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EFFETTO SERRA: DUE PIÙ DUE NON FA QUATTRO!
Il pof. Howard Hayden, professore emerito della University of Connecticut, dove ha insegnato per 32 anni e i è occupato “da sempre” anche di sistemi energetici e di clima, campi ove ha ricca pubblicazione scientifica, compresa la newletter mensile The Energy Advocate, stronca il rapporto dell’IPCC, principale organo internazionale sul clima: “Viola le leggi della fisica e, studiando il clima in modo ingenuo, ha creato una macchina multimiliardaria di cui beneficia. Tutto lascia pensare che la famigerata CO2 non c’entra nulla con l’effetto serra, il riscaldamento globale, e le variazioni climatiche.”. Ma, a proposito della climatologia, afferma di “non essere un climatologo” perché “I climatologi fanno previsioni sul clima futuro io invece applico i principi della fisica elementare per analizzare tali previsioni. La domanda che mi interessa è se le previsioni dell’IPCC violino le leggi della fisica.”.
E le violano, come evidenzia il grafico del bilancio termico che divulga, come quelli nelle due figure allegate, che è una schematizzazione degli scambi energetici globali espressi in Watt/m2. Nel grafico, come ho già evidenziato il 15 maggio, il 7 settembre e il 30 ottobre dello scorso anno, “sono indicate cose come quanta energia solare arriva sull’orbita terrestre, quanta viene riflessa dalla superficie del Pianeta, quanta dallo spazio. All’equilibrio, il calore irradiato nello spazio è uguale al colore al calore assorbito dal Sole, un bilancio necessario, altrimenti il pianeta si raffredderebbe o riscalderebbe indefinitivamente. Il grafico dimostra che gli scienziati che lo hanno costruito comprendono la legge di conservazione dell’energia e come calcolare la quantità di energia emessa dalla superficie terrestre. L’Ipcc ha prodotto cinque grafici del bilancio termico dal 1995 fino all’ultimo, nel sesto rapporto del 2021, noto come AR6, e tutti hanno un difetto comune: mancano di un ‘numero’ importante”. Sapete qual’è? Scommetto che non lo immaginate: “l’effetto serra!”. Già: “Il campo di competenza del IPCC è l’effetto serra, ma il numero mancante nei grafici del bilancio termico e quello dell’effetto serra!”. Chissà: forse pensano, come la maggior parte della popolazione, che l’effetto serra sia un fenomeno, non un numero.
Invece “L’effetto serra è una combinazione di molti e complessi fenomeni. Ma per gli scopi che interessano tutti noi, si riduce al fatto che la superficie del nostro pianeta emette radiazione infrarossa, di cui solo una parte va nello spazio. Fin dal primo rapporto l’IPCC ho notato che la radiazione verso lo spazio è solo il 60% di quella emessa dalla superficie, e sono rimasto ossessionato da quella cifra. Ma ora, nel rapporto AR6 l’IPCC si è accorto che l’effetto serra è la quantità netta di radiazione infrarossa assorbita dall’atmosfera, e si ottiene sottraendo la quantità di infrarossi emessi nello spazio esterno dalla quantità di infrarossi emessi dalla superficie terrestre. Ma la cosa non l’ha compresa fino in fondo tant’è che quel numero manca nella tabella di bilancio termico”. E sapete perché è necessario utilizzare una sottrazione invece che una percentuale? Anche in questo caso la risposta è semplice: “I nostri occhi non possono vedere le radiazioni infrarosse, ma se potessimo farlo vedremmo un bellissimo arcobaleno di colori. Ora, dell’arcobaleno di infrarossi che lasciano l’atmosfera verso lo spazio solo alcuni colori sono indeboliti: quelli che la CO2 e gli altri gas serra assorbono, mentre la radiazione degli altri colori passa indisturbata. Dire che la quantità complessiva di infrarossi e solo il 60% di quella emessa dalla superficie può essere corretto, ma ‘è inutile’. È molto più significativo dire che l’atmosfera ha sottratto selettivamente, parte di alcuni ‘colori’ di quell’arcobaleno.”.
“La sottrazione è una applicazione diretta della legge di conservazione dell’energia: le radiazione infrarosse emesse dalla superficie sono uguali al totale netto assorbito dall’atmosfera più il totale netto emesso nello spazio esterno: la legge di conservazione dell’energia è una legge di addizione e sottrazione. Non di moltiplicazione magica come il 60%. Quando c’è un aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, aumenta la quantità netta di infrarossi assorbiti di un particolare ‘colore’, che è il colore che assorbe la CO2, ma tutte le radiazioni infrarosse di colore diverso continuano ad attraversare l’atmosfera indipendentemente dalla quantità di CO2 presente. L’effetto serra è quel numero, indichiamolo con la lettera G, uguale alla differenza tra radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre (B) meno la parte di essa immessa nello spazio (A), e vale G=B-A=160 W/m2 (di cui 30 W/m2 sono dovuti alla CO2 naturale e il resto al bilancio termodinamico del sistema Pianeta-spazio), e questo numero manca in tutti i grafici del bilancio termico che l’lPCC ha pubblicato. Quando la concentrazione di CO2 sarà raddoppiata (forse nel 2100), esso sarà diventato, secondo l’IPCC, G=164 W/m2, o poco meno”, quindi l’effetto serra sarà aumentato di quasi il 2,5%.”.
Il problema, però, non è l’irrilevanza di quella percentuale. Infatti: ”Lo stesso IPCC ci informa che quel valore G=160 consente che la Terra sia più calda di 33 °C. Cioè, senza atmosfera la Terra sarebbe 33 °C più fredda di com’è ora. Perché mai appena 4 W/m2 in più, dovuti alle emissioni antropiche, su 160 W/m2 naturali, dovrebbero determinare un effetto tragico? È qui che casca l’asino!“. Infatti l’IPCC afferma che la temperatura della Terra aumenterebbe di 3,0 °C. Ma se così fosse, nell’equazione G=B-A la quantità di B (cioè la radiazione emessa dalla Terra) aumenterebbe perché aumenta la temperatura, la quantità A (cioè la radiazione immessa nello spazio) diminuirebbe (perché aumenta la CO2), e lo farebbe in modo tale che il nuovo valore di B -A risulterebbe non 164, ma almeno 180. Insomma: secondo l’IPCC, 164=180!”
Ne segue che l’IPCC ha commesso “qualche errore”, poiché “I calcoli non soddisfano la legge di conservazione dell’energia”.
L’IPCC ha cercato di ovviare a questa discrepanza, ma… “sbagliano ancora: si è inventato una sorta di ‘effetto valanga’ in base al quale afferma che più CO2 da combustibili fossili fa aumentare la temperatura la quale, a sua volta, fa aumentare l’emissione di altra CO2 disciolta negli oceani, fa aumentare il vapore acqueo (altro gas serra) in atmosfera e, sciogliendo il permafrost, fa aumentare l’immissione in atmosfera di metano (altro gas serra). Aumenti che, combinati assieme, fanno aumentare più la temperatura che, è a sua volta… etc., etc.”. Questo “effetto valanga” è provocato dall’aumento della temperatura, ma nell’ultimo mezzo milione d’anni la Terra ha subito diverse volte variazioni di temperatura dell’ordine di 10 °C e più senza che alcun effetto valanga si sia mai manifestato.”.
Invece: “Possiamo tranquillamente ipotizzare che la radiazione verso lo spazio rimanga costante senza essere influenzata dalla variazione della concentrazione di CO2. Punto. E che la temperatura della Terra può aumentare se la Terra assorbe più energia solare. E questo può accadere o perché diminuisce l’albedo (potere riflettente di una superficie), o perché aumenta la quantità di luce solare che raggiunge l’orbita. Senonché tutti i modelli dell’IPCC affermano che l’albedo aumenta se aumenta la CO2. Ma, se così fosse, l’unica spiegazione per l’aumento della temperatura sarebbe l’aumento della radiazione che arriva dal Sole all’orbita terrestre. Però l’IPCC si ostina a non voler considerare questa possibilità: studiano il clima in modo ingenuo e hanno creato l’industria multimiliardaria della crisi climatica, della quale traggono benefici”.
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Jackpot Mega Millions da 1,22 miliardi di dollari vinto in California
Un colpo di fortuna che cambia la vita e fa la storia delle lotterie americane.
Un colpo di fortuna che cambia la vita e fa la storia delle lotterie americane. Un incredibile colpo di fortuna ha segnato la vita di un giocatore in California, che si è aggiudicato il Jackpot Mega Millions da ben 1,22 miliardi di dollari. Si tratta di una delle vincite più alte nella storia delle lotterie americane, che ha attirato l’attenzione di milioni di persone negli Stati Uniti e nel…
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Al-Aqsa Flood provoca a Israele perdite per 7 miliardi di dollari
Al-Aqsa Flood provoca a Israele perdite per 7 miliardi di dollari
a cura della Redazione 18/10/2023 Al-Aqsa Flood – Secondo alcune istituzioni economiche del regime sionista, la guerra in corso a Gaza ha comportato una perdita di almeno 27 miliardi di shekel (7 miliardi di dollari) per Israele. Il Jordan News ha citato la rete televisiva Al-Mamlaka secondo cui la ragione dietro la previsione di una perdita così grande è che un conflitto prolungato e gli…
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Ubs acquisterà Credit Suisse per oltre due miliardi di dollari
La banca d'investimento UBS acquisterà il Credit Suisse per un miliardo di dollari
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LA VENDETTA DI MR. SMITH
C’è qualcosa di anomalo nell’omicidio di Brian Thompson, il superboss delle assicurazioni sanitarie che è stato ucciso la scorsa settimana da un attentatore incappucciato su un marciapiede di Manhattan.
L’anomalia sta nel fatto che si fatica a trovare, in rete, una sincera compassione per la vittima, mentre si sente circolare silenziosamente una specie di tacita approvazione verso l’assassino che ha commesso quel gesto.
Il motivo è molto semplice: Brian Thompson rappresentava, sintetizzato nella sua persona, tutto il male dell’America delle grandi corporation, quelle che si approfittano sistematicamente della debolezza del singolo cittadino, incapace di far valere i propri diritti di fronte alla potenza economica di queste corporation.
Mister Smith contro Big Money. Perde sempre lui.
Il caso delle compagnie di assicurazione, negli Stati Uniti, è uno dei più eclatanti in assoluto: da una parte hai uno Stato che non offre alcuna protezione sanitaria ai cittadini, obbligandoli a stipulare contratti assicurativi particolarmente esosi per proteggere la propria salute. E dall’altra hai, appunto, le compagnie di assicurazione che si approfittano di questa situazione, ingurgitano miliardi di dollari ogni anno da parte dei cittadini, ma poi quando si tratta di rimborsarli per un intervento medico ricorrono a mille “trucchetti del mestiere” per ritardare i pagamenti, dimezzarli o non effettuarli del tutto.
Talmente diffusa è questa pratica, che è addirittura uscito un libro intitolato “Delay, Deny, Defend” che denuncia proprio questa frode sistematica (“Ritardare, negare, difendere”) da parte delle compagnie assicurative.
E proprio le parole “Deny” “Defend” e “Depose” sono state trovate scitte sui bossoli dei proiettili che l’assassino, Luigi Mangione, ha utilizzato per uccidere Brian Thompson. (Per “depose” si intende “portare in tribunale”, altra tattica favorita delle assicurazioni).
L’omicidio ha quindi tutto il sapore di un episodio di giustizia popolare, nel quale il cittadino frustrato e stufo di essere preso in giro da un sistema che protegge i ladri invece di punirli, si è fatto giustizia da solo.
Non a caso, stanno già nascendo in rete poesie e canzoni che lo celebrano, mentre iniziano a circolare gadget come tazze, magliette e sticker che portano il motto “Deny, Defend and Depose”. Fra i mille post su X, ne è comparso uno che diceva: “ Ho tanta compassione per la famiglia di Thompson quanta ne hanno avuta le compagnie di assicurazioni per la mia”. Cioè, zero.
Se voi foste il giudice, condannereste all’ergastolo Luigi Mangione?
Massimo Mazzucco
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Classifica dei 5 attori più pagati nel 2024
Posizione in classifica, nome, guadagni, film
🏆 AND THE WINNER IS.....
5° posto: Tom Cruise 45 milioni di dollari - Saga Mission Impossible
4° posto: Dwayne Johnson 50 milioni di dollari - The Rock
3° posto: Margot Robbie 59 milioni di dollari - Barbie
2° posto: Adam Sandler 73 milioni di dollari - Murder Mystery
1° posto 🥇Volodymyr Zelenskyj 18 MILIARDI di dollari - Se non mi mandate altri soldi perdiamo la guerra per colpa vostra e poi Putin invade pure voi
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Nel discorso di capodanno Mattarella ha commentato la cifra record di 2.443 miliardi di dollari per spese militari nel mondo. "Otto volte di più di quanto stanziato alla Cop 29 per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione". Ancor più sconfortante se pensiamo il 55% della spesa militare mondiale è fatto dagli Stati appartenenti alla NATO. La giustificano con la "deterrenza", ma mostra una sola cosa: l'influenza ormai pervasiva del complesso militare-industriale e finanziario nelle politiche dei Paesi occidentali. @giorgioberetta.bsky.social
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Ieri a Palazzo Chigi lo statunitense Larry Fink è stato ricevuto con tutti gli onori. Di fronte aveva la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, una vita politica spesa a ventilare immaginifiche battaglie contro orrendi poteri forti. Solo che Fink è presidente e amministratore delegato del colosso statunitense della finanza BlackRock, un potere forte forte davvero. In pancia ha dieci mila miliardi di dollari (il Pil di Giappone e Germania, sommati) e siede nei consigli di amministrazione delle più importanti aziende occidentali. Amano molto le armi, quelli di BlackRock, e mica per niente sono azionisti delle più importanti industrie belliche come Lockheed Martin a Raytheon Technologies e Northrop Grumman e ovviamente l’italiana Leonardo di cui detiene il 3%. Ci si aspetterebbe che Meloni avesse voluto incontrare il “cattivo” per rivendicare il proprio sovranismo e per chiederli di tenere giù quelle manacce dai beni della patria e invece è accaduto esattamente il contrario. Come una piazzista ha aperto il campionario dei gioielli italiani e ha offerto ai poteri forti Autostrade e qualche altra occasione dell’Italia in saldo. Fink avrà osservato con attenzione. Blackrock è azionista di Snam (poco meno del 5% cumulativo), di Terna (5%), di Saipem (0,6%), di Prysmian (5%), di Stm (0,6%), di Tenaris (1,8%), di Italgas (3,7%) ed è primo azioni sta di Unicredit con il 7%. Scene da bancarelle dentro il palazzo del governo. Il sovranismo è così, una postura che si può comodamente smentire. Buon mercoledì.
La favola nera del sovranismo: Meloni corteggia il lupo di Wall Street - di Giulio Cavalli.
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Non si sa ancora il motivo dell’omicidio di Brian Thompson, l’AD della United Health Care, freddato a Manhattan, ma la reazione delle moltitudini che sui social hanno celebrato l’omicidio rivela comunque la verità che, in cuor loro, milioni di Americani hanno sognato una vendetta simile.
Di tutte le anonime e inappellabili forze che governano la vita quotidiana degli Americani, la sanità commerciale è quella che infligge costanti tormenti e sofferenze e le ingiustizie più crudeli ai cittadini inermi. In particolare, lo sono le assicurazioni mediche, un settore industriale da 4000 miliardi l’anno il cui business model consiste nel riscuotere esosi premi da clienti-ostaggio e successivamente minimizzare i servizi erogati traendo dalla differenza utili da capogiro (Per la United, $371 miliardi nel 2023).
Negli Stati uniti la sanità è del tutto asservita sul mercato privato, controllato da Big Pharma e Big Insurance (cui è del tutto assoggettata la professione medica). Il risultato è la colossale inefficienza di un sistema che deve tener conto di quei profitti (in USA la spesa sanitaria procapite ammonta a più di $12000 – il doppio dei $6000 di altri paesi industrializzati) a fronte di risultati e. aspettativa di vita inferiori. Il catalogo delle vessazioni ed angherie inflitte ai “clienti” per massimizzare i guadagni è praticamente un genere letterario a se.
Poco dopo essermi traferito in California, da studente, ho contratto una meningite virale. Recatomi al locale pronto soccorso, un esame ha confermato la diagnosi e il medico mi ha detto che, data la gravità, si imponeva un ricovero immediato. All’apprendere che non ero assicurato, però mi ha comunicato che non c’era nulla che potesse fare per me e mi ha dimesso con un paio di compresse analgesiche (12 ore dopo ero sotto tenda a ossigeno in un ospedale statale, tenuto per legge a somministrare cure.) La lezione sulla locale concezione sanitaria, si è completata con le bollette da molte migliaia di dollari arrivate in seguito (con minacce di pignoramento), non solo dall’ospedale curante, ma da quello che mi aveva messo alla porta.
Una goccia nel mare u in un mare di malasanità governata da algoritmi aziendali e anonimi funzionari col mandato di negare i benefici promessi dai contratti assicurativi. Chiedete ad una Americano per strada e saprà snocciolare una litania di aneddoti horror. Partorienti dimesse il giorno della nascita per carenza di assicurazione. Decine di migliaia di dollari fatturati per visite al pronto soccorso. Cure negate perché procedure essenziali vengono dichiarate “elettive” dagli assicuratori o “eccessive” (compreso, in caso di anziani, perché “è stata già raggiunta la logica aspettativa di vita”). Ogni anno 650000 americani dichiarano bancarotta per spese mediche. Solo questa settimana ha fatto notizia l’annuncio del colosso assicurativo Anthem: avrebbe continuato a rimborsare le anestesie chirurgiche ma “per un numero limitato di minuti.”
In questo quadro fa ridere l’idea che gli immigrati vengano in America “per approfittare della sanità pubblica.” Sono giustificati semmai gli avvertimenti dei consolati che consigliano ai turisti di premunirsi prima di visitare un paese dove un osso ingessato ti può rimandare a casa con debiti per decine di migliaia di dollari.
È il mercato bellezza. Se non vuoi perdere alla roulette non entrare nel casinò.
Non c’è da sorprendersi allora che alla notizia dell’omicidio, così tanti Americani abbiano avuto lo stesso pensiero, maturato in anni di paura e disgusto e notti in bianco passate a pensare come poteri permettersi d salvare la pelle mentre gli assicuratori brindavano.
Quando è stato ucciso Thompson si apprestava a brindare con gli azionisti un altro trimestre di stratosferici fatturati sulla pelle degli “assistiti.”
Al di là dei motivi che potranno venire acclarati, il gesto violento di Manhattan ha immediatamente assunto riflessi di lotta di classe - o delle forme patologiche che ne hanno preso il posto nella distopia ballardiana in cui viviamo. In attesa che si insedi un governo di diretta proprietà delle corporation e dei miliardari che le gestiscono. Luca Celada, Facebook
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Si chiama NERC, North American Electric Reliability Corporation, è un Ente indipendente che sovraintende alla gestione delle reti elettriche negli Stati Uniti.
Di solito è molto indulgente con i Governatori e le loro politiche a base di nefandezze scientifico-tecnologiche, ma stavolta ha lanciato un allarme chiaro, chiarissimo, incontestabile: continuando di questo passo, con la chiusura di centrali turbogas e la loro sostituzione con pannelli fotovoltaici e batterie per lo stoccaggio dell'energia, data l'elevata elettrificazione dei servizi pubblici, la California, ovvero la Germania degli Stati Uniti, resterà priva di un valido approvvigionamento di energia elettrica entro il 2029, con conseguenze disastrose.
I Governatori che si sono succeduti sulla poltrona dello Stato hanno preferito puntare ad improbabili politiche Net Zero, che il tempo sta rivelando come un boomerang disastroso; emigrazioni di massa, povertà diffusa, deindustrializzazione dello Stato, criminalità crescente spinta da una povertà senza precedenti storici.
Dal 2014 al 2024 il costo dell'energia elettrica è cresciuto del 127% fino a toccare i 40 cent$/kWh, ma la previsione parla di oltre 50 cent$/kWh ben prima del 2029, anno del temuto blackout generale.ù
Un blackout che dovrebbe materializzarsi soprattutto nel periodo di settembre, dopo le 17:00, quando l'energia generabile sfruttando il sole sarà poca, ma la domanda ancora elevatissima e lo stoccaggio insufficiente. E non saranno sufficienti i 35 miliardi di dollari previsti per l'aggiornamento delle reti elettriche, nemmeno l'incremento delle importazioni di energia elettrica (a carbone!) dallo Utha, secondo il principio noto dell'esternalizzazione delle emissioni, ipocrisia tipica dell'ambientalismo osceno. L'orologio segna l'ora, il tempo si avvicina, forse gli americani e, soprattutto, i californiani si risveglieranno dal torpore, quando ricaricare una Tesla costerà più che comprarla nuova.
Nota tutt'altro che a margine: quelle che notate nella foto sono le turbine eoliche installate nel deserto californiano. Come si può ben notare sono installate in modo tale da porre in ombra l'una rispetto all'altra, quindi la generazione di energia è tutt'altro che valida e scontata. Si può dire che, fisicamente parlando (fluidodinamica) questo schema è altamente ed incontestabilmente discutibile. A loro, però, poco importa, perché ciò che conta è installarne tante, perché il credito di imposta, l'esenzione dal pagamento delle tasse, e le diverse forme di sovvenzionamento rendono assai redditizia l'installazione, non la reale generazione ed energia immessa in rete. Infatti, nessun "contatore" è installato, ovunque nel mondo, per contabilizzare la generazione elettrica delle fonti rinnovabili; fa fede il mero fattore di capacità imposto dal legislatore locale, nulla di più, una vera manna per i produttori. Ed alla fine della vita utile, le turbine resteranno a fare bella mostra di sé, inutili rottami che distruggono paesaggio e natura, ma questo è ben altro aspetto...
Fernando Arnò.
#truffa energetica#truffa climatica#truffa rinnovabili#Verdacci cancheri#Verdacci merdosi#terrorismo green#greenpeacecriminali#truffa green
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🇺🇸🏴☠️⚡️🇷🇺 Il disegno di legge proposto dallo speaker della Camera Johnson per lo stanziamento di 100 miliardi di dollari di aiuti militari, che passerà sabato, include anche il sequestro e la distribuzione dei 300 miliardi di dollari di asset russi all'Ucraina.
Una volta superato il Congresso, Yellen convincerà i delegati del FMI, ora a Washington per un incontro, a legittimare la rapina.
La Russia risponderà sequestrando i beni europei in Russia - almeno 240 dei 300 miliardi di dollari russi sono detenuti in banche europee.
Un altro esempio di come le politiche americane stiano facendo in modo che l'Europa paghi un costo salato, rendendo l'UE ancora più (tossico-)dipendente dagli Stati Uniti: cioè il vero obiettivo delle sanzioni.
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Gli Stati Uniti perdono l’Asia: in fuga dal debito americano per 400 miliardi di dollari in un anno
Gli Stati Uniti perdono l’Asia: in fuga dal debito americano per 400 miliardi di dollari in un anno
di Giuseppe Timpone L’Asia molla il debito americano e in un anno ne riduce le detenzioni di circa 400 miliardi di dollari. C’entra la guerra in Ucraina? Sul piano delle relazioni geopolitiche, non è un buon momento per gli Stati Uniti d’America in Asia. Lo scontro con la Cina si fa evidente ogni giorno che passa. Troppi i capitoli aperti: dalle tensioni commerciali al sostegno sottobanco di…
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#Gli Stati Uniti perdono l’Asia: in fuga dal debito americano per 400 miliardi di dollari in un anno
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In base alle statistiche dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) relative al 2023 l’Italia figura sesta nell’export mondiale, con un export di 670 miliardi di dollari (626 miliardi di euro secondo l’Istat). Escludendo i Paesi Bassi, le cui esportazioni sono costituite in gran parte da merci in transito nei porti e non da effettivo export di prodotti olandesi, l’Italia è in realtà il quinto esportatore mondiale, dopo Cina, Stati Uniti, Germania e Giappone.
Se poi escludessimo le auto (...) che costituiscono soltanto il 3 per cento degli scambi mondiali, l’Italia è addirittura il quarto esportatore nel restante 97 per cento del commercio internazionale, in virtù di una specializzazione merceologica estremamente diversificata e non legata a pochi macrosettori dominanti. Infatti, escludendo le auto, l’export italiano (657 miliardi di dollari) è ampiamente superiore anche a quello del Giappone (607 miliardi).
Un bel successo per un paese come il nostro che fino a una decina di anni fa era considerato in declino dalla maggior parte degli economisti (specie di casa nostra) e giudicato come un perdente sicuro nel quadro della competizione globale. (...)
Rispetto al 2015, l’export totale di merci dell’Italia è stato il più dinamico del G7 ed è cresciuto in dollari correnti del 48 per cento, cioè quasi del doppio rispetto a quelli di Francia (+28 per cento) e Germania (+27 per cento) e di oltre il triplo rispetto agli export di Giappone (+15 per cento) e Regno Unito (+12 per cento). (...)
Chi, sulla base di vecchi luoghi comuni o di analisi superate, continua a descrivere un’Italia come un paese industriale con bassa produttività o non competitivo, arretrato sul piano della tecnologia e dell’innovazione, sta semplicemente guardando un altro film rispetto alla realtà. (...)
La nostra forza risiede in un nucleo di circa 9 mila aziende esportatrici medie, medio-grandi e grandi con 50-1.999 addetti, che realizzano i tre quarti del nostro export manifatturiero, nonché in un ulteriore ristretto gruppo di una quarantina di imprese con oltre 2 mila occupati, che esportano un altro 12 per cento circa.(...)
Un altro nostro asso nella manica è la differenziazione dei prodotti esportati.
I “magnifici 7” settori del made in Italy si suddividono nelle “3F” (...): Fashion, Food, wine and tobacco e Furniture and building materials (e) le “4M” (...): Metal products, Machinery, Motor yachts and other transport equipment, Medicaments and personal care products. (...) L’Italia è stata nel 2022 il primo esportatore mondiale di 201 prodotti (...).
via https://www.ilfoglio.it/economia/2024/05/13/news/come-l-italia-ha-scalato-l-export-mondiale-6537828/
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FIAT Chrysler risparmia due miliardi sulle multe facendo guadagnare una montagna di soldi a Elon Musk.
Volete sapere come?
Per evitare di pagare 2 miliardi di multa per eccesso di emissioni, Fiat nel 2017 ha acquistato da Tesla crediti di carbonio per un valore di 279,7 milioni di dollari; nel 2018 per ulteriori 103,4 milioni di dollari.
Tesla ha permessi in esubero perché produce automobili elettriche: ha fatto della vendita dei permessi di emissione un vero affare e inoltre gode di incentivi pubblici per la sua produzione.
Così la FIAT continua ad emettere CO2 me risparmia sulle multe, e Musk ci guadagna tre volte. Vendendo Tesla, vendendo crediti di carbonio e ricevendo incentivi dallo stato perché produce auto elettriche.
Chiamatelo scemo!
(Critica Climatica)
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U.S.A.
Biden, c'è posta per te
Fox News fa saltare il coperchio della fogna.
“L’audit viene effettuato non solo nei dipartimenti che si occupano delle armi. L’audit viene effettuato in ogni dipartimento.
Biden ha speso 3 miliardi di dollari per la produzione di 93 camion postali elettrici, ovvero 32 milioni di dollari per camion postale.
Hai visto il camion della posta, funziona benissimo, ricevi la posta, vero?
Un'auto da corsa di Formula 1 non vale nemmeno la metà di 32 milioni di dollari. Ecco perché esiste l'inflazione. Ordina camion postali per 32 milioni di dollari ciascuno.
Sai chi ha ricevuto il contratto? Oshkosh Defense, un appaltatore della difesa con sede nel Wisconsin. Sanno almeno come costruire camion postali elettrici? Sanno come ottenere contratti e sostenere i federali.
Si presumeva che la società Oshkosh Defense avrebbe costruito 60.000 di questi veicoli. Ma risultarono essere solo 93.
L'amministratore delegato John Fife dice di essere molto soddisfatto di questo progresso e, tra l'altro, questo ragazzo ha sponsorizzato i democratici alle elezioni."
E stiamo parlando solo di camion postali. Chissà quanto sono costati quelli dell'immondizia, che è molto di più della posta....
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“La guerra civile è inevitabile”, dice l’uomo che ha speso 44 miliardi di dollari su una piattaforma di social media che amplifica l’odio e la divisione, e prevede di spendere milioni per aiutare a eleggere Donald Trump, la cui base promuove attivamente una guerra civile. @DarrigoMelanie
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