#Psicologo Milano
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centroamamentemilano · 7 months ago
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centropsicologicologopedico · 7 months ago
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muffa21 · 3 months ago
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Ho avuto un'infanzia meravigliosa. Con i monti e i torrenti e gli alberi e le lucertole assolati del mio Paesello. E Dio che ci sorvegliava, sonnacchioso dentro ai tabernacoli delle chiese, insieme alle vecchiette con la bocca piena di caramelle Rossana e canti sacri nella luce colorata che filtrava attraverso le vetrate della Matrice.
A undici anni, il declino. Abusato il primo anno di scuole medie da un compagno di classe pluri-ripetente. Mi costringeva a masturbarlo di fronte a tutti. Nessuno mosse un dito. Temo che qualche professoressa sapesse; ma meglio non andarsi a infilare in faccende più grandi di sé... soprattutto se ti ritrovi disgraziatamente a buscarti il pane nel quartiere più violento e feroce di Palermo, a pochi anni della guerra e delle stragi di Mafia. Nessuno si vergognò. Né l'abusante, né i compagni, né chi sapeva e non ha mosso un dito. In compenso mi vergognai io. Questo causò una timidezza patologica, una goffaggine che superava il ridicolo. E di conseguenza il bullismo, il male minore fra quelli sopportati, mi costrinse a chiudermi in casa. Ad uscire solo per andare a scuola e incontrare giorno per giorno il mio carnefice. Perché conoscevo già cos'erano i doveri. La mia famiglia mi ha sempre amato - le uniche persone ad averlo mai fatto - e li ho ripagati essendo sempre ligio ai miei doveri di figlio.
Le superiori andarono un po' meglio. Ma anche qui, amicizie superficiali che si basavano sulla simpatia che sucitava il mio essere goffo e ridicolo e brutto - avevo denti sporgenti e pesavo quanto una vacca - e per il resto cinque anni passati in casa a leggere narrativa fino alla nausea.
En passant: Prima e unica esperienza sentimentale. Rifiutato e umiliato.
Botta di culo. Passo i test di medicina. Volo a Pavia. Ci resto sei anni.
Il primo anno, fantastico. I miei sono lontani. Mi sento in diritto di mollare la presa sulle mie remore morali. Inizio a fumare tabacco e a bere, quasi ogni sera. Passo alla marijuana. Sembra la svolta. Ma dietro l'angolo c'è il baratro. Divento dipendente dall'erba - sì, gente, come si può essere dipendenti da quella porcheria che è il porno si può benissimo essere dipendenti da un fumo magico che fa svanire le proccupazioni - fumo fino a 15 canne al giorno; e le fumo solo, uscendo fuori dalle grazie di Maria. Dimentico che sto lì per studiare e inizio a mandare a troie la possibilità di laurearmi, dicendomi c'è tempo, e raccontandomi un fottìo di fregnacce. Ma sono consapevole delle fregnacce e per tre anni non faccio niente, se non spendere soldi in droga, vedere film d'essai su megavideo e masturbarmi fino a stordirmi, perdere i sensi e finalmente dormire.
Un gruppi di belle persone mi raccatta dal fango a 22 anni. Tra i 22 e 24 finalmente vivo, mi diverto, sono felice, quasi quasi mi viene pure voglia di studiare e dare una bella ordinata alla mia vita... ma i traumi dell'infanzia sono troppo pesanti e mi ammalo. Esordio psicotico acuto. Fottuto. Per 10 anni passo la vita, tra ricoveri, farmaci, psicologi, psichiatri, testi di roschark (o come cazzo si scrive) e le urla, i pianti e la depressione di tutti i miei familiari.
Per 10 anni lotto... e ne vengo fuori. Trovo lavoro a Milano, le miei poesie vengono pubblicate da una piccola casa editrice di Roma che crede in me, mi metto in forma, da dipendente pubblico ho tutte le agevolazioni del mondo e uno stipendio che farebbe invidia al mio psicologo.
Ma perché questa carrellata sulla mia vita? Perché ieri ho visto questo angolino di luce che mi sono costruito a calci e mozzichi e mi sono detto: non ho nessun diritto ad essere così fortunato. E pensavo a Gaza, all'Ucraina, alle carceri libiche, alla barista del mio paese morta a 40 anni, senza aver mai visto la Luce.
Fortunato? Porca Madonna, l'unica fortuna è essere nato in un paese del primo mondo, avere una famiglia che mi ama, ed essere molto meno stupido della media. Tutte cose niente affatto scontate. Ma la Fortuna, cazzo, è un'altra roba.
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checolorehaunanimabruciata · 10 months ago
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ha sempre avuto ragione mio padre e ora sono in ritardo per iscrivermi in università e studiare boh psicologia? sono in ritardo, non so come funzioni se mi iscrivo a 25 anni, parto già come fuori corso? come funziona? la mia vita ha senso in questo modo? a saltare da un lavoro del cazzo a un altro, a non sapere se mi rinnovano lo stage, se mi chiamino da altre parti, se avrò soldi per pagarmi gli studi nel caso in cui decidessi di volerci provare? e se fallissi? se dovessi finire per dover dover rinunciare agli studi dopo un anno o anche meno? quanti soldi andrei a buttarci? vorrei farmi un pianto isterico ma non posso perché sono nello spogliatoio del negozio in cui lavoro e attacco tra mezz'ora, non ho i trucchi per sistemarmi in caso e una collega qualunque potrebbe scendere e vedermi di nuovo in queste condizioni, io non ho forze, davvero, cosa sto facendo? a cosa serve? ha uno scopo? con uno stipendio così misero non potrei pagarmi manco la spesa se non abitassi ancora con i miei, figurarsi un affitto.
non ne posso più, nemmeno guardare e riguardare serie TV e film che già conosco aiuta, sento questo peso addosso e non so come levarmelo, tra l'altro mi sono anche presa il raffreddore e probabilmente ho anche mal di gola, come se non bastasse tutto il resto, sono stanca fisicamente e psicologicamente, ho bisogno di sfruttare l'inutilità della mia sindrome da crocerossina per aiutare chi davvero ne ha bisogno e non per tenerla qui per il nulla perché tanto non riesco a fare niente di buono e mi sento così inutile da giorni, stanca, senza forze, vorrei collassare qui per terra sul pavimento dello spogliatoio e rimanerci finché qualcuno non mi trova e mi chiede cosa c'è che non va, a quel punto però servirebbe uno psicologo a me perché niente può essermi d'aiuto, cosa faccio? scrivo alla psicologa che mi seguiva anni fa e le chiedo un consiglio? tanto prima di settembre non posso iscrivermi per cui è anche inutile pensarci a gennaio
è inutile pensare
è inutile
io lo sono
è davvero così che ci si sente quando si trova un lavoro in cui ci si sente fuori posto totalmente? una collega mi ha chiesto se studio giorni fa e le ho detto no e mi ha chiesto cos'avessi fatto alberghiero, pasticceria bla bla bla e la sua faccia era tipo schifata, come se non valessi nulla perché ero una coglioncella che voleva fare pasticceria e poi non avendo trovato lì ha cambiato completamente.
mi sento così inutile anche qui, è tutto così pesante, a cosa servo io qui? ora mi hanno mandato una mail chiedendo se ho attestati legati a corsi sulla sicurezza, ma a voi esattamente il mio curriculum l'hanno mandato? no perché ci manca giusto che mi mandano a fare un corso sulla sicurezza sul lavoro che manco sono di Milano e non saprei come arrivare dovunque ti mandino, probabilmente in una zona di merda.
a cosa serve? a cosa servo? perché?
dopo questo penso non scriverò per un po', probabilmente finirò per non scrivere nemmeno il libro e sprecare tutto quello che ho fatto per niente, perché tanto è sempre così, che poi con quali soldi pago tutto?
ma cosa cazzo parlo a fare?
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erofjodena · 1 year ago
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Sulla nudità di un corpo.
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Un corpo nudo non è osceno (nasciamo nudi: questo è il nostro corpo; è la moralità religiosa a imporre irrazionali tabù sulla nudità corporea); ciò che turba la serenità di un bambino è un uomo morto, sanguinante, inchiodato mani e piedi ad una croce - ma è appeso pure a scuola.
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La persona che ha mostrato i genitali ai bambini, ha solo fatto questo (non ha abusato sessualmente di tali minori; non c'è stato alcuno stupro); in seguito, ha compiuto palesi gesti autolesionisti, ferendosi; ciò dimostra che non fosse pienamente cosciente dei suoi gesti.
Quando si vuole fare l'analisi logica di un fatto (positivo o meno), non si può prendere in considerazione solo una porzione di quel fatto e isolarla dal resto; esiste un contesto, esistono una serie di eventi nella "notizia di Milano", non solo l'esibizione dei genitali.
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Twitter ha spazi limitati, ma questo non significa che chi vi scrive debba avere una visione/elaborazione della realtà frammentata, mostrando totale incapacità di guardare agli eventi umani (di esseri viventi) secondo logici principi di causa-effetto.
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Rispetto all'atto - volontariamente isolato e giudicato moralmente "osceno" (mostrare i genitali) - ci sono stati gesti eclatanti di autolesionismo ed ingiustificate percosse che tale persona con chiari disturbi psichici ha subito: quello potrebbe essere un trauma per dei bambini, qualora testimoni.
L' "operazione diversivo" di chi vuole isolare l'evento di Milano dal contesto di omofobia cattolica in cui una persona non eterosessuale, in Italia, si trova a convivere, può funzionare solo con gli analfabeti funzionali e con i "mangiadivinità" (cristiani) - ergo con gli ignoranti.
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Quello che frena una persona qualsiasi da non stuprare alcuno non è una "sana educazione al vestiario", ma una corretta educazione civica, che parta da bambini, fondata sull'etica e non sulla morale religiosa: cioè priva di misoginia, gerarchia, gerontocrazia.
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Prima di dire a qualcuno "sei fuori di testa", verificare il tipo di educazione familiare che ci ha resi adulti, perché se è cattolica e si crede a natale, pasqua, alla resurrezione dei morti e alle "vergini incinte", è oggettivo che chi ha bisogno d'uno psicologo è il credente.
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Siamo animali, di specie diversa dagli altri, ma animali ed anche in noi rimane l'istinto primordiale (come in altre specie) di mostrare i genitali, quale "rito per accoppiamento" - che abbiamo superato attraverso una buona educazione; ma non è questo il caso in oggetto.
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Il fatto che la chiesa cattolica rimanga impunita per gli abusi sessuali su minori e imponga il celibato al clero, attira copiosamente pedofili, poiché in tale setta essi non devono in alcun modo nascondere le loro devianze sessuali e tanto meno sposarsi per occultare la realtà.
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Esiste una evidente contraddizione in chi si scagli malamente, violentemente, verso chi ha solo mostrato dei genitali (non ha abusato sessualmente di minori), ma resti indifferente alle continue notizie, che da decenni sono di ordine pubblico, di una pedofilia che per la chiesa è un hobby.
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Nelle scuole italiane non si fa educazione sessuale, ma si danno solo dati su come è fatto il corpo, tralasciando l'importanza dell'affettività, della consensualità; e non lo si fa perché siamo un paese cattolico, dove vige ancora una forte intromissione religiosa nello Stato.
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"Tanto vale allora ad andare in giro nudi".
Potremmo serenamente restare nudi d'estate all'aperto e al coperto riscaldato in inverno, poiché la morbosità nasce dalla repressione d'un comportamento, a cui si da l'imputazione di "peccato", non di certo dal renderlo ordinario.
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Quando, da adulti, "non si hanno parole" per affrontare argomenti già ampliamente spiegati anche dalla scienza (omosessualità e disturbi causati dalla repressione sociale omofoba, che possono portare ai gesti del "caso Milano"), vuol dire che si è ancora immaturi.
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enricogamba · 19 days ago
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Come possiamo imparare a fare la scelta giusta nella vita? https://www.enricogamba.org/psicologo-milano-blog/come-fare-la-scelta-giusta
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damon-ridenow · 25 days ago
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Spring
Altri oggetti che se ne vanno. La stampante che tanto ci ha fatti litigare, i vestiti, l'accappatoio. Questi muri sono sempre piu spogli, questa casa è sempre più impersonale, ma va bene così. Quando mia mamma sarà a Milano, probabilmente cercherò di vivere di più a casa sua, e forse il cuore mi farà meno male.
Irene continua a dire "tu sei libero di fare quello che vuoi" e io mi chiedo in che modo la mia vita potrebbe essere migliore senza ricevere nemmeno quel minimo di affetto che lei mi garantisce : finirei da solo, in un angolo, a piangere ancora di più, anche se tanto piango anche quando sono abbracciato a lei. Come dice lo psicologo, tutto è bloccato da questo muro che sporca ogni mia azione e ogni mio pensiero. So che non saremmo potuti andare avanti così per sempre, so che per farmi ascoltare questo era il minimo che potessi fare, ma ora? ora cosa?
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comestringerelemani · 28 days ago
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31
Forse vuol dire invecchiare sul serio, questa totale assenza di emozioni 58 minuti prima dei 31.
E fa una paura strana, sottile, se penso che son 30 anni che aspetto e pianifico il 28 ottobre con cura maniacale e attesa da conto alla rovescia.
E ora che, vorrei solo dimenticarmene, che divento una donna si, con il 3 e pure l'uno davanti, passo le ore a pensare dove potrei nascondermi meglio. Se, in smart working improvvisato, lontana da tutti, fra le lenzuola di un bilocale sudicio, o fra le braccia di un ingegnere stanchissimo di queste mie crisi a giorni alterni.
Mi scrivo come da tradizione 365 giorni dopo, come si sta?
Un anno dopo un compleanno in balera circondata da pancioni e neonati, una proposta di matrimonio declinata, la psicoterapia e le dimissioni senza salvagente, una tentata fuga da Milano, uno spettacolo bellissimo, una mostra collettiva, la mia prima mostra, ed infine un nuovo lavoro triste.
Come si sta all'alba delle teste stanche? Svuotata, interamente. Incapace di reagire a questo gomitolo di relazioni umane che sento ammuffire inesorabilmente. In questo frastuono di occhi tristi, NON MI SENTO BENE, vorrei urlarlo in faccia a chiunque, vorrei correre forte scandendo, quelle sillabe una ad una, NON STO PIU' BENE, ma non so piú, come, non torna più quello slancio lì da risalita dopo l'abisso, che conosco bene.."cadiamo male, ma ci rializamo sempre noi" papá lo diceva sempre, eh banale, ma é ciò che mi fa rallentare i battiti, da sempre.
E invece non funziono piú così, forse papá, mi sono rotta sul serio, come la mamma, tanti anni fa.
Donna adulta, insicura e "spaccata in due", o almeno così dice il mio psicologo, "vedo una persona spaccata in due"
Buon compleanno a noi, allora
Buon compleanno
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unfilodaria · 2 months ago
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Troppo spesso le nostre emozioni divengono un laccio stretto, che limita i nostri movimenti, costringendoci a volte in errori anche gravi. Sviluppare un sano distacco emotivo è così davvero importante. Ogni volta che ci sentiamo a disagio, che ci troviamo di fronte a un conflitto, quando abbiamo paura, quando subiamo uno sgarbo o nelle tante situazioni che possono capitare nella vita, le nostre emozioni giocano un ruolo fondamentale. Sia in positivo che in negativo. Spesso ci troviamo sballottati fra felicità e tristezza, motivazione e depressione, rabbia e apatia. In questi casi le emozioni, e il loro continuo alternarsi, rischia di destabilizzarci, di farci perdere una visione coerente di ciò che accade dentro di noi. In definitiva di noi stessi.
Ciò che rischiamo di perdere, o alle volte di non riuscire mai a sviluppare, è una sana capacità di autoregolazione emotiva che ci aiuti a vivere con serenità l’alternarsi delle tante situazioni di ogni giorno. A lungo andare questa difficoltà può strutturarsi, fino a divenire un problema sempre più complesso, fino a farci sviluppare, in alcuni casi, un vero e proprio disagio o una patologia. https://www.enricogamba.org/psicologo-milano-blog/distacco-emotivo-e-consapevolezza
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centroamamentemilano · 1 year ago
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E se fosse depressione?
Centro psicoterapia Milano
La depressione è una condizione mentale molto diffusa, ma spesso misconosciuta o sottovalutata. Se si soffre di depressione, si può avere una sensazione costante di tristezza, disinteresse per le attività quotidiane, stanchezza, difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni, perdita di interesse per le relazioni sociali e un senso di vuoto interiore. Questi sintomi possono variare in intensità e durata, ma se persistono per diverse settimane o mesi e interferiscono con la vita quotidiana, potrebbe essere necessario cercare aiuto professionale.
La depressione è una malattia che può colpire chiunque, indipendentemente dall'età, sesso o situazione socio-economica, ed è importante riconoscerla e affrontarla in modo adeguato per poter guarire e vivere una vita piena e soddisfacente.
Cell.3311842704
https://www.centroamamente.it/psicoterapeuta
https://www.centropsicologicomilano.it/psicoterapia
disturbi d'ansia cosa fare? Depressione a chi rivolgersi? Trattamento ansia a Milano Attacchi di panico a chi rivolgersi? centro di psicoterapia a Milano depressione Terapia depressione Milano
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vorticimagazine · 4 months ago
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Capire i sentimenti
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Questa volta, Vortici.it vuole invitarvi a scoprire o riscoprire il libro: Capire i sentimenti - Per conoscere meglio se stessi e gli altri (Mondadori) di Vera Slepoj, venuta a mancare recentemente.
Sentimenti, affetti, emozioni lo sappiamo, accompagnano la nostra esistenza influenzandone il percorso verso sviluppi più o meno felici. Eppure li abbiamo sempre vissuti come ineluttabili. Tale è il loro impatto sull'esistenza umana che, per comprenderne il senso, la natura, le dinamiche, sono state coinvolte le scienze umane e sociali, la medicina e perfino la biologia e la chimica del corpo. Da qualche decennio, invece, la psicologia ci ha insegnato a conoscerli, più che a dominarli come si voleva in passato. Nel bel mezzo di una miriade d'informazioni, tuttavia, ci siamo sentiti dire tutto e il contrario di tutto a causa di un’informazione farraginosa, imprecisa, spesso fuorviante. Mettere un po’ d’ordine nella conoscenza dei sentimenti appare ormai indispensabile  a molti di noi: ed è ciò che offre questo libro, ricco di esperienze maturate nel diretto contatto con chi si rivolge allo psicologo per sbrogliare la matassa ingarbugliata del proprio mondo emotivo. Tentarne un'analisi descrittiva è lo scopo di questo libro, frutto di una vasta esperienza maturata in anni di studio e di pratica terapeutica. Vera Slepoj come psicologa, ha approfondito negli anni lo studio e la pratica dei sentimenti traendone appunto il libro "Capire i sentimenti", uno strumento importante per capire noi stessi e chi ci sta intorno. Ed ecco dunque una rassegna completa di sentimenti positivi (l’amicizia, l’amore, la simpatia, la socialità, la felicità) e negativi (l’angoscia, l’aggressività, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, il narcisismo, o la paura, il senso di colpa, l’odio e la violenza). L'autrice ci invita a prestare una particolare attenzione ai sentimenti nelle età evolutive (l’adolescenza, la vecchiaia), quando l’identità di ciascuno elabora mutamenti essenziali. Esprime una sintesi dei sentimenti che travagliano la coppia e la famiglia. E introduce nella sua analisi una categoria di sentimenti spesso trascurati, eppure determinanti nella formazione dell’individuo, soprattutto oggi che la comunicazione di massa e la disgregazione delle culture ideologiche, etniche o religiose impongono sradicamenti e scelte che affondano troppo spesso nell’irrazionale: i sentimenti collettivi, come l’idea di civiltà e di progresso, il pensiero conservatore e rivoluzionario, l'integralismo e il fondamentalismo, che ci costringono a complesse mediazioni tra passato, presente, futuro. “Sui sentimenti si è costruita l’arte di ogni tempo, dalla musica alla poesia, dalla letteratura alla pittura. E i sentimenti sono qui, in noi, e lì, fuori di noi, e con i sentimenti dobbiamo confrontarci per conoscere chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando”. Leggi qui un estratto...  
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Vera Slepoj (1954 Portogruaro  - 2024) è stata una psicologa e scrittrice italiana. Si è laureata in Psicologia presso l'Università di Padova nel 1977, si è poi specializzata in psicoterapia individuale e di gruppo e oggi è psicologa psicoanalista con diploma in sofrologia medica. Ha vissuto e lavorato tra Padova, Milano e Londra. Molte le attività che l’hanno impegnata negli anni: tra le altre, l’insegnamento presso l’Università di Siena, la presidenza della Federazione Italiana Psicologi dal 1989 e dell’International Health Observatory, la direzione di importanti scuole di formazione in psicologia. Autrice di pubblicazioni scientifiche e divulgative, partecipa a programmi televisivi e collabora con diverse testate, tra cui «Diva e donna». Alcuni dei suoi libri sono stati tradotti da case editrici internazionali, tra cui Payot. Ha pubblicato Capire i sentimenti (Mondadori 1996), Cara TV con te non ci sto più (insieme a Marco Lodi, Alberto Pellai che voi lettori avete conosciuto attraverso le nostre pagine e Franco Angeli 1997), Legami di famiglia (Mondadori 1998), Le ferite delle donne (Mondadori 2002), Le ferite degli uomini (Mondadori 2004), L'età dell'incertezza. Capire l'adolescenza per capire i nostri ragazzi (Mondadori 2008), La psicologia dell'amore (Mondadori 2015). Vera Slepoj si è spenta il 21 giugno 2024 a Padova. «Ci mancheranno il suo entusiasmo e la sua simpatia, così come la sua capacità di trattare in modo chiaro e divulgativo temi importanti come le relazioni affettive e altre complesse problematiche sociali.» così l'ha ricordata il sindaco di Padova Sergio Giordani su Repubblica. Scoprite la nostra rubrica Libri Consigliati Foto: https://www.lafeltrinelli.it/Immagine di copertina: freepik.com Read the full article
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giancarlonicoli · 6 months ago
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Quando ero ragazzo, un convivente non avrebbe mai potuto insegnare in una scuola cattolica.
Quando ero ragazzo, la Chiesa cattolica non consentiva i funerali religiosi a chi si era suicidato.
I tempi cambiano. La Bibbia è sempre la stessa. Qual è dunque l'interpretazione corretta?
Se la Bibbia è la Parola di Dio, essa è immutabile. Se muta, non è Parola di Dio.
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25 mag 2024 15:48
PERCHÉ FRANCO ANELLI SI È TOLTO LA VITA? – IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA, CHE AVREBBE COMPIUTO 61 ANNI TRA POCHI GIORNI, ERA RIENTRATO NELLA SUA CASA DI MILANO CON LA CONVIVENTE DA POCHE ORE. MENTRE LEI PREPARAVA LA CENA, LUI SI È ALLONTANATO PER ALCUNE TELEFONATE E HA SCRITTO AGLI AMICI E AI COLLEGHI PIÙ STRETTI UN ULTIMO MESSAGGIO: “IL GIOCO È FINITO, GAME OVER”. POI IL VOLO DAL SESTO PIANO – TRA POCO PIÙ DI UN MESE AVREBBE DOVUTO LASCIARE LA CARICA DI RETTORE DOPO LA CONCLUSIONE DEL TERZO MANDATO. ERA MALATO DA TEMPO, MA LE SUE CONDIZIONI NON DESTAVANO PREOCCUPAZIONE. PER GLI INVESTIGATORI IL GESTO SAREBBE DA LEGARE A…
1. CHOC ALL’UNIVERSITÀ CATTOLICA IL RETTORE MUORE A 60 ANNI
Estratto dell'articolo di Cesare Giuzzi Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”
Un ultimo messaggio agli amici e ai colleghi più stretti: «Il gioco è finito, game over». Poi il volo dal sesto piano del suo palazzo vicino al Castello Sforzesco. Franco Anelli, avvocato, docente e rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore avrebbe compiuto 61 anni tra poco più di un mese. Soltanto mercoledì, i vertici dell’Ateneo hanno annunciato l’avvio dell’iter per la nomina del nuovo rettore […] perché Anelli era alla conclusione del terzo mandato.
[…]
Il corpo del rettore è stato notato nel cortile del palazzo intorno alle 22 di giovedì. Al mattino è lo stesso Ateneo di largo Gemelli ad annunciare la «tragica scomparsa» di Anelli […]
Anelli era rientrato da poche ore, dopo la giornata di lavoro, insieme alla convivente. Poi, un breve aperitivo in casa mentre la donna preparava la cena, e il rettore che poco dopo si è allontanato al piano superiore dell’appartamento per alcune telefonate private. Sono stati i vicini a scoprire il cadavere nel cortile, proprio mentre la donna lo stava cercando per la cena.
L’arrivo dei carabinieri e del 118. Poi la Procura di Milano, con il procuratore Marcello Viola e la pm di turno Giovanna Cavalleri, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Un atto pro forma in vista dell’autopsia, dell’analisi del traffico telefonico e per consentire agli inquirenti di fugare qualsiasi ombra.
[…] In casa non sarebbero stati trovati biglietti. L’ipotesi è che Anelli sia salito attraverso le parti comuni dello stabile all’ultimo piano per poi gettarsi nel vuoto da un ballatoio. Sequestrati anche il telefono e il computer personale del rettore, sui quali ora verrà effettuata la copia forense per le analisi.
Anelli era malato da tempo, anche se la sua patologia era in gestione e non destava preoccupazione.
Per avvisare della tragedia l’anziana madre è stato inviato un sacerdote psicologo direttamente dal Vaticano. Gli investigatori hanno chiarito che dalle prime risultanze il gesto sarebbe da legare «a vicende del tutto private e personali».
[…]
2. IL GIURISTA VICINO AL PAPA PER TRE VOLTE MAGNIFICO CHE INSEGUIVA LA SVOLTA DI UN ATENEO «CREATIVO»
Estratto dell’articolo di Fabrizio Guglielmini per il “Corriere della Sera”
Il rettore Franco Anelli era nato a Piacenza il 26 giugno 1963, dove si era diplomato al liceo scientifico «Lorenzo Respighi». Il giovane Anelli aveva poi conseguito la laurea in giurisprudenza alla Cattolica di Milano nel 1986 con una votazione di 110 e lode e una tesi dal titolo «La risarcibilità dei danni derivanti dalla lesione degli interessi legittimi», relatore il professor Piero Schlesinger.
In seguito si era impegnato per il dottorato di ricerca in diritto commerciale presso lo stesso ateneo nel 1992. Anelli era diventato professore associato di Istituzioni di Diritto privato a Economia e commercio nel 1993, e quindi professore straordinario nella facoltà di Giurisprudenza dell’università di Parma nel 1996. Dopo questa parentesi aveva fatto ritorno in Cattolica nel 1997, come ordinario di Istituzioni di Diritto privato presso la facoltà di Giurisprudenza. Nel 1998 diventa avvocato cassazionista. È stato professore ordinario di diritto civile presso la sede di Piacenza della Cattolica fino al 2012.
Il primo gennaio 2013 è stato nominato rettore dell’ateneo milanese dove al contempo ha ricoperto il ruolo di docente di diritto privato. Nel 2020 è stato rieletto per il suo terzo e ultimo mandato.
Franco Anelli aveva anche un profondo legame con Roma: il 13 maggio 2022 Papa Francesco lo aveva eletto consultore della Congregazione per l’Educazione cattolica e, ancora, faceva parte del consiglio di amministrazione della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs, presieduta da Carlo Fratta Pasini.
Nel suo triplice mandato da rettore Anelli aveva amministrato la Cattolica affrontando le sfide dell’ateneo soprattutto con uno sguardo sul futuro, come sottolineava lui stesso: «Dobbiamo essere creativi nelle soluzioni ai problemi che la contemporaneità della didattica ci pone; questo ci chiedono i ragazzi, questo è il nostro obiettivo: preparare studenti capaci di elaborare un pensiero critico. Colti, quindi immuni da stereotipi».
[…] Fra gli impegni extra-accademici di Anelli figuravano le cariche di vice-presidente della Fondazione E4Impact e della Banca Cesare Ponti. Era anche membro del Consiglio di amministrazione di Avvenire Nuova Editoriale Italiana Spa che edita l’omonimo quotidiano; Fai-Fondo Ambiente Italiano; Mater Olbia S.p.A e membro del Board of Directors dell’associazione Robert F. Kennedy Foundation of Italy Onlus e del Consiglio Direttivo della Fondazione Ambrosianeum. È stato curatore, insieme a Carlo Granelli, del manuale di Diritto privato Torrente-Schlesinger.
Nei giorni scorsi, era iniziata la procedura per la nomina del suo successore per il quadriennio 2024-2028 alla guida dell’ateneo. Il Senato accademico, convocato per il prossimo 17 giugno, dovrà comporre una rosa di cinque nominativi fra quelli indicati dalle dodici facoltà e poi sottoporli al consiglio di amministrazione; il 24 luglio il cda procederà alla nomina del nuovo rettore.
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lamilanomagazine · 8 months ago
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La Casa della Psicologia arriva anche a Brescia
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La Casa della Psicologia arriva anche a Brescia. Recentemente nel territorio bresciano è emersa una situazione di malessere tra gli adolescenti superiore a quella attesa: si stima che in provincia di Brescia il 20% dei bambini e ragazzi soffre di un problema neuropsichico. Per questo tipo di problemi dell'età evolutiva servono adeguate strategie di prevenzione sia in termini di risorse per la cura sia di coordinamento sul sistema sanitario, educativo e sociale. Anche per monitorare meglio questa emergenza, l'Ordine degli Psicologi della Lombardia, da tempo impegnato nella promozione e nella diffusione della cultura psicologica attraverso l'organizzazione di eventi culturali aperti al pubblico, apre le porte della Casa della Psicologia anche a Brescia. Gli eventi della Casa della Psicologia di Brescia si terranno presso lo Spazio Cascina Parco Gallo in via Corfù, 100, e presso il Museo Mille Miglia in Viale della Bornata 123 a Sant'Eufemia (Bs), due location tra le più belle e facilmente raggiungibili per chi arriva dalla città o dalla provincia. Inoltre la sala della Cascina Parco Gallo potrà essere utilizzata gratuitamente dagli iscritti all'OPL residenti a Brescia come sede per iniziative organizzate autonomamente. La psicologia è da sempre una scienza viva caratterizzata dalla fortissima interconnessione con la vita delle persone, con i mutamenti sociali ed economici, con i cambiamenti di costume e di pensiero, il cui contributo si sviluppa all'interno di uno scambio biunivoco con la società. Quest'ultima infatti chiede alla psicologia di trovare risposte ai problemi del presente e beneficia della capacità di questa di rinnovarsi continuamente. L'organizzazione di eventi e momenti di incontro periodici può essere un'opportunità preziosa per la diffusione della cultura psicologica e per facilitare l'interazione tra professionisti del settore, pubblico non specialista e l'Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL). La Casa della Psicologia di Brescia ha aperto la stagione con un evento alla Cascina parco Gallo di Brescia dal titolo "Impotenti e confusi: adulti di fronte all'adolescenza. Quali strategie?". Il seminario è stato un momento di riflessione sulle fatiche degli adulti nella relazione con gli adolescenti e sugli strumenti da adottare per supportare al meglio questi ultimi nel loro percorso di crescita. "Questa nuova sperimentazione - dichiara Davide Baventore, vicepresidente dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia e coordinatore del progetto Casa della Psicologia di Milano e Brescia - ci permetterà di valutare la bontà dell'iniziativa per strutturarla negli anni futuri: abbiamo scelto di partire da Brescia, che è la provincia con il maggior numero di iscritti all'Ordine degli Psicologi dopo Milano. Puntiamo a promuovere anche a Brescia un modello di eventi culturali con cadenza regolare per alimentare un proficuo scambio intellettuale e culturale e offrire agli iscritti del territorio un'occasione di incontro tra di loro e con l'Ordine, al fine di far crescere la cultura psicologica, anche attraverso il coinvolgimento di professionalità diverse e di personaggi del mondo culturale". Il comitato scientifico della Casa della Psicologia di Brescia è composto da: Davide Baventore, Vicepresidente dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia; Valentino Ferro, Tesoriere dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia; Francesco Bocci, Psicologo Psicoterapeuta specializzato in psicoterapia dinamica presso l'Istituto Alfred Adler di Milano; Gianni Cambiaso, Direttore didattico della sede di Brescia della Scuola di specializzazione Mara Selvini Palazzoli; Marialuisa Gennari, Professore associato di Psicologia Clinica all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Tiziana Scalvini, Psicologa e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico intersoggettivo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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agrpress-blog · 8 months ago
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La felicità per Allevi: il maestro incontra gli studenti per la giornata mondiale 20 marzo: il mondo festeggia la felicit... #felicità #ForumdiAssago #GiovanniAllevi #onu #primavera https://agrpress.it/la-felicita-per-allevi-il-maestro-incontra-gli-studenti-per-la-giornata-mondiale/?feed_id=3983&_unique_id=65f858c96fefa
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psicolecce436 · 1 year ago
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silviascorcella · 1 year ago
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Daizy Shely p/e 2018: l’amore, ovvero l’innamoramento per i contrasti
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Ascolti il suono dolce e un pizzico esotico del suo nome e ti sovvengono delle memorie di glorie modaiole recenti; leggi quel nome che nella sua brevità è una scintilla di vitalità, e quelle memorie si stagliano sempre più nitide nella mente da buona fashionista: Daizy Shely, la vittoria blasonata di Who’s On Next, l’ancor più blasonato invito a sfilare al teatro Armani, il bramatissimo traguardo di esser stata scelta da Re Giorgio Armani personalmente. Ed ora, Daizy Shely è un nome perfettamente incastonato nel calendario delle sfilate della nostra nostra glamorous Milano Fashion Week. 
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Ebbene, la collezione che ha da poco calcato la passerella milanese è una nuova conferma di quanto quei blasoni di moda elencati qui sopra siano dei passi compiuti con grande consapevolezza, miscelata al giusto tocco di follia creativa, sulla strada del successo meritato: la Primavera-Estate 2018 firmata Daizy Shely è, per l’appunto, una riconferma di freschezza, di libertà appassionata che guida la mano a creare racconti di stoffa che oltrepassano i confini capricciosi dei trend. 
E s’infilano dritti, anche tra gli applausi degli addetti, nell’invito quotidiano ad osare un’impresa assai importante: vivere in pienezza la propria personalità.
L’azzardo di cotanta spontaneità è già racchiuso nella citazione che accompagna la collezione “non siamo mai così esposti alla sofferenza, come nel momento in cui amiamo” (Sigmund Freud), e dunque nella coppia di forza estrema che fuoriesce dalla saggezza tutt’oggi imperturbata del celebre psicologo: ovvero, Eros e Thanatos, che per le meno avvezze con il greco antico sono la rappresentazione complessa e densamente umana di Amore e Morte. 
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Nulla di troppo drammatico però, né nessun intreccio con intellettualismi è stato coinvolto nell’ispirazione per la collezione: al contrario, si tratta di una visione dell’amore che Daizy Shely aggancia a sé stessa, alla sua vita, al suo innamoramento caratteristico per i contrasti che dalle esperienze scivolano al contempo tra i sentimenti, rendono netti i rapporti tra le ombre interiori che attraverso i timori oscurano le luci della felicità, portano in superficie gli equilibri instabili che traballano sulla vulnerabilità dell’essere innamorati. E si traducono in conflitti fatti di stoffa e talento sartoriale in bilico tra romanticismo contemporaneo e azzardo estetico libero. 
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Ancor prima, però, l’amore per i contrasti, come fosse un paradosso fruttuoso, si traduce in una sinergia creativa di grande valore: le stampe intriganti che popolano i primi capi, dal trench al completo di pantalone lungo e giacchino assai corto fino allo slipdress vezzoso appaiato alla blusa lieve, sono ad opera di Umberto Chiodi, artista italiano altrettanto giovane e altrettanto intriso di passione che sovverte qualsivoglia gerarchia o fisso accademismo, per prediligere invece l’ispirazione che vaga libera tra le epoche e le idee personali. Son ad opera sua, per l’appunto, quei piccoli Cupido e figure femminili tracciati come fossero incisioni deco’, un’illusione di armonia apparente che convive con dettagli grafici di più torbida inquietudine.
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Il fil rouge dei contrasti attraversa l’intera collezione tinta di colori vividi, altro amore della stilista: lo si rintraccia nelle accoppiate di stoffe eterogenee, negli accordi apparentemente stridenti tra i decori a balze e strisce di frange, nella novità del denim casual cui seguono languidi abiti a sirena in pregiato pizzo francese, nei tagli sbilenchi e audaci che svelano la pelle, nelle spalle gonfiate e le ruches importanti che sembrano venire dal secolo scorso e invece, ça va sans dire, dall’apparente contrasto di epoche modaiole si rivelano una visione pienamente infilata nella nostra contemporaneità di stili.
Silvia Scorcella
{ photo backstage via © Redmilk Mag }
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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