#Limenas
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bestravelvideo · 4 months ago
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Experience Limenas Thasos Greek Island like never before!
Explore the enchanting town of Limenas, Thasos, in the Greek Islands with a guided tour through its historic sites, vibrant waterfront, and local delicacies, capturing unforgettable moments.
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taberecusuflet · 2 years ago
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Tabara de Smarald: In cautarea vestigiilor ale trecutului
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departuresuk · 1 year ago
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Causa Limena
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jackbatchelor3 · 1 year ago
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Throwback Thursday to Crete seven years ago today.
🏝️🏙️
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PADOVA. VENERDI' 26 MAGGIO MOSTRA FOTOGRAFICA TRESIGALLO: LA CITTA' METAFISICA a LIMENA (PD).
VENERDI’ 26 MAGGIO MOSTRA FOTOGRAFICA TRESIGALLO: LA CITTA’ METAFISICA a LIMENA (PD).(Organizzata da Collettivo Buona Luce)Roberto AnteloStefano RuzzaIvan PulpitoAlberto CrivelloFederica Zancan 5 sguardi fra architetture e atmosfere surreali sulla storica città ferrarese fondata negli anni ’30, luogo d’ispirazione per le opere di Giorgio De Chirico.Un’esperienza UNICA e un viaggio tra SOGNO e…
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fabriziosbardella · 2 years ago
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La Polizia di Stato, per fermare un grosso giro di droga nel padovano, ha eseguito 18 misure cautelari personali. #droganelpadovano #cocaina #hashish #marijuana #misurecautelari #poliziadistato #padova #limena #rubano #tentatoomicidio #portoillegalediarmi #trafficodidroga
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catohphm · 1 year ago
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Now altogether these aesthetics make a spectacular collage, tis very wholesome, Noe!
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Happy (late 🫣🫣🫣) birthdays, @potionboy3 @nicos-oc-hell @camillejeaneshphm !!!
modern!thacie, jimena x jebron & coresef 🫶🏻
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stefanomjnasini · 6 months ago
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NUOVA DATA GENTE 📢📢📢
THE ICON, MICHAEL JACKSON TRIBUTE SHOW
13 agosto a Limena (PADOVA)
Si ballera', si ascolterà ottima musica e si mangerà anche bene.
Vi aspettiamo numerosi 😍🫶😍
#stefanomjnasini #michaeljackson #tributeshow #Limena #padova
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gtaradi · 6 months ago
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vorticimagazine · 1 year ago
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Io, Blu e Rosso
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È uscito lo scorso Ottobre, il decimo romanzo di Alessandro Ghebreigziabiher dal titolo "Io, Blu e Rosso", edito da Bette Edizioni di Limena, in provincia di Padova. L’autore, Alessandro Ghebreigziabiher, oltre che attore e regista specializzato nel teatro di narrazione, lavora a Roma da 30 anni come docente e animatore teatrale in ambito terapeutico, tra comunità di tossicodipendenti e centri di salute mentale, soprattutto con adolescenti. Io, Blu e Rosso è una sorta di dedica letteraria a tutte le persone che Alessandro Ghebreigziabiher ha incontrato e con cui ha collaborato nel tempo. Tra i temi centrali del romanzo, oltre alla vita di tutti coloro che lottano con ammirevole impegno per curare il prossimo e, al contempo, guarire se stessi, vi sono l’adolescenza in generale, il difficile compito di ogni famiglia nell’accompagnare la crescita dei più giovani e la speranza di superare i propri traumi, la quale accomuna ciascuno di noi a prescindere dal ruolo.
Io, Blu e Rosso: la trama del libro...
Venendo alla trama, la protagonista è Simona, una donna che ha un desiderio: stare meglio. Non genericamente bene, o addirittura alla grande, semplicemente meglio di prima. Per far ciò ha deciso di farsi carico della salvezza di due adolescenti, simili e al contempo assai diversi. Per rispetto della privacy, o per mere esigenze narrative, li chiama rispettivamente Blu e Rosso. Blu è una ragazza di diciassette anni che soffre di depressione ed è dedita ad atti di autolesionismo. Inoltre è sopravvissuta per miracolo al terzo tentativo di suicidio. Rosso, della stessa età, è un giovane istrionico, logorroico e con tendenze narcisiste, il quale risulta indesiderabile per i compagni di scuola e ingestibile dagli insegnanti. Simona incontra entrambi in diversi appuntamenti che osserviamo attraverso il susseguirsi dei discorsi e anche dei pensieri di ciascun protagonista. Dal canto suo, la nostra alterna l’impegno profuso nell’aiutare i due alle normali incombenze della vita familiare, tra il marito Carlo, bravo informatico ma meno nelle faccende casalinghe, e il figlio Mattia, bambino super intelligente, talvolta troppo. Entriamo nel vivo del confronto tra Simona e i due ragazzi nel momento in cui appaiono anche i rispettivi genitori, i quali palesano sin dal primo secondo tutto il proprio malessere. Con grande fatica e soprattutto investimento personale la protagonista di questa vicenda accompagna i suoi assistiti lungo il difficile viaggio verso la consapevolezza e approfondisce sempre di più le dinamiche nei due nuclei familiari sino a fare emergere ogni segreto. Tra tutti quello che la lega indissolubilmente a ciascuno degli altri attori in scena. A tratti sarà doloroso, ma alla fine sarà stato giusto. Perché la verità, solo la verità è ciò che può condurci all’obiettivo che conti, come premesso all’inizio. Stare meglio di prima. Fin dall’inizio del proprio cammino artistico, l’autore Alessandro Ghebreigziabiher ha sempre promosso i suoi libri evitando la classica presentazione letteraria, trasformando quest’ultima in uno spettacolo teatrale e, a maggior ragione, è stato così anche in questo caso. Oltre alle consuete narrazioni teatrali tratte dal testo del libro e l’accompagnamento musicale dal vivo con una band che vede lo stesso Ghebreigziabiher alla voce, la performance si avvale della partecipazione di persone con cui l’autore ha lavorato nel tempo, tra psicologi, educatori e altre figure professionali e non, invitate a rispondere alla seguente domanda: cos’hai capito dell’adolescenza? Il tutto facendo riferimento alla propria, quella che si incontra negli spazi intimi e più personali, e quella legata alle relazioni professionali e maggiormente formali. La modalità di espressione è lasciata ovviamente libera e il medesimo invito viene rivolto al pubblico presente.
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Fonte foto: https://www.alessandroghebreigziabiher.it/p/biografia-completa.html Alessandro Ghebreigziabiher è nato a Napoli nel 1968 e vive a Roma. È autore di circa venti libri, tra cui come detto una decina di romanzi, antologie di racconti brevi, fiabe per ragazzi, testi per le scuole e narrazioni teatrali. Si è laureato in informatica all’Università Sapienza di Roma e all’inizio degli anni ‘90 si è impegnato a svolgere il servizio civile come operatore terapeutico in una comunità per il recupero di tossicodipendenti proponendosi come animatore teatrale. Tale esperienza ha finito per segnarlo profondamente, portandolo a dividere il proprio percorso di lavoro e di studio tra la fredda logica dei numeri e la passione per il sociale e il teatro. Ciò lo ha ulteriormente indotto a compiere in seguito una scelta radicale a favore di questi ultimi. Licenza di copertina: Image by Freepik --> Vai alla Rubrica Libri Consigliati di Vortici Magazine Read the full article
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janet-artist · 1 year ago
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LIMENA
Hello fans, Here's a new trending Spotify track music called LIMENA for all music lovers and listeners worldwide, produce by this great artist called BRUNO NEGRILLO. Rock and roll with his song vibes. Kindly click the link below to listen to the vibes and enjoy your moment with his song through the link below https://spotify.link/tBVAmFUJnDb
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bestravelvideo · 4 months ago
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Sailing to Thasos: Fastest Ferry from Keramoti (With Captions & Music)
Your ultimate guide to the Keramoti-Thasos ferry: find parking, get tickets, enjoy the scenic Aegean ride, explore Thasos, and sail back with seagulls in view!
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pancrippi · 1 year ago
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Era il 18 marzo 1961 ed il fantomatico panettiere Giovanni Zorzon,  esponeva a Padova “forme commestibili” in una mostra che durava un giorno, per esigenze di conservazione.
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Oltre alla biografia dell’immaginario autore, il biglietto d’invito riportava, rigorosamente in lettere minuscole, la descrizione delle sue creazioni:
“le opere commestibili create dal panettiere giovanni zorzon non sono firmate. l’individuo comune accetta queste opere e le assimila senza porsi nessun problema al di fuori di quello del suo istinto. talvolta ne critica la sostanza, mai la forma. eppure la loro forma e la loro sostanza nascono dalla funzionalità intrinseca che ne limita e l’una e l’altra. queste opere possono essere considerate artistiche: la loro concretizzazione non è determinata dall’idea estetizzante del bello, nasce da una intrinseca necessità di un perfezionamento qualitativo; né è determinata dall’idea del buono perché queste opere sono di una essenzialità che le rende universali. non esprimono nessun personalistico mondo interiore, assolvono una funzione sociale.”
A Padova il 18 marzo nel nuovo Centro Culturale S.Gaetano si rievocherà quella che è passata alla storia dell’arte contemporanea come La mostra del pane, allestita dall’immaginario panettiere Giovanni Zorzon, realizzata dal Gruppo N nella sede di via S.Pietro il 18 marzo 1961. La mostra del pane del 1961 apparve come un evento ironico e ludico, riconducibile ad una serie di episodi deliberatamente pungenti con i quali il collettivo padovano si distinse rapidamente all’interno della scena artistica nazionale.
Precede infatti la Mostra del Pane la rassegna A porte chiuse del 1960, evento altrettanto provocatorio a cui nessuno è invitato a partecipare.
Una sorta di mostra al contrario, nella quale la negazione dell’opera d’arte è da intendersi, essa stessa, come momento del fare artistico: un’azione qualificabile come pre-concettuale, la cui carica simbolica assume pari forza estetica dell’opera in quanto tale.
Apparentemente più scanzonata, la successiva Mostra del Pane, preannunciata nei giornali locali come esposizione di forme commestibili, non firmate, e visitabile un giorno soltanto per imprescindibili esigenze di conservazione, polemizza, di fondo, contro una concezione romantica dell’opera d’arte, erroneamente intesa come prodotto esclusivo del genio creatore.
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Dei membri appartenenti al collettivo iniziale, tra i quali vengono ricordati Tino Bertoldo, Alberto Biasi, Tolo Custoza, Sara Ivanoff, Bruno Limena, Manfredo Massironi, Milla Muffato, Gianfilippo Pecchini e Gaetano Pesce, proseguono il percorso i soli Biasi e Massironi e ad essi si aggiungono, in momenti di poco successivi, Edoardo Landi, Tonino Costa ed Ennio Chiggio.
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Gli artisti del Gruppo N (Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi) furono indiscussi protagonisti dell'€™Arte Programmata e Cinetica, ma il loro esordio come gruppo fu in stile neo-dada. L"€™11 dicembre 1960 lo studio enne venne inaugurato con la "€œMostra chiusa. Nessuno è invitato a intervenire"€: le persone che arrivarono per visitarla trovarono la porta sbarrata. Per la successiva "€œMostra del pane"€ si unì ai cinque componenti anche Gaetano Pesce che, a quel tempo, assieme alla sua compagna Milena Vettore, frequentava lo studio di via S.Pietro. Nelle due mostre d"€™esordio del gruppo padovano prevalse una volontà  di provocazione radicale, che intendeva mettere in discussione l"€™opera d"€™arte e la figura dell'€™artista, consacrati all'€™ideale del bello, ad un consumo elitario e al destino di merce. Per la "Mostra del Pane" immaginarono che l"€™artista espositore fosse Giovanni Zorzon, un fantomatico panettiere che, in una sede deputata alla ricerca artistica, presentava il pane di sua normale produzione come fosse opera d"€™arte, ovviamente in mostra per un solo giorno per esigenze di conservazione. L"€™arte "€œordinaria"€ del pane comune, usata allora per contestare il mito dell'€™opera d"€™arte e il protagonismo dell'€™artista, diventa oggi pretesto per riflettere sull"€™arte contemporanea, sulle nuove povertà  e per assaggiare il "€œPan di Padova"€ un pane semplice prodotto dal Gruppo Provinciale panificatori dell'Ascom di Padova, vero eredei dell'€™immaginario Giovanni Zorzon.
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Corriere della Sera il 18 giugno 1961 dal titolo "€œArte e salame"€, ALBERTO BIASI 1937
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ALTRO POSTUMO Prendendo come spunto il pane, ciò che di più umile si trova sulla tavola, il progetto ideato da Crippa e Zanchetta intende rievocare anche la celebre Mostra contro il culto della personalità e contro il mito della creazione artistica (meglio conosciuta come la "Mostra del pane") che il Gruppo N organizzò nel 1961, accompagnando il re-enactment con documenti e fotografie d'archivio che sottolineano i nessi tra passato e presente, tra arte e design. L'ispiratore della "Mostra del pane" fu Bruno Munari che ne parlò al gruppo patavino durante una discussione intrattenuta al ristorante dei fratelli Pero. Nelle sale espositive dello Studio Enne di Padova vennero poi esposte delle forme prestinaie, a suggellare il concetto secondo cui non è importante l'estetica degli oggetti, bensì i processi che li precedono. Gaetano Pesce e Milena Vettore contribuirono quindi al reperimento e all'allestimento delle "opere" che erano destinate al consumo anziché alla contemplazione.
La Mostra del pane riscosse un ampio successo mediatico, tant'è che venne recensita sulle pagine del Corriere della Sera e in particolar modo sul Gazzettino di Padova, dove il Gruppo N venne definito come «un simpaticissimo gruppo di giovani anticonformisti che non esitano a gabellare la buona fede del pubblico, né a prendere garbatamente in giro gli ingenui. Per sabato era annunciata una mostra di "forme commestibili" create dal panettiere Giovanni Zorzon, "opere non firmate". La mostra rimaneva aperta solo in tal giorno per "esigenze di conservazione"». https://www.comune.lissone.mb.it/MAC-12-1-Invito-a-Cena
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btravelwalk · 1 year ago
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THASSOS, GREECE 2023: THE BEST WALKING TOUR IN LIMENAS
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amseehafen · 1 year ago
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GMS LIMENAS PH8804 MMSI 244710795 Emden inland cargo ship Binnenschiff B...
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overclasspadova · 2 years ago
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