#Portico della Morte
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Alla scoperta dei portici di Bologna: un itinerario nel cuore della città
Bologna, conosciuta anche come la “Dotta” per la sua università, la “Rossa” per i suoi edifici in mattoni e la “Grassa” per la sua rinomata cucina, è una città che affascina i visitatori con la sua storia, la sua cultura e il suo fascino unico. Uno dei suoi tratti distintivi sono i portici, che si estendono per oltre 40 chilometri e rappresentano una delle caratteristiche architettoniche più…
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#cultura di Bologna#itinerario a Bologna#Piazza Maggiore#portici di Bologna#Portico della Morte#Portico di San Bartolomeo#Portico di San Michele in Bosco#San Luca di Colle#Santuario di San Luca#storia dei portici#Via Rizzoli#Via Zamboni
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Charles Baudelaire, La morte dei poveri, da I fiori del male, 1857
La Morte consola, la Morte, ahimè, fa vivere…
Lei scopo della vita, lei speranza
Unica, elisir che tonifica e inebria
e ci dà forza d’arrivare a sera;
lei che attraverso il gelo, la neve, la tempesta
fa vibrare di luce l’orizzonte tenebroso;
lei locanda famosa di cui parlano i libri,
promessa di una sedia, di un letto, di una cena;
lei Angelo che regge con magnetiche dita
il regalo del sonno e l’estasi dei sogni
e rassetta le coperte a chi è povero e nudo,
gloria divina, mistico granaio,
capitale del povero e sua antica
patria - lei, portico che s’apre sul mistero dei Cieli!
Adriaen van de Venne (circa 1589 –1662), Dance of Death
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Traggo dal Charles Péguy de Il portico del mistero della seconda virtù, un testo il cui tratto stilistico, è una salmodia – fa venire in mente, in tutt’altro ambiente culturale e storico, Kaddish di Allen Ginsberg – l’invito a pensare “al tempo che non sarà più il nostro tempo”.
Péguy descrive la serenità del padre che appresta i figli a vivere il tempo in cui lui non ci sarà più. Il tempo in cui vivranno i nostri figli non sarà più il nostro. Ma il tempo per molti di noi non è già più nostro. Non abbiamo più il tempo. Ce l’hanno sottratto o, se vogliamo, siamo stati noi stessi a sottrarcelo vicendevolmente, con i nostri giochi di specchi. Con difficoltà, però, riuscivamo ancora a pensarlo, quel tempo futuro in cui noi non ci saremo – c’era anche una canzone a ricordarcelo, quando le canzoni accoglievano ancora un po’ gli umori di una poetica popolari ormai cancellata.
Con l’incedere inesorabile, tetragono, folle, della guerra, con l’ombra della possibile morte termica dell’uomo, della sua carnalità, è stato sottratta la possibilità stessa di pensare il tempo che non sarà più il nostro.
P.S. Il portico del mistero della seconda virtù, di Charles Péguy è stato pubblicato nella traduzione e cura di Giuliano Vigini da Edizioni Medusa nel 2014.
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Le veglie dei gatti stregati usurpavano gli ingranaggi del grammofono, come sogni di cento colori che ben presto si fanno suono e poi buio, innominato silenzio. Come fa questo loro ululare randagio a crescere in modo esponenziale al passaggio degli immondi clochards? Chi ha casa in strada è il terrore degli schizzinosi. Sotto il portico di San Sigismondo scansavo scatole e resti di una poltrona mangiucchiata appartenente a uno di questi poveracci. Planava, il mio disgusto, sopra la delicatezza dei loro volti assopiti. Nessuna pietà per le cose ai margini. Nessuna moneta, alcuna elargizione a queste rozze putredini umane, viziosi roditori da bettola, su cui il mio cuore fanciullo non può che posarsi con schifo. Un gesto, passando. Guardavo negli occhi i cani che gli facevano da guardiani. Creature custodi e complete, compagni della vita all'angolo. Cuore fanciullo che temi la vecchiaia precoce di questi insulsi, tu sai bene che lo stesso pauroso cammino dovrai percorrere, e che il verme che aspetta di mangiare il barbone per strada, aspettata con fame anche te.
Nonostante tutto, vedo i clochards come nature morte. Ogni tanto la loro spinta aggettante colpisce il mio occhio, ma allora sposto la vita sull'altro lato della strada, dove luminose vetrine annunciano felici compere e prodigiosi bottini. Il prodigio, miei umani, è svuotare le vostre città. Dar loro per sempre l'aspetto di un luogo in vacanza, che ogni cittadino ha abbandonato per andare al mare. In quel momento, forse tra me e il clochard ci sarà reciproca comprensione. Condivideremmo la città isolata priva dei suoi barlumi. Parleremo del cipiglio delle stelle là sopra, della possibilità delle vibrisse dei gatti stregati di cogliere Dio ad occhio nudo. Clochard, tu sei più stabile di me. La poltrona finta è la tua casa, il cane la tua cameriera. Il tuo servizio in camera è più lussuoso del mio, perché è strafottente, noncurante del cupo ruggito dei cittadini. Il mio, invece, è più nascosto. Con vergogna vivo il mio cenare in stanza, creando isolamento dai familiari. Neppure un cane può entrare qui. È questa stanza, la mia scatola. Guardami con disgusto e saprò perché.
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È il più bel ricordo di Bologna. Mi ricorda L'Idiota di Dostoevskij, mi ricorda il Macbeth di Shakespeare... A quindici anni ho cominciato a comprare lì i miei primi libri, ed è stato bellissimo, perché non si legge mai più, in tutta la vita, con la gioia con cui si leggeva allora.
Pier Paolo Pasolini, Il portico della morte, Quaderni Pier Paolo Pasolini.
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Charles Baudelaire, La morte dei poveri, da I fiori del male, 1857
La Morte consola, la Morte, ahimè, fa vivere…
Lei scopo della vita, lei speranza
Unica, elisir che tonifica e inebria
e ci dà forza d’arrivare a sera;
lei che attraverso il gelo, la neve, la tempesta
fa vibrare di luce l’orizzonte tenebroso;
lei locanda famosa di cui parlano i libri,
promessa di una sedia, di un letto, di una cena;
lei Angelo che regge con magnetiche dita
il regalo del sonno e l’estasi dei sogni
e rassetta le coperte a chi è povero e nudo,
gloria divina, mistico granaio,
capitale del povero e sua antica
patria - lei, portico che s’apre sul mistero dei Cieli!
Testo tratto dal post di https://www.tumblr.com/julias-74
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Verso la speranza a Cannobio
A Cannobio, sulle rive piemontesi del Lago Maggiore, fino al 18 giugno 2023 è da vedere presso Palazzo Parasi la mostra Verso la speranza, sull’arte di Trento Longaretti. Trento Longaretti (Treviglio, 1916 - Bergamo, 2017) in 100 anni di vita ha creato una vastissima produzione per esaltare la bellezza e la grandezza dell'uomo e la sua capacità di riscatto e di salvezza, che a volte sconfina nell'astrazione, e ha praticato tutte le tecniche. Dopo gli studi presso l’Accademia di Brera, sotto la mirabile guida di Aldo Carpi, l’artista prese parte alle campagne d’armi in Slovenia, Sicilia e Albania, espose più volte alla Biennale di Venezia,, alla Quadriennale di Roma nel 1952 e a numerose mostre internazionali. Trento fu Professore e Direttore dell'Accademia Carrara dal 1953, succedendo ad Achille Funi, e dimettendosi nel 1978, per consacrarsi esclusivamente alla pittura. Nel 2016, in occasione del suo centesimo compleanno, la città di Bergamo lo festeggiò con una serie di iniziative. L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione Longaretti di Bergamo, il cui Archivio ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di interesse storico culturale e la Galleria B&B Arte di Canneto sull’Oglio, in provincia di Mantova, che si occupa del lavoro dell’artista da anni. Questa personale è dedicata principalmente alla pittura con opere scelte che vanno a rappresentare la ricchezza e la fantasia dei temi e dei soggetti indagati dall’artista: viandanti, musici, vecchi ebrei, famiglie, gente del circo, madri, paesaggi, scene sacre, nature morte, oltre alla sua attenzione per i profughi del mondo, la diaspora di chi subisce un conflitto, la fame, l'emarginazione. In esposizione ci sono alcune chicche, come i disegni della Sicilia, quando era pittore di guerra, un piatto in ceramica e alcuni vasi realizzate da detenute e dipinti dal maestro. La mostra si iscrive nel quadro delle mostre pensate per valorizzare una storica costruzione risalente al XIII secolo adibita per tanti anni a luogo di giustizia e di governo come il Palazzo della Ragione, meglio conosciuto come Palazzo Parasi, accuratamente restaurato dall’Amministrazione Comunale, di concerto e sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della regione Piemonte. Il Palazzo è un imponente edificio che sorge a ridosso della Torre Comunale del XII secolo, al piano terra è presente un portico coperto con volte a botte che conserva lapidi, stemmi e rilievi del XIV secolo e due tombe romane, mentre ai piani superiori sono state realizzate due aree destinate a spazio espositivo, una delle quali molto interessante per il diretto contatto con le antiche capriate. Read the full article
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Spedale degli innocenti.
Spedale degli Innocenti. Firenze e la Toscana sono sempre stati un passo avanti; per secoli e secoli da questa piccola cittadina sono partiti innumerevoli esempi in campo politico, artistico, economico. Inutile vergare elenchi, troppo lunghi, basta ricordare la Repubblica Fiorentina, l'abolizione della pena di morte e su tutto il rinascimento culla dell'arte. Potevamo essere secondi verso i bimbi? Prima del 1400 gli spedali presenti a Firenze erano moltissimi, spedali intesi come luoghi d'accoglienza, dove curarsi o essere aiutati. Si dice che in via Romana, dopo la porta fino a piazza Pitti erano presenti addirittura nove spedali atti ad assicurare le cure a tutti coloro che dalla Porta Romana entravano in città dopo lunghi e spesso pericolosi viaggi.
Busto di Cione Pollini Gli Spedali fiorentini, prima del 1400, che si dedicavano anche ad accogliere bambini erano solo due, uno lo Spedale di San Gallo fuori dalle mura e l'altro lo Spedale di Santa Maria della Scala che Cione Pollini aveva assegnato all'amministrazione dei frati Serventi di Siena. Erano spedali che accoglievano i bimbi per le cure assieme ad adulti e morenti, tutti in un unico salone, come usava allora, con rischi altissimi di contagi e prostrazione psicofisica.
Francesco Datini L'idea di uno spedale per piccoli abbandonati ed orfani scaturì dalla mente di Francesco Datini che non realizzandola in vita la rese possibile nella morte (1410) imponendo nel testamento un lascito che aveva lo scopo di creare un istituto per l'infanzia. Questo determinò che nel 1419 si iniziarono a mettere su carta i primi accordi per realizzare uno spedale per gli orfanelli, cioè un luogo solo per i bambini orfani o abbandonati che potesse prendersene cura. Stava nascendo Lo Spedale degli Innocenti. Questo spedale era il primo in tutta Europa, da qui sono partite tutte le opere a favore dell'infanzia. Fondamentale per la realizzazione del progetto fu "L'Arte della Seta" in quanto investita dell'uffizio della cura dei trovatelli su incarico dalla Repubblica fiorentina. L’Arte della Seta ottenne nel 1421 il benestare del Comune e l'equiparazione di tutti i privilegi goduti dagli altri enti ospedalieri cittadini per il nuovo Ospedale che fu intitolato a Santa Maria degli Innocenti.
Stemma dell'Arte della Seta L'Arte della Seta aumentò il denaro donato molte volte e questo denaro assieme a quello offerto dai fiorentini, fra cui nomi illustri come i Medici e gli Albizzi, oltre l'aiuto della Repubblica Fiorentina, permise di comprare un podere degli Albizzi sulla Piazza Santissima Annunziata ed affidare il progetto dello Spedale a Filippo Brunelleschi. Lo Spedale fu progettato ed edificato tra il 1419 ed il 1444, i lavori ebbero inizio ufficialmente nel 1421 e rimasero sotto la direzione del Brunelleschi fino al 1427 ed affidati dopo a Francesco della Luna.
Chiostro per le Donne L'architettura dell'Ospedale degli Innocenti si basa sul progetto iniziale del Brunelleschi e della Luna apportò modifiche successive senza però svilire il progetto iniziale. Tutto il progetto era fatto con il pensiero primario rivolto ai piccoli ospiti, il refettorio, i dormitori, l'infermeria, i chiostri, le camere, erano progettati in maniera che i bimbi potessero svolgere la loro principale attività, crescere e studiare, crescere e pregare, crescere e correre. Ne è un esempio il chiostro di forma rettangolare realizzato di questa geometria, invece che quadrato come usava all'epoca, proprio per permettere ai fanciulli di correre all'aperto e se la giornata era piovosa di poter stare all'aperto ma sotto il porticato.
Putto di Andrea della Robbia In questo Spedale Brunelleschi fece della funzionalità il suo obbiettivo modulando equilibrio e geometria; è dirimente in questo il portico esterno, lungo 71 metri il quale presenta le arcate a tutto sesto e al disopra di esse sono presenti le finestre che permettono una perfetta illuminazione del piano superiore e sopra ancora sono presenti dei tondi in terracotta che rappresentano i putti, cioè gli innocenti, e sono realizzati da Andrea Della Robbia. Il 25 gennaio 1445 l'ospedale fu inaugurato e l'11 aprile 1451 fu consacrata la chiesa. Nella realtà delle cose i lavori proseguirono per buona parte del 1500 ma i bimbi cominciarono ad affluire nel grembo spedaliero già dal 1445. L'Arte della seta finanziava lo Spedale tramite il versamento obbligatorio di un contributo da parte degli iscritti e affidava la gestione ad un eletto "spedalingo", affiancato da tre "operai". Il primo spedalingo fu Lapo di Piero Pacini.
Ruota degli Innocenti Lo Spedale accoglieva tutti i bimbi abbandonati sia lasciati ufficialmente che abbandonati presso la famosa ruota. In un primo tempo i fanciulli potevano essere abbandonati deponendoli in una pila cioè una conca posta sotto il porticato. In seguito fu sostituita da una finestra che poi nel 1660 fu spostata all'estrema sinistra del portico. Le madri lasciavano i loro figli e suonata la campanella questi venivano portati all'interno il tutto senza che le madri fossero viste e riconosciute. I bambini molto spesso venivano dotati segni di riconoscimento come una medaglietta spezzata di cui una parte era tenuta dalla madre e l'altra parte lasciata con il figlio, questo poteva permettere in un futuro un riconoscimento e un ricongiungimento. Nel 1875 la ruota fu murata. Già nel 1448 si contavano 260 bambini cresciuti grazie allo spedale e nel 1560 arrivarono a 1320 e a più di 3000 nel 1681. Il numero dei bambini era divenuto tale che il latte che le balie potevano fornire cominciò a scarseggiare tanto che nel 1577 si attuò per la prima volta nel mondo l'allattamento artificiale usando latte di mucca mediante dei rudimentali biberon cioè dei bicchieri con un beccuccio detto pippio. Lo spedale nei secoli ha permesso a innumerevoli bambini di crescere e poter avere una vita. Le ragazze cresciute spesso entravano nelle fila dei tessitori e affini o si facevano monache o ancora restavano nello spedale a prestare il loro aiuto. I bambini spesso diventavano ragazzi di bottega e imparavano un mestiere. Sia i bambini che le bambine frequentavano la scuola interna ed imparavano a leggere, scrivere e far di conto. Lo Spedale degli Innocenti e l'impegno dell'Arte della Seta hanno permesso di salvare e inserire nel mondo bambini che avrebbero avuto un ben triste destino ed infatti ancora oggi i cognomi Innocentini o degli Innocenti o ancora Nocentini sono cognomi diffusi a Firenze e testimoniano che almeno un antenato di quella famiglia è stato cresciuto all'interno dello Spedale. Oggi lo Spedale degli Innocenti è anche un museo visitabile.
Jacopo Cioni Read the full article
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« Sono disposto a giocare con la mia vita. Non giocherò con la loro. Non se la meritano. »
« Non devi farlo » disse Andrew. « Lo farò io, e le probabilità sono buone. I Foxes sono famosi per avere terribili stagioni, ma la sfortuna non va così lontano. Una morte è una tragedia. Due ci portano al di sotto del numero minimo di giocatori necessari. L’allenatore Moriyama vuole che Kevin e Riko si scontrino in campo, non può rischiare di squalificarci. »
Neil non disse nulla. Andrew infilò le dita nel colletto della camicia di Neil e strattonò quel tanto che bastava affinché Neil lo sentisse. « So cosa sto facendo. Sapevo cosa stavo accettando quando mi sono schierato con Kevin. Sapevo cosa poteva costarci e fin dove mi sarei dovuto spingere. Capisci? Tu non vai da nessuna parte. Tu rimani qui. »
Andrew non lo lasciò andare fin quando Neil non annuì, poi prese la sua mano.
Andrew non lasciò andare finché Neil non annuì, poi prese la sua mano. Riportò la sigaretta tra le labbra e spinse una calda chiave nel palmo di Neil. Neil l’alzò per guardarla. Era una copia; comprese in breve tempo per cosa. Andrew l’aveva usata per aprire la porta d’ingresso e poi l’aveva tolta dal suo mazzo di chiavi sul portico. Ora la stava dando a Neil.
« Dormi un po’ » disse Andrew, « Andiamo a casa domani. Ci penseremo allora. »
#andreil#neil josten#andrew minyard#the foxhole court#all for the game#quote#citazioni#citazione#nora sakavic
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RIDERS ON THE STORM
Questa mattina l’algoritmo musicale di internet mi ha proposto il citato brano dei Doors e sebbene stessi guidando nel buio senza l’effetto di sostanze destanti stupore, l’accompagnamento ritmico della tastiera mi ha psichedelicamente riportato indietro a una quarantina di anni fa, quando fui testimone di uno degli eventi più terribili e meravigliosi che io possa rievocare alla memoria.
Credo di avervi già parlato - con grande senso di colpa - di quanto mi esaltino le catastrofi naturali e sebbene io sia umanamente consapevole che queste possono significare paura, sofferenza e anche morte, c’è una parte di me che prova un’atavica eccitazione di fronte alle manifestazioni improvvise con cui la natura sembra volersi scrollare di dosso questi fastidiosi pidocchi.
Una parte di me che nacque in un viareggino giorno di Agosto, quando gli anni ‘80 erano appena cominciati.
Era uno splendido e soleggiato pomeriggio estivo e io stavo giocando insieme a un mio compagno delle elementari sulla riva del mare; doveva essere un sabato, perché poco più in là, oltre a mia madre onnipresente, c’era anche mio padre.
I miei genitori si erano conosciuti una decina di anni prima in uno stabilimento balneare, dove mio padre, prima di dedicarsi alla sicurezza aziendale, faceva il bagnino e quindi per lui era un abitudine tenere un occhio al mare, anche quando era calmo e nessuno correva alcun rischio.
Non ricordo esatamente cosa stessimo facendo ma quando lo chiamai, forse per un aiuto nella costruzione di un castello di sabbia, mi accorsi che era in piedi e stava guardando l’orizzonte.
Papà, vieniii! - Nessuna risposta.
Lo vidi avvicinarsi a mia mamma e indicare le bandiere che sventolavano avanti e indietro. C’era vento ma non faceva freddo. Era un vento caldo.
Mi ricordo che mia mamma corse verso di me con una faccia strana e, dopo avermi preso per mano, trascinarmi verso le cabine, mentre mio padre insieme al bagnino correva di ombrellone in ombrellone a dire qualcosa alle persone.
Viareggio ha due tipi di spiagge: quella corta a Nord del porto, sul viale del Carnevale, e quella più lunga, a Sud delle Darsena... noi avevamo l’ombrellone proprio su quest’ultima e a metà del tragitto per tornare alle cabine - due o trecento metri - sentii freddo alla schiena.
Il sole era scomparso, coperto da un nastro di nubi nere che si erano alzate dall’orizzonte e avanzavano velocemente verso di noi.
Il vento era diventato freddo e quando trovammo riparo sotto il portico rialzato del bar, insieme a decine di altri bagnanti, mio padre ci raggiunse.
Guarda là - mi fece, indicando il mare.
Ricordo perfettamente - e gli anni non potrebbero mai cancellare la vivida potenza dell’immagine - che oltre le boe di navigazione, il mare si increspò, cominciò come a vibrare e poi un'enorme colonna di acqua scura si alzò verso il cielo nero e prese a scuotersi, come se stesse danzando, e ad avanzare verso la spiaggia.
Io ero esaltato e terrorizzato allo stesso tempo.
Quella è una tromba marina - disse mio padre.
Da bambino pensi che nulla ti possa succedere finché ci sono i tuoi genitori a proteggerti ma in quell’attimo sentii tutta la mia insignificanza di fronte alla potenza devastatrice della natura ma anche ammirazione per un fenomeno così... così... mostruoso.
La tromba marina raggiunse la riva con un rombo che farei fatica a descrivervi e per quanto quasi sembrasse non avere il permesso di appoggiare il suo piede sulla spiaggia, in un attimo strappò via tutti gli ombrelloni e li fece sparire con un risucchio verso l’alto.
E se fossi rimasto a giocare sulla spiaggia? - pensai.
L’attimo dopo più nulla.
Scomparsa.
Gli ombrelloni volteggiarono giù, alcuni a terra, la maggior parte in mare, e la sabbia si posò.
A quel punto uno persona uscì dal bagno, si guardò attorno stupita e disse - Che è successo? Perché siete tutti qua?
E da quel giorno sono io che non stacco mai un occhio dal mare.
P.S.
Qualche anno dopo, intorno al 2000, entrai in un bar della darsena con Figlia N.1 ancora piccola e vidi una foto di quella tromba marina appesa sul muro, ritratta da qualcuno veloce con la macchina fotografica e anche un po’ incosciente.
E potei riconfermare a me stesso che non mi ero sbagliato sulla sua meravigliosa mostruosità.
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Expansion of the S. Cataldo cemetery Modena, Italy 1971–1983 Aldo Rossi (1931–1997), architect Luigi Ghirri (1943–1992), photographer Gianni Braghieri (1945–), architect Luca Caselli (1996–), photographer Valerio Poltrini (1996–), photographer È il progetto vincitore del concorso nazionale del 1971 che aveva come tema l’ampliamento del vecchio cimitero neoclassico del Costa. L’inserimento nel grande cimitero preesistente avviene nell’ingrandimento del recinto perimetrale, senza lacerazione, ma con continuità della muratura esistente. L’inserimento del portico avvenuto più tardi si presenta come una strada coperta di carattere urbano, che accoglie le attrezzature necessarie alla vita del cimitero; nella parte superiore si trovano una serie di loculi. La forma tipologica del cimitero è caratterizzata da percorsi rettilinei porticati; lungo lo sviluppo di questi sono ordinate le salme. I percorsi porticati sono perimetrali e centrali; essi si svolgono sia al piano terra sia ai piani superiori. Questi edifici sono costituiti principalmente da colombari. Al centro dell’area sono collocati altri colombari con successione regolare inscritta in un triangolo; questa spina centrale, o vertebra, si dilata verso la base e le braccia dell’ultimo corpo trasversale tendono a richiudersi. Alla estremità di questa spina centrale si trovano due elementi con una forma definita: un cubo e un cono. Nel cono e al di sotto di questo, si trova la fossa comune; nel cubo, il sacrario dei morti in guerra e gli ossari. Questi due elementi monumentali sono collegati alla spina centrale degli ossari mediante una configurazione osteologia. Solo il loro rapporto dimensionale è monumentale; qui monumentale significa il problema della descrizione del significato della morte e del ricordo. Questi elementi definiscono la spina centrale. La costruzione cubica con le sue finestre regolari ha la struttura di una casa senza piani e senza copertura, le finestre sono senza serramenti, tagli nel muro; essa è la casa dei morti, in architettura è una casa incompiuta e quindi abbandonata. Quest’opera, incompiuta e abbandonata, è analogica alla morte. Il cono che sovrasta la fossa comune come una larga ciminiera è unito al percorso centrale dalla spina dei colombari. L’unione avviene a due livelli; al livello superiore si accede a un ballatoio aereo. Questo ballatoio è legato al percorso dei colombari e ne costituisce come la conclusione. Dal pavimento di ingresso una serie di gradoni scende verso la pietra tombale che ricopre la fossa comune. Aldo Rossi
#aldo rossi#luigi ghirri#gianni braghieri#luca caselli#valerio poltrini#modena#italy#europe#1970s#20th century#architecture#1980s#sacred#building on the built#inhabiting the soil#pavilions
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E ora sto per dirti una cosa, nel caso non la sapessi già: l'amore, quello vero, è sempre letale. Mi spiego meglio: il suo scopo non è la felicità, l'idillio fino a che morte non ci separi, le romantiche passeggiate mano nella mano, sotto i tigli in fiore, attraverso i quali si intravede la fioca luce del lampione che illumina il portico, finché appare la casa che ti accoglie avvolgendoti con i suoi freschi effluvi... Questa è la vita, non è l'amore. L'amore è una fiamma più sinistra, più tragica. Un giorno si accende il desiderio di conoscere questa passione devastante. Sai, quando ormai non si vuole più nulla per sé, quando non si cerca l'amore per essere più sani, più tranquilli, più appagati, ma si vuole soltanto essere, in modo totale, anche a costo di perire. Questo accade piuttosto tardi nella vita; molti non conosceranno mai un simile sentimento... sono i prudenti: non li invidio. Poi ci sono gli ingordi, dalla curiosità insaziabile, che bevono da qualsiasi calice venga loro offerto: sono creature da compatire. E ancora ci sono quelli determinati e astuti, i borsaioli dell'amore, fulminei nel rubare un sentimento, abili nell'estorcere un po' di tenerezza e di intimità dai punti più reconditi del corpo, per poi allontanarsi e svanire nell'oscurità, perdendosi con un sorriso crudele in quel buio caos che è la vita. Poi ci sono i vigliacchi e gli accorti, che in amore come negli affari calcolano ogni cosa, e annotano su un'agenda gli obiettivi e le scadenze della vita sentimentale, vivendo secondo precisi promemoria. Costoro sono la maggioranza; gente vile e meschina. Infine, può anche accadere che un giorno qualcuno comprenda quale sia lo scopo dell'amore, per quale motivo la vita abbia offerto questo sentimento al genere umano... Lo ha fatto per il suo bene? La natura non è benigna. Vuole offrire una speranza di felicità?
La natura non ha bisogno di queste illusioni umane, vuole semplicemente creare e distruggere: è questo il suo compito. E' spietata, perché ha un piano ben definito, e insensibile, perché il suo piano non tiene in nessun conto il genere umano. La natura ha donato la passione all'uomo, ma pretende che questa passione sia senza riserve. In ogni vita degna di questo nome arriva il momento in cui ci si immerge in una passione allo stesso modo in cui ci si lancia nelle cascate del Niagara. Naturalmente senza giubbotto di salvataggio. Non credo agli amori che sbocciano come una simpatica gita primaverile, quando si parte con lo zaino in spalla intonando allegre canzoni nella foresta inondata dal sole... Hai presente quella esuberanza da " giorno di festa " che pervade la maggior parte delle relazioni umane nelle loro fasi iniziali?... Di questa esuberanza non bisogna assolutamente fidarsi. La passione non ha niente di festoso. Questa forza truce, che incessantemente crea e distrugge il mondo, non interpella coloro che tocca, non chiede se a loro fa piacere o no, non si preoccupa granché dei sentimenti umani. Dà tutto e tutto pretende; esige uno slancio senza condizioni, alimentato dalla stessa energia primordiale della vita e della morte. Non esiste altro modo di sapere che cosa sia la passione... sono talmente in pochi a giungere fino a questo punto! Le persone si stuzzicano e si scambiano carezze a letto, si raccontano un mare di bugie, fingono languori, egoisticamente rubano all'altro ciò che più conviene loro, e forse si degnano di gettargli qualche scarto della loro gioia... E non sanno che tutto questo non ha niente a che vedere con la passione.
- Sándor Márai, La donna giusta
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Il vino, sì, sa rivestire il più sordido tugurio di un lusso miracoloso e fa sorgere più di un portico favoloso nell'oro del suo vapore rosso come un sole che tramonta in un cielo nuvoloso.
L'oppio, poi, dilata cose senza confini, allunga l'illimitato, approfondisce il tempo, scava la voluttà, riempie l’anima di piaceri neri e foschi più di quanto possa.
Ma tutto ciò non vale il veleno che stilla dai tuoi occhi, dai tuoi occhi verdi, laghi dove trema la mia anima e si vede a rovescio… A folla vengono i miei sogni per dissetarsi a questi amari abissi.
Tutto ciò non vale il terribile prodigio della tua saliva che morde, che immerge nell’oblio la mia anima senza rimorso e, in preda alla vertigine la fa rotolare sfinita sulle rive della morte!
Il veleno, Charles Baudelaire
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Il vino sa rivestire il più sordido tugurio
di un lusso miracoloso
e fa sorgere più di un portico favoloso
nell'oro del suo vapore rosso
come un sole al tramonto in un cielo nuvoloso.
Allarga l'oppio ciò che non ha confini,
allunga l'illimitato,
rende profondo il tempo, accresce la voluttà,
e di piaceri oscuri
e tetri riempie l'anima oltre ogni capacità.
Tutto ciò non è pari al veleno che scorre
dai tuoi occhi, dai tuoi verdi occhi,
laghi in cui trema la mia anima e si vede all'inverso…
I miei sogni accorrono a frotte
per dissetarsi a questi abissi amari.
Tutto ciò non è pari al prodigio terribile
della tua saliva che corrode,
che spinge senza rimorso la mia anima nell'oblio,
e trascinata dalla vertigine
la rotola indebolita fin sulle rive della morte!
Charles Baudelaire - Il veleno
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Ammettiamo che non fa proprio caso alla cicatrice, perché ora le tende entrambe le mani sotto quel portico: lui ormai sull`erba fuori, lei dondolante sul legno scricchiolante.
«Vieni...»
si lascia scappare, l`immagine di quella fuga dalla casa infestata è così nitida ai suoi occhi che sembra quasi vera.
La bocca si scontra contro la sua per un bacio profondo, pasticciato, sicuro. L`animaletto ha appena spiccato una corsa a perdifiato per saltargli addosso e atterrarlo sulla schiena, sommergendolo di profumi e morbidezze e assaporando a pieni polmoni l`aria fresca del parco. Zucchero, vino, cannella. Dolce e appiccicosa, l`aria del parco.
«... sulle insalate russe con me?»
Quella prosecuzione le sfugge in un soffio contro le sue labbra, seguendo il filo di un pensiero che le è riverberato dentro fin`ora. Un desiderio tanto impellente da esprimersi in quella richiesta quasi bambina. "Mi porti su quella giostra lassù, signor Duffany? Ci posso salire, non è vero? Ho superato il metro e cinquanta l`anno scorso". Sceglie quell`esatto istante per riaprire gli occhi e raccogliere la sua reazione. E siccome non vuole rischiare, è un nuovo «vieni con me?» quello che gli sussurra contro le labbra, mangiandosi le "insalate russe" perché non ha abbastanza fiato per mettere troppe parole in fila. Sta già compiendo un piccolo miracolo con quella richiesta che non fa più rumore di un sospiro, quasi temesse di svegliarlo con una tenerezza di troppo.
"Posso tenerti con me?"
«N-ne sei sicura?»
«Da un po`»
Il sorriso ancora un`ombra tiepida e la sensazione vividissima d`essere appena arrivati a farsi staccare il biglietto dai giostraio. E poi, siccome senza un pizzico di comicità non si va da nessuna parte, l`espressione si fa appena più seria e corrucciata; una rughetta solca la fronte e le labbra si accartocciano di lato preda di un improvviso dubbio insinuante.
«E-e tu?»
Con le mani ficcate in tasca, Duffany si ritrova a guardare la sua vecchia amica da un`altra prospettiva. Sono curiosamente in tre ambienti differenti: la casa, il prato, il luna park. La Stanza di Arianna impazzirebbe. Gli occhi percorrono quel sentiero conosciuto fatto e rifatto ogni volta con un vagoncino diverso, che adesso gli appare totalmente nuovo. I sostegni in ferro e acciaio sembrano più forti e piantati a terra; le luci che accompagnano i vagoncini a 120 chilometri orari sembrano illuminare molto di più la strada, la musica gli arriva alle orecchie più piacevole e l`aria ha il confortante odore di camomilla. Deglutisce e si ritrova ad annuire silenzioso, la mandibola ad irrigidirsi per un secondo e all`improvviso un senso gigantesco di responsabilità gli si annida nel cuore.
Andrà tutto bene ora?
«Sei la mia cintura di sicurezza» che probabilmente lei non sa neanche cosa sia e a cosa serva, ma a chi importa? Lei è lì. Non è scappata e lo tiene saldo a terra; le mani proprio lì, dove batte forte il petto, tra lo stomaco e la gola che sembrano essersi fermati. Nessun singulto. Nessun timore. Si solleva con il busto e salgono sul carrellino. La pista di lancio freme. La avvertite? L`energia cinetica per un treno formato da un solo carrello. La vedete? La rampa che sale verso il cielo e si perde nel blu. Giù le sbarre. Ad attenderli non ci sono freni, ma solo mirabolanti pazzie e piacevolissimi giri della morte. Lo sentite il conto alla rovescia? 3... La bocca si scontra con la sua, a caccia del suo sapore per dare lo sprint iniziale. 2... Le mani a premere sulla schiena nuda, il solco perfetto della spina dorsale e il brivido che gli provoca il contatto con la banda del reggiseno. Un gesto fluido delle dita andrebbe poi a staccare i gancetti gli uni con gli altri. Aggràppati, aggràppati. 1... Si separa da lei, le labbra così a pochi centimetri per guardarla solo negli occhi e vederla un’ultima volta prima di farsi lanciare a velocità elevatissime; i capelli scompigliati come quando sferzava il vento sulla sua scopa. Abbassa le palpebre. Si parte.
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Heaven in a Wild Flower
MANTENETE LA CALMA E ABBIATE FIDUCIA IN GEOVA
LA SCRITTURA DELL ANNO 2021 E’: ‘’LA VOSTRA FORZA STARA’ NEL MANTENERE LA CALMA E AVERE FIDUCIA’’ (ISAIA 30:15)
QUESTO E’ INFATTI CIO’ CHE HA DETTO IL SOVRANO SIGNORE GEOVA,IL SANTO D’ISRAELE : ‘’SE TORNERETE DA ME E RESTERETE TRANQUILLI, SARETE SALVATI. LA VOSTRA FORZA STARA’ NEL MANTENERE LA CALMA E AVERE FIDUCIA’’. MA VOI NON AVETE VOLUTO. ( ISAIA 30:15)
FINO A QUANDO VIVRO’ NELL’ ANGOSCIA, CON IL CUORE IN PENA GIORNO DOPO GIORNO? FINO A QUANDO IL MIO NEMICO AVRA’ LA MEGLIO SU DI ME? ( SALMO 13:2)
POSSIBILI CAUSE D’ ANSIA
QUANTO A QUELLO SEMINATO FRA LE SPINE, QUESTO E’ COLUI CHE ODE LA PAROLA,MA LE PREOCCUPAZIONI DI QUESTO SISTEMA DICOSE E IL FASCINO INGANNEVOLE DELLE RICCHEZZE SOFFOCANO LA PAROLA,E QUESTA DIVENTA INFRUTTUOSA. ( MATTEO 13:22)
NON SAPPIAMO CHE ABBIAMO ORIGINE DA DIO, MA TUTTO IL MONDO E’ IN POTERE DEL MALVAGIO. ( 1 GIOVANNI 5:19)
‘’PERCIO VI DICO:SMETTETE DI ESSERE ANSIOSI PER LA VOSTRA VITA, RIGUARDO A QUELLO CHE MANGERETE O CHE BERRETE,O PER IL VOSTRO CORPO,RIGUARDO A QUELLO CHE INDOSSERETE.LA VITA NON VALE FORSE PIU’ DEL CIBO E IL CORPO PIU’ DEL VESTITO? ( MATTEO 6:25)
SI ADDESTRO’ NEL DESERTO PER UN GIORNO DI CAMMINO ,POI’ ANDO’’ A SEDERSI SOTTO UNA GINESTRA. E CHIESE DI MORIRE,DCENDO: ‘’ORA BASTA! O GEOVA,TOGLIMI LA VITA, PERCHE’ NON SONO MIGLIORE DEI MIE ANTENATI’’. ( 1RE 19:4)
O GEOVA,SONO SCOSSO, E TI CHIEDO:’’FINO A QUANDO?’’ ( SALMO 6:3)
SEI MODI PER MANTENERE LA CALMA
MENTRE GETTATE SU DI LUI TUTTE LE VOSTRE PREOCCUPAZIONI, PERCHE’ EGLI HA CURA DI VOI. ( 1 PIETRO 5:7)
NON SIATE IN ANSIA PER NESSUNA COSA, MA IN OGNI COSA LE VOSTRE RICHIESTE SIANO RESE NOTE A DIO CON PREGHIERE E SUPPLICHE ACCOMPAGNATE DA RINGRAZIAMENTI ; ELA PACE DI DIO CHE E’ AL DI LA’ DI OGNI COMPRESSIONE CUSTODIA’ IL VOSTRO CUORE E LE VOSTRE FACOLTÀ’ MENTALI MEDIANTE CRISTO GESU’. ( FILIPPESI 4:6,7)
INVECE IL FRUTTO DELLO SPIRITO E’ AMORE. GIOIA,PACE,PAZIENZA, BENIGNITÀ’, BONTA’, FEDE, ( GALATI 5:22)
IO VI DICO:SE NIN BASTERÀ’ LALORO AMICIZIA A FARLO ALZARE,DI SICURO SARA’ PER L’INSISTENZA DELL’ AMICO CHE ALLA FINE SI ALZERA’ PER DARGLI CIO’ CHE GLI OCCORE. PERCIO’ VI DICO: CONTINUATE A CHIEDERE E VI SARA’ DATO, CONTINUATE A CERCARE E TROVERETE, CONTINUATE A BUSSARE E VI SARA’ APERTO, PERCHE’ CHIUNQUE CHIEDE RICEVE,E CHI CERCA TROVA,E A CHI BUSSA SARA’ APERTO. (LUCA 11:8-10)
APPENA VIDERO GIO’SAFAT,I COMANDANTI DEI CARRI SI DISSERO:’’QUELLO E’ IL RE D’ISRAELE’’. SI VOLTARONO DUNQUE PER COMBATTERE CONTRO DI LUI. GIO’SAFAT INVOCO’ AIUTO,E GEOVA LO AIUTO’; DIO SUBITO LI ALLONTANO’ DA LUI. ( 2 CRONACHE 18:31)
ALLO STESSO MODO ANCHE LO SPIRITO VIENE IN AIUTO DELLA NOSTRA DEBOLEZZA; INFATTI A VOLTE NON SAPPIAMO PER COSA DOBBIAMO PREGARE,MA LO SPIRITO STESSO INTERCEDE PER NOI CON GEMITI INESPRESSI. ( ROMANI 8:26)
‘’GUAI AI FIGLI OSTINATI’’, DICHIARA GEOVA, ‘’CHE METTONO IN ATTO PIANI CHE NON SONO MIEI, CHE STRINGONO ALLEANZE NON DETTATE DAL MIO SPIRITO, COSI’ DA AGGIUNGERE PECCATO A PECCATO! SCENDONO IN EGITTO SENZA CONSULTARMI, PERMETTERSI SOTTO LA PROTEZIONE DEL FARAONE E PER RIFUGIARSI ALL’ OMBRA DELL’ EGITTO. ( ISAIA 30:1,2)
L’ AIUTO DELL’ EGITTO,INFATTI ME’ DEL TUTTO INUTILE. PER QUESTO L’HO CHIAMATO ‘’RA’AB, QUELLO CHE SE NE STA IMMOBILE’’. ( ISAIA 30:7)
QUESTO E’ DUNQUE CIO’ CHE DICE IL SANTO D’’ISRAELE: ‘’’VISTO CHE RESPINGETE QUESTO MESSAGGIO E CONFIDATE NELLA FALSITÀ’ E NELL’ INGANNO E VI FATE AFFIDAMENTO , QUESTA COLPA SARA’ PER VOI COME UN MURO PIENO DI CREPE, CROLLERÀ’ ALL IMPROVVISO,IN UN ISTANTE. (ISAIA 30:12,13)
QUESTO E0′ INFATTI CIO’ CHE HA DETTO IL SOVRANO SIGNORE GEOVA,IL SANTO D’ISRAELE : ‘’SE TORNERETE DA ME E RESTERETE TRANQUILLI ,SARETE SALVATI. LA VOSTRA FORZA STARA’0 NEL MANTENERE LA CALMA E AVERE FIDUCIA’’. MA VOINON AVETE VOLUTO .( ISAIA 30:15)
‘’CONTINUATE DUNQUE A CERCARE PRIMA IL REGNO E LA GIUSTIZIA DI DIO,E TUTTE QUESTE ALTRE COSE VI SARANNO DATE IN AGGIUNTA. (MATTEO 6:33)
CHI VUOLE PIU’ BENE A SUO PADRE O A SUA MADRE CHE A ME NON E’ DEGNO DI ME, E CHI VUOLE PIU’ BENE A SUO FIGLIO O A SUA FIGLIA CHE A ME NON E’ DEGNO DI ME. ( MATTEO 10:37)
LA MOGLIE E’ LEGATA AL MARITO FINCHE LUI VIVE. SE PERO’ IL MARITO SI ADDORMENTA NELLA MORTE E’ LIBERA’ DI SPOSARE CHI VUOLE,MA SOLO NEL SIGNORE. ( 1 CORINTI 7:39)
ALLORA PIETRO E GLI ALTRI APOSTOLI RISPOSERO: ‘’DOBBIAMO UBBIDIRE A DIO QUALE GOVERNANTE ANZICHÉ’ AGLI UOMINI. ( ATTI 5:29)
ALLORA GLI DIEDERO RETTA. RICHIAMARONO GLI APOSTOLI ,LI FUSTIGARONO E ORDINARONO LORO DI SMETTERE DI PARLARE NEL NOME DI GESU’;POI’ LI LASCIARONO ANDARE . COSI’ LORO SE NE ANDARONO DAL SINEDRIO ,RALLEGRANDOSI PERCHE’ ERANO STATI RITENUTI DEGNI DI ESSERE DISONORATI PER IL SUO NOME. E OGNI GIORNO,NEL TEMPIO E DI CASA IN CASA, CONTINUAVANO INSTANCABILMENTE A INSEGNARE E A DICHIARARE LA BUONA NOTIZIA INTORNO AL CRISTO,GESU’. ( ATTI 5:40-42)
E AIZZARONO IL POPOLO ,GLI ANZIANI E GLI SCRIBI; QUINDI GLI PIOMBARONO ADDOSSO,LO PRESERO CON LA FORZA E LO PORTARONO DAVANTI AL SINEDRIO . PRESENTARONO FALSI TESTIMONI ,CHE DISSERO:’’QUEST’ UOMO NON SMETTE DI DIRE COSE CONTRO QUESTO LUOGO E CONTRO LA LEGGE. PER ESEMPIO,LO ABBIAMO SENTITO DIRE CHE QUESTO GESU’ IL NAZARENO ABBATTERÀ’ QUESTO LUOGO E CAMBIERÀ′ LE USANZE CHE MOSE’ CI HA TRAMANDATO’’. MENTRE TUTTI QUELLI SEDUTI NEL SINEDRIO LO FISSAVANO,VIDERO CJHE LA SUA FACCIA ERA COME QUELLA DI UN ANGELO. ( ATTI 6:12-15)
E ANCHE SE DOVESTE SOFFRIRE AMORE DELLA GIUSTIZIA,FELICI VOI! COMUNQUE,NON TEMETE QUELLO CHE LORO TEMONO E NON AGITATEVI ( 1PIETRO 3:14)
SE VENITE INSULTATI PER IL NOME DI CRISTO, FELICI VOI, PERCHE’ LO SPIRITO DELLA GLORIA,LO SPIRITO DI DIO, RIPOSA SU DI VOI. ( 1PIETRO 4:14)
INOLTRE ,MEDIANTE LE MANI DEGLI APOSTOLI AVVENIVANO MOLTI SEGNI E PRODIGI FRA IL POPOLO; E SI RITROVAVANO TUTTI INSIEME SOTTO IL PORTICO DI SALOMONE. NESSUNO DEGLI ALTRI AVEVA IL CORAGGIO DI UNIRSI A LORO; TUTTAVIA IL POPOLO NE PARLAVA MOLTO BENE.E CONTINUAVANO AD AGGIUNGERSI CREDENTI NEL SIGNORE,UN GRAN NUMERO DI UO0PMINI E DONNE. LA GENTE PORTAVA I MALATI NELLE STRADE PRINCIPALI E LI METTEVA SOPRA LETTINI E STUOIE COSI CHE, MENTRE PIETRO PASSAVA, ALCUNI DI LORO POTESSERO ESSERE TOCCATI ALMENO DALLA SUA OMBRA. ANCHE DALLE CITTA’ INTORNO A GERUSALEMME ACCORREVANO FOLLE CHE PORTAVANO MALATI E PERSONE TORMENTATE DA SPIRITI IMPURI, E TUTTI VENIVANO GUARITI. ( ATTI 5:12-16)
ORA STEFANO ,PIENO DI FAVORE DIVINO E POTENZA,COMPIVA GRANDI PRODIGI E SEGNI IN MEZZO AL POPOLO. ( ATTI 6:8)
E ANCHE SE DOVESTE SOFFRIRE PER AMORE DELLA GIUSTIZIA,FELICI VOI! COMUNQUE,NON TEMETE QUELO CHE LORO TEMONO E NON AGITATEVI. ( 1PIETRO 3:14)
SE VENITE INSULTATI PER IL NOME DI CRISTO, FELICI VOI, PERCHE0′ LO SPIRITO DELLA GLORIA ,LO SPIRITO DI DIO, RIPOSA DSU DI VOI. ( 1PIETRO 4:14)
‘’MA PRIMA CHGE ACCADANO TUTTE QUESTE COSE, METTERANNO LE MANI SU DI VOI E VI PERSEGUITERANNO , CONSEGNANDOVI ALLE SINAGOGHE E GETTANDOVI IN PRIGIONE. SARETE PORTATI DAVANTI A RE E GOVERNATORI A CAUSA DEL MIO NOME. QUESTO VI DARA0′ MODO DI RENDERE TESTIMONIANZA DECIDETE QUINDI NEL VOS TRO CUORE DINON PREPARARE IN ANTICIPO QUELLO CHE DIRETE IN VOSTRA DIFESA, PERCHE’ IO VI DARO’ PAROLE E SAPIENZA CHE TUTTI I VOSTRI OPPOSITORI INSIEME NON POTRANNO NE’ CONTRASTARE NE’ CONTRADDIRE. INOLTRE SARETE CONSEGNATI PERFINO DA GENITORI , FRATELLI, PARENTI E AMICI; ALCUNI DI VOI VERRANNO MESSI A MORTE, E SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME. EPPURE NEMMENO UN CAPELLO DELLA VOSTRA TESTA ANDRA’ PERDUTO. CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA. ( LUCA 21:12-19)
IN SEGUITO ZERA L’ETIOPE MOSSE CONTRO DI LORO CON UN ESERCIZIO DI 1.000.000 DI UOMINI E 300 CARRI. QUANDO ZERA RAGGIUNSE MARE’SA,ASA USCI’ CONTRO DI LUI ,E SI SCHIERARONO IN FORMAZIONE DI BATTAGLIA NELLA VALLE DI ZEFA’TA A MARE’SA. ASA INVOCO’ QUINDI GEOVA SUO DIO DICENDO:’’O GEOVA,A TE NON IMPORTA SE QUELLI CHE AIUTI SONO FORTI O DEBOLI. AIUTACI ,O GEOVA NOSTRO DIO, PERCHÉ’ FACCIAMO AFFIDAMENTO SU DI TE E NEL TUO NOME SIAMO VENUTI CONTRO QUESTA FOLLA. O GEOVA,TU SEI IL NOSTRO DIO. NON PERMETTERE CHE UN UOMO MORTALE PREVALGA SU DI TE’’. ALLORA GEOVA SCONFISSE GLI ETIOPI DAVANTI AD ESA E DAVANTI A GIUDA,E GLI ETIOPI SI DIEDERO ALLA FUGA. ( 2 CRONACHE 14:9-12)
NEL 36 ANNO DEL REGNO DI ASA, BAA’SA RE D’ISRAELE SALI’ CONTRO GIUUDA E SI MISE A FORTIFICARE RAMA, PER NON PERMETTERE A NESSUNO DI USCIRE DAL TERRITORIO DI ASA, RE DI GIUDA,O DI ENTRARVI. PER QUESTO ASA PRESE ARGENTO E ORO DAI TESORI DELLA CASA DI GEOVA E DELA CADSA DEL RE E LI MANDO’ A BEN- ADA’D RE DI SIRIA, CHE VIVEVA A DAMASCO, DICENDOGLI: ‘’C’E’ UN ACCORDO FRA ME E TE, E FRA MIO PADRE E TUO PADRE.ECCO,TI MANDO ARGENTO E ORO.VA’. INFRANGI IL TUO ACCORDO CON BAA’SA RE D’ ISRAELE,COSI’ CHE SI RITIRI DA ME’’. ( 2 CRONACHE 16:1-3)
NEL 39 ANNO DEL SUO REGNO,ASA SI AMMALO ‘ AI èIEDI8 E LE SUE CONDIZIONI PEGGIORARONO MOLTO. TUTTAVIA,PERFINO DURANTE LòA SUA MALATTIA NON SI RIVOLSE A GEOVA MA AI GUARITORI. ( 2 CRONACHE 16:12)
A QUEL TEMPO HANA’NI IL VEGGENTE ANDO’ DA ASA,RE DI GIUDA,E GLI DISSE4:’’DAL MOMENTO CHE HAI FATTO AFFIDAMENTO SUL RE DI SIRIA E NON SU GEOVA TUO DIO, L’ ESERCITO DEL RE DI SIRIA E’ SCAMPATO ALLE TUE MANI. ( 2 CRONACHE 16:7)
GEOVA E0′ LA MIA LUCE E LA MIA SALVEZZA. DI CHI AVRO’ TIMORE? GEOVA E’ LSA FORTEZZA DELLA MIA VITA. DI CHI AVRO’ TERRORE? QUANDO UOMINI MALVAGI MI ATTACCANO PER DIVORARE LA MIA CARNE, FURONO LORO, MIEI AVVERSARI E NEMICI,A INCIAMPARE E CADERE ANCHE SE CONTRO DIME SI ACCAMPASSE UN ESERCITO, IL MIO CUORE NON TEMERA’. ANCHE SE CONTRO SI ACCAMPASSE UN ESERCITO IL MIO CUORE NON TEMERA’ ANCHE SE CONTRO DI ME SCOPPIASSE UNA GUERRA RIMARRÒ’ COMUNQUE FIDUCIOSO. ( SALMO 27:1-3)
QUESTO LIBRO DELLA LEGGE NON SI DEVE ALLONTANARE DALLA TUA BOCCA,E LO DEVI LEG LEGGERE SOTTOVOCE GIORNO E NOTTE ,PER OSSERVARE SCRUPOLOSAMENTE TUTTO CIO’ CHE C’E’ SCRITTO; ALORA RIUSCIRAI NELLA VITA E AGIRAI CON SAGGEZZA. NON TI HO COMANDATO DI ESSERE CORAGGIOSO EFORTE? NON FARTI PRENDERE DAL TERRORE E NON AVER PAURA,PERCHE’ GEOVA TUO DIO E’ CON TE OVUNQUE TU VADA ( GIOSUE’ 1:8,9)
NON TEMERAI ALCUN TERRORE IMPROVVISO, NE’ LA BUFERA CHE STA PER ARRIVARE SUI MALVAGI. GEOVA STESSO SI MOSTRERÀ LA TUA FONTE DI SICUREZZA; IMPEDIRÀ’ AL TUO PIEDE DI CEDERE IN TRAPPOLA. (PROVERBI 3:25,26)
E INTERESSIAMOCI GLI UNI DEGLI ALTRI PER A SPRONARCI ALL’ AMORE E ALLE OPERE ECCELLENTI, NON TRASCURANDO DI PUNIRCI INSIEME,COME INVECE ALCUNI FANNO ABITUALMENTE,MA INCORAGGIANDOCI A VICENDA, TANTO PIU’ CHE VEDETE AVVICINARVI IL GIORNO. ( EBREI 10:24,25)
L’ ANSIA OPPRIME IL CUORE DELL’ UOMO MA UNA PAROLA BUONSA LO FA RALLEGRARE. ( PROVERBI 12:25)
QUESTA SPERANZA E’ PER NOI UN’0 ANCORA PER ,L’ ANIMA, SICURA E SOLIDA ,E PENETRA AL DSI LA’ DELLA CORTINA, ( EBREI 6:19)
ECCO, IO CREO’ NUOVI CIELI E UNA NUOVA TERRA, LE COSE PASSATE NON TORNERANNO IN MENTE NE0′ SALIRANNO IN CUORE. ( ISAIA 65:17)
SIEDERANNO OGNUNO SOTTO LA SUA VITE E SOTTO IL SUO FICO, E NESSUNO LI SPAVENTERÀ’, PERCHÉ’ LA BOCCA DI GEOVA DEGLI ESERCITI HA PARLATO. ( MICHEA 4:4)
DESIDERIAMO COMUNQUE CHE CIASCUNO DI VOI DIMOSTRI LOSTESSO IMPEGNO COSI’ DA AVERE LA PIENA CERTEZZA NDELLA SPERANZA SINO ALLA FINE, ( EBREI 6:11)
QUESTO E’ INFATTI CIO’ CHE HA DETTO IL SOVRANO SIGNORE GEOVA,IL SANTO D’ISRAELE: ‘’SE TORNERETE DA ME E RESTERETE TRANQUILLI , SARETE SALVATI. LA VOSTRA FORZA STARA’ NEL MANTENERE LA CALMA E AVERE FIDUCIA’’. MA VOI NON AVETE VOLUTO. ( ISAIA 30:15)
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