#Les Salces
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Europe, France, Les Salces - Bonnecombe Parking - webcam
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Le désir fou, 1962, Luciano Salce
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Barbara Steele-Ugo Tognazzi "Las horas del amor" (Le ore dell´amore) 1963, de Luciano Salce.
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The sensational Elsa Martinelli, photographed by Angelo Frontoni on the set of the 1966 Italian comedy "How I Learned to Love Women"
(ITA: "Come imparai ad amare le donne"), directed by Luciano Salce.
#elsa martinelli#italian girl#60s movies#italian film#aesthetic#vintage#old school cool#style#beauty#racing#formula one#60s fashion#60s icons
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[La commedia all'italiana]
“ La commedia all'italiana, nella confusione dei generi, ha il grande merito di non aver allontanato del tutto il pubblico. Qui non si parla di capolavori, sappiamo bene che i capolavori sono mosche molto rare, e sappiamo anche chi li fa. Ma uno strano comportamento degli altri "capolavori" italiani è che si tratta quasi sempre di tragedie che col tempo si avviano a diventare comiche. Le eccezioni sono rare, e sappiamo tutti quali sono gli autori che resistono all'usura del tempo: Rossellini, Fellini, Antonioni, Rosi, un altro paio li lascio scegliere a voi. Gli altri preferirei tacerli, pensano già troppo loro stessi a farsi pubblicità, a spargere il terrorismo ideologico e artistico, e alla fine viene voglia di difendere "la commedia all'italiana", soprattutto se si pensa a quei "capolavori" che hanno i minuti contati e rendono pensoso il ceto medio, sempre sull'onda della moda. La commedia italiana ha rivelato una certa Italia che esiste, e che gli italiani avevano sotto gli occhi e non vedevano.
L'Italia dei soliti ignoti (bisognerà rifarsi a questo lontano film di Monicelli), quella dei "mostri", della legislazione arretrata, del boom e delle congiunture, l'Italia della televisione, della provincia ormai tentacolare, dei moralisti e degli imbroglioni. L'Italia, insomma, che esce dalla commedia dialettale e sentimentale per guardarsi com'è fatta. Si è scoperto un tipo di italiano eterno, che viene da Machiavelli, e che affronta la vita con tranquilla amoralità, comicamente e talvolta con una certa disperazione. I nostri comici bene o male rappresentano l'Italia. Sordi e Tognazzi, Gassman e Manfredi sono l'Italia. Ne siamo circondati. Oltre che parlare di registi (Risi, Scola, Salce e altri) qui bisogna parlare anche degli scrittori, e cito i quattro più rispettabili, Rodolfo Sonego, Age e Scarpelli, Ruggero Maccari. Bene, si ha l'impressione, leggendo le critiche dei giornali, che costoro debbono passare il tempo a difendersi dall'accusa di facilismo. Io ammiro in loro invece la grande fecondità inventiva, lo spirito di osservazione sempre aggiornato, l'agilità costruttiva delle loro storie, e l'umorismo oltre che la comicità. È un cinema che è una variazione attuale della commedia cinquecentesca, fatto con lo stesso spirito di spregiudicatezza dei tempi d'oro. Faccio qualche esempio: chi ha visto "Riusciranno i nostri eroi etc.", si è reso conto che finalmente l'italiano esiste, appunto perché trasportato fuori del suo habitat. Chi ha visto l'episodio delle due checche nel film "Vedo nudo" non ha potuto non ammirare la semplice grazia dello svolgimento e della recitazione. E chi ha visto Sordi nell'ultimo episodio della "Contestazione generale", sa che siamo davanti ad un piccolo capolavoro, piccolo ma resistente. Infine mi sembra che la commedia all'italiana, anche nei casi più clamorosi (Il medico della mutua) pur con tutte le sue facili risate indica problemi che sollevati dalla saggistica, dal giornalismo, dalla narrativa, chissà perché annoiano. “
Ennio Flaiano, Frasario Essenziale - per passare inosservati in società, introduzione di Giorgio Manganelli, Bompiani (collana Nuovo Portico, n° 41), 1986¹; pp. 78-79.
Nota: Il volume è una raccolta postuma di scritti inediti e varî (taccuini, appunti, fogli sparsi di diario o di viaggio).
#Ennio Flaiano#libri#letture#leggere#anni '60#recensioni#Frasario Essenziale#cinema italiano#Dino Risi#Ettore Scola#Vittorio Gassman#Alberto Sordi#Ugo Tognazzi#I soliti ignoti#Giorgio Manganelli#Francesco Rosi#citazioni#Nino Manfredi#Michelangelo Antonioni#italianità#anni sessanta#diaristica#Roberto Rossellini#celebrità#Federico Fellini#Italia del boom#Mario Monicelli#vizi#virtù#carattere nazionale
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Il film più bello che tu abbia mai visto e perché. Grazie.
Buona domenica.
Questa è sempre una domanda complessa, per me; ogni film mi ha colpito in un modo diverso e mi risulta molto difficile prediligerne uno rispetto agli altri... ma succede anche con i dischi, con i videogames, con i libri, con le opere d'arte e via dicendo.
Ciò premesso, in questa luminosa mattina di maggio scelgo ...
UN FILM PER OGNI ARBITRARIA CATEGORIA DELLA MIA TESTA!
Categoria "Film di Quentin Tarantino"
A mani bassissime, "Bastardi Senza Gloria". Visto al cinema con un carissimo amico, ricordo ancora le nostre facce stupefatte dalla maestria vista a schermo, specialmente nella primissima parte introduttiva, e credo sia il film che più di tutti in assoluto dimostri che Tarantino sia molto di più di un simpatico cazzone con un gran talento e il vizio delle citazioni facili.
Runner-up: "Kill Bill" ma se fai un film in due parti è un po' barare, per me. Comunque notevole.
Categoria "Film d'azione degli anni '80-'90"
Qui mi trovo quasi in un imbarazzo serio quanto come con la prima domanda. Però non sarà domenica mattina per sempre (ah-ah, citazione in incognito) e quindi scelgo "Grosso Guaio a Chinatown", troppo spesso dimenticato dalle programmazioni regolari pur avendo due frecce incredibili al proprio arco, vale a dire Carpenter alla regia e Kurt Russell come protagonista.
Runner-up: "Predator".
Categoria "Fantasy & Derivati"
Quando hai visto la trilogia de "Il Signore Degli Anelli" al cinema, c'è poco da fare o da discutere. Oggi magari sembra poca roba, all'epoca (e non stiamo parlando degli anni '50, ma degli scarsi primi del secolo) lo si guardava sul grande schermo pensando: come cazzo hanno fatto?
Runner-up: "Conan" di Milius e "Ladyhawke".
Categoria "Film d'epoca"
Qui, per ragioni sentimentali, scelgo "L'anno scorso a Marienbad" di Alain Resnais. Le ragioni sentimentali sono: mio padre. (Ci ho fatto un post, qualche anno fa. Non so se resista ancora da qualche parte.).
Runner-up: "Harvey", di Henry Koster, con James Stewart. Bellissimo.
Categoria "Commedie Italiane"
Uh, questa è durissima. Però quando hai sottomano una roba come "Non ci resta che piangere", scritto, diretto e interpretato da Benigni e Troisi in stato di grazia, è difficile fare meglio.
Runner-up: "Vieni avanti, cretino!" di Luciano Salce, con un Lino Banfi che si mangia a colazione qualsiasi Jim Carrey in una sequenza di gag e scenette una più nonsense dell'altra.
Categoria "Fantascienza e dintorni"
"Blade Runner" e "Alien". Si, tutti e due. No, non sono disposto a trattare.
Runner-up: "Star Trek II: L'Ira di Khan", perché cazzo se regge bene al passare del tempo. E no, non ci metto Star Wars nonostante l'affetto che provo per il franchise.
Categoria "Film tratti da libri"
In genere si dice "è meglio il libro"... ma qui almeno va detto che merita tantissimo (anche per la sua genesi, consiglio di recuperare diversi articoli a proposito del rapporto tra regista e scrittori) "Stalker", di Andrej Tarkovskij, tratto da "Picnic sul ciglio della strada" di Arkadij e Boris Strugackij.
Runner-up: "Arancia Meccanica" perché puoi dare qualsiasi cosa a Kubrick e ne trarrà fuori il capolavoro che non sapevi di avere in mano.
Categoria "Commedie Americane"
Qui sicuramente si vede quanto io sia old-school, dato che tutti i film "commedia" sull'onda dei vari something-movie (scary movie, epic movie etc.) mi fanno abbastanza pena.
E quindi non posso che votare per "Una pallottola spuntata", diretto da David Zucker e con quel figo di Leslie Nielsen (e relativi seguiti, ma qui il primo è imbattibile).
Runner-up: "L'aereo più pazzo del mondo", perché "lo so lo so lo so!" "lo sa, lo sa, lo sa!" "lo faaaaaaaa"
Basta, mi fermo qui o vado avanti tutta la mattina. Grazie per l'ask!
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Ci risiamo.
Attivisti del piffero lanciano zuppa contro il vetro della Gioconda di Leonardo, strano perché di solito quella sala è sempre gremita di persone che aspettano che si accenda la luce per ammirare per pochi secondi il capolavoro, nel video però non c'è nessuno, l'hanno fatto a porte chiuse oppure hanno chiesto a tutti i paganti biglietto di andare via? No, non dico che è una cosa preparata ad hoc per carità potrei risultare complottaro, ma una cosa vorrei dire a questi attivisti, nel caso specifico si lamentano della fame nel mondo, perché cazzo non andate dai politici o da chi dovrebbe occuparsi di una questione così spinosa che a mia memoria c'è sempre stata, un pò come quelli che si incollano nell'asfalto e fermano il traffico perché protestano contro l'inquinamento dovuto alle auto o ai carburanti fossili, andate da quelli che producono auto o che raffinano il carburante, e no perché se punzecchi i coglioni di uno ricco prima te menano e poi ti fai qualche anno di galera. Allora se la prendono con un quadro, tanto Leonardo è morto da mooooolto tempo e non può dire nulla, infami.
Sinner, ok bravo a fare un impresa storica per carità tanto di cappello al figlio di Umberto Tozzi, ah no gli somiglia soltanto, però a me sembra che da quando ci sono problemi da nascondere si usi qualsiasi sport, anche l'atletica leggera che non l'ha mai cagata nessuno in Italia, per distrarre le persone da quei problemi. Anche questa cosa del tizio che taglia gli autovelox, non entro nel merito che sia un reato e che dovrebbero beccarlo figuriamoci in Italia non si arrestano gli psicopatici. Però se ci sono gli autovelox in quei punti un motivo ci deve essere, no? Magari in quelle strade gli autisti vedono un bel rettilineo lungo e spingono sul gas e magari ci scappa il morto, suppongo ah ho idea dei luoghi in cui sto tizio opera, però ricordo che molti anni fa sempre in Veneto c'era uno che piazzava micro bombe qua e la per passatempo o perché aveva del rancore verso la società, unabomber se non erro, mai preso, scommetto che non prenderanno mai neanche questo.
Continuate a dividervi e a seguire la pista sbagliata, poi non vi lamentate che vi hanno fottuto e non ve ne siete accorti, perché siete furbi ma non intelligenti.
Per chiudere volevo salutare Salvatrice Elena Greco in arte Sandra Milo, che molti ricorderanno per quel blob di Ciro, ma che ha recitato per Fellini, Corbucci, Salce e tanti altri.
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25 mag 2024 14:00
"QUANDO MI CHIAMANO 'MARIANGELA' MI ARRABBIO E RISPONDO: 'IO SONO PLINIO FERNANDO'" - L'ATTORE 76ENNE CHE HA INTERPRETATO LA FIGLIA DI UGO FANTOZZI: "SEMBRA CHE LA GENTE NON RIESCA A SEPARARE L’ATTORE DAL PERSONAGGIO. QUANDO FECI IL PROVINO PER FANTOZZI E MI DISSERO CHE DOVEVO INTERPRETARE UNA DONNA CI RIMASI DI SASSO, MIO PADRE MI DISSE..." - LA CHICCA: "IO SONO INNAMORATO DI TUTTE LE DONNE. MI PIACE CORTEGGIARE" - VIDEO -
Estratto dell’articolo di Giacomo Galanti per www.repubblica.it
L’appuntamento è in un bar di piazza Bologna a Roma, il quartiere dove vive da sempre. “Qua mi conoscono tutti, sono come il sindaco”, scherza Plinio Fernando, l’attore che ha prestato il volto a una delle maschere più famose del cinema italiano: Mariangela Fantozzi.
E anche chi non è del posto lo riconosce al primo sguardo. Tanti i giovani che si fermano e chiedono: “Ma è proprio lui?”, “Sei la figlia di Fantozzi?”. Selfie e sorrisi, Fernando non si sottrae con un'educazione e una gentilezza d’altri tempi. […]
Be’, il ruolo di Mariangela Fantozzi le ha regalato una fama imperitura.
Per carità, è vero ma c’è anche il risvolto della medaglia. Con Mariangela Fantozzi sono rimasto imprigionato nel tempo. Il cinema l’ho abbandonato nel 1994 e ho fatto tanto altro, soprattutto come scultore. Ma sembra che la gente non riesca a separare l’attore dal personaggio.
Insomma, quando le dicono “ciao Mariangela” non le fa piacere.
Mi arrabbio da morire e rispondo subito: “Io sono Plinio Fernando”.
Dal mondo di Fantozzi è impossibile liberarsi?
In un certo senso è così, ma vale per tutti noi che abbiamo fatto quell’avventura. Prenda per esempio Milena Vukotic. Parliamo di un’attrice straordinaria e di una gran signora. Non so quanti film abbia fatto e quanti spettacoli a teatro, ma anche all’ultimo David di Donatello hanno cercato di ricordarla solo per Fantozzi con il conduttore che ripeteva “Pinaaaaa”.
Vukotic ha vinto il David alla carriera.
Se lo merita tutto, ma la cerimonia non mi è piaciuta.
Si sente ancora con Vukotic?
Certo, ci facciamo lunghe telefonate. Parliamo in francese, a entrambi piace tanto il francese. […]
Quando ha capito che la recitazione era la sua strada?
Non è che lo capisco, mi piaceva il cinema. Ammiravo i grandi attori come Marcello Mastroianni. Così mi sono iscritto all'Accademia di recitazione Stanislavskij al teatro Anfitrione e non avevo nemmeno 30 anni.
Ecco l’esordio a teatro.
Faccio due commedie: Allegro... con cadavere e Pupi e pupe della malavita. In uno comandavo un plotone d’esecuzione, nell’altro facevo il gangster.
Poi arriva il momento che le cambia la vita, il provino per il primo Fantozzi.
Nel mondo del teatro iniziavo a farmi conoscere e una persona mi dice che Luciano Salce faceva dei provini nella sede della Rizzoli in via Monte Zebio. Così vado e mi prendono. Ma quando mi dicono che devo fare la figlia di Fantozzi ci rimango di sasso. Pensare di interpretare una donna mi suonava strano, ero un po’ riluttante.
Perché ha detto sì?
Ne ho parlato subito con mio padre: “Vogliono che faccia una donna”. E papà mi ha detto: “Il lavoro è lavoro”. Così mi sono convinto. E poi nella storia del cinema ci sono state grande interpretazioni di uomini che impersonano donne.
Come è stato l’incontro con Paolo Villaggio, suo padre nella finzione?
Era un vero professionista e un grande attore.
Avevate rapporti fuori dal set?
No, il nostro era un rapporto molto superficiale legato al lavoro. Però sempre di grande stima. Ma è stato così un po’ con tutti gli altri attori. Si stava sul set sempre in maniera piacevole, poi basta. Come ho già detto, sono rimasto in rapporti solo con Milena Vukotic.
Ha preso parte a otto film di Fantozzi. C’è stato qualche momento in cui avrebbe voluto mollare?
Credo di aver smesso nel momento giusto. Poi talvolta era impegnativo fare tutte quelle riprese, soprattutto quando dovevo interpretare il doppio ruolo di Mariangela e della nipote Uga. […]
Negli anni d’oro era difficile passare inosservato.
Le racconto una storia. All’inizio degli anni ‘90 ero a Rimini in vacanza, amo molto la Romagna dove andavo spesso d’estate. Una sera ero a ballare e mi riconoscono. Iniziano a seguirmi, ma erano decine e decine di persone. Mi è toccato scappare fino all’albergo dove il direttore ha dovuto chiudere le porte e minacciare di chiamare la polizia.
Poi c’è stato Neri Parenti.
Con Neri ho avuto un rapporto più stretto, c’è stato più affiatamento quasi come con un fratello maggiore. […]
Le piacerebbe tornare al cinema?
Il mio tempo ormai è passato, ma se mi offrissero un ruolo comico interessante potrei prenderlo in considerazione.
A un reality ha mai pensato?
Ai reality non credo, non parteciperei mai.
In tv non si vede mai.
Ma cosa dovrei andare a dire? Alla fine mi chiedono sempre le stesse cose. Poi le devo dire la verità, la diretta mi mette ansia.
Come trascorre la sua vita oggi?
Una vita semplice. Giro per il quartiere, mi piace cucinare: me la cavo bene con le lasagne al forno e i risotti. Poi adoro giocare a scacchi. E mi tocca fare ginnastica posturale per la schiena.
Lei è molto riservato, della sua vita privata si sa poco. È innamorato?
Guardi, io sono innamorato di tutte le donne. Sono un tipo galante, mi piace corteggiare.
C’è qualche donna in particolare?
Terrò sempre nella mente il ricordo di una ragazza. Ma parliamo di tanti anni fa.
Ha qualche rimpianto?
Direi di no. Forse mi sarebbe piaciuto fare un film con Brigitte Bardot, a proposito di donne.
Cosa le manca?
pierfrancesco villaggio plinio fernando plinio fernando paolo villaggio anna mazzamauro PAOLO VILLAGGIO plinio fernando le vacanze di fantozzi plinio fernando (3)
Facile, mi manca la giovinezza.
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Elezioni sarde, proseguono le verifiche sui verbali
Sassari. Chi ha buona memoria e una discreta passione per la saga del mitico ragioniere creato da Paolo Villaggio ricorderà che nella seconda pellicola della serie, “Il secondo tragico Fantozzi”, diretta, come la prima, da Luciano Salce, gli impiegati della Megaditta, costretti dal direttore Guidubaldo Maria Riccardelli alla visione della “Corazzata Kotiomkin” (replica, anzi, parodia della…
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Sandra Milo è morta all’età di 90 anni. Ne danno il triste annuncio i familiari
Sandra Milo è morta all’età di 90 anni. Ne danno il triste annuncio i familiari. Nata Salvatrice Elena Greco l’11 marzo 33 a Tunisi, Sandra Milo è stata un’icona in tutto ciò che l’ha vista protagonista. Sandra ci lascia circondata dall’affetto della famiglia, che le è sempre stata accanto. La sua vista è stata senza dubbio tutt’altro che facile, una vita intensa, frizzante esattamente come la sua protagonista. La sua prima storia d’amore, a 15 anni, l’ha portata a sposarsi con il marchese Cesare Rodighiero, un matrimonio che però durerà solo 21 giorni in seguito alla perdita del figlio al parto. Un secondo matrimonio con Moris Ergas. “Ho preso tante di quelle botte nella mia vita” ha dichiarato l’attrice in un’intervista a Domenica In parlando del produttore Moris Ergas, da cui nacque la sua prima figlia, Debora. Poi il terzo matrimonio con Ottavio De Lollis da cui ebbe i figli Ciro e Azzurra, e infine il quarto matrimonio con il cubano Jorge Ordoñez. Nell’ultimo periodo aveva iniziato una relazione con l’imprenditore Alessandro Rotaro, di 38 anni più giovane di lei. Una vita che più che una vita, a raccontarla in poche righe sembra un’avventura, una storia difficile da cui Sandra ha imparato e insegnato molto. La ricordiamo per i ruoli interpretati nel film Lo Scapolo, il suo esordio nel cinema, nel 1955, o nel film Il generale Della Rovere, in cui interpretava una prostituta. Ma la svolta arrivò in seguito all’incontro con Fellini, infatti il regista, con cui ebbe anche una relazione clandestina, diede importanti ruoli alla sua “Sandrocchia”, come era solito chiamarla lui, nei film capolavoro 8½ e Giulietta degli spiriti. Per entrambe le interpretazioni vinse il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista. I film importanti in cui la Milo ha recitato sono molti, ad esempio in Frenesia dell'estate (1963), diretto da da Luigi Zampa o in La visita, nello stesso anno, ove avvenne la sua caratterizzazione più complessa e riuscita. Dopo una lunga pausa, nel 1979 tornò al cinema recitando in alcune commedie di genere, come Riavanti... Marsch! di Luciano Salce e Tesoromio di Giulio Paradisi, cui seguirono Grog (1982) di Francesco Laudadio e Cenerentola '80, due anni più tardi, di Roberto Malenotti. Grazie alla vicinanza con Craxi, iniziò anche la sua carriera da conduttrice televisiva su rai Due nel programma Piccoli Fans dal 1985 al 1989, trasmissione pomeridiana per bambini. Nel 1990, invece, conduce L’amore è una cosa meravigliosa che la ricorda anche per lo spiacevole scherzo telefonico di cui è stata vittima. E ancora, su Rete 4, nella stagione 1992-1993, presenta il varietà domenicale Giorno di festa. Durante gli anni 2000, già settantenne, Sandra Milo continuò la sua carriera recitando, nel 2002, al fianco di Giampiero Ingrassia e di Anna Mazzamauro nella fiction di Canale 5 intitolata Ma il portiere non c'è mai?. È stata anche tra i concorrenti del reality show L'isola dei famosi 7, in onda dal 24 febbraio 2010, arrivando in semifinale. Infine, l'ultimo dei suoi lavori la vede tra le protagoniste della serie comedy di Prime Video, Gigolò per caso, uscito sulla piattaforma di streaming il 21 dicembre 2023. Grazie a una carriera da attrice, conduttrice televisiva e attrice teatrale invidiabile, nel 2021 viene premiata con un David di Donatello alla carriera, e oggi 29 gennaio 2024 lascia un vuoto incolmabile nella storia del cinema e della televisione, così come nel cuore di molti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Porque me despierto sintiendo que no debí haberlo hecho.
Porque no puedo dormir sintiendo que hice algo por lo que valdría la pena despertar?
Soy puro deber, al parecer todo lo que hago es porque lo debo hacer sino no valdría la pena despertar pero bue Nada de lo que hago parece hacer valer la pena cada mañana aunque lo intento.
Realmente hay algo defectuoso en todo esto la gente parece quererme pero nadie se quiere quedar.
Si bien tengo de todo para ser interesante no lo soy o en realidad puede ser que me vendieron intereses con los que ahora no sé que hacer y por eso no soy interesante.
El romance que le quiero tener a las actividades que hago realmente no esta tan afilado para cortar con la angustia que pasa detrás de cada día.
Angustia: estar aburrido de la nada.
Aburrido: desinterés por el todo.
Quizás en estas definiciones que me saque de la galera, esté el problema?
El fin llega para todos pero supongo que lo que importa es lo que se hace mientras no llega, y entonces… por que estas ansias de que llegue? No se supone que no deberíamos esperarlo pero en ese caso que haríamos todo el tiempo hasta entonces parece haber mucho que hacer y mucho mas que deshacer.
No parece que podamos controlar cuando llega el fin tampoco lo que nos pasa mientras y aun así me vendieron que soy el autor de este pedazo de irrelevancia, pero que a mi mas que a nadie releva y entonces me pregunto que soy yo? No puedo elegir o si?
Elijo escribir esto y de este modo estoy siendo autor de algo, pero aunque hablemos el mismo idioma no necesariamente podrás entender esto que pongo quizás este parpadeo insignificante esté tan lejos de lo que tus ojos alguna vez vieron que esto lo veas con ojos cercanos a vos, no los míos ni los tuyos, seguimos igual fingiendo que nos entendemos, fingiendo que esto tiene algún sentido, fingiendo que estamos juntos porque queremos y no por una voluntad mayor que la nuestra y que ciertamente esta tan enterrada que a la luz no salce para que la culpemos de todos los males que nos causamos por no saber donde se oculta.
Si, esto es como un texto adolescente donde todo es un descontrol pero como dije antes yo solo dibujo con mis uñas estos texos mientras me arrastra la vida por donde quiere ella pues no es de mi voluntad estar acá viviendo esta y aunque me digan que soy autor ese es solo un rol mas Jajajajajaja.
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Mujer / Una definición
Adjetivo, nombre femenino. // Signo de una aparente identidad natural. // Conexión arbitraria entre un significado y un significante, socialmente construida mediante el uso de clasificaciones convencionales y equivalencias –históricas-(bondad, cuidado, madre, esposa). // Construcción cultural del género que se enmarcan en el lenguaje y en las prácticas culturales. // “el género debe entenderse como un aparato semiótico, que otorga significados, cuya función es la de construir individuos concretos como varones y mujeres”1. // “Como mujer y feminista, tuvo claro que no iba a construir un obelisco y eligió levantar un espacio que fuera un alegato por la paz y la memoria” 2. // “Como mujer y como feminista, yo no iba a hacer un obelisco” 3. // “el suelo de Fragmentos contiene la rabia de mujeres víctimas de violencia sexual” 4. // “Las mujeres ya no son víctimas pasivas sino creadoras activas de una obra de arte” 5. // “Pidió a las 17 mujeres que diera forma a la lámina de metal para dar voz a su enfado y expresar sus sentimientos” 6. // “En el piso se objetiva y se concreta el sufrimiento y la ira de las mujeres” 7. // “Las mujeres afrodescendientes, se han identificado “como un grupo particularmente vulnerable a la violencia y las consecuencias que produce el conflicto en la población civil, tales como el desplazamiento forzado” 8. // “las imágenes un tanto artificiales de las mujeres que, de pasar a trabajar en el taller, son ahora literalmente “dispuestas” – como objetos de museo” 9. // “mientras los hombres firman la paz y entregan las armas, las mujeres se encargan de “hacer el duelo” 10. // “consideramos que FEAM obliga a las mujeres violentadas a que hablen en un lenguaje que no es el suyo” 11. // “El martilleo de estas mujeres sobre láminas de metal se puede leer como una performance artística, pero nada más” 12. // “Las mujeres no logran elaborar un signo propio que les ayude a comprender de otra manera la violencia padecida” 13. // “afortunadamente se está haciendo algo con las mujeres víctimas” 14. // “Una docente habló del conflicto armado a través del cuerpo de las mujeres” “limpieza constante y secado del piso que realizan las mujeres de servicios especiales (o de limpieza) para que no se oxide 15. // “en los enunciados se equipara mujer a feminismo, obelisco a patriarcado, víctima a pasiva, arte a actividad, como si se tratara de una correspondencia ya establecida entre las partes, bajo la cual además se otorga una posición particular” 16. // “Los regímenes visuales muestran a las mujeres claramente marcadas en términos de raza, etnia y clase frente a las diferentes formas de autoridad masculina y frente a la forma de arte que el contramonumento promueve” 17. // “el audiovisual solo moviliza afectos de compasión hacia las mujeres, mientras que invisibiliza su largo proceso de organización y politización, un trabajo de experiencias sensibles sostenidas en el tiempo” 18. // “Es llamativa la selección de mediadoras en Fragmentos; mujeres jóvenes” 19. // “En el audiovisual a pesar de que esta parte inicia con la presencia de las mujeres, conscientemente o no, allí se les representa como anónimas. hacia el final, vemos a las mujeres presentadas como “víctimas civiles” 20. // “quienes hablan de los efectos del conflicto son las mujeres, quienes son encargadas de la sanación y la reconciliación” 21. // “
el término mujer en la sintaxis víctima/violencia sexual/conflicto armado o el término arte en la sintaxis contramonumento/sanación/ en el entramado del discurso de paz y del Acuerdo Final de paz, o mejor aún como mujer deviene en la compleja sintaxis víctima/arte como distinción de estatus moral” 22.
Referencias:
1.De Lauretis, Teresa (1989). “La tecnología del género”. En: Technologies of Gender. Essays on Theory, Film and Fiction, London: Macmillan Press.
2.Morató, Cristina (8 abril de 2019) Doris Salcedo, la escultora de la paz. Mujer hoy. https://www.mujerhoy.com/actualidad/201904/08/doris-salcedo-escultora-artista-paz-colombia-rev-20190408074632.html
3. Sanin, Carolina (23 de junio de 2018). Los "Fragmentos" de Doris Salcedo: una obra verdadera y un discurso falaz” Vice Colombia. https://www.vice.com/es_latam/article/d3bexy/los-fragmentos-de-doris-salcedo-una-obra-v
erdadera-y-un-discurso-falaz
4. Oquendo, Catalina. (14 de mayo de 2021). El uso de un monumento por la paz aviva el malestar social en Colombia. El país. https://elpais.com/cultura/2021-05-14/el-uso-de-un-monumento-por-la-paz-aviva-el-malestar-social-en-colombia.html
5. 6. 7. Violi, Patrizia (2019) Story of a counter monument: Doris Salcedo’s Fragmentos in Bogotá Punctum, Vol. 5 (2): pp. 62-71.
8. Comisión Inter Americana de Derechos Humanos CIDH, “Las mujeres frente a la violencia y la discriminación derivadas del conflicto armado en Colombia”. Disponible en: http://www.cidh.org/countryrep/colombiamujeres06sp/iv.htm
9. 10. Acosta López, María del Rosario (noviembre de 2018) “Forjar el dolor en fortaleza”: Retos y desafíos de la construcción de memoria en Colombia (a propósito de Fragmentos de Doris Salcedo y de Duelos de Clemencia Echeverri), ponencia, Cátedra Anual Ernesto Restrepo Tirado, Museo Nacional de Colombia, Bogotá. Dedicada a la inauguración de Fragmentos, el contra-monumento diseñado por la artista Doris Salcedo.
11. 12. 13. Herrera, M y Peñuela, J (2022), Fragmentos, espacio de arte y memoria: ¿monumento de memoria histórica o galería comercial de arte contemporáneo?, Estudios Artísticos: revista de investigación creadora, 8(12) Bogotá, Universidad Distrital Francisco José de Caldas, pp. 48-61.
14. Visitante.
15. Visitas programadas
16. 17. 18. 10. 20. 21. 22. Vargas Martínez, Sonia (2023), Políticas sentimentales. Analítica de la musealización del conflicto armado en Colombia, tesis para optar al título de Doctora en Estudios Artísticos. Universidad Distrital Francisco José de Caldas. Facultad de Artes ASAB.
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Treviso Comic Book Fest 2023
Sarà un weekend da non perdere quello previsto dal 29 settembre al 1 ottobre per celebrare i 20 anni di Treviso Comic Book Festival, il Festival internazionale di fumetto e illustrazione della città di Treviso, con i grandi nomi che hanno accompagnato la prestigiosa kermesse dall’inizio. La mostra mercato, il cuore pulsante di Treviso Comic Book Festival, lo spazio espositivo e di incontro che riunisce gli editori di fumetto, oltre 200 autori e le autoproduzioni, si riconferma in una versione rinnovata tra il museo nazionale collezione Salce, che anche quest’anno ospita le più importanti case editrici italiane, e la novità del chiostro dell’Archivio di Stato, dove trova spazio la self area InKitchen. Il ventennale di Treviso Comic Book Festival inaugura una selezione di mostre che alla riscoperta delle principali tappe della storia della kermesse, portando in scena i grandi autori e dando voce ai nuovi talenti e alle espressioni locali. Fondazione Benetton Studi e Ricerche ospita 3 delle 13 mostre della rassegna, a partire da quella dedicata ai Vent’anni di fumetti trevigiani. Altan, Luca Genovese, Karen Darboe, Marianna Pescosta, Paolo Gallina, Roberta Scomparsa, Claudio Calia, Elisa Di Virgilio e Vent’anni di Treviso Comic Book Festival, che ripercorre l’evoluzione della manifestazione creata dal compianto Massimo Bragaggia in un percorso per immagini che va dalle prime bancarelle in piazza San Parisio alla mostra mercato in sala Borsa, fino alla sua forma attuale di rassegna internazionale. Per gli ospiti illustri, Tcbf presenta sempre a palazzo Bomben la personale di Paolo Bacilieri, dedicata all’ultimo decennio di attività del maestro attraverso oltre 100 tavole dei suoi lavori più noti, fino all’ultimo inedito Basta a ciascun giorno la sua pena, titolo dell’esposizione e in uscita per Coconino Press in concomitanza con il festival. Treviso Comic Book Festival 2023 è anche palcoscenico di importanti mostre internazionali, prima fra tutte quella dedicata al fumetto contemporaneo svedese a Casa Robegan e con tre ospiti d’eccezione, Bim Eriksson, con la sua prima graphic novel tradotta in italiano, il distopico Baby Blue (Add editore); Moa Romanova con l’edizione italiana di Goblin Girl” (Add editore) ed Erik Svetoft con Spa. Da oltreoceano approda a Spazio Solido la mostra di uno dei rappresentanti del nuovo fumetto canadese, Patrick Kyle, fumettista e illustratore di Toronto, con alcuni disegni originali creati ad hoc per il Tcbf. Treviso Comic Book Festival è anche un trampolino di lancio per gli artisti, come nel caso di Marco Quadri, presente con una personale alla Galleria del liceo Artistico. Casa Robegan diventa lo spazio dedicato ad altri disegnatori con la mostra Trevisani nel mondo, nata per raccontare i 50 anni dell’omonima associazione, per uno spaccato di oltre 100 anni di emigrazione trevigiana, oltre alla vita e i viaggi del fondatore don Canuto Toso, recentemente scomparso. Read the full article
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Cartel película "Las horas del amor" (Le ore dell´amore) 1963, de Luciano Salce.
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A Narni Le vie del cinema con Amelio e Mastandrea
Al via a Narni Le vie del cinema, 29/a edizione della rassegna dedicata al cinema restaurato. In cartellone classici come il thriller Milano calibro 9 di Fernando Di Leo (31 luglio), la commedia La voglia matta di Luciano Salce (2 agosto), Sogni d’oro di Nanni Moretti (3 agosto), Il ladro di bambini di Gianni Amelio (4 agosto), Teresa la ladra di Carlo Di Palma (5 agosto). Per omaggiare…
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Fumetto & Jazz Io suono quel che sono. Io suono Mingus
Collezione Salce, straordinario museo del manifesto offre al Treviso Suona Jazz Festival una mostra che interpreta uno dei grandi maestri del jazz Mingus, con i fumetti di Squaz e le parole di Massarutto
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