#La maestra di Sant'Ermete
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klimt7 · 10 months ago
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POETI
Raffaello Baldini ( 1924 - 2005 )
Le sue poesie sono vere e proprie narrazioni, immagini, in versi, spesso così taglienti da far male.
I personaggi sono coloro che non avrebbero mai voce, popolari, a volte fino al grottesco. Soli. Insoliti. Di una solitudine che si esprime in monologhi chiusi, di un’umanità spesso sghemba.
Frammenti di vite, ritratti in versi, spesso visionari, a volte struggenti.
Una su tutti, la mia preferita: in un dialetto che è il mio - il Romagnolo - (ma non è il mio, per una questione di suono, perchè ogni zona, in Romagna, ha pronunce e accenti diversi, oltre a differenti varianti della stessa parola) e che comprendo ma non saprei replicare con le stesse sonorità ma con le mie, [dialetto cesenate].
LA MAESTRA DI SANT'ERMETE
La mèstra ad Sant’Ermèid
dal vólti, e’ dopmezdè,
la s céud tla cambra e la zènd
una Giubek. La n fómma.
Stuglèda sòura e’ lèt
la guèrda ch’la s cunsómma.
U i pis l’udòur.
Dal vólti u i vén da pianz.
Traduzione:
La maestra di Sant’Ermete
delle volte, il pomeriggio,
si chiude in camera e accende
una Giubek. Non fuma.
Sdraiata sul letto
la guarda consumarsi.
Le piace l’odore.
Delle volte le viene da piangere.
(Raffaello Baldini, in La Nàiva Furistír Ciacri, Torino, Einaudi 2000, p. 14)
Quante volte ho immaginato quella sigaretta
Una sigaretta, come la solitudine, come la vita che consuma... che si consuma.
Amo questo tipo di poesia asciutta.
Che dice, che sa raccontare, che ti regala una storia a partire da una immagine.
A volte, con una sequenza di immagini che hanno la grazia dell’essenziale.
Come le fotografie.
Come una Mostra Fotografica.
Silenziosa sì,
ma che sa raccontare storie.
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