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#ODia quotidiano
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PRIMA PAGINA O Dia di Oggi martedì, 03 settembre 2024
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cutulisci · 7 months
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Ogni volta che la politica manda a effetto una operazione contro la classe operaia, i primi a gioirne o, “meglio”, i primi a dare manifestazioni esteriori della loro contentezza non sono i “pezzi grossi”, commissari di polizia od ufficiali delle regie guardie o dei carabinieri, ma sono i più umili agenti, i più modesti carabinieri, l’ultima delle guardie regie. Sono cioè gli agenti del governo usciti dalle file del proletariato più arretrato, costretti a questo passo dalla miseria o dalla speranza di trovare, abbandonando il campo o l’officina, una vita migliore, dalla persuasione di divenire qualche cosa di più di un povero contadino relegato in un paesetto sperduto fra i monti, di un manovale abbruttito dal quotidiano lavoro d’officina. Questa gente odia, dopo averne disertato le file, la classe lavoratrice con un accanimento che supera ogni immaginazione. “Ecco le armi”, urlò trionfante non so se un agente investigativo od un carabiniere in borghese, scoprendo una rivoltella durante la perquisizione all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. Pochi minuti dopo, un altro agente udendo uno scambio di parole tra il commissario ed un nostro redattore, esclamò: : “Finiremo per arrestarli tutti! Li arresteremo tutti!” A questo pensiero la sua bocca si aprì ad un riso tanto cattivo da sbalordire chiunque non sia abituato a questo genere di fratellanza umana. Ho compreso allora perché nelle caserme e nei posti di polizia, carabinieri, guardie regie ed agenti gareggino nel bastonare gli operai arrestati, nel rallegrarsi delle loro torture. E’ un odio di lunga data. Gli agenti dello Stato addetti al mantenimento dell’ordine pubblico sentono attorno a sé il disprezzo che tutta la classe lavoratrice ha per i rinnegati, per quelli che sono passati nell’altro campo, per i mercenari che impegnano ogni loro energia per soffocare qualsiasi movimento del proletariato. E al disprezzo del proletariato s’aggiunge quello di gran parte della borghesia che guarda con occhio diffidente tutta rinnegati questa puzza di questura. Perché? Perché questa è la sorte di tutti i mercenari: al disprezzo e all’odio degli avversari s’aggiunge quasi sempre il disprezzo dei padroni. Ed è naturale, è umano che nell’animo di questa gente mal pagata, che non sempre riesce a procurarsi quanto occorre per una vita piena di stenti e di privazioni e che si sente circondata da una barriera che la divide dagli altri uomini, che la mette quasi fuori dalla società, germogli l’odio, metta radici la crudeltà: odio contro quelli che prima erano i fratelli, i compagni di lavoro e che ora disprezzano con maggior forza, crudeltà che si esplica contro di essi sotto mille forme diverse. Così, arrestare un operaio è una gioia, un trionfo, bastonarlo e malmenarlo, una festa, rinchiuderlo in carcere una rivincita. Solo nel momento in cui essi tengono un uomo fra le mani e sanno di poter disporre della sua libertà, della sua incolumità, sentono di possedere una forza che in qualche momento della vita li rende superiori ai loro simili. La gioia di acciuffare un uomo non proviene dalla consapevolezza di servire la legge, di difendere l’integrità dello Stato: è una piccola bassa soddisfazione personale, è la gioia di poter dire: “Io sono più forte”. Quale altra gioia possono essi provare? Quanti di essi sono in grado di formarsi una famiglia senza che la vita di stenti diventi vita di patimenti? Non è forse vero che a molti di questi transfughi del proletariato la vita non riserva altre soddisfazioni che qualche umile offerta di una passeggiatrice notturna in cerca di protezione?
Noi li abbiamo visti pochi giorni or sono nella nostra redazione. Moltissimi, dall’abito, potevano benissimo essere scambiati per operai in miseria. E’ certo che erano umilmente, più che umilmente vestiti non solo per introdursi tra gli operai, per raccoglierne i discorsi, per spiarli, ma anche perché non potrebbero fare diversamente. E guardavano con gli operai veri, quelli che si dibattono tra la reazione e la fame e cercano affannosamente la via della liberazione. Essi comprendevano, sentivano che chi lotta è sempre superiore a chi serve. E quando hanno ammanettato i giovani che difendevano il giornale del loro partito il giornale della loro classe, il loro giornale, gli agenti hanno avuto un lampo di trionfo, hanno riso. Ma non era un riso spontaneo, giocondo. Era un riso a cui erano costretti dalla rabbia, dal disprezzo degli altri, dalla loro vita, dal destino a cui non potevano sottrarsi. Quel riso era la smorfia di Gwynplaine.
(A.Gramsci “L’Ordine Nuovo”, 30 agosto 1921)
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giardinoweb · 5 months
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Orchidea Cambria: Consigli per fioriture spettacolari
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Ciao a tutti da Andrea! voglio condividere con voi la mia passione per le orchidee, in particolare, oggi vi parlerò della Cambria. Innamorarsi di questa bellezza non è stato difficile: i suoi fiori, che sembrano piccole opere d'arte, sfoggiano colori vivaci e forme incantevoli, e la loro fragranza delicata riempie la casa di un'atmosfera speciale. All'inizio, la cura di questa orchidea mi sembrava un'impresa ardua, un labirinto di termini tecnici e regole da seguire. Ma con il tempo e un pizzico di pazienza, ho scoperto che la Cambria non è poi così esigente come pensavo. Anzi, è una compagna di viaggio fiorita che regala immense soddisfazioni. Per aiutarvi a coltivare questa splendida orchidea, voglio condividere con voi alcuni consigli che ho imparato lungo il cammino, senza addentrarmi in un linguaggio troppo tecnico: Luce e temperatura: La mia Cambria ama la luce indiretta e luminosa, ma odia il sole diretto che può bruciarle le foglie. Per questo, la posiziono vicino a una finestra, ma mai sotto i raggi cocenti del sole. In quanto alla temperatura, lei preferisce un clima mite, tra i 18°C e i 24°C, evitando correnti d'aria e sbalzi termici. Acqua e umidità: Innaffiare la Cambria è un po' come un ballo delicato: troppo poca acqua la fa appassire, troppa la soffoca. Il segreto è trovare il giusto equilibrio, annaffiandola solo quando il terriccio è asciutto al tatto. Per aumentare l'umidità, che lei adora, la nebulizzo regolarmente con acqua tiepida o la posiziono su un vassoio di ghiaia umida. Concimazione e rinvaso: Per far fiorire la mia Cambria in tutto il suo splendore, la nutro con un fertilizzante specifico per orchidee ogni 2-4 settimane. Circa ogni 2-3 anni, quando le radici hanno riempito il vaso, la rinvaso in un nuovo contenitore con terriccio fresco per orchidee. Fioritura e propagazione: La fioritura della Cambria è uno spettacolo che emoziona ogni volta: i suoi fiori sbocciano in primavera e in autunno, colorando la mia casa con sfumature sempre nuove. Per favorire questo evento magico, le assicuro luce adeguata, una temperatura costante e un'umidità elevata. Se desidero moltiplicare la mia bellezza, posso dividerne i rizomi o provare la semina, anche se la divisione è sicuramente il metodo più semplice e veloce. Malattie e parassiti: La mia Cambria è una coccola, ma come tutte le orchidee, può essere soggetta ad afidi, cocciniglie e marciume radicale. Per questo, la controllo regolarmente per individuare precocemente eventuali problemi e intervenire tempestivamente. Consigli da amico: Vi consiglio di utilizzare un vaso con fori di drenaggio per evitare ristagni d'acqua che potrebbero far marcire le radici. Evitate l'acqua fredda per le annaffiature e non concimate la Cambria durante la fioritura. Se le sue foglie ingialliscono, potrebbe ricevere troppa acqua o poca luce; se invece diventano marroni, il problema è probabilmente l'eccesso o la carenza di acqua. Coltivare la Cambria non è solo una questione di regole e tecniche, ma un'esperienza che richiede amore, pazienza e attenzione. Prendervi cura di lei significa creare un legame speciale, un piccolo rituale quotidiano che porta colore e gioia nella vostra vita. Provateci anche voi, e lasciatevi conquistare dalla bellezza magnetica di questa orchidea speciale! Read the full article
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salvo-love · 1 year
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L'ITALIA il nuovo #farwest 🤔🤔🤔😭😓😨😭😓😨🤔🤬🤬🤬🤬🤬🤬🤬😭⁉️⁉️❓❗❗❗❗
Repubblica.it La Stampa la Repubblica Corriere della Sera Domani official l'Unità Fanpage.it Donna Fanpage La Notizia Avvenire Il Fatto Quotidiano Rai3 Report Piazzapulita - LA7 IN ONDA Laura Telese David Parenzo DiMartedì TG LA7 Linea Notte TG3 Raitre- Linea Notte Elly Schlein Giuseppe Conte Nicola Fratoianni Angelo Bonelli Debora Serracchiani Simona Flavia Malpezzi Roberto Speranza, di nome e di fatto Marco Damilano Roberto Gualtieri Davide Giacalone
Non sono percezioni di insicurezza !!! Non sono percezioni di stupri !! Non sono percezioni di femminicidio ! Non sono percezioni di spaccio !! Non sono percezioni di omicidio di donne innocenti !! Non sono percezioni di risse e accoltellamenti !! Non sono percezioni di rapine, non sono percezioni di furti e di violenze continue e gratuite e AHINOI impunite !! 😭😭😭😓😓😨😨😨🤔🤔🤔🤔🤬🤬🤬🤬🤬😭😓😨🤔🤬🤬🤬. Non ci sono parole per commentare questa disgustosa #serva della #giustizia; dovrebbero mandarla in #galera .
Questa era innamorata.......😓🤬😓
E questi sono i #magistrati che dovrebbero difendere gli italiani???
Ecco la #verità, la #magistratura di #sinistra (rossa) ha rovinato l'Italia....Non ci si può difendere !!!
Ma, mi e vi chiedo, una #procuratrice come può esprimere un parere del #genere; e se la #vittima fosse stata sua madre ??? Aldilà del ruolo che ricopre.......MHAAAH.....Sono questi #PM che rovinano l’Italia e c’è ne sono tanti, purtroppo !!! Ma se questi #clandestini, #delinquenti, #stupratori, #violenti, #spacciatori #rapinatori falliti, che NON dovrebbero essere accolti e NON dovrebbero nemmeno arrivare in #Italia, avessero #massacrato una loro sorella, la madre, o poliziotte o donne carabiniere, etc.; queste pseudo procuratrici, di non so cosa, ragionerebbero così, come sta ragionando questa ca...ra ?? La classica #buonista decerebrata !!
Io direi che la procuratrice, senza nulla di spettacolare, dovrebbe DIMETTERSI per inadeguatezza all’incarico !!! Ma scusate, cos'è, un #magistrato della Repubblica o un #giudice di un #concorso per #immigrati palestrati ??? Si #dimetta immediatamente e chieda #scusa !! Vergogna, #vergogna !!
Quanti #giudici #sinistroidi, che NON fanno i #magistrati, ma i #politici, dovrebbero essere #radiati, #cacciati dalla #magistratura !?!?!! L'ho ha detto uno di loro, l'ex #Presidente della associazione magistrati Palamara.
IL #PD, AHINOI, È CHIARO DALLA SUA NASCITA, che ODIA GLI #ITALIANI; E QUESTI SONO GLI EFFETTI PRATICI DELL' ANTI ITALIANISMO NELLA MAGISTRATURA DI SINISTRA, PURTROPPO !!! Le #sinistre hanno diffuso e imposto questo anti italianismo, in nome di un #falso #buonismo e di una #finta ed #interessata #solidarietà ed #accoglienza per e nei confronti degli #immigrati e i #migranti, nelle #scuole, #università e #istituzioni #PUBBLICHE, con i risultati #negativi e #pericolosi ogni giorno sotto gli occhi di tutti gli italiani, purtroppo 😭!!! Ecco perché occorre con urgenza e determinazione una giusta, corretta ed efficace riforma della magistratura, con la quale scongiurare ed eliminare la possibilità che i giudici facciano politica attiva nell'esercizio delle loro funzioni e con la quale "OBBLIGARE" i giudici ad essere #superpartes, al di sopra delle #ideologie, corretti ed #imparziali nell'applicazione della #legge !!!
L'ITALIA E GLI ITALIANI HANNO URGENTE BISOGNO DI QUESTO !!! Giorgia Meloni Antonio Tajani Matteo Salvini Ministero della Giustizia Matteo Piantedosi Matteo Piantedosi Guido Crosetto Palazzo Chigi - Presidenza del Consiglio dei Ministri Sergio Mattarella Camera dei deputati Palazzo Madama (Official) CEI - Conferenza Episcopale Italiana Sostenitori Delle Forze Dell'Ordine
Buona giornata Paolo.
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luigidalise · 1 year
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Già prima della pandemia, un sondaggio svolto in 140 Paesi aveva reso noto che l’80 per cento della popolazione occupata odia il proprio impiego. E cosí, dopo avere avuto mesi per riflettere sulla qualità della vita, tantissime persone esauste, esasperate e impoverite si sono organizzate per licenziarsi collettivamente dai settori della ristorazione, della sanità, della vendita al dettaglio, della cultura e da altri ancora. Dando forma a quello che è stato definito il fenomeno delle Grandi dimissioni, divenuto oggetto di un libro della sociologa Francesca Coin, edito da Mondadori. Ne parliamo sul quotidiano Il Mondo del Lavoro [link https://ilmondodellavoro.net/13/06/2023/perche-viviamo-nellera-delle-grandi-dimissioni | illustrazione Corriere della Sera]
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max790101 · 2 years
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Ci si odia ci si ama,la vita è veramente strana. Vivere in un paese di merda dove l’ignoranza è pane quotidiano,ma almeno se questo pane quotidiano fosse di Nutella la vita per tutti era assai dolce.
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danielemuzzarelli · 3 years
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Una lunga favola triste
Vi voglio raccontare una favola. È tratta da una storia vera, quella di un mio amico e di sua moglie che, per qualche giorno, sono stati in assoluto gli esseri più felici di questo pazzo mondo. Dopo essersi goduti la vita senza figli, dedicandosi a loro stessi e ai loro interessi, ad un certo punto hanno deciso che valeva la pena provare ad averne. Dopotutto, si sono detti, da due con la nostra etica ed i nostri valori magari viene fuori qualcosa di buono, no? Così, hanno iniziato con quella che, statistiche alla mano, avrebbe dovuto essere una lunga serie di tentativi, considerata l'età. Guess what? Centro al primo colpo! E la favola potrebbe anche iniziare qui, con un test di gravidanza ed un'emozione difficile da descrivere e superata soltanto da quella relativa alla prima ecografia che ha certificato una presenza fisica, ancorché minuscola. Hanno aspettato che arrivasse il Natale per comunicarlo in famiglia, e del resto quale regalo più bello che un annuncio del genere? Wow, che Natale magnifico, ha pensato il mio amico guardando i presenti così felici per lui, per sua moglie e per quel momento troppo bello per essere vero. E infatti il destino ci ha messo lo zampino. O meglio, ci ha ficcato gli artigli e ha scarnificato la gioia per banchettare con ciò che ne restava. Ricordate, si trattava di una favola triste. Ebbene dopo Natale la narrazione di questa storia diventa una serie di fotogrammi di un piccolo e angosciante film a basso budget. Ci sono delle perdite ematiche. C'è una corsa al pronto soccorso. C'è spazio per un po' di speranza. C'è ancora il battito. C'è quel cosino lungo appena qualche millimetro che sta ancora lì al suo posto. Ma poi passa un giorno, ne passa un altro, ne vola via un altro ancora in mezzo a palate di ansia che lasciamo perdere. E arriva l'ultimo dell'anno, una visita concordata. C'è una ginecologa antipatica. C'è un'immagine sfuocata. C'è ancora il fagiolino. E, di nuovo, c'è un effimero barlume di speranza. Quel che invece non c'è sapete cos'è? Il battito. Un'assenza che rima con sentenza. E la sera, mentre tutti festeggiano, mentre la gente si scambia gli auguri, la moglie del mio amico va incontro all'inevitabile. Fuori infuriano i botti, dentro di lei si consuma quel poco che restava di un sogno. Lui, adesso, a distanza di qualche giorno, non fa che piangere per la crudeltà di un fato bastardo più che beffardo. Piange quando va a gettare l'immondizia, piange sotto la doccia, piange mentre lava i piatti, piange in silenzio la notte, quando si sveglia col dubbio che si sia trattato solo di un incubo ma si accorge che non è così. Si sente all'improvviso invecchiato, incattivito, è irritabile e soffre come non credeva di poter soffrire. Lei invece è forte, o almeno è riuscita a farsi forza dopo aver a sua volta pianto e patito il dolore fisico assieme a quello psicologico. È stata male, ha pianto e si è sfogata. A differenza di lui, che nel quotidiano sbraita e s'incazza di continuo, ha davvero carattere ed ha saputo già riprendersi, o comunque si è rimessa in piedi e riesce ad essergli addirittura di sostegno. Dal pozzo di disperazione nel quale egli è precipitato non può che ammirarla. Lo sa che c'è chi sta peggio ma al momento non gliene frega niente, che crepino pure sotto ai suoi occhi, che vadano al diavolo, odia tutti quanti. Tranne lei. Lei la ama più che mai, si accorge che se non è ancora del tutto impazzito è merito suo. Ecco come finisce questa favola, con una donna che offre il meglio di sé in un periodo difficile ed un uomo spezzato, schiacciato, travolto, sopraffatto da eventi che non sa come combattere. Nudo e disarmato di fronte al materializzarsi delle proprie paure, guarda i frammenti del suo mondo chiedendosi quando riuscirà a rimetterli insieme. Sa che verrà il giorno in cui sarà di nuovo capace di ridere, di star bene, ma quel giorno sembra lontano e a lui non restano che lo strazio per quel che ha perso e l'amore per ciò che ancora ha. E questa, signore e signori, è la fine della favola triste che volevo raccontarvi. Sipario.
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soldan56 · 3 years
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Credo nella Costituzione e nella libertà d’espressione, per questo a Crosetto risponderò così: Da settimane Guido Crosetto, che non conosco, commenta ogni mio tweet dandomi – letteralmente – del terrorista, più precisamente del “brigatista latente”, “un terrorista mascherato da professore”, uno cha va letto “ricordando come iniziarono le BR”, uno che “vuole lo scontro fisico violento”, “una persona pericolosa che odia e vuole far crescere l’odio”. Molti amici e molti sconosciuti mi hanno ogni volta esortato a querelarlo per diffamazione. Ma io non credo alla repressione giudiziaria delle idee, anche delle più aberranti. E nessuna sentenza potrà affermare ciò che penso meglio di quanto non facciano i miei libri: nei quali è evidente la matrice cristiana (milaniana, dossettiana, lapiriana…) della mia battaglia ideale per i poveri e contro i ricchi. Le parole più dure che ho usato sono quelle del Magnificat di Maria: “Ha rovesciato i potenti dai troni… ha rimandato i ricchi a mani vuote”. Ho scritto mille volte che credo in un conflitto dal basso, pacifico e non violento, che risponda al massacro sociale che da decenni l’establishment compie verso il basso. Un conflitto culturale, parlamentare, movimentistico. Il motto che ho fatto mio è quello di Giustizia e Libertà: “Insorgere, risorgere”. Alla fine, ho deciso di spiegare perché non rispondevo in alcun modo. L’ho fatto attraverso un tweet che fosse chiaro solo a chi aveva letto gli attacchi di Crosetto contro di me, ed è per questo che non l’ho nemmeno nominato. Ho scritto che non avrei risposto a un “fascista mercante d’armi che mi dà del terrorista”. Ora Crosetto annuncia di avermi querelato lui. Così in tribunale spiegherò perché Crosetto ­– cofondatore di un partito che ha la fiamma tricolore missina come simbolo; che non si dissocia dai suoi esponenti che celebrano la Marcia su Roma; che accoglie un terrorista nero in Parlamento – possa definirsi “fascista”. E perché Crosetto – presidente della Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (della quale è socia anche l’Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni Sportive e Civili), e presidente del cda di Orizzonte Sistemi Navali, impresa specializzata in sistemi ad alta tecnologia per le navi militari e gestione integrata dei sistemi d’arma – possa sinteticamente definirsi “mercante d’armi”. Come sempre, preferisco andare in tribunale per difendere la mia libertà di espressione e i valori della Costituzione antifascista, che andarci per limitare o colpire la libertà altrui, per quanto male venga usata.
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falcemartello · 4 years
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La sinistra riparta dai bimbominkia.
Sorgente: Il figlio di Selvaggia Lucarelli contesta Salvini al gazebo della Lega a Milano, polizia lo identifica. Lei: “Stupita, ha detto la sua senza aggredire” – Il Fatto Quotidiano
Riporto  la versione del fatto quotidiano perché difficilmente potrà essere accusata di essere pro lega visto l’orientamento politico della testata e le “firme” che ci scrivono.
I miei due centesimi: un altro che vuole ascendere nell’empireo degli intellettuali antisalviniani ma alla fine fa solo la figura del bimbominkia decisamente maleducato. Rendiamoci conto che se quella, come scrive mammà, è la punta di diamante dell’opposizione allora salvini praticamente ha già vinto tutto.
Allontanato e identificato dalla polizia per aver contestato il leader della Lega, sostenendo che “tutta la comunità Lgbt lo odia”. 
La prima domanda che farei in una ipotetica intervista sarebbe: “quando è stato nominato portavoce della comunità LGBT, tutta la comunità LGBT, e come?” A me la vicenda ha  sembra il solito caso di ragazzi che ripetono acriticamente le cose dette in casa giocando a fare i grandi. Si nota anche un altro vizio, molto di sinistra, il parlare non in nome proprio ma per conto del dio “tutti”- Cioè che io dico non è una stronzata partorita da me medesimo ma la voce del dio tutti, e quale mortale oserebbe sfidare il dio “tutti”? Certo il dio “tutti” è fighissimo, ha solo un problema: tutti sono l’unico e solo profeta del dio tutti.
È quanto successo al figlio di Selvaggia Lucarelli in piazza Milano durante un incontro di Matteo Salvini con i suoi sostenitori della città lombarda. Il 15enne dopo essersi avvicinato al leader con la scusa di un selfie, lo contesta: “Volevo ringraziarla per il suo governo razzista e omofobo”.
Beh dare del razzista ed omofobo gratuitamente è un insulto bello e buono, non è libertà di opinione. Come scrive la madre il figlio sta venendo insultato nei social; mi chiederei come distinguere fra gli insulti e la libertà di opinione. Il solito doppiopesismo secondo cui la stessa azione è meritoria se rivolta verso A e un vigliacco attacco se rivolta verso B. A proposito, Salvini non è più al governo, mi sa che il ragazzo ha interiorizzato la prima lezione del comunismo: “mai lasciare che una brutta realtà possa inficiare una bella teoria”.
Le guardie del corpo del segretario del Carroccio provano ad allontanarlo, ma il leader le ferma, mentre i sostenitori cominciano a prendersela con il minorenne. Allontanato da Salvini, poi, Leon Pappalardo, viene fermato e identificato dalla polizia in borghese. “Sono stato fermato e identificato solo per aver detto quello che penso senza nessuna minaccia o violenza. In questo paese – dice il ragazzo alle telecamere – non c’è più libertà di espressione. Almeno non mi hanno arrestato“.
Dovrebbe conoscere le leggi, la polizia, una volta che si qualifica, ha tutto il diritto di chiedere di identificarti. Capita un sacco di volte, ti hanno chiesto di identificarti ed è morta lì. Quali sono i diritti messi a repentaglio? Capisco il volersi sparare pose da eroico rivoluzionarien contro il cattiven sergenten, ma simili chiassate alla fine si trasformano in una parodia, parodia che poi favorisce proprio la lega. Perché se l’alternativa a Salvini sono, senza offesa, i bimbominkia convinti di essere all’assemblea di classe della III C, l’unica che può fermare Matteo è Giorgia..
Sentita dall’Ansa, la madre ha sottolineato di essere “stupita che un ragazzino di 15 anni che esprime la sua opinione in modo civile e pacifico, e nei limiti del confronto democratico, venga identificato da due poliziotti in borghese come un delinquente”.
Quindi se la polizia mi ferma per strada e mi chiede di identificarmi mi sta trattando da delinquente? Cioè gli hanno chiesto i documenti. E la corte dei diritti umani dell’Aia non è ancora intervenuta?
“Non mi sembra che ci sia stato un confronto aggressivo – continua Lucarelli – e neanche un diverbio, tanto che Salvini non ha neppure quasi risposto. Se decidi di scendere in piazza e di confrontarti con i cittadini lo fai con tutti, non puoi scremare”.
Sarò all’antica ma mi sembra che per confrontarsi occorrano idee e proposte, non insulti. E che “razzista e omofobo” non sia una piattaforma politica su cui si possa discutere molto.
E sulla possibilità di essere insultato dai numerosi fan di Salvini, cosa peraltro già avvenuta, la giornalista conclude: “Conosce le dinamiche del web, si aspetta quello che ci si può aspettare dai leghisti: sicuramente ci saranno migliaia di insulti però non credo che intenda fare vittimismo. Se ha deciso di agire così è perché vola più in alto di questo”.
Scommettiamo che per circa una settimana il leit motiv sarà: la sinistra riparta da lui… in attesa del nuovo messia eterno della settimana.
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corallorosso · 4 years
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La Germania prolunga il lockdown per tutto gennaio. L’Austria va avanti altre tre settimane con le chiusure. Tutta Europa si appresta a un gennaio (eccetera) molto difficile. E noi che facciamo? Ci inventiamo una bella crisi di governo. Dentro una pandemia. Geniali, no? Ovviamente è tutto merito del Cazzaro Rosè, la Diversamente Lince di Rignano, la variante rignanese di Mister Bean. L’allievo ripetente, e parrebbe senza speranze, di Silvio Berlusconi. Insomma: Matteo Renzi. Il “leader” di nulla, insomma di Italia Morta, forte del suo titanico 2% fa sul serio. Vuole la crisi e sta per ritirare le sue ministre. Perché lo fa? Perché odia Conte, perché vuole regalare un’emozione alla Fusani, perché gli piace avere i titoli di Repubblica. Chi lo sa. Ma neanche è poi così importante saperlo. Si conoscono invece benissimo gli scenari possibili. Elenchiamoli. 1. Conte concede ai renziani qualche poltrona in più, magari (magari?) un dicastero alla Boschi. E la cosa finisce lì. E’ la famosa ipotesi “rimpasto”. Renzi ne uscirebbe vincitore, Conte perdente (ma ancora in sella). Molti, dentro al governo, ci sperano. Tranne Conte, che è il meno convinto in merito. Giustamente. 2. Conte va alla conta (ops) al Senato, vedendo le carte di Renzi. Cade, e si va al voto (se Pd e M5S non cedono nel frattempo alle sirene di un governo diverso). Non cade, per via dell’aiuto di qualche responsabile (si fa per dire). E Renzi va a sculacciare i billi della Val di Chiana. Possibilmente col naso. 3. Ricicciano un governicchio - il terzo della legislatura - con dentro anche berlusconiani e “la parte buona della Lega” (entità mitologica inventata da Calenda, assai bravo quando crede di essere la reincarnazione politico-fantasy di Tolkien). Il Pd ci sta, perché il Pd spesso è fatto così. Salvini non è convinto, ma ci sta per amor di patria (come no). La Meloni non ci sta, ma resta a guardare perché tanto con Salvini e Berlusconi non romperà mai. E i 5 Stelle? Le seconde linee, consce di non avere futuro politico alcuno, appoggiano silenti l’ennesimo Frankenstein. In qualche modo i numeri ci sono. E la stampa tutta festeggia, con la solita eccezione di qualche caso isolato. Compresi i quattro stronzi del Fatto. 4. Renzi esce vincitore dalla crisi, intestandosi tutti i meriti del governo di cui sopra. Un governo che potrebbe essere a trazione Draghi. Oppure Franceschini. O magari Scaramacai, noto doroteo di lungo corso. La Meli paragona Renzi a Churchill, Mario Lavia a Dio e Gaia Tortora a Sai Baba. Il Cazzaro Rosé si prende la vicepresidenza del Consiglio, la delega ai servizi segreti e il Ministero della Pappagorgia. Boschi va agli Interni, Bellanova agli Esteri, Nobili allo Sport e Recalcati alla Cultura. Repubblica titola: “Il Rinascimento, finalmente”. Il Giornale: “L’Italia è guarita”. Libero: “Cazzo, pensavamo peggio!”. Il Covid si suicida da solo, il vaccino della Pfizer Biontech si iscrive a Italia Viva e Alessandro De Angelis dichiara piangendo da Formigli: “Non ero così contento dai tempi in cui il Dixan era scontato del 60% alla Lidl”. Sarà un anno bellissimo! P.S. In realtà, per disinnescare Renzi, basterebbe che Pd e M5S si opponessero per intero, e sul serio, a qualsiasi governo diverso da questo. A quel punto Renzi avrebbe di fronte solo lo scenario del voto anticipato. E dunque abbasserebbe parecchio la cresta, essendo certo della sua scomparsa parlamentare (totale) qualora si andasse a votare. Sarebbe facile. Ma in Italia l’unica cosa facile è tramutare la farsa in tragedia. E viceversa. (Andrea Scanzi dal Fatto Quotidiano di ieri)
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cartofolo · 5 years
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Odiatori, nella vita come nella Rete. L’ondata di cattivismo che sta infestando il dibattito pubblico rischia di sovvertire millenni di etica, con i samaritani del 2000 disprezzati, accusati di salvare vite e occuparsi dei fragili, come fosse una colpa anziché ciò che ci fa uomini. Rigurgiti odierni di “aporofobia” (disgusto verso i poveri), fenomeno mai visto prima... Ho finito le guance. Ho già porto anche l’altra, non ne ho più; ormai è uno stato di isteria, una malattia effettiva e affettiva. Rabbia e paura ci hanno drogato, ci hanno alterato quasi chimicamente, fino alla patologia. L’odio nasce da un cortocircuito, avvenuto per poter scaricare una rabbia che è stata preparata accuratamente. Credevamo di avere gli anticorpi contro tutto questo, che gli errori del passato ci avessero resi irrimediabilmente migliori. Invece assistiamo al trionfo della ci/viltà, l’anonimato è la forza con cui si esprime oggi chi odia: ti insulto tanto io non so chi sei e tu non sai chi sono io. È la ci/viltà dei social, dei media, la viltà da dietro un vetro. Come ha scritto Zamagni su Avvenire, il potere ha paura dei solidali, colpevoli di trovare soluzioni che toglierebbero il dominio alla nuova economia. Allora avalla questo delirio di impotenza, questa fame di diffamare... Mi dai l’inimicizia su Facebook? Così ci si assuefà a tutto e può anche accadere, a Manduria per esempio, che un anziano debole sia seviziato per mesi da baby bulli, fino alla morte, nel silenzio osceno di tutti. L’anonimo è vile perché è forte della debolezza altrui, macchia la tela bianca e sa che la tela non potrà rispondere. La povertà è invisibilità, se la si vede la nascondiamo, inchiodiamo i ferri sulle panchine per non far sedere i mendicanti, per non farli ri/posare. I Comuni dicono ci pensi lo Stato, ma lo Stato è confusionale e allora chi ci pensa è il terzo settore, il volontariato, quello odiato, che però è all’elemosina, perché il potere non si può permettere un’economia sociale... E allora tocca per esempio all’Elemosiniere ridare non solo quella luce (una vera Illuminazione) che non nasconde più nel buio il bisogno, il disagio e la vita, ridando altra energia a quelli a cui l’abbiamo tolta da troppo tempo e che dobbiamo difendere con ogni costo a tutti i costi per non continuare a vergognarci. Chi esprime tenerezza diventa quasi un nemico, mai nel passato la Croce Rossa o Medici senza Frontiere o la Caritas erano stati insultati in quanto umanitari... Ci vuole un cambio di frequenza che muova da dentro, da dove parte la tua idea di vergogna: quando parlo di diritti non regge più la sola Costituzione, manca una sana costituzione interiore. I partiti hanno creato questo momento storico, hanno acceso il fuoco perché potesse bruciare, perché si calpestasse il pane purché non andasse ai rom: quando arrivi a questo è già tardi, bisogna agire nelle scuole, raccontare lì il tema della paura che nasce da una mancanza d’amore, e raccontare il mistero degli Interni, il mistero della Giustizia, il mistero della Salute, il mistero dell’Istruzione. La libertà di parola quali condizionamenti può avere? Davvero ognuno può scrivere tutto? Ognuno può offendere? C’è una sproporzione umana che chiede una condizione di sovrumanità, altro che sovranismo! E poi perché vogliono depotenziare la storia a scuola? Questo è lavorare sull’annientamento della memoria, renderci poveri, sì, ma di idee, il potere è malato, teme gli spiriti liberi della solidarietà, perché dimostrano che la povertà può diventare ricchezza. In questo momento c’è un Dna del buio. Cosa possiamo fare, allora? Cambiare il linguaggio, gridare la tenerezza e la compassione, urlare nei teatri, sui libri, ovunque, contro questa cultura in vitro – il vetro della tivù e dei computer – che non la tocchi e non la annusi, che non ha sensi. Ma c’è una nuda verità che viene prima: essere o essere? Questo mi interessa. Attenzione, il volontariato verso i bisognosi esiste, anche a Bologna ne vedo tanto, ma oggi occorre indossare questa povertà, abitarla, sentirla con un settimo senso, ecco il cambio di frequenza che tocca a noi, non ci sta più solo la denuncia e la manifestazione. C’è un fare l’impossibile e un fare l’impassibile, io devo fare il mio volontariato quotidiano che è lo sguardo, il non avere paura d’avvicinarmi. Il mercato ci ha detto cosa dobbiamo avere per mantenere il nostro benessere e il suo benestare, senza cadere mai sotto la famosa soglia della povertà... Invece no, dobbiamo attraversarla avanti e indietro questa soglia, ognuno come può, lavorare sulla nostra santità, altra parola che fa tanta paura. Invertiamo la rotta, mettiamocela addosso questa santità, per combattere il morbo dell’aporofobia c’è bisogno di uno scatto, un moto a luogo, altrimenti poveri... noi. Di che cosa si accusa il povero? Mai visto nella storia un accanimento come oggi. Il povero... non ti ha fatto assolutamente nulla. Semplicemente ti accanisci contro questa condizione inerme e sai che non reagirà. E siamo pure arrabbiati perché stiamo male, a differenza di chi sta male: quello che vive sotto i ponti dà fastidio a noi. Penso ai cartoni animati , quelli dei clochard, con dentro degli uomini... Bisognerebbe aprire l’era del risarcimento per togliere l’in/fame nel mondo e restituire il maltolto, invece su questa gente si consuma la fame di fama che ci vede potenti sui social, dove li disprezziamo e così siamo forti. Pensare che social con una “e” in più diventa sociale, cioè terzo settore, pietà, condivisione. Invece il social è vedo e colpisco. I nativi digitali moriranno tra atroci divertimenti, dipendenti dalla Rete non conoscono la concezione tattile, olfattiva, umana dell’altro, è questo il sacrilegio che vedo. Io auspico il cambio di frequenza dal basso all’altro, e non lo lascio solo alle religioni, tutti noi abbiamo una parte divina che non ci è permesso esercitare: siamo stati lavorati sulla stanchezza, sottomessi a spauracchi con mezzi di distrazione di massa. Liberiamo i nostri figli dalla paura! Diciamogli che la persona disagiata è chi guarda, non chi è nel disagio. Che il cibo è spazzatura, ma per molti la spazzatura è il cibo. Liberiamoci dal conflitto di disinteresse. Il cambio dev’essere esistenziale, non di partito: portiamolo nelle scuole, è lì il vero Parlamento.
Alessandro Bergonzoni, 14 maggio 2019 - su Avvenire.it
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PRIMA PAGINA O Dia di Oggi martedì, 03 settembre 2024
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ringoworld · 5 years
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Il sessantotto distrugge l’etica borghese e impone la cosiddetta liberazione dei costumi sessuali ma al tempo stesso produce un moralismo ipocrita che finisce per investire soprattutto i politici: il sessantottino Clinton si comportò, con Monica, come i codici dei campus l’avevano abituato, solo che non aveva capito di essere finito nell’età delle guerre culturali. Quella per cui il delitto non è tanto avere un rapporto sessuale quanto dimostrare scarso  “rispetto” per la donna. E’ di questo che ora la stampa mainstream accusa BoJo, nonostante la compagna, Carrie, lo stia portando persino sulla strada del veganesimo, e nonostante nella registrazione del Guardian gli insulti siano soprattutto di lei verso Boris: ma ora i giornali della sinistra e persino il Times scrivono che BoJo sarebbe unfit a diventare premier perché “odia” le donne.
Marco Gervasoni, Il caso Boris Johnson: gli scandali politico-sessuali nell’era del #metoo (ma sempre a senso unico), Atlantico Quotidiano
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giardinoweb · 5 months
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salvo-love · 1 year
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L'ITALIA il nuovo #farwest 🤔🤔🤔😭😓😨😭😓😨🤔🤬🤬🤬🤬🤬🤬🤬😭⁉️⁉️❓❗❗❗❗
Repubblica.it La Stampa la Repubblica Corriere della Sera Domani official l'Unità Fanpage.it Donna Fanpage La Notizia Avvenire Il Fatto Quotidiano Rai3 Report Piazzapulita - LA7 IN ONDA Laura Telese David Parenzo DiMartedì TG LA7 Linea Notte TG3 Raitre- Linea Notte Elly Schlein Giuseppe Conte Nicola Fratoianni Angelo Bonelli Debora Serracchiani Simona Flavia Malpezzi Roberto Speranza, di nome e di fatto Marco Damilano Roberto Gualtieri Davide Giacalone
Non sono percezioni di insicurezza !!! Non sono percezioni di stupri !! Non sono percezioni di femminicidio ! Non sono percezioni di spaccio !! Non sono percezioni di omicidio di donne innocenti !! Non sono percezioni di russe e accoltellamenti !! Non sono percezioni di rapine, non sono percezioni di furti e di violenze continue e gratuite e AHINOI impunite !! 😭😭😭😓😓😨😨😨🤔🤔🤔🤔🤬🤬🤬🤬🤬😭😓😨🤔🤬🤬🤬. Non ci sono parole per commentare questa disgustosa #serva della #giustizia; dovrebbero mandarla in #galera .
Questa era innamorata.......😓🤬😓
E questi sono i #magistrati che dovrebbero difendere gli italiani???
Ecco la #verità, la #magistratura di #sinistra (rossa) ha rovinato l'Italia....Non ci si può difendere !!!
Ma, mi e vi chiedo, una #procuratrice come può esprimere un parere del #genere; e se la #vittima fosse stata sua madre ??? Aldilà del ruolo che ricopre.......MHAAAH.....Sono questi #PM che rovinano l’Italia e c’è ne sono tanti, purtroppo !!! Ma se questi #clandestini, #delinquenti, #stupratori, #violenti, #spacciatori #rapinatori falliti, che NON dovrebbero essere accolti e NON dovrebbero nemmeno arrivare in #Italia, avessero #massacrato una loro sorella, la madre, o poliziotte o donne carabiniere, etc.; queste pseudo procuratrici, di non so cosa, ragionerebbero così, come sta ragionando questa ca...ra ?? La classica #buonista decerebrata !!
Io direi che la procuratrice, senza nulla di spettacolare, dovrebbe DIMETTERSI per inadeguatezza all’incarico !!! Ma scusate, cos'è, un #magistrato della Repubblica o un #giudice di un #concorso per #immigrati palestrati ??? Si #dimetta immediatamente e chieda #scusa !! Vergogna, #vergogna !!
Quanti #giudici #sinistroidi, che NON fanno i #magistrati, ma i #politici, dovrebbero essere #radiati, #cacciati dalla #magistratura !?!?!! L'ho ha detto uno di loro, l'ex #Presidente della associazione magistrati Palamara.
IL #PD, AHINOI, È CHIARO DALLA SUA NASCITA, che ODIA GLI #ITALIANI; E QUESTI SONO GLI EFFETTI PRATICI DELL' ANTI ITALIANISMO NELLA MAGISTRATURA DI SINISTRA, PURTROPPO !!! Le #sinistre hanno diffuso e imposto questo anti italianismo, in nome di un #falso #buonismo e di una #finta ed #interessata #solidarietà ed #accoglienza per e nei confronti degli #immigrati e i #migranti, nelle #scuole, #università e #istituzioni #PUBBLICHE, con i risultati #negativi e #pericolosi ogni giorno sotto gli occhi di tutti gli italiani, purtroppo 😭!!! Ecco perché occorre con urgenza e determinazione una giusta, corretta ed efficace riforma della magistratura, con la quale scongiurare ed eliminare la possibilità che i giudici facciano politica attiva nell'esercizio delle loro funzioni e con la quale "OBBLIGARE" i giudici ad essere #superpartes, al di sopra delle #ideologie, corretti ed #imparziali nell'applicazione della #legge !!!
L'ITALIA E GLI ITALIANI HANNO URGENTE BISOGNO DI QUESTO !!! Giorgia Meloni Antonio Tajani Matteo Salvini Ministero della Giustizia Matteo Piantedosi Matteo Piantedosi Guido Crosetto Palazzo Chigi - Presidenza del Consiglio dei Ministri Sergio Mattarella Camera dei deputati Palazzo Madama (Official) CEI - Conferenza Episcopale Italiana Sostenitori Delle Forze Dell'Ordine
Buona giornata Paolo.
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emilianism · 6 years
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The Unapologetic Captain Marvel
Per chi ha sempre riconosciuto la valenza culturale dell’universo fumettistico, l’ultimo decennio è stato denso di soddisfazioni. Grazie all'intuizione cross-mediale di Disney (a cui ha fatto seguito, con alterni successi, anche il duopolio Warner-Dc Comics) di acquisire e valorizzare l’intero parco di narrazioni Marvel, abbiamo assistito a un susseguirsi di film, serie e videogames ispirati alle storie con cui siamo cresciuti, veri e propri racconti mitici “a bassa intensità” come li definirebbe Peppino Ortoleva, che molto, moltissimo hanno significato per la decodifica del nostro quotidiano.
Se di quotidiano parliamo, ovviamente, non possiamo pensare che all'interno del narrato cinematografico non andremo a ritrovare rappresentate anche le aberrazioni del nostro tessuto sociale: non è un caso quindi che solo negli ultimi due anni marvel abbia trovato il coraggio di dedicare un film a un protagonista afro-americano e, successivamente a una donna. Entrambi i film in qualche modo hanno dovuto subire qualche forma di scetticismo e discriminazione: ma se da un lato gli intellettuali black americani riescono a fare quadrato attorno ai propri artefatti culturali (ma per sconfiggere il razzismo made in USA la strada è ancora lunghissima, soprattutto dopo i passi da gambero compiuti dall’elezione di Trump nel 2016) mettere anche solamente in discussione il patriarcato sembra qualcosa di assurdo, complicato. Lo è perché la donna oggi, in tutte le esperienze sociali, vive uno stato di subalternità culturale ed economica; un’egemonia maschile difficile da scalfire. Se la realtà non è altro che “una costruzione sociale” (Berger, Luckmann) e se “non esistono fatti puri, ma solo interpretazioni” (Nietzsche), vedere questa Captain marvel farsi largo nello storytelling mainstream, non può che essere un segnale confortante.
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Intendiamoci: Captain Marvel non è un film perfetto, anzi: come tutti i film che raccontano le origini di un supereroe Marvel si attiene a una ricetta che dopo dieci anni inizia a essere un po’ stantia, sebbene la rivisitazione degli anni novanta come luogo della memoria (e non gli onnipresente ottanta, di cui, francamente, non se ne può più) lo rende godibilissimo, grazie anche al gran lavoro “da spalla” fatto da Samuel L. Jackson. Quest’ultimo recita ringiovanito di vent'anni grazie a una tecnologia figlia degli algoritmi di intelligenza artificiale dietro ai cosiddetti deepfakes; tecnologia che di anno in anno diventa sempre più (in)credibile, ponendoci di fronte a interrogativi e scenari stimolanti per il futuro: un attore potrà essere giovane per sempre? potrà lasciare la sua immagine e il suo timbro vocale in eredità anche dopo la sua morte? potremo mai rivedere sullo schermo divi come Marlon Brando o Marylin Monroe recitare - in qualche modo - nuove scene?
Mentre la trama del film si dipana al ritmo del rock post-grunge (No Doubt, Hole, Elastica, Garbage… ma anche Nirvana), seguiamo il doppio percorso della protagonista, Vers: terminare la sua prima missione come guerriera Kree e, contemporaneamente, comprendere sé stessa. I ricordi dei suoi primi anni di vita sono disorganici, sconnessi, anche di fronte all'Intelligenza Suprema (una sorta di divinità dalle mutevoli fattezze: in questo caso, quelle di Annette Benning) Vers non riesce a ricomporre i frammenti del suo passato. Soltanto dopo lo schianto sulla Terra inizia a scalfire la superficie dell’oblio indottole dal lavaggio del cervello subito e a comprendere la complessità della sua identità. Con l'aiuto degli agenti del neonato S.H.I.E.L.D., Nick Fury e Phil Coulson, un “gatto” che si rivelerà molto più aggressivo del suo aspetto sornione e la famiglia Rambeau, Vers non solo scoprirà di essere Carol Danvers, un'ex pilota americana, ma rivaluterà la sua posizione rispetto alla guerra che sta combattendo.
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Socchiudendo lo sguardo per meglio leggere tra le righe, Carol Danvers combatte una guerra in cui si trovano coinvolte tutte le donne, fin dal loro primo vagito: quella contro l’accoppiata patriarcato/misoginia. 
La misoginia (dal greco misèō, "odiare" e gynḕ, "donna"), pur nella sua disarmante chiarezza, risulta un concetto sfuggente, spesso scartato a priori in maniera semplicistica: nessuno “odia” le donne, tutti gli uomini ne hanno, più o meno, amato qualcuna - una giustificazione che avrete sentito dire migliaia di volte: “la mia vita è piena di donne importanti, mia madre, mia sorella, mia moglie ecc.” -  e questo sembra essere, per molti, un’affermazione plausibile che smonta, disinnesca automaticamente il sentimento d’odio. Anche se ci appare superfluo specificare cosa sia il patriarcato, un veloce ripasso non può che essere d’aiuto. Certe volte basta anche Wikipedia:
Il patriarcato è un sistema sociale in cui gli uomini detengono principalmente il potere e predominano in ruoli di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà privata. Nel dominio della famiglia, il padre o la figura paterna esercita la propria autorità sulla donna e i figli.
Storicamente, il patriarcato si è manifestato nell'organizzazione sociale, legislativa, politica, religiosa ed economica di una moltitudine di culture differenti. In sintesi, qualsiasi donna (non importa la classe sociale, l’età, l’identità di genere) in questo tipo di società è minacciata – più o meno direttamente – di conseguenze ostili se viola o contesta le norme o le aspettative relative al suo essere tale. Questo sistema normativo garantisce diritti e obblighi ben precisi. Questo ci pone in una situazione difficile da definire, dai contorni sfumati e quindi più complessa: non ci sono “uomini che odiano le donne” in maniera assoluta; ma un’immotivata insofferenza, che può variare di volta in volta d’intensità, fino a giungere a conseguenze gravissime, quando si verificano  particolari atteggiamenti ritenuti al di fuori del ruolo in cui la donna deve essere incardinata.
Come scrive Kate Mann in “Down girl: the Logic of Misoginy” (2018) 
il sessismo è il ramo dell'ideologia patriarcale che giustifica e razionalizza un ordine sociale patriarcale, la misoginia è il sistema che sorveglia e fa rispettare le norme e le aspettative che lo governano.
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Attraverso i numerosi flashback che appaiono nel film, apprendiamo che ci sono stati molti punti nella vita di Carol DanVers in cui le è stato detto di “stare al suo posto”, da differenti persone che hanno ricoperto ruoli più o meno importanti nella sua vita: in primis il suo mentore Yon-Rogg (interpretato da Jude Law).
Nella prima scena in cui li vediamo coinvolti in un allenamento al combattimento, Yon-Rogg insiste più volte sul fatto che Carol non debba lasciare che la rabbia e l'emozione facciano parte del suo combattimento, invitandola alla calma e alla razionalità. Alla luce di quello che scrivevamo poco prima, possiamo osservare chiaramente l’imposizione di un ruolo di genere: l’irrazionalità e la rabbia sono una prerogativa del combattimento mascolino (qualcuno di voi ha mai pensato di insegnare la razionalità a Hulk?). Una donna combattente, per essere “presa sul serio”, deve controllare la sua rabbia isterica (uso, non a caso, un termine ancora d’uso comune ma figlio di un sentimento misogino: il greco Hystera si traduce, non a caso, con Utero). A Carol Danvers non viene detto di controllarsi perché incapace di controllare il suo potere. Viene osteggiata e sbeffeggiata perché donna: come nella caccia alle streghe, la lotta alle suffragette; come accade oggi a Greta Thunberg e alla sua battaglia ambientalista. È una donna che non ha autocontrollo (o meglio, non ha introiettato le leggi del controllo maschile) e quindi destinata a finire nei guai. Quando Carol chiede il motivo per cui non può sfruttare tutto il suo potenziale la risposta, in sintesi, è di “stare al proprio posto”: il suo mentore ha deciso il modo in cui deve combattere, minacciandola di “toglierle tutto ciò che le è stato dato”, facendo riferimento all'innesto di tecnologia Kree che ha nel collo.
Molti fan dei comics originali si sono lagnati del gender-bending di Mar-Vell, personaggio a cui sono giustamente affezionati: nato nella silver age e protagonista di alcuni archi narrativi memorabili (in particolare quello che culmina con la sua morte). Mar-Vell, nella sua incarnazione filmica, appare interpretato da una Donna (dicevamo, Annette Benning); questa scelta, figlia di una scelta dell’ultim’ora, ha perfettamente senso all’interno di questa origin story. Quando Vers si trova al cospetto dell’intelligenza suprema, che prende le fattezze di Mar-Vell - una donna - questa ripropone in qualche modo le stesse minacce alla protagonista, se non rispetterà le regole relative al suo ruolo. Questa, che ironicamente ci diverte definire “sindrome di Stoccolma da patriarcato” è una forma di violenza psicologia esistente e spesso più complicata da far emergere: l’ideologia può assumere forme diverse, compresa quella femminile. Questo è un fenomeno comune a tutte le forme oppressive di dominio psicologico: nomino velocemente i “neri da cortile” di Malcom X, citati anche da Quentin Tarantino nel suo Django Unchained (2012), in particolare – in un veloce incrocio crossmediale – nel personaggio di Stephen, interpretato proprio da Samuel L. Jackson.
L'aspetto particolarmente insidioso di questi ruoli sociali è che essi appaiono il più possibile naturali o scelti liberamente, per cui è difficile scorgere come essi favoriscano l’affermarsi di un'ideologia. Naturalmente l'adozione da parte dell'Intelligenza Suprema dell'immagine di Lawson/Mar-Vell non significa che la Lawson aderisca alle norme sociali patriarcali (Spoiler: in realtà non è affatto così). Quello che ci preme sottolineare è che l’accoppiata patriarcato/misoginia non sempre indossa un volto maschile.
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Carol, mostra di sé il ritratto di una donna impenitente (o come amano dire gli americani unapologetic) il cui potere - raggi fotonici a parte - è proprio quello di rendersi conto di non dover giustificare a nessuno le scelte intraprese nella sua vita. È la sua tenacia, non il sangue Skrull, a darle la forza di rialzarsi dopo ogni sconfitta. Sul grande schermo abbiamo viste tante figure eroiche del genere, ma quasi mai, concedeteci il calembour, di questo… genere. Per una volta c’è una donna al centro del progetto Marvel. Ci vuole coraggio, può sembrare assurdo, a mettere in cantiere un personaggio simile all’interno di una cultura, quella nerd, che ha più volte dimostrato di avere al suo interno delle pericolose frange ultra conservatrici (fenomeno, tuttavia, di facile spiegazione: chi più di un nerd è legato alla cristallizzazione nostalgica di figure caratteristiche della propria infanzia e adolescenza?).
Nei mesi che hanno preceduto l'uscita del film, e nei giorni successivi, abbiamo potuto osservare come alcune persone, spesso anche organizzati in gruppi di “Troll”, si siano sentiti in diritto di controllare il modo in cui le narrazioni supereroiche debbano essere declinate. Ad esempio, dopo il primo trailer di Captain Marvel, un largo numero di fan del MCU (in maggioranza maschi) si è lamentato dell’aspetto di Brie Larson, secondo loro “poco sorridente”. Evidentemente, nel loro sistema valoriale, le donne dovrebbero essere sempre sorridenti e accondiscendenti. Per non parlare della campagna, miseramente fallita, di affossare il film sulle piattaforme che basano il loro giudizio con metriche crowdsourced (in primis, Rotten Tomatoes). Anche se tutto ciò può sembrarci estremamente ridicolo, e ci ritorna in mente William Shatner, indimenticabile interprete del Capitano Kirk di Star Trek apostrofare i fan più zelanti con un liberatorio “get a life!”, è importare comprendere quanto possano essere misogine questo genere di iniziative. Senza nemmeno entrare nel merito dei film coinvolti - è accaduto anche per Ghostbusters (2016) e Ocean’s 8 (2018) - ci si trova di fronte a un sentimento tossico che vorrebbe forzosamente proiettate le proprie aspettative sui prodotti dell’industria culturale.
Captain Marvel è un personaggio femminile forte e complesso, come lo sono molti dei personaggi del Marvel Cinematic Universe; non è una Dea come Wonder Woman, ma una donna che abbraccia le sue vulnerabilità e che ha la forza di combattere, fisicamente - ma non solo - sia contro i nemici che contro i suoi limiti. Un personaggio mitico che affronta il suo personale viaggio dell’eroe, in cui tutti possono identificarsi.
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