#Museo delle Arti Sanitarie e di Storia della Medicina
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Ti sia l’alimento farmaco
Anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata: medici e nutrizionisti ne parlano con le scuole al convegno Ti sia l’alimento farmaco CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Ti sia l’alimento farmaco: un focus sui problemi dell’alimentazione per sensibilizzare i più giovani ad un corretto stile di vita e ad una dieta sana che si svolgerà martedì 12 marzo a partire dalle ore 10,…
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#convegno#Gennaro Rispoli#Ippocrate#Museo delle Arti Sanitarie e di Storia della Medicina#Napoli#Nicola Caputo#Ti sia l’alimento farmaco
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TERAMO – Martedì 21 gennaio, a partire dalle ore 17, lo storico Sandro Galantini nell’ambito delle attività didattiche del XXX Anno accademico dell’Università Popolare Medio-Adriatica di Teramo (presso la sede della Caritas in via V. Veneto, 11) terrà una lezione dal titolo: “Similia similibus curantur. L’omeopatia nel Teramano da Melchiorre Delfico a Rocco Rubini”.
Con il suo intervento, che segue l’apprezzata conferenza tenuta il 12 dicembre scorso nel prestigioso Museo delle Arti Sanitarie a Napoli, Galantini evidenzierà come già dal 1792 il toranese Vincenzo Comi seguisse con attenzione i primi esperimenti di Samuel Hahnemann, fondatore della medicina omeopatica, trentasei anni prima della sua applicazione pratica presso l’Ospedale Militare della Trinità di Napoli. Ruolo importante ebbero quindi Melchiorre Delfico, le cui carte ancora inedite rivelano l’apprezzamento nei confronti della disciplina medica da parte dell’illustre illuminista teramano, il giuliese Eusebio Caravelli e quindi Rocco Rubini di Cellino Attanasio, fondatore a Napoli nel 1852 di una farmacia omeopatica e nel 1860 direttore, sempre nella capitale del Regno delle Due Sicilie, dell’ospedale della Cesaria, trasformato sotto la sua direzione in ospedale omeopatico, probabilmente il primo a vedere la luce nel Mezzogiorno.
Una storia affascinante con sullo sfondo le epidemie di colera che colpirono l’Italia meridionale dal 1837 e tornate a deflagrare con maggiore virulenza nel 1854-55, nel 1865 e, ancora, nel torno di anni compreso tra il 1886 e il 1887.
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Lo storico giuliese Sandro Galantini a Napoli per illustrare la storia dell’omeopatia abruzzese
Lo storico giuliese Sandro Galantini a Napoli per illustrare la storia dell’omeopatia abruzzese
Sarà lo storico giuliese Sandro Galantini a relazionare, il prossimo 12 dicembre, sulla storia dell’omeopatia abruzzese, e di quella teramana in particolare, in occasione della presentazione della Bibliografia della Medicina Omeopatica Italiana dal 1822 al 1939, volume a cura di Francesco Eugenio Negro, che si terrà a Napoli nella raffinata cornice del Museo delle Arti Sanitarie di via Maria…
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La tradizione scientifica della Campania e di Napoli
La tradizione scientifica della Campania e di Napoli
Inaugurata la mostra Pianeta Pandemia, un viaggio della grande tradizione scientifica tra oltre cento pannelli illustrativi all’ex Ospedale della Pace CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nell’ex Ospedale della Pace nella mattinata di lunedì 14 marzo è stata inaugurata la mostra Pianeta Pandemia. Storie virali di contagi e rimedi a cura del Museo delle Arti Sanitarie e Storia della Medicina di Napoli,…
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Grandezza e drammi della letteratura italiana
Grandezza e drammi della letteratura italiana
Da Dante a Petrarca a Casanova: la storia della medicina attraverso i grandi scrittori
NAPOLI –Ne gli spazi del Museo delle Arti Sanitarie nel Complesso Monumentale degli Incurabili giovedì 20 febbraio alle 17 sarà presentato il libro Grandezza e drammi della letteratura italiana | Un percorso medico-psicologico di Giuseppe Lauriello, edito da Giuseppe de Nicola.
Insieme all’autore ne…
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GIULIANOVA – Sarà lo storico giuliese Sandro Galantini a relazionare, giovedì 12 dicembre, sulla storia dell’omeopatia abruzzese, e di quella teramana in particolare, in occasione della presentazione della Bibliografia della Medicina Omeopatica Italiana dal 1822 al 1939, volume a cura di Francesco Eugenio Negro, che si terrà a Napoli nella raffinata cornice del Museo delle Arti Sanitarie di via Maria Longo.
Unico studioso abruzzese invitato, Galantini prenderà la parola insieme con lo stesso curatore, illustre medico e presidente della Fondazione Negro Museo dell’Omeopatia di Roma, con il chirurgo Gennaro Rispoli, direttore del Museo delle Arti Sanitarie, con Carlo Melodia, medico e presidente della Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica, con il chirurgo Paolo Negro della Fondazione Negro e con Giuseppe Spinelli, responsabile pubbliche relazioni CeMON, Presidio Omeopatia Italiana.
Con il suo intervento lo storico giuliese, considerato espressamente dal presidente Melodia uno dei più ragguardevoli studiosi italiani di storia della medicina omeopatica, illustrerà quella “linea” abruzzese di medici ed esponenti dell’omeopatia, attivi nel corso dell’Ottocento, che ebbe un ruolo assai importante nel rendere Napoli la culla italiana dell’omeopatia.
Autore, già nel 1999, di un articolato saggio scientifico sull’omeopatia nel Teramano pubblicato dalla rivista “Aprutium”, organo dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche di cui fa parte, Galantini ha in seguito approfondito gli aspetti storici relativi alla diffusione della medicina omeopatica nel territorio teramano e di qui a Napoli. Di particolare interesse il suo saggio del 2001, riguardante il ruolo avuto da Melchiorre Delfico nella penetrazione del metodo terapeutico basato sul principio similia similibus curantur, e il volume Scritti di Rocco Rubini, uscito nel 2004 per la casa editrice Ricerche&Redazioni, con il quale ha restituito alla comunità scientifica le vicende e l’eminente ruolo del Rubini, nato a Cellino Attanasio nel 1800, fondatore a Napoli nel 1852 di una farmacia omeopatica e quindi direttore, sempre nella capitale del Regno delle Due Sicilie, dell’ospedale della Cesaria, trasformato sotto la sua direzione in ospedale omeopatico, probabilmente il primo a vedere la luce nel Mezzogiorno.
Si deve ancora agli studi di Galantini, peraltro ampiamente richiamati il 19 luglio 2014 in occasione Congresso della Liga Medicorum Homoeopathica Internationalis tenutosi a Parigi e più di recente, nel novembre 2017, dalla biologa Anna Fontebuoni nella rivista “Il medico omeopata”, se si sta facendo strada l’idea di riscrivere la storia italiana dell’omeopatia. Come ha infatti documentato Galantini, già dal 1792 un esponente di primo piano della comunità scientifica e culturale abruzzese, Vincenzo Comi, seguiva e studiava i primi esperimenti di Samuel Hahnemann, fondatore della medicina omeopatica, trentasei anni prima della sua applicazione pratica presso l’Ospedale Militare della Trinità di Napoli.
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NAPOLI – Adda passà ‘a nuttata è la frase pronunciata da Eduardo De Filippo in Napoli Milionaria.
Oggi dà il titolo alla mostra sulla vera storia degli antibiotici e intende rendere giustizia al medico Vincenzo Tiberio, vero scopritore del farmaco salvavita. Adda passà ‘a nuttata sarà inaugurata sabato 15 giugno alle 17 al Museo delle Arti Sanitarie di Napoli nel Complesso ospedaliero degli Incurabili.
All’inaugurazione dell’esposizione Adda passà ‘a nuttata interverranno anche l’ingegner Ciro Verdoliva commissario straordinario dell’Asl Napoli1Centro e la professoressa Anna Zuppa Covelli discendente dello scienziato Vincenzo Tiberio.
L’iniziativa rientra nell’ambito della XII edizione del Napoli Teatro Festival Italia, realizzata con il sostegno della Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival.
Il percorso espositivo, curato da Carmen Caccioppoli, è un omaggio a Vincenzo Tiberio che, ben prima di Fleming, nel 1895 scoprì la penicillina, il cui potere antibiotico rivoluzionò la terapia farmacologica delle patologie infettive e intorno al quale ruota una delle scene più emblematiche della commedia di Eduardo del 1945, in pieno dopoguerra. La piccola Rituccia figlia di Gennarino ha la febbre altissima e ha bisogno dell’antibiotico, il farmaco salvavita che allora nel periodo bellico era reperibile solo al mercato nero. A fornire il farmaco è il ragioniere Spasiano, il quale proprio a causa di Amalia, moglie di Gennarino, era finito in rovina. Somministrato il farmaco, è qui il protagonista Gennarino esclama Adda passà ‘a nuttata, la frase diventata proverbiale che chiude la scena. Esorta ad avere pazienza anche nelle difficoltà della vita, avere fede e aspettare che passino, sperare, piuttosto che piangersi addosso. Quella speranza che la penicillina ha restituito a chi disperava di salvarsi.
La penicillina era stata scoperta per caso da Alexander Fleming nel 1928 ma la produzione farmaceutica era iniziata negli Stati Uniti nel 1939. La sperimentazione era avvenuta durante la guerra mondiale. In Italia fu introdotta per la prima volta dalle truppe alleate anglo – americane.
Poche sanno che, proprio a Napoli, 35 anni prima di Fleming, Vincenzo Tiberio, destinato a diventare un illustre scienziato, aveva pubblicato nella rivista Annali d’igiene sperimentale i risultati della sua ricerca Sugli estratti di alcune muffe.
Giovane studente di Medicina, Tiberio aveva osservato che le muffe presenti nel pozzo della casa di alcuni zii ad Arzano proteggevano tutti i componenti della famiglia da affezioni gastro-intestinali e che, quando il pozzo veniva ripulito, le stesse persone si ammalavano.
Tiberio completò l’intero ciclo sperimentale di osservazione, verifica dell’ipotesi e preparazione della sostanza antibiotica, giungendo alla sintesi del farmaco, traguardo che neanche Fleming raggiunse nel 1930.
In mostra saranno esposti vetrini con le muffe e quelli con batteri degli inizi del XIX e XX sec., microscopi d’epoca, alcune pubblicazioni d’epoca come le ricerche di Vincenzo Tiberio Sugli estratti di alcune muffe. E inoltre, i diari con le sue annotazioni, un erogatore a spruzzo di acido carbolico Antisepsi secondo Lister o pentola di Lister.
Fleming fu insignito del Premio Nobel per la Medicina nel 1945. Vincenzo Tiberio nel 1896 vinse il concorso per ufficiale medico nella Regia Marina Italiana e accantonò le ricerche intraprese. Morì nel 1915 stroncato da infarto a 45 anni.
Fonti documentali, rinvenute di recente, ed esposte in mostra al Museo delle Arti Sanitarie restituiscono il primato all’illustre scienziato napoletano, conferendogli nuova luce.
La mostra sarà visitabile dal 15 giugno al 14 luglio (aperta tutti i giorni dalle ore 10 alle 17 | domenica dalle ore 9alle 13.
N.B.: il costo di ingresso alla mostra è di 8 euro. Per i possessori di un biglietto del Ntfi 3 euro. L’incasso sarà devoluto per le opere di restauro a cura del Museo delle Arti Sanitarie.
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Adda passà ‘a nuttata!… NAPOLI - Adda passà ‘a nuttata è la frase pronunciata da Eduardo De Filippo in Napoli Milionaria.
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L’evento Scienza, Carità e Arte negli antichi ospedali d’Italia che si svolgerà dal 1 al 27 giugno nell’ex ospedale San Rocco di Matera realizzato dal Museo delle Arti Sanitarie di Napoli, in collaborazione con il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana e Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani nell’ambito delle iniziative per Matera Capitale europea della cultura 2019.
Vi sono statuine di un presepe napoletano del ‘700 che raffigurano pazienti sofferenti di malattie tra le più gravi di un tempo ma anche ferri chirurgici e stampe mediche che testimoniano la vocazione per la dissezione fine dell’anatomia. E ancora, tecniche di preparazione di medicine dalle straordinarie proprietà terapeutiche contenute nei preziosi vasi in maiolica della Farmacia storica dell’Ospedale Incurabili, capolavoro di barocco-roccocò dove mirabilmente si intrecciano scienza ed arte.
Un percorso espositivo che vuole diffondere, a partire dal Meridione d’Italia, la storia della gloriosa tradizione ospedaliera peninsulare che attraverso l’esperienza nella cura delle malattie e la formazione medica ha rappresentato uno dei pilastri della cultura sanitaria europea. Accanto alla tradizione medica e scientifica che proprio a Napoli ha visto punte di eccellenza, la mostra offre uno spaccato della storia dell’assistenza sanitaria e sociale del nostro Paese: dagli antichi nosocomi dove la cura dei pazienti era affidata alla carità e alla beneficenza fino alla presa in carico da parte dello Stato nell’800.
Un focus sarà incentrato sugli ospedali come monumenti d’arte, la cui bellezza architettonica aiuta a guarire, veri e propri luoghi di cultura dove sono contenute biblioteche, musei, anfiteatri e luoghi di formazione nei quali hanno avuto origine tutte le arti sanitarie.
Altro tema affrontato nella mostra è il destino degli ospedali: la vetustà delle strutture architettoniche e le mutate esigenze assistenziali hanno reso inadatti molti nosocomi che sono stati dismessi o adibiti ad altre funzioni. Ed ecco che antiche corsie ospedaliere tornano a nuova vita pur nella mutata funzione.
La sede individuata per la mostra è l’ex Ospedale San Rocco di Matera, complesso fondato nel 1233, gestito dai Padri Ospedalieri dell’Ordine di San Giovanni di Dio fino al 1749, quando la struttura divenne un carcere, subendo profonde trasformazioni architettoniche.
Dismessa la prigione, il luogo fu sede della Croce Rossa. Attualmente, grazie all’efficace intervento di recupero operato dalla Soprintendenza di Matera, è divenuto una affascinante area espositiva.
«Verrà presentata la storia di tutti gli ospedali italiani, molti hanno cessato di esserlo altri sono diventati musei – ha spiegato il direttore del Museo delle Arti Sanitarie di Napoli e direttore della mostra, Gennaro Rispoli – Un libro aiuterà a far luce su questi aspetti, un’opera omnia su ospedali come luogo di scienza, dove nacquero prime biblioteche già nel ‘500 e la storia della carità collegata alla parabola del Buon Samaritano.»
Una sezione del percorso espositivo sarà dedicata alla storia della sanità militare durante il primo conflitto mondiale che vide la partecipazione in prima linea della Croce Rossa.
Inoltre, un settore curato dal Corpo Militare Sanitario dell’Aeronautica illustra le nuove frontiere della medicina nello spazio.
Convegni ed eventi integreranno la mostra. La storia medico-scientifica del Meridione d’Italia sarà oggetto del convegno inaugurale dedicato alla medicina lucana sabato 1 giugno alle 10.30.
Il 10 giugno alle 18, con ingresso su invito, sarà presentato dal professor Pierluigi Marini il libro di Gennaro Rispoli Scienza, Carità, Arte negli antichi Ospedali d’Italia, che vuole essere anche il catalogo della esposizione che vedrà in vetrina strumenti medici, libri, stampe e i pastori malati della collezione del Museo delle Arti Sanitarie nel Complesso Ospedaliero degli Incurabili di Napoli, uno dei più antichi del Mezzogiorno.
Tra i pezzi più interessanti in esposizione figurano un cavadenti ovvero un ciarlatano nell’atto di tirare un dente a un paziente sotto lo sguardo di una piccola scimmia, uomini e donne appestati, figure legate alla superstizione come un nano e un gobbo, persino un chiosco con boccette contenenti spezie da vendere agli ammalati.
Inaugurato il 23 marzo 1522, l’Ospedale degli Incurabili fu fortemente voluto dalla nobildonna catalana Maria Lorenza Longo, che fece voto per la sua guarigione miracolosa. Il presidio nel corso dei secoli ha prestato cure e dato sollievo in particolare agli indigenti e agli ammalati incurabili. Tra le più note personalità religiose che hanno prestato la loro opera nel corso dei secoli, vi sono San Luigi Gonzaga, Sant’Alfonso de’ Liguori, il beato Bartolo Longo e San Giuseppe Moscati. Al suo interno sono nati il Collegio Medico Cerusico, la Scuola Medica Napoletana, che si sviluppò ad opera di Gabriele Tedeschi, l’anatomia patologica grazie a Giovanni Antonelli e Luciano Armanni.
Il Museo delle Arti Sanitarie di Napoli è situato all’interno del cortile degli Incurabili e contiene testimonianze e storia dell’antico ospedale e di tutta la rete degli ospedali monumentali, specialmente del Sud del Paese.
La mostra Scienza, Carità e Arte negli antichi ospedali d’Italia è a ingresso libero. L’intero progetto è stato reso possibile grazie al contributo della Regione Basilicata e dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata.
Orario visite alla mostra: da lunedì a domenica dalle 10 alle 13.30 | dalle 16.30 alle 21
Una nota: Sul libro Scienza, Carità, Arte negli antichi Ospedali d’Italia è impresso il logo che raffigura il malato del passato spesso povero, infermo, piagato e incurabile.,
Accanto a lui, vi è l’ammalato di oggi che negli ospedali è diventato curabile anche se sezionato con organi sostituiti.
Per maggiori informazioni: [email protected]; http://www.museoartisanitarie.it
: https://www.facebook.com/museodelleartisanitarie/
PROGRAMMA MOSTRA
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Scienza, Carità, Arte negli antichi ospedali d’Italia L’evento Scienza, Carità e Arte negli antichi ospedali d’Italia che si svolgerà dal 1 al 27 giugno nell’ex ospedale San Rocco di Matera…
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