#IMMUNI covid19 coronavirus italia2020
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giacomom30 · 5 years ago
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Immuni; si, no, forse!
In questi giorni in cui il #covid19 sta allentando la sua morsa sul Bel Paese si è iniziato a discutere animatamente della Fase 2, come sarà, come non sarà, quali regole, quali principi, distanziamento, termoscanner, 1 miliardo di mascherine al mese, plexiglass, chi riapre chi no, etc, etc. 
Una delle parole più usate è sicuramente IMMUNI; non tanto per approfondire il concetto della parola, quanto per analizzare la nuova App che servirà per tracciare tutti coloro che potranno uscire di casa dal 4 Maggio 2020. IMMUNI servirà per identificare e catalogare i sintomi che una persona può avere, misurare gli spostamenti che essa fa nel corso della giornata, non tramite GPS(come Google Maps), ma con il Bluetooth a basso consumo, ancora identificare eventuali persone con sintomi nelle proprie vicinanze per starne lontano e schivarle, comunicando poi tutti questi dati ai presidi medici.
Subito, come avviene in Italia quando si parla di nuove tecnologie apparentemente invasive, si è tirato fuori il concetto di privacy. E, immediatamente, hanno preso parole esperti di ogni tipo per dire la loro, per affermare quello o quell’altro. Uno dei pochi che avrebbe diritto di parola in tal materia, Antonello Soru, Garante della Privacy, è finito in un angolino tra TG e giornali vari.
La questione di cui si dibatte molto è la seguente; dove finiranno i nostri dati? In quali server segreti saranno custoditi? E giù discussioni, pensieri e quant’altro. La domanda che mi faccio io è; sappiamo realmente dove finiscono i dati che immettiamo volontariamente e non su Whatsapp, Facebook, Amazon, etc. Sappiamo che finiscono in data center, spesso, ubicati al centro degli Stati Uniti il cui accesso è permesso solo a pochi privilegiati cittadini? E sappiamo vero che far cadere nell’oblio i nostri dati è una lotta senza confini da combattere con i Giganti del Web, passare dalle più famigerate Corti dell’Unione Europea, spendere un sacco di soldi e spesso non ottenere niente? 
Se si è consapevoli di tutto questo, accetto la critica nei confronti di IMMUNI(peraltro tutte queste dinamiche le stanno ancora chiarendo, per cui aspettiamo a sparare giudizi). Se invece non si fosse consapevoli di quanto elencato sopra, siete pregati di non aprire la bocca solo per fargli prendere aria, perché riempite degli spazi che potrebbero essere riempiti con una migliore informazione.
Una cosa che ritengo fondamentale è un’altra; IMMUNI dovrà essere utilizzato da buona parte della popolazione per essere veramente efficace. Quindi si dà per scontato che tante persone abbiamo gli smartphone, con sistemi operativi aggiornati, con memorie libere in termini di spazio per accogliere IMMUNI, che chi possiede Windows Phone o suoi derivati possa accedervi senza problemi. Inoltre si dà per scontato che Apple e Google, produttori di Ios e Android diano accesso senza problemi ai loro protocolli di sicurezza. 
Infine, chi sta elaborando questa strategia, sta tenendo conto di due/tre cose ancora più essenziali?
Molti non hanno neanche un telefono, penso ai bambini o agli anziani. Non smartphone, ma telefono con i tasti. E altro punto, tenere acceso sempre il Bluetooth può non essere gradito da tutti.
Infine, in ultimo. IMMUNI non è ancora pronta, non è sugli store. Quando ci andrà? Il 3 Maggio alle 23:59? Chi la sperimenterà? Se avesse dei bug, se andrà in down(capita spesso anche a Whatsapp o Facebook), se non si aprisse, se presentasse uno dei microproblemi che per chi non è digitalmente alfabetizzato può essere insormontabile, come farà a risolvere?
Ecco queste sono tutte le domande che mi pongo; aldilà della privacy e del trattamento dei dati, secondo me, serve quanto prima dare risposta a queste domande, super importanti per farsi che IMMUNI sia davvero efficace!
fonte ciacomo.it
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