#Ottonella Mocellin
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milksockets · 7 months ago
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'una metafora in equilibrio sulla testa' by ottonella mocellin + nicole pellegrini, 2005 in eretica: the transcendent + the profane in contemporary art - demetrio paparoni (2007)
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lucfierens · 9 months ago
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GALLERIA ARTE SU CARTE
SABATO 2 MARZO ORE 18
LE OPERE DI “PER UN CAPRICCIO 3”
PRESENTAZIONE DI SARA FONTANA
LA MOSTRA DELLE OPERE SARA’ VISITABILE DAL 2 AL 23 MARZO 2024
E siamo ad oggi, due anni dopo è il tempo della terza edizione. A questa nuova edizione denominata “Per un Capriccio 3” sono stati invitati: Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Louisa Babari, Paola Di Bello, Fernanda Fedi, Lucia Pescador, Nicoletta Moncalieri, Giovanni Ferrario, Jacopo Mazzonelli, Elia Ulian e Luc Fierens.
Roberto Gatti
GALLERIA ARTE SU CARTE
VIA FRATELLI ROSSELLI 21/23/25 – 41125 MODENA – TEL. 059390353
ORARI: 10/12 – 16/19 DOMENICA CHIUSO
www.laboratoriodartegraficadimodena.it
Grazie per la bella serata di ieri a Modena, trascorsa in compagnia del grande stampatore Roberto Gatti, del pittore Matteo Maria Filippo Martini, del collezionista Paolo Della Grazia e del poeta visivo Elena Marini.
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pikasus-artenews · 1 year ago
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ARTISTS’ FILM INTERNATIONAL #15 Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini
Un progetto proposto dalla GAMec nell’ambito della rete internazionale di videoarte Artists’ Film International
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chez-mimich · 1 year ago
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PERFORMING PAC: DANCE ME TO THE END OF LOVE (parte I)
“Performing Pac” è un appuntamento fisso del Padiglione di Arte Contemporanea di Milano e l’edizione speciale di quest’anno non poteva che essere dedicata alla memoria, cominciando da quella relativamente recente, proprio quella che coinvolge direttamente il PAC ,in considerazione del trentennale dell’attentato del 1993 che distrusse la prestigiosa sede espositiva ed istituzione milanese. Sono Marco Bova e Simona Zecchi a ricostruire in maniera dettagliata attraverso una timeline di piccoli ritagli cronologici (dal 1992), la situazione politica nazionale ed internazionale, piccole e grandi notizie di quel periodo. Ma la mostra è anche altro, inglobando molti materiali dell’archivio del Pac, a partire dalla mostra di Christian Boltanski del 2005 incentrata sul concetto del fluire del tempo. E al concetto di tempo e al concetto di ricordo fa riferimento l’allusivo titolo, ovvero “Dance Me to the End of Love”, da un verso di una celebre canzone di Leonard Cohen del 1984, nata dai racconti dei sopravvissuti ai campi di sterminio. Poche e selezionate le opere esposte con grande predominanza di video (sembrano i video e le video installazioni la strada intrapresa dal Pac). All’ingresso il visitatore è accolto dal magnifico video su tre schermi di Yael Bartana intitolato “Balka Germania” del 2021. Il titolo significa in ebraico “Regina Germania”, nel video rappresentata da una immaginaria regina a dorso di un asino (il Messia per gli ebrei arriva a dorso di asino). Nel video la donna di bianco vestita e con caratteri somatici decisamente ariani, attraversa una Berlino infestata dai lugubri fantasmi del nazismo, evocati e non rappresentati esplicitamente in una commistione sincronica tra passato e presente: berlinesi di oggi e di ieri che grazie a questo salvifico passaggio di Balka Germania sembrano liberarsi delle colpe, ma non dei sensi di colpa. Un film grandioso per dimensione e profondità del tema. Molto singolare il video di Clemencia Echeverri con due proiezioni sincroniche di un fiume notturno che vede crescere le proprie acque e le urla di due persone non comprese nell’inquadratura che chiamano nomi senza avere alcuna risposta, una sorta di trenodia greca ove il defunto non è presente e, forse, non si tratta solo della vittima di un naufragio, ma di una vittima simbolica di dittature, forse guerre, certamente indifferenza. Il magnifico video di Douglas Gordon riprende l’esecuzione della Sinfonia Concertante in mi bemolle maggiore K.364 di Mozart, da parte di Avril Levitan e Roi Shiloac. I due musicisti ripercorrono al contrario la strada da Berlino a Varsavia che i loro genitori percorsero fuggendo nel 1939 dalla Polonia occupata. Nella prima parte del video, la foresta vista dal treno e il racconto della fuga con la tappa a Poznan con le immagini quasi astratte della antica sinagoga; nella seconda parte il concerto. Accattivante il gioco degli specchi che dànno conto della labirintica complessità della situazione. Nello spazio-giardino del padiglione, quello solitamente dedicato alle installazioni più ambientali ecco l’installazione-performance di Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini. Nella versione perfomance i due artisti presenti siedono a due piccoli scrittoi separati da un muro, mentre nell’installazione sugli scrittoi vengono proiettate le parole delle lettere di uno scambio epistolare tra il nonno deportato in Germania e la nonna a casa con i figli. Il pavimento è ricoperto da riccioli di matita temperata: sul tavolino sono proiettate le parole scritte nelle lettere, in sottofondo le parole di Hitler, Mussolini e Pio X e nel video immagini storiche dell’epoca. Si tratta dell’installazione “Così lontano, così vicino” del 2003 riallestita per la mostra del PAC. Forse non originalissima, ma comunque piuttosto suggestiva. (continua)
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fashionbooksmilano · 3 years ago
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Miniartextil Numero 30 
Saggi di: Giovanni Berera, Paolo Bolpagni con intervista di Luigi Cavadini
Testi di: ARTE&ARTE, Chiara Del Monte, Moritz Mantero, Mimmo Totaro, Veronica Vittani
Antiga Edizioni, Crocetta del Montello 2021, 252 pagine,  19,5 x 25,5 cm, brossura con alette, ISBN  978-88-8435-253-8
euro 25,00
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Il catalogo dedicato alla trentesima edizione di “Miniartextil” racconta i primi trenta anni di storia della nota manifestazione comasca: ideata da Mimmo Totaro e Nazzarena Bortolaso, dal 1991 “Miniartextil” porta a Como le visioni evocative e la creatività di grandi nomi dell’arte tessile nazionale e internazionale, accanto a quelle di giovani emergenti.
Cuore dell’esposizione sono 54 opere di piccolo formato, i minitessili cui dal 1997 si affiancano installazioni site-specific e opere di grandi artisti.
Per l’edizione 2021 è stata allestita una grande mostra alla Pinacoteca Civica con opere di Magdalena Abakanowicz, El Anatsui, Joel Andrianomearisoa e altri, mentre una grande installazione è stata appositamente realizzata dall’artista Stefano Ogliari Badessi.
15/09/21
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nevver · 5 years ago
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Fuck it, it's Friday - Ottonella Mocellin
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basketball-overlords · 4 years ago
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Ottonella Mocellin
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thisisnthappiness · 5 years ago
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Fuck it, it’s Friday - Ottonella Mocellin
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particellare · 5 years ago
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Art City 2020, Bologna 25-01-2020 (II parte)
Art City 2020, Bologna 25-01-2020 (II parte)
3 Body Configurations. Claude Cahun – Valie Export – Ottonella Mocellin
Elulalia Valldosera
Spazio Labo’
Donatella Lombardo
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tartagliaarte · 3 years ago
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La collettiva che racconta in prima persona la diaspora vietnamita
La collettiva che racconta in prima persona la diaspora vietnamita
IL MURO DI BERLINO DIVENTA CORNICE E ATTIVATORE DELLA NARRAZIONE DELLA DIASPORA VIETNAMITA E DELLE SECONDE GENERAZIONI NELLA MOSTRA ALLESTITA AL MA*GA DI GALLARATE. DOVE I GENITORI-ARTISTI OTTONELLA MOCELLIN E NICOLA PELLEGRINI ILLUSTRANO UNA DISTANZA CHE È ANCHE SPAZIO DI DIALOGO Il Muro di Berlino come punto di incontro, e scontro, per gli eredi dei rifugiati vietnamiti. È unica e necessaria…
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collectorsclubberlin · 6 years ago
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26. Januar bis 17. März 2019: Diese erste große Ausstellung der Corcoran Legacy Collection zeigt starke Fotografien und Skulpturen, die @tony.podesta im letzten Jahrzehnt der @corcorangallery of Art gespendet hat, welche jetzt zum Bestand des @americanuniversity Museum gehört. Podesta hat sich den Ruf, ein beherzter Unterstützer der zeitgenössischen Kunst vorrangig von Frauen zu sein. Er ist ein wichtiger Förderer der Künste im In- und Ausland mit übergroßem Einfluss in der gesamten Washingtoner Kunstwelt. Folgende KünstlerInnen werden gezeigt: Darren Almond, Jake & Dinos Chapman, Jenny Gage, Mads Gamdrup, Anna Gaskell, Margi Geerlinks, Siobhán Hapaska, @mwangihutter (in Berlin durch die @galerieburster vertreten), Justine Kurland, Jone Kvie, Clare Langan, Barbara Liotta, Malerie Marder, Ottonella Mocellin, Ernesto Neto, Anneè Olofsson, Gyan Panchal, Nira Pereg, Patricia Piccinini, Torbjørn Rødland, Jenny Rydhagen, Ann-Sofi Sidén, @katjastrunz2018 , Janaina Tschäpe, Hellen van Meene und Tom Waldron. The Gifts of Tony Podesta kuratiert von Jennifer Sakai und Klaus Ottmann 26. Januar 17 Uhr: The Gifts of Tony Podesta Gallery Talk UAwg: museum @ american.edu Host: @American University Museum at the Katzen Arts Center https://tinyurl.com/yaqy8wso (hier: American University Museum) https://www.instagram.com/p/Bs7fJTWlStC/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=f3z09c5p2blr
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demidelanuit · 9 years ago
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Ottonella Mocellin, ‘All that she meant was good’ 1997, as seen in Vogue Italia, May 1999...
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pikasus-artenews · 1 year ago
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ARTISTS’ FILM INTERNATIONAL #15 Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini
Prosegue la partecipazione della GAMeC ad Artists’ Film International, il network dedicato alla videoarte
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frenzh · 10 years ago
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Pellegrini Mocellin: Crash
Cogliendo l’occasione del restyling dello storico Hotel Locarno di Roma, gli artisti Nicola Pellegrini e Ottonella Mocellin hanno creato un’installazione site-specific, sospesa tra il desiderio liberatorio di spaccare tutto e la possibilità di preservare storie, suoni e suggestioni.
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fashionbooksmilano · 3 years ago
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An Incongruous Beam of Beauty over the Gaza Strip
Un assurdo raggio di splendore sopra la striscia di Gaza
Ottonella Mocellin  Nicola Pellegrini
Charta, Milano 2008,  85 p., ill. , 77 tavv. col., cm 17x24, Brossura,  Inglese/italiano, ISBN  9788881586790
euro 12,00
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Attraverso una videoinstallazione, una performance-teatrale e questo libro, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini raccontano la tragedia della vita quotidiana in Israele e in Palestina e lo spaesamento che la pervade servendosi delle parole di David Grossman, scrittore israeliano che vive a Gerusalemme ed esponente di rilievo di Peace Now, e di Laila EI-Haddad, giornalista palestinese che vive a Gaza. La terza fonte è Mahmoud Darwish, poeta palestinese del quale gli artisti hanno illustrato parte di un saggio sui fiori che crescono in Palestina, intesi come simbolo di bellezza, fertilità e fragilità di quella terra contesa e bagnata dal sangue, una delle zone più isolate e recintate del pianeta.
Mostra  Napoli, 1 aprile - 30 aprile 2008
03/11/21
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