#Palazzo Morando Milano 2011
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Il Teatro alla Moda
Costume di scena. Grandi stilisti
Armani  Capucci  Coveri  Fendi  Ferretti  Gigli  Marras  Missoni  Ungaro Valentino  Versace
A cura di Massimiliano Capella
Umberto Allemandi & C., Torino 2010, 216 pagine, 279 ill., Cartonato con sovraccoperta,  24x28 cm, ISBN  9788842219422
euro 50,00
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Le grandi star della moda si sfidano in teatro
Per i maggiori stilisti misurarsi sulle scene costituisce la sfida più ambiziosa. Gli stilisti vogliono imprimere anche all'evento teatrale il segno inconfondibile della loro griffe. Questo volume riunisce per la prima volta le creazioni (bozzetti, figurini e abiti) per il teatro, l'opera e la danza dei più grandi stilisti italiani: #Armani, #Valentino, #Capucci, #Versace, #Marras, #Ungaro, #Missoni, #Gigli, #Ferretti, #Coveri, #Fendi, #Prada.
Mostra Palazzo Morando, Milano 20 maggio 10 luglio 2011
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08/03/23
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delectablywaywardbeard-blog · 11 months ago
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A Milano in mostra la moda 'sovversiva' di Daniele Tamagni
La moda come forma di riposizionamento identitario e di appartenenza in una società re-immaginata e libera era il faro che guidava il lavoro di Daniele Tamagni, il fotografo milanese, prematuramente scomparso nel 2017 a 42 anni, vincitore di prestigiosi premi internazionali come il World Press Photo Award nel 2011, cui Palazzo Morando|Costume Moda Immagine dedica la retrospettiva ‘Daniele Tamagni…
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agrpress-blog · 11 months ago
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Verrà inaugurata venerdì 9 febbraio 2024 presso Palazzo Morando - Costume Moda Immagine a Milano - via Sant’Andrea, 6 - la mostra fotografica Daniele Tamagni Style is Life, a cura di Aïda Muluneh e Chiara Bardelli Nonino «L’Africa quotidiana è fatta anche di speranza: le mie foto sono un inno alla vita» (Daniele Tamagni) Aprirà al pubblico venerdì 9 febbraio 2024 la mostra Daniele Tamagni Style Is Life presso Palazzo Morando - Costume Moda Immagine a Milano Curata da Aïda Muluneh e Chiara Bardelli Nonino, promossa e organizzata dalla Daniele Tamagni Foundation in collaborazione con il Comune di Milano, è la prima grande retrospettiva del fotografo milanese, scomparso nel dicembre 2017 a soli quarantadue anni, vincitore di prestigiosi premi internazionali, come il Canon Young Photographer Award nel 2007, l'ICP Infinity Award nel 2010 e il World Press Photo Award nel 2011. L'esposizione, che presenta un'ampia selezione di reportages realizzati nel corso di sette anni di produzione dell'artista, rimarrà aperta fino a lunedì 1° aprile 2024. Daniele Tamagni (1975-2017) è stato un fotografo di rilievo internazionale: il suo sguardo innovativo ha amalgamato fotogiornalismo, fotografia di strada e moda in uno stile diventato la sua cifra caratteristica. Documentando gli stili e le tendenze della moda di strada, ne ha testimoniato il valore politico, talvolta sovversivo. Immortalando l’orgoglio e la gioia di comunità̀ urbane per le quali “lo stile è vita”, come recita il titolo della mostra, nelle foto di Daniele l’abbigliamento diviene identità. «Daniele ha intrapreso una missione per dimostrare quanto ricco sia il continente africano in termini di diversità̀ e storie non ancora narrate. Dal mio punto di vista, l’arte ruota attorno alla trasmissione delle nostre verità̀ personali. Daniele si è deliberatamente concentrato su individui ai margini della società̀, su coloro che sfidano le norme, privilegiando l’affermazione di sé rispetto all’approvazione altrui, su coloro che aprono la strada ai loro viaggi unici. A mio parere, ha scelto narrazioni strettamente allineate al suo cuore e al suo percorso di vita», sottolinea la co-curatrice Aïda Muluneh. In mostra novanta fotografie, fra cui alcune del tutto inedite dove, grazie alla sapiente regia delle curatrici, viene offerta una panoramica dei suoi lavori più importanti. Innanzitutto, i sapeurs congolesi della SAPE (Società degli Animatori e delle Persone Eleganti), anche conosciuti come i “dandy” di Bacongo, quartiere di Brazzaville nella Repubblica del Congo. Dalle sue fotografie emergono lo stile e i colori degli abiti indossati, i dettagli degli accessori - occhiali da sole, orologi, cappelli - ma anche il gusto e la gioia di vivere. Sin dalle origini del movimento, all’inizio del Novecento, i sapeurs avevano reinterpretato lo stile dei colonizzatori francesi, esibendosi all'interno delle loro comunità in performance in cui ostentazione, lusso e raffinatezza diventavano strumenti di resistenza culturale. «Daniele aveva scoperto come rendersi invisibile e allo stesso tempo determinato nel dirigere la performance dei sapeurs e la loro attenzione verso l’obbiettivo della sua fotocamera, catturando quel momento sublime in cui vita e arte si combinano per creare immagini senza tempo», ricorda Michael Hoppen, la cui galleria a Londra è fra le più qualificate a livello internazionale, e che introdusse l’opera di Tamagni nel mondo del collezionismo. L’affermato stilista inglese Paul Smith, per disegnare la sua collezione primavera-estate del 2010 si ispirò proprio alle fotografie del libro Gentlemen of Bacongo - pubblicato nel 2009 da Trolley Books -, ormai divenuto un best seller della fotografia, e che contribuì al riconoscimento dell’International Center of Photography di New York. Il percorso espositivo presenta poi i metallari del Botswana, un progetto del 2012, nel momento in cui il movimento afrometal era al suo culmine. Ospite di un gruppo heavy
metal, creato dai nipoti di uno psicologo italiano che aveva realizzato il principale ospedale per malattie mentali del paese, Tamagni immortala anche la vita quotidiana degli artisti. Attraverso il suo sguardo ne risalta lo stile, gli accessori e gli strumenti, con un sapiente gioco di luci e contrasti; ci conduce verso un immaginario “dark africano”, facendoci dimenticare solo per un momento i colori sgargianti dei sapeurs. Ritroviamo la sinfonia di tessuti variopinti nei costumi tradizionali delle lottatrici boliviane, progetto premiato dal World Press Photo. Le cholitas boliviane riconosciute dalla pollera, la particolare gonna che indossano, sfidano la prospettiva tradizionale della divisione dei ruoli di genere portando avanti, anche attraverso il wrestling, forme concrete e positive di emancipazione femminile a livello sociale e politico. E, ancora, fotografia di strada con protagoniste le giovani crew urbane di Johannesburg originate in un contesto politico fortemente repressivo, laddove la moda, ancora una volta, offre una forma di riposizionamento identitario, di appartenenza in una società re-immaginata e libera. Con le sue fotografie di “Joburg Style Battles” del 2012 Tamagni avvia delle conversazioni fotografiche, degli esercizi di arte collaborativa in cui rappresenta una scena variegata e vitale fra stile e performance, popolata da dance crews come i Vintage, e sottoculture come gli Smarteez. Il fotografo è riuscito a documentare questo mosaico di storie, stili e persone in cui la moda è strumento per esprimere e rappresentare una libertà duramente conquistata. Segue la sezione dedicata alla settimana della moda di Dakar, dove D. Tamagni catturò l’intimità e la spontaneità nei backstage delle sfilate e nei laboratori in Senegal. Nel 2012 erano ancora pochi i fotografi internazionali presenti per documentare quello che oggi è l'evento di punta della moda africana. Come sottolinea Chiara Bardelli Nonino, co-curatrice della mostra: «Daniele era stato attratto dalla moda fin dagli esordi, ma in una declinazione per cui i brand e le fashion week del tempo non erano pronti. Voleva capire e fotografare lo stile, in particolare quel momento in cui il gusto da radicalmente personale si trasforma in un gesto, e volendo in un messaggio, destinato agli altri. Anche per questo la sua ricerca passava sempre, prima di tutto, dalle persone. Daniele voleva conoscere i suoi soggetti, intrecciare amicizie, scoprire perché si vestissero in un certo modo, cosa volevano comunicare e a chi». Immagine dopo immagine emerge chiaramente lo sguardo del fotografo che in tutti i suoi lavori ha utilizzato la sua vasta conoscenza dell’arte e la sua passione per la moda e le sottoculture, celebrando le evoluzioni sociali attraverso l’abbigliamento delle nuove generazioni in Africa e in America Latina, la nascita di nuove identità locali nel contesto di un mondo sempre più globalizzato e interconnesso. A completar l'esposizione una sezione in cui sono esposti i lavori dei primi tre vincitori del Daniele Tamagni Grant, istituto dalla fondazione che, oltre a valorizzare l’eredità artistica di D. Tamagni, si propone di testimoniare il suo legame con l’Africa, sostenendo la formazione di fotografi emergenti, in partnership con il Market Photo Workshop di Johannesburg (in Sud Africa). Fondata da David Goldblatt nel 1989, prima della fine dell’apartheid, la scuola rappresenta la principale istituzione formativa africana nel campo della fotografia. Ad accompagnar la mostra la monografia Daniele Tamagni Style Is Lifepubblicata da Kehrer Verlag (testi in inglese e italiano, 150 immagini, 24x32 cm, pp. 256), arricchita da un'ampia selezione di contributi: oltre alle curatrici, Tommaso Sacchi (Assessore alla Cultura di Milano), Gianfranco Maraniello (Direttore dell’Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea), Alain Mabanckou, Angelo Ferracuti, Gerardo Mosquera, Emmanuelle Courreges, Lekgetho Makola; e ancora le testimonianze di Alessia Glaviano, Duro Olowu, Michele Smargiassi, Deborah Willis, e molti altri ricordi.
Le opere di Daniele Tamagni, un interprete d’eccezione della fotografia degli anni Duemila, sono presenti nelle collezioni di musei europei ed americani fra cui il LACMA di Los Angeles, il MOCP di Chicago, lo Houston Fine Art Museum, il Brighton Royal Pavilion, lo Schwules Museum di Amburgo. La mostra fotografica Daniele Tamagni Style is Life, a cura di Aïda Muluneh e Chiara Bardelli Nonino, rimarrà aperta al pubblico - ad ingresso libero senza prenotazione - presso Palazzo Morando - Costume Moda Immagine fino a lunedì 1° aprile 2024 (orari: dal martedì alla domenica, ore 11.00 - 19.00; lunedì chiuso - eccezion fatta per lunedì 1° aprile).
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fashioncurrentnews · 7 years ago
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Milan Fashion Week: the best of talents
Si chiude oggi la Milano Moda Donna, dove sono state innumerevoli le presentazioni e le sfilate che hanno visto protagonisti i brand di talento, molti dei quali sono già apparsi su Vogue Talents.
Il 22 febbraio ha inaugurato a Palazzo Morando The Next Green Talents, ottava edizione del progetto di scouting di YOOX e Vogue Italia ideato nel 2011 da Franca Sozzani e Federico Marchetti per promuovere e sostenere i marchi emergenti provenienti da tutto il mondo e focalizzato per questa edizione sulla sostenibilità. Le sale di Palazzo Morando sono rimaste aperte il 23 e 24 febbraio al pubblico, così tutti potranno conoscere meglio i brand e i registi protagonisti dello scouting e le loro creazioni ispirate dalla sostenibilità.
Allo Spazio Cavallerizze del Museo della Scienza e della Tecnologia è andato in scena dal 21 al 26 Fashion Hub Market il progetto di Camera Nazionale della Moda Italiana che offre ai brand emergenti internazionali un’opportunità di showroom durante la settimana della moda.
Dal 24 al 26 febbraio al The Mall – Porta Nuova Varesine ha preso il via Super il salone di accessori e prêt-à-porter donna di Pitti Immagine con l’area speciale SUPER TALENTS new countries to watch selezionati in collaborazione con Sara Sozzani Maino.
    L'articolo Milan Fashion Week: the best of talents sembra essere il primo su Vogue.it.
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Interazioni fra Moda e Arte
Boldini, Poiret, Genoni
Enrica Morini
Mimesis / Richerche IULM,  Sesto San Giovanni 2020,178 pagine, 12 x 24 cm., ISBN 9788857561103
euro 15,00
email if you want to buy :[email protected]
Nei primi decenni del Novecento la moda e l’arte intrecciarono un dialogo strettissimo sperimentando nuove forme di collaborazione che sarebbero state sviluppate e riprese anche in epoche successive. L’ormai consolidato successo della haute couture parigina convinse molti couturier, fra cui Paul Poiret, a travalicare i limiti del lavoro di sartoria e a coinvolgere diversi artisti nella creazione del proprio universo estetico. Contemporaneamente alcuni professionisti del mondo dell’arte, come Manzi, Joyant & C., eredi della gloriosa Maison Goupil, scoprirono che la moda poteva essere uno straordinario mezzo per raggiungere il fi no ad allora trascurato pubblico femminile. L’arte, però, poteva essere anche il motore dell’utopia di Rosa Genoni: la nascita di una moda italiana in sintonia con il rinnovamento delle arti applicate, lo sviluppo industriale e le rivendicazioni socialiste e femministe della Milano di inizo secolo. Enrica Morini, storica della moda, insegna Moda contemporanea all’Università IULM di Milano. Ha pubblicato Storia della Moda. XVIII-XXI secolo (2011), Maria Pezzi giornalista di moda. “L’Europeo” 1947-1958 (2017) e alcuni saggi su vari aspetti della moda contemporanea. Ha curato mostre, fra cui Emancipazione e moda. Le donne e la moda nella Grande Guerra (Museo della Guerra, Rovereto 2004), Tra arte e moda (Museo Ferragamo, Firenze 2016), Rosanna Schiaffino e la moda. Abiti da star (Palazzo Morando, Milano 2018).
23/09/22
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fashionbooksmilano · 4 years ago
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Interazioni fra moda e arte
Boldini, Poiret, Genoni
Enrica Morini
Mimesis, Sesto S.Giovanni 2020, 178 pagine,Collana Ricerche IULM,         ISBN  9788857561103
euro 15,00
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Nei primi decenni del Novecento la moda e l’arte intrecciarono un dialogo strettissimo sperimentando nuove forme di collaborazione che sarebbero state sviluppate e riprese anche in epoche successive. L’ormai consolidato successo della haute couture parigina convinse molti couturier, fra cui Paul Poiret, a travalicare i limiti del lavoro di sartoria e a coinvolgere diversi artisti nella creazione del proprio universo estetico. Contemporaneamente alcuni professionisti del mondo dell’arte, come Manzi, Joyant & C., eredi della gloriosa Maison Goupil, scoprirono che la moda poteva essere uno straordinario mezzo per raggiungere il fino ad allora trascurato pubblico femminile. L’arte, però, poteva essere anche il motore dell’utopia di Rosa Genoni: la nascita di una moda italiana in sintonia con il rinnovamento delle arti applicate, lo sviluppo industriale e le rivendicazioni socialiste e femministe della Milano di inizo secolo. Enrica Morini, storica della moda, insegna Moda contemporanea all’Università IULM di Milano. Ha pubblicato Storia della Moda. XVIII-XXI secolo (2011), Maria Pezzi giornalista di moda. “L’Europeo” 1947-1958 (2017) e alcuni saggi su vari aspetti della moda contemporanea. Ha curato mostre, fra cui Emancipazione e moda. Le donne e la moda nella Grande Guerra (Museo della Guerra, Rovereto 2004), Tra arte e moda (Museo Ferragamo, Firenze 2016), Rosanna Schiaffino e la moda. Abiti da star (Palazzo Morando, Milano 2018).
07/07/20
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