#Joe Grandy
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Antropophagus (1982)
AKA Anthropophagous, The Savage Island, Anthropophagus: The Grim Reaper, The Zombie's Rage, The Grim Reaper, The Beast, Anthropophagous: The Beast, Man Beast
#antropophagus#the grim reaper#tisa farrow#saverio vallone#serena grandi#george eastman#1982#1980s movies#joe d'amato#horror movie poster
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#aristide massaccesi#joe d'amato#antropophagus#horror#Horror movie#splatter#Serena Grandi#zora kerova
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L'infernale Quinlan
Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di cambiare nuovamente argomento e passare al mondo della letteratura con un libro recente che mi ha profondamente sorpreso, Piranesi di Susanna Clarke. Piranesi è un uomo che vive nella Casa, un luogo immenso, composto da innumerevoli saloni, vestiboli e con un grande numero di Statue, tutte differenti tra loro. Lui…
#Aaron Stell#Akim Tamiroff#Alexander Golitzen#Badge of Evil#Bill Thomas#Bud Westmore#Carlo Baccarini#Charlton Heston#Claudio Capone#Crane shot#Dennis Weaver#Edward Curtiss#Emilio Cigoli#film#Giorgio Capecchi#Hank Quinlan#Henry Mancini#Janet Leigh#Joanna Moore#Joe Grandi#Joseph Calleia#L&039;Infernale Quinlan#Lalo Rios#Los Robles#Manolo Sanchez#Maria Pia Di Meo#Marlene Dietrich#Melina Martello#Mercedes McCambridge#Mexico
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Becoming Unstoppable: Defying Limitations | One Of The Greatest Speeches...
#youtube#JoeDispenza Muto I più grandi discorsi di sempre Preparati a lasciarti affascinare dalla genialità di Joe Dispenza! Benvenuti a Joe Dispenza
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Hot Vintage TV Men's Bracket - Round 1 - Part 1/2 (Polls 1-99)
Round 1 (All Polls)
Ted Bessell Vs. Dick Van Dyke
Jonathan Frid Vs. William Hartnell
Claude Rains Vs. William Hopper
Eric Idle Vs. Peter Tork
Henry Winkler Vs. Tom Smothers
Martin Kove Vs. Tom Selleck
Jeff Conaway Vs. John de Lancie
Dave Foley Vs. Michael J. Fox
David Hyde Pierce Vs. Tony Shalhoub
Jason Bateman Vs. Rob Lowe
Ted Cassidy Vs. Boris Karloff
Eddie Albert Vs. Russell Johnson
Bobby Sherman Vs. Micky Dolenz
Robin Williams Vs. Fred Grandy
Kevin Smith Vs. Bruce Campbell
Brad Dourif Vs. LeVar Burton
Seth Green Vs. Brandon Quinn
Matthew Perry Vs. Tim Daly
Mike Farrell Vs. Judd Hirsch
Matt Bomer Vs. Timothy Olyphant
Larry Hagman Vs. Kent McCord
Fred Rogers Vs. Bobby Troup
David Cassidy Vs. Luke Halpin
George Takei Vs. Richard Hatch
Ricardo Montalban Vs. John Forsythe
Richard Dean Anderson Vs. Bruce Willis
Anthony Head Vs. Paul McGann
Thorsten Kaye Vs. Michael Horse
Darren E. Burrows Vs. Dana Ashbrook
Adam Brody Vs. Milo Ventimiglia
Adam West Vs. Richard Chamberlain
Randy Boone Vs. Dean Butler
Clint Walker Vs. George Maharis
Erik Estrada Vs. Paul Michael Glaser
Billy Dee Williams Vs. Rock Hudson
Ted Danson Vs. Jameson Parker
Sylvester McCoy Vs. Armin Shimerman
Joe Lando Vs. Spencer Rochfort
Ben Browder Vs. Keith Hamilton Cobb
Richard Ayoade Vs. Kevin McDonald
Patrick McGoohan Vs. Robert Vaughn
Chad Everett Vs. DeForest Kelley
Jon Pertwee Vs. Mark Lenard
Darren McGavin Vs. Peter Falk
Terry Jones Vs. Alan Alda
Michael Tylo Vs. Timothy Dalton
Sean Bean Vs. Valentine Pelka
Ioan Gruffudd Vs. Colin Firth
David Tennant Vs. Robert Carlyle
Jason Priestley Vs. Tom Welling
Martin Milner Vs. James Garner
David Soul Vs. Lee Majors
Derek Jacobi Vs. Andrew Robinson
David Hasselhoff Vs. Stephen Nichols
Jimmy Smits Vs. Hal Linden
Brent Spiner Vs. Ted Raimi
Patrick Troughton Vs. Andreas Katsulas
Miguel Ferrer Vs. Mitch Pileggi
David James Elliot Vs. Andre Braugher
Blair Underwood Vs. Mark-Paul Gosselaar
Don Adams Vs. Cesar Romero
Bob Crane Vs. John Astin
Walter Koenig Vs. Davy Jones
Tom Baker Vs. Jamie Farr
Woody Harrelson Vs. John Schneider
John Goodman Vs. Joseph Marcell
Danny John-Jules Vs. Marc Alaimo
Michael Praed Vs. Kevin Sorbo
Mark McKinney Vs. Colm Meaney
Neil Patrick Harris Vs. David Schwimmer
James Arness Vs. Robert Fuller
Clint Eastwood Vs. Robert Conrad
Jonathan Frakes Vs. Michael Hurst
David Duchovny Vs. Michael T. Weiss
Luke Perry Vs. Jeremy Sisto
Matt LeBlanc Vs. John Stamos
Reece Shearsmith Vs. Alexander Siddig
Eric Close Vs. William Shockley
Daniel Dae Kim Vs. Robert Beltran
Scott Cohen Vs. Scott Patterson
Dick Gautier Vs. Michael Landon
Wayne Rogers Vs. Alejandro Rey
Gerald McRaney Vs. Robert Wagner
Simon Williams Vs. John Cleese
Brian Blessed Vs. James Earl Jones
Noah Wyle Vs. Kyle MacLachlan
James Marsters Vs. Paul Gross
Paolo Montalban Vs. Robert Duncan McNeill
Garrett Wang Vs. Nate Richert
Christian Kane Vs. Michael Vartan
David McCallum Vs. David Selby
Leonard Nimoy Vs. Colin Baker
Randolph Mantooth Vs. Michael Nesmith
Demond Wilson Vs. Tony Danza
Ron Perlman Vs. Mr. T
Ron Glass Vs. Dirk Benedict
John Shea Vs. Michael Ontkean
Jeffrey Combs Vs. Rowan Atkinson
Tim Russ Vs. Bruce Boxleitner
Round 1 Polls 100 - 128
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Storia Di Musica #350 - Miles Davis Quintet, Relaxin' With The Miles Davis Quintet, 1958
Per essere stata una piccola casa editrice musicale, la Prestige di Bob Weinstock è infarcita di leggende, come ho un po' raccontato in queste belle (per me, e spero pure per chi le ha lette) storie musicali novembrine. Che oggi toccano l'impressionante traguardo dei 350 dischi, e come tradizione vuole tocca a Miles Davis. Weinstock capì agli inizi degli anni '50 che Davis aveva un talento gigantesco sia come musicista ma forse ancora di più come band leader, tanto che fu uno dei suoi più grandi sostenitori ad intraprendere la costruzione di un suo gruppo. E Davis alla prima occasione dimostrerà il suo fiuto per la genialità musicale e nello scegliersi i musicisti, formando quello che è uno dei grandi gruppi di sempre, e apice dell'hard bop. Davis sceglie un giovane sassofonista della scuderia Prestige, John Coltrane, che in pochi anni diventerà uno dei giganti della musica del '900 e quella che è la sezione ritmica per eccellenza del genere: Red Garland al pianoforte, Paul Chambers al basso e contrabasso e Philly Joe Jones alla batteria. Siamo nel 1955: come accennato, Weinstock era uno che metteva la praticità davanti all'estetica, e spinge il quintetto a registrare. I musicisti la prendono come un'occasione per provare come suoneranno il repertorio dal vivo. Davis ha già registrato con la Prestige il suo primo disco da 12 pollici, The Musings Of Miles, nel 1955 con Oscar Pettiford al basso, e vedendo l'aura del personaggio crescere enormemente come seguito, Weinstock pubblicò in vari Lp tutte le registrazioni su disco da 10 pollici che Davis, con varie formazioni, aveva fatto agli inizi degli anni '50. Ai leggendari studi Van Gelder, Davis e il suo quintetto registrano in due date, passate alla storia del jazz: l'11 maggio e il 16 ottobre del 1956. Sono già così affiatati e coesi, la magia e la bravura a livelli così alti, che registrano moltissimo materiale, che il buon Weinstock è ben felice di avere, dato che ha notizie sicure che la Columbia vuole mettersi Davis sotto contratto, cosa che avverrà alla fine dello stessio anno, il 1956. Per questo motivo, e per la bellezza della musica, le intere quattro registrazioni vengono pubblicate come 4 dischi: Cookin' With The Miles Davis Quintet nel 1957, Relaxin' nel 1958, Workin' nel 1960 e Steamin' nel 1961. Sebbene Davis sia già passato ad altre magie stilistiche già nel 1958, quando pubblica quel capolavoro che è Milestones, i 4 dischi sono considerati insieme non solo uno dei gioielli del catalogo Prestige, ma come lo stato dell'arte del bop nella seconda parte degli anni '50.
Scelgo Relaxin' With The Miles Davis Quintet nella tetralogia perchè è unanimemente considerato il lavoro più palpitante e musicalmente ineccepibile, sebbene il repertorio scelto fosse, e da questo il titolo, il lato più intimo e dolce dei brani registrati. In questo disco la tromba di Davis, con i suoi interventi delicati e strutturati sulla ripresa di poche note caratteristiche del brano, diventerà iconica, tanto che chiunque pensi solo di avvicinarsi al suo stile verrà etichettato come "davisiano". Tra l'altro persino nelle versioni rimasterizzate più recenti, quelle del 2005 nientemeno che da Van Gelder in persona, rimangono ancora gli intermezzi di dialoghi all'inizio di ogni brano, dove Davis discute con i musicisti sul da farsi. In scaletta 6 brani, tutti standard, che in questa registrazione troveranno la loro forma definitiva: If I Were A Bell è un brano scritto da Frank Loesser per il famosissimo musical Guys And Dolls (uno dei grandi successi di Broadway, che ispirò il film Bulli E Pupe con Marlon Brando e Jean Simmons), qui è nella sua versione decisiva con gli assoli di Garlad e Coltrane e la tromba di Davis, che qui usa una sordina Harmon che diventerà una sorta di feticcio tra i trombettisti. You're My Everything è una canzone del 1931, altra canzone da un musical epocale è I Could Write A Book di Rodgers e Hart, cantata nella versione originale da Gene Kelly nel musical Pal Joey come It Could Happen To You, tratta dal film della Paramount And The Angels Sing del 1940. Due invece sono i brani scritti da jazzisti: Oleo è un brano di Sonny Rollins, il quale era molto stimato da Davis: i due spesso hanno suonato insieme, ma mai con assiduità, avendo un grande rispetto reciproco. L'altro brano è Woody 'n' You di Dizzy Gillespie, uno dei tre arrangiamenti realizzati da Gillespie per la big band di Woody Herman, anche se all'epoca non venne utilizzato; gli altri due erano Swing Shift e Down Under.
Nasce in questo disco la sintonia musicale quasi sincronica di Davis e Coltrane, che nel 1959 porteranno ai picchi inarrivabili di Kind Of Blue: la sezione ritmica diventerà lo standard, tanto è che Coltrane, che inizierà i suoi lavori solisti proprio con la Prestige, se li porterà appresso.
Il quintetto lavorerà fino al 1960, non senza dissidi e pause, primo fra tutti il fatto che Red Garland porterà Coltrane alla dipendenza dall'eroina, cosa che Davis non gli perdonerà mai (tanto è vero che Garland non suona in Kind Of Blue). Chambers, un genio, anche lui attraverserà una devastante dipendenza dalla droga e addirittura morirà per complicazioni da tubercolosi nel 1963, a 33 anni.
Nel 2006 la Concorde Records, che detiene il catalogo Prestige, pubblicherà in una scintillante confezione box da 4 cd The Legendary Quintet Sessions, che ai 4 capolavori aggiunge 'Round Midnight, presente in Miles Davis And The Modern Jazz Giants e una serie di registrazioni inedite in jazz club e show in televisione. Un tesoro per gli appassionati più accaniti, ma per un approccio genuino e affascinante al jazz basta ascoltare la bellezza del disco di oggi, una delle innumerevoli magie di Miles Davis.
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La storia della Musica!!!!
Tre giorni di pace e musica. Tre giorni che hanno fatto la storia. Si celebra oggi il 51esimo anniversario del più grande evento di libertà, umanità e lotta pacifica: il Festival di Woodstock. Più che un concerto un pellegrinaggio, una fiera di arte e musica, una comunità, un modo di vivere che ha cambiato per sempre il concetto di libertà. Sul palco, a Bethel (una piccola città rurale nello stato di New York) si sono alternati per tre giornate alcuni tra i più grandi musicisti della storia. Musicisti che provenivano da influenze, scuole musicali e storie differenti ma che avevano in comune ciò che più contava in quei favolosi anni ’60: la controcultura.
Si passava dal rock psichedelico di Jimi Hendrix (che, pur di essere l’ultimo a esibirsi, salì sul palco alle 9 di lunedì mattina per un concerto di due ore, culminato nella provocatoria versione distorta dell’inno nazionale statunitense) e dei Grateful Dead ai suoni latini dei Santana (che regalarono un memorabile set, impreziosito dallo storico assolo di batteria del più giovane musicista in scena: Michael Shrieve) passando per il rock britannico di Joe Cocker (che regalò in scaletta le splendide cover di Just Like a Woman di Dylan e With a Little Help from my Friends dei Beatles) e degli Who all’apice della loro carriera (celebre l’invasione di palco dell’attivista Habbie Hoffman, durante il loro concerto, quasi quanto il lungo assolo di Pete Townshend durante My Generation, con lancio di chitarra finale).
C’era poi il folk, con una splendida Joan Baez su tutti, che suonò nonostante fosse al sesto mese di gravidanza, genere tipicamente statunitense che si alternava a suoni più esotici e orientali, come il sitar di Ravi Shankar. Impossibile dimenticare infine l’intensa performance della regina del soul Janis Joplin, la doppia esibizione (acustica ed elettrica) di Crosby, Stills, Nash e del “fantasma” di Neil Young, che rifiutò di farsi riprendere dalle telecamere e il divertente show dei Creedence Clearwater Revival.
1969, il ‘Moon day’ in musica..
Concerti che rimarranno nella memoria di chiunque ami la musica come simbolo di cambiamento, pace e libertà. D’impatto i presenti come pesanti furono le assenze di John Lennon, che si rifiutò di esibirsi per il mancato invito di Yoko Ono, Bob Dylan, padrone di casa (lui che all’epoca viveva proprio a Woodstock) assente per la malattia del figlio, i Rolling Stones, ancora scossi per la morte di Brian Jones e i Doors, alle prese con una serie infinita di problemi legali.
Il vero protagonista dell’evento fu però il pubblico, la “vera star” secondo l’organizzatore Michael Lang, eterogeneo quasi quanto i generi musicali. Da tutta America arrivarono studenti liceali e universitari, hippie, veterani del Vietnam, filosofi, operai e impiegati. Nessuna differenziazione di razza, etnia o colore della pelle: tutti uniti dalla voglia di stare insieme in libertà con il fango a livellare ogni diversità e i capelli lunghi come simbolo di ribellione. Un sogno che oggi sembra lontano anni luce, nelle ideologie come nell'organizzazione.
Da quel 1969 si è provato a più riprese a riproporre Woodstock, con scarsi risultati culminati nell'annullamento del concerto in programma per questo cinquantesimo anniversario, organizzato proprio da Lang e non andato in porto tra una defezione e l’altra, forse perché indigesto ai grandi organizzatori di eventi musicali mondiali. Forse, a conti fatti, meglio così: quell'atmosfera irripetibile era frutto di una spontaneità organizzativa di altri tempi, una magia fuori da ogni schema il cui risultato sensazionale, iconico e significativo fu chiaro solo anni dopo anche agli stessi partecipanti.
Vanni Paleari
PhWoodstock, 1969
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Quarant'anni anni fa l'opinione pubblica era formata esclusivamente dai Media ufficiali.
La grande finanza massonica che li controllava poteva far credere alla gente qualsiasi cosa. La proprietà di TV e grandi quotidiani era essenziale per fare politica.
In Italia si diceva che "chi si avvicina al Corriere della sera muore". E in effetti coloro che tentarono di prenderne il controllo finirono in galera o in rovina, e qualcuno al cimitero.
Oggi non lo legge più nessuno.
In America il podcast indipendente di Joe Rogan ha milioni di ascoltatori. Ha potuto permettersi di criticare i vaccini e perfino Israele, accusandolo di genocidio, e guadagna lo stesso.
Tucker Carlson è stato silurato da Fox News per le sue idee di libertà e democrazia, ma ora qui su X intervista Putin e ha dieci volte più spettatori di prima.
L'astro nascente della destra repubblicana Candace Owens @RealCandaceO (quella che sostiene che George Floyd è morto di overdose e non soffocato da un poliziotto, e che Brigitte Macron è un uomo) è stata licenziata dalla famosa agenzia Daily Wire perché accusata di antisemitismo da un potente rabbino.
In realtà ha soltanto criticato Israele per i crimini contro i Palestinesi, e si è vantata di essere nera e cristiana.
Ora, però, è molto più seguita di prima, sia nel suo programma TV, sia qui su X. Perfino Elliot Resnick, ex capo redattore di Jewish Press, ha scritto su Israel National News che non si può accusare chiunque non la pensi come il governo di Israele di essere "antisemita" per metterlo a tacere. Non è giusto e, soprattutto, non funziona più!
israelnationalnews.com/news/387587
Pian piano questo nuovo modo di fare politica sta arrivando anche da noi. Ed un'ottima cosa, che dà speranza.
Spesso mi chiedo se ha più potere (e responsabilità) un senatore, che deve seguire decisioni già prese altrove per non farsi espellere dal partito, o un influencer serio, che ospita opinioni diverse e non fa tifoseria, dice chiaramente quello che pensa e dialoga onestamente con tutti, come la Owens.
Alla fine la differenza è soltanto che il senatore ha l'immunità parlamentare.
Il mondo cambia, fin troppo rapidamente, nel male ma, per fortuna, anche nel bene, solo che non ce ne accorgiamo. Più i Media tradizionali perdono fiducia e lettori, e più voci si potranno esprimere liberamente qui su X, più la civiltà avrà speranza di progredire.
Quindi scriviamo, leggiamo e discutiamo, senza paura❗
Massimo Montanari
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Suggerisco inoltre questa lettera:
https://www.frasicelebri.it/frase/noam-chomsky-le-dieci-regole-della-manipolazione-m/
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Kamala Harris se rend à Wilmington, dans le Delaware, pour s'entretenir avec l'équipe de Joe Biden. Nous pourrions assister à un transfert de pouvoir plus tôt que prévu.
On a toujours pas vu Joe Biden vivant et il peut être soit très malade, soit tout simplement mort. La tentative d’assassinat ratée sur Trump semble avoir accéléré les choses. Rdv du 19 au 21 août 2024 pour la convention des démocrates à Chicago
Fille d'un père jamaïcain-américain et d'une mère indienne tamoule, Kamala Harris, 59 ans, a grandi à Oakland, en Californie. Diplômée de l'université de droit, elle est devenue procureur de district et a gravi les échelons du système judiciaire californien avant d'être élue procureur général de l'État en 2010. Réélue en 2014, elle est ensuite élue au Sénat américain en 2016, en remplacement de la sénatrice démocrate sortante Barbara Boxer. Elle s'y est rapidement faite connaître au niveau national pour ses compétences en matière de poursuites judiciaires lors des auditions en commission, soumettant des témoins expérimentés et bien informés à des interrogatoires judiciaires qui ont plusieurs fois fait la une des journaux.
Je suis africaine
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LÉGENDES DU JAZZ
JOE ZAWINUL, DE WEATHER REPORT AUX MUSIQUES DU MONDE
“My dad raised the bar in the music world as a true artist to his profession. As a bandleader, he was able to pull out performances from his bandmates and take them to heights they never knew existed. He never compromised his art. You either liked it or you didn’t. One thing is for sure, though, you always knew it was Joe Zawinul.”
- Anthony Zawinul
Né le 7 juillet 1932 à Vienne, en Autriche, Josef Erich Zawinul était d’origine gitane (par sa grand-mère d’origine hongroise) et avait grandi dans une famille musicale. Son père, qui travaillait comme commis pour une compagnie de gas, jouait de l’harmonica pendant ses temps libres. Sa mère était chanteuse. Zawinul avait un frère jumeau, Erich, qui était mort de pneumonie à l’âge de quatre ans.
Zawinul avait d’abord appris à jouer de l’accordéon à l’âge de six ans, un instrument qu’il avait continué d’apprécier durant toute sa vie. La famille Zawinul étant trop pauvre pour avoir son propre piano, les talents de Josef étaient si remarquables que ses parents lui avaient payé des leçons de piano classique. Le Conservatoire de Vienne (Konservatorium Wien) avait été tellement impressionné par les talents de Zawinul qu’il avait accepté de lui donner des cours gratuits de piano, de clarinette, de violon et de composition. Parmi les camarades de classe de Zawinul, on remarquait le pianiste classique Friedrich Gilda. Zawinul avait également formé un duo avec le futur président autrichien Thomas Lentil.
Une des grandes découvertes de Zawinul durant sa jeunesse était le jazz américain, qui avait été interdit par les Nazis durant la Seconde Guerre mondiale. À la fin de la guerre, Vienne ayant été victime de nombreux bombardement alliés, Zawinul et ses vingt-huit camarades de classe avaient été évacués en Tchécoslovaquie, où ils avaient poursuivi leurs études musicales tout en étant soumis à un entraînement militaire plutôt strict sous la direction d’officiers SS blessés. C’est à cette époque que Zawinul avait entendu du jazz pour la première fois lorsqu’un de ses camarades de classe avait interprété une version improvisée du standard “Honeysuckle Rose” au piano. Parmi les premières influences de Zawinul, on remarquait les pianistes Erroll Garner et George Shearing.
Après la guerre, Zawinul était retourné à Vienne où il avait poursuivi ses études de piano classique tout en gagnant un peu d’argent en jouant de l’accordéon avec de petits groupes de danse. Après la fin des hostilités, lors de l’occupation de Vienne par les Alliés, Zawinul avait commencé à jouer sur des bases militaires américaines, ce qui lui avait permis d’avoir accès à un orgue Hammond, un instrument qui l’avait toujours fasciné.
DÉBUTS DE CARRIÈRE
Il n’avait pas fallu longtemps à Zawinul pour lancer sa carrière musicale. Il expliquait: “I saw what I wanted to do with my life, and that was to play with black musicians.” Après avoir travaillé comme pianiste de studio pour les disques Polydor, Zawinul avait accompagné en 1952 le saxophoniste autrichien Hans Keller. Il avait aussi joué avec les Austrian All Stars, le pianiste classique Friedrich Gulda (avec qui il avait fait ses débuts sur disque en 1953), Karl Drewo et Fatty George. Il avait également fait une tournée en Allemagne et en France avec son propre trio. Convaincu que sa carrière ne pourrait se développer davantage en Autriche, Zawinul était tellement obsédé par l’idée d’aller jouer aux États-Unis que certains de ses amis musiciens avaient arrangé un faux appel téléphonique l’invitant à se joindre au groupe d’Ella Fitzgerald en tournée ! Après avoir découvert la vérité, Zawinul avait par la suite raté une occasion en or en ignorant un autre appel (mai bien réel celui-là) du trompettiste Clark Terry.
Zawinul avait finalement obtenu sa chance après avoir vu une publicité de la Berklee School of Music dans un des rares exemplaires du magazine Down Beat à avoir réussi à se rendre jusqu’à Vienne. Après avoir remporté une bourse pour aller étudier durant un semestre à Berklee, Zawinul s’était embarqué sur un navire le 2 janvier 1959 et avait entrepris la traversée de cinq jours jusqu’aux États-Unis. Avec seulement 800$ en poche, Zawinul savait que sa tâche ne serait pas facile. Comme il l’avait précisé plus tard, “I knew that it wouldn’t be easy, because I had no relatives, didn’t know a single person in America. But when I came over on the boat, I did it with the purpose to kick asses.”
À son arrivée à New York, Zawinul avait fait un de ses premiers arrêts au célèbre club Birdland, où il était entré en contact avec la scène du jazz pour la première fois. C’est d’ailleurs au Birdland que Zawinul avait rencontré sa future épouse Maxine.
Mais les événements n’avaient pas tardé à se bousculer. Quelques semaines après avoir commencé à étudier à Berklee, un des professeurs de Zawinul lui avait proposé d’agir de remplacer un pianiste dans le cadre d’une performance avec le bassiste Gene Cherico et le batteur Jake Hanna. Impressionné par le talent de Zawinul, Hanna l’avait recommandé au trompettiste canadien Maynard Ferguson qui l’avait embauché peu après lui avoir fait passer une brève audition. Ferguson avait aussi auditionné quelques saxophonistes, car son saxophoniste régulier venait de quitter le groupe. Parmi les candidats, on remarquait un jeune saxophoniste appelé Wayne Shorter. C’est ainsi que la longue et fructueuse collaboration de Zawinul et Shorter avait débuté.
Ne pouvant laisser passer cette occasion en or, Zawinul avait fait ses adieux à Berkley et avait joué en tournée durant huit mois avec Ferguson, participant notamment à l’enregistrement de l’album live A Night at Birdland. Après avoir joué brièvement avec le tromboniste Slide Hampton, Zawinul avait accompagné la chanteuse Dinah Washington durant trois ans (1959 à 1961), ce qui lui avait permis de se familiariser avec le blues et de collaborer à l’enregistrement de l’album à succès “What A Diff’rence a Day Makes!” Washington voyageant souvent en tournée avec Ray Charles, Zawinul utilisait souvent le piano électrique Wurlitzer de ce dernier lorsque le piano acoustique des salles dans lesquels il était appelé à jouer n’était pas en parfait état. C’était la première fois de sa carrière que Zawinul se servait d’un piano électrique, mais ce ne serait sûrement pas la dernière. Mais même s’il avait apprécié de jouer avec Washington, accompagner une chanteuse n’était pas vraiment l’objectif de Zawinul dans la vie. Le rêve de Zawinul était de devenir un musicien de jazz à part entière, et il savait que pour réaliser son ambition, il devait passer à autre chose. Après avoir quitté Washington, Zawinul était parti brièvement en tournée avec Harry ‘’Sweets’’ Edison et Joe Williams.
À l’automne 1961, Zawinul avait finalement été invité à se joindre au quintet de Cannonball Adderley, qui était alors un des groupes les plus renommés du jazz. En 1961, Zawinul avait inauguré une collaboration de neuf ans avec Adderley, dont le style de jeu était très influencé par le soul et d’autres formes de musique afro-américaine. Adderley, après avoir remarqué la facilité avec laquelle Zawinul était capable d’absorber ces styles de musique, l’avait encouragé à composer. Devenu progressivement le principal compositeur du groupe, Zawinul, qui avait écrit le grand succès de 1966 “Mercy, Mercy, Mercy” ainsi que d’autres pièces à succès du saxophoniste comme ‘’Walk Tall" et "Country Preacher". C’est à la même époque que Zawinul s’était lié d’amitié avec le pianiste Herbie Hancock. Saluant la remarquable habileté de Zawinul à saisir l’esprit du peuple afro-américain, Hancock avait déclaré plus tard au sujet de Zawinul: "For a white Viennese boy to write a tune that's that black is pretty remarkable. He just captured the essence of the African-American heritage, just the statement of melody and feeling of that song. Clearly, in some past life, Joe must've been black."
Zawinul avait également composé pour Adderley des pièces plutôt innovatrices comme “74 Miles Away” et “Rumpelstiltskin”. En tout et pour tout tout, Adderley avait enregistré une cinquantaine de compositions de Zawinul.
Durant cette période, Zawinul avait également trouvé le temps d’enregistrer deux albums comme leader, Money In the Pocket (1966) et The Rise and Fall Of The Third Stream (1967).
Le solo de Zawinul sur “Mercy, Mercy, Mercy” représentait une des premières utilisations du piano électrique dans un enregistrement de jazz. Zawinul avait écrit la pièce lors de sa collaboration avec la chanteuse de gospel Esther Marrow. Peu avant la session d’enregistrement, Zawinul avait repéré un piano électrique Wurlitzer dans le studio et avait demandé à Adderley s’il pourrait l’utiliser de préférence à un piano acoustique, car il était convaincu que ce changement permettrait de connaître un grand succès. Le flair de Zawinul avait porté fruit, et la pièce s’était hissée à la onzième position du palmarès Billboard. Parallèlement à son séjour avec le groupe d’Adderley, Zawinul avait également accompagné d’autres grands noms du jazz comme le saxophoniste Ben Webster.
Les groupes multi-raciaux n’étant pas encore très nombreux dans le jazz à l’époque, Zawinul devait souvent s’allonger sur le plancher de l’autobus lorsqu’il voyageait en tournée avec le groupe d’Adderley dans les États du Sud. Comme Zawinul l’avait expliqué au cours d’une entrevue qu’il avait accordée en 1997, ‘'I often had to sit in the bottom of the car when we drove through certain parts of the South.’’ Mais, malgré tous ces obtacles, Zawinul avait refusé de se laisser intimider et n’avait jamais abandonné son rêve de devenir un musicien de jazz respecté. Il avait ajouté: ‘’Those kinds of things never fazed me; I wanted to play music with the best, and I could play on that level with the best.''
La collaboration de Zawinul avec Adderley avait été significative tant sur le plan musical que personnel. Les membres du groupe d’Adderley passaient énormément de temps ensemble lors des tournées, ce qui leur avait permis de développer de solides amitiés. Comme Zawinul l’avait raconté plus tard, “He was family. He was my best man, my witness, when I got married. He bought bicycles for my kids. He was a great friend. He was like a brother to me.” Des années après la mort d’Adderley en 1975, il était toujours très présent dans la vie de Zaminul. Comme Zawinul l’avait précisé en 2004: “I miss him every day. My wife and I, we talk about him somehow every day.”
Même s’il avait remporté énormément de succès comme musicien, Zawinul craignait d’être considéré comme un simple imitateur du style des autres plutôt qu’un véritable créateur. Les choses avaient atteint un point de rupture lorsque le pianiste Barry Harris lui avait fait remarquer que le son style de jeu ressemblait à s’y méprendre au sien. Flatté au début, Zawinul avait finalement décidé de ranger sa collection de disques de jazz dans une boîte afin de pouvoir prendre une nouvelle direction. En 1966, Zawinul avait pris de nouveaux cours de piano classique avec Raymond Leventhal. Après sept mois de cours, Leventhal avait déclaré qu’il n’avait plus rien à apprendre à Zawinul et lui avait offert un clavier de pratique en cadeau.
À la fin des années 1960, après s’être marié à Maxine, le premier mannequin afro-américain de l’histoire du magazine Playboy, avec qui il avait eu trois enfants, Zawinul avait reçu une offre tentante du producteur Norman Granz, qui lui aurait permis de réaliser son vieux rêve de jouer avec Ella Fitzgerald. Granz avait proposé à Zawinul un salaire de 1400$ par semaine, ce qui représentait une augmentation de 300$ comparativement à ce qu’il gagnait avec Adderley. Mais à l’époque, Zawinul avait déjà commencé à suivre les traces de Miles Davis et tentait de réaliser une sorte de fusion du rock et du jazz, ce qui lui avait enfin permis de trouver son propre son. Après avoir demandé cinq minutes à Granz pour réfléchir, Zawinul était allé consulter son épouse Maxine qui avait répondu: “No. You do what you have to do. I can make do with $300 and I have time to wait until you have your thing.” Zawinul, qui adorait sa femme, lui avait un jour fait le plus beau compliment qu’un homme pouvait faire à son épouse en déclarant : "I have a great wife. And I believe it takes a great wife to become a great man."
Zawinul avait donc décliné l’offre de Granz et avait commencé à travailler sur une nouvelle série de compositions qui témoignaient de son intérêt pour le jazz-fusion. Quant à Davis, il avait été tellement impressionné par le solo de Zawinul sur la pièce “Mercy, Mercy, Mercy” qu’il allait souvent le voir jouer avec le groupe d’Adderley. Il lui avait même proposé de se joindre à son propre groupe. Lorsque Zawinul avait refusé, Davis avait demandé à son pianiste Herbie Hancock de laisser tomber le piano acoustique en faveur du piano électrique. Fasciné par les compositions de Zawinul, Davis avait également invité ce dernier à participer aux sessions qui allaient donner naissance à l’album In A Silent Way (1960), d’après le titre de la composition du même nom de Zawinul. Au cours de l’année suivante, Zawinul avait continué d’enregistrer avec Davis à de nombreuses reprises. D’autres compositions de Zawinul, dont ‘’Pharaoh's Dance” et “Double Image”, avaient aussi été incluses sur des albums de Davis comme Bitches Brew (1970), Live–Evil (1971) et Big Fun (1974).
Zawinul avait d’ailleurs lui-même fait des apparitions sur ces trois albums même s’il ne s’était jamais joint officiellement au groupe de Davis. Lorsque Zawinul avait publié son premier album solo simplement intitulé ‘’Zawinul’’ en 1970, il avait décliné la proposition de Davis de participer à l’enregistrement sous prétexte que la présence du trompettiste ne pouvait que lui faire de l’ombre. Zawinul avait répondu à Davis: "If you're on the record, your presence will be so powerful I cannot find out what I am worth."
Finalement, Davis avait rédigé les notes de pochette de l’album qui avait été décrit par un critique du magazine Down Beat comme ‘’the work of a complete musician who has transcended categories and is certain to have a profound influence on the direction music will take in the ‘70s.” Zawinul avait joué en public avec Davis seulement une fois, peu avant la mort du trompettiste. Le concert avait eu lieu à Paris le 10 juillet 1991. Wayne Shorter participait également au concert.
WEATHER REPORT
À l’époque de sa collaboration avec Miles Davis, le principal saxophoniste du groupe était Wayne Shorter, que Zawinul connaissait depuis sa collaboration avec le trompettiste Maynard Ferguson en 1959. C’est à cette époque que Zawinul et Shorter avaient commencé à parler de la fondation d’un éventuel groupe. Le contrebassiste d’origine tchèque Miroslav Vitous était également impliqué dans le projet. Zawinul avait expliqué plus tard qu’il envisageait de former un groupe aver Shorter depuis qu’il l’avait entendu jouer sur l’album Nefertiti de Miles Davis en 1968.
Connu sous le nom de Weather Report, le groupe avait été officiellement fondé en décembre 1970 et avait enregistré son premier album éponyme l’année suivante. Très influencée par l’Afrique, l’Amérique latine et le Moyen-Orient, la musique du groupe avait été décrite par Jonathan Herrera du magazine Bass Player comme "a free jazz experiment, a world music pioneer, a jazz-pop blockbuster, and a seriously grooving funk band." Sous contrat avec les disques Columbia, le groupe avait remporté un grand succès dès le départ tant auprès des amateurs de jazz que de la critique, même si l’importance accordée aux instruments électroniques avait irrité certain puristes. Décrivant le premier album du groupe, le critique Dan Morgenstern écrivait dans le magazine Down Beat: ‘’The music of Weather Report is beyond category… music unlike any other I’ve heard, music that is very contemporary but also very warm, very human, and very beautiful… The forecast, if there is justice, must be clear skies and sunny days for these four creative men and their associates.” Rapidement devenu le plus populaire groupe de jazz de son époque, Weather Report avait remporté tous les sondages des lecteurs du magazine Down Beat comme meilleur groupe de jazz durant chacune de ses années d’existence (1970 à 1985).
Il faut dire que le groupe était arrivé au bon moment. À l’époque, les progrès technologiques de l’époque avaient grandement favorisé le développement du groupe, notamment en réduisant la taille de synthétiseurs qui étaient devenus plus faciles à transporter, ce qui les avaient rendus accessibles au plus grand nombre, permettant ainsi de les utiliser dans les sessions d’enregistrement et les performances sur scène.
Zawinul avait acquis son premier synthétiseur en 1971, un Arp 2600 qui lui avait été offert par le fabricant de synthétiseurs Arp afin d’augmenter la crédibilité de la compagnie face à la compétition de son puissant compétiteur Moog Music. Zawinul avait utilisé le Arp 2600 pour la première fois sur le second album du groupe intitulé I Sing the Body Electric, un enregistrement d’un concert au Japon en 1972. Une des pièces de l’album était une composition ambitieuse de Zawinul appelée “Unknown Soldier’’, qui relatait sa jeunesse en Autriche durant la Seconde Guerre mondiale. À l’époque, le rôle du synthétiseur Arp était encore très réduit , et se limitait à produire certains effets sonores. Fasciné par la nouvelle technologie, Zawinul avait commencé à enregistrer ses improvisations sur cassette (et plus tard sur MIDI dans son propre studio maison que son épouse avait surnommé “the Music Room”), qu’il utilisait par la suite comme base de ses compositions (comme sur les pièces “Nubian Sundance” et “Jungle Book” tirées de l’album Mysterious Traveler) ou transcrivait note par note afin que le groupe puisse les exécuter de la façon dont il les avait écrites à l’origine. Zawinul avait utilisé cette méthode tout au long de sa carrière. Décrivant son style de composition, Zawinul avait expliqué: “It is all improvisation. All my tunes are improvisations. I’m a formal improviser. Even my symphony I improvised.”
Au cours de ses deux premières années d’existence, le groupe s’était surtout fait connaître par la qualité de ses improvisations. Même si au début le groupe jouait une musique très apparentée à celle de Miles Davis (mais avec une sonorité un peu plus rock), il avait rapidement commencé à bâtir son propre son.
À partir de la publication de l’album Sweetnighter en 1973, le rôle de Zawinul avec le groupe était devenu de plus en plus important. Après être passé progressivement du piano électrique au synthétiseur, Zawinul avait commencé à exploiter pleinement le potentiel d’un instrument qui avait été jusque-là la chasse-gardée de la musique pop. Il avait aussi ajouté des éléments funk en ajoutant des instruments comme la basse électrique et la pédale wah-wah, ce qui avait permis d’introduire de nouvelles couleurs dans le son du groupe. L’ajout d’un bassiste et d’un batteur spécialisés dans le funk avaient également contribué à atteindre cet objectif.
À la suite de la parution du quatrième album du groupe, Mysterious Traveller, en 1974, le virage du groupe vers une sonorité plus funk s’était encore accentué. L’ajout d’éléments inspirés par la musique classique avait également ajouté de nouvelles couleurs sonores. L’addition du bassiste Alphonso Johnson avait aussi favorisé la transition du groupe vers un son qui intégrait des éléments de jazz et de rock de façon très originale. La combinaison des harmonies du jazz et des éléments funk des années 1970 avait également aidé le groupe à connaître sa période la plus lucrative sur le plan commercial. Pour l’album Black Market en 1976, Zawinul avait recruté le phénomène de la basse électrique Jaco Pastorius. Très sûr de ses moyens, Pastorius s’était présenté lui-même à Zawinul comme “the world’s greatest bass player.” Même s’il est toujours considéré de nos jour comme le plus grand innovateur de l’histoire de la basse électrique, Pastorius avait de nombreux problèmes personnels qui l’avaient éventuellement conduit à sa perte.
Avec Pastorius dans l’alignement, Weather Report avait connu le plus grand succès de sa carrière avec l’album Heavy Weather (1977), qui comprenait la plus célèbre composition de Zawinul, ‘’Birdland’’, écrite en hommage au club du même nom sur la 52e rue de New York. La pièce avait remporté un si grand succès qu’elle s’était hissée jusqu’à la 30e position du palmarès Billboard. Le groupe vocal Manhattan Transfer avait par la suite ajouté des paroles sur la pièce, ce qui avait encore accru sa popularité. Zawinul a d’ailleurs ouvert son propre club Birdland dans sa ville natale de Vienne en Autriche en 2004.
Devenue une des compositions de jazz les plus connues des années 1970, la pièce avait permis à Zawinul de remporter trois prix Grammy et avait été reprise par la suite par de nombreux artistes dont Quincy Jones, Maynard Ferguson, le big band de Buddy Rich et même le groupe rock Jefferson Starship. Décrivant l’album Heavy Weather en 2001 dans le cadre de sa rétrospective de l’histoire du groupe, le critique Jossef Woodard écrivait dans le magazine Down Beat: “In 2000, Heavy Weather still sounds like a milestone in the cultural unconscious of jazz history. By some accounts, the album is the crowning achievement of the band’s recorded output, and therefore, by extension, a towering landmark of fusion.”
L’alignement du groupe ayant souvent fluctué avec les années, Zawinul et Shorter étaient progressivement devenus les deux principaux piliers de la formation. Considérés comme de véritables happenings, les concerts du groupe, tels qu’on peut le constater sur l’album live 8:30 (1979), étaient souvent imprévisibles. Les albums I Sing the Body Electric (1971), Mysterious Traveller (1974) et Night Passage (1980) avaient aussi été très populaires sur la radio FM et auprès des amateurs de jazz, de rhythm & blues et de musique pop.
DERNIÈRES ANNÉES
Même si Weather Report avait continué de publier régulièrement des albums au milieu des années 1980, Zawinul et Shorter avaient commencé à s’orienter vers de nouvelles directions musicales après la publication de l’album Sportin' Life en 1984. Zawinul et Shorter se préparaient à mettre fin aux activités du groupe lorsqu’ils s’étaient aperçus qu’il leur restait encore un album à livrer sur leur contrat avec CBS. Le groupe avait finalement été démantelé en 1985 après la publication de l’album This Is This! Le groupe avait publié quinze albums au cours de son histoire, dont le double album live 8:30 qui avait remporté un prix Grammy en 1979.
Après la dissolution du groupe, Zawinul, qui avait commencé à s’intéresser de plus en plus aux musiques du monde, s’était consacré à certains projets personnels qu’il avait longtemps dû remettre à plus tard en raison de son emploi du temps plutôt chargé avec Weather Report. En 1986, Zawinul avait publié son premier album comme leader en quinze ans, Dialects, qu’il avait enregistré pratiquement seul dans son studio-maison de Pasadena, en Californie. Le chanteur virtuose Bobby McFerrin avait également participé à l’album. Dans le cadre de ses albums solo, Zawinul avait continué d’explorer les énormes possibilités des synthétiseurs. Zawinul avait également fait équipe avec son vieil ami, le grand pianiste classisque Friedrich Gulda dans le cadre d’une série de performances en duo. Il avait aussi fait une tournée avec le percussionniste indien Trilok Gurtu.
En 1988, Zawinul avait fondé un nouveau groupe, le Zawinul Syndicate, une formation qui était très influencée par les musiques du monde, et plus particulièrement par la musique autochtone, africaine, asiatique et latino-américaine. Le groupe avait également fait de nombreuses tournées. C’était une période difficile pour le jazz, qui était en train de se redéfinir. Comme l’écrivait le critique John L. Walters, "jazz was about to enter an acoustic neo-classical phase that has dominated the genre for nearly two decades {…} a whole turbulent era seemed to be shutting down."
Un peu comme avec Weather Group, l’alignement du nouveau groupe de Zawinul avait connu de nombreux changements de personnel. Zawinul avait expliqué plus tard qu’il avait appelé le groupe ‘’syndicate’’ parce qu’il ressemblait davantage à une véritable famille qu’à un simple groupe. Zawinul avait déclaré: “When you are in the Syndicate, you are not just in a band, you are in a family.” La première édition du groupe, qui comprenait Gerald Veasley à la basse et Scott Henderson à la guitare, avait enregistré trois albums: The Immigrants (1988), Black Water (1989) et Lost Tribes (1992).
Les membres du groupe provenaient souvent de pays non occidentaux, ce qui réflétait l’intérêt croissant de Zawinul pour la musique d’autres continents. L’influence s’était d’ailleurs faite dans les deux sens. Un jour, Zawinul avait découvert que le pièce “Black Market” de Weather Report avait été utilisée comme musique-thème par Radio Dakar au Sénégal durant vingt ans. Il expliquait: “‘Black Market’ was for 20 years the theme song of the Radio Dakaur jazz hour. They grew up with ‘Black Market,’ ‘Nubian Sundance’ from Mysterious Traveller, all the Weather Report songs.”
Les événements n’avaient pas tardé à se précipiter. En 1991, Zawinul avait produit l’album Amen du célèbre chanteur malien Salif Keita, connu sous le nom de ‘’the Golden Voice of Africa.’’ Wayne Shorter et Carlos Santana participaient également à l’enregistrement. L’album, qui était devenu l’album de world music le plus vendu en 1991, avait éventuellement obtenu une nomination au gala des prix Grammy. Excellent résumé de la carrière de Zawinul, l’album avait été décrit ainsi par le principal intéressé: “I improvised the arrangements from the lead tracks that Salif sent, and then I went to Paris to rehearse it with the band. They loved the music immediately. We had so much fun. That was, for me, the most personal and nicest experience of all the records I’ve made. They were the kindest, the most open people. And I was struck by how well they played the rhythms, because I put my own things in there.’’ Keita avait éventuellement retourné la politesse à Zawinul en participant en 1996 à l’enregistrement de l’album My People, qui comprenait comme musiciens invités le percusionniste arménien Arto Tuncboyaciyan, le Turc Burhan Ocal, le Camerounais Richard Bona et des choristes originaires du Pérou, de la Guinée et de la Côte d’Ivoire.
Par la suite, Zawinul avait recruté des musiciens aux origines aussi diversifiées que les percussionnistes Manolo Badrena et Bobby Thomas Jr., les guitaristes Amit Chatterjee, Gary Poulson et Scott Henderson, les bassistes Linley Marthe, Victor Bailey et Richard Bona, les batteurs Paco Sery et Nathaniel Townsley, et les vocalistes Thania Sanchez et Sabine Kabongo. L’univers de la World Music, qui mettait en vedette différents styles de musique ethnique combinés avec des textures électroniques plutôt complexes, en était alors à ses débuts et Zawinul était à l’avant-garde de ce mouvement, car il avait continué d’expérimenter en tentant de fusionner la musique de différentes cultures.
Parallèlement à son travail avec le groupe, Zawinul avait continué d’être actif dans différents contextes musicaux. À la fin des années 1980 et au début des années 1990, Zawinul s’était produit avec son vieil ami le pianiste classique Friedrich Gulda. Il était aussi retourné vers la musique classique sur une vaste échelle avec la composition symphonique Stories of the Danube en 1993. L’oeuvre était une commande du festival de Brucknerhaus, de Linz, en Autriche. La composition avait été d’abord présentée lors du spectacle d’ouverture du festival en 1993. Oeuvre en six mouvements, la symphonie d’une durée de 63 minutes évoquait le parcours du Danube à travers différents pays et différentes périodes historiques. Enregistrée en 1995 par le Czech State Philharmonic Orchestra de Brno sous la direction de Caspar Richter, la pièce avait été publiée sous forme de CD l’année suivante. L’oeuvre comprenait également une version de la pièce "Unknown Soldier" tirée de l’album I Sing the Body Electric (1972).
En 1994, Zawinul s’était installé à New York, ce qui l’avait contraint à faire de nombreux voyages-éclair en Europe, où il avait conservé de précieux contacts musicaux durant toute sa carrière aux États-Unis. En 1996, Zawinul et son groupe avaient enregistré My People, un album qui avait nécessité plusieurs années de travail et dans lequel Zawinul avait continué de démontrer une remarquable capacité à fusionner ses propres sensibilités musicales avec celles d’autres cultures. Conssidéré comme un des points culminants de la carrière de Zawinul, l’album avait marqué le début sur disque de la nouvelle édition du groupe. Lorsque Richard Bona était devenu le bassiste du groupe en 1997, l’intensité de la formation avait atteint un autre niveau, ce qui avait donné lieu à la publication du double album live World Tour, qui avait également obtenu une nomination au gala des prix Grammy.
Parallèlement à sa collaboration avec le groupe, Zawinul avait continué de travailler sur plussieurs de ses projets personnels. En 1998, il avait notamment été chargé de composer un mémorial musical en hommage aux victimes de la Shoah. Zawinul avait même interprété l’oeuvre lui-même sur la site de l’ancien camp de concentration de Mauthausen dans le cadre du 60e anniversaire de sa construction près de Linz, en Autriche.
Au début des années 2000, Zawinul avait publié d’autres albums solo comme Faces & Places (2002), Midnight Jam (2005) et Brown Street (2007). En 2006, Zawinul avait collaboré avec Vince Mendoza et le WDR Big Band dans le cadre d’une série de performances dans lesquelles il avait revisité les grands classiques du répertoire de Weather Report. La tournée avait éventuellement donné lieu à la publication d’un CD double intitulé Brown Street. L’album avait été enregistré au club Birdland de Vienne.
Le dernier album de Zawinul, 75, avait été enregistré en concert en juillet 2007 à Luzano, en Suisse, à l’occasion de son 75e anniversaire de naissance.
Zawinul complétait une tournée de cinq semaines avec son groupe en 2007 dans le cadre du 20e anniversaire de la formation lorsqu’il avait dû être hospitalisé le 7 août au Wilhelmina Hospital de Vienne. Atteint du carcinome Merkel, une forme plutôt rare du cancer de la peau, Zawinul est décédé dans ce même hôpital le 11 septembre. Il était âgé de soixante-quinze ans. Les cendres de Zawinul ont été enterrées au Vienna Central Cemetery. L’épouse de Zawinul, Maxine, étant décédée un peu plus tôt la même année, ils laissaient comme seuls descendants leurs fils Erich, Ivan et Anthony.
Le Zawinul Syndicate avait présenté son dernier concert à Güssing, en Autriche, le 3 août, six semaines avant la mort de Zawinul.
Considéré comme un des rares prophètes musicaux du 20e siècle, Zawinul avait joué un grand rôle dans la naissance et le développement du jazz-fusion au début des années 1970. Il avait également contribué à faire connaître le jazz auprès d’un nouveau public traditionnellement peu friand de ce genre musical. Pionnier de l’utilisation des instruments électroniques, Zawinul avait été un des musiciens et compositeurs de jazz les plus influents du 20e siècle. Saluant les talents d’innovateur de Zawinul, le critique John L. Walters écrivait: “Many current forms of music, and the myriad sounds, samples and beats that inform them, were influenced or predicted by Zawinul, the grand old man of electronic world jazz fusion.”
Zawinul, qui avait toujours eu un style très personnel, avait inspiré le commentaire suivant à son fils Anthony après sa mort: “My dad raised the bar in the music world as a true artist to his profession. As a bandleader, he was able to pull out performances from his bandmates and take them to heights they never knew existed. He never compromised his art. You either liked it or you didn’t. One thing is for sure, though, you always knew it was Joe Zawinul.” En 2013, Anthony a fondé la Zawinul Foundation for Achievement afin d’honorer la mémoire de son père et d’encourager la carrière de jeunes musiciens prometteurs.
Même s’il n’avait jamais terminé ses études au Berklee College of Music, l’institution lui avait décerné un doctorat honorifique en musique en 1991. Dans le cadre de la cérémonie, Zawinul s’était produit sur scène aux côtés de Matthew Garrison, Torsten de Winkel, Abe Laboriel Jr. et Melvin Butler. Zawinul avait remporté de nombreux autres prix au cours de sa carrière, dont le Hans Koller Austrian State Prize (2000), le Ring of Honor (accordé par la Ville de Vienne en 2002), le premier International Jazz Award (décerné conjointement par la Jazz Festival Organization et la International Association of Jazz Educators en 2002), le North Sea Jazz Festival Bird Award (2002), le Montreal Jazz Festival Miles Davis Award (2003) et la Silver Medal for Meritorious Service to the Republic of Austria (2003). Zawinul a aussi remporté le Amadeus Austrian Music Award à deux reprises.
Zawinul est également récipiendaire de doctorats honorifiques du Three Town College de New York et de l’Academy of Music de Graz, en Autriche. Le Service autrichien des Postes a aussi émis un timbre spécial en l’honneur de Zawinul en 2004.
En 2006, les disques Sony ont publié un coffret de trois CD intitulé Weather Report—Forecast: Tomorrow, une compilation qui retrace la carrière du groupe de 1971 à 1985. Le coffret comprend également du matériel inédit ainsi qu’un DVD documentant un concert du groupe en 1978.
Le percussionniste Alex Acuna, qui avait fait partie du groupe Weather Report lors de ses premières années d’existence, avait déclaré que Zawinul et Shorter avaient une vision très précise de la direction qu’ils désiraient donner à leur musique. Acuna avait précisé: "The vision was to make a band that makes music with all the sounds that the world generates.’’ Même s’il avait quitté le groupe, Acuna était toujours resté proche de Zawinul. Il avait même été membre de son dernier groupe, le Joe Zawinul Syndicate. Acuna avait ajouté que Zawinul était un grand amateur de sports, et plus particulièrement de boxe. Même si Zawinul avait la réputation d’avoir un caractère un peu tranchant, il était toujours honnête, sincère et très intègre.
Sur le plan musical, Zawinul détestait se répéter et cherchait continuellement à innover. Zawinul avait également été un des premiers pianistes de jazz avec Chick Corea et Herbie Hancock à utiliser le piano électrique et les premiers synthétiseurs (sur l’album Sweetnighter en 1973). Après avoir joué du piano électrique Wurlitzer, Zawinul était passé au clavier Fender-Rhodes, à qui il avait ajouté une pédale wah-wah puis un effet Mutron avec d’obtenir une sonorité plus complexe. La créativité et le souci du détail de Zawinul avait permis de concevoir un son plus contemporain et plus moderne. Zawinul avait aussi joué du kalimba sur les albums de Weather Report, Mysterious Traveller et Mr. Gone.
Plusieurs artistes ont rendu hommage à Zawinul après sa mort, dont Brian Eno (sur la pièce “Zawinul/Lava”), John McLaughlin (“Jozy”), Warren Cuccurullo (“Hey Zawinul”), Bob Baldwin (“Joe Zawinul”), Chucho Valdes (‘’Zawinul’s Mambo’’) et Biréli Lagrène (“Josef”).
©-2024, tous droits réservés, Les Productions de l’Imaginaire historique
SOURCES:
‘’Joe Zawinul.’’ All About Jazz, 2023.
‘’Joe Zawinul.’’ Wikipedia, 2023.
WALTERS, John L. ‘’Obituary: Joe Zawinul.’’ The Guardian, 13 septembre 2007.
WAS, David. ‘’A Look at the Life and Work of Joe Zawinul.’’ NPR, 12 septembre 2007.
‘’Zawinul, Joe.’’ Encyclopedia.com, 2023.
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youtube
Memories
E con voi e dopo di voi finalmente la rivoluzione! Tutti i grandi pionieri della musica rock! Grazie!!!
lan 🎶🎤🎧🎸🥁🎹
Jimi Hendrix, Janis Joplin, Joe Coker, the Who e molti altri ancora, ci avete trasmesso il fuoco, la passione il gusto, il significato del vivere rock.
Thank you!!! ❤️
Rockhistorylan 🔥
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22 DICEMBRE 2014 moriva JOE COCKER, quel soul che arrivava dalle miniere
Oscurò i Beatles con "With a little help from my friend".
Un tono inconfondibile, un crepuscolo da Sinatra del rock
Joe Cocker, il "leone di Sheffield", la più grande voce blues della storia del rock britannico, è morto all'età di 70 anni.
Per oltre cinquanta (aveva esordito nel 1963 con la band degli Avengers, quando aveva solo 15 anni), aveva segnato la storia del rock con il suo tono roco e caldo, insegnando a un paio di generazioni di cantanti come si potesse cantare il blues ed il soul pur non essendo afroamericani, anzi arrivando dal cuore minerario dell'Inghilterra.
Impossibile non amarlo, come fecero tutti quando salì nel 1969 sul palco di Woodstock e cantò, strappando le note con la carta vetrata della sua gola, una versione incredibilmente intensa di "With a little help from my friend", facendo diventare la sua versione l'originale e cancellando addirittura quella già famosa dei Beatles cantata da Ringo in "Stg. Pepper".
Cocker aveva uno stile inconfondibile, chiaramente ispirato alla lezione dei grandi bluesman afroamericani, ma riportato nel pieno dell'evoluzione del rock, venato di gospel e di psichedelia, sostenuto con l'elettricità e caricato con la passione.
E con queste caratteristiche era riuscito negli anni a diventare la voce più riconoscibile del rock, soprattutto all'alba degli anni Settanta quando con Leon Russell e i mad Dogs & Englishman aveva conquistato l'America con uno straordinario tour e, sull'onda di quel successo, aveva spinto legioni di giovani cantanti a mettersi sulle sue orme. Imitatori del suo stile ce ne sono stati tanti, ma nessuno è riuscito a eguagliare il maestro, che sapeva essere interprete sopraffino, in grado di prendere una canzone scritta da altri e trasformarla in qualcosa di suo.
Era successo così con molte canzoni dei Beatles, dei quali era diventato eccellente interprete, ma anche con molti altri classici del rock, del soul e del ryhthm'n'blues che nei primi anni Settanta aveva inciso in album molto belli, ricchi di brani come la leggendaria "You are so beautiful".
Poi gli eccessi, l'alcol e la droga, molte crisi e difficoltà prima della rinascita, negli anni Ottanta, prima con la clamorosa vittoria dell'Oscar per "Up where we belong", cantanta con Jennifer Warnes e compresa nella colonna sonora di "Ufficiale e Gentiluomo", poi con album del calibro di "Sheffield Steel", e poi ancora con la planetaria affermazione di "you can't leave your hat on", che diventa il brano trainante del film "9 Settimane e 1/2".
Da quel momento in poi, complice la ritrovata serenità personale e familiare, con l'amore della sua vita, la moglie Pam, Cocker ritorna al successo, si trasforma in una sorta di "pontefice" del soul bianco, diventa il "Sinatra" del rock, in grado di invecchiare con infinita classe e saggezza, producendo dischi di ottimo livello, dei concerti sempre emozionanti e attraversare il passaggio del millennio come una star.
Ci manca Joe Cocker, il suo stile appassionato e travolgente, la sua inarrestabile simpatia, la disponibilità di un'artista di altri tempi, per il quale il rock non era mai morto, il soul era il sale della vita e la musica la cosa più importante del mondo.
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Lace (Lacie) Float Java
Just another little shit for the future lmfao
Lace is Shire's younger sister. (They're 5 years, almost 6 years apart) She was conceived shortly before Mugman had to go to war, so neither Mugman nor Rooty were aware of the pregnancy. (They were planning for this one though. They had started to lose hope on it though after a year of trying.) Anyways, Rooty found out about a month after Mugman had gone to war. Ofc, that piled more on her brain and emotions than she needed for the moment. Luckily, the family was highly supportive as they usually are, and Lace was safely born into a huge, loving family.
Onto Lace's personality. She's more like how her mom was as a kid. Energetic and wildly generous, but sneaky and often times rude. (Though this has more to do with her age and not understanding social cues) Lace loves her older brother dearly, and constantly wants to be around him. Ofc, it annoys Shire some, but he's mostly fine with her tagging along. She also adores her Grampa (Joe), but for some reason is timid around her Grandy (Sketch).
When Mugman comes back, she's aware that he's her dad, but was unsure of what to think. Not out of malice or being upset he wasn't there, but because she just didn't know who he was. Eventually, she's just as close as to Dad as Mom.
Bonus vvvv
Also Sketch belongs to @marinerainbow
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Provo a riassumere come i democratici si sono cacciati in questo pasticcio. Primo, quei dem che hanno maggiore visibilità (perché governano sulle due coste, perché controllano i social media e grandi tv e giornali, perché dominano a Hollywood e in altri potentati della cultura di massa, perché hanno fiumi di denaro da Wall Street e da BigTech) hanno ignorato un vasto rigetto popolare verso gli aspetti più radicali e controversi della loro proposta politica: le frontiere aperte all’immigrazione clandestina; un ambientalismo apocalittico che ha in odio l’economia di mercato e la crescita; un anti-razzismo che si è rovesciato in forme di razzismo contro i bianchi nelle dottrine woke insegnate in tante scuole e università; un’agenda Lgbtq+ promossa in modo arrogante e sprezzante verso chi ancora segue modelli di vita e di famiglia tradizionali. Tutto questo descrive solo l’ala più radicale del partito di Biden, che ha ancora un vasto centro moderato. Ma poiché gli estremisti avevano una visibilità e un’influenza preponderante nella «bolla» e nei media, il partito democratico nel 2020 ha rischiato seriamente di presentare uno di loro come candidato. Finché gli elettori moderato-conservatori della base afroamericana hanno ripescato nelle primarie del 2020 il vecchio Biden. Il quale allora salvò il suo partito dalla deriva - cosa di cui l’establishment gli fu sommamente riconoscente. Per placare l’ala sinistra Biden fece un gesto «identitario», si scelse come vice Kamala Harris i cui unici meriti, secondo i suoi critici, sono di essere donna e di colore. Ora i nodi vengono al pettine. Qualcuno dovrebbe convincere Biden a farsi da parte. Ma questo qualcuno non può essere associato alle fazioni che Biden sconfisse nel 2020, perché sono perfino meno credibili di lui. Poi andrebbe risolto il problema Harris. Lei si considera l’erede legittima al trono. Per quanto difficile da immaginare, è ancora meno popolare del presidente stesso. Anche lei quindi andrebbe «spinta» da parte, ma chi dovesse prendersi questa responsabilità sarebbe esposto al processo «identitario»: come osa far fuori una donna di colore. Infine, quand’anche si trovassero i notabili di partito capaci di mettere a segno le due prime operazioni, con l’allontanamento forzato di Joe e Kamala, resterebbe aperto il problema di recuperare voti fuggiti a destra perché spaventati da certe derive estremiste dei dem. Tutto questo andava fatto negli ultimi due anni, gestendo delle vere primarie aperte, un dibattito serio e senza tabù tra le varie correnti del partito. Se non è accaduto in questi anni, c’è una ragione, e anche più d’una. Era più facile continuare a demonizzare Trump, o a trascinarlo da un tribunale all’altro, che cercar di capire come questo losco personaggio possa rappresentare il «meno peggio», per quasi mezza America. - Federico Rampini, La vera vittoria di Trump
L'arma di distruzione di massa, il nichilismo della politica, il menopeggismo si è rivoltato contro i suoi stessi creatori: ottimo.
(Il candidato vincente i Dem lo avevano : Kennedy, il che rende tutto più tragicomico)
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CLOSED! Preliminary Hot Vintage TV Men List
Alright folks! We have one week left on submissions for the Hot Vintage TV Men's Bracket! As promised here is a list of all the Hot Vintage TV Men who have been submitted and passed our preliminary eligibility checks. There are a handful of guys on this list and one or two not on it that we are currently still debating on so reminder that this list is not final and subject to change.
Currently we have 231 Hot Vintage TV Men!
Also in advance of the competition I'd like to remind anyone submitting propaganda for someone that starred in a show that aired only partially during our timeframe or was under 18 for a part of a shows filming, to please make sure you are only submitting propaganda that is from within our timeframe and when the actor was 18 years or older. This is also just good to keep in mind in general as several people submitted actors for shows that aren't eligible for our tournament either because it was outside our time period or in one case the actor was underaged for the entirety of the show (though many were eligible for other shows they were submitted for). We do our best to screen for these things but sometimes it's hard to tell or it’s a show we don't personally know well enough so we appreciate help from y'all letting us know if you do catch anything.
List below the cut
Preliminary Hot Vintage TV Men List
Dick Van Dyke
Alan Alda
Hugh Laurie
Peter Falk
Adam West
Donnie Wahlberg
Kevin McDonald
Scott Thompson
David Duchovny
Henry Winkler
Leonard Nimoy
Scott Bakula
James Garner
Tom Selleck
Dave Foley
John Astin
Joe Lando
Patrick Troughton
William Shatner
DeForest Kelley
Michael Ontkean
Russell Johnson
Kyle MacLachlan
Bruce McCulloch
William Hopper
George Clooney
Jeffrey Combs
Michael Horse
Mark McKinney
Jensen Ackles
Alejandro Rey
Mitch Pileggi
David Cassidy
Jeremy Brett
Anthony Head
George Takei
David Selby
Rod Serling
Paul Gross
Desi Arnaz
Tom Baker
Richard Dean Anderson
David Keith McCallum
Richard Chamberlain
Charles Shaughnessy
David James Elliot
Vincent Van Patten
Darren E. Burrows
David Hyde Pierce
Randolph Mantooth
Ricardo Montalban
Gene Anthony Ray
William Hartnell
Patrick McGoohan
René Auberjonois
Alexander Siddig
Reece Shearsmith
Michael T. Weiss
William Shockley
Spencer Rochfort
Danny John-Jules
David Hasselhoff
Conner Trinneer
Patrick Stewart
Jonathan Frakes
Paolo Montalban
Scott Patterson
Armin Shimerman
Anthony Andrews
David Schwimmer
Blair Underwood
Sylvester McCoy
Andrew Robinson
Pierce Brosnan
Thorsten Kaye
Anthony Starke
Darren McGavin
Clint Eastwood
Joseph Marcell
Michael Vartan
Richard Ayoade
George Maharis
Michael J. Fox
Dwayne Hickman
John de Lancie
Andre Braugher
Robert Carlyle
Dean Stockwell
Matthew Perry
Robert Fuller
Michael Hurst
Dana Ashbrook
Jonathan Frid
Dirk Benedict
Martin Milner
Demond Wilson
Robert Conrad
Telly Savalas
Peter Davison
Michael Praed
Jason Bateman
David Tennant
Brian Blessed
Miguel Ferrer
Micky Dolenz
Wayne Rogers
Mike Farrell
Michael Dorn
Cesar Romero
Eddie Albert
Nate Richert
Nicholas Lea
Brent Spiner
Dick Gautier
John Corbett
Jeremy Irons
David Suchet
Raymond Burr
LeVar Burton
David Wenham
Clint Walker
Larry Hagman
John Goodman
Matt LeBlanc
Tom Smothers
Erik Estrada
Jeremy Sisto
Colm Meaney
Stephen Fry
Ted Bessell
Ron Perlman
Luke Halpin
Ted Cassidy
Kevin Sorbo
John Cleese
Colin Firth
Colin Baker
Fred Rogers
Ben Browder
Keir Dullea
Randy Boone
Kent McCord
Jimmy Smits
Mark Lenard
Jon Pertwee
Fred Grandy
Mark Hamill
Ted Danson
Adam Brody
Noah Wiley
Eric Close
Lee Majors
Jamie Farr
Tony Danza
Kabir Bedi
Seth Green
Rik Mayall
Hal Linden
Diego Luna
Peter Tork
Sean Bean
Sam Neill
Eric Idle
Ted Lange
John Shea
Ron Glass
Tony Dow
Mr. T
John Hurt
Avery Brooks
Billy Dee Williams
James Marsters
Robert Vaughn
Kevin Smith
Davy Jones
Luke Perry
Robert Duncan McNeill
Simon MacCorkindale
Keith Hamilton Cobb
Chad Michael Murray
James Earl Jones
Bruce Boxleitner
Timothy Olyphant
Andreas Katsulas
Valentine Pelka
Peter Wingfield
Sebastian Cabot
Michael Nesmith
Timothy Dalton
Michael Shanks
Joshua Jackson
Michael O’Hare
Robert Beltran
Simon Williams
Paul Johannson
Daniel Dae Kim
David Boreanaz
Boris Karloff
Robert Wagner
Brandon Quinn
Walter Koenig
Richard Hatch
Christian Kane
Francis Capra
Nathan Fillion
John Forsythe
Patrick Duffy
Tony Shalhoub
Ioan Gruffudd
Garrett Wang
Joe Flanigan
Rider Strong
Michael Tylo
Bruce Willis
Skeet Ulrich
Jeff Conaway
Paul McGann
Scott Cohen
Mario Lopez
Martin Kove
John Stamos
Judd Hirsch
Johnny Depp
Tom Welling
Matt Bomer
Grant show
David Soul
Bob Crane
Tim Russ
Rob Lowe
Neil Patrick Harris
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Storia Di Musica #349 - Art Farmer & Gigi Gryce, Art Farmer Quintet Featuring Gigi Gryce, 1956
Jackie McLean, uno dei più grandi sassofonisti bianchi, che pubblicò con la Prestige 6 album, considerava Bob Weinstock solo un affarista. Altri non erano d'accordo (Miles Davis era uno tra questi) ma è indubbio che le modalità con cui Weinstock faceva funzionare la Prestige erano peculiari, tanto che divennero quasi un marchio di fabbrica. Innanzitutto, non pagava le prove ai musicisti, così buona parte del pur prestigioso catalogo è composto da standard e molto poco da brani originali, data l'impossibilità di provarli. D'altronde, lui spingeva moltissimo a registrare qualsiasi cosa: negli anni d'oro, a metà anni '50, riusciva a pubblicare 75 dischi all'anno, un'enormità. E persino i ritmi delle registrazioni erano quasi "industriali": agli studi Van Gelder c'erano sessioni anche per 18 ore al giorno e spulciando i cataloghi Prestige (ci sono superbi siti che ne raccolgono tutti i dati) non di rado grandi dischi furono registrati nello stesso giorno, a poche ore di distanza. Weinstock era un tipo strano, ed era famoso anche per la sua tirchieria: si dice che il numero davvero esiguo di alternative takes (cioè registrazioni differenti dello stesso brano da parte degli stessi musicisti) della Prestige era dovuto al fatto che imponesse il riutilizzo dei nastri non considerati pubblicabili per risparmiare, quando invece per altre case discografiche quelle registrazioni alternative era una vera e propria miniera d'oro di filologia musicale sull'evoluzione di brani o artisti.
Ci sono però delle eccezioni, come il disco di oggi, che è uno dei capolavoro del catalogo Prestige e uno dei dischi più belli di post bop del tempo. I suoi due protagonisti furono Art Farmer e Gigi Gryce. Farmer è stato uno dei più grandi trombettisti della sua generazione: a fine anni '40 suona con Jay McShann e in seguito con Benny Carter, Gerald Wilson, Roy Porter e Dexter Gordon, concentrandosi ad esibirsi nella zona di Kansas City. Nel 1952 scrive per Wardell Gray, un sassofonista, la sua prima canzone che diventerà uno standard, Farmer's Market. Suonerà poi con alcuni dei più grandi e dopo l'incontro con Gryce suonerà in famosi dischi di Coleman Hawkins, Thelonious Monk, Charles Mingus, Art Blakey/Horace Silver's Jazz Messengers, prenderà il posto, nel 1958, di Chet Baker, cacciato da Gerry Mulligan nel suo Quintetto e fonderà un gruppo davvero straordinario, Jazztet, con Benny Golson e di cui faranno parte suo fratello Addison al contrabbasso, Dave Bailey alla batteria, Curtis Fuller al trombone e McCoy Tyner al pianoforte, all'inizio della sua straordinaria carriera.
Sebbene fu breve, il suo incontro con Gigi Gryce lasciò un grande segno nella storia del Jazz. George General Grice Jr., il vero nome di Gigi Gryce, è stato un sassofonista, compositore e arrangiatore. Nativo della Florida, si diploma al conservatorio di Boston. Si incrocia già con Farmer, poichè i due ruotano nella band di Lionel Hampton, il celeberrimo vibrafonista, ma Gryce vola a Parigi dove incide i primi brani, nel 1953. Al ritorno dall'Europa, mette su un sodalizio con Farmer, che porta a varie incisioni ai Van Gelder Studios per la Prestige: le prime nel 1954 e nel 1955 finiscono in When Farmer Met Gryce, un'altra, dell'ottobre 1955, nel disco di oggi, come già accennato uno dei capolavori di quegli anni.
Art Farmer Quintet Featuring Gigi Gryce esce nel 1956 ma nel 1963 verrà ristampato con un altro nome, Evening In Casablanca, dal nome di una delle più famose composizioni di Gryce presente nel disco. Come in When Farmer Met Gryce, le composizioni sono quasi tutte autografe, regalando un suono ricco di nuove strutture e armonie. Il quintetto di Farmer era composta da: Duke Jordan al piano, Addison Farmer (fratello di Art) al bass, Philly Joe Jones alla batteria e Gryce al sassofono contralto. Il disco si apre con Forecast di Jordan, molto swing, con tre assoli di Farmer, Gryce e Jordan. Poi arriva tutta la grazia di Gryce: Evening In Casablanca diventerà un classico, la novità introdotta dalla struttura musicale di Nica's Tempo, brano dedicato alla leggendaria baronessa del jazz, Pannonica de Koenigswarter, per gli amici Nica, erede del ramo Rothschild inglese, mecenate di tanti musicisti jazz tra gli anni '40 e '50. E poi la grazia e lo spumeggiante di Satellite (altro esempio di struttura musicale innovativa) e le più classiche Sans Souci e Shabozz.
Farmer continuerà la sua carriera, tra l'altro vivendo spesso in Europa: dopo un tour europeo si trasferisce a Vienna, sposa una viennese, si interessa alla musica classica, portando il jazz nella capitale austriaca dato che ogni suo vecchio amico americano per andarlo a trovare finiva per suonare con lui da qualche parte. Molto più misteriosa fu invece la vita di Gryce: dopo Farmer, fondò un gruppo, Jazz Lab Quintet, suonò fino agli inizi degli anni '60 tra gli altri con Thelonious Monk, John Coltrane e Coleman Hawkins ed era considerato uno dei migliori arrangiatori della scema musicale. Poco dopo si convertì all'islam, cambiando nome in Basheer Quisim, e lavorò come professore di scuola elementare fino alla morte, nel 1983, nella nativa Pensacola, abbandonando la musica. Che nel 1956 fu molto fortunata ad aver sostenuto l'incontro tra Art Farmer e Gigi Gryce.
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