#Matteo Gatto
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È il 2030.
Il tuo chip ti sveglia ricordandoti i tuoi crediti di CO2.
Fai colazione con due cavallette.
Prendi un monopattino in prestito perché l'auto elettrica non te la puoi permettere.
Lavori come precario per pagare l'affitto della casa.
Torni dal tuo gatto. Che hai sposato.
Matteo Brandi
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Attendendo, prego
Il foglio è bianco e vengo istigato a scrivere dalla barra lampeggiante. Appare e scompare, cerca di stimolarmi a buttare giù i miei pensieri ma non so come fare a dirle che ne sono privo. Mi sento svuotato. Ho la testa gravida di progetti che dovrebbero partire ma non partono. Sono una stazione piena di treni stracolmi di viaggiatori durante uno sciopero dei trasporti generale e totale in cui i sindacati si rifiutano di comunicarne la durata. Come sono finito così? Ho spremuto tutto lo spremibile forse, o sono diventato geloso dei miei pensieri e li tengo dentro di me, sperando crescano così tanto da partorirli già in grado di farcela da soli.
Se non avessi imparato dalle mie malattie croniche l'arte dell'attesa penso inizierei a preoccuparmi. È arrivato il momento di cominciare con una nuova terapia, oramai sarà la ventesima dopo diciannove fallimenti, ma i dottori non hanno fretta (quando mai ne hanno) e quindi se la prendono con calma. Il termine "paziente" credo si riferisca proprio a questo. Devi portare pazienza. Io non solo porto pazienza ma porto anche il laptop e un libro da leggere e il telefono carico. L'attesa sarà lunga e io sono sempre più un oggetto che arreda le corsie dell'ospedale.
Ogni volta che vado a presentare il mio libro in giro devo essere entusiasta, positivo, pieno di energia. Devo convincere che è un investimento di tempo sensato, anzi no, necessario, che ti cambierà la vita e ti riempirà come solo un capolavoro può farlo. Io sono così scarso a vendermi. Cioè si vede che sto mentendo. Ok l'ho scritto io e a me piace, ma boh a te potrà fare schifo che ne so. Chi sono io per dirti cosa ti deve piacere o cosa fare. Fai quello che ti pare. Non comprarlo. Non leggerlo. Lasciami in pace. Dico queste cose mentre sono sul palco, la presentatrice della serata mi guarda stranita. "Ma Matteo io non ti ho posto nessuna domanda, perché stai parlando da solo?". Ah cavolo, l'ho fatto ancora. Mi sono sabotato. Come si fa a fingere di essere interessanti? Neanche quando si tratta di amore o sesso riesco a vendermi bene. Se ti piaccio è perché hai problemi e sarebbe ora tu li risolvessi. Oppure subisci la fascinazione da una certa tipologia di ruderi. Quelli oramai quarantenni, panciuti, spelacchiati e incapaci di prendersi seriamente. Ma molto, molto bravi ad aspettare. Io sarò felice di godere del tuo amore, finché non tornerai in te e capirai che puoi avere di meglio, ecco. Io aspetto, ma nel frattempo wow, davvero posso toccare? Ok, ok. La ringrazio signorina lei è molto gentile.
Stamattina ho fatto una cosa che stavo rimandando da troppo tempo: mi sono pesato. Le cose che rimando da troppo tempo sono: - pesarmi e rendermi conto quanto mi sono lasciato andare - aprire la app del conto in banca e osservare il baratro - la risonanza magnetica (ma quella l'ho prenotata) - chiedere quanti libri ho effettivamente venduto alla casa editrice - rasarmi completamente la testa e archiviare i capelli come esperienza passata - comunicare alla padrona di casa che me ne vado e vendere tutto quello che ho collezionato in 11 anni di vita a Vienna Rimando perché tutto è ancora piuttosto stabile, rassicurante, come un edificio in piedi dopo un terremoto devastante. Mi sono pesato e in effetti eccoli lì quei chili di troppo che rendono difficile chiudere i pantaloni. Poi però, per non affrontare questa consapevolezza da solo, sono andato a prendere il gatto e ho pesato anche lui che è bello cicciotto e allora ecco amico mio, siamo in due a doverci dare una regolata, si torna a fare sport e mangiare sano. Ma mica lo facciamo subito, eh no, si aspetta. Ti faccio vedere io come attendere.
Il foglio è meno bianco, o meno nero, dipende dalle impostazioni del vostro schermo. Nel mio caso dovrei dire che è meno nero. Se lo dico ad alta voce, nel bar dove sono, che sono felice tutto sia meno nero mi danno del razzista e mi cacciano via. Anzi no, non credo, con la situazione politica attuale finisce che mi danno un ministero. Meglio se sto zitto, io di lavorare non ho voglia. Ho voglia di aspettare di trovare il lavoro giusto e il lavoro giusto per me è attendere.
Mi immagino insieme a degli anziani in qualche sala d'attesa, ascoltare i loro discorsi mentre la segretaria aspetta di ricevere ordini dal dottore curante per convocarli. Potrei imparare a fare a maglia. Aiutare con i cruciverba. Sentire gossip sulla vita amorosa di alcuni vip che pensavo morti da un decennio. Forse sono morti ma fanno lo stesso l'amore, cioè mica solo io mi merito di essere fortunato eh. Aspetterei l'esito delle analisi e poi troverei un modo per abbracciare, sostenere, diventare spalla su cui piangere. Potrei stare vicino alle persone che aspettano una risposta a una mail "Non ti preoccupare, potrebbe anche non arrivare mai la risposta ma ora siamo insieme, sono al tuo fianco, ti faccio vedere cosa altro si può fare di utile con il tuo computer, hai mai sentito parlare dei siti porno?". Potrei viaggiare con chi odia stare fermo in un treno e giocare a "trova la mucca" salvo poi rendermi conto che stiamo viaggiando verso Milano e al massimo si vede a pochi metri di distanza causa smog. Povere mucche lombarde, con quel loro latte dal sapore affumicato quanto un whisky disgustoso.
Vivere per me è diventato applicare ogni giorno, quando mi sveglio, la frase motivazionale "aspetta e spera". Lo dico a Ernesto, quando mi salta in faccia per reclamare la sua porzione di pappa. "Aspetta e spera bello mio". Lo dico a me stesso quando mi ricordo che ancora non hanno deciso di finanziare il mio prossimo progetto. Era meglio essere un lavoratore dipendente e odiare colui che fu il mio capo? O essere un libero pensatore che come hobby parla con il gatto e odia il suo di capo? Inteso come testa, perché rende impossibile riuscire a fingere entusiasmo per le cose.
Per questo idealizzo gli anziani. Anche loro ne hanno le palle piene di fingere. Per questo faccio schifo alle presentazioni del mio libro o quando invio richieste di finanziamento, perché dai, i vostri soldi potreste investirli in qualcosa di più utile. Tipo una campagna di riqualificazione dei piccioni come animali da compagnia.
Fossi nato ricco avrei sperperato tutta la mia fortuna in carte Pokémon. Lo so. In quello e in allucinogeni, che poi sono la stessa cosa. Però la bellezza di dire "Ehi, vuoi salire da me a vedere la mia collezione di carte Pokémon?" e sentirsi rispondere cavolo sì, che bello, sono curiosa. Poi magari deludo anche lì. Magari illudo e pensavi che il mio Pikachu fosse molto più grosso, però dipende da come lo usi, se aspetti un po' magari si evolve. Ti chiederei "Sai a che livello si evolve Pikachu" e tu risponderesti "Non so, al 50?" e io ti caccerei di casa perché Pikachu si evolve tramite pietratuono non avanzando di livello e non mi concederò mai a una persona così ignorante. Che disgusto.
Aspetto mio nipote cresca un altro po' così da poter finalmente avere una conversazione decente con lui senza desiderare di stropicciargli quelle guanciotte tonde e rosa pesca che si ritrova. Oppure questo non accadrà mai e io, inquanto zio, lo vedrò sempre come un esserino piccolo e carino e gli stropiccerò le guanciotte il giorno del suo matrimonio.
Un treno, nella metaforica stazione dei miei pensieri, è partito. Con incalcolabile ritardo. Sarebbe più pratico i miei pensieri fossero aerei. Volerebbero da te. Si schianterebbero a pochi metri da casa tua spaventando i vicini. Ma gli aerei mi terrorizzano ancora, quindi i miei pensieri viaggiano su lente, prevedibili rotaie. Poi io ci tengo al pianeta, non lo voglio distruggere, è il posto ideale dove passare il tempo aspettando nella fine del mondo.
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Ve le ricordate le vecchie divisioni? Per divisioni intendo le operazioni aritmetiche: quante volte Matteo Renzi sta nel PD?
E se fosse un gatto (...miao, se fosse un cane, bao, se fosse tardi, ciao), quante vite politiche gli sono rimaste?
Visto che ha tradito tutti, ha fatto tutto e il contrario di tutto, ha una faccia tosta incredibile, è superficiale, non è affidabile, è opportunista, ha la tendenza a far fuori gli amici più che di combattere i nemici, politicamente non vale una cicca, se il PD dovesse riprenderselo il problema non è Renzi, ma il PD!
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I traumatizzati dal Gatto!Gasp.
(Consigliato a tutti di andare a vedere le storie di Matteo Ruggeri: Atalanta 2023-2024 Boys Band with CDK, El Bilal Touré and Scamacca incoming).
#atalanta bc#grazie a Mari di avermi mandato la storia di Nadir - adesso sto stalkando tutti per trovare più foto o video#gianluca scamacca#charles de ketelaere#el bilal touré
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Nardò generoso ma ancora battuto in casa
NARDO' - NOCERINA 1-3
Goals: 32’ Provenzano (No), 42’ D’Agostino (No), 80’ aut. Padalino (N), 87' Ferrari (No)
NARDO' (3-5-2): De Luca; Delvino, Davì, Calderoni; Munoz, Ciracì, Vrdoljak (72’ Piazza), Correnti, De Crescenzo; Gatto (58’ Addae), Gassama (89’ Gianfreda). A disposizione: Herceg, Orlando, Montagna, Milli, Mazzotta, Ziello. Allenatore: Fabio De Sanzo
NOCERINA (4-3-3): Wodzicki; Padalino, Silvestri, Sparandeo, Tempre; Grandis (94’ Basualdo), Provenzano, Gerbaudo; Faiello (72’ Vono), Marquez, D’Agostino (84’ Ferrari). A disposizione: Pirrò, Lomasto, Fabbricatore, Cristiani, Manneh, Fraraccio. Allenatore: Raffaele Novelli
Arbitro: Guido Iacopetti di Pistoia
Assistenti: Daniele Nesi e Matteo Bertelli di Firenze
Ammoniti: Ciracì, Addae (N), Silvestri, Faiello, D’Agostino, Gerbaudo (No)
Non è bastato un secondo tempo in totale proiezione offensiva, un autogoal e tante occasioni sprecate per raddrizzare un risultato fortemente compromesso nel primo tempo, così il Nardò è uscito per la terza volta sconfitto in casa.
La Nocerina ha capitalizzato un buon quarto d’ora di pressing nel finale del primo tempo e con l’aiuto del vento a favore ha realizzato due goal.
La cronaca narra di una partita molto combattuta ed equilibrata per almeno mezzora poi la Nocerina ha cominciato a spingere sull’acceleratore e a creare qualche occasione da goal.
Al 30′ è bravo De Luca a salvare in mischia su un tiro ravvicinato di Gerbaudo. Sul conseguente corner Provenzano beffava il portiere granata con una parabola (sospinta anche dal forte vento) che si insaccava all’incrocio dei pali più lontano.
Il Nardò provava la reazione con una punizione di Calderoni, facilmente letta dalla difesa rossonera, e capitolava al 42′ quando Marquez innescava D’Agostino, al vertice sinistro dell’area, che con un tiro a giro infilava ancora De Luca. 2-0 e tutti negli spogliatoi.
Nel secondo tempo la reazione veemente del Nardò chiudeva la Nocerina nella sua metà campo e creava una serie di occasioni propizie.
Al 50′ tiro di Correnti parato da Wodzicki. Al 55′ ancora il portiere polacco sugli scudi, bravo a respingere una conclusione di Gassama. Al 58′ parata capolavoro su altro tiro di Correnti da distanza ravvicinata.
Il Toro aumenta la pressione con l’ingresso di Addae. Wodzicki risponde ancora da campione su tiro di Ciracì e deve risolvere una serie di mischie innescate dai cross di De Crescenzo e Munoz.
Il primo goal del campionato nella porta nocerina, però, curiosamente lo infila Padalino, goffo nel respingere un tiro di Gassama all’80’. Il Nardò riaccende le speranze e continua ad attaccare ma deve arrendersi all’87’ quando Ferrari vince il duello con Calderoni e trova lo spiraglio per beffare De Luca. Finisce 1-3 per i molossi con qualche ingenerosa linea di contestazione del pubblico neretino. La Nocerina rimane in scia della capolista Virtus Francavilla mentre il Nardò guarda verso il basso con la paura di essere risucchiato.
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Vivo e/o morto il gatto fantasma della quantistica
Il gatto di Schrodinger è stato modificato e rivoluzionerà la fisica. Recentemente, un team di fisici teorici ha proposto una nuova soluzione al paradosso del gatto di Schrödinger, che potrebbe consentire alle teorie della meccanica quantistica e della relatività di Einstein di convivere nel migliore dei modi. Non è mai facile parlare di determinati argomenti, tuttavia, questa volta cercheremo di "semplificare brutalmente" (per quanto possibile) concetti fisici realmente avanzati e complessi. Siete pronti? Per cominciare, è opportuno ricordare come le leggi della fisica quantistica postulano che gli oggetti fisici possono esistere in una combinazione di più stati. Sarà quindi possibile per loro trovarsi in due posti contemporaneamente o possedere diverse velocità allo stesso tempo. Si introduce dunque il concetto di "sovrapposizione", secondo cui un sistema rimane in tale stato, finché non interagisce con un dispositivo di misurazione (ovvero, viene osservato direttamente), grazie al quale assumerà solo valori ben definiti come risultato della misurazione stessa. Un cambiamento così brusco nello stato del sistema, è chiamato "collasso".
A questo punto entra in gioco il fisico Erwin Schrödinger, che riassunse questa teoria nel 1935 con il suo famoso paradosso del gatto di Schrödinger, che è contemporaneamente vivo e morto e di cui vi abbiamo già abbondantemente parlato. Le leggi quantistiche, valgono però per il regno delle particelle elementari. Gli oggetti più grandi, si comportano infatti in accordo con la fisica classica come previsto dalla teoria della relatività generale di Einstein e non vengono mai osservati in una sovrapposizione di stati. Come sottolinea l'autore principale Matteo Carlesso, fisico teorico dell'Università di Trieste in Italia: "La domanda è: è possibile che l'Universo si trovi in una tale sovrapposizione? Le osservazioni dicono di no: tutto segue le previsioni classiche della Relatività Generale". Come conciliare dunque le due cose? Per affrontare il problema, i ricercatori hanno proposto modifiche all’equazione di Schrödinger, che governa il modo in cui tutti gli stati, compresi quelli in sovrapposizione, evolvono nel tempo. In particolare, il team ha aggiunto termini all'equazione che catturavano il modo in cui il sistema interagisce con sé stesso. È stata poi eliminata la distinzione tra oggetti soggetti a misurazione e dispositivi di misurazione, proponendo che lo stato di ciascun sistema subisca un collasso spontaneo a intervalli regolari. "Senza alcuna azione da parte di entità esterne, qualsiasi sistema si localizza (o collassa) spontaneamente in uno stato particolare. Parafrasando, invece di avere un gatto morto E vivo, lo si trova morto O vivo", ha detto Carlesso. Per i più curiosi, potete trovare l’intero paper al seguente link. "Il nostro modello descrive un universo quantistico, che alla fine collassò diventando così effettivamente classico", ha dichiarato lo stesso Carlesso. Dopo aver visto la 'scoperta che trasformerà il mondo e nonostante questa teoria spieghi perché l'universo possa essere governato dalle leggi classiche della fisica, mettere alla prova sperimentalmente la teoria stessa, non sarà così semplice. FONTE: LIVESCIENC Read the full article
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Frassica indagato dopo le polemiche per il suo gatto sparito
Nino Frassica sarebbe indagato dalla procura di Spoleto in seguito alle polemiche seguite alla sparizione di Hiro, il gatto della sua famiglia sparito all’inizio di settembre nella città umbra dove l’attore si trovava per le riprese della serie televisiva Rai “Don Matteo”, alloggiando, insieme alla moglie Barbara Exignotis in una casa del centro. Diffamazione aggravata, stalking e istigazione a…
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I pittori italiani della fine dell’Ottocento a Parigi a Novara
Modelle, amanti, attrici a cavallo, Londra e Parigi, con le vedute urbane immortalate da Giovanni Boldini e Giuseppe de Nittis, simbolo di due vivaci metropoli ottocentesche, e ancora nudi e soggetti femminili colti in intimità, fino alla Ville Lumière dove artisti italiani come Boldini, de Nittis, Antonio Mancini, Federico Zandomenghi trovarono casa e dove il pittore livornese Vittorio Matteo Corcos si presentò senza nemmeno un biglietto, come disse a Ugo Ojetti nel 1907, sono protagonisti della mostra Boldini, De Nittis et les Italiens de Paris, a cura della storica dell’arte Elisabetta Chiodini, che METS Percorsi d’Arte porta al Castello di Novara dal 4 novembre al 7 aprile 2024. Sarà un percorso di otto sale che accoglierà novanta opere dei protagonisti di quella indimenticabile stagione in un viaggio che riporta nella Parigi di fine Ottocento e inizio Novecento, tra i lavori di alcuni dei maestri italiani più noti e amati, conosciuti come Les Italiens de Paris. Attraverso confronti dal ritmo serrato il pubblico sarà invitato a vedere lo spirito dell’epoca, tra atelier e mostre nella città che, a partire dai primi anni Venti dell’Ottocento, aveva attratto numerosi artisti italiani desiderosi di confrontarsi con la cultura d’Oltralpe e ampliare il proprio mercato oltre confine. Grazie alle prime Esposizioni Universali, città come Londra e Parigi erano centri nevralgici del mercato internazionale dell’arte contemporanea e dagli anni Sessanta intraprendenti mercanti d’arte, da Adolphe Goupil a Thomas e William Agnew, fecero a gara per assicurarsi le opere di giovani artisti promettenti, convincendoli a stipulare contratti e diventandone i diretti intermediari con i compratori. In mostra ci sarà un confronto tra Giovanni Boldini e Giuseppe de Nittis, diversissimi tra loro e non proprio in ottimi rapporti, che presenterà alcuni dei lavori di maggior successo dei due, come la serie di dipinti dedicati a Berthe, modella e amante di Boldini, e alla sensuale Gabrielle de Rasty. La notissima Amazzone (1879) affiancherà il ritratto dell’attrice Alice Regnault a cavallo o ancora Fanciulla con gatto nero (1885) mentre Signora in giardino (1882a) e Fiori d’autunno (1883-1884) sono invece tra le ultime opere di De Nittis, scomparso improvvisamente nell’agosto del 1884 a soli trentotto anni. Un’altra sala vedrà dei capolavori assoluti eseguiti da Antonio Mancini tra Napoli e Parigi dal 1872 come Il suonatore di violino (1877) e Scugnizzo con chitarra (1877). Arrivato a Parigi nel 1874, a trentatré anni, per quello che avrebbe dovuto essere un soggiorno di studio, il pittore veneziano Federico Zandomenghi non se ne sarebbe più allontanato e di lui la mostra esporrà lo straordinario Ritratto di Diego Martelli (1879) presentato alla quarta esposizione impressionista nel 1879, nella Collezione delle Gallerie degli Uffizi, e poi Il violoncellista (1882 ) e il pastello Coppia al Caffè (1886), dalla collezione della Fondazione Francesco Federico Cerruti. Il confronto tra Parigi e Londra passa attraverso una serie di vedute urbane e scene di moderna vita quotidiana, come Place Clichy (1874) di Boldini, opera di collezione privata raramente concessa in prestito, che verrà messa a confronto con la monumentale Westminster (1878) eseguita da De Nittis per il banchiere Kaye Knowles, uno dei capolavori del pittore, con quel taglio modernissimo che rende lo spettatore parte della scena. Se la piccola sala della cella del castello vedrà un’accurata selezione di nudi e soggetti femminili colti in intimità, che riflettono i differenti approcci dei rispettivi artisti al tema, a chiudere il percorso saranno i ritratti mo seguiti da Giovanni Boldini e Vittorio Matteo Corcos, una tipologia che li rese ricercatissimi tra i contemporanei, come il Ritratto di René Cole in abito da sera (1893), uno dei rari ritratti maschili di Boldini, e l’inedito Ritratto di Lia Silvia Goldmann Clerici (1912-1915) di Corcos. Read the full article
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Buon compleanno Pinocchio
Questa volta, noi di Vortici.it decidiamo di raccontarvi una storia che inizia così… Una sera Carlo Lorenzini stava seduto nella libreria dell’editore Paggi. Era triste, non parlava per due motivi: il primo aveva bisogno di soldi. Il secondo, aveva promesso di scrivere un racconto a puntate, ma non aveva idee. Tornato a casa, gli venne in mente un ragazzo di strada che aveva incontrato giorni prima, un monello sudicio che si era tuffato nell’Arno, soltanto per infrangere i regolamenti municipali. Quella stessa notte Lorenzini iniziò a scrivere. Senza alcuna convinzione, il giorno dopo portò all’editore il primo capitolo: «Come andò che maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino…».
Così nasceva Pinocchio, era il 1881 e iniziava così, la pubblicazione a puntate di Storia di un Burattino sul Giornale per Bambini, uno dei primi periodici per l’infanzia usciti in Italia.
Era il 1883, 140 anni fa, il racconto a puntate diventava un romanzo intitolato: Le Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. Veniva stampato dalla Libreria Editrice Felice Paggi di Firenze. Le illustrazioni erano di Enrico Mazzanti e segnarono in modo indelebile l’iconografia dei personaggi. Carlo Lorenzini per il suo nuovo lavoro, "Pinocchio", usò uno pseudonimo. Non voleva confondere quella che riteneva la sua ben più seria attività di pubblicista e scrittore con quella di autore per l’infanzia. Si firmò Carlo Collodi. Il nome Collodi era quello del paese d’origine di sua madre Angiolina (Collodi è una frazione del comune italiano di Pescia, in provincia di Pistoia, in Toscana), il luogo, dove trascorreva le vacanze estive dai nonni alla fine dell’anno scolastico. Il primo finale del racconto era tragico, terminava con l’impiccagione di Pinocchio per mano degli assassini, che non erano nient’altro che il Gatto e la Volpe. Ai lettori quel finale non piacque. Così Collodi lo cambiò facendo diventare il burattino un bambino. Non immaginava di certo il successo che avrebbe avuto il suo libro. Con il tempo, Le Avventure di Pinocchio diventò il libro non religioso più tradotto al mondo, dopo Il Piccolo Principe. Si contano circa 280 versioni in lingue, idiomi e dialetti diversi. In Italia è il libro più venduto dopo i Promessi Sposi. Nel 1940 Disney creò il celebre cartone animato, edulcorando però la storia secondo i suoi gusti cinematografici. Il Grillo Parlante non veniva più ucciso da Pinocchio con una martellata, come avveniva nel racconto.
Le vicende di Pinocchio hanno fornito lo spunto a innumerevoli interpretazioni, non solo in chiave pedagogica, ma anche sociologica, storica e psicanalitica e hanno stimolato la fantasia di moltissimi scrittori, registi, attori e illustratori. Si tratta del libro più tradotto della letteratura italiana e probabilmente uno dei più tradotti e conosciuti al mondo, anche grazie alle innumerevoli trasposizioni cinematografiche che si sono susseguite nel corso degli anni. Pinocchio è divenuto fumetto, opera teatrale, musical, ma soprattutto un punto di riferimento obbligato per il cinema: dalla già citata versione animata della Disney a Luigi Comencini (con cui siamo cresciuti), alle versioni più recenti targate Roberto Benigni e Matteo Garrone.
Alcuni personaggi come la Fata Turchina, il Gatto e la Volpe, Mangiafuoco, Lucignolo, il Grillo parlante, Geppetto e la balena e luoghi come il Paese dei Balocchi, sono entrati a far parte del patrimonio culturale popolare. Il nome di Collodi sarà per sempre legato a Pinocchio. Eppure l’ambizione dell’autore non era la letteratura per l’infanzia, ma il teatro. Non riuscì però a creare testi teatrali rilevanti e non si rivelò neppure uno scrittore eccelso. Ironia della sorte, per sopravvivere dovette lavorare proprio all’ufficio della censura teatrale. Poi si trovò un posto in Prefettura. A Firenze Collodi condusse un’esistenza tranquilla, un po’ grigia. Lui stesso si definiva: «un vegetale che nasceva e fioriva abbarbicato tenacemente fra le fessure del lastricato della sua città». Collodi morì solo com’era vissuto. Erano passati sette anni dalla pubblicazione di Pinocchio, ma non era ancora riuscito a godere dei vantaggi economici derivati dal successo della sua opera. Non aveva figli Collodi. Ma per la nostra gioia ne ha lasciato uno, frutto della sua fantasia. Pinocchio, appunto, che quest’anno compie 140 anni. Nell’archivio dell’Editore Bemporad di Firenze, si conservano bozzetti e tavole degli illustratori che si sono succeduti con il compito di dare forme e colori a Pinocchio.
Nel corso del tempo si comprese, infatti, quanto la parte iconica dovesse evolversi insieme all’evoluzione sociale e di gusto del Paese. Oggi, l’Editore Giunti stampa, ogni anno, trentamila copie, con una buona percentuale in cinque lingue.
Si potrebbe dire che l’approccio moderno di Collodi derivi dalla consapevolezza che la sensibilità degli Italiani è talmente varia che ognuno si deve affidare alla propria consapevolezza. Pinocchio rappresenta un’opera non ancora conclusa, come dimostrano le schiere di esordienti che vorrebbero continuarne la storia. Ma il libro termina con il ritorno alla realtà: il burattino che ritorna bambino. Pensandoci bene l’unico che si assume la responsabilità di mantenere una promessa fatta, è proprio Pinocchio! La morale della favola è una sola: nessuna bugia ma dire sempre la verità!
Per altre piccole curiosità su questi 140 anni speciali: - 140 anni Pinocchio, pace Fondazione-Disney sul marchio - Tenute Piccini, omaggio a Collodi con Pinocchio in etichetta Potrebbe interessarti anche la nostra rubrica Curiosità Immagine di copertina e altre immagini: Pixabay Read the full article
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17 sett. 2023
un anno fa stavo nel letto di un ragazzo che mi dava le spalle dopo aver fatto sesso da ubriachi, io piangevo in silenzio e pensavo a quanto mi mancasse Matteo. un anno fa avevo tanti amici ma nessuno di loro mi conosceva davvero, mi comportavo come una persona che non ero e anche quando mi divertivo era tutto così immensamente triste. un anno fa non mi sarei mai aspettata che oggi sarei stata il primo amore di un milanese, che mi sarei trovata così tanto bene con lui, che finalmente qualcuno mi avrebbe conosciuta e amata per quello che sono davvero. che non avrei più rifatto foto davanti al duomo con Filippo, che non avrei più rivisto Carlotta, Federica, Anna e Francesco, che queste persone sarebbero durate come un gatto in tangenziale. del vuoto che mi avrebbero lasciato e di come io mi senta da mesi come un surfista nel mare in tempesta. un anno fa non avrei mai immaginato una persona come Lorenzo, un'anima come la sua, non avrei mai creduto al fatto che avrebbe curato le mie ferite, al fatto che a ogni suo ti amo mi sarebbe tremato il cuore di gioia. erano settimane che aspettavo quella frase e quando è arrivata, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto io l'avessi agognata: a quando nel buio accarezzavo Matteo e mimavo con le labbra "ti amo" ma senza mai avere il coraggio di dirlo ad alta voce; a quando Luca mi abbracciava come non aveva mai fatto nessuno fino a quel momento e desideravo così tanto essere per lui più di una scopamica; a quando ero a casa di Federica sedute per terra a bere vino rosso e lei mi disse "tu sei mia sorella Dile, ti amo", a quanto mi avesse spezzato il cuore vedere quella promessa sgretolarsi di fronte alle difficoltà. ho pensato a tutto questo mentre mi rendevo conto che i miei amori erano sempre state persone sbagliate e che in quell'istante, di fronte a una discoteca tutti ubriachi, circondati da gente che fumava e ancora più ubriaca, avevo trovato la persona giusta. con la quale non mi ero mai annoiata, che non smetteva mai di sorprendermi per rendermi felice, che ha sempre nutrito un forte rispetto per il mio lato più debole e più ferito. l'unico ragazzo che non mi ha mai afferrato il polso per guardare i miei tagli, per chiedermi cosa fossero, perché lo facessi o fare addirittura cose estremamente imbarazzanti come accarezzarli o dire "non farlo più". l'unico dal quale volevo sentire un "ti amo", l'unico che volevo fare innamorare. non credo più ai per sempre, né alle promesse, né alla fiducia, ma so solo che Lorenzo è la mia persona giusta al momento giusto, potessimo durare anche due settimane lui rimarrà sempre il ti amo più bello e più importante che abbia mai sentito in vita mia, e lo terrò sempre nel cuore.
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Ho creato un rapporto morboso con la app fitness del telefono. Ho come voglia di renderla orgogliosa di me. Ogni tanto mi sveglio presto di proposito e vado a camminare come un pazzo solo per sentirle dire "Sei già a un ottimo punto rispetto al tuo solito!". Attendo con ansia il suo rassicurante: "Complimenti! Hai superato l'obbiettivo giornaliero!". Lei non sa che ho impostato di proposito un obbiettivo veramente facile da superare, è che ho un bisogno famelico di complimenti. Ne ho bisogno. Indosso le scarpe comode e sfido il freddo solo per farmi amare da quella app. Durante le feste sono stato bloccato in tavola a scofanare ogni bene di Dio, avevo il telefono distante, non volevo mi guardasse in quelle condizioni. Ma adesso siamo tornati insieme. Le ho fatto fare tre giri completi ieri. Era felicissima, quasi commossa. Voleva applaudire ma è una app e non ha le mani ma ci siamo guardati con uno sguardo di intesa. Ho paura di farle vedere i miei lati più bui. "Ehi, Matteo. Sono tre giorni che non concludi un anello. Tutto bene?" e come spieghi a una app cos'è la depressione. No, lei non deve sapere. Vorrei chiedere a un passante di portare in giro il mio telefono ma mi da fastidio l'idea che un altro corpo la sfiori. Potrei legarla al mio gatto e poi farlo uscire di casa e correre su i tetti ma chissà se quello screanzato poi torna. Devo essere onesto. Per la prima volta. Con qualcuno. "Mia cara app, ci saranno giornate stupende di sole e passeggiate inattese e colazioni all'aria aperta e noi ci divertiremo e ti farò il solletico con i miei polpastrelli per controllare i progressi. Ma poi ci saranno giornate in cui non avrò la forza di muovermi. Il divano sarà immenso e i dolori cronici insostenibili. Resterai al mio fianco lo stesso?" lei mi guarderà con il suo occhio frontale, la videocamera che ogni volta che si attiva mi fa vedere quanto sto invecchiando male, e con una voce metallica e registrata dirà "Pare ci siano problemi di connessione, puoi ripetere?" e allora fanculo mi prendo un cane.
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Messina, ”L'Estate Addosso" 2023: inaugurata la terza edizione con un grande evento a villa Dante
Messina, ”L'Estate Addosso" 2023: inaugurata la terza edizione con un grande evento a villa Dante. Una ricca kermesse, nella serata di mercoledì 9 agosto, all'arena di villa Dante, a Messina, ha dato il via ufficiale alla terza edizione di "L'ESTATE ADDOSSO – Messina per i Giovani", progetto promosso dal Comune di Messina in sinergia con l'Azienda Speciale Messina Social City, finanziato nell'ambito del PON Metro, con il quale sono state assegnate borse di inclusione sociale a 700 giovani messinesi. L'Arena della Villa comunale ha ospitato l'evento d'apertura dell'iniziativa, al quale hanno preso il sindaco Federico Basile; gli Assessori; il Direttore Generale del Comune; la Presidente della Messina Social City, i Presidenti delle altre Partecipate comunali e i rappresentanti degli Enti e delle Aziende che ospiteranno i tirocinanti. Tra i partecipanti, i protagonisti e destinatari del progetto, ovvero i giovani beneficiari delle borse di inclusione sociale, i quali, prima dell'avvio della manifestazione, hanno firmato le convenzioni di tirocinio ed è stata consegnata la documentazione utile per iniziare il percorso inclusivo nel mondo del lavoro presso le aziende private e pubbliche che hanno aderito al bando. Nel corso della serata, presente anche l'onorevole Cateno De Luca, oggi sindaco di Taormina, il quale, artifice del progetto lanciato nel giugno 2021 durante la sua sindacatura, non poteva mancare all'avvio di “L'Estate Addosso 2023”. L'evento, condotto dalla conduttrice messinese Noemi David, dopo i saluti di rito da parte del sindaco Basile e della presidente della Messina Social City, Valeria Asquini, è proseguito con la presentazione delle attività da parte dei responsabili del progetto, per poi dare spazio alla riproduzione di un video degli studenti del Liceo Classico Maurolico, i quali hanno interpretato la colonna sonora della fiction televisiva "Mare Fuori", momento che ha introdotto sul palco Antonio D'Aquino, uno tra i protagonisti della celebre serie TV, che ha entusiasmato i giovani presenti. La presenza dell'attore della fiction è significativa della volontà di sottolineare la forte valenza sociale ed educativa di "Estate Addosso". Un progetto nato tre estati addietro in forma sperimentale e che oggi si attesta come momento tanto atteso dai giovani messinesi, proprio perché identificato come un'importante opportunità formativa per la crescita personale e professionale dei giovani tirocinanti, che acquisiscono nozioni, competenenze e si approcciano in maniera concreta e propositiva al mondo del lavoro. Nel corso dell'evento le sorprese non sono terminate, sul palco dell'Arena di villa Dante, infatti, spazio anche all'entusiasmante comicità dei Soldi Spicci, duo comico siciliano, diventato famoso sui social e sbarcato con grande successo sugli schermi cinematografici. Il duo, Annandrea Vitrano e Claudio Casisa, ha intrattenuto i presenti con alcuni esilaranti sketch che hanno regalato momenti di grandissimo divertimento. Relativamente al progetto, che la manifestazione di villa Dante ne ha ufficializzato l'avvio, prevede per i 700 beneficiari l'inizio nei prossimi giorni di tirocini retribuiti presso le oltre 60 Aziende del territorio urbano. Questi, gli Enti aderenti: Il Gatto e la Volpe di Mollica Simona & C., A.RIS.ME, Basket School Messina, Castanea Basket 2010 Messina, Full Dance, San Matteo, Agorà Caristi Paolo Cartlibreria, Albero Azzurro, Azienda Meridionale Acqua Messina, Ant & Anna Coppola, Antares, Apollo, Arzilla, New Baby Planet, Associazione 7000, Special Son, Sport 1, AVIS Comunale di Messina, Azienda Trasporti Messina, Cappellani Giomi, Centro Servizi per il Volontariato di Messina, Sorriso dei Bimbi, CSEN Messina, Dream Hair, F.lli Raffa, Finalmente Mamma di Campanella Serena, Fondazione ITS Academy Albatros, G Digital, Gustosa, Hair & Beauty, Il Mondo di Trilly Pretty School, In Service, IOMI Messina, Ippocreme, IRCCS Centro Neurolesi Bonibo Pulejo, Kartoflak 2.0, L'Allegro Mondo dei Bimbi Scuola dell'infanzia paritaria, Libreria Colosi, Libreria Magic World, MAVI di Armando Montalto & C., Messina Servizi Bene Comune, Mister Alex di Colucci Alessandro, New Fitness Studio, Nova Sistem, Passione Eterna di Giuseppe Galletta, Patrimonia Messina, Sporting Atene Kids, Quattro Calici di Maria Strazzeri, Ritrovo Sheridans, Vivift, SmartMe.Io, So.Ge.Am, Windsurf, Camaro 1969, Sport$Club, TodoModoTV, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - Sez. Territoriale di Messina, Vendilo Messina, Venuti Lab, ZR.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Renzi fa (davvero) tenerezza: manco il suo gatto lo vota
La politica italiana è quasi sempre avvilente e non regala certezze. Tranne una: non c’è nessuno peggiore di Matteo Renzi e dei suoi sparuti ultrà. Salvini, almeno, ha un pregio: si presenta per quello […] (di Andrea Scanzi – ilfattoquotidiano.it) – La politica italiana è quasi sempre avvilente e non regala certezze. Tranne una: non c’è nessuno peggiore di Matteo Renzi e dei suoi sparuti ultrà.…
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Gatto aggressivo, cosa fare?
Buongiorno, da circa sei anni ho con me Matteo, un gattone europeo trovato piccolissimo su una tangenziale... da subito si è rivelato un animale molto intelligente ma ahimé altrettanto particolare... si fa toccare solo da me, con gli altri tra cui mio marito va via e soffia... ho altri due gatti e tre cani e per assurdo tollera meglio questi ultimi...
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E-commerce del lusso hackerano le carte di credito
È stata scoperta una gigantesca rete di falsi ecommerce di lusso. 13mila shop online fraudolenti, gestiti da un gruppo di cybercriminali cinesi, promettevano prodotti super-scontati ma non spedivano nulla. Nelle ultime ore Yarix, la divisione Digital Security dell'azienda italiana di servizi digitali Var Group, ha annunciato di aver scoperto una delle più grandi reti al mondo di fake shop online. Oltre 13 mila siti fraudolenti, che hanno truffato potenziali clienti attraverso la proposta di prodotti scontati di marchi di lusso, come Armani e Prada. A gestire l'intera rete, come suggerisce il codice dell'infrastruttura e dal gateway del sistema di pagamento dei diverti siti, sarebbe stato un gruppo di criminali informatici cinesi. “Si tratta di una delle infrastrutture di shop online fraudolenti più grandi e prolifiche mai individuata in Yarix. L’organizzazione era minuziosa: il threat actor, di origine cinese e attivo dal 2020, aveva pieno controllo sull’infrastruttura, che manteneva attiva rimpiazzando l’hosting provider a ogni tentativo di take down del sito. Questo garantiva che il network rimanesse online”, ha commentato Matteo Neri, YCTI Team Lead. Grazie alle ottime competenze nel settore, infatti, i cybercriminali sono riusciti a costruire imitazioni ben progettate degli ecommerce di marchi afferenti ai settori moda, giocattoli e arredamento.
Una volta online, questi fake shop hanno attirato l'attenzione degli utenti attraverso la proposta di prezzi super scontati, così da invogliarli all'acquisto. Ma le consegne non sono mai state effettuate, come potete immaginare, e i siti si sono rivelati soltanto uno strumento per sottrarre i dati delle carte di credito ai clienti. Un sistema perfettamente organizzato, oltre che difficile da scoprire, dato che i cybercriminali utilizzavano servizi CDN - Content Delivery Network - per occultare la localizzazione del server. In questo modo, circa il 90% dell'infrastruttura criminale risultava collocata in Usa, Panama e Turchia, con una percentuale minore scoperta anche in Europa. Secondo quanto riportato dall'indagine del team di Cyber Threat Intelligence di Yarix, l'enorme rete di fake shop era attiva almeno dal 2020. Nel momento preciso in cui è stata scoperta, questa contava all'attivo ben 13mila siti fraudolenti, che la polizia postale ha già cominciato a smantellare. D'altronde, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un importante incremento dei crimini informatici nel settore dell’e-commerce, soprattutto in corrispondenza di “momenti caldi” come il Black Friday e le festività natalizie. “L’ecommerce sta vivendo un’epoca d’oro: negli ultimi anni sono aumentati gli acquisti negli shop online sia per beni che per servizi. Anche il cyber-crimine si adegua ai trend per cercare nuove occasioni di guadagno, e i fake shop sono una delle truffe a cui prestare attenzione”, ha dichiarato Mirko Gatto, amministratore delegato di Yarix. “Raccomandiamo agli utenti che effettuano acquisti online di prestare attenzione ai domini, verificando ad esempio la validità delle url e la presenza del protocollo https e di acquistare solamente dagli store ufficiali”. Read the full article
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