#Lorenzo Pataro
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Sentire come allora
Sentire come allora. Bambini-parco-giochi.Sentire la vita come allora e in un puntopreciso, dentro al petto. Chiaro nitidopungente. Accorgersi del noto.Lo spazio tra le cose, tra il piede che si alzanella corsa e il piede-ancora che tiene.Polvere, il radioso nello spaziotra le dita. Sentire un freddo che è lontano,acuminato. Universo che semina nel pettoqualcosa di antico e benedetto.In cerchio…
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Bruciare la sete, Lorenzo Pataro
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Se a tutto
c'è una fine
che tu sia il tuo
inizio.
Lorenzo Pataro
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Lorenzo Pataro
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Ci sono frasi che ti rimangono incise sulla pelle, altre ti sorpassano senza nessuna importanza. Tu sei una una di quelle prime frasi. Sei la mia frase preferita.
Lorenzo Pataro
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Bruciare la sete, Lorenzo Pataro.
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Lorenzo Pataro, Bruciare la sete, Controluna Edizioni, 2018
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L’estate muore giovane, brucia feroce (veloce) come un falò sulla spiaggia accompagnato da una chitarra a riscaldare la fine tiepida di un amore nato troppo in fretta sul lungomare che ha le mani già fredde alla malinconia spoglia dell’inverno, l’estate muore giovane insonne ad aspettare la fronte nuda dell’alba da baciare come quella di una madre ad occhi aperti dopo una notte in pensiero per i figli, l’estate muore giovane, è un mal di gola passato troppo in fretta che si vorrebbe trattenere nonostante il male, l’estate muore giovane nei giorni di fine agosto quando la grazia crudele della luce ferisce la pelle che sa ancora di sale e si porta dietro il richiamo e la calma del mare di certe sere gravide di futuro in cui il bacio sul corpo è uno scavo archeologico dove cercare la preistoria di una felicità perduta, l’estate muore giovane, è il fuoco antico di una notte senza tempo senza senso senza vento in cui si corre sulla strada a perdifiato ubriachi di avventatezza ad urlare la selvaggia presenza di essere al mondo illudendosi che sia per sempre. L’estate muore giovane. L’estate tutto, l’estate niente.
Lorenzo Pataro
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Poem: translation from Lorenzo Pataro @ragazzo-dagli-occhi-bassi
Drawing: @\miraalou on instagram
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Promessa fragile, Lorenzo Pataro
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Noi siamo nudi di sangue nella notte feroce abbracciati come cuccioli di lupa che si mordono la pelle per resistere al freddo muto dell’estate, io ho sulle mani le ferite della lotta e no, non c’è tregua nei tuoi occhi stanchi che non hanno voglia di guardarmi, questo corpo mutilato dal tuo bacio di lama gelida si è sparpagliato nell’aria rovente di luglio, lo ha raccolto il colore del vento che ora ti sfiora i capelli e mi insinua tra le narici l’odore afgano del tuo sesso chiaro, i greci per dire “fare l’amore” dicevano “esser giovani insieme” ma noi siamo qui da milioni di anni in questa stanza blindata a conservare per la specie futura il seme antico di una rivoluzione possibile che si compie solo se si accetta il rischio di invecchiarsi insieme, di andare incontro alla violenza dell’odio insieme, nella luce che abbaglia la vista e ferisce, mano che ferisce mano, ondeggiando nell’alba di una tirannia sbronzi insieme nell’attesa di una nuova era in cui sventolare i nostri corpi nudi, martoriati dalle ingiustizie del mondo e senza la vergogna di essere svestiti perché non ci sarà morale, religione, etica più forte di questo nostro abbraccio millenario nascosto che è più vero solo perché più esposto, più crudo, più sgraziato, più selvatico, più tozzo, più selvaggio, più violento, più sporco, più tetro, più cieco, più storto, più vivo, più morto. Io per farci resistere intatti al tempo ho venduto al diavolo metà del mio corpo.
Lorenzo Pataro
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