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#Palazzo dello Spagnuolo
notsolonglegs · 11 months
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Hawk winged staircase, 12:51 PM
Palazzo Dello Spagnuolo, Naples, Italy
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neapolis-neapolis · 6 years
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Ferdinando Sanfelice, Palazzo dello Spagnuolo (1738), Rione Sanità, Napoli.
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Un gufo e un piccione.
Palazzo dello Spagnuolo, Rione Sanità, Napoli.
Il palazzo dello spagnuolo venne eretto nel 1738 su commissione del marchese di Poppano Nicola Moscati, unificando due lotti ricevuti dalla moglie. Il progetto, compresa la realizzazione della monumentale scala a doppia rampa, definita ad "ali di falco", che fu pensata come una sorta di luogo di incontro, in cui avveniva una vera e propria vita sociale, viene affidato così a Ferdinando Sanfelice, mentre a Francesco Attanasio vennero chiesti i lavori di stucco in stile rococò che furono da lui progettati, ma eseguiti successivamente da Aniello Prezioso.
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@amemipiacelaciccia
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workingonmoviemaps · 6 years
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Sense8 Finale “Amor Vincit Omnia”
Everything comes to an end when the cluster enacts a dangerous plan to rescue Wolfgang from the clutches of BPO.
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The cluster is planning their rescue of Wolfgang from an apartment in Paris. This apartment is a fusion of three locations, the interior at 244 Rue de Rivoli.
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The rooftop where Nomi and Amanita cuddle up and the cluster tries to escape is at 10 Rue Talma.
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And the entrance where Rajan arrives is at 4 Rue Androuet.
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Will and Riley leave the subway at Place des Abbesses on their way to the club and later Will ambushes their shadow inside at the Arts et Métiers station.
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Riley takes Will to meet an old ‘friend’ at Nuits Fauves, a nightclub on the Seine, to arrange a location for the exchange.
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The Old Man of Hoy contacts Riley from Grunewald Tower outside Berlin as BPO closes in on his position.
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He puts her in contact with River El-Sadawi at her office in the Institut du Monde Arabe in Paris and she asks Riley to kill Whispers.
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The BPO lands with Wolfgang outside Paris and they meet up with Lila who will be helping with the exchange. This airport is not in France, but at Hoverfly SAM at the Salerno Costa D’Amalfi Airport south of Naples.
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Lito reports a BPO van as suspicious to some police at the corner of Rue des Trois Frères & Rue la Vieuville.
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The cluster chases Lila and Whispers down Parc des Rives de Seine but Lila’s people ambush the BPO convoy under Pont Rouelle and kidnap Whispers for her own ends.
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The cluster retreats to a countryside estate at 3 Rue du Moulin de la Planche in the small town of Courgent west of Paris to celebrate their victory.
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During their celebration Bodhi visit them and brings them to a meeting in the Abbaye de Villers with the Lacuna and its leader known as the Mother.
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The cluster travels to Italy to stop Lila and sings a song together while driving down Via Sorrentina along the coast south of Naples. They stop at the Il Bikini parking lot to meet with Felix who has a trunkful of guns.
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Wolfgang and Will visit with Lila at her condo at 122 Corso Vittorio Emanuele.
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At the same time she visits them while they are walking down Via dei Tribunali east towards Via San Paulo. Wolfgang then join the others at Bar Partenopeo for some authentic Neapolitan pizza.
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The other half of the team arrives at Mergellina Station and meets up with Diego before being visited by Puck.
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The two clusters then execute their plan to kill Whispers. They use a tourist van to infiltrate the facility at Palazzo Dello Spagnuolo.
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As they fight their way upstairs their battle continues at Palazzo Marigliano.
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After Lila’s escape with Whispers, Will runs across Piazzetta Grande Archivio with the cluster’s support and heads after her.
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He follows her to the Molo san Vincenzo Helipad where she is meeting with the BPO Chairman to make a deal.
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After the defeat of the BPO, everyone returns to Paris for a big gay wedding of Nomi and Amanita on the Eiffel Tower.
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And finally, during the final orgy of the season, we get a brief flashback to Nomi and Amanita first meeting in City Lights Bookstore in San Francisco.
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bybblog · 3 years
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Scaloni palazzo Sanfelice e dello Spagnuolo #bybgoesnapoli — view on Instagram https://ift.tt/30mVlS1
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foxpapa · 5 years
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Totò, il ricordo dei fan a 52 anni dalla morte
"Aspettiamo il museo in tuo onore a Napoli" 
“Sono passati 52 anni, e ancora non è cambiato nulla”. Il tweet di Angela ha più di trenta condivisioni. È accompagnato dall’hahtag #15aprile e da una foto, il classico scatto che ritrae il “Principe della risata” in bombetta, con due spaghetti crudi poggiati sulle labbra. Il pubblico non dimentica: oggi è l’anniversario della morte di Totò. Il grande comico e poeta se ne andò alle 3 di notte del 15 aprile 1967, stroncato da un infarto. Appassionati e fan da tutta Italia ricordano l’anniversario, postando ui social foto d’antan, citazioni, o la prima pagina di “Paese Sera”, che titolò sulla sua morte. Molti, però, proprio come Angela, ricordano come le celebrazioni si fermino soltanto a qualche status o aforisma, per poi chiudersi, come sempre. Ancora una volta, non c’è uno sviluppo sull’apertura, mai avvenuta, di un museo in suo onore. Il piano (se ne discute da dieci anni) era di allestirlo proprio alla Sanità, nel Palazzo dello Spagnuolo. Due anni fa (per il cinquantenario da quel 15 aprile ‘67), l’inaugurazione sembrava dietro l’angolo. Poi, lungaggini burocratiche, esigenze strutturali e problemi vari, rimandarono il tutto a data da destinarsi. Che ancora si attende. Un nuovo appello, l’ennesimo, è stato lanciato da Gennaro Capodanno sul gruppo social da lui curato, “Noi amiamo Totò”. Nel frattempo, come ogni 15 aprile, gruppetti di turisti e fan iniziano il consueto drappello a via Santa Maria Antesaecula dove, al civico 109, nel 1898 nacque Antonio de Curtis. Lo stabile, degradato, è in stato di abbandono. C’è soltanto un’inscrizione a ricordare i suoi natali, lì affisso nel 1978 dal suo“Popolo del Rione”, che non ha mai smesso di amarlo. Il principe della risata è stato ricordato anche nel suo rione, alla Sanità. Con in testa una bombetta nera, del tipo di quelle indossate da Totò, Francesco Ruotolo ha ricordato con il megafono l'anniversario e la necessità di un museo. Alle 10,30 un gruppo di cittadini ha issato sul balcone della camera da pranzo nella casa in cui Totò è vissuto per i primi 23 anni della sua vita un manichino di dimensione umana raffigurante l'artista che resterà visibile fino a lunedì
di PAOLO DE LUCA
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lelelatta · 6 years
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Palazzo dello Spagnuolo, cosa vedere al Rione Sanità Scopri tutto su www.viaggiaescopri.it (presso Palazzo dello Spagnolo, Naples) https://www.instagram.com/p/Bq1h_P9APz8/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1usqlc23msq3e
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laewil · 4 years
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Napoli 🇮🇹 Italia Palazzo dello Spagnuolo⬇️⬇️ quartiere Sanitá📌 👉 follow👈 🔃🔄🔃🔄🔃🔄- - - - - - - #napoli #archidaily #archilovers #cities #arts #naplesitaly (presso Napoli Italy) https://www.instagram.com/p/CM6hZ8PpT-b/?igshid=1nx51gx149r7w
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diegomonfredini · 5 years
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Il Palazzo dello Spagnuolo, fra le meraviglie barocche del Rione Sanità, in via delle Vergini 19, attraversando il mercato e chioschetti di street food: in primo piano “frittata ‘e maccarune” e trippe lavate, lessate, sbiancate, tagliate a pezzi e disposte in cuoppi di carta oleata, cosparse di sale e limone (anche piede di maiale e muso di vitello, “'O père e 'o musso”). Caleidoscopico, decorato il stile rococò, l'edificio è caratterizzato da una scala a doppia rampa, ad “ali di falco”. Costruito nel 1738 per volontà di Nicola Moscati, marchese di Poppano, è attribuito a Ferdinando Sanfelice, fra gli architetti più creativi del Settecento napoletano. È stato il set cinematografico di molti film: “Il Giudizio universale” di Vittorio De Sica, “Piedone lo sbirro” di Steno, “La pelle” di Liliana Cavani, “Mi manda Picone” di Nanni Loy e più recentemente “Passione” di John Turturro. Dovrebbe ospitare il museo di Totò, Ma è ancora tutto da definire. #napoli #napulemilleculure #rionesanità #totò #palazzospagnuolo #naples #vedinapoliepoimuori #napoliè #campania #napolitoday #architecturelovers #italy #architecturephotography #lumix #panasonic #wideangle #travelphotography #explore #cinema #fernandosanfelice #sanità (presso Rione Sanità - Napoli) https://www.instagram.com/p/B3WNpTnnHba/?igshid=soaw11syz141
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akasamiaitri · 5 years
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Napoli. Quartiere Sanità. Palazzo dello Spagnuolo. La Scala Monumentale di Guglielmo Sanfelice. (presso Naples, Italy) https://www.instagram.com/p/BzLn6-ioZ33/?igshid=1t0asb4gj810f
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peraspera-adastra0 · 5 years
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Napoli (Rione Sanità), Palazzo dello Spagnuolo 📍
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tmnotizie · 6 years
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RECANATI – Brand culturale marchigiano più conosciuto al mondo, icona indiscussa della letteratura italiana. Giacomo Leopardi ora diventa anche protagonista di un percorso multimediale. E’ stato presentato alla stampa l’8 marzo, un luogo fisico in cui poter conoscere con l’ausilio di tecnologie immersive, aspetti inediti del poeta recanatese. Il tutto è allestito nelle antiche scuderie palazzo Leopardi ed è l’ occasione di apprendimento con metodi e tecnologie di ultima generazione.
“Giacomo Leopardi – afferma il Magnifico Rettore dell’Università di Macerata prof. Francesco Adornato – è, dopo Dante Alighieri, il poeta più noto della tradizione letteraria italiana, studiato nelle Università di tutto il mondo. La sua opera riveste in maniera evidente e riconoscibile una forte funzione identitaria nel contesto culturale e sociale delle Marche. Grazie al connubio tra sapere umanistico e nuove tecnologie, tra ateneo e imprese innovative, studiosi e professionisti, reso possibile dal nostro spin off PlayMarche, siamo in grado di offrire un ulteriore importante strumento di qualificazione e promozione territoriale”.
L’installazione è stata pensata come un ambiente immersivo che rimanda alla vita ed alla casa di Giacomo grazie ad una base scenografica caratterizzata da un continuo modificarsi dell’ambiente attraverso immagini e proiezioni in videomapping” spiega Michele Spagnuolo, Amministratore delegato di PlayMarche srl – Spinoff dell’Università di Macerata.
“La narrazione dell’evento” –continua Spagnuolo-“è focalizzata sul rapporto tra il Poeta e gli ambienti del palazzo in cui si è svolta la sua infanzia e giovinezza, ed in particolare con riferimento alla biblioteca paterna, luogo della sua formazione e della sua iniziale produzione poetica e saggistica. Un investimento molto importante, a testimonianza di quanto Casa Leopardi da sempre creda nel turismo e nella valorizzazione dell’icona Giacomo Leopardi.
Sono sicuro” – afferma l’amministratore di PlayMarche srl – “che il museo realizzato nelle vecchie scuderie sia iniziaitiva eccellente. Le tecnologie utilizzate saranno il mezzo per avvicinare nuovi target di riferimento, utilizzando linguaggi poco convenzionali come il videomapping e le esperienze immersive. Mi auguro che sia solo l’inizio di un lungo percorso da condividere con Casa Leopardi e i brand culturali della nostra regione”.
“L’allestimento si colloca all’interno del Progetto DCE PlayMarche dell’Università di Macerata” ha spiegato il prof. Roberto Perna dell’Università di Macerata. “Un progetto più ampio che, grazie al coordinamento dell’Università di Macerata, al cofinanziamento della Regione Marche e alla partecipazione di 50 partner territoriali, con una serie di iniziative ha voluto valorizzare il territorio attraverso l’uso delle ICT ed il linguaggio del gioco. In 15 Comuni i beni culturali  sono stati raccontati attraverso l’uso delle nuove tecnologie, anche per offrire occasioni di ripresa e di crescita economa e sociale.
Sono iniziative come queste che, rafforzando il rapporto con il territorio, dimostrano come la presenza e l’attività di un Ateneo fortemente vocato allo studio di temi di carattere umanistico ed in particolare ai beni culturali, possa offrire un contributo significativo alla crescita economica e sociale. Le possibilità offerte oggi dalle nuove tecnologie – continua Roberto Perna – solo se guidate da un solido progetto culturale possono infatti rafforzare e valorizzare quelle identità che costituiscono la nostra comunità facendoci intravedere nuovi opportunità di sviluppo”.
Un lavoro di diversi mesi che ha visto la partecipazione di molti professionisti partendo dalla ricerca storica e documentazione curata da Fabiana Cacciapuoti, alla consulenza dello scenografo Giancarlo Muselli, alla progettazione del luogo fisico dell’ingegner Stefano Donati. La realizzazione tecnologica è stata invece curata da PlayMarche srl – spin off dell’Università di Macerata, grazie all’ausilio della sua socia ETT Spa e di Tiwi per la realizzazione del video.
“Siamo soddisfatti di far parte di PlayMarche – sottolinea Giovanni Verreschi AD di  ETT S.p.A.- perché grazie alla collaborazione con altre aziende si possono sviluppare progetti vincenti e di ampio respiro. La nostra azienda è da tempo impegnata nel creare esperienze immersive per il settore museale, la cultura, il turismo, combinando design innovativo e storytelling con tecnologie all’avanguardia. Siamo anche lieti di poter contribuire con questo progetto alla valorizzazione del territorio che ha ispirato uno dei maestri della poesia italiana”.
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giancarlonicoli · 6 years
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28 dic 2018 09:56
“BRUZZESE AVEVA CHIESTO GIÀ DA PIÙ DI DUE ANNI E MEZZO DI USCIRE DAL SISTEMA DI PROTEZIONE”, SALVINI PARLA DELL’OMICIDIO DI PESARO E POI INCONTRA LA SORELLA DELLA VUTTUNA – SI RIAPRE LA QUESTIONE DEI COLLABORATORI DELLO STATO CHE, SPESSO, FANNO DI TUTTO PER RESTARE ANCORATI ALLA VECCHIA VITA
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1 - «LA VITTIMA NON VOLEVA PIÙ LA PROTEZIONE»
Giorgio Guidelli per “il Giorno”
Quel tanfo di vendetta trasversale. Quell' odore acre d' avvertimento infame, che non pungeva le narici marchigiane da decenni, da quando un altro parente di pentito, Roberto Peci, fratello di Patrizio, fu ucciso a sangue freddo.
Fu l' inizio della fine della stella a cinque punte. Delle Br. E, ieri, all' arrivo a Pesaro del leader dell' Interno, qualcuno ha spiattellato quel ricordo a Matteo Salvini, proprio all' ingresso della prefettura, poco prima del via ai lavori del Comitato per l' ordine e la sicurezza nel dopo omicidio di Marcello Bruzzese.
SALVINI, marciando circondato dai cronisti, ha risposto secco: «Vediamo che cosa non ha funzionato, però sono qui a testimoniare che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualsiasi infiltrazione criminale». Così, all' indomani della barbara esecuzione di Natale, ribadisce: «Stiamo attenti, staremo attenti, stiamo sequestrando e confiscando beni ai mafiosi, però sono orgoglioso del lavoro che le forze dell' ordine stanno facendo».
Poi, la rivelazione: «Cercheremo di essere ancora più attenti, poi questo signore, a cui ovviamente va un pensiero, una preghiera, aveva chiesto già da più di due anni e mezzo di uscire dal sistema di protezione, vediamo che cosa non ha funzionato». Quindi una radiografia della piovra che «non è problema calabrese ma europeo». E un focus sulle indagini: «Conto che possa essere reso noto il prima possibile il perché e per come.
Sono in corso indagini e non entro nel merito». E sottolinea: «Ci tenevo ad esserci perché far passare le Marche e Pesaro come terra di 'ndrangheta, mafia e camorra è qualcosa che non meritano».
Salvini ha ricordato che in Italia ci sono circa «1.200 collaboratori e testimoni protetti, ampliando ai familiari si arriva a 6mila persone». Una mattinata blindato nella stanza dedicata al Comitato, poi la conferenza davanti a un emiciclo di cronisti e microfoni. Alla quale ha assistito dalla platea l' altro Matteo, il sindaco Pd di Pesaro, Ricci. «La vittima dell' agguato - ha spiegato - non era componente attivo della criminalità, ma solo protetto e lui stesso si sentiva abbastanza protetto». «Per essere chiari - ha ribadito il sindaco - non è arrivata la 'ndrangheta a Pesaro. Ma lo Stato ha portato persone a proteggersi dalla 'ndrangheta perché ritiene questo territorio più sicuro di altri». Ma l' attenzione resta altissima. Ed è Ricci a tenerla accesa: «Abbiamo chiesto una riduzione dei collaboratori di giustizia sul nostro territorio. Anche la Procura è del parere che ve ne siano tanti nelle Marche, proprio perché ritenute un territorio più sicuro rispetto ad altri».
UN FUORIPROGRAMMA fuori dalla prefettura. Sul piede di partenza per Catania, Salvini si è incontrato con la sorella di Bruzzese. Nessuno sa che cosa si siano detti. Il leader del Viminale ha poi lasciato il palazzo della prefettura, in piazza del Popolo, a poche centinaia di metri dal luogo dell' esecuzione. I soliti selfie. E la rassicurazione a chi certe esecuzioni, da queste parti, le ha viste solo nelle fiction: «Signora, stia tranquilla, chi ha sbagliato salterà...». Così Salvini ha risposto, uscendo dall' ex palazzo dei duchi, a una donna che poco prima gli aveva urlato: «Non si può morire in questo modo a Pesaro».
Perché qui le vendette trasversali fanno ancora più male.
2 - TRA DIRETTE FACEBOOK E VISITINE AL BAR, QUEI PENTITI MITOMANI DIFFICILI DA DIFENDERE
Simone Di Meo per “la Verità”
L' obiettivo del telefonino si mosse giusto un po', prima della messa a fuoco. Nell' inquadratura comparvero un tipo dalla faccia dura, barba sale e pepe, e cappello calato sulla fronte; e una donna dall' improbabile accento partenopeo. Alle loro spalle l' interno di un bar, e in secondo piano confezioni glamour di una boutique e di una profumeria. Era la loro prima diretta Facebook, e si notava.
Giuseppe Sarno e sua cognata, Patrizia Ippolito, cominciarono a lanciare baci alla camera, all' indirizzo di chi li stava seguendo da Ponticelli, rione povero ed emarginato della periferia orientale di Napoli. Il quartiere dell' uomo, quand' era uno dei boss della camorra locale. Il luogo in cui idealmente riappariva - seppur dietro lo schermo di uno smartphone - da quando aveva deciso di iniziare a collaborare con la giustizia. Pentito per la legge ma non per i suoi amici, che gli tributavano saluti deferenti e omaggi. E lui di rimando: «Tu lo sai dove sono, ti aspetto. Cercami, già sai dove sto».
Se c' è un aspetto che la tragedia di Marcello Bruzzese, il fratello di un pentito della 'ndrangheta ucciso a Natale a Pesaro, rischia di lasciare nell' ombra è quello dell' impossibilità, per le strutture di protezione del Viminale, di assicurare un' adeguata tutela a quanti si sono rifugiati tra le braccia dello Stato. Milleduecento pentiti (ma il numero è in continua crescita) a cui aggiungere cinquemila familiari.
Una impossibilità dettata pure dall' inutile protagonismo o dalle disattenzioni di chi non si rende conto di dover cambiare vita. Bruzzese aveva il proprio nome sulla targhetta della cassetta postale, e da due anni e mezzo -ha specificato il ministro dell' Interno, Matteo Salvini, ieri nella cittadina marchigiana per presiedere il Comitato per l' ordine e la sicurezza -aveva chiesto di uscire dal programma di protezione.
Durante la diretta Facebook, Sarno aveva invece fatto nomi e cognomi dei parenti che conoscevano il suo nuovo indirizzo esponendoli al rischio di vendette trasversali. Lo stesso è successo a un ex affiliato a Cosa nostra, Giuseppe Tantillo, che pure ha ceduto al fascino della diretta social. In una decina di minuti di registrazione online, ha bersagliato di insulti e minacce volti noti e meno noti dell' onorata società palermitana svelandone tradimenti (anche coniugali), miserie umane e ricatti.
«È una pulsione incontrollabile quella che provano, dichiara un investigatore alla Verità. Vogliono uscire allo scoperto, spiegare, mostrarsi per quello che sono. I pentiti non rinunciano mai del tutto a quella che era la loro esistenza precedente». Soprattutto se maneggiano un cellulare. Un pentito, un tempo ai vertici della Nuova famiglia, il maxi cartello criminale che sconfisse Raffaele Cutolo, è tuttora su Facebook con il suo vero nome. È uscito dai ranghi del servizio centrale di protezione, e per un periodo è tornato a vivere nel suo paesello, nel Vesuviano. «Non avevo altro posto in cui andare», spiega alla Verità, oggi, «è stato un rischio, lo so. Non sono uscito di casa tanto spesso». Che cosa sarebbe successo se avesse incrociato quelli che aveva accusato?
Il figlio di Luigi Giuliano, l' ex capo dei capi della camorra di Forcella, famoso per l' amicizia con Diego Maradona e per la vita da film tra belle donne e fiumi di champagne, qualche mese fa è riapparso a Napoli, nell' ex feudo di famiglia.
Nunzio Giuliano non aveva più soldi, e si era ridotto a dormire in un' auto o in un garage. Dopo qualche giorno, è rimasto vittima di una spedizione punitiva di un clan rivale. Il fratello Giovanni era stato ammazzato, nel 2006, proprio in circostanze simili.
Anche suo cugino, Salvatore Giuliano, di vent' anni appena, figlio di un altro pentito della cosca, quasi nello stesso periodo è stato picchiato e accoltellato per vendetta. La madre, in preda all' ira, pubblicò la foto del presunto aggressore minacciandolo in un post: «Mio marito è pentito, ma è un uomo. Ho detto ai carabinieri che ti uccido. Vedrai, devi sentire il dolore e il sangue che devi buttare. Tua mamma piangerà tanto. Mi chiamano la pazza, non te lo scordare. Ti perseguiterò a vita».
Un collaboratore di giustizia, un tempo fedelissimo del boss stragista casalese Giuseppe Setola, inviò una lettera a un giornalista per chiedergli di scrivere un libro insieme mentre era ancora sotto protezione. Oreste Spagnuolo, questo il suo nome, anticipò di che cosa avrebbe voluto parlare, malgrado la legge al riguardo sia particolarmente rigida: un collaboratore di giustizia non può in alcun modo svelare informazioni riversate nei verbali consegnati all' autorità giudiziaria. I libri di confessioni e le interviste sono l' ambizione massima per i pentiti in cerca di pubblicità.
Il figlio di un boss imprenditore, uno degli uomini più spregiudicati e ricchi di Marano (un paesone ad alta densità mafiosa in provincia di Napoli), una volta uscito dal programma di protezione, provò a pubblicare un memoir ma i pm antimafia glielo impedirono. Non è sempre però possibile prevenire in tempo tutte le improvvide iniziative dei collaboratori e dei loro familiari. Le notizie corrono molto più velocemente nel mondo della malavita che in quello della società civile. L' ultimo colpo di testa è di un ferocissimo padrino che da anni ormai è un collaboratore tra i più importanti della storia della malavita campana. Qualcuno giura di averlo visto, in un bar di Napoli, qualche settimana fa, addentare una sfogliatella e bere un caffè caldissimo. Amaro.
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melancholiaframes · 6 years
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Palazzo dello Spagnuolo, Napoli - 24.06.17
quando ho visto te
#f.
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libreriaindice · 7 years
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Il successo di "CasaCorriere" a Palazzo dello Spagnuolo, rione Sanità. (Il Corriere del Mezzogiorno 26/05/2017) (presso Libreria L'Indice)
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