#Il romanziere
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fashionbooksmilano · 7 months ago
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Pierre Le-Tan Album
Dirécteur ouvrage : Frank Maubert
Aubier, Paris 1990, 158 pages, 23,5x31cm, ISBN 2-7007-2838-6
euro 520,00
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“I suoi disegni devono essere letti e le sue parole devono essere viste“, dice di Pierre l’amico e scrittore Umberto Pasti. E’ un privilegio entrare, seppur virtualmente, nella casa studio parigina – un tempo pied-a-terre di Jean Cocteau – di Pierre Le-Tan (1950-2019), illustratore e artista, nato a Parigi da padre vietnamita e madre francese.
E’ dal padre, pittore e figlio di un nobile tonkinese, che Le-Tan impara a disegnare, appassionandosi presto all’amore per i libri antichi e le stampe giapponesi e cinesi. Tanto che – ancora adolescente – Le-Tan è incaricato dal New Yorker Magazine di creare una copertina, opera che segna l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione editoriale anche con molte altre pubblicazioni, da Vogue e Harper’s Bazaar. Per il New Yorker Pierre realizza 18 copertine.
In oltre 50 anni di lavoro la creatività di Le-Tan si arricchisce, spaziando dalla scenografia per il cinema e il teatro, alla collaborazione con la casa di moda parigina di sua figlia Olympia, ma soprattutto eccelle nella invenzione di oltre 100 copertine di libri e poster di film. Il lavoro di Le-Tan è stato esposto nelle gallerie di tutto il mondo; nel 2004 è stato oggetto di una retrospettiva al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. Ha realizzato copertine per libri di scrittori noti, come il romanziere premio Nobel Patrick Modiano.
La prosa malinconica di Modiano è perfetta per le riflessioni di Le-Tan spesso rivolte ad una Parigi dimenticata, piena di personaggi strani e fascinosi. Una delle pubblicazioni di Le-Tan, “Album” (1990), traduce al meglio il suo stile intimo e insieme eclettico: un “album” pieno di ricordi, di Greta Garbo, Christian Lacroix, Mick Jagger, foto di vecchi amici, centinaia di disegni che raccontano della gita a casa di Cecil Beaton, a un portasigarette realizzato da Picasso, alle scarpe di Cardin, a una sedia che proviene dalla Reggia di Versailles.
30/05/24
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ilcaffeletterariodimars · 1 month ago
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⋆˙⟡ recensione: la diva julia - w. somerset maugham
Inghilterra, primi anni del Novecento. L’affermata attrice teatrale Julia Lambert comincia una relazione clandestina con il ragioniere del teatro in cui lavora, di proprietà del marito. Lei si convince che sia una tresca temporanea, in cui i sentimenti non sono coinvolti, ma presto si rende conto che questo giovane ragioniere, di carnagione un po’ troppo pallida e decisamente troppo magro, è riuscito a farla innamorare nuovamente.
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L’amore, un sentimento che l’aveva trasportata fino alla nascita del figlio e che era sicura di provare per suo marito, Michael – l’uomo più bello e modesto d’Inghilterra, come non si stancava mai di ripetergli. Il suo fascino composto e elegante l’aveva lasciata senza fiato fin dalla prima volta che l’aveva visto, sul palco, anche lui come attore. Gentile com’era, aveva deciso di mettere da parte la sua carriera teatrale per poter fare emergere Julia e fondare una compagnia insieme – lei non aveva mai recitato così bene prima che fosse lui a dirigerla, e si sentiva di amarlo più che mai. Poi con la guerra e dopo il parto, qualcosa cambia in Julia: Michael non è più il ragazzo modesto che l’amava talmente tanto da sacrificare la propria carriera, ma diventa un uomo snob per cui non prova altro che fastidio. E, ciò nonostante, gli rimane fedele per venti anni – episodi fugaci di divertimento non potevano certo essere considerati come tradimento, giusto? – fino a quando la fiamma dell’amore non si riaccende grazie a questo giovane riccioluto che la conquista con un'umile tazza di tè. 
In La diva Julia, W. Somerset Maugham dipinge un quadro psicologico magistrale della sua protagonista – o come piace chiamarla a lui, “eroina” – di questo appassionato romanzo. Comprendiamo il suo stato d’animo grazie alla sua mimica, che è spesso accompagnata da parole che vogliono dire il contrario di quello che prova. Da attrice provetta, la migliore in tutta l’Inghilterra, nasconde le sue emozioni e non si lascia il tempo per poterle elaborare: utilizza il teatro anche nella vita reale, mascherando il nucleo della sua anima per poter continuare a interpretare il ruolo dell’attrice famosa, della madre amorevole, dell’amante appassionata. Viene spontaneo simpatizzare per Julia, perché impariamo a conoscerla nella sua intimità, perdonandole gli sbagli e capendone il forte disagio interiore, che lei non ammette mai a sé stessa. Molte volte ci sentiamo presi da un moto di sconforto e vorremmo quasi poter intervenire per proteggerla e avvisarla di non commettere lo stesso errore due volte; e forse anche l’impotenza nel cambiare la sua sorte ce la fa apparire in una luce ancora più drammatica.
Allo stesso tempo, tuttavia, il lettore deve stare attento a non farsi coinvolgere troppo per evitare di perdere la sua imparzialità: la prosa scorrevole ci induce torpidamente a condividere le opinioni dell’eroina, che trova sempre un modo per giustificare le sue decisioni ingiustificabili.
«La gente non cerca ragioni per fare quello che desidera» rifletteva. «Cerca solo scuse».
Alla fine Julia sembra vincere: appartata in un angolino di un ristorante, lontana dagli occhi indiscreti della folla, si convince che la vita reale non è altro che teatro e che la vita vera stia sul palcoscenico, davanti al pubblico. Maugham costruisce così il romanzo più perfettamente tragicomico: la grande attrice comica diventa, senza rendersene conto, la protagonista di uno struggente dramma esistenziale in cui i ruoli interpretati vanno a racchiudere, come matriosche, l’unicità della persona, nascondendola. Il tentativo grottesco di rifiutare la realtà dei fatti aggiunge una vena profondamente tragica e contemporaneamente comica alla narrazione.
In questo Maugham, con le sue doti di romanziere impeccabile, sembra farsi erede del Socrate del Simposio, riuscendo a comporre allo stesso tempo una divertente tragedia e un’amarissima commedia. Nel leggere La diva Julia, ci viene ricordato con forza che l’esistenza non è solo comica o tragica, ma che entrambi i poli ne caratterizzano lo scorrere inesorabile fino all’ultimo momento.
Mars. 
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stregh · 1 year ago
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Il tappeto è in realtà un incredibile mosaico: è la tomba di Nureyev
Poco fuori Parigi il cimitero ortodosso di Sainte-Geneviève-des-Bois conserva un’opera splendida e commovente. È la tomba del più grande ballerino del XX secolo.
La vita di Rudol’f Chametovič Nureev, Nureyev per il mondo intero, sembra scritta da un grande romanziere: nato nel 1938 in un vagone passeggeri della Trasiberiana, vive gli anni della guerra in condizioni di grande precarietà. Poi i sacrifici, l’affermazione, gli anni di gloria, la malattia. Oggi Nureyev è considerato il più grande danzatore del XX secolo, precursore della danza moderna. Morto nel gennaio del 1993 a causa del decorso della malattia (era malato da anni di AIDS), il grande ballerino fu sepolto nel cimitero ortodosso di Sainte-Geneviève-des-Bois, poco fuori Parigi. La sua tomba, molto meno nota rispetto a quelle di altri grandi personaggi dei suoi anni sepolti nella capitale francese, è un vero capolavoro. Progettata dello scenografo Ezio Frigerio e realizzata dallo Studio Akomena di Ravenna, la tomba di Nureyev è un mosaico che raffigura un kilim, tappeto pregiatissimo tessuto come arazzo tra i Balcani e il Pakistan, amatissimo dal ballerino. È impressionante ammirare come la grande maestria dei mosaicisti di Ravenna sia riuscita a rendere, in quest’opera meravigliosa e commovente, il senso di pesantezza tipico del kilim, che pare adagiato sulla tomba a conservare le spoglie di questo straordinario artista e atleta del secolo scorso.
ByGiovanni Mavaracchio
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be-appy-71 · 7 months ago
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Sbrigatevi
a vivere,
sbrigatevi
ad amare,
perché nessuno sa quanto tempo sia rimasto nella clessidra.
Siamo convinti di avere ancora tempo,
ma non è così.
Un giorno
ci rendiamo conto di aver superato il punto di
non ritorno,
ma è troppo tardi.
Dobbiamo imparare a vivere nel presente.
Guardando troppo al passato,
ci maceriamo
in rimorsi
e rimpianti.
Sperando troppo nel futuro,
ci culliamo
nelle illusioni.
L'unica vita
che vale veramente la pena vivere è quella del momento presente... ♠️🔥
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Guillaume Musso
(Romanziere e docente )
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lunamagicablu · 2 years ago
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‘Ciascun essere umano è il romanziere di se stesso’
José Ortega y Gasset   
art by Johannes Rosierse            
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'Each human being is his own novelist'
José Ortega y Gasset    
art by Johannes Rosierse
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levysoft · 1 year ago
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Capelli bianchi e lunghi con il mullet, come si dice negli USA, e baffi da motociclista, l'aria tranquilla e sua moglie Jasmina Tesanovic, serba ma "milanese adottata", che lo segue ovunque. Il guru della fantascienza e della cultura Pop mondiale Bruce Sterling è a Torino per uno speech su Primo Levi e la sua Fantascienza, direttamente da Ibiza dove si è trasferito in questi anni per seguire la crescita di sua nipote Frida, che adesso ha tre anni. Ha comunque conservato una casa in città, in zona Campidoglio, dopo aver vissuto per anni a San Salvario.
"Ho fatto moltissime previsioni in quanto autore di fantascienza – racconta Bruce Sterling a Fanpage.it – e molti pensano che io sia un astrologo o abbia poteri demoniaci. La verità è che alcune previsioni le ho azzeccate e altre le ho sbagliate. Tra quelle azzeccate c'è il cambiamento climatico, che però mai mi sarei immaginato sarebbe arrivato tanto velocemente. Siamo a ottobre a Torino e ci sono ancora trenta gradi, è pieno di zanzare e questo, il 2023, è l'anno più caldo della storia. Ma state tranquilli perché lo ricorderemo come si ricordano i bei vecchi tempi andati, perché questo sarà l'anno più freddo del XXI secolo".
Tra le previsioni che non si sono verificate c'è lo sviluppo delle periferiche per la realtà virtuale e la realtà aumentata. "Per molto tempo sono stato un fanatico sostenitore di queste tecnologie – racconta Bruce – ma sono quarant'anni che ci provano, investendo letteralmente miliardi di dollari, eppure questa tecnologia è lontana dall'essere popolare come il cinema o i videogiochi. Non so davvero dire il perché, però mi sento di dire che al momento è assurdo pensare di incontrarsi in VR per fare business. Al momento questa tecnologia è come un biglietto per fare un giro in giostra, divertente certo, ma non lo faresti tutto il giorno".
È inevitabile parlare di Cyberpunk e della sua attualità. Sterling non scrive più racconti e romanzi cyberpunk e si sta concentrando su altro. "Mi interessano molto Primo Levi e la sua Fantascienza – spiega – mi interessa l'Italia e mi interessa Torino, perché qui puoi trovare ben conservate opere di oltre 2000 anni fa e documenti su come quelle opere sono state concepite e sviluppate. Mi piace il modo che ha l'Italia di conservare il proprio passato".
"L'ultima cosa che ho scritto che assomiglia un po' al Cyberpunk – prosegue – che ha quelle vibrazioni, è un racconto non fiction che si chiama Money in the Bank, che parla di cryptovalute, di quel mondo, con quel gergo, ma le somiglianze si fermano lì, è un racconto che parla dell'oggi, della sottocultura crypto".
Ma il cyberpunk, secondo Bruce Sterling, non era soltanto ‘fantascienza a livello della strada', che suona meglio in inglese ‘street level science fiction', ma era proprio quel mondo degli anni '80, quelle aspettative che gli anni '80 avevano dato allo sviluppo delle tecnologie, alla pervasività di quella che sarebbe stata la rete.
"Noi cyberpunk, prima dell'arrivo del word processing, ci spedivamo i nostri testi con delle lettere scritte a mano o battute a macchina, le spedivamo letteralmente. Quando sono arrivati i computer, abbiamo iniziato a mandarci delle e-mail. Non so se questa sensazione possa essere trasmessa a queste generazioni. Per noi il word processing era uno strumento simile alla console di un dj, campionavamo dei brani e li remixavamo, riscrivendoli. Una cosa che adesso costituisce un problema morale non da poco. Basti pensare a quanti autori stanno facendo causa alle AI perché copiano e remixano i loro testi, masticandoli e risputandoli fuori come facevamo noi".
"Il Cyberpunk oggi? Beh il punk è un cosa generazionale e la parola cyber sembra una cosa che farebbe tuo zio. Non è più eccitante come un tempo e non puoi continuare a mangiare una torta del 1987. Voglio dire, si potrebbe fare un romanzo storico sul 1987 e potrebbe essere interessante, ma io non ho alcuna intenzione di farlo".
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rideretremando · 1 year ago
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Il romanziere Peppe Fiore dice che "Le particelle elementari", che sto per finire e che mi sembra bello ma non bellissimo, è il romanzo della sua vita. Non basta essere d'accordo con Schopenhauer (anche perché ha torto), non basta parlare di scienza e citologia in modo saggistico, non è sufficiente girare intorno al sesso al suo bisogno ed ai suoi danni, perché il suo romanzo sia un capolavoro.
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Cocteau A-Z
Luca Scarlini, Marco Dotti
Electa, Milano 2022, 232 pagine, 17 x 24 cm, brossura, ISBN  9788892822580
euro 34,00
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“Il più grande capolavoro della letteratura è solo un dizionario fuori posto.” (Jean Cocteau, Le Potomak, 1919) Jean Cocteau ha attraversato il Novecento con grazia inusuale e leggerezza incommensurabile, ritrovandosi fatalmente in tutti gli incroci più rilevanti, senza mai diventare istituzionale. Romanziere, drammaturgo, sceneggiatore, cineasta, performer, disegnatore, uomo di moda e costume, autore di articoli, canzoni, testi per il cabaret, ma soprattutto poeta. A questa personalità caleidoscopica che ha attraversato, innovato e plasmato le arti del Novecento, Electa dedica il quinto volume della collana Enciclopedia A-Z, dopo Rodari, Savinio, Steinberg, Woolf. Il volume ripercorre, attraverso 124 lemmi, la libertà, la vita, le arti e l’unicità di Cocteau. Cocteau raccoglie su di sé un’infinità di ruoli in tutte le arti, con una voracità che è già postmoderna, nel tentativo di ridefinire personaggi e identità. Il primo reagente della sua sensibilità è la danza e, subito dopo, la performance. In scena è attore di se stesso, non soltanto un personaggio della sua scrittura scenica, ma il portavoce del suo verbo, la più vera incarnazione di sé, inseguita per tutta la vita. Cocteau A-Z racconta aspetti noti e altri meno frequentati dell’esistenza dell’artista: le corride, il giornalismo, la boxe, a fianco di Panama Al Brown, il teatro, Edith Piaf e Coco Chanel, l’opera, la danza, la provocazione, fino all’assunzione nell’ufficialità, al momento di diventare accademico di Francia, seppur insignito con una favolosa spada ornata di gioielli disegnata da lui stesso e da Cartier. Non si contano le opere, i progetti, le mostre: un vortice creativo che esplode a inizio secolo e si dipana nei decenni successivi. Il volume è arricchito da illustrazioni e fotografie, talvolta rare, per narrare uno dei protagonisti “inevitabili” per definire lo sviluppo delle arti del Novecento.
31/01/23
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passaggioalboscoedizioni · 1 year ago
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Angelo Galluzzi
MEMORIE DI UN DETECTIVE PRIVATO
Storie, indagini e avventure fuori dall’ordinario
Faccendieri corrotti, ragazzi privi di rotta, coniugi colmi di segreti, impiegati disonesti, giri loschi, trafficanti, preti, poliziotti, amanti irrequieti: in “Memorie di un detective privato”, ribolle un’umanità variopinta, eterogenea e tumultuosa, turbolento calderone in cui l’investigatore privato Angelo Galluzzi – qui al suo esordio come romanziere – si è trovato a nuotare un’intera vita nel corso della sua ultraventennale carriera.
Caso dopo caso, capitolo dopo capitolo, avventura dopo avventura, Galluzzi si mette a nudo, agganciando il lettore con le atmosfere noir create dalla sua penna, portandolo con sé negli appostamenti e negli inseguimenti forsennati.
Questo, tuttavia, non è un semplice memoriale autobiografico: ripartendo dalla sua arrembante gioventù sotto le armi, dalle sue escursioni subacquee nelle profondità dei flutti, dalle mille esperienze di un’esistenza movimentata e da una salda visione del mondo, l’autore prova a fornire concrete e sincere linee di vetta, utili a districarsi nella giungla conformista e omologante del nostro tempo, dandosi una linea di Formazione viva e vitale, con la disciplina e la caparbietà del segugio che non è disposto a mollare la sua preda, a rinunciare alla verità e a smettere di essere.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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anocturnalanimal · 1 year ago
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"Il problema in questi cinquantanove anni è stato un altro: come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere dei destini altrui la rende simile a Dio? Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui possa fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c’è nulla al di fuori di lei. È la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia. Non c’è espiazione per Dio, né per il romanziere, nemmeno se fossero atei. È sempre stato un compito impossibile, ed è proprio questo il punto. Si risolve tutto nel tentativo."
Ian McEwan, da Espiazione
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haeyl · 2 years ago
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Sto leggendo "Sanguina ancora" di Paolo Nori, un libro che parla di Dostoevskij, della Russia, dei russi e in realtà di tutti. Una cosa bella assai di paolo nori è come riesca ad associare ai fatti delle nostre vite, alcuni pezzettini di Tolstoj, Bulgakov, Puskin e Gogol', come se ogni passato/presente/futuro possibile fosse stato già vissuto a San Pietroburgo nell'800. Ho pensato che piacerebbe anche a me riuscire a fare così.
Nel frattempo - é un periodo nuovo e strano, quei periodi di transizione tra il riconoscimento di una verità e la capacità di conviverci. Oscillo tra napoli e casa, lavoro in carcere, studio, esco, leggo, fumo, ascolto musica, ogni tanto scrivo, ogni tanto mi innamoro, a volte faccio dei pensieri osceni.
Merezkovskij è un critico russo che parlava un po' di tempo fa della necessità di comparsa di un romanziere russo che fosse la sintesi tra tolstoj e dostoevskij. Ed ho pensato, io, ho pensato che a volte, forse, avrei bisogno di fare una sintesi delle cose che mi governano a me in questo periodo. Boh, nel frattempo continuo a sanguinare.
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abatelunare · 2 years ago
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Libri che vanno letti 33
Sentite, io la vedo così. Le ragioni per cui si dovrebbe leggere Il manuale del romanziere di Giampaolo Rugarli sono sostanzialmente due. La prima è l’ironia con cui è stato scritto. Si fa leggere più che volentieri. La seconda è che, a dispetto del titolo, non è un manuale. Ho anche le prove. Leggete cosa scrive l’autore a pagina 9:
Il libro è stato ispirato dal fastidio e dalla noia che le scuole di scrittura creativa  suscitano in me: così la mia intenzione primaria, se non forse esclusiva, rimane quella di offrire agli aspiranti romanzieri uno strumento che, a bassissimo costo, li aiuti a a capirsi e a capire. Se possibile, a respingere la tentazione di scrivere romanzi, cedendo invece a quella di leggerli.
Lo vedete che avevo ragione? Va proprio letto.
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antro-dei-fumetti · 4 days ago
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Il simbolo ritrovato - Massoneria e società segrete
“Tutto quello che Dan Brown non vi ha detto su Massoneria, Illuminati e Priorato di Sion” – Massimo Introvigne Spesso impreciso e perfino fazioso, il romanziere offre almeno l’occasione per un dibattito serio: che cos’è la massoneria? Chi sono i Rosacroce, i neo-templari, gli illuminati, tutti evocati nei romanzi di Brown? Le società segrete dominano davvero gli Stati Uniti e la politica…
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carmenvicinanza · 6 days ago
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Edna O’Brien 
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Ogni libro bello dev’essere autobiografico, in una certa misura, perché non possiamo fabbricare le nostre emozioni.
Edna O’Brien è la scrittrice irlandese che negli anni Sessanta ha dato voce ai desideri e alle passioni delle donne.
La più grande scrittrice vivente in lingua inglese, come amava ripetere Philip Roth.
Autrice di venti romanzi, raccolte di racconti, poesie, saggi e opere teatrali tradotti in tutto il mondo, ha raccontato l’emancipazione femminile scavando a fondo nella coscienza dei suoi personaggi, celebrandone l’esuberanza e la generosità con una prosa sempre elegante, raffinata e priva di forzature stilistiche. Tutti i suoi scritti sono ambientati in Irlanda, nonostante abbia abbandonato il paese e vissuto per tutta la vita a Londra.
Le sue eroine sono tormentate, oppresse dai sensi di colpa, vittime di un’educazione bigotta oppure ribelli, scanzonate, provocatorie, in aperto conflitto con l’ambiente in cui sono cresciute.
Scrivere per lei è stata un’occupazione perversa in cui ha dato voce al conflitto tra anima e mente.
Tra i premi più prestigiosi di cui è stata insignita spicca la nomina a Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico, del 2018, e di Comandante dell’Ordine delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese, nel 2021.
Era nata col nome di Josephine Edna O’Brien a Tuamgraney, un villaggio irlandese, il 15 dicembre 1930 in una famiglia numerosa con una madre rigida e un padre dedito ad alcol e scommesse. In una casa piena di libri religiosi, da ragazzina scriveva di nascosto perché osteggiata dalla genitrice che non approvava le sue aspirazioni letterarie. Da dopo gli studi in collegio è fuggita a Dublino per scappare da quell’ambiente soffocante e bigotto e a ventitré anni ha sposato un uomo molto più anziano di lei, il romanziere di origine ceca Ernest Gébler, con cui si è trasferita a Londra, dove è iniziata la sua vera vita e ha potuto finalmente diventare se stessa e dedicarsi alla scrittura.
Nel 1960 ha pubblicato il suo primo libro, scritto in soli tre mesi, The Country Girls, che racconta l’educazione sentimentale e sessuale di due giovani donne che cercano emozioni in città, fuggendo dal collegio di suore dove erano rinchiuse. Come i due successivi, The Lonely Girl del 1962, poi diventato un film, e Girls in Their Married Bliss del 1964, venne proibito e censurato in Irlanda e spesso bruciato pubblicamente da preti e fanatici cattolici.
La trilogia dello scandalo è stata a lungo oggetto di attacchi violenti e ripetute accuse di immoralità, mentre nel resto del mondo era osannata. Solo in anni recenti, il presidente irlandese le ha presentato le scuse ufficiali a nome di tutta la nazione, per la feroce ostilità e l’invidioso disprezzo di cui è stata oggetto, definendola una narratrice coraggiosa che ha sempre raccontato la verità.
La sua celebrità ha segnato la fine del matrimonio con un uomo che mal sopportava il suo successo e le si è aperta una nuova prospettiva di vita, dopo il divorzio ha frequentato i salotti letterari e mondani della Swinging London, diventando un’icona ribelle degli anni ‘60, capace di sondare senza retorica le vertigini della passione amorosa e politica.
Al centro dell’attenzione mediatica anche a causa di alcune prese di posizione sul conflitto anglo-irlandese, negli anni ‘90 è stata accusata di aver sostenuto la lotta armata dell’IRA.
Tra i suoi scritti compaiono due saggi biografici su Joyce e Byron, una sceneggiatura teatrale su Virginia Woolf e romanzi più maturi come Uno splendido isolamento, Le stanze dei figli, Un feroce dicembre e La luce della sera.
In Country Girl, del 2012, ha raccontato la sua vita, ricca di incontri ed esperienze straordinarie, vissuta tra le aree rurali dell’Irlanda e le luci sfavillanti delle grandi città statunitensi.
La sua ultima fatica, del 2019, è Ragazza, sugli orrori subiti da migliaia di giovani donne rapite dai fondamentalisti islamici di Boko Haram in Nigeria.
Edna O’Brien si è spenta il 27 luglio 2024, dopo una lunga malattia.
Nella sua vita ha vissuto proprio come le sue ragazze di campagna appena arrivate in città, seguendo tutto quello che luccicava, assecondando i suoi desideri più oscuri e impulsivi. Spirito ribelle e coraggioso, ha lottato per aprire nuovi orizzonti artistici e scrivere in modo veritiero, da un luogo di sentimenti profondi.
Ha rivoluzionato la letteratura irlandese. La straordinaria qualità della sua prosa l’ha resa un’autrice di culto dal successo planetario rispettata anche dalle accademie e dai più raffinati circoli letterari.
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alephsblog · 13 days ago
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Eppure questo contaballe, prima ancora che le mamme di Mariupol cominciassero a scrivergli, ha dato nel corso degli anni prove inequivocabili di un patologico narcisismo. Come quando affermava: “I professori universitari detengono un sapere senza pari […]. Con pochissime eccezioni, nessun romanziere, giornalista o professore delle scuole superiori, potrebbe reggere il contraddittorio con un professore universitario […]. L’esistenza dell’università è la prova imperitura della divisione gerarchica della società. Da quando gli uomini hanno iniziato ad associarsi e cooperare, sono nati il superiore e l’inferiore, dove il primo esercita il dominio sul secondo (Il Messaggero, 7 febbraio 2020).
Mi siano consentite, a questo punto, due altre citazioni. La prima: “Sono un insegnante elementare in un piccolo villaggio chiamato Trattenbach”, scrisse Ludwig Wittgenstein il 23 ottobre 1921 al suo maestro e amico Bertrand Russell. La seconda: “Era come quel gallo che pensava che il sole sorgesse per ascoltarlo cantare” (George Eliot, “Middlemarch”, 1872). La domanda allora è: chi è quel gallo tra il prof. Orsini e il grande logico austriaco?
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agnesebascia · 18 days ago
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Emilio Salgari. Lo scrittore italiano più letto nel mondo
di Lucio Causo Emilio Salgari, novelliere e romanziere tradotto in tutto il mondo, nasce a Verona il 25 agosto 1863 (l’atto battesimale conservato nella Parrocchia di Santa Eufemia riporta la data del 21 agosto 1862) e muore suicida a Torino il 24 aprile 1911. Trascorre la sua infanzia nel paesino di Negrar, a 12 chilometri da Verona. A scuola non si distingue per bravura e ripete più classi.…
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