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Dizionario dell'esoterismo. Storia, simbologia, allegoria. Cabala
Diionario dell'esoterismo. Storia, simbologia, allegoria
Cabala
La cabala è in primo luogo l'esoterismo del pensiero e della religione ebraica. Etimologicamente il termine significa 'tradizione'. Il carattere orale di tale tradizione fissa sia la modalità sia la natura della trasmissione. La rivelazione della Thora a Mosé sul Sinai oltrapassa l'aspetto normativo della legge per rivestire la triplice dimensione di una mistica, di una filosofia e di una pratica religiosa. L'esoterismo della Thora ordina l'iniziazione: <<Dio diede a Mosé non solo la legge, ma anche la spiegazione della legge, sul Monte Sinai. Quando fu ridisceso e fu entrato nella sua tenda, Aronne si recò a trovarlo, e Mosé gli comunicò le leggi che aveva ricevuto da Dio e gliene diede la spiegazione chhe lui stesso aveva ricevuto ancora da Dio. Dopo di ciò, Aronne si mise alla destra di Mosè; di Eleazar e Ithamar, figli di Aronne, entrarono, e Mosé riprté loro ciò che aveva detto ad Aronne. Dopo di che, essendosi questi posti l'uno alla destra, l'altro alla sinistra di Mosé, entrarono i settanta Anziani di Israele, che componevano il Sinedrio. Mosé espose loro ancora le stesse leggi... Infine si fecero entrare tutti coloro che volevano il popolo... Cosicchè Aronne ascoltò quattro volte ciò che Mosé aveva inteso da Dio sulla montagna, Eleazar e Ithamar tre volte, i settanta Anziani e il popolo una volta>>. La tradizione può risalire secondo Alexandre Safran almeno ad Abramo, secondo P. Sedir alle epoche atlantidee, per Saint Yves d'Alvetdre i Caldei e agli Assiri. Per gli storici, la storia della cabala coincide con la storia dei suoi testi. Ma la definizione dei criteri che consentono di definire un testo 'cabalostico' dipende in parte dalla scelta dello storico, talvolta del tutto arbitraria. Se vi è in genere consenso sul fatto che due testi fondamentali, il Sefer Yezarah e il Sefer ha-zohar costituiscono l'essenza della cabala, invece le questioni della loro datazione nel caso dello Zohar e quella del suo confronto con il Sefer Yezorah restano ancora irrisolte. Esistono anche altri testi, talora ancora inediti: sono quelli che costituiscono il Merkabah, come i piccoli Het-khalot, lo Shi ur Koma, il Baraita de Ma'aseh Bereshit, il Sefer ha-Bahir, il Sefer ha-Iyyun, per non citare i trattati di 'cabala pratica' di cui parla Gershom Scholem, e di cui H. Serouya denuncia il ciarlatanesimo La critica storica segue la traiettoria inversa della tradizione stessa. Per l'esoterismo teosofico, della cabala giudea, la tradizione suscita una dialettica tra la trasmissione diretta e la riscoperta in sé dell'insegnmento sacro attraverso la sua messa in pratica. Così la tradizione addocia sempre una metafisicia, una mistica, una deontologia della condotta, di cui l'Adamo Kadmon è il prototipo e il compimento. La tradizione incita a uno sviluppo ellittico delle potenzialità spirituali Si ritrova qui il fondamento stesso della tematica della scuola di Safed e del lurianesimo: la ragione della concezione di Simsum, i molteplici tentativi di una creazione, il dramma psicologico della caduta e della salvezza, Da qui anche il privilegio accordato ai temi della reintegrazione nella cabala cristiana di Martines de Pasqually. Il metodo storico inntroduce delle discontinuità appunto là dove entrano in campo le atualizzazioni e le ermeneutiche ricorrenti della Tradizione. La cabala non può essere fissata neppure dalla sua rivelazione. Così, malgrado le tappe essenziali di questa corrente, la denuncia di opport, gnstici, ermetici, dell'influenza del platonismo, del filonismo, perfino del cristinesimo o dell'islamismo, non è in grado di spiegare le ragioni profonde di ciò che per lo storico non è più che un amlagama insieme di strati sovrapposti di dottrine. E' proprio all'orché l'amalgama si costituisce nell'eterogeneità dei suoi materiali che si comincia a parlare di dottrina ecclesiastica. Nel XII secolo appare la dottrina cabalistica come una realtà letteraria e culturale, co l'elaborazione del Sefer - ha Bahir, di cui conocrdemente vien detto che deriva da materiali di epoche diverse, Il XIII secolo è il grande secolo della cabala, con lo Zohar, opera di Moses Ben Shem Tov de Lion (almmeno per quanto riguarda il Midrash ha-Ne'elam, l'Idra Rabba e l'Idra Zuta). Il carattere dottrinale della cabala riposa allora su delle opere di cui si può affermare cotraddittoriamente l'eterogeneità e la contnuità. In effetti il Sefer ha-Bahw contiene un frammento di Sefer Yezirah, il che prova la permanenza dell'insegnamento sefirotico e di quello che giustifica l'esegesi (gematria, notarico, temura), dunque la concezione di un alfabeto sacro e numerico. L'opera compie una reinterpretazione cosmica del pleroma divino delle Sefirot, segno dell'influenza gnostica che si esercita dal II secolo in poi. D'altra parte lo Zohar è posto da Moses de Leon sotto l'autorità di Rabbi Simeon bar Yohai, che avrebbe codificato la cabala nel II secolo a. C. Lo Zohar è la rivelazione fatta da Elia a Simeon bar Yohai stesso. Ma i detrattori dell'antichità dello Zohar e spirituale di questa attribuzione e la modernità della scrittura. La tradizione cabalistica, orale per definizione, lo vieta. La trascrizione letteraria della cabala deve essere considerata come il suo ingresso nella storia della cultura. Ma in quello stesso istanse essa riveste un volto nuovo. Confrontata con gli apporti delle diverse lingue simbolica della cultura, con le altre religioni, con l'Ars Magna, più tardi con la scienza, la cabala prova la sua attualità consentendo la decifrazione di tali documenti. Senza negare che il carattere mistico e teosofico della Merkabah e degli Heikhalot (palazzi celesti, grandi e piccoli Heikhalor) dal II al V secolo, la cabala ha conosciuto un'evoluzione dottrinale indubitabile, segno del suo cosciente coinvolgimento nel mondo culturale. Dal XII secolo al 1492 circa, la recrudescenza esoterica dovuta all'opera di Abraham bar Hiya (Sefer ha-Bahir), alla coerente chassidica tedesca (Samuele, Judah Hasid, Eleazar di Worms), alla cabala della Spagna. ai cenacoli della Provenza, di Gerona, al circolo di Yyum, fa della cabala un commentario di libri sacri, in particolare del Pentateuco, una dottrina perpetuamente approfondita. La dottrina cosmologica del movimento hasidico si fonda sull'insegnamento degli Heikhalot e sui testi del ma'aseh Bereshit del periodo precedente, pur mettendo l'accento sull'ideale unificatore dell'uomo pio, sulle tecniche meditative ed esegetiche. Il rinnovamento dominale apportato dai cabalisti della Provenza, Abraham ben David e suo figlio Isac 'il cieco', ha contribuito a chiarire il concetto di mondo sefirotico, il rapporto tra Dio manifestato e Dio non manifestato. A Gerona le esposizioi di Judah ben Yakar, di Ezra ben Solomon, poi dei fratelli Isaac, di Jacob ha-Kohen fissano la natura dell'intermoondo, delle creature demoniache o mitiche i cui nomi erano stati tenuti segreti dalla Baraita de Ma'aseb Bereshit. Abraham di Colonia e Abraham Abulafia associano alla dottrina sefirotica una tecnica di eperienza spirituale, l'evoazione dei nomi mistici all'illuminazione. E' la cabala profetica. Dal XVI secolo ai moderni, dopo l'espulsione dalla Spagna, la cabala assume un tono messianico. I temi dell'emanazione del mondo per ritrazione di Dio, della progressiva risalita dell'uomo malgrado il suo esilio, della frattura dei vasi (le sei gerarchie sefirotiche che vengono dopo il triangolo dell'emanazione) da cui il male proviene, definiscono i grandi assi della cabala pratica. La realtà storica delal cabala ne fa un tipo di pensiero percorso al suo interno da correnti molto diverse. Ma se un'unità di tono sussiste, non è nel gioco complesso e incerto dell'unità dinamica che si rivela talora, più per le domande fatte per le risposte date>>. L'unità degli interrogativi proposti viene dal'interpellazione dello stesso modo cabalistico. P. Secret dice: <<Accettata o rifiutata, la cabala è una scoperta altrattanto importante quanto quella del nuovo mondo>>. La cabala realizza in se stessa, la coincidentia oppositorum deii due mondi, quello della rivelazione e quello della profezia. E' per questo che essa ha potuto al tempo stesso confortare gli ambienti cabalistici conservatori e tradizionalisti, e confermare la concezione cristiana dell'alleanza tra Antico e Nuovo Testamento, offrendo agli esoteristi cristiani la chiave per decifrarla. La cabala non cessa di attirare le ricerche del mondo occidentale, come testimonia l'interesse che le hanno manifestato per tale, come testimonia l'interesse che le hanno manifestato per esempio P. Ricci (XVI secolo), Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494), Johannes Reuchlin (1455-1522) discepoli di Pico, Galatinus (XVI secolo), F. Giorgi (XVI secolo), Guillaume Postel (1510-1581), Guy Furbity (morto nel 1541), Teofrasto Bombasto von Hohenim detto Parcelso (1493-1541), Daniel-François Voysin de la Noiraye (1654-1717), Robert Fludd (1574-1637), Heinrich Kunrath (inizio XVII secolo), Jacob Boehme (1575-1624), Pistorius, Knorr di Rosenroth, autore della Kabbala denudata (XVII secolo) e Athanasius Kircher (1601-1680). L'incontro tra temi cabalistici ed ermetismo orienta spesso la cabala verso una pratica, quella dell'Ars Magna operativa, non esclude affatto una spiritualità a cui il XIX secolo (non dispiaccia a R. Guénon) ridarà tutto il suo splendore e una nuova portata massonica, con Martines de Pasqually, L. Claude de Saint Martin, François d'Olivet, Saint Yves l'Alveydre, Eliphas Levy. Ormai però la cabala non mira più esclusivamente all'intrpretazione delle Sacre Scritture. La teofania, la sua antropologia e la sua cosmologia, fanno da supporto teorico all'insieme delle scienze occulte, rivelando in tal modo tutta la sua portata pratica. Lungi dal ridursi un'esegesi del Libro, e del libro della natura vivente che la cabala dà oggi le chiavi. Attraverso l'universalizzazione del campo d'indagine, è stata confermata la sua vocazione primaria ed ermeneutica delle manifestazioni simboliche del Sacro. La sua prossima forma potrebbe allora coincidere con la dimostrazione del suo potere nella vita.
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