#NotizieDaMare
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Vi parlo del Centro Astalli ODV
Ieri, l'Avv Francesca Napoli ha invitato ai suoi follower di donare il 5x1000 al Centro Astalli ODV.
In questo breve articolo lo conosciamo assieme.
Il Centro Astalli è un'associazione romana gesuita, situata nell'omonima via al numero 14/a. La loro mission è offrire servizi in difesa dei diritti degli immigrati e di farli conosere all'opinione pubblica attraverso.
L'idea di creare quest'associazione è venuta a Pedro Arrupe sj, che nel 1980 era il Generale della Compagnia di Gesù, colpito dai rifuggiati dalla Guerra del Vietnam
Ad oggi l'Associazione si trova anche a Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Trento, Vicenza e Padova. Gli oltre 700 volontari, ogni anno, assistono i 22.000 migrati dove la metà è locata nella Capitale.
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La breve storia di Satham e l'ennesimo caso di Caporalato ... MA BASTA!
Satnam Singh, è un agricolo indiano che è morto sul lavoro a Latina. Lui e sua moglie lavoravano senza un contratto.
17 Giugno Satnam Singh è rimasto bloccato in un macchinario che l'ha tranciato via il braccio.
Questa scena che vi descrivo è raccapricciante: il capo di Satham, invece di chiamare i soccorsi, l'ha portato a casa con un furgone, mettendo il braccio sanguinante in una cesta di verdure (cosa mangiamo a tavola?).
I vicini hanno soccorso invanamente Singh perchè è morto.
Chi conosceva da vicino la storia ha dichiarato che il capo si preoccupava più della questione legale che della salute di Singh (umanità dove sei?). Oltre a Satham, altri suoi colleghi connazionali venivano sfruttati e minacciati.
Non si può, nel 2024, essere sfruttati al lavoro e non si può morire in un luogo che, invece di darti il pane, ti da la morte. Satham non è la prima o l'unica vittima di caporalato o sfruttamento sul lavoro. Nel lodigiano un 18enne è morto mentre lavorava in un'azienda agricola.
Dicono che "gli immigrati ci rubano il lavoro" (FALSO!) ma peccato che, alcuni capi, gli rubano la vita e la dignità.
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La VERA storia di "Io capitano"
Durante i mondiali del 2006, Mamdou Plee, con suo cugino, è partito dalla Costa d'Avorio per scappare dalla guerra civile in atto dagli inizi di questo secolo.
Le loro prime tappe sono: Ghana, Bukina Faso e Niger. Qui, alla frontiera, è costretto a comprare falsi documenti. Inoltre arrivano i trafficanti libici che, sotto pagamento, lo portano nella loro città.
Gli speculatori di esseri umani (perchè è così che bisogna chiamarli) rallentano appositamente il viaggio verso la Libia per spelare i migranti da ogni loro denaro. Inoltre gli portano dai poliziotti che gli arrestano. Per essere liberati, gli immigranti dovevano chiamare i loro parenti per ricevere dei soldi.
Momdou non aveva nessuno a chi chiamare e così, purtroppo, si è piegato alle volontà delle autorità. E' proprio qui che è stato spettatore di maltrattamenti, violenze di ogni genere e morte.
Come se fossero degli oggetti, i libici compano gli imigrati.
Qui, Momdou lavora come muratore. Ma dopo ogni turno gli veniva rubato soldi e i telefono e veniva costretto a chiamare qualcuno per ottenere soldi.
Nel 2008, da Zuwahara, assieme a 69 persone, si reca in Europa. Due giorni dopo il gommone si squarcia causando due morti. Gli imigranti si levano la maglia per tappare il buco da dove fuori usciva l'acqua.
Gli immigrati stremati arrivano a Mazzara del Vallo. Qui supplicando ai pescatori di essere salvati. Le richieste d'aiuto vengono ascoltate. Interviene la guardia costiera italiana che gli salva.
Modmou è scappato da una guerra civile, ma non poteva rimanera lì a combattere per la sua patria? Amnesty, ONG mondiale sui diritti umani, afferma che chi si ritrova in una paese in conflitto o in guerra, ha il diritto a rifugiarsi da un altro paese.
Ma proprio in Europa doveva venire? Ci sono altri paesi ! Su 22.500.000 rifugiati, l'11 % arriva in Europa e lo 0,69 % qui da noi.
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Io capitano: trama del film da Donatello
Seydou e Moussa sono due giovani senegalesi che intraprendono un viaggio verso l'Europa. Prima di arrivare qui affrontano il deserto, la detenzione in Libia e la tempesta del mare.
Il film è tratto da testimonianze vere di immigrati, cercando di mettere i spettatori nei panni dei protagonisti. Questo film cerca di offrire nuovi sguardi a chi si occupa di immigrazione ed è indifferente alla sofferenze di chi cerca un nuovo futuro.
youtube
Il film è disponibile su Prime Video.
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Il piano Ruanda e il patto italoalbanese
In Inghilterra, chi fa' richiesta asilo e viene considerato irregolare viene trasferito in Ruanda (Africa orientale), scaricando la responsabilità alla città di Kigali di gestire l'immigrazione.
Il piano inglese è simile all'accordo che l'Italia ha stipulato con l'Albania. Qui, in centri che si occupano di immigrazione, vengono trasferiti coloro che ci chiedono asilo e vengo considerati irregolari. Quest'ultimi vengono automaticamente detenuti per 18 mesi, cosa illegale secondo il diritto internazionale.
L'Inghilterra e l'Italia, in estremissima sintesi, scarica gli immigrati ad altri governi, in cambio di soldi.
Stiamo parlando di persone o di oggetti? Si può parlare di persone irregolari come se non avessero una dignità? Dove sono finiti i diritti dell'ONU del 1948 dove l'Italia, facendone parte dal '55, ha firmato?
L'immigrazione clandestina, in Italia, stando alla Legge 286/1998, siccome prevede solo una multa salata è un reato civile e non penale.
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IL SECOLO MOBILE - liberi di partire, liberi di restare (evento)
Lunedì 15 aprile 2024 presso il Cinema Fanfulla di Lodi dalle ore si terrà "IL SECOLO MOBILE - liberi di partire, liberi di restare" di Piera Rossi.
L'evento sarà preceduto, alle 19.00, da un aperitivo interculturale e seguito, alle 21.00, da un confronto assieme a Gabriele del Grande e Mohamed Ba.
Si tratta di un insiemee di racconti, suggestioni, spietata analisi della realtà dell'ultimo secolo abbondante, provocazione al cambiamento. Sarà un viaggio tra presente, passato e futuro dell'Africa, degli Africani e dell'Umanità che ne viene attraversata.
Per info: - @umanita.lodigiana (facebook) - @umanitalodigiana (instagram) - [email protected]
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La Rete Umanità Lodigiana è un’iniziativa che promuove valori di solidarietà, compassione, comprensione, amore, perdono, cura e gentilezza nella Città di Lodi.
Questa rete si è formata attorno a importanti tematiche ignorate. In questi anni, ha organizzato vari eventi per sensibilizzare le persone su questioni sociali, diritti umani e ambientali.
Nel 2020, la rete ha deciso di avviare un nuovo percorso, coinvolgendo vari enti aderenti, promuovendo:
un'economia socialmente responsabile e
una mobilità sostenibile.
Questa rete sta cercando anche di coinvolgere le nuove generazioni nella costruzione di progetti e proposte a Lodi.
Facendo una ricerca sul web, ho scoperto che questa Rete ha ricevuto diverse critiche. Vorrei concludere, pur non conoscendo l'organizzazione, condividendo il mio punto di vista.
I valori promossi dalla Rete, come la comprensione, l'amore ecc., posso coesistere nonostante le sfide quotidiane e penso che siano essenziali per l'umanità: se non c'è compassione o comprensione tra di noi, non potremmo mai realizzare iniziative "importanti".
La divulgazione di questi valori, attraverso eventi culturali e di confronto, li reputo azioni tangibili. Questi, ovviamente, devono essere accompagnati dall'impegno quotidiano di ognuno di noi. Tutto ciò vale per ogni valore che noi reputiamo importante, dove alla base ci deve essere l'umanità
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Donne immigrate in Italia tra discriminazione, sfruttamento e l'essere invisibili
Le donne immigrate in Italia vengono spesso discriminate, sfruttate e resi invisibili.
Le lavoratrici migranti, sono particolarmente esposte allo sfruttamento e alla discriminazione. assieme ad ogni forma di abuso lavorativo.
Queste donne rappresentato il 48% degli immigrati e il 51,7% degli stranieri in Italia.
Per quanto riguarda l'immigrazione in generale, le politiche europee sottolineano uno squilibrio tra domanda e offerta di lavoro e tra l'immigrazione legale che diminuisce e la crescita di richiedenti asilo di immigranti illegali.
Le leggi italiane ed europee hanno spesso trascurato il fenomeno dell'immigrazione e minimizzato l'ingresso delle donne straniere
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"Noi ultimi (per essere primi)" è un blog sul sociale che si occupa di chi, pur vivendo nella frenesia della gente sono invisibili ai nostri occhi. Mi riferisco ai bullizzati o vittime di violenza che hanno il caos in testa e la tempesta nel cuore, agli immigrati e ai civili di guerra che non hanno un tetto e persone discriminate che si sentono ultimi.
Per il titolo mi sono ispirato ad Ultimo che, nelle sue canzoni, si occupa di persone emerginate
Divulgo notizie su: bullismo e cyberbullismo (con #BullisNO), immigrazione (con #NotizieDaMare), discriminazione (con #DiversitàRisorsa), guerre di tutto il mondo (con #FiloSpinato).
Alcune notizie avranno un mio commento personale dove, mi auguro, di creare un dialogo pacifico su ciò che si sta discutendo.
Parlerò di pace con eventi di cui vengo a conoscenza e riflessioni in merito #AccendiamoLaPace.
Dopo il caso di Satnam Singh ho deciso di occuparmi anche di caporlato con #PomodoMarcio
Da Luglio 24, dopo la scoperta della storia di S. Francesca Cabrini ho deciso di rinominare #NotizieDaMare in #AmiciCabriniani
Pur troppo non riesco ad aggiornarvi costantemente quindi vi invito a seguire:
InfoImmigrazione.it (sito con notizie dell'Avv.ta Giulia Vicari)
Ass.ne BulliSTOP (profilo instagram con notizie)
@Avvocathy (Avv.ta Cathy La Torre sulle discriminazioni)
AtlanteDelleGuerre.it (sito con notizie dell'Ass.ne 46° Parallelo)
PeaceLink.it: portale con informazioni sulle guerre e la richiesta di pace nel mondo
Dall'11 Giugno collaboro con l'Avv. Francesca Napoli di @storiedallaltromondo dove propongo le sue storie di immigrazione, diritti umani e razzismo. Lei si occupa professionalmente di questi temi.
Perchè mi occupo di certi temi ?
Ho partecipato a varie iniziative sulla violenza di genere e sono stato vittima di bullismo omofobo e cyberbullismo.
Per questo motivo, durante la settimane del 7 Febbraio e dell'8 Marzo. ho deciso di raccontare storie di persone che sono uscite dal buio della violenza (femminicidio e bullismo compresi) in due podcast dedicati. La loro missione è dare una barlume di luce a chi ha perso ogni speranza.
Se hai delle storie da raccontare scrivimi in anonimo su tellonym.me/Noiultimi
Da quando mi occupo di temi sociali, essendo omosessuale, mi occupo anche di LGBTQIA+ con il mio gruppo whatsapp LGBTalk. Ho creato anche un chatbot in merito: Chat LGBot. Essendo generato con l'AI vi invito ad essere cauti.
#BullisNO#AmiciCabriniani#BullisNOStorie#AccendiamoLaPace#DiversitàRisorsa#OraRicomincioDaMe#MaiZitti#PomodoroMarcio
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