#Roberto Perpignani
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Sweet Dreams (Sogni d'oro), Nanni Moretti (1981)
#Nanni Moretti#Dario Cantarelli#Nicola Di Pinto#Alessandro Haber#Laura Morante#Gigio Morra#Remo Remotti#Tatti Sanguineti#Claudio Spadaro#Miranda Campa#Sabina Vannucchi#Piera Degli Esposti#Franco Di Giacomo#Franco Piersanti#Roberto Perpignani#1981
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Kaos (1984) - Trailer
TONINO GUERRA
FRANCO E CICCIO NEL LORO ULTIMO FILM INSIEME
Paolo e Vittorio Taviani Soggetto Luigi Pirandello (raccolta Novelle per un anno) Sceneggiatura Paolo e Vittorio Taviani, Tonino Guerra Produttore Giuliani G. De Negri Fotografia Giuseppe Lanci Montaggio Roberto Perpignani Musiche Nicola Piovani Scenografia Francesco Bronzi Costumi Lina Nerli Taviani Interpreti e personaggi Margarita Lozano: Mariagrazia (1 ep: L'altro figlio) Gianni Musy: padre dell'emigrante (1 ep. L'altro figlio) Anna Malvica: la madre (2 ep: Mal di luna) Massimo Bonetti: Saro (2 ep: Mal di luna - Colloquio con la madre) Claudio Bigagli: Batà (2 ep: Mal di luna) Enrica Maria Modugno: Sidora (2 ep: Mal di luna) Ciccio Ingrassia: Don Lollò (3 ep: La giara) Franco Franchi: Zi' Dima (3 ep: La giara) Tony Sperandeo: uno dei contadini (3 ep: La giara) Salvatore Mignosi: uno dei contadini (3 ep: La giara) Omero Antonutti: Pirandello (ep: Epilogo: colloquio con la madre) Regina Bianchi: la madre di Pirandello (ep: Epilogo: colloquio con la madre) Biagio Barone: Salvatore
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Roma, Bologna, Palermo
Bernini’s S. Teresa, in Roma Cara Clara, Since last writing I spent a few more days in Lisbon, and then flew to Roma, where the producer I intended to stay with at the last moment became scarce, did not communicate until the the day before I was leaving to ask if he could at least invite me to dinner or lunch. A little late, a little too little. And then he made excuses. Ciao ciao, ciao ciao…

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#Bologna#Cimiterio Certosa#Clara Jost#coronavirus#COVID-19#Lisboa#Mondello#Roberto Perpignani#Roma#Taviani brothers#Trastevere
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LAGGIU’ QUALCUNO MI AMA_MARIO MARTONE
Non so se Mario Martone scegliendo il titolo del film-documentario dedicato a Massimo Troisi, abbia voluto schermirsi, ma quel che è certo è che Massimo Troisi è ancora, a tuttotondo, nel cuore di molti, forse di tutti. In realtà Troisi non appartiene a tutti, appartiene ai figli di un’epoca precisa della nostra storia e, se posso permettermi, appartiene ad un certo mondo politico e culturale. Solo a fatica e, forzatamente, possiamo dire che appartenga a tutti. Troisi non è patrimonio di tutti e in quest’epoca di facili ecumenismi, Martone lo ha voluto sottolineare nel taglio dato al suo magnifico film-documentario, nei prossimi giorni nelle sale. Massimo Troisi non appartiene, prima di tutto , alla cultura di destra, ammesso che esista o sia mai esistita una cultura di destra. Troisi è stato un militante della sinistra, lo è stato da uomo e lo è stato da regista, tanto da non accettare la censura preventiva che la Rai gli aveva imposto prima di un suo intervento al Festival di Sanremo, rinunciando alla partecipazione. Ma Troisi non è ascrivibile, forse proprio perché militante di sinistra, alla pletora di artisti, o pseudo tali, che la retorica italiana arruola nelle fila degli amanti della “napoletanità”, quella più stucchevole e ipocrita. Per fortuna Napoli ha, e ha avuto, grandi intellettuali e grandi artisti, che sanno distinguere ciò che è deteriore per Napoli e tra questi possiamo certo annoverare Mario Martone, Pino Daniele, Paolo Sorrentino, tutti e tre protagonisti, insieme a Troisi del documentario. Martone ripercorre, senza troppi geroglifici intellettuali la carriera di Troisi e lo fa nel miglior modo possibile, quello cioè di non partire da un teorema dimostrato, ma di lasciare che il teorema, o meglio la sua soluzione, si riveli nel finale del film. Ne esce così un ritratto delicato, umano e professionale, del Troisi regista comico e di un suo esistenzialismo a posteriori, condito non dalla insopportabile “napoletanità”, ma da quella sapienza napoletana che è parte importante della cultura italiana; non per nulla, credo, lo stesso Martone in una delle più belle sequenza del film, legge alcune illuminanti pagine di Raffaele La Capria, anch’esso “napoletano non-allineato”. Preziosissime nel racconto filmico le testimonianze di chi con Troisi, ha intrattenuto rapporti umani e intellettuali a cominciare da Anna Pavignano, con la quale, oltre ad aver scritto molti film, ha intessuto una relazione sentimentale, per proseguire con i registi Paolo Sorrentino ed Ettore Scola, il critico Goffredo Fofi, lo sceneggiatore Giuseppe Bertolucci, lo scrittore Francesco Piccolo. Martone racconta e analizza i materiali in compagnia del montatore Jacopo Quadri e l’inizio del film non è lusinghiero e illuminante, per il confronto tra il Troisi regista e personaggio dei film che mette in scena, anche con una certa ritrosia, con il suo scettico e dubitativo alter-ego, e quell’Antoine Doinel che è tutt’uno con gran parte del cinema di un mostro sacro come François Truffaut. Stesse introspezioni (formidabili quelle allo specchio), stessa timidezza, stessa incapacità di vivere il reale e le relazioni interpersonali. Ma se in un mero gioco di rimandi formali i due personaggi si assomigliano, diverso è l’ambiente in cui Troisi-personaggio si trova a vivere ed operare. Ed è proprio qui che è salutare la rottura con il cliché del napoletano, sempre emigrante e mai viaggiatore, come dice una delle più famose battute di “Ricomincio da tre”. Passo passo arrivano tutti gli altri film e la collaborazione con Roberto Benigni nel surreale “Non ci resta che piangere”, per finire con lo struggente “Il postino” del 1994 diretto da Michael Radford e montato da Roberto Perpignani e che, tra l’altro, valse l’Oscar per la miglior colonna sonora a Luis Bacalov. Pochi giorni dopo la fine del film Massimo Troisi morì. Dire però che Troisi lasciò un vuoto incolmabile è dire una banalità, per fortuna (e per bravura), Martine non ne ha fatto un santino partenopeo. Da vedere.

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Padre Padrone (Paolo Taviani, Vittorio Taviani, 1977) Cast: Omero Antonutti, Saverio Marconi, Marcella Michelangeli, Fabrizio Forte, Marino Cenna, Stanko Molnar, Nanni Moretti, Gavino Ledda. Screenplay: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, based on a book by Gavino Ledda. Cinematography: Marino Masini. Production design: Gianni Sbarra. Film editing: Roberto Perpignani. Music: Egisto Macchi. Two great themes coalesce in Padre Padrone. One is older than Oedipus, the primal conflict of father and son. The other came to the fore in the Enlightenment and the democratic revolutions it spawned; we now call it "social mobility." Poets used to write of flowers "born to blush unseen" and "mute inglorious Milton[s]," the victims of rural isolation, primitive ignorance, societies atrophied in feudal patriarchy. The Tavianis find both themes surviving in rural Sardinia, where Gavino Ledda's father drags him from school at the age of 6 and keeps him in servitude and illiteracy as a shepherd for the next 14 years. Padre Padrone could have been just a feel-good story about Gavino's triumph over his father's sternness and greed -- though the elder Ledda thinks what he's doing is for the son's own good -- but the Tavianis won't let it be just that. Though Gavino, rescued by compulsory military service from isolation and ignorance, becomes a celebrated linguist, an authority on the Sardinian dialect, the actual Gavino Ledda, appearing in a frame story for the dramatized part of the film, lets it be known that he has been permanently marked by his father. The Tavianis also find witty ways of letting the outside world irrupt into the young Gavino's isolation, as when the young shepherd hears an accordion playing and the soundtrack bursts into the overture from Die Fledermaus, a correlative for the world beyond the Sardinian hills. Later, after Gavino has begun to find his vocation but has been forced to return home, the aching beauty of the adagio from Mozart's Clarinet Concerto, to which Gavino is listening, is stifled when the father angrily drowns the radio in the sink. Gavino's feeling of being suppressed by his father finds a correlative when he joins a group of other young men carrying the effigy of a saint to a festival at the church. Hidden underneath the heavy statue, the men plot an escape to be guest-workers in Germany, but the camera pans up to the statue, which has changed to an image of Gavino's father, whose refusal to sign the necessary papers prevents Gavino from fleeing. Padre Padrone was made for Italian TV, and has been restored from 16mm film, so its images are sometimes a little muddy, but it gains real power from its storytelling and from the performances of Omero Antonutti as the father and Saverio Marconi as the grownup Gavino.
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JULIO EN LA NAVE!
Adaptado a los tiempos que se viven, y apoyados por la firme decisión de seguir ofreciendo una ventana posible de exhibición de cine Argentino retomamos el clásico ciclo de los martes. Este querido espacio de encuentro y difusión de importantes películas nacionales celebra sus 15 temporadas consecutivas y se pondrá en marcha en el año de la celebración de los 25 años de gestión cultural de la asociación La Nave de los Sueños.
Modalidad de presentación: Las películas estarán disponibles en la web y redes de la Biblioteca Nacional, cada martes a las 19 hs hasta el martes siguiente. La programación estará acompañada por una charla introductoria con los protagonistas y/o directores.
Al igual que el mes anterior, julio estará marcado por la relación entre el cine y la literatura en todas sus formas abarcando desde documentales y películas de ficción inspiradas en obras literarias nacionales de reciente producción.
Programación julio: Martes 07: El origen de la tristeza, de Óscar Frenkel
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Sinopsis: Esta es la historia del Gavilán, un chico de apenas 12 años, que vive con su familia en el barrio del Viaducto, una zona portuaria rodeada de oleoductos. Son las vacaciones de verano y junto a Los Pibes, su grupo de amigos, pasan los días en la calle. Una explosión amenaza al Barrio, la muerte inesperada de un amigo y un frustrado plan para debutar sexualmente, acercarán al Gavilán y a sus amigos a algunas de las revelaciones que la vida les tiene preparadas: el dolor, la tristeza y el inevitable fin de la infancia.
Ficha técnica: Guión: Pablo Ramos. Producción: Javier Leoz. Jefe de Producción: Pablo Trachter. Director: Oscar Frenkel. Asistente de Dirección: Martín Vilela. Dirección de Fotografía y Cámara: Eduardo Pinto. Edición: Marcelo Martinez. Dirección de Arte: Oscar Escanilla. Diseño de sonido: Guillermo Quintana. Música: Ernesto Snajer. Elenco: Joaquín Gorbea, Belén Szulz, Santiago Mehri, Luciana Rojo, Lola Carballo, Jorge Pestilli, Sabas Tissera, Gonzalo Riquelme
Oscar Frenkel se formó en la Escuela: “Aquilea de Realización Cinematográfica”, dirigida por Angel Faretta. Luego trabajó en televisión en ciclos como: “La TV ataca” y “Sorpresa y ½”. También fue Realizador en las productoras Promofilm e Ideas del Sur. A mediados de los ’90 se vinculó a la música, realizando para la industria discográfica más de 100 video clips. En el año 2001 dirige “Negro”, mediometraje en 16 mm basado en un cuento de Abelardo Castillo y desde esa perspectiva junto al escritor Pablo Ramos creó: “Animal que cuenta”, serie de 16 capítulos sobre literatura, emitido por el Canal Encuentro. En 2015 ganó el premio Opera Prima del INCAA y estrenó en el año 2018 la película: “El origen de la tristeza”, basada en la novela del mismo escritor.
Martes 14 de julio: “La boya”, de Fernando Spiner
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Sinopsis: Fernando viaja al pueblo frente al mar donde pasó su adolescencia para cumplir un ritual que comparte con Aníbal, periodista y poeta: nadar hasta una boya. Pero este año Fernando tiene un plan adicional: hacer un documental sobre Aníbal y su relación con la poesía y el mar. Al indagar en la vida de su amigo, Fernando investiga su propio pasado; ya que Aníbal tuvo una fuerte amistad con su padre, Lito. Antes de morir, Lito le encargó a Aníbal que soltara en el mar una antigua boya.
A través de las cuatro estaciones, la boya une a los amigos, pero a la vez representa para Fernando un enigma familiar.
Ficha técnica: Director: Fernando Spiner. Guión: Fernando Spiner, Anibal Zaldivar y Pablo De Santis. Fotografía/imagen: Claudio Beiza. Edición/montaje: Alejandro Parysow. Dirección de arte: Juan Mario Roust. Diseño de sonido: Sebastian González. Música: Natalia Spiner. Productores: Magdalena Schavelzon y Fernando Spiner. Compañías productoras: Magdalena Schavelzon y Boya films S.A. Reparto/ entrevistados: Anibal Zaldivar, Ricardo Roux, Pablo Mainetti, Juan Forn y Guillermo Sacommanno.
Fernando Spiner es egresado del Centro Sperimentale Di Cinematografía de Cinecitta, Roma, Italia, donde fue alumno de Gianni Amelio, Furio Scarpelli, Carlo Di Palma, Giuseppe De Santis y Roberto Perpignani. Formó parte de la vanguardia del video de fines de los años ‘80 con su larga duración “Ciudad de Pobres Corazones” con Fito Paez. Su primer largometraje “La Sonámbula” de 1998, escrito junto a Ricardo Piglia y Fabian Bielinsky, tuvo su premier mundial en el Festival Internacional de Cine de Toronto (TIFF). Su último film, “Aballay, el hombre sin miedo”, Western Gauchesco basado en el cuento “Aballay”; de Antonio Di Benedetto, obtuvo numerosos premios. Fue profesor en la carrera de Comunicación Social de la UBA y en la Escuela Nacional de Experimentación y Realización Cinematográfica. En 2013 y 2014 fue Director Artístico del Festival Internacional de Cine de Mar del Plata. Dirigió junto a Ana Piterbarg la serie “Los 7 Locos y Los Lanzallamas” sobre las novelas de Roberto Arlt, adaptadas por Ricardo Piglia.
Martes 21 de julio: Vuelo nocturno, de Nicolás Herzog
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Sinopsis: Una serie de grabaciones de audio que Antoine de Saint-Exupéry le envió al cineasta Jean Renoir en 1941, son el punto de partida de esta película que aborda parte del período en el que el escritor y aviador francés vivió en la Argentina. Particularmente haciendo hincapié en su aterrizaje en Concordia, y en la relación que estableció con las "princesitas argentinas” Edda y Suzzane Fuchs, protagonistas del capítulo "Oasis" de su libro “Tierra de Hombres”, e inspiradoras de su obra cumbre “El Principito”.
Ficha técnica: Guión y dirección: Nicolás Herzog. Fotografía/imagen: Gastón Delecluze y Leonel Pazos Scioli. Edición/montaje: Sebastian Miranda y Nicolás Herzog. Diseño de producción: Diego Moiso. Coordinación de producción: Laura Terenzano. Asistente de dirección: Celeste Lois. Diseño de sonido: Sergio Cabrera y Carolina Sandoval. Música: Ezequiel Luka y Gerardo Morel. Vestuario: Gastón Casasco. Productores: Nicolás Herzog y Diego Moiso. Compañía productora: Rumba Cine. Intérpretes / entrevistados: Edda Fuchs, Nora Fuchs, Agustina Schenberger, Mora Solana Sorokin, Jorge Fuchs, Frédéric D´agay, Silvina Molina, Marcelo Cortiana, Clara Rivero. Distribuidora: Cinetren.
Nicolás Herzog nació en 1979 en Santa Fe, Argentina. En 2006 dirigió el telefilm Blues Maestro y en 2010 Orquesta roja, su primer largometraje. Ese año fundó Rumba Cine, productora con la que colaboró en varios documentales. En 2014 dirigió la serie 3D para Canal Encuentro. Actualmente trabaja en la pre-producción de La sombra del gallo, su ópera prima de ficción.
Martes 28 de julio: Salvadora, de Daiana Rosenfeld
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Salvadora Medina Onrubia vivió siempre en una eterna contradicción. Cometió todos los pecados imaginables para una mujer de principios de siglo XX: ser madre soltera, anarquista, dramaturga y poeta con tan sólo 15 años. Su vida oscilaba entre varias realidades, el movimiento político libertario, la teosofía, la literatura y el universo burgués del que formaba parte. El documental se adentra, a través de sus escritos autobiográficos y sus obras literarias, en la vida de una mujer anarcofeminista que no supo encajar en los estereotipos de la época; y en el mundo interno de una escritora revolucionaria y frágil, que a pesar de sus acciones, terminó su vida en la soledad y sin reconocimiento social.
Director, fotografía, guión, montaje y producción: Daiana Rosenfeld. Sonido: Gaspar Scheuer. Color: Juan Pedro Razzari. Música: Martín Rodriguez. Dirección de animación: Fernando Motrel.
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PERGOLA – Dolci colline, borghi dal fascino infinito, bellezze ed eccellenze storico artistiche, prodotti enogastronomici tipici hanno fatto da cornice alla visita di Wim Wenders, pluripremiato regista tedesco universalmente riconosciuto come uno dei più grandi del nostro tempo, a cui oggi Animavì, primo festival al mondo dedicato all’animazione poetica e d’autore, consegnerà il Bronzo dorato alla carriera.
Lo staff, guidato dal direttore artistico Simone Massi e quello organizzativo Mattia Priori, ha accolto e accompagnato il grande regista e sua moglie Donata a conoscere la terra che ispira il festival e che il festival racconta. Da Fratte Rosa, paese delle terrecotte, a San Lorenzo in Campo ‘capitale’ del farro, dove Wenders venerdì sera ha cenato alla farroteca dell’azienda Monterosso con il sindaco Davide Dellonti. L’occasione per degustare tipicità enogastronomiche e godere di un panorama meraviglioso.
Ieri mattina si è sconfinato nella vicina provincia di Ancona per andare a visitare un borgo in cui il tempo sembra si sia fermato: Loretello di Arcevia. Nella piazzetta con vista sulle verdi colline il pranzo. Wenders è rimasto estasiato da tanta bellezza: «Sono molto colpito da questi posti meravigliosi e dalle persone che sono tanto attaccate e orgogliose del loto bellissimo territorio. E’ un enorme piacere essere qui, l’accoglienza è squisita».
Nel pomeriggio il regista tedesco ha ammirato il monastero di Fonte Avellana per poi concludere la giornata al castello della Porta di Frontone che ha ospitato la cena istituzionale. Stamattina passeggiata al Furlo e poi la visita ai Bronzi dorati di Pergola.
Molto soddisfatto Simone Massi: “Si chiude l’edizione 2018 di Animavì con un ospite prestigiosissimo, un regista che ammiriamo tantissimo e che ha segnato l’immaginario di almeno tre generazioni di spettatori. Un poeta del cinema che ci onora con la sua presenza accompagnato da sua moglie Donata, un artista della fotografia”.
“Wim Wenders ad Animavì, qui nelle nostre terre –evidenzia Mattia Priori – è una soddisfazione enorme, qualcosa che sembrava impossibile ed invece è proprio così. Questo ripaga noi tutti, lo staff dei ragazzi volontari dell’impegno profuso per rendere possibile il festival”.
Quella di oggi sarà una giornata densa di sorprese che culminerà al teatro comunale di Cagli, scrigno di rara bellezza.Il regista tedesco riceverà il Bronzo dorato alla Carriera. E’ il terzo regista a ricevere questo premio, dopo Emir Kusturia (2016) e Aleksandr Sokurov (2017). Registi tra i più grandi del panorama mondiale che hanno lasciato segni indelebili nella storia del cinema contemporaneo e che ogni anno accolgono l’invito del direttore artistico Simone Massi, il più importante regista italiano di cinema d’animazione, e dello staff di Animavì, attribuendo al festival, già dopo solo tre edizioni, una caratura mondiale.
Wenders sarà accompagnato ad Animavì dalla moglie Donata, fotografa di fama internazionale. La cerimonia di premiazione con inizio alle 17.30, sarà condotta da Luca Raffaelli e vedrà la presenza del montatore Roberto Perpignani e del poeta sardo Andrea Melis. A seguire la proiezione speciale del film “Il sale della terra”.
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Come funziona il cervello degli autori di fumetti e di film d’animazione? Questo il tema che verrà affrontato a Spoleto, dal pomeriggio di venerdì 22 al pomeriggio di sabato 23 settembre, presso il Chiostro di San Nicolò da esperti di comunicazione, filosofi, biologi, con la testimonianza e la collaborazione (diretta e indiretta) di alcuni grandi autori. Il convegno, ideato e organizzato dall’Associazione TEUDE insieme a Luca Raffaelli in collaborazione con il Comune di Spoleto - Assessorato alla Cultura, rappresenta l’avvio di un progetto molto articolato dal titolo "SegnoSpoleto" che ha l’ambizione di creare a Spoleto un Centro di Documentazione sul Fumetto e sul Cinema d’animazione e che vede coinvolte le più importanti Istituzioni culturali e museali della città. Tra i partecipanti al convegno i professori di scienze della comunicazione Alberto Abruzzese, Sergio Brancato, Stefano Cristante, il filosofo della scienza Giulio Giorello, il maestro del montaggio cinematografico Roberto Perpignani, il designer Riccardo Falcinelli, il biologo e studioso del fumetto Pier Luigi Gaspa (autore di Madame Curie e Buffalo Bill), lo studioso di fumetti ed esperto di Jacovitti Andrea Sani, il critico d’arte Gianluca Marziani (Direttore Museo Carandente, Palazzo Collicola – Arti Visive di Spoleto), il professore di logica ed esperto di illustrazione Mauro Nasti. Verrà intervistata Silvia Jacovitti, figlia del grande maestro, e verranno intervistati i gemelli Gianluca e Raul Cestaro, disegnatori di Tex e Dylan Dog. Tra gli autori presenti con una loro testimonianza registrata Simone Massi, Sergio Staino e Silvia Ziche. Aprirà il convegno una testimonianza dei protagonisti culturali della città di Spoleto: Mariangela Turchetti (Direttore del Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano di Spoleto), Paola Mercurelli Salari (Direttore Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto), Luigi Rambotti (Responsabile della Sezione di Spoleto dell’Archivio di Stato di Perugia) e Andrea Tomasini (giornalista). Per tutta la durata del Convegno, nel Chiostro di San Nicolò, sarà aperta la mostra “In-Chiostro” che documenta la produzione recente di cinque talentuosi fumettisti e cartoonisti locali: Cosimo Brunetti, Samuele Coletti, Pietro Elisei , Carlo Laureti, Giacomo Metelli. Nel corso del convegno uno dei cinque artisti, Cosimo Brunetti, si cimenterà nella realizzazione di disegni ed elzeviri suggeriti dagli argomenti dei relatori.
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Giochi particolari 1970
TONINO GUERRA FRANCO INDOVINA
Un marito, annoiato dalla routine matrimoniale e dalla vita, procura un amante alla moglie per poterli riprendere insieme.
Italia, Francia Anno 1970 Durata 98 min Genere drammatico Regia Franco Indovina Sceneggiatura Tonino Guerra, Franco Indovina Produttore Franco Indovina, Danilo Marciani Casa di produzione Produzione Intercontinentale Cinematografica Fotografia Arturo Zavattini Montaggio Roberto Perpignani Musiche Ennio Morricone (dirette da Bruno Nicolai) Costumi Adriana Berselli Trucco Giuseppe Banchelli Interpreti e personaggi Timothy Dalton: Mark Virna Lisi: Claude Marcello Mastroianni: Sandro John Serret: Aram Stephan:
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PERGOLA – L’incontro con Gino Strada,medico fondatore di Emergency, nell’ambito della terza edizione di Animavì, festival internazionale dedicato all’animazione poetica e d’autore, è annullato. La consegna del premio Pettirosso a Strada è rinviata a data da definire per sopraggiunti motivi di salute.
Doveva tenersi sabato 22 mattina in località Zoccolanti a Pergola. A comunicarlo, con dispiacere, lo staff del festival. “Noi tutti gli auguriamo una pronta guarigione in attesa di consegnargli quanto prima il Pettirosso Animavì”Wim.
L’altro incontro previsto per la due giorni Animavì, con il regista Wim Wenders, è confermato per domenica alle 17.30 al teatro comunale di Cagli. pluripremiato regista tedesco universalmente riconosciuto come uno dei più grandi del nostro tempo, riceverà il Bronzo Dorato alla carriera.
La cerimonia di premiazione sarà condotta da Luca Raffaelli e vedrà la presenza del montatore Roberto Perpignani e del poeta sardo Andrea Melis. A seguire la proiezione speciale del film ‘Il sale della terra’. Prevendite www.liveticket.it
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PESARO -L’essenza di una regione al plurale, dalle colline dolci, colorate, disegnate dal lavoro dell’uomo, al fascino e alla bellezza di un teatro gioiello. Il cuore delle Marche, lì dove Animavì è nato e cresciuto, sarà il palcoscenico meraviglioso che accoglierà sabato 22 e domenica 23 settembre Gino Strada, medico fondatore di Emergency e Wim Wenders, pluripremiato regista tedesco universalmente riconosciuto come uno dei più grandi del nostro tempo.
Un week-end speciale, unico, carico di emozioni che evidenzierà le due anime dell’evento, quella artistica ed umana. a chiusura di una terza edizione di Animavì da incorniciare per il successo di pubblico e critica. A Strada e Wenders saranno dedicate due cerimonie durante le quali verranno premiati. Il fondatore di Emergency riceverà il Premio Pettirosso, novità assoluta, mentre il regista tedesco il Bronzo Dorato alla carriera.
Si partirà sabato 22. Le colline della città dei Bronzi dorati, il verde di un campo, i colori della terra, saranno la cornice dell’incontro con Gino Strada. Un teatro naturale, in località Zoccolanti, a Pergola, dal quale si gode di un panorama che riempie gli occhi e il cuore, ospiterà il fondatore di Emergency per una mattinata alla quale parteciperanno anche le scuole del territorio. L’appuntamento è alle 10, in caso di maltempo si terrà al teatro comunale di Cagli.
Gino Strada riceverà dal direttore artistico Simone Massi e dallo staff del festival il Premio Pettirosso, un nuovo riconoscimento dedicato alla persona. “Il premio Pettirosso è una novità che abbiamo introdotto a partire da quest’anno per marcare il lato umano oltre che quello artistico del nostro festival. Le storie delle persone sono state sempre al centro della scena di Animavì al fianco delle opere artistiche cinematografiche. Al Bronzo Dorato, un premio assegnato al valore artistico e che rappresenta il simbolo della nostra città, ne affianchiamo un altro dedicato a chi nella propria vita ha inseguito il suo grande sogno carico di ideali fino a renderlo possibile. Storie che ci auguriamo siano un forte messaggio di incoraggiamento al credere nelle proprie idee. Un messaggio di cui in particolare i nostri territori interni ne hanno davvero bisogno”, spiega il direttore organizzativo Mattia Priori.
Quella di domenica sarà una giornata densa di sorprese. Animavì ha curato per Wim Wenders un tour specialeche culminerà al teatro comunale di Cagli, scrigno di rara bellezza. Il regista tedesco riceverà il Bronzo dorato alla Carriera. E’ il terzo regista a ricevere questo premio, dopo Emir Kusturia (2016) e Aleksandr Sokurov (2017). Registi tra i più grandi del panorama mondiale che hanno lasciato segni indelebili nella storia del cinema contemporaneo e che ogni anno accolgono l’invito del direttore artistico Simone Massi, il più importante regista italiano di cinema d’animazione, e dello staff di Animavì, attribuendo al festival, già dopo solo tre edizioni, una caratura mondiale.
Wenders sarà accompagnato ad Animavì dalla moglie Donata, fotografa di fama internazionale. “Universalmente riconosciuto come uno dei più grandi registi del nostro tempo, Wim Wenders è un poeta del cinema che, con la sua opera, ci accarezza il capo e sussurra parole di speranza”, evidenzia Simone Massi. La cerimonia di premiazione con inizio alle 17.30, sarà condotta da Luca Raffaelli e vedrà la presenza del montatore Roberto Perpignani e del poeta sardo Andrea Melis. A seguire la proiezione speciale del film ‘Il sale della terra’.
Oltre ai due eventi di premiazione, sarà organizzato, grazie anche alla collaborazione della cantina Terracruda, partner dell’iniziativa, e delle istituzioni coinvolte, il loro soggiorno come una visita al territorio, che toccherà le eccellenze storico-artistiche e naturalistiche dell’entroterra marchigiano ed in particolar modo della provincia di Pesaro e Urbino, sempre più la terra del cinema d’autore e dell’animazione poetica.
Per l’evento al teatro di Cagli sarà necessario biglietto di ingresso, prevendite www.liveticket.it. Informazioni dettagliate della due giorni su www.animavi.org – [email protected]
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