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laterradihayk · 6 years ago
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Il sarcofago di Isaacio (Sahak) l’Armeno (625-643), Esarca di Ravenna
– I primi dati certi riguardo alla presenza degli armeni in Italia risalgono all’Esarcato bizantino di Ravenna. Oltre al più famoso Narsete (Nerses) (541-568), tra gli esarchi di origine armena va ricordato anche Isacio (Sahak) (625-643), probabilmente appartenuto alla famiglia armena dei Kamsarakan. Di lui rimane un notevole sarcofago con decorazioni in bassorilievo, custodito a Ravenna nella basilica di San Vitale. Il sarcofago è stato oggetto di numerosi studi, in particolare l’epigrafe scolpita su di esso in lingua greca, riportante frasi che ci permettono di avere fondamentali informazioni biografiche sull’esarca.
1. † ENTAUQA KEITAI O STRATHGHSAS KALWS RWMHN TE FULAXAS ABLABH KAI THN DUSIN 2. TRIS EX ENIAUTOIS TOIS GALHNOIS DESPOTAIS ISAAKIOS TWN BASILEWN O SUMMACOS 3. O THS APASHS ARMENIAS KOSMOS MEGAS ARMENIOS HN GAR OUTOS EK LAMPROU TENOUS 4. TOUTOU QANONTOS EUKLEWS H SUMBIOS SWSANNA SWFRWN TRUGONOS SEMNHS TROPW 5. PUKNWS STENAZEI ANDROS ESTERHMENH ANDROS LACONTOS EK KAMATWN EUDOXIAN 6. EN TAIS ANATOLAIS HLIOU KAI TH DUSEI STRATOU GAR HRXE THS DUSEWS KAI THS EW
La traduzione letterale dell’epigrafe è la seguente:
1. Qui giace colui che fu valorosamente stratego custodendo inviolati Roma ed il Ponente 2. per tre volte sei anni ai sereni signori, Isaacio, l’alleato degli imperatori, 3. il grande ornamento di tutta l’Armenia; costui era infatti armeno e di nobile stirpe. 4. Essendo morto gloriosamente, la casta moglie Susanna, alla maniera di una venerabile tortora 5. geme incessantemente, essendo stata privata del marito, un uomo che ottenne fama dalle fatiche 6. nel Levante e nel Ponente; comandò infatti l’esercito di Ponente e d’Oriente.
Come riportato nel testo “EPIGRAFI GRECHE DELL’ITALIA BIZANTINA (VII-XI SECOLO)” (F. Fiori), l’analisi delle parole greche utilizzate nell’epigrafe ci permette di capire l’importanza del personaggio in quell’epoca. L’appellativo “stratego”, infatti, allude all’importanza ed al valore del più alto funzionario della Provincia Italiae, nominato direttamente dall’Imperatore come reggente dei possedimenti bizantini del tempo.
La prova decisiva dell’importanza di Isaacio si ha, inoltre, nell’iscrizione epigrafica del nipote di Isaacio, di nome Gregorio. Tra le frasi dell’epigrafe si legge la parola “esarca”, che conferma il ruolo di primo piano dello zio. Di seguito la trascrizione delle frasi:
1. Il corpo è nascosto nel sepolcro in basso, 2. in alto verso il divino rimane l’anima 3. bramando la luce incorruttibile che vede chiaramente 4. tutta avendo rifuggito la lordura del peccato. 5. Egli era infatti un fanciullo di circa undici anni, 6. Gregorio, semplice, nobile d’animo, molto dolce; 7. questi Isaacio, che un grande esarco 8. delle armate italiche si è mostrato per le imprese, 9. ha pianto amaramente dal profondo del cuore, 10. poiché era suo zio da parte di padre, 11. ma aveva per lui viscere di amore paterno.
Quindi l’interpretazione del testo:
Mentre il corpo si trova nella tomba sotto terra, l’anima vola verso Dio poiché desidera la luce eterna che tutto illumina, essendo sfuggita alla sporcizia del peccato. Gregorio era infatti un fanciullo che aveva quasi undici anni, semplice, nobile d’animo, dolcissimo. Isaacio, che ha dimostrato di essere un grande esarco delle armate italiche per le (proprie) imprese, lo ha pianto amaramente dal profondo del cuore poiché era suo zio dalla parte paterna, ma provava per lui l’affetto di un padre. (F. Fiori)
La moglie di Isaacio, Susanna, a cui viene attribuita l’epigrafe del marito, era probabilmente appartenuta alla casata nobile armena dei Mamikonian. Il marito, invece, era probabilmente un nakharar (principe) della casata dei Kamsarakan, una delle famiglie nobili più potenti dell’Armenia, insieme ai Mamikonian, ai Bagratouni, ai Mardpet, agli Artzrouni e ai Chorchoruni.
Il riferimento alla patria di origine di Isaacio, l’Armenia, ne conferma la grande importanza al tempo dell’Impero Bizantino. Diversi imperatori, imperatrici, intellettuali ed aristocratici bizantini erano di origine armena. Gli Armeni che abitavano le regioni della Grande Armenia, dell’Armenia transcaucasica e dell’Armenia Minore parteciparono costantemente alle operazioni belliche di Roma, già a partire dal II secolo d.C., e dell’Impero Romano d’Oriente dal 476 d.C. A causa della crescente importanza della cavalleria nelle milizie romane, il reclutamento dell’esercito si spostò dalle zone germaniche a quelle abitate dagli Armeni, eccellenti cavalieri. Sotto Giustiniano molti armeni vennero trasferiti forzosamente nei Balcani, per proteggere i confini dell’Impero dalle frequenti minacce degli Slavi e degli Avari lungo il confine del Danubio.
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Trascrizione grafica dell’iscrizione dell’e[xarco” Isaacio ottenuta attraverso un rilievo stereofotogrammetrico.
Ravenna, Basilica di S. Vitale. Sarcofago (IV-V sec.) dell’e[xarco” Isaacio (625-643). Fronte con l’iscrizione greca nel coperchio e scena di adorazione dei Magi nella cassa.
Ravenna, Basilica di S. Vitale. Sarcofago (IV-V sec.) dell’e[xarco” Isaacio (625-643). Retro con iscrizione latina nel coperchio e pavoni affrontati a monogramma cristologico nella cassa.
Ravenna, Basilica di S. Vitale. Sarcofago (IV-V sec.) dell’e[xarco” Isaacio (625-643). Fianco destro del sarcofago: Daniele nella fossa dei leoni.
Ravenna, Basilica di S. Vitale. Sarcofago (IV-V sec.) dell’e[xarco” Isaacio (625-643). Fianco sinistro del sarcofago: resurrezione di Lazzaro.
(Fonti: Epigrafi greche e bizantine, Wikipedia, Ambasciata Armena in Italia)
Il sarcofago di Isaacio (Sahak) l’Armeno (625-643), Esarca di Ravenna Il sarcofago di Isaacio (Sahak) l'Armeno (625-643), Esarca di Ravenna - I primi dati certi riguardo alla presenza degli armeni in Italia risalgono all'Esarcato bizantino di Ravenna.
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