#Luisa Della Noce
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perfettamentechic · 2 years ago
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15 maggio … ricordiamo …
15 maggio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2022: Rainer Basedow,  talvolta accreditato come Reiner Basedow, attore e doppiatore tedesco. Come attore, tra cinema e televisione, ha partecipato a oltre 150 differenti produzioni a partire dall’inizio degli anni sessanta. Tra i suoi ruoli più famosi, figura quello di Kalle Schneidewind nella serie televisiva Guardia costiera (1997-2012). (n. 1938) 2021: Deanna Milvia Frosini, pittrice,…
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milksockets · 11 months ago
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contessa luisa della noce for luciana in european designer jewelry - ginger moro (1995)
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youviralart · 2 years ago
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lavinia monti ha inviato un aggiornamento 2 ore fa
Mi piace molto Pietro germi. Quest’anno è a Cannes!
FESTIVAL DI CANNES 2023
CANNES CLASSICS IL FERROVIERE Il miglior Germi neorealista, poetico e intimista. Drammatico, Italia 1955. Durata 120 Minuti. Un film di Pietro Germi. Con Sylva Koscina, Saro Urzì, Carlo Giuffré, Pietro Germi, Luisa Della Noce Surf Video pubblica un’edizione eccellente dal punto di vista qualitativo di un film che, all’epoca della sua uscita nelle sale, conquistò un prestigioso Nastro d’Argento per la Miglior Regia.
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beautifulactres · 2 years ago
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Luisa Della Noce (1923-2008)
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serafino-finasero · 6 years ago
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Sylva Koscina, Caterina Boratto, Luisa Della Noce, Mario Pisu, Giulietta Masina (L-R) in costumes by Piero Ghirardi for the film Giulietta degli spiriti (Juliet of the Spirits, Italy/France, 1965, Federico Fellini) | Rizzoli Film / Francoriz Production
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artfilmfan · 8 years ago
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Luisa Della Noce in “Il ferroviere” (Pietro Germi, 1956)
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storiedellarte · 7 years ago
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Nella suggestiva cornice della sala dell’albergo della Scuola Grande di San Rocco a Venezia, venerdì 29 settembre è stato presentato un importante volume sugli scultori bellunesi Andrea Brustolon (1662-1732) e Valentino Panciera Besarel (1829-1902), che contribuisce ad arricchire gli studi sulla scultura lignea nell’Alto Veneto tra Seicento e Ottocento. Quello della scultura lignea è un capitolo degno di nota nel panorama storico-artistico. Nel Bellunese, territorio che ha avuto una lunga e rinomata tradizione nella scultura lignea, a livello scientifico l’interesse verso questo settore è stato recentemente alimentato per esempio con l’allestimento delle mostre dedicate a Besarel e a Brustolon “il Michelangelo del legno”, rispettivamente nel 2002-2003 e nel 2009 in Palazzo Crepadona a Belluno, e con la pubblicazione di monografie e studi specialistici, come la lodevole collana Tesori d’arte nelle chiese del Bellunese.
La produzione di Andrea Brustolon e Valentino Panciera Besarel studiata in questa nuova pubblicazione ha idealmente dialogato con gli ambienti della Scuola Grande, tra i quali la serie di ventiquattro bassorilievi che ornano gli sportelli degli armadi nella Sala capitolare, eseguiti tra il 1741 e il 1743 dallo scultore e intagliatore altrettanto bellunese Giovanni Marchiori, e i soffitti in legno che ospitano le tele di Tintoretto.
La serata è stata introdotta da Franco Posocco, Guardian grando della scuola grande di San Rocco, che ha proprio ricordato i legami veneziani dei due scultori bellunesi protagonisti della serata culturale. Il libro che si è presentato è curato da Anna Maria Spiazzi, Ester Cason Angelini e Michele Talo e raccoglie gli atti di una giornata di studi svoltasi a Belluno nel novembre 2014, dedicata al restauro degli arredi lignei conservati al Palazzo del Quirinale di Roma ed eseguiti da Brustolon e Besarel. L’occasione dell’importante intervento di restauro ha permesso di far intrecciare successivamente una significativa sinergia, quella di Enti pubblici, di associazioni private e soprattutto del mondo della scuola. A Sedico, vicino a Belluno, sorge infatti una scuola di restauro di manufatti in legno. Dalla collaborazione fruttuosa tra la Fondazione “G. Angelini” – Centro Studi sulla montagna e il Centro Consorzi che gestisce la scuola è nata questa iniziativa editoriale di notevole spessore, sia sul piano più prettamente culturale e scientifico, sia su quello della potenzialità di un’attività lavorativa e produttiva. È infatti importante il contributo del mondo della scuola – e quindi dei giovani –  per la valorizzazione del patrimonio presente nel territorio, come base per costruire un turismo sostenibile per l’area montana. Il territorio bellunese da sempre ha sfruttato al massimo le sue principali risorse, in particolare quelle boschive, da cui ha ricavato essenze lignee per costruire molteplici manufatti, dai più semplici e artigianali oggetti per la vita quotidiana a quelli di fattura più artistica, quali arredi, statue, altari. Il volume è a più voci: non si è indagata solo la produzione dei due scultori alla luce dei restauri delle loro opere, ma si sono affrontate anche ulteriori tematiche: le peculiarità del territorio, la tradizione artistica dell’intaglio ligneo, il turismo, l’economia della cultura.
“La montagna torna a Venezia” ha osservato Ester Cason Angelini, mettendo in evidenza quanto il Bellunese ha significato per la Serenissima, in termini di approvvigionamento di materie prime (legname e metalli) per la costruzione e la decorazione della città.
L’intervento di Anna Maria Spiazzi, storica dell’arte e già soprintendente per i beni storico-artistici del Veneto orientale, curatrice di un fondamentale volume Scultura lignea barocca nel Veneto (1997), ha richiamato all’attenzione alcuni snodi centrali nel dibattito storico-artistico che tale volume suscita: il rapporto tra centro e periferia, il concetto di stratificazione, il restauro quale cantiere della conoscenza quando si intrecciano competenze e momento di divulgazione scientifica, il connubio arte e artigianato, il valore della cultura. Le vallate montane dell’Alto Veneto sono quelle che più hanno conservato nelle chiese significativi esempi di altari e arredi lignei, sfuggendo in parte alle grandi trasformazioni di molti manufatti ecclesiastici durante le congiunture barocca e neoclassica che hanno interessato soprattutto gli edifici in pianura.
A illustrare i pregevoli arredi del Quirinale recentemente restaurati è stata Luisa Morozzi, del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, ufficio per la conservazione del patrimonio artistico. Capolavoro di intaglio, sottile e raffinato, è il Tavolo portagioie della regina Margherita, eseguito nel 1884 da Valentino Panciera Besarel e citato nell’Esposizione generale italiana di Torino, un oggetto che per molto tempo è stato dimenticato. Nella sua prolifica, eclettica e rinomata produzione, Besarel si è dimostrato debitore dell’arte di Brustolon, diventandone un ideale continuatore. Il tavolo, in legno di noce intagliato, scolpito e dorato, con quattro figure di cariatidi come sostegno delle gambe e attraversato da una rigogliosa trama di decori a foglie di acanto stilizzate e mazzetti di margherite, si trovava nella camera da letto della regina, mentre ora è collocato nella biblioteca della presidenza e contiene i libri posseduti dalla regina. Quella di Besarel era una bottega fornitissima, situata a Palazzo Contarini in campo San Barnaba a Venezia, che poteva soddisfare le esigenze di diversi tipi di clientela, da quella reale a quella borghese, grazie a una precisa suddivisione dei lavori.
Dopo questo exploit, il Besarel è stato ulteriormente coinvolto per i fornimenti della Casa reale. Nel 1888, in occasione della visita dell’imperatore di Germania, vengono commissionati al Besarel quattordici sedie con schienale quadrato, tre grandi poltrone e due tavoli in legno di pero, destinati ad allestire gli ambienti per la visita ufficiale. I tavoli sono ora conservati nella Sala del Bronzino. Come nel precedente tavolo portagioie, anche in questi arredi negli elementi figurativi vegetali e nei motivi decorativi realizzati con la tecnica dell’incisione a bulino, è molto evidente il richiamo alla scultura di tradizione rinascimentale: Besarel dimostra di padroneggiare con abilità e perizia l’arte dell’intaglio, con riferimenti che vanno da Ghiberti a Giambologna e ad altri scultori della tradizione italiana. Il ricco repertorio decorativo della bottega besareliana, composto da numerosi disegni di fregi e ornamenti per mobili, è segno della sua vasta cultura figurativa. Una delle poltrone con schienale a medaglione si ispira ai seggioloni del fornimento Venier di Brustolon conservati al museo Ca’ Rezzonico di Venezia, nei dettagli dei putti adagiati allo schienale e dei mori sotto il bracciolo.
Luisa Morozzi è passata poi ad esaminare le opere del Brustolon, presenti nella Sala dello zodiaco: si tratta di dodici poltrone in legni di bosso, giunte a Roma nel 1919 con altri arredi, provenienti da Palazzo Pisani a Venezia, dopo essere state trasferite prima a Stra e poi a Monza in villa Reale. La critica non è unanime nella autografia brustoloniana.
Roberta Sugaroni, restauratrice di opere lignee, è passata a considerare i dettagli pratici e gli aspetti tecnici delle procedure di restauro. La sfida più grande ha rappresentato l’intervento sul tavolo portagioie, perché in passato ha subito un’operazione di divisione per nuove esigenze, ed è stato trasformato in due consoles: questo ha comportato l’eliminazione dei dieci cassetti interni e della struttura centrale. Si è trattato di un restauro complesso, che ha richiesto una notevole fase progettuale e una lunga discussione e riflessione, in particolare orientata a trovare una soluzione per unificare il tavolo, essendoci il problema della mancanza del nodo centrale. I disegni progettuali di Besarel hanno fornito preziosi spunti per realizzare il recupero, attraverso un’annessione ex novo, dell’elemento di raccordo, con un risultato finale di unità formale davvero ottimo, sia come qualità tecnica, sia come integrazione coerente e rispettosa del manufatto originario.
Le poltrone del Besarel sono state interessate da un’operazione di pulitura, di armonizzazione cromatica e di conservazione della superficie. L’intervento sul fornimento Pisani di Brustolon ha riservato invece una sorpresa iconografica: nella poltrona dei Pesci, con un virtuoso ed esuberante fascio a intrecci vegetali intagliato sulla traversa frontale, dal confronto con materiale fotografico di inizio Novecento e dall’analisi delle singole parti, si è scoperto che le figure sotto il bracciolo erano in origine personaggi dediti a lavori di falegnameria, reggenti in mano strumenti del loro lavoro, dei quali era stata alterata la lettura in un precedente intervento.
Una seconda restauratrice di manufatti lignei, Milena Dean, ha presentato l’intervento di restauro sull’altar maggiore di Besarel nella chiesa parrocchiale della Valle Agordina (BL), del 1885. Lo scultore zoldano è stato coinvolto dopo l’intervento interno dell’architetto Segusini. L’altare ligneo si presenta decorato in finto marmo e finto bronzo, con esiti illusionistici davvero impressionanti, che il restauro ha riportato all’originale splendore. Lo sportello del tabernacolo è da assegnare probabilmente alla figlia Caterina, pure lei artista. Come è stato fatto notare, il rivestimento policromo si ispira ai marmi veneziani rinascimentali.
Alla fine è intervenuto Michele Talo, direttore del Centro Consorzi di Sedico dove ha sede la scuola di restauro e del legno, che ha ricordato una delle finalità della pubblicazione, quella di valorizzare i giovani, la loro curiosità e creatività, e di promuovere il dialogo con i grandi maestri del passato, per imparare e apprendere il mestiere guardando con gli occhi: come si faceva un tempo nelle botteghe d’artista.
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Andrea Brustolon, Valentino Panciera Besarel. La scuola di restauro di Sedico (BL) interroga i grandi maestri Nella suggestiva cornice della sala dell’albergo della Scuola Grande di San Rocco a Venezia, venerdì 29 settembre è stato presentato un importante volume sugli scultori bellunesi Andrea Brustolon (1662-1732) e Valentino Panciera Besarel (1829-1902), che contribuisce ad arricchire gli studi sulla scultura lignea nell’Alto Veneto tra Seicento e Ottocento.
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    Triora paese del territorio ligure
divenuto famoso per le streghe
    Triora il paese e le streghe
    Come fa un paese, con un territorio comunale vasto ma abitato da una bassissima popolazione, essere diventato famoso e meta di turismo, al punto da essere insignito della “Bandiera Arancione” e essere inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia?
Molto è dovuto da le Streghe, si perché in paese, intorno al 1587-1589, alcune donne vennero accusate di essere le streghe, che causarono pestilenza e carestia nel paese.
    Triora comune della provincia di Imperia famoso per le streghe
    Paese di 360 abitanti, circa, situato nella Valle Argentina, Alpi Liguri, paese montano, intorno alla fine del 1600, divenne nuovo feudo della Repubblica Genovese, cominciando così la creazione di nuove cinte murarie e l’erezione di cinque fortezze difensive, creando un nucleo fortificato, quasi inespugnabile.
Sottoposto a continui tentativi di conquista, il Borgo resistette per secoli, poi agli inizi del 1900, alcuni scontri con amministratori locali, riguardo il territorio, cominciarono a indebolirlo, durante la Seconda Guerra Mondiale, i nazisti si accanirono furiosamente, dando alle fiamme il Borgo e distruggendone interi quartieri, da qui l’inizio del repentino spopolamento.
  Le Streghe e Triora
    Come nacque il “mito” e le streghe a Triora
    Intorno al 1587, in quell’epoca il Borgo Triora era al centro di intensi commerci tra Piemonte, la Francia e la costa ma da qualche anno, incombeva una terribile carestia, causato probabilmente da manovre economiche dei proprietari terrieri, che però, come capo espiatorio, accusarono alcune donne del borgo di stregoneria e infanticidio.
Fu quindi inneggiata la “Santa inquisizione”, contro le presunte streghe, durante la celebrazione della messa, il vicario dell’inquisizione, mandato da Genova, chiese ai parrocchiani di denunciare i nome de le streghe.
Vennero arrestate e torturate trenta donne, di cui tredici furono rei confessi e incarcerati in abitazioni private trasformate in carceri, una delle più importanti è oggi “Ca’ de baggiure”, la Casa de le Streghe, cominciarono anche le morti, tra cui una de le streghe, Isotta Stella era parte della nobiltà e godeva di influenza nella comunità.
Si susseguirono diversi inquisitori, tra cui un commissario di nome Giulio De Scribani, che inaspr�� il clima di terrore e trasferì le streghe incarcerate a Genova e cominciando nuove ricerche per trovare altre nuove streghe.
Questa persecuzione si estese anche ai paesi vicini, ove ebbero inizio altre caccia a le streghe, le accuse rivolte alle sospettate furono, reato contro Dio, commercio con il demonio, omicidio di donne e bambini.
Finalmente, il 23 aprile del 1589, il tragico processo alle streghe venne terminato, anche se non si sa esattamente che fine hanno fatto le donne incarcerate a Genova ma è probabile che furono lasciate libere.  
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  I luoghi de le streghe
    I luoghi di maggior frequentazione, come si pensava, delle “Bagiue”, antico termine del dialetto ligure ad indicare le streghe, un piccolo sito di ritrovo, è Lagodégnu, fuori dalle mura del Borgo, dove si trova un piccolo lago, altro luogo interessante è il pubblico lavatoio della Noce e la fontana di Campomavùe, il noce è importante perché pareva d’essere l’albero prediletto per le streghe e poi vi è località Cabotina, fuori dalle mura e zona più povera di Triora, pareva che qui vivessero prostitute, donne sole e le prime donne che vennero coinvolte nel processo per le streghe, ora è uno dei luoghi più famosi e visitati.
Tutte le notizie su le Streghe di Triora, sono tratte da “Cronaca del processo alle streghe del 1587“, di Ippolito Edmondo Ferraio, e da “I luoghi delle streghe a Triora“, di Ippolito Edmondo Ferraio.
    A Triora il museo de le streghe e non solo
    Aperto tutto l’anno, a Triora, le Streghe la fanno da padrone anche in epoca moderna.
Voluto dallo storico locale padre Francesco Ferraironi e da alcuni cittadini appassionati, il Museo Regionale Etnografico e della Stregoneria, raccoglie nei sotterranei, che già erano celle, quattro sale dedicate a questo tragico capitolo della storia locale.
In due di queste sono ricostruite scene degli interrogatori e della prigionia delle donne accusate, mentre nelle altre celle, oltre ai documenti del processo, sono riprodotte le streghe artigianali, nelle loro azioni quotidiane.
Qui sono custodite le copie, gli originali si trovano negli Archivi di Stato di Genova, dei documenti che descrivono i supplizi tremendi e gli interrogatori spietati, avvenuti nel corso del Processo del 1587. Il Museo si sviluppa in quindici sale, poste su tre piani, a livello stradale si trovano quattro sale rivolte al territorio di Triora e la storia, con una sala archeologica, una dedicata all’arte a all’artigianato, una alla fauna e un’ultima
dove sono raccolti i documenti e pezzi di vita di Margherita Brassetti, la cagliaritana che giunta a Triora, svolge un’intensa attività di apostolato religioso e sociale per la gioventù femminile locale fondando diverse congregazioni femminili tra cui la Compagnia delle Figlie di Maria e fonda la Pia Associazione dei Santi Tabernacoli, detta anche delle Sacramentine, che accoglieva le donne rimaste nubili.
Il piano interrato è interamente dedicato alla vita nei campi, al ciclo del castagno, quello del latte, la cucina e la cantina.
Infine i sotterranei dedicati alla stregoneria e al giardino dove, tra edera e altri rampicanti, immersi nel profumo dell’erba luisa, sono ricostruite miniature e scorci di Triora.
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Una delle sale del Museo Etnografico e della Stregoneria
Le Sale de le Streghe
  La domenica successiva a ferragosto, si tiene Strigòra, la manifestazione folcloristica nata per rivalutare e smitizzare la figura delle povere streghe, ingiustamente condannate, ci sono bancarelle, giochi per bambini, animazioni, rappresentazioni teatrali, musica.
Ma anche halloween, a Triora, è una festa che attira molti turisti e appassionati del mistero, vi saranno intrattenimenti, animazioni e il grande spettacolo Nutri i tuoi demoni, il tour stregato Il cammino delle anime dannate, nel quale verrà proposto un particolare percorso all’interno del paese, raccontando le vicende che hanno interessato il Borgo di Triora con i processi di stregoneria.
Sarà possibile ammirare e fare acquisti nel mercatino stregato ricco di piatti tipici e curiosità provenienti da tutta Italia e la premiazione del costume più spaventoso di Halloween con ricchi premi ai primi tre classificati.
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  Le streghe di Triora Liguria Triora paese del territorio ligure divenuto famoso per le streghe Come fa un paese, con un territorio comunale vasto ma abitato da una bassissima popolazione, essere diventato famoso e meta di turismo, al punto da essere insignito della “Bandiera Arancione” e essere inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia?
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nostalgiepourmoi · 11 years ago
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Unforgettable movies:
Il ferroviere , 1956. By Pietro Germi (Int. title The Railroad Man) .  
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perfettamentechic · 4 years ago
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15 maggio … ricordiamo …
15 maggio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2020: Fred Willard, Frederick Charles Willard, attore e umorista statunitense. È noto per essere stato protagonisti di vari programmi televisivi satirici tra gli anni 1980 e 2000, e per aver preso parte a vari film mockumentary. Dal 2014 entra nel cast di Beautiful e lascia la soap un anno dopo. Tra il 2003 e il 2005 per il suo ruolo ricorrente in Tutti amano Raymond ha ricevuto per tre volte…
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szpeour-blog · 13 years ago
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Download Divx A Man of Straw Movie
A Man of Straw movie download
Actors:
Franca Bettoia Pietro Germi Edoardo Nevola Luisa Della Noce Romolo Giordani Renato Montalbano Luciano Marin Mirella Monti Saro Urzì
Download A Man of Straw
Straw Man Premise in a situation of law, unlike an actual' straw man, in this case a man. a person or an idea that is weak and easy to defeat Compared to their illustrious predecessors, the country's leaders seem to be men of straw.. Fallacy: Straw Man Description and examples of Straw Man fallacy.. As a rhetorical term, "straw man" describes a point of view that was. the process of regaining control of your straw man], the man is considered both a. The straw man fallacy occurs in the following pattern of argument:. The Straw Man Concept - Problem Solving Techniques from. Meet Your Straw Man It is a straw man, an artificial entity that has a name very similar to yours.. Logical Fallacy: Straw Man Describes and gives examples of the informal logical fallacy of straw man.. a man of straw - Idioms - by the Free Dictionary, Thesaurus. STRAW MAN EXAMINED The "Straw Man" is a "theory" that had been set-up by some unknown' that sets forth. Imagine a fight in which one of the combatants sets up a man of straw, attacks it, then. Straw man - Definition | WordIQ.com A straw man or man of straw is a dummy in the shape of a human created by stuffing straw into clothes.. A straw man may also be thought of as a "legal fiction." "Legal. This article related to an Italian film of the 1950s is a stub.. Meet Your Straw Man man, an artificial entity that has a name very similar to yours.. Find out how and when a straw man concept can be used in problem solving to create a solid solution
Ghosts Don't Exist film hd Some Like It Violent movie Another Way
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beautifulactres · 2 years ago
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Eduardo Nevola and Luisa Della Noce in Il Ferroviere (1956)
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beautifulactres · 2 years ago
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Luisa Della Noce and Sylva Koscina in Il Ferroviere (1956)
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perfettamentechic · 3 years ago
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15 maggio … ricordiamo …
15 maggio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2021: Deanna Milvia Frosini, pittrice, giornalista, scenografa, costumista e attrice italiana. Pittrice figurativa, i suoi lavori furono caratterizzati da uno stile iperrealista. Dal 1987 al 1989 dipinse i ritratti dei primi Presidenti della Repubblica Italiana, che vennero esposti a Palazzo Chigi. Collaborò con diversi intellettuali di sinistra italiani. Si cimentò anche come attrice. Nel 2009,…
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perfettamentechic · 6 years ago
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15 maggio … ricordiamo …
15 maggio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2016: Michael Roberds, attore canadese. Viene ricordato soprattutto per il ruolo di Zio Fester ne La nuova famiglia Addams. É morto per un sospetto attacco cardiaco. (n. 1964)
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2016: Rino Marcelli, attore teatrale italiano, esponente dell’avanspettacolo e del teatro macchiettistico napoletano. E’ protagonista con Carlo Giuffré in Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta e L’amico di papàdi Peppino…
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