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Inglourious Basterds (2009, Quentin Tarantino)
01/03/2024
Inglourious Basterds is a 2009 film written and directed by Quentin Tarantino.
Uchronic war film, the title is a tribute to Enzo G. Castellari's 1977 features film Quel maledetto treno blindato, released in the United States with the title The Inglorious Bastards which Tarantino modified homophonically in the original language to Inglourious Basterds.
It is the first chapter of the director's trilogy of historical revisionism, which will continue with Django Unchained and Once Upon a Time in Hollywood, paying homage to Sergio Leone and his trilogy of time, revisiting various periods of the contemporary history.
1941. In Nazi-occupied France, the young Jewish Shosanna Dreyfus witnesses the massacre of her entire family at the hands of German Colonel Hans Landa, nicknamed "Jew Hunter" for his ability to sniff out their hiding places. The girl miraculously escapes death and takes refuge in Paris.
1944. Lieutenant Aldo Raine recruits a special team of eight Jewish soldiers nicknamed "Bastards", belonging to various units of the US military. The soldiers will be parachuted into Europe shortly before the Normandy landings, with the mission to sow terror among the Nazis, killing every German soldier they encounter to take their scalps. The nickname Bastards was given to them by the German soldiers for the continuous massacres that Raine and his group carried out, in particular for the bloody killings carried out by Sergeant Donnie Donowitz (nicknamed The Bear Jew) with a baseball bat. A new member has recently been added to the group: the former German soldier Hugo Stiglitz, who became famous in the German army for having killed 13 Gestapo officers.
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La bellezza in greco si dice Kalón, gli antichi l'associavano per omofonia al verbo kaléo, chiamare. Da qui il convincimento secondo cui la bellezza "appella", chiama il Bene.
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Oral pun
easy training is it raining?
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Note
Allitterato tra le tue labbra
Omofonia di desideri
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sciarade
1. Definizione
La sciarada è lo schema enigmistico (➔ enigmistica) che richiede di saldare due parole per ottenerne una terza.
È uno degli schemi enigmistici fondamentali e il suo nome è tra quelli appartenenti alla terminologia enigmistica che vengono usati anche in senso generico, come sinonimo di «rompicapo, problema difficile da risolvere» (assieme a enigma, indovinello, rebus e, in passato, logogrifo).
2. Importanza storica della sciarada
Benché il semplice principio della sciarada sia uno dei meccanismi enigmistici fondamentali, l’importanza di tale schema è di ordine innanzitutto storico. È attraverso la sciarada, infatti, che i giochi linguistici confinati all’oralità (o a varianti scritte erudite e accademiche) hanno trovato il loro medium elettivo: la stampa periodica a vasta diffusione.
Schema che per vocazione si pone in un punto di mediazione tra oralità e scrittura, la sciarada è stato a lungo un gioco inavvertito. L’impresa anguis sola («un solo serpente») per la famiglia Anguissola o l’uso petrarchesco di l’aura per Laura non venivano considerati in modo diverso dall’impresa con una colonna, per la famiglia Colonna, o dall’uso dantesco di Beatrice (Bartezzaghi 2001 e 2004). La distinzione attuale tra omofonia e omografia (Dossena 2004) è posteriore all’invenzione della stampa e all’assestamento nell’uso corrente degli spazi vuoti tra parola e parola.
Nella seconda metà del Settecento si diffonde, nei salotti francesi, un gioco di conversazione in cui una parte dell’uditorio deve indovinare a quale parola il giocatore alluda, mimandone le componenti. Troviamo descrizioni letterarie di questo gioco conviviale in William Thackeray, Stendhal, Jane Austen (Augarde 1984; Gagnière 1996), fino a un’allusione di Virginia Woolf che ci consente di considerarlo ancora in auge all’inizio del Novecento (oggi non è scomparso, ma si pratica mimando i titoli dei film). Era questo il gioco delle charades, un termine che viene fatto risalire (non senza qualche opacità) a una parola provenzale, charrado «chiacchierata».
Il gioco si diffuse in tutta Europa e, alla fine del XVIII secolo, incominciò a esserne pubblicata sul «Mercure de France» una versione scritta. Già agli esordi della stampa periodica borghese non venivano proposti solo testi da leggere ma anche testi da risolvere, piccole sfide all’intelligenza con cui si istituiva una relazione di gioco tra giornale e lettore (Bartezzaghi 2004).
La versione scritta della sciarada ripeteva il rituale che si svolgeva nei salotti: chi proponeva il gioco distingueva le due o più parti che dovevano comporre la soluzione finale attraverso dei numeri. Così nelle sciarade scritte le parti della soluzione compaiono nel testo sostituite da termini convenzionali come premier, second, autre, tout (ricalcati in italiano da primiero, secondo, altro, intero).
A volte il testo definiva il contenuto delle parti:
È piatto il mio primiero,
fu verde il mio secondo;
contiene il mio intero
davvero tutto il mondo
Soluzione: pian / età = pianeta (si noti l’uso allora consueto di termini tronchi e la mancata concordanza del termine convenzionale secondo al genere della soluzione, età).
In altri casi, invece, la soluzione veniva evocata non per menzione ma per uso, come accade in una sciarada satirica attribuita a ➔ Vittorio Alfieri:
Sarebbe l’intero
tagliare il secondo
a ogni primiero
Soluzione: (primiero) re / (secondo) gola = (intero) regola.
In questi casi la difficoltà per il solutore è estrema, mancando quasi ogni appiglio semantico che indirizzi verso le parole della soluzione. I tre oggetti nascosti sono colti solo nella loro relazione reciproca, come nell’esempio che segue:
Sta dentro al mio secondo il mio primiero
e il primo col secondo nell’intero
Soluzione: cor / petto = corpetto. Il corpetto contiene il petto che contiene il cuore: la relazione di ognuno di questi tre elementi con gli altri due è l’unica caratteristica – non proprio specifica – che il solutore ha per individuarlo.
Con il tempo, in Italia, la sciarada e gli altri giochi hanno conosciuto altri sistemi di occultamento che hanno finito per far dimenticare il sistema delle parti convenzionali, che aveva dominato la scena sino a tutto l’Ottocento.
La prima pubblicazione italiana totalmente dedicata a giochi enigmistici è del 1816: un libro di sciarade (Frediani 1816). Nel decennio successivo incominciarono a uscire almanacchi come l’«Aguzza-ingegno» e poi «Lo sciaradista» e «Il nuovo sciaradista». Solo progressivamente, su tali pubblicazioni, furono introdotti schemi diversi dalla sciarada, molto spesso da questa derivati.
3. Meccanismo della sciarada
Il principio della sciarada è la risegmentazione o cesura: l’introduzione, la cancellazione o lo spostamento degli spazi fra le diverse parole (Bartezzaghi 2001).
Il principio non si riscontra solo nelle sciarade, ma in molti altri giochi e generi enigmistici: è il principio base dei rebus e della gran parte della crittografie, e può intervenire liberamente nella maggior parte degli schemi enigmistici. Così come i segni d’accento e la differenza tra maiuscole e minuscole, in enigmistica (salvo che in rare occasioni), anche gli spazi tra le parole non sono pertinenti.
Nella sua forma standard la sciarada non prevede spostamenti di lettere di alcun genere. Si ha una sciarada quando due parole vengono semplicemente unite per formarne una terza: ora / colo = oracolo. Nella tradizione italiana la sciarada è un gioco che interviene sulle lettere, e non sui fonemi, a differenza di quello che succede nella versione francese originale, dove è perfettamente possibile una combinazione come âne «asino» / thon «tonno» = hanneton «maggiolino».
Le varietà di questo schema-base sono poco numerose: le parti della sciarada possono essere più di due: re / gola / mento = regolamento; il risultato della sciarada può essere composto da una frase (nel lessico enigmistico è frase ogni espressione costituita da più parole in relazione sintattica): lame / lamatura = la mela matura. Anche gli elementi della sciarada possono essere costituiti da frasi, a condizione che si tratti sempre di almeno due elementi distinti (la Crimea / mare = lacrime amare).
Quando le due parti della sciarada sono costituite da altrettante frasi, allora si ha una frase doppia: chi ama, teme = chiamate me.
4. Varianti della sciarada
Oltre alle varietà legate al numero degli elementi e delle parole che li compongono, il meccanismo di base della sciarada ha dato vita a numerose varianti (Bartezzaghi 2001).
(a) Schemi a lettura alternata:
(i) l’incastro, in cui il primo elemento si segmenta in due tratti e il secondo viene interposto al primo: ara / ring = arringa (ara / RING = arRINGa);
(ii) la sciarada alterna, in cui entrambi gli elementi si segmentano e i quattro tratti risultanti si leggono alternati: ring / amo = ramingo (ring / AMO = rAMingO);
(iii) l’intarsio, nella cui forma base il primo elemento si segmenta in tre tratti e il secondo elemento in due: cala / ring = carlinga (cala / RING = caRlINGa).
Ognuno di questi tre schemi può essere realizzato con un maggior numero di elementi e con varie combinazioni diverse.
(b) Schemi a scarto: la sciarada incatenata, in cui il tratto terminale del primo elemento è identico al tratto iniziale del secondo; si elimina uno dei due tratti identici e si legge consecutivamente una nuova parola: ring / ghiera = ringhiera (rinG / Ghiera = rinGhiera).
(c) Schemi a doppio scarto: il principio della caduta di entrambi i tratti identici è alla base di una famiglia di schemi enigmistici che alla sciarada devono la fondamentale forma ternaria «a / b = c»: la famiglia dei biscarti. In tale famiglia si distinguono biscarti semplici, biscarti iniziali, biscarti finali, lucchetti, cerniere, doppie estrazioni, secondo la posizione dei tratti comuni da lasciar cadere.
La maggior parte, se non la totalità, degli schemi enigmistici si può combinare con la sciarada: in passato si parlava così di sciarada a scarto (club / etto = cubetto), sciarada a scambio (cia / lozione = coalizione), sciarada a spostamento (tacco / moda / meno = accomodamento), sciarada bifronte (arido / secca = acceso d’ira). Ora la dizione sciarada è decaduta, in questi casi, poiché si ritiene che non aggiunga informazioni che non siano contenute nel diagramma numerico che accompagna ogni gioco.
Viene a volte denominato sciarada (o sciarada a bisensi o bisensi) anche uno schema in cui non c’è alcuna risegmentazione, ma le parti si limitano a cambiare significato: imposta (fiscale) / rotta (navale) = imposta rotta («infisso rotto»). È il caso che mostra con chiarezza il funzionamento sistematico dell’ambiguità enigmistica: quando viene a cessare un’ambivalenza nella composizione del significante deve intervenire l’ambivalenza nell’ambito del significato.
fonte: Treccani
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Omofonia (Homophony):
noun. a musical texture in which a single voice carries the primary line (the melody), while multiple other voices sing supporting lines (the harmony) to emphasize and create emotion in sound.
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La bellezza in greco si dice Kalón, gli antichi l'associavano per omofonia al verbo kaléo, chiamare. Da qui il convincimento secondo cui la bellezza "appella", chiama il Bene.
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L'art pour l'art e l'america agli americani
L'artista dadaista Marcel Duchamp è autore di numerosi cosiddetti ready-made, letteralmente dei "prefabbricati", o se si vuole dei "prêt-à-porter" dell'arte: in definitiva, robe - che tra l'altro si è inventato lui medesimo - ottenute modificando e/o assemblando opere d'arte già esistenti, possibilmente famose, così tutti colgono la citazione.
Tra i più noti c'è questo qua:
dal titolo, scritto in calce, L.H.O.O.Q.
Letto in francese, suona come la frase Elle a chaud au cul, letteralmente "Lei ha caldo al culo", in altre parole, "Lei è eccitata".
Fu precursore, con questo giuoco di parole, o meglio di lettere, degli odierni rapper ammericani che scrivono titoli del tipo R U ready, C U L8r, 10X, B4, e altre diavolerie grafologiche moderne...
Che poi ce le abbiamo pure noialtri italiani, eh! Chi non conosce la formula dell'acqua nella vasca da bagno, C6B8?
E allora ecco un nuovo enimma da risolvere, fresco fresco e in argomento, senza nome perché la Cri non saprebbe ancor bene come classificarlo... anzi no! Chiamiamolo omofonia, dai.
Omofonia (4)
L'ACRONIMO DEL NARCISISTA
(La soluzione tra una settimana)
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