino o la follia di Medea”. Per il secondo anno consecutivo il Guatemala figura nella selezione delle Giornate degli Autori.
Quando i fantasmi si impossessano delle nostre vite BOR MI VANH CHARK (THE LONG WALK) di Mattie Do Laos/Spagna/Singapore, 2019, 116′, prima mondiale Con: Yannawoutthi Chanthalungsy, Por Silatsa, Noutnapha Soydara, Vilouna Phetmany Produzione: Lao Art Media, Screen Division, Aurora Media Vendite estere: 108 Media Un vecchio solitario, un po’ forastico e un po’ stregone, si imbatte nelle tracce di un ormai dimenticato incidente stradale. A fargli da guida verso la verità è il fantasma della vittima, ma l’uomo scoprirà che quel viaggio oltre la soglia della morte può riportarlo a 50 anni prima, alla dolorosa fine di sua madre. Una ghost story nella più limpida tradizione asiatica, ma con forti implicazioni con il presente e una struttura narrativa tra genere e lo stile inconfondibile di Mattie Do che accompagna lo spettatore oltre i confini della razionalità. La prima volta della cinematografia del Laos alla Mostra di Venezia.
Chi è senza peccato… BARN (BEWARE OF CHILDREN) di Dag Johan Haugerud Norvegia/Svezia, 2019, 157’, prima mondiale Con: Henriette Steenstrup, Jan Gunnar Röise, Thorbjörn Harr Produzione: Motlys A/S Vendite estere: Picture Tree International Durante la ricreazione la tredicenne Lykke, figlia di un uomo politico del Partito Laburista, ferisce il suo compagno di classe Jamie, a sua volta figlio di un esponente del Partito Conservatore. Quando il ragazzo muore in ospedale le contraddittorie versioni dell’accaduto rischiano di peggiorare la posizione della ragazzina. Chi è innocente, chi colpevole, chi complice? “Cosa accade in una piccola comunità, come questo quartiere borghese di Oslo – scrive il regista -, quando la morte colpisce e coinvolge due ragazzini? Quando la tragedia ci tocca – osserva il regista – ciascuno di noi scopre la sua vera identità”.
Totò e Peppino all’ultima crociata 5 È IL NUMERO PERFETTO di Igort – opera prima Italia/Belgio/Francia, 2019, 100’, prima mondiale Con: Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso, Iaia Forte Produzione: Propaganda Italia e Jean Vigo con Rai Cinema Vendite estere: Playtime Distribuzione italiana: 01 Distribution Napoli, anni Settanta. Peppino Lo Cicero, camorrista di seconda classe in pensione, torna in pista dopo l’omicidio di suo figlio. Questo avvenimento tragico innesca una serie di azioni e reazioni violente ma è anche la scintilla per cominciare una nuova vita. Un piccolo affresco napoletano nell’Italia anni Settanta, con i colori survoltati, i rimandi cinefili e lo stile inconfondibile del suo autore. 5 è il numero perfetto è la storia di un’amicizia tradita, ma anche di una seconda opportunità e di una rinascita. Dalla graphic novel omonima di Igort.
La fede trasforma davvero gli uomini? BOŻE CIAŁO (CORPUS CHRISTI) di Jan Komasa Polonia/Francia, 2019, 116’, prima mondiale Con: Bartosz Bielenia, Eliza Rycembel, Aleksandra Konieczna Produzione: Aurum Film Vendite estere: New Europe Film Sales Il ventenne Daniel, durante la reclusione in riformatorio, scopre una vocazione spirituale che si scontra con il suo passato, i suoi compagni di prigione e la sua fedina penale. Uscito dall’istituto trova lavoro come carpentiere in un piccolo centro ma al suo arrivo, per un equivoco, viene preso dal parroco locale per il nuovo prete che dovrà aiutarlo. Il suo segreto si incrocia con i sensi di colpa di una piccola comunità segnata da un’inconfessata tragedia. Al suo terzo film dopo gli studi alla Film School di Lodz e il suo esordio alla Cinéfondation di Cannes, Jan Komasa è ormai una delle voci più originali e affermate del cinema polacco. Da una storia realmente accaduta.
La psicanalisi tra Freud e la Fratellanza musulmana UN DIVAN A TUNIS (ARAB BLUES) di Manele Labidi – opera prima Tunisia/Francia, 2019, 87′, prima mondiale Con: Golshifteh Farahan, Hichem Yacoubi, Majd Mastoura, Aïsha Ben Miled Produzione: Kazak Productions Vendite estere: MK2 Distribuzione italiana: BIM A 35 anni Selma Derwish scopre la nostalgia di casa. Cresciuta in Francia, laureata in psicoanalisi, la donna arriva a Tunisi con la fiera determinazione di aprire il suo studio in città, sul tetto della casa di famiglia, in un quartiere periferico. Sull’onda delle primavere arabe si illude di aver a che fare con un contesto moderno e occidentalizzato. Scoprirà ben presto di vivere in un paese schizofrenico, ammalato di pregiudizi, di burocrazia, capace di confondere Freud con la Fratellanza Musulmana. Con il passo della commedia degli equivoci, spesso irresistibile nel mostrare le contraddizioni di due civiltà a confronto, il film rivela un talento brillante fin qui sconosciuto di Golshifteh Farahan, la più famosa attrice iraniana di questi anni.
Il grande fiume che non muta e le piccole realtà che cambiano la vita ARU SENDO NO HANASHI (THEY SAY NOTHING STAYS THE SAME) di Jō Odagiri – opera prima Giappone, 2019, 137’, prima mondiale Con: Akira Emoto, Ririka Kawashima, Nijiro Murakami Produzione: Kinoshita Group Vendite estere: Kino International Toichi traghetta da tutta la vita i paesani che vivono sul suo lato del fiume verso la città sorta sull’altra riva. A parte i suoi occasionali passeggeri, non ha contatti con nessuno salvo il giovane Genzo. Intanto a pochi passi dal suo traghetto si costruisce il ponte che è destinato a porre fine al suo lavoro. Un giorno sulla riva del fiume appare una misteriosa ragazza senza tetto né legge. Toichi la ospita nella sua baracca ma l’incontro cambierà per sempre la sua vita. Esordio nel lungometraggio a soggetto della star giapponese di Kurosawa Kyoshi, Seijun Suzuki, Kim Ki-duk, Yu Lik-wai, qui affiancato dall’insuperabile creatore delle luci Christopher Doyle.
Davvero l’amore può superare ogni barriera? LINGUA FRANCA di Isabel Sandoval Stati Uniti/Filippine, 2019, 89′, prima mondiale Con: Isabel Sandoval, Lynn Cohen, Eamon Farren Produzione: 7107 Entertainment A Brighton Beach (il quartiere ebreo-russo di New York), un’immigrata filippina minacciata di espulsione dagli Stati Uniti si innamora di un ragazzo di origine russa, che però ignora la vera natura della donna, in realtà transgender. Il terzo film di Isabel Sandoval, rivelatasi a Locarno con Senorita, è il primo film americano scritto, diretto e interpretato da una immigrata transgender, con attori americani, polemicamente realizzato nel cuore dell’America di Donald Trump. Citando la sua “pacata, serena estetica” il MoMA ha definito la regista “una autentica rarità tra le voci più forti del giovane cinema filippino”.
FUORI CONCORSO LES CHEVAUX VOYAGEURS (TIME OF THE UNTAMED) di Bartabas – Film di chiusura Francia, 2019, 93’, prima mondiale Con: Bartabas e il teatro equestre Produzione: La Compagnie des Indes Vendite estere: MK2 35 anni in compagnia di Zingaro, il maestoso e nero cavallo frisone che ha dato il nome al suo circo teatrale e ha creato la sua leggenda. Il “Re dei Cavalli” Bartabas (al secolo Clément Marty) ripercorre la sua opera artistica con un viaggio iniziatico tra passato e presente che riassume la sua poetica, le coreografie, un’idea del teatro e dell’arte che sono vita e pensiero, forma e bellezza sublimati nel rapporto tra l’uomo e l’animale. Presente a Venezia anche con un’esperienza VR, Bartabas ha accettato di chiudere quest’edizione delle Giornate con un luminoso spettacolo cinematografico che attraversa le culture del mondo al passo, al trotto, al galoppo in una danza ammaliante, ora riflessiva, ora frenetica, comica e dolorosa con pagine ogni volta diverse.
MIU MIU WOMEN’S TALES #17 SHAKO MAKO di Hailey Gates Italia, USA, 2019, 16’48’’, prima italiana Con Alia Shawkat Produzione: Hi Production, Ways&Means Farah, una venditrice di pane, cammina per le strade di una città mediorientale, mentre un veicolo militare americano circondato da soldati le sfila lentamente accanto. Un breve momento di silenzio. Poi un’esplosione devastante. Civili feriti, sanguinanti. L’orrore della guerra. Farah si guarda intorno atterrita, in lacrime. Ma niente è come sembra. Farah in realtà è un personaggio interpretato da un’aspirante attrice di nome Laila. E non ci troviamo in Iraq, ma in un villaggio fittizio ricostruito nella base militare di Fort Irwin, in California, dove i soldati americani venivano addestrati prima di essere spediti in missione. Laila teme che il suo talento per la recitazione sia sprecato in questa arida simulazione, in cui le interpreti femminili sono relegate al ruolo di mute comparse. È abituata a prendere le cose molto più sul serio. Sta studiando una via di fuga.
“Mi sono interessata alla situazione delle persone che recitano nella vita reale”, dichiara la regista “e all’effetto che questo ha sulla loro psiche e sul loro stato emotivo. Una nuova esercitazione militare ideata da un produttore televisivo. Mi sembrava molto interessante che spedissimo i soldati in Iraq dopo averli addestrati in un contesto hollywoodiano”.
#18 BRIGITTE di Lynne Ramsay Italia, UK, prima mondiale Con Brigitte Lacombe Produzione: Hi Production, Somesuch Un cortometraggio in stile documentario di Lynne Ramsay sulla fotografa Brigitte Lacombe. L’ultimo film di Lynne Ramsay è stato You Were Never Really Here con Joaquin Phoenix, premiato a Cannes nel 2017 per la miglior sceneggiatura e il miglior attore. …e ora parliamo di Kevin è stato l’unico film britannico nominato per la Palma d’Oro in una competizione ufficiale nel 2011. Tilda Swinton è stata nominata per un Golden Globe per la sua interpretazione. Il film ha ricevuto diverse nomination ai BAFTA e ha vinto il premio come miglior regista al British Independent Film Awards, miglior film al London Film Festival e miglior sceneggiatura alla Writers Guild of Great Britain.
EVENTI SPECIALI
MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI (MY BROTHER CHASES DINOSAURS) di Stefano Cipani Italia/Spagna, 2019, 100’, prima mondiale Con: Alessandro Gassman, Isabella Ragonese, Francesco Gheghi, Gea Dall’Orto, Rossy De Palma Produzione: Paco Cinematografica, Neo Art Producciones con Rai Cinema Distribuzione italiana: Eagles Pictures Jack ha sempre desiderato un fratello maschio con cui giocare e quando nasce Gio, i suoi genitori gli raccontano che suo fratello è un bambino “speciale”. Da quel momento, nel suo immaginario, Gio diventa un supereroe, dotato di poteri incredibili, come un personaggio dei fumetti. Con il passare del tempo Jack scopre che in realtà il fratellino ha la sindrome di Down e per lui diventa un segreto da non svelare. Quando Jack arriva al liceo e si innamora di Arianna, decide di nascondere alla ragazza e ai nuovi amici l’esistenza del fratello. Ma non si può pretendere di essere amati nascondendo una parte così importante di sé. “Il romanzo di Giacomo Mazzariol – scrive il regista – ha avuto un forte impatto sulla mia immaginazione e quando ho conosciuto Jack e Gio e la loro famiglia mi sono reso conto di essere di fronte a qualcosa di davvero unico: una storia importante”.
HOUSE OF CARDIN di P. David Ebersole, Todd Hughes Stati Uniti, 2019, 95’, prima mondiale Vendite estere: Doc & Film International Distribuzione italiana: I Wonder Al tramonto della sua luminosa carriera, uno dei più creativi e rivoluzionari creatori di moda del XX secolo, Pierre Cardin, ha aperto per questo film il suo archivio privato, frugato nella memoria per ripercorrere le tappe di una carriera che non è difficile definire unica, dando conto di una vita che in molti passaggi viene narrata dai suoi amici e collaboratori. Il film è un ritratto vivo e colorato in cui si riflette la società contraddittoria e raffinata che Cardin ha attraversato, da Parigi all’Asia, dal Veneto (in cui Pietro Cardin è nato 96 anni fa) all’Asia e fino…alla Luna. Grazie alla collaborazione di I Wonder e di Doc&Film le Giornate rendono omaggio all’uomo e all’artista.
IL PRIGIONIERO di Federico Olivetti Italia, 2019, 16’, prima mondiale Con: Paolo Musio, Sabrina Impacciatore, Franco Ravera Produzione: Kama Productions Paolo e Maria sono due sposini ordinari che vivono alle porte del paese. Una mattina Paolo esce di casa per comprare del pesce e non torna più. Giù in paese, in piazza, una donna è stata derubata di una preziosa collanina da un malandrino sedicenne che riesce a scappare dopo il misfatto. Paolo, incrociandosi con la donna e la gente del paese, viene additato dalla vittima e accusato del furto.
SCHERZA CON I FANTI di Gianfranco Pannone Italia, 2019, 72’, prima mondiale Produzione: Istituto Luce Cinecittà Italiani brava gente? Discutibile. Ma certo il nostro non è mai stato realmente un popolo guerriero, anche perché la millenaria storia del Paese ha visto fin troppe guerre, violenze, pestilenze per potersi affidare al solo amor patrio. Partendo da questa particolare condizione storica, Scherza con i fanti vuol essere sia un viaggio tragicomico nella recente storia d’Italia sia un universale inno alla pace, ma soprattutto si propone con un percorso lungo più di cent’anni che prova a scandagliare il difficile e anche sofferto e ironico rapporto del popolo con il mondo militare e più in generale con il potere, in cui agisce fortemente una pietas di matrice cristiana. Tutto questo attraverso i canti popolari, le immagini d’archivio dell’Istituto Luce e quattro diari di guerra di ieri e oggi.
MONDO SEXY di Mario Sesti Italia, 2019, 75’, prima mondiale Produzione: Augustuscolor Attraverso una fitta e incalzante costruzione di sequenze tratte dai documentari erotici degli anni ‘60, il cosiddetto genere “mondo”, il film propone un viaggio nella vita notturna degli anni ‘60 di città come Parigi, Londra, New York, Hong Kong, Tokyo e altre località esotiche, mappate dall’immaginario popolare di questo cinema che nella forma del reportage evocava l’universo del proibito, del nudo, del desiderio. Il critico Mario Sesti costruisce un percorso visuale e “virtuale” intorno al tema del corpo femminile, chiamando idealmente al suo fianco Bataille e Barthes per creare un corto circuito tra il valore del corpo e un cinema seriale che per alcuni anni, con la complicità di registi come Mino Loy e produttori come Renato Libassi, ha connotato un vero “filone” di successo.
BURNING CANE di Phillip Youmans – In collaborazione con il Tribeca Film Festival Stati Uniti, 2019, 77’, prima internazionale Con Wendell Pierce, Karen KaiaLivers, Dominique McClellan Vendite estere: Untitled Entertainment Una madre spaventata dalla vita e lasciata sola a occuparsi del figlio, alcolista e senza lavoro; una moglie che cerca di salvare il suo uomo dal disastro; un prete che, dopo la morte di sua moglie, cerca la fede nella bottiglia piuttosto che nella chiesa: sono alcuni dei disperati che vivono nella parte più desolata della Louisiana a contatto con una natura di bellezza abbacinante e apparentemente indifferente alla brutalità degli uomini. Le “canne brucianti” del giovanissimo autore (finiva le riprese mentre prendeva la licenza liceale) hanno conquistato la critica americana, vinto il massimo premio del Tribeca Film Festival e cominciano da Venezia una promettente carriera internazionale. Il produttore esecutivo è Benh Zeitlin (il regista de Re della terra selvaggia) e proprio il suo stile, così come lo sguardo sulla natura di Terrence Malik appaiono i riferimenti estetici di questo nuovo talento del cinema indie americano.
NOTTI VENEZIANE alla Villa degli Autori
LA LEGGE DEGLI SPAZI BIANCHI di Mauro Caputo Italia, 2019, 61’, prima mondiale Produzione: VOX Produzioni con Istituto Luce-Cinecittà dall’omonimo racconto di Giorgio Pressburger Tutto è scritto negli spazi bianchi, tra una lettera e l’altra. Il resto non conta. Una fredda mattina d’inverno, il dottor Fleischmann (letteralmente uomo di carne), si trova ad affrontare l’inizio di una progressiva perdita di memoria. Inizia così l’apologo, in un’atmosfera onirica dove realtà e finzione sembrano intrecciarsi e a tratti confondersi. Il protagonista, un uomo di scienza, si ritrova immerso suo malgrado in un universo, quello della malattia, dominato da misteriosi rapporti tra il destino e le vicende biologiche e fisiologiche che regolano la vita. Il film è tratto dall’omonimo racconto di Giorgio Pressburger.
EMILIO VEDOVA. DALLA PARTE DEL NAUFRAGIO di Tomaso Pessina Italia, 2019, 68’, prima mondiale Produzione: Twin Studio Un ritratto della figura e del valore artistico del più importante pittore veneziano del XX secolo nel centenario della nascita. Sono i suoi diari, le sue parole ritrovate negli archivi, i ricordi dei suoi amici e degli artisti che ne hanno misurata la grandezza a guidare per mano lo spettatore in questo viaggio. Ed è la voce di Toni Servillo a prestare a Emilio Vedova quel suono che oggi ci permette di entrare nel suo emozionante mondo interiore.
THE GREAT GREEN WALL di Jared P. Scott Gran Bretagna, 2019, 91’, prima mondiale Produzione: Make Waves in associazione con The United Nations Convention to Combat Desertification Vendite estere: Seville International Grazie a un produttore esecutivo da sempre innamorato della causa ambientalista come Fernando Meirelles e alla passione della musicista maliana Inna Modja, il sogno della Muraglia Verde, concepito fin dal 2009 dall’Unione Panafricana e oggi sostenuto anche dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale, diviene una realtà visibile. Un muro di alberi, da Dakar a Gibuti; un muro opposto ad ogni altro perché fatto di realtà viva com’è un albero; una barriera contro la desertificazione, la carestia, i mutamenti climatici. “Inna – racconta l’autore – ha scritto la sua musica mentre scopriva e faceva sua questa realtà. Il film è come un diario organico scritto al presente da una cantante che crede nell’ecologia e conosce la terra che scopre insieme a noi”.
CERCANDO VALENTINA di Giancarlo Soldi Italia, 2019, 76’, prima mondiale Produzione: Bizef produzione srl, Laser digitalsrl, Rai com Un’affascinante odissea biografica fra sogni, desideri e ossessioni per scoprire il mondo di Guido Crepax attraverso la sua creatura Valentina (in cui l’autore si è identificato). Un ritratto dell’artista tra narrazione e visionarietà. Sono gli anni in cui a Milano, Parigi e Londra esplode un’effervescenza culturale, una rivoluzione estetica e narrativa che contamina il mondo artistico e Crepax ne è uno dei protagonisti. Il film è un viaggio alla ricerca di Valentina, elegante e sofisticato sogno erotico per gli uomini e simbolo di indipendenza, fascino e seduzione per le donne, dove il passato si confonde col presente.
SUFFICIENTE di Maddalena Stornaiuolo, Antonio Ruocco Italia, 2019, 10’, prima mondiale In una scuola della periferia nord di Napoli, un quindicenne si presenta agli esami di licenza media. I professori lo accolgono con lo scetticismo riservato ai ripetenti. Lui non si perde d’animo e racconta la sua tesina che parte dalla storia, la sua storia, segnata da un fatto drammatico, per arrivare a parlare del corpo umano e del Cristo Velato. I professori rimarranno ad ascoltarlo. A lui basterà aver strappato la sufficienza.
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Venezia 76: presentato il programma di Giornate degli Autori
Venezia 76 – Come accade dal 2004, nell’ambito della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia si svolgono le Giornate degli Autori (28 agosto – 7 settembre), dirette da Giorgio Gosetti e quest’anno per la prima volta presiedute da Andrea Purgatori: 11 i film in concorso, 8 gli eventi speciali compresi i “Miu Miu Women’s Tales” […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Chiara Guida
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PERGOLA – Dolci colline, borghi dal fascino infinito, bellezze ed eccellenze storico artistiche, prodotti enogastronomici tipici hanno fatto da cornice alla visita di Wim Wenders, pluripremiato regista tedesco universalmente riconosciuto come uno dei più grandi del nostro tempo, a cui oggi Animavì, primo festival al mondo dedicato all’animazione poetica e d’autore, consegnerà il Bronzo dorato alla carriera.
Lo staff, guidato dal direttore artistico Simone Massi e quello organizzativo Mattia Priori, ha accolto e accompagnato il grande regista e sua moglie Donata a conoscere la terra che ispira il festival e che il festival racconta. Da Fratte Rosa, paese delle terrecotte, a San Lorenzo in Campo ‘capitale’ del farro, dove Wenders venerdì sera ha cenato alla farroteca dell’azienda Monterosso con il sindaco Davide Dellonti. L’occasione per degustare tipicità enogastronomiche e godere di un panorama meraviglioso.
Ieri mattina si è sconfinato nella vicina provincia di Ancona per andare a visitare un borgo in cui il tempo sembra si sia fermato: Loretello di Arcevia. Nella piazzetta con vista sulle verdi colline il pranzo. Wenders è rimasto estasiato da tanta bellezza: «Sono molto colpito da questi posti meravigliosi e dalle persone che sono tanto attaccate e orgogliose del loto bellissimo territorio. E’ un enorme piacere essere qui, l’accoglienza è squisita».
Nel pomeriggio il regista tedesco ha ammirato il monastero di Fonte Avellana per poi concludere la giornata al castello della Porta di Frontone che ha ospitato la cena istituzionale. Stamattina passeggiata al Furlo e poi la visita ai Bronzi dorati di Pergola.
Molto soddisfatto Simone Massi: “Si chiude l’edizione 2018 di Animavì con un ospite prestigiosissimo, un regista che ammiriamo tantissimo e che ha segnato l’immaginario di almeno tre generazioni di spettatori. Un poeta del cinema che ci onora con la sua presenza accompagnato da sua moglie Donata, un artista della fotografia”.
“Wim Wenders ad Animavì, qui nelle nostre terre –evidenzia Mattia Priori – è una soddisfazione enorme, qualcosa che sembrava impossibile ed invece è proprio così. Questo ripaga noi tutti, lo staff dei ragazzi volontari dell’impegno profuso per rendere possibile il festival”.
Quella di oggi sarà una giornata densa di sorprese che culminerà al teatro comunale di Cagli, scrigno di rara bellezza.Il regista tedesco riceverà il Bronzo dorato alla Carriera. E’ il terzo regista a ricevere questo premio, dopo Emir Kusturia (2016) e Aleksandr Sokurov (2017). Registi tra i più grandi del panorama mondiale che hanno lasciato segni indelebili nella storia del cinema contemporaneo e che ogni anno accolgono l’invito del direttore artistico Simone Massi, il più importante regista italiano di cinema d’animazione, e dello staff di Animavì, attribuendo al festival, già dopo solo tre edizioni, una caratura mondiale.
Wenders sarà accompagnato ad Animavì dalla moglie Donata, fotografa di fama internazionale. La cerimonia di premiazione con inizio alle 17.30, sarà condotta da Luca Raffaelli e vedrà la presenza del montatore Roberto Perpignani e del poeta sardo Andrea Melis. A seguire la proiezione speciale del film “Il sale della terra”.
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Come funziona il cervello degli autori di fumetti e di film d’animazione? Questo il tema che verrà affrontato a Spoleto, dal pomeriggio di venerdì 22 al pomeriggio di sabato 23 settembre, presso il Chiostro di San Nicolò da esperti di comunicazione, filosofi, biologi, con la testimonianza e la collaborazione (diretta e indiretta) di alcuni grandi autori. Il convegno, ideato e organizzato dall’Associazione TEUDE insieme a Luca Raffaelli in collaborazione con il Comune di Spoleto - Assessorato alla Cultura, rappresenta l’avvio di un progetto molto articolato dal titolo "SegnoSpoleto" che ha l’ambizione di creare a Spoleto un Centro di Documentazione sul Fumetto e sul Cinema d’animazione e che vede coinvolte le più importanti Istituzioni culturali e museali della città. Tra i partecipanti al convegno i professori di scienze della comunicazione Alberto Abruzzese, Sergio Brancato, Stefano Cristante, il filosofo della scienza Giulio Giorello, il maestro del montaggio cinematografico Roberto Perpignani, il designer Riccardo Falcinelli, il biologo e studioso del fumetto Pier Luigi Gaspa (autore di Madame Curie e Buffalo Bill), lo studioso di fumetti ed esperto di Jacovitti Andrea Sani, il critico d’arte Gianluca Marziani (Direttore Museo Carandente, Palazzo Collicola – Arti Visive di Spoleto), il professore di logica ed esperto di illustrazione Mauro Nasti. Verrà intervistata Silvia Jacovitti, figlia del grande maestro, e verranno intervistati i gemelli Gianluca e Raul Cestaro, disegnatori di Tex e Dylan Dog. Tra gli autori presenti con una loro testimonianza registrata Simone Massi, Sergio Staino e Silvia Ziche. Aprirà il convegno una testimonianza dei protagonisti culturali della città di Spoleto: Mariangela Turchetti (Direttore del Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto), Paola Mercurelli Salari (Direttore Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto), Luigi Rambotti (Responsabile della Sezione di Spoleto dell’Archivio di Stato di Perugia) e Andrea Tomasini (giornalista). Per tutta la durata del Convegno, nel Chiostro di San Nicolò, sarà aperta la mostra “In-Chiostro” che documenta la produzione recente di cinque talentuosi fumettisti e cartoonisti locali: Cosimo Brunetti, Samuele Coletti, Pietro Elisei , Carlo Laureti, Giacomo Metelli. Nel corso del convegno uno dei cinque artisti, Cosimo Brunetti, si cimenterà nella realizzazione di disegni ed elzeviri suggeriti dagli argomenti dei relatori.
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Giochi particolari 1970
TONINO GUERRA FRANCO INDOVINA
Un marito, annoiato dalla routine matrimoniale e dalla vita, procura un amante alla moglie per poterli riprendere insieme.
Italia, Francia Anno 1970 Durata 98 min Genere drammatico Regia Franco Indovina Sceneggiatura Tonino Guerra, Franco Indovina Produttore Franco Indovina, Danilo Marciani Casa di produzione Produzione Intercontinentale Cinematografica Fotografia Arturo Zavattini Montaggio Roberto Perpignani Musiche Ennio Morricone (dirette da Bruno Nicolai) Costumi Adriana Berselli Trucco Giuseppe Banchelli Interpreti e personaggi Timothy Dalton: Mark Virna Lisi: Claude Marcello Mastroianni: Sandro John Serret: Aram Stephan:
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PERGOLA – L’incontro con Gino Strada,medico fondatore di Emergency, nell’ambito della terza edizione di Animavì, festival internazionale dedicato all’animazione poetica e d’autore, è annullato. La consegna del premio Pettirosso a Strada è rinviata a data da definire per sopraggiunti motivi di salute.
Doveva tenersi sabato 22 mattina in località Zoccolanti a Pergola. A comunicarlo, con dispiacere, lo staff del festival. “Noi tutti gli auguriamo una pronta guarigione in attesa di consegnargli quanto prima il Pettirosso Animavì”Wim.
L’altro incontro previsto per la due giorni Animavì, con il regista Wim Wenders, è confermato per domenica alle 17.30 al teatro comunale di Cagli. pluripremiato regista tedesco universalmente riconosciuto come uno dei più grandi del nostro tempo, riceverà il Bronzo Dorato alla carriera.
La cerimonia di premiazione sarà condotta da Luca Raffaelli e vedrà la presenza del montatore Roberto Perpignani e del poeta sardo Andrea Melis. A seguire la proiezione speciale del film ‘Il sale della terra’. Prevendite www.liveticket.it
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PESARO -L’essenza di una regione al plurale, dalle colline dolci, colorate, disegnate dal lavoro dell’uomo, al fascino e alla bellezza di un teatro gioiello. Il cuore delle Marche, lì dove Animavì è nato e cresciuto, sarà il palcoscenico meraviglioso che accoglierà sabato 22 e domenica 23 settembre Gino Strada, medico fondatore di Emergency e Wim Wenders, pluripremiato regista tedesco universalmente riconosciuto come uno dei più grandi del nostro tempo.
Un week-end speciale, unico, carico di emozioni che evidenzierà le due anime dell’evento, quella artistica ed umana. a chiusura di una terza edizione di Animavì da incorniciare per il successo di pubblico e critica. A Strada e Wenders saranno dedicate due cerimonie durante le quali verranno premiati. Il fondatore di Emergency riceverà il Premio Pettirosso, novità assoluta, mentre il regista tedesco il Bronzo Dorato alla carriera.
Si partirà sabato 22. Le colline della città dei Bronzi dorati, il verde di un campo, i colori della terra, saranno la cornice dell’incontro con Gino Strada. Un teatro naturale, in località Zoccolanti, a Pergola, dal quale si gode di un panorama che riempie gli occhi e il cuore, ospiterà il fondatore di Emergency per una mattinata alla quale parteciperanno anche le scuole del territorio. L’appuntamento è alle 10, in caso di maltempo si terrà al teatro comunale di Cagli.
Gino Strada riceverà dal direttore artistico Simone Massi e dallo staff del festival il Premio Pettirosso, un nuovo riconoscimento dedicato alla persona. “Il premio Pettirosso è una novità che abbiamo introdotto a partire da quest’anno per marcare il lato umano oltre che quello artistico del nostro festival. Le storie delle persone sono state sempre al centro della scena di Animavì al fianco delle opere artistiche cinematografiche. Al Bronzo Dorato, un premio assegnato al valore artistico e che rappresenta il simbolo della nostra città, ne affianchiamo un altro dedicato a chi nella propria vita ha inseguito il suo grande sogno carico di ideali fino a renderlo possibile. Storie che ci auguriamo siano un forte messaggio di incoraggiamento al credere nelle proprie idee. Un messaggio di cui in particolare i nostri territori interni ne hanno davvero bisogno”, spiega il direttore organizzativo Mattia Priori.
Quella di domenica sarà una giornata densa di sorprese. Animavì ha curato per Wim Wenders un tour specialeche culminerà al teatro comunale di Cagli, scrigno di rara bellezza. Il regista tedesco riceverà il Bronzo dorato alla Carriera. E’ il terzo regista a ricevere questo premio, dopo Emir Kusturia (2016) e Aleksandr Sokurov (2017). Registi tra i più grandi del panorama mondiale che hanno lasciato segni indelebili nella storia del cinema contemporaneo e che ogni anno accolgono l’invito del direttore artistico Simone Massi, il più importante regista italiano di cinema d’animazione, e dello staff di Animavì, attribuendo al festival, già dopo solo tre edizioni, una caratura mondiale.
Wenders sarà accompagnato ad Animavì dalla moglie Donata, fotografa di fama internazionale. “Universalmente riconosciuto come uno dei più grandi registi del nostro tempo, Wim Wenders è un poeta del cinema che, con la sua opera, ci accarezza il capo e sussurra parole di speranza”, evidenzia Simone Massi. La cerimonia di premiazione con inizio alle 17.30, sarà condotta da Luca Raffaelli e vedrà la presenza del montatore Roberto Perpignani e del poeta sardo Andrea Melis. A seguire la proiezione speciale del film ‘Il sale della terra’.
Oltre ai due eventi di premiazione, sarà organizzato, grazie anche alla collaborazione della cantina Terracruda, partner dell’iniziativa, e delle istituzioni coinvolte, il loro soggiorno come una visita al territorio, che toccherà le eccellenze storico-artistiche e naturalistiche dell’entroterra marchigiano ed in particolar modo della provincia di Pesaro e Urbino, sempre più la terra del cinema d’autore e dell’animazione poetica.
Per l’evento al teatro di Cagli sarà necessario biglietto di ingresso, prevendite www.liveticket.it. Informazioni dettagliate della due giorni su www.animavi.org – [email protected]
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