#Museo Occhiale
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Il museo dell’occhiale Pieve di Cadore
Vittorio Tabacchi, Luca Moioli
Fabbri, Milano 1990, 206 pagine
euro 30,00
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Nel 1956, in concomitanza con i Giochi Olimpici Invernali a Cortina d'Ampezzo, fu inaugurata a Pieve di Cadore la prima "Mostra dell'occhiale attraverso i secoli", poi riproposta nel 1959 all'Università di Padova. In quell'occasione, il curatore Enrico De Lotto auspicò l'istituzione di un Museo Nazionale dell'Occhiale in Cadore. Il sogno dello studioso cadorino si sarebbe realizzato molti anni dopo la sua morte, anche grazie all'impegno di Vittorio Tabacchi, allora presidente della SAFILO, appassionato collezionista di occhiali, che si attivò per l'acquisizione di alcune importanti collezioni. Il Museo conserva tra le sue collezioni alcuni reperti veramente eccezionali, realizzati con materiali particolari e impensati: occhiali ricavati da un fanone di balena, cannocchiali in avorio intagliato e istoriato, quasi a sembrare un merletto, piccoli occhialini inseriti alle estermità di ventagli o nell'impugnatura di bastoni da passeggio.E poi occhiali da cappello o da parrucca, in utilizzo quando le aste rigide non erano ancora state inventate. La sorprendente storia dell'occhiale merita di essere scoperta poco a poco, attraversando in successione la varie sale espositive del Museo.
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Mai Visto Così.
L’arte & la pubblicità
Francesco Galdo, Museo dell’Occhiale, Salerno 7/20 aprile 2019
Undici artisti notissimi nell’immaginario collettivo, da Vincent Van Gogh a Leonardo da Vinci, da Tamara de Lempicka a Giorgio de Chirico a Sandro Botticelli, a Raffaello Sanzio; dodici capolavori, reinterpretati dalla genialità di Francesco Galdo.
Tecniche miste con un dettaglio singolare: Galdo ha apposto occhiali in un gioco di sguardi talora corrisposti, per rompere gli schemi di una percezione unilaterale, quella dei fruitori. Stavolta, sono i soggetti immortalati per sempre dai grandi maestri del passato a prendersi gioco degli astanti. La lungimiranza di Massimo Bisogno che nel suo “Museo dell’Occhiale” ha ricreato, con i ritratti realizzati da Galdo, uno spazio per l’arte che stimola e rinnova i campi semantici abusati della pubblicità. Un binomio vincente e d’effetto per sottolineare che la vista ha un potere altissimo nell’umano rapporto con l’ars pingendi. Per Francesco Galdo, art director pubblicitario, l’arte è una lente di ingrandimento potentissima; “esalta i piccoli frammenti del vivere che si mettono in luce”. Per Massimo, il furore dell’arte sublima l’animo. La connessione con la pubblicità potrebbe risultare arcana e desueta; ribaltata e contrapposta. Coesistono invece e si intersecano, fuori dai luoghi deputati, per strada o in mirabolanti tableaux vivants di iterata memoria. Arte e pubblicità stigmatizzano da sempre molte azioni umane; si impongono nella mente e nel cuore come rivelazioni al di fuori di ogni aristotelico paradigma visivo. Occhial per focalizzare gli spettatori novelli e quelli costumati. “Mai Visto Così”, un evento da osservare che ci fa riflettere e riscoprire condivise emozioni. Le rivisitazioni di Francesco Galdo hanno una potente carica di gioviale esprit, affatto dissacratorio. Monna Lisa e Vincent, Afrodite ed Edvard tendono a scardinare piuttosto, visioni prospettiche cristallizzate entro gli obsoleti schemi della cultura d’Occidente
Teobaldo Fortunato
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MUSEO DELL’OCCHIALE
Pieve di Cadore (BL)
Buongiorno a tutti :-)
Oggi voglio ricominciare ad illustrarvi il favoloso mondo dei Quattrocchi portandovi li’ dove l’occhiale ha messo per primo le sue radici nella storia.E dove portarvi se non nel cuore delle Dolomiti,casa natale di Tiziano Vecellio a visitare il Museo dell’Occhiale?
Entrata museo
Piccolo e curioso presepe fatto con gli occhiali
2 livelli di storia
Il museo è all’interno di una struttura moderna in acciaio e legno che contrasta con lo sfondo storico del paesino dolomitico e fa molto effetto.Entriamo…
OCCHIO ALL’UOMO Fin dall’antichita’l’occhio è stato usato come simbolo votivo e propiziatorio e oggetto di studio vista l’importanza come senso.
L’occhiale oltre ad avere un uso medico ,è sempre stato anche un accessorio d’elite.Per questo si è sempre ricercato l’uso di materiali atti a renderlo più confortevole,leggero,comodo e soprattutto BELLO !
occhiale ad arco
Legno,ferro,monel,alpacca,acciaio,celluloide,acetato …tanti i materiali usati e ancora la ricerca continua ,sia sulle montature che sulle lenti.
Daltonici, presbiti, mendicanti di vista il mercante di luce, il vostro oculista,ora vuole soltanto clienti speciali che non sanno che farne di occhi normali.
Non più ottico ma spacciatore di lenti per improvvisare occhi contenti, perché le pupille abituate a copiare inventino i mondi sui quali guardare. Seguite con me questi occhi sognare, fuggire dall’orbita e non voler ritornare.
Vedo che salgo a rubare il sole per non aver più notti, perché non cada in reti di tramonto, l’ho chiuso nei miei occhi, e chi avrà freddo lungo il mio sguardo si dovrà scaldare. Vedo i fiumi dentro le mie vene, cercano il loro mare, rompono gli argini, trovano cieli da fotografare.
Sangue che scorre senza fantasia porta tumori di malinconia. Vedo gendarmi pascolare donne chine sulla rugiada, rosse le lingue al polline dei fiori ma dov’è l’ape regina? Forse è volata ai nidi dell’aurora, forse volata, forse più non vola.
Vedo gli amici ancora sulla strada, loro non hanno fretta, rubano ancora al sonno l’allegria all’alba un po’ di notte: e poi la luce, luce che trasforma il mondo in un giocattolo.
Faremo gli occhiali così!Faremo gli occhiali così! …. Un Ottico-De Andre’
trova l’intruso …
La moda dell’occhiale lascia vittime anche nel campo del cinema e dell’alta societa’.
Il museo ha sede a Pieve di Cadore per un motivo preciso:è qui che è nata la prima fucina di produzione occhiali.La storia continua al 2° piano.
RICOSTRUZIONE DI UNA FUCINA : Fu un certo Giovanni Lozza,figlio di un fabbro calaltino,insieme ad Angelo Frescura a mettere a frutto le proprie esperienze lavorative nella creazione della prima occhialeria in Cadore e in Italia.Correva l’anno 1.877. Da qui un susseguirsi di varie officine e laboratori fino ad arrivare nel 1.934 alla piu’ grande ancora attiva: la SAFILO.
Spero che questa gita sia piaciuta a tutti e che vi sia venuta la voglia anche a voi di visitare il museo.Ringrazio il personale molto gentile e disponibile,il fotografo,e vi lascio con una bella cartolina.Ah …ho mangiato divinamente presso la trattoria SKI BAR a Tai di Cadore,ve la consiglio ;-)
https://www.facebook.com/museodellocchiale/
https://www.facebook.com/Trattoria-Ski-Bar-Tai-di-Cadore–250645331626788/
UN GIORNO AL MUSEO … MUSEO DELL'OCCHIALE Pieve di Cadore (BL) Buongiorno a tutti :-) Oggi voglio ricominciare ad illustrarvi il favoloso mondo dei Quattrocchi portandovi li' dove l'occhiale ha messo per primo le sue radici nella storia.E dove portarvi se non nel cuore delle Dolomiti,casa natale di Tiziano Vecellio a visitare il Museo dell'Occhiale?
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Museo dell’Occhiale
Se la curiosità stimola la visione, Massimo Bisogno è un curioso e un visionario! È nata da una ricerca paziente e certosina la sua collezione, ad incremento progressivo, di occhiali.
Strumenti che da oltre 700 anni, (se ulteriori ricerche storiche e iconografiche non smentiranno il mero dato cronologico), hanno permesso di ampliare conoscenze scientifiche, di poter leggere in maniera più comoda a quanti per motivi svariati hanno problemi legati ad uno dei sensi più abusati nella storia del genere umano.
La felice congiuntura del nuovissimo store di Ottica Bisogno, lungo una delle strade centrali di Salerno, ha consentito all’imprenditore di poter creare uno spazio espositivo/didattico non solo degli esemplari raffinatissimi e a volte insoliti di tali object d’art, ma anche reversibile e polivalente.
Accanto agli occhiali d’antan che ripercorrono le tappe di tali strumenti e alle loro didascalie, si alterneranno opere d’arte; Massimo Bisogno non è affatto nuovo in tali ambiti culturali e comunicativi, dai dipinti alle sculture, dalla grafica alla fotografia, negli ultimi 15 anni ha indagato abbastanza il campo delle sperimentazioni artistiche, talora come un autentico pigmalione, guardando oltre l’effimero dato della quotidianità con giovani talenti, oggi artisti affermati nel panorama italiano delle arti visive.
Nel Museo dell’ Occhiale, si potranno osservare in modo ravvicinato, modelli e forme che ripercorrono la storia degli ultimi tre secoli: dai classici “pince-nez” di metallo dorato o d’acciaio, alle lorniettes d’argento, madreperla e tartaruga, ai “face-à-main” in corno ed oro, ai sottilissimi “wire rims”, ai modelli ad arco, a esemplari dalle stanghette estensibili, a preziosi binocoli in madreperla, ad astucci in shagreen, in pelle di cammello o in acciaio o argento. Un campionario che fa del piccolo Museo dell’ Occhiale, una contemporanea “Wunderkammer” o Cabinet de Curiosités in cui durante l’arco dell’anno si alterneranno oggetti legati al mondo della visione, dipinti antichi che avranno come soggetti, ritratti con e senza monocoli ed occhiali, sculture, toys o forme espressive d’arte tout court.
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