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Obiettivi di accessibilità: le PA possono pubblicarli entro il 31 marzo
Anche quest’anno le pubbliche amministrazioni avranno la possibilità di rendere noti gli obiettivi di accessibilità utilizzando l’applicazione omonima.
L’Agenzia per l’Italia digitale ricorda che c’è tempo fino al 31 marzo per pubblicare gli obiettivi del 2016 attraverso la web app, la quale propone una procedura guidata per la loro redazione e consente, inoltre, di includerne di nuovi.
Nel 2016, tra le amministrazioni che hanno utilizzato la web app, gli istituti d’istruzione sono stati circa il 40% mentre i Comuni intorno al 35%. Gli interventi che si sono proposte di realizzare spaziano dall’accessibilità del sito alla formazione, dalle postazioni di lavoro al telelavoro.
L’applicazione Obiettivi di accessibilità è stata resa disponibile da AgID nel 2016 per agevolare la pubblicazione, entro il 31 marzo di ogni anno, degli obiettivi di accessibilità digitale. Per accessibilità si intende “la capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che, a causa di disabilità, necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”. L’ Agenzia per l’Italia digitale coordina, a tale proposito, una serie di azioni oltre alla definizione degli obiettivi di accessibilità: assistenza alle pubbliche amministrazioni sull’applicazione della normativa in materia di accessibilità; gestione delle segnalazioni di inaccessibilità e dell’elenco valutatori di accessibilità; concessione del logo di accessibilità alle amministrazioni richiedenti; definizione e pubblicazione delle tecniche sulle postazioni di lavoro per i dipendenti con disabilità.
http://www.cittadiniditwitter.it/news/obiettivi-di-accessibilita-le-pubbliche-amministrazioni-possono-pubblicarli-entro-il-31-marzo/
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The latest The webrm Daily! https://t.co/1HyJs8MP0a #padigitale #3aprile
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— Marco Raimondi (@mraimondi3) April 3, 2019
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PAdigitale. Roma Capitale ‘laboratorio’ del software libero
PAdigitale. Roma Capitale ‘laboratorio’ del software libero
Sempre più amministrazioni, dalla provincia autonoma di Trento al Ministero della difesa, scelgono oggi di seguire anche nel nostro paese la via del software libero, che garantisce agli utilizzatori l’accesso diretto al codice sorgente.
In questo modo anche le pubbliche amministrazioni possono finalmente divenire indipendenti dal fornitore e studiare, sviluppare e ampliare autonomamente, in base…
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Da quest'anno le nomine dei presidenti e commissari esterni per la maturità sono comunicate in forma digitale sull'apposita piattaforma. Splendido, senonchè scopri di dover stampare il documento in due copie da consegnare alle due scuole che hanno già ricevuto la stessa comunicazione.
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CDAN - Conservazione digitale a norma
PA Digitale S.p.A.
Liberarsi dalla carta e conservare digitalmente i documenti fiscali, contabili, sociali, fatture elettroniche, contratti, pec, si può... in soli 4 click!
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Ho l’idea che se spariscono i libri, forse sarò anche un po’ datata, non vada bene. A scuola senza zaino? No, deve esserci anche un contatto con la dimensione cartacea della cultura. Si alla tecnologia che collega la scuola col mondo ma non la vedo sostitutiva del patrimonio che abbiamo
http://www.corriere.it/cultura/14_febbraio_24/si-bonus-maturita-no-concorsoni-ecco-scuola-ministra-giannini-fbbdc786-9d84-11e3-bc9d-c89ba57f02d5.shtml
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Torino: la cura del verde pubblico si fa online con Albera.TO
Un data base per valorizzare e curare al meglio il verde delle vie, delle piazze, dei giardini e dei parchi. È pienamente operativo, a Torino, il nuovo sistema informatico Albera.TO, lanciato a fine 2016 per gestire in forma integrata il patrimonio arboreo della città. Con la web application, ora, sarà possibile pianificare con maggiore efficienza tutte le attività per la manutenzione degli oltre 160.000 alberi tra platani, tigli, bagolari, aceri e ippocastani.
La piattaforma, che si adatta al dispositivo utilizzato per ottimizzare l’utilizzo anche in mobilità, acquisisce le informazioni derivanti dai circa 30.000 controlli fitostatici che ogni anno garantiscono la sicurezza degli alberi e degli utenti. Per quanto concerne l’infrastruttura informatica, la base dati di Albera.to è stata migrata da Oracle a Postgis, per consentire la gestione dei dati in modalità open-source. Più facile, quindi, per i tecnici del Servizio Verde Gestione inserire le nuove geometrie e l’aggiornamento di quelle esistenti.
Grazie a quest’anagrafe green, tecnici e cittadini potranno accedere ad un’enorme mole di informazioni su eventi, storia ed interventi che hanno interessato ogni singolo albero della città. Inoltre, tali dati e quelli relativi ai posti piante e delle alberate, saranno consultabili e scaricabili su di uno specifico Geoportale sul sito del comune di Torino.
http://www.cittadiniditwitter.it/news/torino-la-cura-del-verde-pubblico-si-fa-online-con-albera-to/
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Cosa serve alla Cittadinanza digitale?
Uno, cento, mille cittadini digitali. Non esistono, nei fatti, possibilità e modalità uguali per tutti di godere delle prerogative legate alla cittadinanza digitale, riassumibile nel diritto di accedere a tutti i dati, documenti e servizi di interesse in modalità digitale, come recita la Carta della cittadinanza digitale introdotta dalla legge Madia sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (articolo 1 della legge n.124/2015).
La constatazione emerge dal Report I nuovi diritti della cittadinanza digitale, frutto del lavoro di uno dei Cantieri della PA digitale, 7 tavoli di lavoro che hanno messo a confronto amministrazioni pubbliche, università e istituti di ricerca, imprese e associazionismo cittadino su 10 ambiti tematici rilevanti del processo di digitalizzazione del settore pubblico.
Concentrando l’attenzione non tanto sul “cosa fare” ma sul “come farlo”, con riflessioni e proposte offerte ai decisori politici e ai vertici delle amministrazioni che governano il processo.
Essere “veri” cittadini digitali dipende da tanti fattori, ulteriori rispetto a disponibilità di servizi pubblici on line e competenze, e spesso alle aspettative non corrispondono risposte delle amministrazioni che mettano al centro le esigenze dell’utente.
Tra i fattori abilitanti a fare la differenza emergono i modelli di produzione e delivery dei servizi, che andrebbero progettati individuando cluster ottimali degli enti che li erogano – verso una gestione in molti casi di ambito vasto del servizio, che tenga conto del bacino di utenza complessivo – e offerti/distribuiti attraverso forme di delivery innovativo, che coinvolga anche il settore privato sulla base di chiari “frame” indicati dalle PA.
Un esempio di partnership pubblico-privato nell’erogazione dei servizi digitali che è, ad esempio, tra le caratteristiche di SPID (Sistema pubblico di identità digitale), del quale il report analizza prospettive di sviluppo e criticità, e che va incoraggiata, secondo il Cantiere, adottando una nuova vision.
Conta molto anche la capacità di trasferire le buone pratiche tra le amministrazioni per favorirne un riuso efficace, che passi per l’omogeneizzazione dei procedimenti e delle prassi relative a uno stesso ambito d’attività amministrativa. In questo, come nella realizzazione di progetti/esperienze “vincenti”, giocano un ruolo essenziale le reti o community tematiche, che il cantiere invita a implementare e moltiplicare.
In questo processo spicca, forse come priorità, la necessità di un cambiamento culturale e organizzativo nelle PA, che passa per la professionalizzazione digitale dei dipendenti e per la riorganizzazione del lavoro, ma anche per la formazione dei dirigenti apicali, primi vettori dell’innovazione attraverso le tecnologie dell’informazione.
Infine, non ultime, le risorse economiche: sulla digitalizzazione dei servizi bisogna investire.
A corredo dei diversi segmenti analizzati, tutti riassunti in una tavola sinottica, il report propone soluzioni concrete. Per consultarlo – è gratuito – basta iscriversi alla community di ForumPA.
http://www.cittadiniditwitter.it/news/cosa-serve-alla-cittadinanza-digitale-lanalisi-nel-report-2016-di-cantieri-pa/
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Wi-Fi pubblico, un bando per estenderlo
Il Comune di Torino aderisce dal 2011 al progetto nazionale per la federazione delle reti wireless “FreeItalia WiFi”. Dallo stesso anno la Città ha attivato 109 hot spot in aree pubbliche: 49connesse alla rete comunale, 44 tramite reti di privati, mentre16 connessioni sono fornite da operatori TLC.
Il servizio prevede che ogni utente, inserendo le proprie credenziali, possa navigare gratuitamente per 12 ore non consecutive o per 750 MB di traffico su tutta la rete.
Nel 2016 gli utenti della rete Wi-Fi cittadina si sono autenticati per oltre 370 mila volte, navigando liberamente per più di 440 mila ore.
Ad oggi sono 64 mila gli utenti che si sono registrati online, ai quali vanno aggiunti quelli che hanno preferito utilizzare le credenziali di “TorinoFacile” (140mila iscritti).
Per fornire un più ampio servizio Wi-Fi ai cittadini, l’assessorato all’Innovazione e Smart City, ha avviato una “consultazione preliminare di mercato”, per verificare se vi siano operatori privati che intendano offrire un servizio WiFi nelle aree pubbliche anche al di fuori del centro città.
Chi intende rispondere alla call deve produrre una relazione (non più lunga di 40 cartelle, grafici e immagini escluse) e farla pervenire – attraverso raccomandata AR – alla Direzione Commercio, Lavoro, Innovazione e Sistema Informativo – via Meucci, 4 – 10100 Torino entro le ore 12 del 27 febbraio 2017. La stessa può anche essere trasmessa tramite PEC a: [email protected].
http://www.torinoclick.it/?p=62850
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Il verde pubblico della Città di Torino oggi si gestisce dal web, con Albera.To
Sono 160.000, per la maggior parte platani, tigli, bagolari, aceri, ippocastani. Popolano alberate urbane ma anche parchi, giardini e boschi collinari. Sono le piante che costituiscono il patrimonio arboreo pubblico della città di Torino. Molte di loro hanno più di 50 anni e la vita in ambiente urbano le sottopone a diversi stress che incidono negativamente sul loro stato di salute. Si tratta di risorse da tutelare sia attraverso competenze tecniche che grazie alla conoscenza della storia, degli eventi e degli interventi che le hanno interessate.
Ogni informazione sul tema è fondamentale per pianificare correttamente interventi come potatura, controllo della stabilità o contrasto ai problemi fitopatologici. Ma come si può gestire questa grande mole di dati? Dalla collaborazione tra la Città di Torino e il CSI Piemonte è nata Albera.To, una web application che permette la gestione e la pianificazione del patrimonio arboreo parte del Sistema Informativo del Verde.
Albera.To utilizza una base dati preesistente ed è connessa alla base cartografica della Città. Acquisisce in mobilità le informazioni derivanti dai circa 30.000 controlli fitostatici che ogni anno garantiscono la sicurezza degli alberi e degli utenti. Grazie a un'interfaccia che si adatta al dispositivo utilizzato, i tecnici del Verde Pubblico possono definire anche in mobilità i nuovi posti pianta. Una configurazione del software geografico open-source Q-Gis, realizzata appositamente per loro, consente poi l'inserimento delle nuove geometrie degli ambiti e l'aggiornamento di quelle esistenti. I dati vengono aggiornati in tempo reale sul livello geografico con l'applicativo, utilizzando un protocollo di tipo WFS-T (standard internazionale OGC di interoperabilità). Non solo: anche i professionisti esterni (dottori agronomi e forestali, periti agrari) che controllano la stabilità degli alberi possono utilizzare l'applicazione durante i loro sopralluoghi.
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Busta paga on line con il riconoscimento biometrico
Una app per scaricare sul cellulare la busta paga con uno sguardo o con un comando vocale: è la sperimentazione condotta dal CSI Piemonte e autorizzata dal Garante della privacy.
Il volto e la voce per accedere al proprio stipendio online: è un progetto pilota - basato sul riconoscimento vocale e facciale - che il Consorzio per il sistema informativo Piemonte potrà sperimentare con l'ok del Garante per la privacy.
Il Csi Piemonte - spiega la Newsletter del Garante - potrà testare in un contesto 'reale' e per un periodo di tempo limitato una app installata sugli smartphone di quei dipendenti che accetteranno di usarla per accedere al servizio "cedolini on line", in alternativa al sistema in uso basato su user id e password. I "volontari", tramite la app, potranno visualizzare e scaricare il cedolino mensile, il modello CU, la posizione assicurativa per chi aderisce al Fondo pensione. Il test consentirà al Consorzio di verificare l'accuratezza, la facilità d'uso e la sicurezza, anche sotto il profilo dei dati personali, del servizio di autenticazione biometrica. Il progetto che è stato sottoposto a verifica preliminare dell'Autorità rientra nell'ambito del programma europeo PIDaaS (Private Identity as a Service) e ha solo finalità scientifiche.
Il Consorzio dovrà fare in modo che la sperimentazione non coinvolga meccanismi e applicativi aziendali usati nella gestione del rapporto di lavoro. Gli utenti che decideranno di aderire alla sperimentazione (dalla quale potranno recedere in qualsiasi momento) dovranno quindi accedere ad una installazione di test creata ad hoc, contenente solo i loro cedolini. Il Consorzio dovrà fornire ai 'volontari' credenziali e un indirizzo email ad hoc. I dati biometrici dovranno essere cancellati in modo irreversibile al termine della sperimentazione o su richiesta della persona.
http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2016/12/13/volto-e-voce-per-vedere-stipendi-online_31269dd5-1e0d-45d4-afe6-18858e48b096.html
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Arriva la App per gli anziani che ricorda quando prendere la pillola
Quando è ora di prendere la pillola, o quando il blister è finito e occorre andare dal medico, la segnalazione arriva sul cellulare o anche sul telefono di casa se il paziente è poco “digitale”. Il progetto dell’Asl To1, per ora una sperimentazione, sta per partire: quaranta pazienti, uno per ogni medico di medicina generale, sono stati selezionati per partecipare al progetto “Seguilaterapia”.
Andranno in farmacia, dove avranno tutte le informazioni per poter utilizzare la nuova applicazione che consente di seguire al meglio le cure prescritte evitando anche gli sprechi. «Il compito della farmacia è controllare che il paziente sappia come assumere correttamente il medicinale senza modifiche alla posologia, al dosaggio, alla via di somministrazione » spiega il presidente di Federfarma Piemonte, Massimo Mana.
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Al via la sperimentazione dello Smart Working targato Csi
Sono partiti ufficialmente il 1° dicembre i sei mesi dello Smart Working targato Csi Piemonte. Una sperimentazione che interesserà 180 dipendenti (il 17% del personale) e che si pone l'obiettivo di offrire loro maggiore autonomia e flessibilità nella scelta di spazi, orari e strumenti di lavoro. In cambio di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.
"Si tratta di una filosofia manageriale – spiega Barbara Gherra, responsabile Gestione e sviluppo risorse umane del Csi – che si sta diffondendo a gran velocità nel mondo del lavoro. Basta un numero per capirne la portata: secondo i dati dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, le grandi imprese che adottano questa soluzione sono passate dall'8% del 2014 al 30% del 2016".
In Csi la sperimentazione coinvolgerà inizialmente dirigenti, responsabili d'area, account, account internazionali e project manager. Tutte figure cioè che operano già in una logica a obiettivi. A loro si aggiunge un piccolo numero di dipendenti con ruoli diversi individuati fra quelli che svolgono attività oggettivamente misurabili, per verificare fin da ora la possibilità di un futuro ampliamento dei potenziali fruitori. Le adesioni al progetto sono avvenute su base volontaria e compatibilmente con le esigenze di servizio (ha aderito il 97% del target).
Il cosiddetto lavoro agile – traduzione italiana di Smart Working – vuole infatti innescare un cambio di mentalità fondamentale per la crescita della nostra professionalità. Perché fornisce a ognuno di noi la possibilità di crescere e di sentirsi ancora più responsabili nel proprio lavoro, imparando a gestire al meglio le opportunità che ci vengono offerte nel raggiungere gli obiettivi individuali e aziendali.
http://www.csipiemonte.it/web/it/magazine/news/1225-1-dicembre-al-via-la-sperimentazione-dello-smart-working-targato-csi-piemonte
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Il 28 novembre in CSI si parla di cybersecurity
In un mondo dove sono in crescita social network, Internet of Thing e servizi in cloud, la vulnerabilità delle reti e la necessità di mettere in sicurezza dati e informazioni assumono un ruolo cruciale: anche la Pubblica Amministrazione deve riorganizzarsi per fronteggiare minacce e rischi cibernetici. Il rischio cyber non può essere annullato, ma non basta definire processi e tecnologie. Sono decisive la “cultura” della sicurezza informatica e la “consapevolezza” del rischio e delle modalità per affrontarlo.
Il 28 novembre Csi Piemonte ha organizzato un Lunch seminar in corso Unione Sovietica 216 a Torino, per parlare di linee guida AgID per la sicurezza, esperienze Csi, case history e Cybercrime. Questo incontro vuole essere un’occasione di informazione e sensibilizzazione sul tema della cybersecurity e un momento di confronto sulle attività in corso a livello locale e nazionale.
http://www.csipiemonte.it/web/it/comunicazione/incontri-ict-per/1212-cybersecurity
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